Voci dal mondo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/voci-dal-mondo/ Settimanale di informazione regionale Thu, 03 Oct 2024 16:52:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Voci dal mondo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/voci-dal-mondo/ 32 32 Vite ricostruite: le esperienze di Suly e Abibou https://www.lavoce.it/vite-ricostruite-le-esperienze-di-suly-e-abibou/ https://www.lavoce.it/vite-ricostruite-le-esperienze-di-suly-e-abibou/#respond Mon, 23 Sep 2024 08:17:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77728

All’incontro di Gubbio di Voci dal mondo, i giovani Fatima e Alonso hanno intervistato Suly e Abibou, due migranti che, con una determinazione indomita e molto coraggio, sono riusciti a rifarsi una vita nel territorio eugubino.

Suly: via dal Mali con la famiglia, e poi da solo

Il primo ad aprire l’incontro pubblico è stato Mohamed-Sulymane-Samack , “tutti mi chiamano Suly diminutivo di Sulymane” ha sottolineato. Ha ventitrè anni ed è nato in Mali. Il suo viaggio da migrante inizia all’età di dodici anni quando decide insieme alla sua famiglia di lasciare il luogo che fino a quel momento aveva chiamato casa. Emozionato ha raccontato che i suoi ricordi del Mali sono pochi ma che li conserva ancora con amore. Ricorda che era molto piccolo quando è uscito dal suo villaggio. Continua raccontando il suo lungo viaggio che poi l’ha portato in Italia. “Sono andato via perché vivevo in una condizione molto complicata”, continua, “poi è stato ancora più difficile perché ho dovuto affrontare il viaggio completamente da solo, un lungo viaggio”, precisa il giovane Suly. Inizialmente tutta la famiglia aveva deciso di lasciare il Mali ma poi sono stati separati. Quando è arrivato in Italia, precisamente in Sicilia, si sentiva spaventato e disorientato, perché non conosceva nessuno. La sua difficoltà più grande è stata non riuscire a comunicare in italiano, motivo per cui si è impegnato moltissimo fin da subito per imparare la lingua. “Ho vissuto un breve periodo in Sicilia a Messina dove ho studiato la terza media poi i primi due anni di scuola superiore di secondo grado”, racconta soddisfatto. Da novembre 2019 vive a Gubbio. “Mi trovo benissimo a Gubbio non ho avuto nessuna difficoltà che avevo già avuto, a parte una”, dice. Appena arrivato a Gubbio infatti ha affrontato una delle grandi difficoltà dei migranti: trovare una casa. “Nonostante avessi un lavoro stabile e i documenti in regola non riuscivo a trovare una casa in affitto”, racconta. Poi la svolta, il suo hobby gli ha permesso di familiarizzare con un allenatore di calcio che gli ha fatto conoscere il direttore della Caritas di Gubbio Luca Uccellani , e con una collaborazione genuina sono riusciti ad aiutare il giovane. Attualmente Suly lavora in una azienda che ricicla la plastica, assunto da tre anni con un regolare contratto di lavoro. Inoltre ha superato l’esame della patente e possiede la sua automobile che gli permette di spostarsi liberamente. “Il tuo sogno per il futuro?”, chiede Fatima. “Io sognavo”, risponde Suly con un sospiro. È felice e piano piano sta cercando di ricominciare a darsi il privilegio di sognare un futuro migliore. La resilienza di Suly nel ricostruire la sua vita a Gubbio è una vera ispirazione.

Abibou: dal Senegal a Gubbio per una nuova vita

In un’altra parte del continente africano anche Abibou ha intrapreso un lungo viaggio per arrivare a Gubbio. Nato in Senegal, Abibou, ha lasciato il suo paese quando ancora era minorenne. “Avevo solo 17 anni e ho fatto il viaggio da solo”, ci racconta. Ha attraversato il Mali, l’Algeria, la Tunisia e poi finalmente l’Italia. “Il viaggio è stato difficile e tragico perché...”, si ferma. E poi prosegue, con un nodo alla gola: “Molte sofferenze e torture”. Oggi è ospite presso lo Sprar-Sai di Gubbio, in cui ha conosciuto Anna Barbi, una operatrice e insegnante di lingua italiana presso il centro. Abibou racconta la sua gratitudine per questo paese ma soprattutto per le persone che in così poco tempo gli hanno donato molto. “Il tuo sogno?”, chiede ancora Fatima. E Abibou risponde: “Nel mio paese non avevo la possibilità di andare a scuola, qui sì, motivo per cui io voglio proseguire gli studi e realizzare i miei sogni”.

Apertura e disponibilità

Le storie personali di Suly e Abibou sono il riflesso di migliaia di migranti che cercano una vita migliore in Italia. La comunità di Gubbio ha saputo accogliere e integrare questi giovani, dimostrando che l’inclusione e la solidarietà sono possibili. Dall’altra parte, come ha spiegato il professor Rolando Marini: “Per poter essere inclusi in una nuova comunità, è essenziale anche l’apertura da parte dei migranti stessi”. I due giovani Suly e Abibou hanno dimostrato una grande volontà di adattarsi e contribuire alla società che li ha accolti, mostrando che l’inclusione è una strada a doppio senso, fatta di reciproco impegno. La disponibilità a integrarsi, imparare la lingua, e rispettare le tradizioni locali sono elementi fondamentali per il successo del processo di inclusione. Mentre il dibattito sulle politiche migratorie continua, le realtà di Gubbio ci fanno riflettere e ci dimostrano che dietro i numeri e le statistiche ci sono persone reali con sogni, speranze e un desiderio profondo di ricostruire un futuro migliore. Janeth Guaillas]]>

All’incontro di Gubbio di Voci dal mondo, i giovani Fatima e Alonso hanno intervistato Suly e Abibou, due migranti che, con una determinazione indomita e molto coraggio, sono riusciti a rifarsi una vita nel territorio eugubino.

Suly: via dal Mali con la famiglia, e poi da solo

Il primo ad aprire l’incontro pubblico è stato Mohamed-Sulymane-Samack , “tutti mi chiamano Suly diminutivo di Sulymane” ha sottolineato. Ha ventitrè anni ed è nato in Mali. Il suo viaggio da migrante inizia all’età di dodici anni quando decide insieme alla sua famiglia di lasciare il luogo che fino a quel momento aveva chiamato casa. Emozionato ha raccontato che i suoi ricordi del Mali sono pochi ma che li conserva ancora con amore. Ricorda che era molto piccolo quando è uscito dal suo villaggio. Continua raccontando il suo lungo viaggio che poi l’ha portato in Italia. “Sono andato via perché vivevo in una condizione molto complicata”, continua, “poi è stato ancora più difficile perché ho dovuto affrontare il viaggio completamente da solo, un lungo viaggio”, precisa il giovane Suly. Inizialmente tutta la famiglia aveva deciso di lasciare il Mali ma poi sono stati separati. Quando è arrivato in Italia, precisamente in Sicilia, si sentiva spaventato e disorientato, perché non conosceva nessuno. La sua difficoltà più grande è stata non riuscire a comunicare in italiano, motivo per cui si è impegnato moltissimo fin da subito per imparare la lingua. “Ho vissuto un breve periodo in Sicilia a Messina dove ho studiato la terza media poi i primi due anni di scuola superiore di secondo grado”, racconta soddisfatto. Da novembre 2019 vive a Gubbio. “Mi trovo benissimo a Gubbio non ho avuto nessuna difficoltà che avevo già avuto, a parte una”, dice. Appena arrivato a Gubbio infatti ha affrontato una delle grandi difficoltà dei migranti: trovare una casa. “Nonostante avessi un lavoro stabile e i documenti in regola non riuscivo a trovare una casa in affitto”, racconta. Poi la svolta, il suo hobby gli ha permesso di familiarizzare con un allenatore di calcio che gli ha fatto conoscere il direttore della Caritas di Gubbio Luca Uccellani , e con una collaborazione genuina sono riusciti ad aiutare il giovane. Attualmente Suly lavora in una azienda che ricicla la plastica, assunto da tre anni con un regolare contratto di lavoro. Inoltre ha superato l’esame della patente e possiede la sua automobile che gli permette di spostarsi liberamente. “Il tuo sogno per il futuro?”, chiede Fatima. “Io sognavo”, risponde Suly con un sospiro. È felice e piano piano sta cercando di ricominciare a darsi il privilegio di sognare un futuro migliore. La resilienza di Suly nel ricostruire la sua vita a Gubbio è una vera ispirazione.

Abibou: dal Senegal a Gubbio per una nuova vita

In un’altra parte del continente africano anche Abibou ha intrapreso un lungo viaggio per arrivare a Gubbio. Nato in Senegal, Abibou, ha lasciato il suo paese quando ancora era minorenne. “Avevo solo 17 anni e ho fatto il viaggio da solo”, ci racconta. Ha attraversato il Mali, l’Algeria, la Tunisia e poi finalmente l’Italia. “Il viaggio è stato difficile e tragico perché...”, si ferma. E poi prosegue, con un nodo alla gola: “Molte sofferenze e torture”. Oggi è ospite presso lo Sprar-Sai di Gubbio, in cui ha conosciuto Anna Barbi, una operatrice e insegnante di lingua italiana presso il centro. Abibou racconta la sua gratitudine per questo paese ma soprattutto per le persone che in così poco tempo gli hanno donato molto. “Il tuo sogno?”, chiede ancora Fatima. E Abibou risponde: “Nel mio paese non avevo la possibilità di andare a scuola, qui sì, motivo per cui io voglio proseguire gli studi e realizzare i miei sogni”.

