Crisi delle vocazioni, da superare con un “sistema italiano” di “fidei donum”; povertà evangelica e trasparenza; riduzione delle diocesi, tema “datato e attuale ma trascinato per troppo tempo”. Sono i tre compiti, sotto forma di “preoccupazioni”, affidati da Papa Francesco ai vescovi italiani, nel discorso di apertura della 71ª Assemblea generale della Cei, in corso in Vaticano fino al 24 maggio sul tema: Quale presenza ecclesiale nell’attuale contesto comunicativo?. Nell’Aula del Sinodo, il Papa ha parlato a braccio per circa un quarto d’ora, poi l’incontro è proseguito “a porte chiuse” per un dialogo e un confronto libero tra il Santo Padre e i presuli.
“Lei stasera è a casa sua, perché la sentiamo come padre, come fratello, come amico”, il saluto del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che ha ringraziato Francesco anche per i tre cardinali italiani che nel Concistoro del 29 giugno riceveranno la “berretta”: Angelo De Donatis, Giuseppe Petrocchi, Angelo Becciu.
“Grazie tante per la vostra presenza, per cominciare questa giornata di Maria Madre della Chiesa”, ha detto Francesco riferendosi alla prima memoria liturgica da lui istituita della festa che porta questo nome. “Monstra te esse matrem, Facci sentire che sei la madre, che non siamo soli e che tu ci accompagni come madre”, le parole mariane del Papa: “Maternalità, Santa Madre Chiesa gerarchica, qui radunata. Così piaceva dire a sant’Ignazio. E che Maria madre nostra ci aiuti a far sì che la Chiesa sia madre e anche, seguendo l’ispirazione dei Padri, che la nostra anima sia madre”. “Le tre donne”, le ha definite: “Maria, la Chiesa e l’anima nostra, tutte e tre madri”. “Vi ringrazio per questo incontro, che vorrei fosse un momento di dialogo e di riflessione”, le parole rivolte ai vescovi: “Voglio ringraziarvi per tutto il lavoro che fate”.
“La prima cosa che mi preoccupa – ha detto Papa Francesco – è la crisi delle vocazioni. “Vi propongo – ha aggiunto – una più concreta e generosa condivisione fidei donum tra le diocesi italiane, che certamente arricchirebbe tutte le diocesi che donano e quelle che ricevono, rafforzando nei cuori del clero e dei fedeli il sensus ecclesiae e il sensus fidei”.
“Seconda preoccupazione: povertà evangelica e trasparenza. Per me – ha detto Papa Francesco – la povertà è “madre” ed è “muro” della vita apostolica. È madre perché la fa nascere, e muro perché la protegge. Senza povertà non c’è zelo apostolico, non c’è vita di servizio agli altri… È una preoccupazione che riguarda il denaro e la trasparenza”. Ed ha concluso: “Sono consapevole – questo voglio dirlo – e riconoscente che nella CEI si è fatto molto negli ultimi anni soprattutto, sulla via della povertà e della trasparenza. Un bel lavoro di trasparenza. Ma si deve fare ancora un po’ di più su alcune cose…, ma poi ne parlerò”.
“E la terza preoccupazione è la riduzione e accorpamento delle diocesi” – ha detto Papa Francesco dicendosi consapevole che “non è facile”. “Stiamo parlando – ha detto, dopo aver ricordato che se ne parla dai tempi di Papa Paolo VI – di un argomento datato e attuale, trascinato per troppo tempo, e credo sia giunta l’ora di concluderlo al più presto. È facile farlo, è facile… Forse ci sono un caso o due che non si possono fare adesso per quello che ho detto prima – perché è una terra abbandonata –, ma si può fare qualcosa”.
(Qui il testo testo integrale del discorso e, sotto, il video)