Mentre in Europa si moltiplicano manifestazioni, dibattiti, riflessioni e approfondimenti sul green pass, la maggior parte del pianeta non ha alcuna possibilità di scegliere tra la vaccinazione o niente. Si calcola che attualmente il 73% della popolazione mondiale non ha ricevuto nessun vaccino, e che nei Paesi a basso reddito il 99% della gente è ancora in attesa della prima dose. Le politiche di accaparramento dei brevetti e delle dosi ha fatto in modo che le campagne di vaccinazione si realizzassero soltanto in alcuni Paesi del Nord del mondo.
Si verifica così una desertificazione miope della solidarietà, dato che – come si sa – le varianti che minacciano l’efficacia dei vaccini provengono proprio dalle aree non ancora protette dal vaccino. Il programma Covax varato dell’Ue ha distribuito finora 150 milioni di dosi, troppo poco a fronte di 4 miliardi di dosi somministrate nel mondo.
Il modello che si è realizzato nella lotta all’Aids dovrebbe guidarci ancora. Il trasferimento di conoscenze scientifiche e di produzione di farmaci nei Paesi più poveri si rivelò allora decisivo anche nell’abbattimento dei costi dei retrovirali. Non converrà alle case farmaceutiche, ma salverà migliaia di vite umane.