Le intenzioni di Papa Francesco per il mese di marzo sono la preghiera per la scienza e la preghiera per le donne. Ho allora accolto con piacere l’invito a riflettere sulle donne e la scienza in occasione della Festa internazionale della donna. Ultimamente proprio due donne scienziate hanno fatto notizia: Samantha Cristoforetti è la prima donna italiana nello spazio, in missione nella Stazione spaziale internazionale dal 22 novembre 2014; la seconda italiana è Fabiola Gianotti, che dal novembre 2014 è a capo del Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, il più grande laboratorio al mondo per la Fisica delle particelle.
Donne che collaborano con uomini, come è ovvio che sia, perché non sanno solo emozionarsi ma anche pensare. Negli ambienti di lavoro, ma anche in casa, una donna “pensa” e “progetta” come quando organizza la famiglia, soprattutto se numerosa. Donne che nel loro modo di pensare mettono ovviamente una attitudine da donne. Ma senza indugiare troppo su cosa sia questa attitudine o, volendo provarci, sapendo fare tutte le distinzioni necessarie. Perché non ci sono “donne in astratto”, come idee disincarnate dalla storia. Ci sono invece donne concrete che hanno scritto la storia: sia la storia di generazioni di famiglie, sia, non appena è stata loro concessa una minima possibilità, la storia del loro tempo.
Oggi le donne sono più partecipi alla vita pubblica, sebbene con grandi sacrifici, in particolare se hanno una famiglia perché né la maternità né ancor meno la paternità sono riconosciuti come valori collettivi. In ogni caso, quel poco o tanto che oggi viviamo come donne è grazie alle pioniere di ieri.
E nella scienza italiana proprio due donne cattoliche sono state vere pioniere nel Settecento italiano che cercava di aprirsi alla scienza sperimentale: una laica, Maria Gaetana Agnesi, e una sposa, Laura Bassi. Infatti dopo la vittoria di Newton su Descartes, definitiva solo dopo che Maupertuis partì all’avventura in Lapponia (1736) per calcolare la lunghezza di un grado di meridiano e stabilire la vera forma della Terra (un geoide, come un pallone schiacciato ai Poli), la fisica newtoniana si diffonde in tutta Europa. In Italia, queste due donne hanno avuto un ruolo speciale.
Maria Gaetana Agnesi (Milano, 1718-1799) è così famosa che Google lo scorso anno le dedicò un doodle nell’anniversario della sua nascita. Fu il padre che comprese le particolari doti di Maria Gaetana, volendo che studiasse, contro la mentalità che escludeva le donne da tali occupazioni. Così la ragazza studiò matematica, calcolo infinitesimale e in generale la scienza del tempo, tanto da scrivere una introduzione ai lavori di Eulero che ebbe grande fortuna. Inventò una curva nota agli inglesi come Witch of Agnesi, confondendo il nome dato dalla donna alla sua invenzione, “versiera”. La versiera è una sorta di campana, simile a una curva di Gauss, ottenuta componendo opportunamente una circonferenza e un fascio proprio di rette. Maria Gaetana Agnesi ci parla anche di uno stile cristiano attento ai bisogni sociali: vocata alla vita monacale restò ad accudire il padre, ed era molto conosciuta per il costante esercizio della carità che la portò a fondare un piccolo ospedale. Studiò la sacra Scrittura e meritò grande fama: “Lustro al nome di lei, all’Italia e gloria cristiana” recita una iscrizione a lei dedicata.
Laura Bassi (Bologna 1711-1778), sollecitata e particolarmente sostenuta dal cardinale Lambertini, poi Benedetto XIV, fu la prima donna ad avere incarichi scientifici in Accademie fino addirittura a ricoprire una cattedra universitaria, prima in Filosofia e poi in Fisica sperimentale.
La grandezza della sua figura è stata oggetto di un raffinato volume curato da due prestigiose studiose, Luisa Cifarelli e Raffaella Simili (Laura Bassi. Emblema e primato nella scienza del Settecento, Bologna 2012). Bassi scrisse di calcolo infinitesimale e di meccanica. Simbolo di un cattolicesimo illuminato che fece grande impressione oltralpe, questa donna diffuse uno stile femminile cristiano in ambiti dove spesso giungeva soltanto l’Illuminismo ateo e dove era spesso l’unica donna.
Laura Bassi ci parla anche di una modalità cristiana di vivere la famiglia in un tempo in cui ancora non si parlava di Vangelo della famiglia: con il marito Giuseppe Veratti ebbe 8 figli e un laboratorio in casa dove impartire lezioni private di Fisica sperimentale. Una comunione capace di promuovere la collaborazione e fare della coppia il punto di forza di ognuno dei due coniugi, al punto che il marito subentrò sulla sua cattedra dopo la morte della donna. Una comunione intellettuale nutrita della comunione di vita, entro uno stile di vita che oggi la Chiesa indica ai coniugi cristiani, ma non solo a loro.
Infatti queste donne italiane scienziate e credenti, capaci di coniugare pensiero e carità, rigore ed affetti, ci parlano di una ricchezza che arricchisce il mondo perché pensata in scambio e interazione con il mondo maschile.
Nel Settecento la peculiarità femminile non era accolta, e patirà a lungo molte chiusure. Queste donne trovarono una via cristiana per avere un loro spazio, fedeli alla libertà che solo il Vangelo può dare. La scienza dimostra che in natura tutto è interazione tra campi di forze; così nella vita delle società umane, tutto è reciprocità tra maschile e femminile, mai riducibile a schemi e funzioni bensì esercizio costante per pensare la differenza come ricchezza e come esperienza concreta di accoglienza verso ogni diversità. Che l’8 marzo sia celebrazione anche di tutto questo, in uno stile schiettamente evangelico e missionario.
nel OSR di ieri 7/03/2015 è stato pubblicato un articolo su Maria Gaetana Agnesi e Laura Bassi – Pioniere della scienza. Un riassunto molto breve si trova in: http://www.news.va/it/news/maria-gaetana-agnesi-e-laura-bassi-pioniere-della L’articolo dell’OSR si conclude con queste parole:
Nel Settecento la peculiarità femminile non era accolta, e patirà a lungo molte chiusure. Queste donne trovarono una via cristiana per avere un loro spazio, fedeli alla libertà che solo il Vangelo può dare. La scienza dimostra che in natura tutto è interazione tra campi di forze; così nella vita delle società umane, tutto è reciprocità tra maschile e femminile, mai riducibile a schemi e funzioni bensì esercizio costante per pensare la differenza come ricchezza e come esperienza concreta di accoglienza verso ogni diversità.