PERUGIA – Il 3 gennaio ricorreva la data della morte di Giuseppe Bellucci (Perugia, 25 aprile 1844 – Perugia, 3 gennaio 1921), naturalista e antropologo, più volte rettore dell’Università perugina, paletnologo e demologo.
Al Museo archeologico nazionale dell’Umbria è conservata una eccezionale collezione di amuleti, frutto degli studi di tutta una vita, che dopo la sua morte passò ai Musei civici del Comune di Perugia e successivamente al Museo archeologico nazionale dell’Umbria.
“Giuseppe Bellucci dedicò infatti alla ‘questione’ degli amuleti un’attenzione organica e costante – si legge in un post Facebook del Museo archeologico – effettuando in tale campo un’imponente mole di lavoro, dalle indagini sul campo alla raccolta e catalogazione dei materiali, dal loro ordinamento all’illustrazione interpretativa.
La Collezione Bellucci costituisce quindi una delle più ricche e organiche raccolte di amuleti, oggetti terapeutici e strumenti magico-religiosi, prodotti e utilizzati all’interno della fascia folclorica italiana e non solo, e rappresenta un eccezionale strumento di ricerca e sussidio alle discipline archeologiche, storiche e demoetnoantropologiche e un importante ausilio didattico per avvicinare le nuove generazioni alla conoscenza del mondo popolare tradizionale.
Sono documentati amuleti contro il fulmine e la grandine; quelli relativi ai riti di passaggio (fidanzamento, matrimonio, parto, allattamento) e tutti i rimedi contro il malocchio e la iattura. Presenti anche oggetti terapeutici e una sezione dedicata al confronto tra amuleti antichi e contemporanei.
Le sale dedicate alla Collezione Bellucci sono il risultato di una collaborazione fra l’ex Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria e la sezione di Antropologia del Dipartimento Uomo e Territorio dell’Università degli Studi di Perugia e rappresentano senza ombra di dubbio uno degli highlights delle raccolte del Manu”.