Cauto ottimismo su economia e occupazione

Economia - Indagine congiunturale di Confindustria Umbria

Gli industriali umbri sono vagamente ottimisti, almeno all’inizio di settembre. L’ultima indagine congiunturale di Confindustria Umbria, relativa al secondo trimestre 2006, mostra un recupero dei margini produttivi delle imprese e pure un miglioramento delle esportazioni. L’economia umbra sembrerebbe in ripresa e, teoricamente, dovrebbe migliorare anche l’occupazione che invece, da settembre 2005 fino al marzo di questo anno, è rimasta ‘al palo’; ma, per esserne certi, occorrerà attendere i prossimi studi sul suo andamento, anche perché il modello di sviluppo umbro è tuttora alla ricerca di una nuova identità. ‘Per quanto ci riguarda, proprio sul versante dell’occupazione – dichiara il presidente di Confindustria Umbria, Mario Fagotti – le imprese con più di 20 addetti hanno ripreso ad assumere, confermando orientamenti e valutazioni di principio con impegni concreti e onerosi’. Afferma il professor Sergio Sacchi, economista dell’ateneo perugino: ‘L’elevato numero di imprese che partecipa all’indagine, quasi 200, è già di per sé indizio dei fermenti di vivacità che caratterizzano anche in Umbria, come nel resto del Paese, il periodo esaminato e sospingono verso l’alto il profilo evolutivo dell’intera industria manifatturiera. Avvezze ai rovesci di congiuntura, a volte imprevedibili e rapidi, e diffidenti dei troppo frequenti annunci di svolta, le imprese umbre intanto incamerano l’innalzamento dei livelli produttivi e lo registrano in bilancio; poi continuano a foderare di molta prudenza le proprie aspettative per i trimestri a venire’. Vola ancora l’alimentarePer oltre il 5 per cento delle sue imprese, la Confindustria regionale segnala aumenti di produzione e un incremento del numero di quelle che si aspettano una crescita del loro fatturato, anche in maniera piuttosto consistente. Secondo le stime diffuse accelera ancora il settore degli alimentari, dove ‘riappare quella dinamica espansiva che negli ultimi sei anni aveva rappresentato una caratteristica costante del settore’, ma che, nel primo trimestre del 2006, aveva dato qualche segno di stasi. Oggi, comunque, gli alimentaristi non lamentano alcuna situazione di cedimento: se metà di loro (55,6 per cento) mantiene i livelli produttivi del precedente trimestre, l’altra metà (44,4 per cento) li accresce in misura anche considerevole; anzi, il 22,2 per cento segnala aumenti piuttosto consistenti, in alcuni casi superiori al 5 per cento. Meccanica ok, cartotecnici tutto fermoIl comparto meccanico, considerato su scala nazionale potente motore della ripresa, registra qualche calo di performance ma, soprattutto, un discreto recupero della produzione, con qualche punta di eccellenza. Invece, il comparto della carta, della cartotecnica e dell’editoria, che di solito anticipa le tendenze degli altri settori, è ancora piuttosto sfiduciato: le imprese che segnalano incrementi produttivi tra il 2,5 per cento e il 5 per cento compensano esattamente quelle che segnalano contrazioni di equivalente ampiezza e vi è anche l’11,1 per cento di esse che lamenta cedimenti di modesta entità (tra il -1 per cento e il -2,5 per cento).

AUTORE: Paolo Giovannelli