Da Calais ai confini tra Bielorussia e Polonia, l’Europa sta sconfessando le proprie radici cristiane. Ma anche semplicemente quelle umane. È il caso di promuovere una colletta, ma non di soldi questa volta! Doniamo una lacrima. Che sia in grado di dissodare la terra arida di quelle coscienze che, per manovre politiche, riducono il dolore di bambini, donne e uomini a pedina sullo scacchiere delle proprie pretese di potere. Che possa irrigare i nostri egoismi per far germogliare almeno il dubbio che siamo “fratelli tutti”.
L’infamia del rifiuto, il filo spinato e i muri idolatrati a icona, l’acqua rifiutata al pianto ormai senza voce di una bambina, le spinte e le cariche contro gente inerme che scappa da altrettanta violenza ed elemosina dignità, dovrebbero disturbare il nostro sonno e le nostre liturgie. Non so dove pensiate che Gesù ci abbia dato appuntamento in questo tempo di Avvento. Personalmente non ho dubbi, giacché sono duemila anni che continua a bussare alle porte delle nostre case per trovare almeno una stalla dove possa essere partorita la salvezza di un mondo nuovo.