Lo scorso 9 gennaio è tornato a riunirsi il Comitato promotore per le celebrazioni del settimo centenario della morte della beata Margherita di Città di Castello (nota anche come “la cieca della Metola”), che ricorrerà nel 2020. Il Comitato è formato dalle diocesi di Città di Castello e di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado, dai Comuni di Città di Castello e di Mercatello sul Metauro (nel cui territorio la beata nacque, in località Metola, attorno all’anno 1287) e dai frati Domenicani.
Ormai da alcuni mesi è stata anche ripresa la causa per la canonizzazione della beata, il cui culto si sta diffondendo in varie parti del mondo: Europa, Asia, America.
La storia di Margherita
L’occasione del settimo centenario si presenta assai opportuna per riflettere sulla figura di questa donna laica, spiritualmente legata all’Ordine domenicano, nata sull’Appennino umbro-marchigiana e vissuta in gran parte a Città di Castello. La sua vita – segnata fin dalla nascita da gravi handicap fisici, tra cui la cecità – avrebbe potuto fare di lei un’emarginata, uno di quegli “scarti” umani di cui parla Papa Francesco.
Margherita ha invece saputo vivere la propria condizione con grande fede. Le biografie antiche parlano della sua capacità di aprirsi al mistero di Dio incarnato, della sua lunga preghiera, della sensibilità verso i poveri e gli ultimi, del suo sapersi fare promotrice di riconciliazione e di pace. Rifiutata due volte, prima dalla famiglia poi da un monastero di monache, e infine accolta, la piccola Margherita dice oggi a noi che è l’amore che cambia i rapporti umani, che l’accoglienza è possibile ed è l’unico mezzo per offrire un’opportunità di riscatto a chi si trova in condizioni di difficoltà. Un messaggio, questo, antico e allo stesso tempo assai attuale.
Le iniziative
Al momento non è ancora stato definito il calendario definitivo delle varie iniziative, ma in linea di massima è stato definito che l’anno centenario si sviluppi tra aprile 2020 e maggio 2021, coinvolgendo sia Città di Castello che Mercatello. A un lavoro comune saranno invitate le due Caritas diocesane, per poter dare vita, sia nella valle del Tevere che in quella del Metauro, a un’opera-segno che non sia solo un modo per ricordare ai posteri le celebrazioni sette volte centenarie, ma anche, e soprattutto, uno strumento per attualizzare il messaggio di amore che Margherita continua a ripetere anche alle nostre generazioni.
È inoltre prevista la pubblicazione di un libro dedicato alla figura della Beata, affidato a un gruppo di studiosi coordinati dalla prof.ssa Anna Falcioni, e di materiale divulgativo e devozionale.