Apertura e disponibilità

Le storie personali di Suly e Abibou sono il riflesso di migliaia di migranti che cercano una vita migliore in Italia. La comunità di Gubbio ha saputo accogliere e integrare questi giovani, dimostrando che l’inclusione e la solidarietà sono possibili. Dall’altra parte, come ha spiegato il professor Rolando Marini: “Per poter essere inclusi in una nuova comunità, è essenziale anche l’apertura da parte dei migranti stessi”. I due giovani Suly e Abibou hanno dimostrato una grande volontà di adattarsi e contribuire alla società che li ha accolti, mostrando che l’inclusione è una strada a doppio senso, fatta di reciproco impegno. La disponibilità a integrarsi, imparare la lingua, e rispettare le tradizioni locali sono elementi fondamentali per il successo del processo di inclusione. Mentre il dibattito sulle politiche migratorie continua, le realtà di Gubbio ci fanno riflettere e ci dimostrano che dietro i numeri e le statistiche ci sono persone reali con sogni, speranze e un desiderio profondo di ricostruire un futuro migliore. Janeth Guaillas]]>
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Immigrati tra cittadinanza formale e cittadinanza attiva – La “provocazione” di Rolando Marini/2 https://www.lavoce.it/immigrati-tra-cittadinanza-formale-e-cittadinanza-attiva-la-provocazione-di-rolando-marini-2/ https://www.lavoce.it/immigrati-tra-cittadinanza-formale-e-cittadinanza-attiva-la-provocazione-di-rolando-marini-2/#respond Sat, 21 Sep 2024 08:41:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77724

Parlare di cittadinanza rispetto a chi non ce l’ha, come molti immigrati, sembra fuori luogo. Sembra, ma non è esattamente così. Facciamo un percorso attraverso alcuni tipi di cittadinanza riguardanti gli immigrati, o meglio i cittadini non italiani e non comunitari residenti da noi. Anche perché è un problema che si porrà davanti ai nuovi flussi, seppure sembrino diversi dal passato.

Nati in Italia, perché no ius soli?

La cittadinanza italiana viene raggiunta secondo regole ben precise. Alcuni ne chiedono una riforma. Di alcune di queste si è parlato diverse volte nel dibattito politico degli anni recenti, specialmente in ordine alla possibilità di riconoscerla ai minorenni, ad esempio secondo lo ius soli , cioè per il fatto di essere nati in Italia. Un dibattito parlamentare conclusosi in modo confuso alla fine del 2017. Ma nel 2022 si è arenato in Parlamento anche lo ius scholae . Afferma Save the Children Italia nel suo sito: “Quello che chiediamo è uno ius soli condizionato dalla residenza legale dei genitori in Italia, come già accade in molti altri Paesi europei”. Ancora Save the Children ci dice che le nuove generazioni esprimono una “domanda di appartenenza” alla comunità nazionale che rimane solo parzialmente soddisfatta. In base al rapporto ormai pluriennale che ho con studenti di famiglie straniere che hanno fatto tutto o quasi tutto il percorso di studi in Italia e sono venuti all’università, posso dire che quella che giuridicamente si chiama naturalizzazione è nei fatti. Nessuno può ragionevolmente pretendere che lascino alle spalle o nascondano elementi identitari dei paesi e delle culture dei genitori. Ma loro hanno le basi solide per sentirsi ed essere cittadini europei.

Integrazione non è "assimilazione"

Pensando agli immigrati residenti, però, osservo che ci sono altre forme di appartenenza a una comunità civile (a una civitas ) che vanno oltre l’acquisizione formale della cittadinanza nazionale. E riguardano il modo di porsi attivamente dentro una comunità e interagire con gli altri, all’interno di un quadro di regole scritte e - soprattutto non scritte. Tutte quelle forme, dal vivere quotidiano spicciolo in avanti, che congiungono la partecipazione alla responsabilità. Certo, arriviamo a un punto delicato del discorso, poiché si rischia di disegnare un quadro di doveri attesi, come se si ponessero condizioni e requisiti da soddisfare. Parlo in effetti di processi d’integrazione, parola a molti invisa perché richiama tendenze a un’assimilazione di tipo etnocentrico. Ma il problema sostanziale consiste nell’adesione o meno ai regimi normativi di una società, mantenendone il pluralismo e però preservandone la coesione. È il problema dei problemi nella prospettiva della società multiculturale.

Oltre la cittadinanza: membri di una comunità civile

Ma dico, proseguendo a esercitare una funzione critica: in qualsiasi città occorre che venga rispettato un patto di convivenza su cui tutti i cittadini, indistintamente, sono chiamati a impegnarsi. Fare e fare bene la raccolta differenziata, rispettare gli spazi urbani, seguire le regole sanitarie (ad esempio le vaccinazioni), sapere come funzionano gli uffici pubblici, tenersi informati, ecc. Per non parlare di altri aspetti, più avanzati, come il consumo consapevole, la difesa dell’ambiente, la solidarietà sociale in senso esteso. Utopia? Non direi. Il fatto è che molti immigrati continuano a collocarsi dentro uno spazio relazionale e sociale in cui esiste solo lavoro, parentele o amicizie di gruppo nazionale (o religioso) e collegamento con la famiglia lontana. Uno spazio riservato e non esposto all’impegno civico, spesso alimentato dall’isolazionismo delle comunità migranti. Problema noto della figura dello straniero nelle scienze sociali: partecipazione limitata alla vita civile della società “ospitante”. Riserva mentale, con l’aggravante dell’autogiustificazione. Con il rischio, già concreto, di accentuare la percezione di una società patologicamente frammentata, in cui le differenze diventano un fattore disgregante piuttosto che un’opportunità. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al secondo incontro di Voci dal mondo)]]>

Parlare di cittadinanza rispetto a chi non ce l’ha, come molti immigrati, sembra fuori luogo. Sembra, ma non è esattamente così. Facciamo un percorso attraverso alcuni tipi di cittadinanza riguardanti gli immigrati, o meglio i cittadini non italiani e non comunitari residenti da noi. Anche perché è un problema che si porrà davanti ai nuovi flussi, seppure sembrino diversi dal passato.

Nati in Italia, perché no ius soli?

La cittadinanza italiana viene raggiunta secondo regole ben precise. Alcuni ne chiedono una riforma. Di alcune di queste si è parlato diverse volte nel dibattito politico degli anni recenti, specialmente in ordine alla possibilità di riconoscerla ai minorenni, ad esempio secondo lo ius soli , cioè per il fatto di essere nati in Italia. Un dibattito parlamentare conclusosi in modo confuso alla fine del 2017. Ma nel 2022 si è arenato in Parlamento anche lo ius scholae . Afferma Save the Children Italia nel suo sito: “Quello che chiediamo è uno ius soli condizionato dalla residenza legale dei genitori in Italia, come già accade in molti altri Paesi europei”. Ancora Save the Children ci dice che le nuove generazioni esprimono una “domanda di appartenenza” alla comunità nazionale che rimane solo parzialmente soddisfatta. In base al rapporto ormai pluriennale che ho con studenti di famiglie straniere che hanno fatto tutto o quasi tutto il percorso di studi in Italia e sono venuti all’università, posso dire che quella che giuridicamente si chiama naturalizzazione è nei fatti. Nessuno può ragionevolmente pretendere che lascino alle spalle o nascondano elementi identitari dei paesi e delle culture dei genitori. Ma loro hanno le basi solide per sentirsi ed essere cittadini europei.

Integrazione non è "assimilazione"

Pensando agli immigrati residenti, però, osservo che ci sono altre forme di appartenenza a una comunità civile (a una civitas ) che vanno oltre l’acquisizione formale della cittadinanza nazionale. E riguardano il modo di porsi attivamente dentro una comunità e interagire con gli altri, all’interno di un quadro di regole scritte e - soprattutto non scritte. Tutte quelle forme, dal vivere quotidiano spicciolo in avanti, che congiungono la partecipazione alla responsabilità. Certo, arriviamo a un punto delicato del discorso, poiché si rischia di disegnare un quadro di doveri attesi, come se si ponessero condizioni e requisiti da soddisfare. Parlo in effetti di processi d’integrazione, parola a molti invisa perché richiama tendenze a un’assimilazione di tipo etnocentrico. Ma il problema sostanziale consiste nell’adesione o meno ai regimi normativi di una società, mantenendone il pluralismo e però preservandone la coesione. È il problema dei problemi nella prospettiva della società multiculturale.

Oltre la cittadinanza: membri di una comunità civile

Ma dico, proseguendo a esercitare una funzione critica: in qualsiasi città occorre che venga rispettato un patto di convivenza su cui tutti i cittadini, indistintamente, sono chiamati a impegnarsi. Fare e fare bene la raccolta differenziata, rispettare gli spazi urbani, seguire le regole sanitarie (ad esempio le vaccinazioni), sapere come funzionano gli uffici pubblici, tenersi informati, ecc. Per non parlare di altri aspetti, più avanzati, come il consumo consapevole, la difesa dell’ambiente, la solidarietà sociale in senso esteso. Utopia? Non direi. Il fatto è che molti immigrati continuano a collocarsi dentro uno spazio relazionale e sociale in cui esiste solo lavoro, parentele o amicizie di gruppo nazionale (o religioso) e collegamento con la famiglia lontana. Uno spazio riservato e non esposto all’impegno civico, spesso alimentato dall’isolazionismo delle comunità migranti. Problema noto della figura dello straniero nelle scienze sociali: partecipazione limitata alla vita civile della società “ospitante”. Riserva mentale, con l’aggravante dell’autogiustificazione. Con il rischio, già concreto, di accentuare la percezione di una società patologicamente frammentata, in cui le differenze diventano un fattore disgregante piuttosto che un’opportunità. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al secondo incontro di Voci dal mondo)]]>
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Per comunità immigrate più responsabili – La “provocazione” di Rolando Marini/1 https://www.lavoce.it/per-comunita-immigrate-piu-responsabili-la-provocazione-di-rolando-marini-1/ https://www.lavoce.it/per-comunita-immigrate-piu-responsabili-la-provocazione-di-rolando-marini-1/#respond Fri, 20 Sep 2024 16:21:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77718

Sono passati ben 34 anni dalla promulgazione della legge regionale umbra che, in modo lungimirante e anticipatorio, impegnava le istituzioni su un’ampia gamma di interventi a favore degli immigrati non comunitari e dei loro familiari. La legge regionale 18 del 1990, riletta oggi, sorprende per la capacità di disegnare un quadro di prospettiva di quella che chiamiamo società multiculturale o interetnica. Queste espressioni si rivelano spesso inadeguate a rappresentare le trasformazioni, anche contraddittorie, che ci troviamo a vivere e a osservare in conseguenza dei flussi migratori. Ma quella legge, senza usarle, ne offriva una sostanza politica e progettuale, basata sulla pluralità dei gruppi sociali e sulla loro interazione dialogante e solidaristica. Tante cose immaginate, che hanno dato vita al sistema dell’accoglienza, alla cura delle identità, alla co-progettazione di eventi culturali e interventi di sostegno, alla ricerca sociale sull’immigrazione. Hanno definito un quadro di riferimento per le azioni di sistema che, a tutti i livelli appunto, sono tese al godimento dei diritti sociali da parte degli immigrati, i diritti che contano dopo l’accoglienza (lavoro, salute, istruzione, formazione).

