La celebrazione, quest’anno, del centenario della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sarà l’occasione di rendere grazie a Dio per l’unità, benché incompiuta, che le Chiese hanno già e vivono concretamente’. Lo scrive Kersten Storch, pastora luterana alla quale quest’anno il Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec) ha affidato il compito di commentare la Settimana stessa (18 – 25 gennaio). ‘Le divisioni ‘ scrive la pastora luterana – rimangono una realtà tra le Chiese e al loro interno’. Sebbene la Settimana di preghiera non possa fornire una soluzione a tutti i problemi, la sua ‘celebrazione ogni anno è una vittoria sulle divisioni, perché esprime l’unità che i cristiani hanno realmente in Cristo’. La storiaCento anni fa, il rev. Paul Wattson, un ministro episcopaliano (anglicani degli Stati Uniti), co-fondatore della comunità dei Frati e delle Suore dell’Atonement presso New York, introdusse un Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani, celebrato per la prima volta dal 18 al 25 gennaio 1908. Esattamente sessanta anni più tardi, nel 1968, le Chiese di tutto il mondo ricevettero per la prima volta il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, preparato congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione del Cec e dal Segretariato cattolico per la promozione dell’unità dei cristiani. Questo cambiamento di terminologia rispecchia uno sviluppo storico. Quando Wattson concepì l’ottavario, vedeva l’unità come il ritorno delle varie Chiese a quella cattolica. Questo approccio, però, era rifiutato da molti cristiani fuori dalla Chiesa di Roma, così negli anni ’30 l’abate Paul Couturier di Lione diede un nuovo orientamento all’iniziativa, appunto con la ‘Settimana universale di preghiera per l’unità dei cristiani’.