L’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) ha costituito da alcuni anni un Osservatorio nazionale di mediaetica per riflettere sull’etica dei media e della professione giornalistica. Perché una società sana, libera e democratica ha bisogno di una stampa anche essa libera e democratica, con giornalisti professionalmente bravi ma che siano anche coscienti delle responsabilità e dei doveri dell’importante ruolo che svolgono. Carte e codici deontologici non bastano senza la coscienza etica e la piena consapevolezza delle responsabilità verso la società che si assume chi ormai è chiamato a gestire in tempo reale un flusso di informazioni che con le potenzialità dei nuovi media sta diventando come un fiume in piena.
Che fare dunque per una comunicazione che non sia sostenibile soltanto dal punto di vista economico ma anche etico e come promuovere una autoformazione etica tra i giornalisti?
Se ne è discusso in uno degli incontri dell’ultimo Festival internazionale del giornalismo di Perugia, svoltosi alla Sala del Dottorato ed organizzato in collaborazione con la Diocesi di Perugia e Città della Pieve.
Sono intervenuti il presidente nazionale dell’Ucsi, Andrea Melodia, la giornalista di Rai News24 e presidente dell’Ucsi Lazio Vania De Luca, la responsabile del settore politiche culturali del Censis, Elisa Manna, e padre Francesco Occhetta, giornalista e gesuita. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista Rosa Maria Serrao, che cura la comunicazione per l’Ucsi.
L’Osservatorio – ha detto il presidente Andrea Melodia – è una sorta di work in progress, per mettere insieme esperienze concrete di pratiche professionali nei diversi generi e nelle diverse specialità del giornalismo e della comunicazione attraverso un lavoro di ricerca e di discussione. Un gruppo di lavoro e di autoformazione, aperto non solo al mondo cattolico, su problemi e temi dell’etica e della professione. Tra le iniziative dell’Osservatorio c’è anche un seminario che si svolgerà a Fiuggi dal 15 al 18 maggio sul tema “La nuova professione, sempre più libera, competente e corretta”. Si tratta della quarta edizione dell’Alta scuola di formazione dell’Ucsi (intitolata al vaticanista Giancarlo Zizola, ideatore dell’Osservatorio) alla quale potranno partecipare 50 giornalisti che riceveranno anche i crediti formativi previsti dalle nuove norme dell’Ordine dei giornalisti per la formazione professionale permanente.
Nel suo intervento il presidente Melodia ha detto che in Italia di carte deontologiche per i giornalisti ce ne sono tante ma di non credere alla efficacia di una loro applicazione meccanica, senza una corretta formazione ed una presa di coscienza dei giornalisti sulla importanza dell’etica da applicare nei loro comportamenti quotidiani.
Come quando, ad esempio, la giornalista di Rai News24 Vania De Luca si è trovata in diretta a raccontare la strage di Nassiriya. “C’erano stati anche dei morti ma i loro familiari non erano stati ancora informati ed io – ha raccontato – dovevo mediare tra la necessità di dire la verità e la tutela dei familiari delle vittime che magari stavano guardando la televisione”.
Elisa Manna ha parlato invece dei risultati di alcune ricerche del Censis sul rapporto che i minori hanno con i nuovi media. Emerge che i social network – ha spiegato – moltiplicano le occasioni di conoscenza e di incontro ma non portano ad una maturazione dei giovani. In Italia ci sono tante norme che dovrebbero tutelare i minori ma queste tutele di fatto troppo spesso vengono meno per favorire le esigenze del mercato (audience, pubblicità ed altro). Per quanto riguarda l’informazione devono essere quindi i giornalisti, con la loro coscienza etica, a porsi il problema di come salvaguardare la sensibilità del minore.
Anche nel giornalismo – ha sottolineato Elisa Manna – c’è ormai una “commistione di genere tra informazione ed intrattenimento”, soprattutto nei talk-show televisivi ma anche nei telegiornali con le cosiddette ‘notizie di alleggerimento’. Una sorta di “stupidario” che ha condizionato e condiziona l’immaginario e l’universo dei valori nella nostra società. Un ruolo importante per contrastare questi fenomeni – ha detto il presidente dell’Ucsi – deve essere svolto dal servizio pubblico radiotelevisivo che ha bisogno di risorse pubbliche perché non può vivere solo di mercato. Serve però – ha proseguito – un percorso di autoriforma e deve essere la politica a presentare “un progetto forte”. “Noi – ha detto ancora – siamo convinti che per una buona informazione deve essere reciso il rapporto troppo stretto tra politica e giornalismo perché non è accettabile che ci siano giornalisti asserviti alla politica”.
Tante le riflessioni e gli spunti offerti dagli interventi di padre Francesco Occhetta. Con Internet – ha detto tra l’altro – tutti possono fare comunicazione ma sono i giornalisti con la loro professionalità ed etica a gerarchizzare le notizie per contribuire a costruire anche quella “memoria storica” che oggi, con l’alluvione di informazione istantanea, rischia di perdersi. “Il rapporto tra democrazia e giornalismo è delicatissimo – ha sottolineato – e dunque grande è la responsabilità dei giornalisti che devono sapere conciliare le regole della deontologia, ma condivise e non calate dall’alto, con quelle di una professione al servizio della libertà”.