Una legge innovativa

Un modello, anche perché prevedeva e ha largamente realizzato – va ammesso – un intreccio collaborativo virtuoso tra varie entità: istituzioni, associazioni locali laiche e religiose, associazioni di migranti vecchie e nuove. Queste azioni di sistema, grazie alla programmazione incardinata nella legge 18, hanno creato innovazione sociale. Poi non solo in Umbria, che pure ha fatto da apripista. In che senso? Un sistema misto composto da stato, enti locali, sindacati e moltissimo terzo settore, cioè cooperative, associazioni, entità della Chiesa (si pensi al ruolo cruciale e ingente delle Caritas diocesane).

Un nuovo modello di welfare per gli immigrati

Un nuovo modello di welfare, che prova a gestire (forse virtuosamente, ma con tante falle) le scarse risorse che lo “stato sociale” di oggi riesce a indirizzare verso le nuove frontiere dei diritti e della coesione sociale (queste due cose vanno insieme, ancora). Creazione innovativa e anche creativa di cittadinanza sociale. A fianco dell’assistenza ai “bisognosi”, che comunque mantiene la sua tipica rilevanza nel mondo migrante, si è sviluppato un aspetto virtuoso che tuttavia oggi segnala un problema emergente o una “controindicazione”. Si è infatti formato un ampio campo di mediazione culturale, o meglio di intermediazione e facilitazione comunicativa e burocratica nel rapporto con la pubblica amministrazione. Quello che serve ad assistere e orientare i cittadini immigrati a fruire dei servizi, a svolgere le pratiche che precedono la fruizione dei servizi: permesso o carta di soggiorno, contratto di lavoro, Isee, documenti, domande e iscrizioni varie (tipiche attività di un patronato). Ma assistenza non è neanche sinonimo di cittadinanza.

Dopo 34 anni: dall'assistenza alla cittadinanza attiva

Dicevo all’inizio che sono passati 34 anni da quella bella legge. Le associazioni dei migranti sono cresciute insieme con questo sistema. Penso però che si siano sin troppo abituate ad uno schema assistenziale. E su questo siano, in larga parte (salvo le eccellenze), rimaste ferme. Ferme a pensare ad uno svantaggio immodificabile, un empowerment non percorribile. Questo vale a livello individuale, certo; ma soprattutto a livello di comunità, da cui potrebbe partire l’impulso proattivo. I cittadini immigrati e le loro comunità e associazioni dovrebbero assumere un approccio diverso: passare dalla cittadinanza passiva a quella attiva. Non delegante in automatico, ma più partecipante e responsabile. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al primo incontro di Voci dal mondo, a Terni)]]>

Sono passati ben 34 anni dalla promulgazione della legge regionale umbra che, in modo lungimirante e anticipatorio, impegnava le istituzioni su un’ampia gamma di interventi a favore degli immigrati non comunitari e dei loro familiari. La legge regionale 18 del 1990, riletta oggi, sorprende per la capacità di disegnare un quadro di prospettiva di quella che chiamiamo società multiculturale o interetnica. Queste espressioni si rivelano spesso inadeguate a rappresentare le trasformazioni, anche contraddittorie, che ci troviamo a vivere e a osservare in conseguenza dei flussi migratori. Ma quella legge, senza usarle, ne offriva una sostanza politica e progettuale, basata sulla pluralità dei gruppi sociali e sulla loro interazione dialogante e solidaristica. Tante cose immaginate, che hanno dato vita al sistema dell’accoglienza, alla cura delle identità, alla co-progettazione di eventi culturali e interventi di sostegno, alla ricerca sociale sull’immigrazione. Hanno definito un quadro di riferimento per le azioni di sistema che, a tutti i livelli appunto, sono tese al godimento dei diritti sociali da parte degli immigrati, i diritti che contano dopo l’accoglienza (lavoro, salute, istruzione, formazione).

Una legge innovativa

Un modello, anche perché prevedeva e ha largamente realizzato – va ammesso – un intreccio collaborativo virtuoso tra varie entità: istituzioni, associazioni locali laiche e religiose, associazioni di migranti vecchie e nuove. Queste azioni di sistema, grazie alla programmazione incardinata nella legge 18, hanno creato innovazione sociale. Poi non solo in Umbria, che pure ha fatto da apripista. In che senso? Un sistema misto composto da stato, enti locali, sindacati e moltissimo terzo settore, cioè cooperative, associazioni, entità della Chiesa (si pensi al ruolo cruciale e ingente delle Caritas diocesane).

Un nuovo modello di welfare per gli immigrati

Un nuovo modello di welfare, che prova a gestire (forse virtuosamente, ma con tante falle) le scarse risorse che lo “stato sociale” di oggi riesce a indirizzare verso le nuove frontiere dei diritti e della coesione sociale (queste due cose vanno insieme, ancora). Creazione innovativa e anche creativa di cittadinanza sociale. A fianco dell’assistenza ai “bisognosi”, che comunque mantiene la sua tipica rilevanza nel mondo migrante, si è sviluppato un aspetto virtuoso che tuttavia oggi segnala un problema emergente o una “controindicazione”. Si è infatti formato un ampio campo di mediazione culturale, o meglio di intermediazione e facilitazione comunicativa e burocratica nel rapporto con la pubblica amministrazione. Quello che serve ad assistere e orientare i cittadini immigrati a fruire dei servizi, a svolgere le pratiche che precedono la fruizione dei servizi: permesso o carta di soggiorno, contratto di lavoro, Isee, documenti, domande e iscrizioni varie (tipiche attività di un patronato). Ma assistenza non è neanche sinonimo di cittadinanza.

Dopo 34 anni: dall'assistenza alla cittadinanza attiva

Dicevo all’inizio che sono passati 34 anni da quella bella legge. Le associazioni dei migranti sono cresciute insieme con questo sistema. Penso però che si siano sin troppo abituate ad uno schema assistenziale. E su questo siano, in larga parte (salvo le eccellenze), rimaste ferme. Ferme a pensare ad uno svantaggio immodificabile, un empowerment non percorribile. Questo vale a livello individuale, certo; ma soprattutto a livello di comunità, da cui potrebbe partire l’impulso proattivo. I cittadini immigrati e le loro comunità e associazioni dovrebbero assumere un approccio diverso: passare dalla cittadinanza passiva a quella attiva. Non delegante in automatico, ma più partecipante e responsabile. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia (Intervento tenuto al primo incontro di Voci dal mondo, a Terni)]]>
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Ouns racconta il “dietro le quinte” dei giovani del team di “Voci dal mondo”, tra impegno ed emozioni https://www.lavoce.it/ouns-racconta-il-dietro-le-quinte-dei-giovani-del-team-di-voci-dal-mondo-tra-impegno-ed-emozioni/ https://www.lavoce.it/ouns-racconta-il-dietro-le-quinte-dei-giovani-del-team-di-voci-dal-mondo-tra-impegno-ed-emozioni/#respond Fri, 20 Sep 2024 15:01:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77713

Siamo il team di “Voci dal Mondo”, un progetto che si propone di sfatare stereotipi e fake news sui fenomeni migratori. L’atmosfera durante la preparazione degli incontri sul territorio (Terni e Gubbio, e poi Spoleto e Perugia) è viva e carica di attesa, come quella di una redazione giornalistica. Alla prima riunione, quella in cui si è formato il nostro team, hanno partecipato i membri del settimanale La Voce e della ong Tamat insieme a sedici giovani migranti figli di famiglie straniere residenti in Umbria. Ha segnato l’inizio di un lavoro collaborativo e appassionato: assegnare compiti e responsabilità non era solo una questione logistica, ma un momento di coesione.

Il team: compiti diversi, unico obiettivo

Ci siamo divisi i compiti con entusiasmo. Alcuni si sono dedicati a contattare ospiti e relatori, altri a definire il luogo adatto che potesse accogliere un nutrito pubblico in un ambiente intimo e accogliente, perfetto per una giornata di storie e testimonianze. Altri invece si sono occupati di definire il format degli incontri pubblici, una serie di eventi che ha avuto il suo debutto a Terni il 6 luglio, e che promettono di espandersi a Spoleto e Perugia nei prossimi mesi (più precisamente a settembre e ottobre). Un aspetto importante della preparazione è la raccolta di testimonianze. In questo progetto, come team ci siamo prefigurati l’obiettivo di non mostrare soltanto la forza d’animo dei migranti, le cui esperienze sono un viaggio di resistenza e speranza, ma anche il potere dell’accoglienza della comunità. L’Umbria infatti con la sua lunga tradizione di ospitalità e solidarietà si è dimostrata un faro di speranza per molti di loro. Ogni racconto e testimonianza ha suscitato in noi emozioni distinte ricordando l’importanza di comprendere che dietro ogni cifra e statistica si cela una vita, un sogno in attesa di emergere, riconoscendo così la nostra umanità condivisa; ed è questo il cuore della nostra iniziativa.

Il giorno degli incontri

Il giorno dell’evento, l’atmosfera è ricca di emozioni. Certo, i timori ci sono, ma domina una profonda gratitudine e un forte senso di responsabilità. Alcuni tra noi del team si sono sentiti come reporter in prima linea, pronti con la loro attrezzatura, mentre altri provavano il nervosismo di trovarsi in scena come moderatori. Al di là della tensione presente, ciò che ci unificava era una profonda consapevolezza del nostro scopo e l’idea di contribuire a un progetto più ampio. Ciò che continua a risuonare nella nostra mente è l’accoglienza calorosa del pubblico, la curiosità di chi ascolta e il sottile gioco di emozioni che si crea durante le condivisioni.

Migrazioni: un racconto di persone e destini

Le storie raccontate ci hanno aperto gli occhi su realtà che spesso restano invisibili, facendo del tema della migrazione un racconto di persone e destini, piuttosto che in dati statistici. Nel retroscena, è emersa l’energia di una comunità solidale, animata da un intento comune. Quella giornata non ha rappresentato solo la fine di un evento, ma ha dato vita a un percorso comune verso un’accoglienza più consapevole e informata. All’interno di questo clima di collaborazione, Voci dal Mondo si distingue come una iniziativa significativa volta a dare voce e visibilità alle storie di chi cerca una nuova sistemazione. Ouns Mornagui]]>

Siamo il team di “Voci dal Mondo”, un progetto che si propone di sfatare stereotipi e fake news sui fenomeni migratori. L’atmosfera durante la preparazione degli incontri sul territorio (Terni e Gubbio, e poi Spoleto e Perugia) è viva e carica di attesa, come quella di una redazione giornalistica. Alla prima riunione, quella in cui si è formato il nostro team, hanno partecipato i membri del settimanale La Voce e della ong Tamat insieme a sedici giovani migranti figli di famiglie straniere residenti in Umbria. Ha segnato l’inizio di un lavoro collaborativo e appassionato: assegnare compiti e responsabilità non era solo una questione logistica, ma un momento di coesione.

