“Fratelli e sorelle carissimi, dopo la gioia per l’indimenticabile dono di cinque nuovi presbiteri, ordinati il 29 giugno scorso, eccoci di nuovo in festa, nella nostra bella e antica cattedrale, per celebrare la nascita al cielo del suo grande patrono, San Lorenzo, ed ammettere tre uomini sposati, Stefano Bucarini, Mauro Corazzi e Moreno Fabbri, all’Ordine del Diaconato”.
Così ha esordito il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti della Diocesi di Perugia-Città della Pieve nell’omelia del giorno della solennità di San Lorenzo, diacono e martire, titolare della Cattedrale di Perugia, martedì mattina 10 agosto. Hanno concelebrato il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, il presidente del Capitolo dei Canonici di San Lorenzo monsignor Fausto Sciurpa e alcuni sacerdoti, svolgendo il servizio liturgico diversi diaconi e seminaristi e animando la celebrazione la corale Laurenziana. Tra i rappresentanti delle Istituzioni civili in San Lorenzo, il sindaco di Perugia Andrea Romizi.
Imitare l’insegnamento di San Lorenzo
Il cardinale ha proseguito l’omelia rivolgendosi ai tre ordinandi diaconi e a tutti i fedeli, dicendo loro
“Mentre vi accolgo e vi saluto tutti, sento il compito, come Pastore di questa Chiesa, di affidarci alla protezione e alla celeste intercessione del diacono Lorenzo, colui -come dice la liturgia- che diede la sua vita per la Chiesa, meritando la corona del martirio, per raggiungere in letizia il Signore… Soprattutto noi, che abbiamo compiti e gravi responsabilità nella Chiesa – vescovi, sacerdoti, istituzioni, fedeli laici -siamo tutti chiamati a seguire gli insegnamenti di Lorenzo e a imitarlo nell’amore di Cristo e dei fratelli… Il suo gesto di indicare nei poveri i tesori della Chiesa, rimane sempre il grande insegnamento da seguire. Lorenzo, come Cristo sulla croce, non grida vendetta, anzi sa perfino essere umorista mentre le fiamme lo divorano… Per noi san Lorenzo rimane il chicco di grano caduto in terra sempre pronto a morire”.
Non salvare solo sé stessi
“Gesù ci avverte che spendere le proprie energie, il proprio tempo, le proprie forze solo per salvare sé stessi -ha evidenziato il presule- o come si usa dire, per realizzare sé stessi, tutto questo porta a perdersi, ossia porta ad una vita triste e disastrata. Solo se viviamo per il Signore, solo se impostiamo la nostra vita per amore di tutti, senza limite alcuno, appunto come ha fatto Gesù, allora gusteremo la gioia della vita.
A che serve guadagnare il mondo intero se non siamo né amati, né siamo capaci di amare? Dice san Paolo nell’Inno alla Carità, che, senza questa, cioè senza l’amore, non serve nemmeno compiere cose straordinarie, anche generose. Ricordiamoci sempre che, solo l’amore non finisce e solo il Signore salva”.
Diventate servi fedeli
Il cardinale, nel rivolgersi ancora agli ordinandi diaconi, li ha esortati a guardare Cristo come lo guardava San Lorenzo.
“Per essere anche voi -ha commentato- servi fedeli della sua parola: proclamatela ai poveri, essi attendano da voi l’annuncio del Vangelo! I piccoli, i poveri, i sofferenti, le persone dimenticate da tutti, che raramente nella loro vita hanno sperimentato un gesto di amore, attendono che qualcuno porti a loro la buona novella, come gli assetati bramano l’acqua. Diventate servi della Parola, incatenando al Vangelo la vostra vita, diventate servi del corpo di Cristo. Gesù mette nelle vostre mani il suo corpo e il suo sangue, perché lo doniate ai fratelli”.
Diaconi delle periferie
Avviandosi alla conclusione il cardinale Bassetti, parafrasando Papa Francesco, ha augurato agli ordinandi diaconi ad avere coraggio nell’essere i diaconi delle periferie, della missione, custodi del servizio e dispensatori di carità.
La vocazione di Perugia
Al termine della partecipata celebrazione eucaristica, il presule ha salutato e augurato una buona solennità di San Lorenzo a tutti i presenti, in particolare ai tre neo ordinati che vanno ad aggiungersi la numerosa famiglia diocesana dei diaconi permanenti (sono oltre quaranta), evidenziando che in questo periodo ancora abbastanza faticoso per i motivi che sappiamo, voi siate gli uomini della gioia, perché annunciano il Vangelo.
E nel rivolgere un augurio particolare al sindaco Romizi e a tutta la città, Bassetti ha detto
“Io ho pregato perché Perugia torni ad essere una comunità aperta, accogliente, familiare, piena di amicizia come lo è stata nel passato quando accoglieva tanti giovani, anche stranieri, nelle sue due Università. Perugia ha questa vocazione che non può dimenticare nel contesto di tutta l’Italia”.