Un diacono della Chiesa ortodossa etiope, che chiede di restare anonimo, il mese scorso ha cominciato a raccontare l’orrore.
Per quella Chiesa, Axum è la città santa in cui è nascosta e custodita l’Arca dell’alleanza. Ogni anno a novembre, con celebrazioni e pellegrinaggi, viene ricordato il trasporto dell’Arca da Gerusalemme. Il 28 novembre scorso, i soldati della confinante Eritrea hanno fatto irruzione nella cattedrale e ucciso centinaia di persone, sostenendo che si trattava di sostenitori dei miliziani del Fronte di liberazione popolare del Tigrai (Tplf).
I cadaveri sono rimasti per giorni interi nella chiesa e lungo le strade perché i soldati impedivano di seppellirli. Il diacono sostiene che, terminata l’occupazione della città da parte dei soldati eritrei, si è potuto dare sepoltura a circa 800 persone in fosse comuni. Hanno recuperato le carte d’identità, dal momento che molti erano arrivati lì come pellegrini. Amnesty International ha pubblicato di recente un dossier chiedendo che quanto accaduto venga riconosciuto come crimine contro l’umanità.
L’organizzazione internazionale ha raccolto le testimonianze di 41 persone, che sono state incoraggiate dal diacono che ha rotto il silenzio. Ricordiamo che il Governo etiope ha sempre impedito che forze di interposizione Onu e osservatori internazionali potessero mettere piede nel Paese, giudicandola un’indebita ingerenza.