Il team: compiti diversi, unico obiettivo

Ci siamo divisi i compiti con entusiasmo. Alcuni si sono dedicati a contattare ospiti e relatori, altri a definire il luogo adatto che potesse accogliere un nutrito pubblico in un ambiente intimo e accogliente, perfetto per una giornata di storie e testimonianze. Altri invece si sono occupati di definire il format degli incontri pubblici, una serie di eventi che ha avuto il suo debutto a Terni il 6 luglio, e che promettono di espandersi a Spoleto e Perugia nei prossimi mesi (più precisamente a settembre e ottobre). Un aspetto importante della preparazione è la raccolta di testimonianze. In questo progetto, come team ci siamo prefigurati l’obiettivo di non mostrare soltanto la forza d’animo dei migranti, le cui esperienze sono un viaggio di resistenza e speranza, ma anche il potere dell’accoglienza della comunità. L’Umbria infatti con la sua lunga tradizione di ospitalità e solidarietà si è dimostrata un faro di speranza per molti di loro. Ogni racconto e testimonianza ha suscitato in noi emozioni distinte ricordando l’importanza di comprendere che dietro ogni cifra e statistica si cela una vita, un sogno in attesa di emergere, riconoscendo così la nostra umanità condivisa; ed è questo il cuore della nostra iniziativa.

Il giorno degli incontri

Il giorno dell’evento, l’atmosfera è ricca di emozioni. Certo, i timori ci sono, ma domina una profonda gratitudine e un forte senso di responsabilità. Alcuni tra noi del team si sono sentiti come reporter in prima linea, pronti con la loro attrezzatura, mentre altri provavano il nervosismo di trovarsi in scena come moderatori. Al di là della tensione presente, ciò che ci unificava era una profonda consapevolezza del nostro scopo e l’idea di contribuire a un progetto più ampio. Ciò che continua a risuonare nella nostra mente è l’accoglienza calorosa del pubblico, la curiosità di chi ascolta e il sottile gioco di emozioni che si crea durante le condivisioni.

Migrazioni: un racconto di persone e destini

Le storie raccontate ci hanno aperto gli occhi su realtà che spesso restano invisibili, facendo del tema della migrazione un racconto di persone e destini, piuttosto che in dati statistici. Nel retroscena, è emersa l’energia di una comunità solidale, animata da un intento comune. Quella giornata non ha rappresentato solo la fine di un evento, ma ha dato vita a un percorso comune verso un’accoglienza più consapevole e informata. All’interno di questo clima di collaborazione, Voci dal Mondo si distingue come una iniziativa significativa volta a dare voce e visibilità alle storie di chi cerca una nuova sistemazione. Ouns Mornagui]]>
https://www.lavoce.it/ouns-racconta-il-dietro-le-quinte-dei-giovani-del-team-di-voci-dal-mondo-tra-impegno-ed-emozioni/feed/ 0
“Voci dal mondo”, prossimo appuntamento a Spoleto https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-prossimo-appuntamento-a-spoleto/ https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-prossimo-appuntamento-a-spoleto/#respond Wed, 18 Sep 2024 17:57:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77614

Il percorso di “Voci dal mondo” prosegue: dopo le due tappe di Terni e Gubbio, la penultima si svolgerà il 27 settembre a Spoleto per poi chiudere in ottobre a Perugia.

Storie e testimonianze di giovani migranti

In questi mesi abbiamo imparato a conoscere i giovani partecipanti al progetto, hanno raccontato storie e testimonianze di migranti e comunità straniere in Umbria, creando una vera e propria redazione multietnica e multiculturale. Si stanno impegnando in un itinerario attraverso varie città dell’Umbria con lo scopo di favorire una migliore comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, superando stereotipi e fake news.

La formazione

Dopo la prima fase di creazione del gruppo, questi giovani stranieri - di prima o seconda generazione - hanno preso parte a un percorso di formazione in lingua italiana applicata al lessico e alle tecniche di comunicazione e a un corso teorico-pratico di tecniche di comunicazione oltre a vari laboratori pratici creando approfondimenti, focus e articoli pubblicati su varie piattaforme social e sul settimanale La Voce, partecipato anche alla creazione di rubriche radiofoniche su Radio Glox.

Il progetto

Questo percorso è nato da un progetto che ha come principale obiettivo quello di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone con background migratorio nel nostro territorio: sono infatti gli stessi giovani partecipanti al corso, attraverso il racconto delle proprie esperienze e quelle da loro raccolte, a diffondere e divulgare il loro lavoro, creando delle storytelling e reportage. Con il tempo il gruppo di “Voci dal mondo” si è consolidato, portando avanti un ricco lavoro di squadra, per raccontare varie storie di migrazione, affrontando temi molto attuali spesso travisati delle cronache o strumentalizzati a livello ideologico dalla politica.

Esperienze di giovani e delle associazioni e comunità

Durante gli incontri pubblici, i giovani narratori hanno saputo anche accompagnare il racconto di storie struggenti, di vite strappate e di chi è riuscito a mettersi in salvo. E poi esperienze e buone prassi di comunità, associazioni ed enti locali che si occupano con dedizione, comprensione e volontà di queste persone, la maggior parte giovani, che fTestimonianze di giovani nati nuggono dal loro paese per crearsi una nuova vita e riuscire a guardare al futuro.

Giovani che sono nati nel nostro Paese

Il progetto “Voci dal mondo”, però, parla anche di quei migranti che sono nati nel nostro Paese o che sono arrivati per studio, parla anche di diversità culturali, linguistiche, religiose e delle tante e troppe difficoltà di integrazione e di rispetto: tutto questo per far conoscere la realtà e divulgare quello che non si conosce per combattere gli stereotipi.

L’inclusione e l’integrazione arricchiscono il nostro territorio regionale e anche le persone stesse: è un dare e un ricevere, non è facile e non sempre si riesce nell’intento di creare coesione e integrazione, ma si prova e riprova perché siamo tutti uguali e diversi nella stessa maniera, ognuno di noi è unico, se la diversità si conosce e si rispetta, imparando a capirla e a farne tesoro, si potrà finalmente vivere in armonia e pace.

Prossimo appuntamento a Spoleto

Dopo Terni e Gubbio, il prossimo incontro di “Voci dal mondo” è fissato per venerdì 27 settembre, alle ore 18.15, presso il Centro giovanile diocesano “San Giovanni Paolo II” a San Gregorio, in piazza Garibaldi 35. L’iniziativa è promossa dal settimanale La Voce, dall’emittente Radio Glox e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con il Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. L’11 ottobre si svolgerà l’ultimo evento pubblico del progetto a Perugia. Per seguire il lavoro che ha svolto la redazione multietnica e i prossimi appuntamenti si può visitare il sitowww.lavoce.it/vocidalmondo. Emanuela Marotta
    Alcune immagini degli incontri precedenti a Terni e Gubbio   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77625,77626,77627,77628,77629,77630,77631,77632,77634,77635,77636,77637,77638,77639,77640"]]]>

Il percorso di “Voci dal mondo” prosegue: dopo le due tappe di Terni e Gubbio, la penultima si svolgerà il 27 settembre a Spoleto per poi chiudere in ottobre a Perugia.

Storie e testimonianze di giovani migranti

In questi mesi abbiamo imparato a conoscere i giovani partecipanti al progetto, hanno raccontato storie e testimonianze di migranti e comunità straniere in Umbria, creando una vera e propria redazione multietnica e multiculturale. Si stanno impegnando in un itinerario attraverso varie città dell’Umbria con lo scopo di favorire una migliore comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, superando stereotipi e fake news.

La formazione

Dopo la prima fase di creazione del gruppo, questi giovani stranieri - di prima o seconda generazione - hanno preso parte a un percorso di formazione in lingua italiana applicata al lessico e alle tecniche di comunicazione e a un corso teorico-pratico di tecniche di comunicazione oltre a vari laboratori pratici creando approfondimenti, focus e articoli pubblicati su varie piattaforme social e sul settimanale La Voce, partecipato anche alla creazione di rubriche radiofoniche su Radio Glox.

Il progetto

Questo percorso è nato da un progetto che ha come principale obiettivo quello di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone con background migratorio nel nostro territorio: sono infatti gli stessi giovani partecipanti al corso, attraverso il racconto delle proprie esperienze e quelle da loro raccolte, a diffondere e divulgare il loro lavoro, creando delle storytelling e reportage. Con il tempo il gruppo di “Voci dal mondo” si è consolidato, portando avanti un ricco lavoro di squadra, per raccontare varie storie di migrazione, affrontando temi molto attuali spesso travisati delle cronache o strumentalizzati a livello ideologico dalla politica.

Esperienze di giovani e delle associazioni e comunità

Durante gli incontri pubblici, i giovani narratori hanno saputo anche accompagnare il racconto di storie struggenti, di vite strappate e di chi è riuscito a mettersi in salvo. E poi esperienze e buone prassi di comunità, associazioni ed enti locali che si occupano con dedizione, comprensione e volontà di queste persone, la maggior parte giovani, che fTestimonianze di giovani nati nuggono dal loro paese per crearsi una nuova vita e riuscire a guardare al futuro.

Giovani che sono nati nel nostro Paese

Il progetto “Voci dal mondo”, però, parla anche di quei migranti che sono nati nel nostro Paese o che sono arrivati per studio, parla anche di diversità culturali, linguistiche, religiose e delle tante e troppe difficoltà di integrazione e di rispetto: tutto questo per far conoscere la realtà e divulgare quello che non si conosce per combattere gli stereotipi.

L’inclusione e l’integrazione arricchiscono il nostro territorio regionale e anche le persone stesse: è un dare e un ricevere, non è facile e non sempre si riesce nell’intento di creare coesione e integrazione, ma si prova e riprova perché siamo tutti uguali e diversi nella stessa maniera, ognuno di noi è unico, se la diversità si conosce e si rispetta, imparando a capirla e a farne tesoro, si potrà finalmente vivere in armonia e pace.

