“I centri estivi parrocchiali nascono dall’idea e dall’esigenza di continuare a dare un servizio alle famiglie anche dopo la fine del Grest” spiegano Diego Buratta di Pepita onlus e Daniele Rossi, coordinatore dell’oratorio di San Sisto (Perugia). Incaricati dal Coordinamento oratori di Perugia di dar vita a una “Tavola dei centri estivi” a partire da quest’anno, Daniele e Diego hanno proposto l’idea a tutti gli oratori. La Tavola al momento comprende sette realtà parrocchiali che hanno deciso di intraprendere questa nuova strada educativa e aggregativa nei mesi di luglio e agosto – sulla scia delle esperienze positive di Ponte d’Oddi, che ha lanciato il centro estivo parrocchiale ben otto anni fa, e San Sisto, partito l’anno scorso. Il centro estivo all’oratorio nasce dai Grest, ma se ne distacca per alcuni aspetti, come il numero più ristretto di partecipanti, che consente una maggiore attenzione alle esigenze di ogni singolo bambino e più possibilità di gite e uscite. Inoltre al centro estivo sono ammessi anche i piccolissimi, in qualche caso a partire da un anno di età.
Il tema, pur riadattato dai singoli oratori, sarà comune per tutti: “All’opera” è il filo conduttore dei centri estivi di quest’anno, un titolo che trae origine dal sussidio della Fondazione oratori milanesi adottato dalla Tavola perugina. “L’animazione dei centri estivi sarà tutta basata sulla riscoperta degli antichi mestieri, che molto spesso poi esistono ancora oggi” dice Daniele, aggiungendo che il percorso è strutturato a partire dal capitolo 2 della Genesi.
Gli educatori sono giovani scelti all’interno della parrocchia che hanno intrapreso perlopiù un percorso di studi e formazione personale in linea con l’insegnamento. Alcuni animatori sono volontari, per altri invece il centro estivo costituisce una prima esperienza lavorativa per la quale percepiscono un piccolo rimborso spese. “Quella dell’animatore di oratorio – afferma Diego – sta diventando sempre di più una figura professionale a tutti gli effetti; anche se da noi è ancora una novità, negli oratori del Nord Italia è già la norma”.
Non tutti gli animatori però sono giovani parrocchiani (continua a leggere gratuitamente sull’edizione digitale de La Voce).