Dal due al nove luglio il chiostro del monastero è stato sede di diverse celebrazioni”Santa Chiara trasparenza di Dio, santa Veronica splendore di Chiara”: questo il tema scelto per la novena di preparazione alla festa di santa Veronica di quest’anno. Tema obbligato (considerato che è in corso di svolgimento l’anno clariano, dichiarato in occasione del 750’anniversario della morte della Santa assisate) e sviluppato con sapienza (com’è ormai usuale da diversi anni) da don Giovanni Pittorru, autentico innamorato della Santa cappuccina. Dal due al nove luglio, il chiostro del monastero è stato così sede di diverse celebrazioni: la giornata dell’anziano e del malato, l’adorazione eucaristica per le famiglie ed i consacrati, l’adorazione della Croce per la pace e la celebrazione liturgica della beata Florida Cavoli, la monaca pisana di cui Veronica stessa fu maestra delle novizie ed a cui poi succedette nell’incarico abbaziale, tenuto in seguito per ben venticinque anni. Celebrazioni, tutte, che hanno mostrato ancora una volta il grado di attaccamento della città e diocesi alla “sua” Veronica, specialmente quella conclusiva, il nove luglio, celebrazione liturgica della Santa, presieduta dal Vescovo diocesano. Prendendo spunto dalle parallele esperienze spirituali di Veronica e Chiara, mons. Ronchi ha affermato nell’omelia che oggi “si parla tanto di economia e di finanza e si dimentica che la crisi più grave è quella di natura morale e spirituale”. Né a questo clima è estranea la Chiesa stessa, visto che “non pochi operatori pastorali, spinti dal lavoro e da richieste sempre più complesse e difficili, potrebbero illudersi di trovare un rimedio nel fare e nel correre”. L’esperienza di Veronica va invece in direzione opposta: l’intera esistenza della stigmatizzata cappuccina mostra infatti che solo una completa unione a Cristo (ed in particolare a Cristo sofferente) è in grado di dare alla vita il suo autentico significato. È lo stesso Vescovo ad evidenziarlo, quando afferma che “nella Chiesa, com’è logico, ciascuno è chiamato a fare la sua parte, con generosità e senza risparmiarsi, ma non si può dimenticare che è solo Dio che ci tonifica e ci sostiene e che, pertanto, le mani alzate e le ginocchia piegate valgono più di ogni altra iniziativa”. Ed è un’autentica benedizione, non solo per la Chiesa locale, ma per l’intera comunità civile, che ancora oggi ci siano delle giovani che, sull’esempio di Veronica e Chiara siano spinte a seguire quell'”unico necessario” di evangelica memoria. Come quelle quattro giovani ragazze, ricordate dallo stesso Vescovo che in questi mesi hanno emesso o emetteranno la loro professione religiosa vestendo il marrone saio cappuccino. E proprio alle sorelle Cappuccine si è rivolto il Vescovo in conclusione della sua omelia: “Con grande fiducia ci raccomandiamo alla vostra preghiera e a voi confidiamo tutto quanto portiamo in cuore: la nostra amatissima diocesi, i nostri desideri, sogni speranze, progetti, ambizioni, gioie, ma anche sofferenze, preoccupazioni, malattie, dolori, fallimenti e miserie”. La sera del nove luglio, il chiostro si è di nuovo chiuso. Chi ne ha bisogno (e chi non ne ha?) sa che in quel monastero, delle mani oranti si alzano ogni giorno al cielo anche per lui.
Celebrata la festa di santa Veronica nell’anno clariano
Veronica, splendore di Chiar
AUTORE:
Moreno Migliorati