Prossimo appuntamento a Spoleto

Dopo Terni e Gubbio, il prossimo incontro di “Voci dal mondo” è fissato per venerdì 27 settembre, alle ore 18.15, presso il Centro giovanile diocesano “San Giovanni Paolo II” a San Gregorio, in piazza Garibaldi 35. L’iniziativa è promossa dal settimanale La Voce, dall’emittente Radio Glox e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con il Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. L’11 ottobre si svolgerà l’ultimo evento pubblico del progetto a Perugia. Per seguire il lavoro che ha svolto la redazione multietnica e i prossimi appuntamenti si può visitare il sitowww.lavoce.it/vocidalmondo. Emanuela Marotta
    Alcune immagini degli incontri precedenti a Terni e Gubbio   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77625,77626,77627,77628,77629,77630,77631,77632,77634,77635,77636,77637,77638,77639,77640"]]]>
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“Voci dal mondo”. Prossime tappe Spoleto e Perugia https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-prossime-tappe-spoleto-e-perugia/ https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-prossime-tappe-spoleto-e-perugia/#comments Fri, 02 Aug 2024 07:22:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77273

Riunione dopo riunione, incontro dopo incontro, cresce il giovanissimo alberello di “Voci dal mondo” e affonda sempre di più le sue radici in un terreno che spesso - in Italia e non solo - non è affatto facile da dissodare e rendere fertile. Il terreno è quello delle migrazioni e spesso le zolle che lo compongono sono inquinate da diserbanti ideologici e pesticidi populisti. È fin troppo facile impaurire la gente coi rischi della diversità, puntare l’indice contro la criminalità degli stranieri, fare di tutta l’erba un fascio parlando di “invasione”, furto di lavoro e di futuro. La realtà spesso è diversa da come ci viene raccontata. Non che sia tutto “rose e fiori”, per carità. L’incontro, l’accoglienza, l’inclusione e l’integrazione sono sempre difficili e faticosi. Ma il più delle volte ne vale la pena e l’arricchimento è reciproco. Perché accogliere e integrarsi - nonostante tutto e tutti - sono gli antidoti più forti contro ogni violenza, degenerazione e criminalità. Purché ci siano reciprocità, rispetto delle leggi e delle rispettive identità.

Voci dal mondo nasce da tutto questo

Ecco, il progetto “Voci dal mondo” nasce da tutto questo. Dalla voglia di raccontare le cose in maniera diversa dai soliti “ritornelli” e proclami, partendo dalle storie, dalle buone prassi, dalle esperienze che funzionano. Puntando, innanzitutto, sull’umanità e su tutto ciò che ci aiuta a mantenerla, senza smettere di usare la propria testa per seguire il pifferaio di turno. E a guardare l’entusiasmo e il lavoro di Fatima e Alonso, Ouns e Roberta, Marius, Janeth, Franck, Elfer, Denisa, Khelia e di tutti gli altri giovani della redazione viene proprio da pensare che l’arbusto si stia radicando bene e stia producendo i suoi frutti.

E da settembre si va a Spoleto e a Perugia

Dopo i due appuntamenti pubblici di Terni e Gubbio, “Voci dal mondo” torna tra settembre e ottobre con gli incontri che stiamo già preparando a Spoleto e a Perugia. Tutto questo con La Voce, Radio Glox e Tamat, e il sostegno prezioso di Università per Stranieri e Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo.]]>

Riunione dopo riunione, incontro dopo incontro, cresce il giovanissimo alberello di “Voci dal mondo” e affonda sempre di più le sue radici in un terreno che spesso - in Italia e non solo - non è affatto facile da dissodare e rendere fertile. Il terreno è quello delle migrazioni e spesso le zolle che lo compongono sono inquinate da diserbanti ideologici e pesticidi populisti. È fin troppo facile impaurire la gente coi rischi della diversità, puntare l’indice contro la criminalità degli stranieri, fare di tutta l’erba un fascio parlando di “invasione”, furto di lavoro e di futuro. La realtà spesso è diversa da come ci viene raccontata. Non che sia tutto “rose e fiori”, per carità. L’incontro, l’accoglienza, l’inclusione e l’integrazione sono sempre difficili e faticosi. Ma il più delle volte ne vale la pena e l’arricchimento è reciproco. Perché accogliere e integrarsi - nonostante tutto e tutti - sono gli antidoti più forti contro ogni violenza, degenerazione e criminalità. Purché ci siano reciprocità, rispetto delle leggi e delle rispettive identità.

Voci dal mondo nasce da tutto questo

Ecco, il progetto “Voci dal mondo” nasce da tutto questo. Dalla voglia di raccontare le cose in maniera diversa dai soliti “ritornelli” e proclami, partendo dalle storie, dalle buone prassi, dalle esperienze che funzionano. Puntando, innanzitutto, sull’umanità e su tutto ciò che ci aiuta a mantenerla, senza smettere di usare la propria testa per seguire il pifferaio di turno. E a guardare l’entusiasmo e il lavoro di Fatima e Alonso, Ouns e Roberta, Marius, Janeth, Franck, Elfer, Denisa, Khelia e di tutti gli altri giovani della redazione viene proprio da pensare che l’arbusto si stia radicando bene e stia producendo i suoi frutti.

E da settembre si va a Spoleto e a Perugia

Dopo i due appuntamenti pubblici di Terni e Gubbio, “Voci dal mondo” torna tra settembre e ottobre con gli incontri che stiamo già preparando a Spoleto e a Perugia. Tutto questo con La Voce, Radio Glox e Tamat, e il sostegno prezioso di Università per Stranieri e Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo.]]>
https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-prossime-tappe-spoleto-e-perugia/feed/ 2
Voci dal mondo a Gubbio. Comune e Caritas: alleanza per il territorio https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-a-gubbio-comune-e-caritas-alleanza-per-il-territorio/ https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-a-gubbio-comune-e-caritas-alleanza-per-il-territorio/#respond Wed, 31 Jul 2024 18:33:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77279

Nella suggestiva cornice di Gubbio è consolidata negli anni una preziosa collaborazione tra il Comune e la Caritas diocesana, un’alleanza che mira a fornire risposte concrete ai bisogni emergenti della comunità locale.

Cosa fanno Comune e Caritas

Nell’incontro promosso da “Voci dal mondo”, sabato 20 luglio a Gubbio, il direttore della Caritas diocesana, Luca Uccellani, ha evidenziato come questa sinergia sia cruciale per affrontare le molteplici sfide legate alla povertà e all’integrazione dei migranti. Uccellani ha sottolineato l’importanza di un protocollo d’intesa che unisce le forze del Comune e della Diocesi in quanto grazie a questa collaborazione, le risposte ai bisogni del territorio diventano più efficaci e coordinate. In questo contesto, ha descritto come la Caritas incontri i nuovi arrivati nella fase successiva ai sistemi di accoglienza governativi. “I posti sono limitati e le persone si ritrovano dentro strutture d’accoglienza che offrono meno servizi, come il servizio della lingua e il sostegno psicologico”, spiega Uccellani. La Caritas, quindi, interviene per colmare queste lacune, fornendo supporto linguistico e psicologico essenziale per l’integrazione.

L'apprezzamento dell'assessore

A queste parole ha fatto eco Lucia Rughi, nuovo assessore del Comune di Gubbio con delega alle Politiche per la coesione sociale, la promozione della salute e il diritto allo studio. “Vorrei fare un apprezzamento per questa iniziativa, questo tipo di racconto e comunicazione, auspicabile anche in altri ambiti”, ha detto Rughi, rimarcando l’importanza di una comunicazione immediata e diretta. Interpellata sulle opportunità che l’immigrazione rappresenta per il territorio, Rughi ha risposto: “Abbiamo sentito dalle storie dei ragazzi e dai professionisti come professor Marini e dottor Vestrelli che tipo di ricchezza stanno portando questi ragazzi. L’immigrazione deve essere percepita come una ricchezza, non come un problema. Dobbiamo tendere a vedere l’arrivo di persone straniere come una risorsa, sia economica che sociale”. Un altro tema cruciale è la mediazione linguistica, considerata un pilastro fondamentale per l’integrazione. “La mediazione linguistica è importantissima. È lo snodo per tutte le buone pratiche successive. La corretta mediazione evita fraintendimenti e agevola l’accesso ai servizi per i migranti”, ha sottolineato Rughi.

Comune e Caritas, collaborazione del 2002

La collaborazione tra Comune e Caritas di Gubbio, iniziata nel 2002 e rafforzata nel 2007, è un esempio virtuoso di sinergia istituzionale. Unendo risorse e competenze, hanno migliorato la qualità della vita dei più fragili e creato un modello di integrazione sociale. Grazie a progetti congiunti e un fondo economico paritetico, hanno risposto in modo efficace alle necessità dei cittadini in difficoltà, garantendo un supporto capillare e sensibile per le famiglie vulnerabili del territorio.

Tutti gli ospiti a Gubbio

Anche stavolta, come già accaduto nella ternana piazza della Pace il 6 luglio scorso, sono state tante le esperienze e le testimonianze che si sono alternate ai microfoni dei giovani laureandi e laureati che nei mesi scorsi sono entrati a far parte del progetto “Voci dal mondo”. Si tratta del secondo dei quattro incontri in programma tra luglio e ottobre proprio per condividere storie e racconti di migranti e comunità di stranieri in Umbria. A Gubbio, oltre all'assessore al comune di Gubbio Lucia Rughi e al direttore Caritas Luca Uccellani, hanno partecipato all'incontro Alessandro Vestrelli, già dirigente della Regione Umbria del Servizio rapporti internazionali e cooperazione e del Servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio-sanitaria, economia sociale e terzo settore; Fabio Sebastiani coordinatore della scuola sociale “Luigi Radicchi”; e Daniela Avalos del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che a Gubbio realizza un progetto di accoglienza integrata, grazie alle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Abbiamo ascoltato anche le storie di migranti e richiedenti asilo che, in Umbria e sul territorio eugubino, cercano futuro e prospettive per la propria vita e per quella delle loro famiglie. Il tutto intervallato dalla musica di Stella e Leo, che hanno accompagnato i presenti in un piccolo viaggio tra i temi sociali e le migrazioni sulle note di alcuni brani internazionali.

