Centro storico: i progetti per la valorizzazione

Il programma della Giunta comunale prevede la riqualificazione di parcheggi, percorsi viari e accessi alla città

Il nome del progetto è impegnativo: ‘Programma operativo degli interventi per la valorizzazione del centro storico’. La sua finalità è ancora più impegnativa: mettere ordine in un centro cittadino che versa in un caos che non ha praticamente uguali non solo in Umbria ma nell’intera Italia centrale. È per questo che, (a meno di un anno dalle elezioni amministrative) il progetto su cui punta la Giunta comunale tifernate, è quanto mai ambizioso. Il programma evidenzia una serie di opzioni che riguardano l’assetto viario attraverso progetti di riqualificazione sia di piazze e spazi di pedonalizzazione (piazza Gabriotti, Largo via XI Settembre, piazza San Giovanni in Campo e Del Garigliano e piazza Garibaldi che sarà oggetto di un progetto speciale attraverso un concorso d’idee), che degli ingressi alla città murata (Porte San Giacomo, Santa Maria Maggiore, Prato, via Sant’Antonio e le rotonde zona Bar 3 bis/ hotel Europa ed area ex Fiat/Bacchi) come pure della revisione della circolazione su aree di particolare criticità (via San Bartolomeo/via dei Lanari, primo tratto di via Pomerio S. Girolamo sino a via San Florido, via Marconi in intersezione con corso Vittorio Emanuele, via Signorelli in intersezione con via della Mattonata). Tutto ciò accompagnato da un potenziamento degli attuali parcheggi (via Sauro, Ansa del Tevere, ex Bacchi) e studi di fattibilità per nuovi parcheggi a raso (viale Diaz, campo sportivo Mattonata) e per nuovi parcheggi interrati (piazza Garibaldi, Giardini del Cassero, Logge Bufalini, ex Cinema Vittoria) e la riorganizzazione dei posti auto in via Vittorio Veneto). Particolare attenzione verrà posta anche all’arredo urbano, il tutto per porre fine all’attuale anarchia in fatto di illuminazione, insegne e pubblicità varie. A tutto questo c’è da aggiungere il via libera della Giunta all’attuazione del programma operativo di Contratti di Quartiere II, il piano relativo al risanamento e alla riqualificazione delle aree urbane di Prato e Mattonata. Lo stesso ha infatti ottenuto un finanziamento da parte dello Stato nell’ordine dei 6 milioni di euro. L’esecutivo tifernate ha quindi provveduto a definire gli incarichi redazionali di vari progetti delle opere pubbliche inserite in tale contesto e destinate a modificare ed a rivitalizzare tangibilmente gli assetti di una zona d’importanza strategica all’interno del centro storico tifernate. Molta carne al fuoco, come si vede. Quello che tutti si augurano è che non sia un fuoco di paglia, perché il bellissimo centro storico cittadino (reso tale anche dagli innumerevoli beni culturali ecclesiastici) merita un’attenzione che è purtroppo fin qui mancata. Il tempo dirà se le aspettative erano esagerate o se è stata finalmente la volta buona. Anche la diocesi impegnata a largo raggio nel centro storico cittadinoAnche la diocesi tifernate è da tempo impegnata a restituire al centro storico cittadino il suo patrimonio storico e culturale. Dei vari cantieri aperti, il più impegnativo è forse quello che riguarda il palazzo vescovile. Notevoli sono i disagi per tutti coloro che quotidianamente debbono recarvisi per lavoro o per incombenze varie, ma essi saranno ampiamente ripagati. Al termine dei lavori di ristrutturazione, infatti, la sede episcopale sarà dotata di nuovi, ampi e più funzionali spazi. Nel frattempo, sull’altro lato della piazza, procedono alacremente i lavori sulla facciata nord della basilica cattedrale essendosi conclusi quelli sul lato prospiciente i giardini del Cassero e di cui abbiamo parlato in un altro numero del nostro giornale. A pochi metri di distanza, il campanile cilindrico, che rende unico il panorama del centro cittadino già a chilometri di distanza, è completamente ‘incartato’ e la sua vista è preclusa ai tanti visitatori che passano con il naso all’insù. I lavori di restauro sono talmente impegnativi ed eseguiti ad opera d’arte da essersi meritati una menzione su di una rivista specializzata del settore. Questi sono i più importanti, ma altri cantieri di lavoro sono aperti per restituire all’intera collettività dei beni che la Chiesa locale ha ricevuto in eredità e deve a sua volta passare alle generazioni future. Se tutto ciò è possibile, il merito principale va all’economo diocesano, mons. Benso Benni, che sta seguendo personalmente e con competenza i lavori in corso. A lui vanno affiancati l’architetto Enzo Vanni e la ditta Cesa. Se tra qualche anno la città non sarà più la stessa, il merito sarà anche loro.

AUTORE: M.M.