Impara l’arte e… insegnala ai catechisti. Sta riscuotendo un bel successo, a Perugia, il corso diocesano per catechisti ‘La Parola, l’immagine, la fede’, dove riflessioni bibliche si intrecciano a itinerari nella pittura. Ne parliamo con una delle organizzatrici, Micaela Soranzo, architetto specializzato in arte sacra, nonché consulente dell’Ufficio liturgico nazionale della Cei. Dottoressa Soranzo, come è nata l’idea? ‘Qualche mese fa, vedendo a Bologna un corso di aggiornamento catechistico basato sull’arte. Abbiamo quindi parlato della cosa a Walter Ruspi, direttore dell’Ufficio catechistico Cei, che ci ha incoraggiati a stendere un progetto. Il quale è stato approvato in via definitiva a settembre dal responsabile diocesano della catechesi, don Saulo Scarabattoli’. Quanto durerà l’iniziativa? ‘Cinque anni. Per questo primo anno abbiamo scelto tematiche facilmente spendibili con i catechisti, quali l’Avvento e la Quaresima. Ogni incontro dura in media un’ora e mezza. Dopo un momento di esegesi biblica tenuta da don Francesco Benussi, io presento due opere d’arte e Silvia Vecchini, del gruppo Il Sicomoro, offre metodologie di lavoro da usare con i bambini della prima comunione e i ragazzi del dopo-comunione’. Come tiene le ‘lezioni’? ‘Parto da due opere d’arte tratte dalla tradizione occidentale, e possibilmente visitabili qui in Italia. Abbiamo escluso le icone, pur così di moda, perché presuppongono una teologia difficile da utilizzare con i ragazzi. Per esempio, per il corso sulla visita di Maria a Elisabetta (lunedì 22 ottobre) analizzo la Visitazione di Giotto nella cappella degli Scrovegni di Padova e una tela di Federico Barocci’. Perché non la ‘Visitazione’ di Giotto ad Assisi? ‘Perché vi compare la figura – forse – di sant’Anna, il che costringerebbe a introdurre tutto un discorso sui Vangeli apocrifi, poco adatto ai ragazzi. Del resto, non si tratta di un corso sull’arte in quanto arte, ma sul suo valore per la catechesi. Offro quindi ai catechisti dei criteri base per l’interpretazione delle opere, per esempio la differenza nella raffigurazione del sacro prima e dopo il Concilio di Trento. Perlopiù utilizzo dipinti realizzati fra il Trecento e il Cinquecento, più facili da mettere in rapporto ai racconti dei Vangeli rispetto ai simboli usati nelle catacombe o alle confuse costruzioni del Barocco’. Che cosa ci si aspetta dai partecipanti? ‘Anzitutto che si attengano alle indicazioni contenute nelle schede di lettura, già molto dettagliate, senza lanciarsi in voli pindarici. Poi, che trasformino le nozioni apprese in attività pratiche, come stampare il materiale da noi fornito su dischetto, in modo da realizzare quadretti per la preghiera; inoltre, promuovendo nei ragazzi impegni concreti, per esempio la visita a persone in difficoltà, come appunto fece Maria andando da Elisabetta. In generale, si spronano i catechisti a guardarsi attorno: magari nella loro chiesa non c’è un capolavoro di un grande maestro ma un’opera che, pur mediocre, può contenere un messaggio’.
Che bella catechesi dipinta sui muri
La diocesi di Perugia organizza corsi per catechisti basati sulla storia dell'arte, all'interno di un progetto lungo 5 anni. A tenerli è la studiosa Micaela Soranzo. Grande successo di pubblico
AUTORE:
Dario Rivarossa