Il video integrale dell'incontro

https://youtu.be/E5-15_nQl7A?feature=shared “Voci dal mondo” è una iniziativa promossa dal settimanale umbro La Voce, dall’emittente Radio Glox (già Umbria Radio InBlu) e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia e con il sostegno del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. Fatima Garouan - Maria Rita Valli]]>

Nella suggestiva cornice di Gubbio è consolidata negli anni una preziosa collaborazione tra il Comune e la Caritas diocesana, un’alleanza che mira a fornire risposte concrete ai bisogni emergenti della comunità locale.

Cosa fanno Comune e Caritas

Nell’incontro promosso da “Voci dal mondo”, sabato 20 luglio a Gubbio, il direttore della Caritas diocesana, Luca Uccellani, ha evidenziato come questa sinergia sia cruciale per affrontare le molteplici sfide legate alla povertà e all’integrazione dei migranti. Uccellani ha sottolineato l’importanza di un protocollo d’intesa che unisce le forze del Comune e della Diocesi in quanto grazie a questa collaborazione, le risposte ai bisogni del territorio diventano più efficaci e coordinate. In questo contesto, ha descritto come la Caritas incontri i nuovi arrivati nella fase successiva ai sistemi di accoglienza governativi. “I posti sono limitati e le persone si ritrovano dentro strutture d’accoglienza che offrono meno servizi, come il servizio della lingua e il sostegno psicologico”, spiega Uccellani. La Caritas, quindi, interviene per colmare queste lacune, fornendo supporto linguistico e psicologico essenziale per l’integrazione.

L'apprezzamento dell'assessore

A queste parole ha fatto eco Lucia Rughi, nuovo assessore del Comune di Gubbio con delega alle Politiche per la coesione sociale, la promozione della salute e il diritto allo studio. “Vorrei fare un apprezzamento per questa iniziativa, questo tipo di racconto e comunicazione, auspicabile anche in altri ambiti”, ha detto Rughi, rimarcando l’importanza di una comunicazione immediata e diretta. Interpellata sulle opportunità che l’immigrazione rappresenta per il territorio, Rughi ha risposto: “Abbiamo sentito dalle storie dei ragazzi e dai professionisti come professor Marini e dottor Vestrelli che tipo di ricchezza stanno portando questi ragazzi. L’immigrazione deve essere percepita come una ricchezza, non come un problema. Dobbiamo tendere a vedere l’arrivo di persone straniere come una risorsa, sia economica che sociale”. Un altro tema cruciale è la mediazione linguistica, considerata un pilastro fondamentale per l’integrazione. “La mediazione linguistica è importantissima. È lo snodo per tutte le buone pratiche successive. La corretta mediazione evita fraintendimenti e agevola l’accesso ai servizi per i migranti”, ha sottolineato Rughi.

Comune e Caritas, collaborazione del 2002

La collaborazione tra Comune e Caritas di Gubbio, iniziata nel 2002 e rafforzata nel 2007, è un esempio virtuoso di sinergia istituzionale. Unendo risorse e competenze, hanno migliorato la qualità della vita dei più fragili e creato un modello di integrazione sociale. Grazie a progetti congiunti e un fondo economico paritetico, hanno risposto in modo efficace alle necessità dei cittadini in difficoltà, garantendo un supporto capillare e sensibile per le famiglie vulnerabili del territorio.

Tutti gli ospiti a Gubbio

Anche stavolta, come già accaduto nella ternana piazza della Pace il 6 luglio scorso, sono state tante le esperienze e le testimonianze che si sono alternate ai microfoni dei giovani laureandi e laureati che nei mesi scorsi sono entrati a far parte del progetto “Voci dal mondo”. Si tratta del secondo dei quattro incontri in programma tra luglio e ottobre proprio per condividere storie e racconti di migranti e comunità di stranieri in Umbria. A Gubbio, oltre all'assessore al comune di Gubbio Lucia Rughi e al direttore Caritas Luca Uccellani, hanno partecipato all'incontro Alessandro Vestrelli, già dirigente della Regione Umbria del Servizio rapporti internazionali e cooperazione e del Servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio-sanitaria, economia sociale e terzo settore; Fabio Sebastiani coordinatore della scuola sociale “Luigi Radicchi”; e Daniela Avalos del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che a Gubbio realizza un progetto di accoglienza integrata, grazie alle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. Abbiamo ascoltato anche le storie di migranti e richiedenti asilo che, in Umbria e sul territorio eugubino, cercano futuro e prospettive per la propria vita e per quella delle loro famiglie. Il tutto intervallato dalla musica di Stella e Leo, che hanno accompagnato i presenti in un piccolo viaggio tra i temi sociali e le migrazioni sulle note di alcuni brani internazionali.

Il video integrale dell'incontro

https://youtu.be/E5-15_nQl7A?feature=shared “Voci dal mondo” è una iniziativa promossa dal settimanale umbro La Voce, dall’emittente Radio Glox (già Umbria Radio InBlu) e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia e con il sostegno del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. Fatima Garouan - Maria Rita Valli]]>
https://www.lavoce.it/voci-dal-mondo-a-gubbio-comune-e-caritas-alleanza-per-il-territorio/feed/ 0
Dietro le quinte con i giovani del team “Voci dal mondo” https://www.lavoce.it/dietro-le-quinte-con-i-giovani-del-team-voci-dal-mondo/ https://www.lavoce.it/dietro-le-quinte-con-i-giovani-del-team-voci-dal-mondo/#respond Mon, 29 Jul 2024 16:24:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77264 Il team di Voci dal mondo - giovani ragazzi e ragazze di diversi paesi

Sabato 20 luglio, il pittoresco scenario di Gubbio ha fatto da cornice a un evento che ha sorretto il messaggio di “Voci dal Mondo”, un progetto che coinvolge un team di giovani e che si propone di sfatare stereotipi e fake news sui fenomeni migratori. L’atmosfera durante la preparazione è stata viva e carica di attesa, come quella di una redazione giornalistica. La prima riunione, cui hanno partecipato i membri del settimanale La Voce e della ong Tamat insieme a sedici giovani migranti, figli di famiglie straniere residenti in Umbria, ha segnato l’inizio di un lavoro collaborativo e appassionato: assegnare compiti e responsabilità non era solo una questione logistica, ma un momento di coesione.

Entusiasmo nel team Voci dal mondo

Ci siamo divisi i compiti con entusiasmo. Alcuni si sono dedicati a contattare ospiti e relatori, altri a definire il luogo adatto che potesse accogliere un nutrito pubblico in un ambiente intimo e accogliente, perfetto per una giornata di storie e testimonianze. Altri invece si sono occupati di definire il format degli incontri pubblici, una serie di eventi che ha avuto il suo debutto a Terni il 6 luglio, e che promettono di espandersi a Spoleto e Perugia nei prossimi mesi (più precisamente a settembre e ottobre).

Prima dell’evento: il team si organizza

Un aspetto importante della preparazione è la raccolta di testimonianze. In questo progetto ci siamo prefigurati l’obiettivo di non mostrare soltanto la forza d’animo dei migranti, le cui esperienze sono un viaggio di resistenza e speranza, ma anche il potere dell’accoglienza della comunità. L’Umbria infatti con la sua lunga tradizione di ospitalità e solidarietà si è dimostrata un faro di speranza per molti di loro. Ogni racconto e testimonianza ha suscitato in noi emozioni distinte ricordando l’importanza di comprendere che dietro ogni cifra e statistica si cela una vita, un sogno in attesa di emergere, riconoscendo così la nostra umanità condivisa; ed è questo il cuore della nostra iniziativa.

Arriva il giorno: c’è chi si sente reporter e chi va in scena

Il giorno dell’evento, l’atmosfera era ricca di emozioni. Certo, i timori c’erano, ma dominava una profonda gratitudine e un forte senso di responsabilità. Alcuni tra noi si sono sentiti come reporter in prima linea, pronti con la loro attrezzatura, mentre altri provavano il nervosismo di trovarsi in scena come moderatori. Al di là della tensione presente, ciò che ci unificava era una profonda consapevolezza del nostro scopo e l’idea di contribuire a un progetto più ampio.

Pubblico caloroso e storie che restano nel cuore

Ciò che continua a risuonare nella nostra mente è stata l’accoglienza calorosa del pubblico, la curiosità di chi ascoltava e il sottile gioco di emozioni che si è creato durante le condivisioni. Le storie raccontate ci hanno aperto gli occhi su realtà che spesso restano invisibili, facendo del tema della migrazione un racconto di persone e destini, piuttosto che in dati statistici. Nel retroscena, è emersa l’energia di una comunità solidale, animata da un intento comune. Quella giornata non ha rappresentato solo la fine di un evento, ma ha dato vita a un percorso comune verso un’accoglienza più consapevole e informata. All’interno di questo clima di collaborazione, Voci dal mondo si distingue come una iniziativa significativa volta a dare voce e visibilità alle storie di chi cerca una nuova sistemazione. Ouns Mornagui]]>
Il team di Voci dal mondo - giovani ragazzi e ragazze di diversi paesi

Sabato 20 luglio, il pittoresco scenario di Gubbio ha fatto da cornice a un evento che ha sorretto il messaggio di “Voci dal Mondo”, un progetto che coinvolge un team di giovani e che si propone di sfatare stereotipi e fake news sui fenomeni migratori. L’atmosfera durante la preparazione è stata viva e carica di attesa, come quella di una redazione giornalistica. La prima riunione, cui hanno partecipato i membri del settimanale La Voce e della ong Tamat insieme a sedici giovani migranti, figli di famiglie straniere residenti in Umbria, ha segnato l’inizio di un lavoro collaborativo e appassionato: assegnare compiti e responsabilità non era solo una questione logistica, ma un momento di coesione.

Entusiasmo nel team Voci dal mondo

Ci siamo divisi i compiti con entusiasmo. Alcuni si sono dedicati a contattare ospiti e relatori, altri a definire il luogo adatto che potesse accogliere un nutrito pubblico in un ambiente intimo e accogliente, perfetto per una giornata di storie e testimonianze. Altri invece si sono occupati di definire il format degli incontri pubblici, una serie di eventi che ha avuto il suo debutto a Terni il 6 luglio, e che promettono di espandersi a Spoleto e Perugia nei prossimi mesi (più precisamente a settembre e ottobre).

