Uno degli atti più importanti dell’intera legislatura appena iniziata è la presentazione del programma di governo regionale che la presidente Maria Rita Lorenzetti, con la autorevolezza e la fiducia che le derivano dal più che ampio consenso ottenuto nelle ultime elezioni, ha presentato il 14 giugno scorso al Consiglio regionale al quale ha presentato i componenti della sua Giunta. Non è agevole per nessuno sintetizzare il contenuto del discorso della Presidente e tanto meno le 149 pagine che riportano l’intero dettagliato programma regionale: ci basti sottolineare il tono o meglio ancora il quadro di riferimento di tutto l’impianto programmatico. La presidente Lorenzetti, senza mezzi termini, con la franchezza che le è propria e l’esperienza politica e amministrativa di lungo corso, non ha sorvolato o minimizzato le difficoltà in cui si trova e si troverà ancor più nel prossimo futuro l’Umbria. Ha indicato le cause sia generali della difficile congiuntura economica europea e del quadro globale del mercato, sia la fase recessiva dell’economia italiana, sia pure le difficoltà intrinseche alla struttura di una regione piccola e con risorse limitate. Il venir meno, progressivamente, dei fondi europei, e se dovesse prendere piede un processo di regionalismo egoistico che privilegia regioni più grandi e ricche a scapito delle povere e piccole, ci vorrà tenacia, fantasia e coraggio per non recedere dalle posizioni acquisite. Ma, dice la Lorenzetti, ce la faremo! Ha rilanciato lo slogan da lei stessa coniato nella recente presentazione dei dati di Bankitalia sull’economia umbra: ‘Tempi duri, sfide inedite’ per l’Umbria, che è attesa da un nuovo ‘salto di qualità’ da affrontare sulla base del principio della concertazione e salvaguardia del livello di coesione sociale. Nel corso del suo intervento, dopo aver sottolineato più volte che siamo in presenza di una crisi economica che sta interessando Italia ed Europa la Lorenzetti ha invitato il Governo a ‘non scaricare sugli enti locali e quindi sui cittadini ‘il peso dei ‘tagli alla spesa pubblica’. Con una punta di orgoglio non velato ha voluto ricordare che l’Umbria è la regione tra le meno indebitate d’Italia e con il minor livello di pressione fiscale e tuttavia, per conseguire un nuovo sviluppo economico – ha detto – occorre una classe dirigente, in tutti i settori, che sia all’altezza della sfida, chiamando tutti a portare il proprio contributo alla realizzazione del programma. La discussione del programma ha visto l’opposizione compatta a fare fronte duro e radicalmente contrario, accusando la Presidente di aver ecceduto nell’accusare il Governo e trovare alibi agli insuccessi al di fuori di responsabilità del Governo regionale. Si è detto che ha iniziato la campagna elettorale per le politiche del prossimo anno. Nei vari interventi, comunque, sia della maggioranza, sia dell’opposizione, non sono mancate sottolineature, anche puntuali sull’uno o l’altro dei punti del programma con l’evidente preoccupazione dei consiglieri di minoranza di chiedere maggiore impegno a sostegno di aziende e di aree territoriali in difficoltà per produrre maggiore ricchezza, mentre dai settori della maggioranza si è insistito sulla difesa dell’occupazione, sul welfare, sulla formazione professionale, sull”emergenza lavoro’, sulle nuove povertà. È evidente, per il cittadino comune, che i due versanti di preoccupazione, l’aiuto alle aziende e la difesa dell’occupazione, non sono contrastanti, ma complementari e che devono essere portati avanti insieme e con l’apporto di tutti, politici, amministratori, imprenditori, sindacati, enti locali e cittadini. Mettendo in primo piano, a nostro modesto avviso, e potenziando ancora il turismo e in specie, quello religioso. Cosa che potrà avere successo se verranno superate le infantili lotte municipalistiche che ancora dominano alcune zone periferiche della regione, se si eviteranno gli sprechi e le inutili manifestazioni pseudoculturali e, ultimo ma non meno importante, se nessuno, tra quelli che contano nella sfera pubblica, si vergognerà di appartenere ad una terra che ha dato i natali ai santi Francesco e Benedetto. Uno tra gli interventi che ha rafforzato sul piano della concretezza la relazione della Lorenzetti è stato quello di Bocci, importante per un credibile impegno nella realizzazione del programma. Ha, infatti, ammonito Vinti di non creare problemi alla maggioranza che vuol governare e a non litigare all’interno, per non fare come Penelope che filava di giorno e distruggeva la tela di notte. Ha anche contestato l’eccesso di localismo e di ‘leghismo’ presenti nelle richieste dei consiglieri ed ha garantito alla maggioranza l’appoggio leale della Margherita. A tutti gli attori, di maggioranza e di minoranza, pertanto auguriamo un buon lavoro per il bene di tutti i cittadini.