“I cattolici e la politica: un impegno da rinnovare” è il titolo dell’incontro, e allo stesso tempo il programma, promosso dall’associazione “Umbria domani” fondata dagli ex Popolari del Partito democratico dell’Umbria, in primis il senatore Pierluigi Castellani.
Lunedì scorso nella sala da duecento posti del Centro Mater Gratiae di Montemorcino (in cui sedevano anche il segretario regionale del Pd e l’on. Marina Sereni) l’on. Giampiero Bocci ha introdotto il primo incontro pubblico dell’associazione nata due anni fa, corrente interna si sarebbe detto nella ‘prima repubblica’.
“Questo incontro ha l’ambizione di aprire un percorso” ha spiegato Bocci richiamando le ‘provocazioni’ dell’intervento (pubblicato su queste pagine) di mons. Giuseppe Chiaretti, ma dell’analisi (indagini SVG) del voto cattolico nelle regioni che mostra come siano riconosciuti e votati, i candidati cattolici nelle liste del Pd. “Umbria domani” registra anche lo scontento degli elettori cattolici nei confronti del governo regionale e da qui l’idea di un “percorso” che dovrebbe far “passare dal silenzio alla proposta politica non solo i cattolici ma tutti coloro che hanno a cuore la persona”.
L’incontro di lunedì è stato il primo passo nella “ricerca di nuove energie e nuove idee” per giungere ad una “agenda di proposte”, ad un “percorso che dovrà essere trasferito nei luoghi delle decisioni”. Al tavolo dei relatori c’erano il sen. Pierluigi Castagnetti, ultimo segretario del Partito popolare, mons. Elio Bromuri, direttore del settimanale regionale cattolico La Voce. Ha aperto il confronto Castagnetti con la premessa di carattere specificamente politico partitico, affermando che il bipolarismo è una scelta su cui non si può tornare indietro e che “non è vero che qui (nel Pd) c’è un gruppo dirigente mentre i cattolici vanno dall’altra parte”, perchè invece “sono riconosciuti e votati come tali”.
Fatta tale affermazione sulla situazione di fatto, ha giustificato la posizione politica dei cattolici nel Pd sulla base della storia del movimento cattolico e sulla dottrina sociale della Chiesa con particolare riferimento al Concilio Varicano II, in particolare al numero 31 della Lumen Gentium che assegna ai fedeli laici in campo sociale e politico uno specifico ruolo e una propria competenza e responsabilità. Nel suo intervento Castagnetti ha dedicato ampio spazio alla Chiesa. “Non è che sono i cristiani laici a non avere rilevanza politica – ha detto – ma è la Chiesa che sta riducendo la sua rilevanza in Europa e in Italia, e noi siamo dentro la vicenda della Chiesa che sta prendendo coscienza di essere espressione di minoranza”.
In questa fase di transizione i politici cattolici hanno il compito, oggi come lo è stato ai tempi di Sturzo e De Gasperi, di “Aiutare la Chiesa a rapportarsi con la modernità, non a chiudersi a difesa”. Riconoscendo che è importante che “la Chiesa non rinunci a ricordare le verità ultime“ Castagnetti ha ribadito che “è la politica il luogo della mediazione dove si maneggiano le verità penultime” ma se ciascuna parte mette sul tavolo “i propri valori non negoziabili l’unico esito possibile è lo scontro”. Don Bromuri ha ricordato che l’incontro partiva non astrattamente su un problema ma sulla richiesta, ultimamente fatta da mons, Chiaretti di una maggiore presenza e visibilità dei cattolici nella sfera politica.
Si è domandato dove siano quelli che si sono presentati alle votazioni come cattolici e che cosa abbiano detto e fatto. “L’episcopato – ha detto – ha la sensazione che la presenza cattolica sia irrilevante e non incisiva in ambito legislativo e dei comportamenti etici”, in entrambi gli schieramenti. Ha ventilato alcune ipotesi, anche quella di un raggruppamento come “terza via” che metta i cattolici in condizioni di visibilità ed efficacia e soprattutto l’animo preparato ad affrontare le grandi sfide del momento presente.
“I cattolici insieme? Dico che non possono limitarsi a diventare la riserva indiana dei voti”. Don Bromuri ha auspicato una discussione e un confronto franco e appassionato che abbia come punto di convergenza la vitalità dell’insegnanento sociale della Chiesa che deve essere conosciuto approfondito e valorizzato nella formazione delle coscienze dei cittadini e in particolrare di coloro che vanno a gestire la cosa pubblica, perché siano onesti operosi e competenti. La riunione ha avuto contributi di riflessione anche da altri interlocutori (Ulderico Sbarra, Giulio Cozzari, Mario Tosti, Pierluigi Castellani), che hanno fatto riferimento alla crisi attuale segnalando soprattutto la questione del lavoro giovanile e auspicato nel Pd una ripresa del dialogo con la gente.