Prima dell’evento: il team si organizza

Un aspetto importante della preparazione è la raccolta di testimonianze. In questo progetto ci siamo prefigurati l’obiettivo di non mostrare soltanto la forza d’animo dei migranti, le cui esperienze sono un viaggio di resistenza e speranza, ma anche il potere dell’accoglienza della comunità. L’Umbria infatti con la sua lunga tradizione di ospitalità e solidarietà si è dimostrata un faro di speranza per molti di loro. Ogni racconto e testimonianza ha suscitato in noi emozioni distinte ricordando l’importanza di comprendere che dietro ogni cifra e statistica si cela una vita, un sogno in attesa di emergere, riconoscendo così la nostra umanità condivisa; ed è questo il cuore della nostra iniziativa.

Arriva il giorno: c’è chi si sente reporter e chi va in scena

Il giorno dell’evento, l’atmosfera era ricca di emozioni. Certo, i timori c’erano, ma dominava una profonda gratitudine e un forte senso di responsabilità. Alcuni tra noi si sono sentiti come reporter in prima linea, pronti con la loro attrezzatura, mentre altri provavano il nervosismo di trovarsi in scena come moderatori. Al di là della tensione presente, ciò che ci unificava era una profonda consapevolezza del nostro scopo e l’idea di contribuire a un progetto più ampio.

Pubblico caloroso e storie che restano nel cuore

Ciò che continua a risuonare nella nostra mente è stata l’accoglienza calorosa del pubblico, la curiosità di chi ascoltava e il sottile gioco di emozioni che si è creato durante le condivisioni. Le storie raccontate ci hanno aperto gli occhi su realtà che spesso restano invisibili, facendo del tema della migrazione un racconto di persone e destini, piuttosto che in dati statistici. Nel retroscena, è emersa l’energia di una comunità solidale, animata da un intento comune. Quella giornata non ha rappresentato solo la fine di un evento, ma ha dato vita a un percorso comune verso un’accoglienza più consapevole e informata. All’interno di questo clima di collaborazione, Voci dal mondo si distingue come una iniziativa significativa volta a dare voce e visibilità alle storie di chi cerca una nuova sistemazione. Ouns Mornagui]]>
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Vestrelli: “L’integrazione è la base per una società più sicura” https://www.lavoce.it/vestrelli-lintegrazione-e-la-base-per-una-societa-piu-sicura/ https://www.lavoce.it/vestrelli-lintegrazione-e-la-base-per-una-societa-piu-sicura/#respond Wed, 24 Jul 2024 15:31:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77882

Alessandro Vestrelli da più di trent’anni si occupa di immigrazione, dialogo interculturale e interreligioso, pace, diritti umani, politiche di coesione sociale. Ha diretto il Servizio rapporti internazionali e cooperazione della regione Umbria dal 2008 al 2013, e dal 2013 al 2021 il Servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio sanitaria, economia sociale e terzo settore. Attualmente collabora alla rivista altotiberina L’Altrapagina . Considerata la lunga e attiva esperienza nell’ambito della migrazione e, il periodo di dirigenza dell’ufficio regionale “rapporti internazionali e cooperazione”, all’incontro promosso da “Voci dal mondo” a Gubbio, sabato 20 luglio, ha portato una chiave di lettura dell’accoglienza dei migranti attenta all’aspetto giuridico del fenomeno. Ha parlato della legge della Regione Umbria su “Interventi a favore degli immigrati extracomunitari”, la 18 del 1990, sottolinenado che “fu tra le più innovative perchè affronta la materia immigrazione organicamente ponendo al centro i diritti, la partecipazione e la tematica interculturale e delineando un un ampio ventaglio di azioni positive”.

Le istituzioni hanno un ruolo strategico nella gestione della immigrazione

Per quanto riguarda il ruolo delle istituzioni ancora oggi impegnate per coordinare interventi proattivi per la società multiculturale in Umbria, Vestrelli ai microfoni di “Voci dal mondo”, ha affermato che “le istituzioni possono rivestire un ruolo che può rivelarsi di esempio, essenziale e strategico per il raggiungimento dell’obiettivo, possibile, di una immigrazione governata e non lasciata al Far West!”. “Occorre che le istituzioni si impegnino concretamente – ha aggiunto – in azioni finalizzate a prevenire il disagio sociale e le derive estremistiche, che possono essere causati da mancata possibilità di inserimento. L’integrazione dei migranti è anche alla base di una società più sicura”. “Chi è accolto si impegna a imparare la lingua italiana, condividere i valori della Costituzione, rispettare le leggi, partecipare alla vita economica e sociale del paese; chi accoglie si impegna ad assicurare l’uguaglianza e la pari dignità, la libertà di religione, l’accesso alla istruzione, interventi diretti a facilitare l’inclusione”. Quest’ultima affermazione di Vestrelli, potrebbe costituire una vera e propria definizione di che cosa significa fare integrazione e soprattutto come. Il tutto, in una semplice e comprensibile frase.

Khalid, ora è avvocato

Vestrelli ha concluso il suo intervento raccontando alla conduttrice Fatima una storia che ha vissuto in prima persona, quella di Khalid Belckchac “approdato ad Umbertide da bambino”, il quale “ha tenacemente perseguito i suoi obiettivi di progresso nello studio e nel lavoro”. Spesso – ha raccontato Vestrelli – Khalid ama sottolineare “la differenza tra il suo essere di seconda generazione (i giovani nati in Italia o arrivativi da piccoli) e le prime generazioni (quella dei suoi genitori, arrivati da adulti negli anni ‘70-‘80) il cui unico obiettivo era di trovare nuove opportunità di sopravvivenza per poi tornare in Marocco dopo essere riusciti a costruirci una casa utilizzando i faticati risparmi. Le seconde generazioni sono quelle che oggi soffrono di più la mancata approvazione della legge sullo ius soli e quindi le restrizioni causate dal non essere riusciti ad essere appieno cittadini italiani”. “Oggi Khalid è un bravo avvocato con già una ottima esperienza alle spalle maturata nella nostra regione soprattutto a fianco dei migranti”. Il 30 aprile l’avvocato Khalid Belckchac ha inaugurato a Umbertide il suo studio: “Bello, confortevole, nuovo di zecca!”. Marius Daniel Langa]]>

Alessandro Vestrelli da più di trent’anni si occupa di immigrazione, dialogo interculturale e interreligioso, pace, diritti umani, politiche di coesione sociale. Ha diretto il Servizio rapporti internazionali e cooperazione della regione Umbria dal 2008 al 2013, e dal 2013 al 2021 il Servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio sanitaria, economia sociale e terzo settore. Attualmente collabora alla rivista altotiberina L’Altrapagina . Considerata la lunga e attiva esperienza nell’ambito della migrazione e, il periodo di dirigenza dell’ufficio regionale “rapporti internazionali e cooperazione”, all’incontro promosso da “Voci dal mondo” a Gubbio, sabato 20 luglio, ha portato una chiave di lettura dell’accoglienza dei migranti attenta all’aspetto giuridico del fenomeno. Ha parlato della legge della Regione Umbria su “Interventi a favore degli immigrati extracomunitari”, la 18 del 1990, sottolinenado che “fu tra le più innovative perchè affronta la materia immigrazione organicamente ponendo al centro i diritti, la partecipazione e la tematica interculturale e delineando un un ampio ventaglio di azioni positive”.

Le istituzioni hanno un ruolo strategico nella gestione della immigrazione

Per quanto riguarda il ruolo delle istituzioni ancora oggi impegnate per coordinare interventi proattivi per la società multiculturale in Umbria, Vestrelli ai microfoni di “Voci dal mondo”, ha affermato che “le istituzioni possono rivestire un ruolo che può rivelarsi di esempio, essenziale e strategico per il raggiungimento dell’obiettivo, possibile, di una immigrazione governata e non lasciata al Far West!”. “Occorre che le istituzioni si impegnino concretamente – ha aggiunto – in azioni finalizzate a prevenire il disagio sociale e le derive estremistiche, che possono essere causati da mancata possibilità di inserimento. L’integrazione dei migranti è anche alla base di una società più sicura”. “Chi è accolto si impegna a imparare la lingua italiana, condividere i valori della Costituzione, rispettare le leggi, partecipare alla vita economica e sociale del paese; chi accoglie si impegna ad assicurare l’uguaglianza e la pari dignità, la libertà di religione, l’accesso alla istruzione, interventi diretti a facilitare l’inclusione”. Quest’ultima affermazione di Vestrelli, potrebbe costituire una vera e propria definizione di che cosa significa fare integrazione e soprattutto come. Il tutto, in una semplice e comprensibile frase.

Khalid, ora è avvocato

Vestrelli ha concluso il suo intervento raccontando alla conduttrice Fatima una storia che ha vissuto in prima persona, quella di Khalid Belckchac “approdato ad Umbertide da bambino”, il quale “ha tenacemente perseguito i suoi obiettivi di progresso nello studio e nel lavoro”. Spesso – ha raccontato Vestrelli – Khalid ama sottolineare “la differenza tra il suo essere di seconda generazione (i giovani nati in Italia o arrivativi da piccoli) e le prime generazioni (quella dei suoi genitori, arrivati da adulti negli anni ‘70-‘80) il cui unico obiettivo era di trovare nuove opportunità di sopravvivenza per poi tornare in Marocco dopo essere riusciti a costruirci una casa utilizzando i faticati risparmi. Le seconde generazioni sono quelle che oggi soffrono di più la mancata approvazione della legge sullo ius soli e quindi le restrizioni causate dal non essere riusciti ad essere appieno cittadini italiani”. “Oggi Khalid è un bravo avvocato con già una ottima esperienza alle spalle maturata nella nostra regione soprattutto a fianco dei migranti”. Il 30 aprile l’avvocato Khalid Belckchac ha inaugurato a Umbertide il suo studio: “Bello, confortevole, nuovo di zecca!”. Marius Daniel Langa]]>
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Prosegue a Gubbio il viaggio di “Voci dal mondo” https://www.lavoce.it/prosegue-a-gubbio-il-viaggio-di-voci-dal-mondo/ https://www.lavoce.it/prosegue-a-gubbio-il-viaggio-di-voci-dal-mondo/#respond Thu, 18 Jul 2024 13:07:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77051 Una donna nera con un vestito di vari colori e una ragazza con un microfonpo in mano

Dall’Umbria meridionale a quella di Nord-Est, da Terni a Gubbio, sempre con l’obiettivo e il desiderio di raccontare storie di migrazioni, di accoglienza, integrazione e inclusione.

