Domenica scorsa si è svolta a villa Montesca una giornata interamente dedicata alle famiglie della diocesi di Città di Castello. Organizzata dalla Pastorale familiare, l’iniziativa ha visto intervenire i coniugi Maria e Luigi Avanti, membri dell’Ufficio Cei di pastorale della famiglia, che hanno parlato sul tema “E chi pensa all’oggi dei nostri figli… senza preoccuparsi del domani?”. Il vescovo mons. Domenico Cancian ha celebrato l’eucaristia con tutti i presenti. Non sono mancate varie attività ricreative, che hanno coinvolto insieme genitori e figli, come la “Gara di torte”.
All’inizio della giornata è stato presentato padre Massimo Brozzetti, il nuovo assistente della Pastorale familiare diocesana.
Maria Avanti ha proposto all’uditorio alcune riflessioni sull’essere genitori. Ognuno – ha affermato la relatrice – porta nel suo essere genitore il suo vissuto e la sua storia, pertanto non esiste il genitore perfetto, anche se la buona educazione potrebbe essere racchiusa in pochi punti fondamentali.
“Per educare al meglio i nostri figli – ha aggiunto – i genitori dovrebbero testimoniare con coerenza i propri concetti e valori, anche attraverso il proprio vissuto. Occorre che siano presenti in famiglia e che si rapportino in modo sereno con i suoi componenti. Infine sarebbe bene che ogni genitore accettasse prima di tutto se stesso e le diversità del proprio coniuge, poi che dimostrasse fiducia verso i propri figli. Dobbiamo lavorare su noi stessi, sapendo anche sdrammatizzarci e prenderci un po’ in giro: in una famiglia, per educare i figli è importante anche lasciare spazio all’ironia e saper ridere un po’”.
Luigi Avanti, di seguito, ha esordito proponendo un racconto di padre Aimè Duval, in cui il sacerdote francese ricorda come venivano recitate quotidianamente le preghiere all’interno della sua famiglia, “parlando con Dio adagio, con serietà e delicatezza”. Prendendo spunto dal testo, l’ospite ha spiegato come una buona educazione necessiti di un ambiente familiare sereno, dove i genitori educhino i propri figli con amorevolezza e senza fretta né frenesia.
“Alcuni genitori – ha aggiunto – dovrebbero smettere pensare il mondo in modo egoistico: per far sì che tutto si sistemi, tutto deve cambiare; magari sono loro i primi a dover cambiare qualcosa di se stessi”. L’educazione passa attraverso alcuni sentimenti come gioia, tristezza, paura, collera, ma anche attraverso la creazione di alcuni bisogni affettivi veri, che un domani porteranno i ragazzi a voler assumere sempre maggiore autonomia.