Dicembre si è aperto con una notizia: in Italia nel 2017 sono nati 458.151 bambini, oltre 15 mila in meno rispetto al 2016. I dati del Rapporto Istat sulla natalità e fecondità della popolazione residente nel nostro Paese confermano quanto già si sapeva, ovvero che l’Italia sarà sempre meno popolata e non basteranno a salvarla i bambini nati da genitori stranieri perché anche tra le donne straniere diminuisce il numero medio di primi figli, che tradotto vuol dire che fanno sempre meno figli, come le italiane.
E l’Umbria non fa eccezione, anzi, è la regione in cui più forte è la diminuzione dei primi figli. L’Istat non spiega perché ciò accade, ma sappiamo che le ragioni sono molte e che questo dato è un segnale chiaro della mancanza di speranza nel futuro.
I giovani – quando diciamo giovani pensiamo in realtà ad adulti di trent’anni – fanno fatica a immaginarsi un futuro in questo Paese che è ancora dentro una crisi economica che dura da più di dieci anni. Ma non è l’economia la sola ragione.
L’elemento fondamentale che manca è la speranza e la fiducia di poter avere un futuro. La politica che alimenta le paure della gente – non solo in Italia per lucrarne in termini di consenso elettorale, non fa che aggravare la situazione. La paura degli adulti di fronte al nuovo che si presenta davanti (dagli immigrati all’intelligenza artificiale, dalle canzoni ‘trap’ ai social network e alle fake news diffuse per ingannare le persone) diventa il peggior nemico dei giovani.
Il Censis descrive gli italiani sempre più “incattiviti” perché delusi e frustrati. Lo scenario è desolante e anche nelle comunità cristiane si trovano delusione e mancanza di speranza, e si cerca rifugio in un mondo che non c’è più. In questo senso l’invito di papa Francesco a creare un’alleanza tra giovani e vecchi, che la società dei consumi considera entrambi “scarti, non è solo una provocazione ma una prospettiva di impegno.
La tentazione di arrendersi è forte, e nei secoli i cristiani l’hanno affrontata più volte. L’hanno superata coloro che hanno creduto fino in fondo nella vittoria di Gesù sulla morte e sul male. Dai martiri dei primi secoli ai benedettini che nel medioevo fecero dei loro monasteri centri di fede e di cultura che avrebbero alimentato la cultura europea, fino ai tempi più recenti quando sotto i regimi di ogni colore, tra la massa di cristiani allineati e osannanti, minoranze coraggiose hanno coltivato l’antidoto alla violenza del potere sostenuti e illuminati dal Vangelo.
Per i cristiani la speranza ha la sua ragione d’essere in Dio che nella resurrezione del Figlio ha vinto la morte assicurandoci che né la morte né il male avranno l’ultima parola sulla Storia.
Gesù ha dato ai suoi seguaci la possibilità di vedere il bene dove sembra non possa esserci. “Ricevo continuamente – ha detto il Cardinale Gualtiero Bassetti ad Avvenire, in una intervista pubblicata l’8 dicembre – lettere di incontri, anche piccoli, di uomini e donne di buona volontà che hanno a cuore il bene comune della propria città, provincia o regione.
Esperienze che forse andrebbero messe in rete in una sorta di Forum civico. Occorrono giovani laici…che sappiano cucire reti di solidarietà e di cura. E che soprattutto sappiano essere il sale della terra”. Tra pochi giorni è Natale. La festa di un bambino che ha cambiato il mondo cambiando il cuore – e gli occhi – degli uomini e delle donne di ogni tempo e di ogni luogo.