“Voci dal mondo" a Gubbio il 20 luglio

La redazione di “Voci dal mondo” si sposta dunque nella Città dei Ceri per l’incontro fissato per sabato 20 luglio, a partire dalle ore 18, nella sala dell’ex refettorio della Biblioteca Sperelliana e nel vicino chiostro del complesso di San Pietro, autentico “polmone” eugubino di cultura, arte e socialità. Anche stavolta, come già accaduto nella ternana piazza della Pace il 6 luglio scorso, sono tante le esperienze e le testimonianze che si alterneranno ai microfoni dei giovani laureandi e laureati che nei mesi scorsi sono entrati a far parte del progetto “Voci dal mondo”.

Si tratta del secondo dei quattro incontri in programma tra luglio e ottobre proprio per condividere storie e racconti di migranti e comunità di stranieri in Umbria. Un itinerario attraverso varie città della regione per favorire una migliore comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, andando al di là degli stereotipi e delle fake news.

https://youtu.be/D5n-mwcJBFk

La Voce, Radio Glox, Ong Tamat Ets e UniStra

“Voci dal mondo” è una iniziativa promossa dal settimanale umbro La Voce, dall’emittente Radio Glox (già Umbria Radio InBlu) e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia e con il sostegno del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. In questi mesi, è stata formata una vera e propria redazione multietnica, multiculturale e interreligiosa, creata per raccontare le migrazioni e la presenza di comunità di stranieri sul territorio umbro grazie allo sguardo e alla voce proprio dei migranti che vivono nella regione.

Il progetto e gli obiettivi

Tra gli obiettivi, il progetto si propone di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone che vivono in Umbria con un background personale o familiare di migrazione. Questo anche attraverso una nuova forma di storytelling – cioè di racconto – rendendo protagonisti in prima persona i migranti stessi attraverso le loro esperienze e quelle da loro raccolte, attraverso l’organizzazione di incontri pubblici, la realizzazione, pubblicazione e diffusione di interviste e reportage per raccontare storie di migranti e migrazione.

Al progetto – che si sviluppa nell’arco dell’intero 2024 – stanno partecipando sedici giovani stranieri che hanno scelto l’Umbria come terra adottiva, per un periodo di tempo o per sempre. Dopo la prima fase di presentazione delle candidature e poi di creazione del gruppo che compone la redazione di “Voci dal mondo”, i giovani hanno partecipato a un percorso di formazione in lingua italiana applicata alle tecniche e al lessico della comunicazione, poi a un corso teorico-pratico di tecniche della comunicazione con i giornalisti del settimanale La Voce e i colleghi dell’emittente perugina Radio Glox.

Lo staff ora organizza l’animazione di incontri con le comunità di migranti in varie città dell’Umbria, per la condivisione di storie, esperienze e buone prassi di accoglienza e integrazione, oltre che per la raccolta di materiale documentario da utilizzare per le pubblicazioni e i reportage. I laboratori pratici, infatti, sono finalizzati alla produzione di approfondimenti e focus pubblicati dal settimanale La Voce, rubriche radiofoniche trasmesse da Radio Glox, storytelling per immagini fotografiche e video su web e social media.

L'incontro a Gubbio

All’incontro di Gubbio, parteciperanno il nuovo sindaco Vittorio Fiorucci, che proprio in questi giorni ha reso noti i nomi della sua Giunta e riunito il primo Consiglio comunale, e il direttore della Caritas diocesana Luca Uccellani, che parleranno di come - da oltre vent’anni - amministrazione comunale e Chiesa locale sono “alleate” per dare risposte alle marginalità, tra cui l’accoglienza dei migranti.

Ci saranno poi testimonianze come quella di Alessandro Vestrelli, già dirigente della Regione Umbria del Servizio rapporti internazionali e cooperazione e del Servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio-sanitaria, economia sociale e terzo settore. Sarà l’occasione per scoprire esperienze come quella assai singolare della scuola sociale “Luigi Radicchi” coordinata da Fabio Sebastiani. E poi quella del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che a Gubbio realizza un progetto di accoglienza integrata, grazie alle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

Ci saranno soprattutto tante storie di migranti e richiedenti asilo che, in Umbria e sul territorio eugubino, cercano futuro e prospettive per la propria vita e per quella delle loro famiglie. Il tutto cucito dalla musica di Stella e Leo Pugno, che accompagnerà i presenti in un piccolo viaggio tra i temi sociali e le migrazioni sulle note di alcuni brani del cantautorato italiano.

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Una donna nera con un vestito di vari colori e una ragazza con un microfonpo in mano

Dall’Umbria meridionale a quella di Nord-Est, da Terni a Gubbio, sempre con l’obiettivo e il desiderio di raccontare storie di migrazioni, di accoglienza, integrazione e inclusione.

“Voci dal mondo" a Gubbio il 20 luglio

La redazione di “Voci dal mondo” si sposta dunque nella Città dei Ceri per l’incontro fissato per sabato 20 luglio, a partire dalle ore 18, nella sala dell’ex refettorio della Biblioteca Sperelliana e nel vicino chiostro del complesso di San Pietro, autentico “polmone” eugubino di cultura, arte e socialità. Anche stavolta, come già accaduto nella ternana piazza della Pace il 6 luglio scorso, sono tante le esperienze e le testimonianze che si alterneranno ai microfoni dei giovani laureandi e laureati che nei mesi scorsi sono entrati a far parte del progetto “Voci dal mondo”.

Si tratta del secondo dei quattro incontri in programma tra luglio e ottobre proprio per condividere storie e racconti di migranti e comunità di stranieri in Umbria. Un itinerario attraverso varie città della regione per favorire una migliore comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, andando al di là degli stereotipi e delle fake news.

https://youtu.be/D5n-mwcJBFk

La Voce, Radio Glox, Ong Tamat Ets e UniStra

“Voci dal mondo” è una iniziativa promossa dal settimanale umbro La Voce, dall’emittente Radio Glox (già Umbria Radio InBlu) e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia e con il sostegno del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. In questi mesi, è stata formata una vera e propria redazione multietnica, multiculturale e interreligiosa, creata per raccontare le migrazioni e la presenza di comunità di stranieri sul territorio umbro grazie allo sguardo e alla voce proprio dei migranti che vivono nella regione.

Il progetto e gli obiettivi

Tra gli obiettivi, il progetto si propone di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone che vivono in Umbria con un background personale o familiare di migrazione. Questo anche attraverso una nuova forma di storytelling – cioè di racconto – rendendo protagonisti in prima persona i migranti stessi attraverso le loro esperienze e quelle da loro raccolte, attraverso l’organizzazione di incontri pubblici, la realizzazione, pubblicazione e diffusione di interviste e reportage per raccontare storie di migranti e migrazione.

Al progetto – che si sviluppa nell’arco dell’intero 2024 – stanno partecipando sedici giovani stranieri che hanno scelto l’Umbria come terra adottiva, per un periodo di tempo o per sempre. Dopo la prima fase di presentazione delle candidature e poi di creazione del gruppo che compone la redazione di “Voci dal mondo”, i giovani hanno partecipato a un percorso di formazione in lingua italiana applicata alle tecniche e al lessico della comunicazione, poi a un corso teorico-pratico di tecniche della comunicazione con i giornalisti del settimanale La Voce e i colleghi dell’emittente perugina Radio Glox.

Lo staff ora organizza l’animazione di incontri con le comunità di migranti in varie città dell’Umbria, per la condivisione di storie, esperienze e buone prassi di accoglienza e integrazione, oltre che per la raccolta di materiale documentario da utilizzare per le pubblicazioni e i reportage. I laboratori pratici, infatti, sono finalizzati alla produzione di approfondimenti e focus pubblicati dal settimanale La Voce, rubriche radiofoniche trasmesse da Radio Glox, storytelling per immagini fotografiche e video su web e social media.

L'incontro a Gubbio

All’incontro di Gubbio, parteciperanno il nuovo sindaco Vittorio Fiorucci, che proprio in questi giorni ha reso noti i nomi della sua Giunta e riunito il primo Consiglio comunale, e il direttore della Caritas diocesana Luca Uccellani, che parleranno di come - da oltre vent’anni - amministrazione comunale e Chiesa locale sono “alleate” per dare risposte alle marginalità, tra cui l’accoglienza dei migranti.

Ci saranno poi testimonianze come quella di Alessandro Vestrelli, già dirigente della Regione Umbria del Servizio rapporti internazionali e cooperazione e del Servizio programmazione della rete dei servizi sociali, integrazione socio-sanitaria, economia sociale e terzo settore. Sarà l’occasione per scoprire esperienze come quella assai singolare della scuola sociale “Luigi Radicchi” coordinata da Fabio Sebastiani. E poi quella del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), che a Gubbio realizza un progetto di accoglienza integrata, grazie alle risorse del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo.

Ci saranno soprattutto tante storie di migranti e richiedenti asilo che, in Umbria e sul territorio eugubino, cercano futuro e prospettive per la propria vita e per quella delle loro famiglie. Il tutto cucito dalla musica di Stella e Leo Pugno, che accompagnerà i presenti in un piccolo viaggio tra i temi sociali e le migrazioni sulle note di alcuni brani del cantautorato italiano.

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Le voci dei protagonisti nel primo incontro del progetto “Voci dal Mondo” https://www.lavoce.it/le-voci-dei-protagonisti-nel-primo-incontro-del-progetto-voci-dal-mondo/ https://www.lavoce.it/le-voci-dei-protagonisti-nel-primo-incontro-del-progetto-voci-dal-mondo/#respond Wed, 10 Jul 2024 16:51:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77030

Il progetto “Voci dal mondo” di cui capofila è il settimanale La Voce - con la collaborazione dell’Università per Stranieri di Perugia, l’ong Tamat Ets e Radio Glox, sostenuto dal Fondo di beneficenza di Intesa Sanpaolo - è un’iniziativa creata per raccontare storie di migranti e comunità straniere in Umbria. Costituisce un itinerario, che va da luglio a ottobre, attraverso varie città della regione, con lo scopo di favorire una migliore comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, superando stereotipi e fake news.

Il primo incontro del Progetto "Voci dal Mondo"

Il primo dei quattro incontri previsti nel Progetto "Voci dal Mondo" si è tenuto nella periferia di Terni, nel pomeriggio di sabato 6 luglio, in piazza della Pace, nel quartiere “Villaggio Italia”, una zona del territorio con una forte vocazione multiculturale, ma anche con diversi problemi e criticità. L’incontro di Terni ha offerto la possibilità per parlare con docenti universitari, associazioni di migranti e i migranti stessi e le loro storie personali, con il coinvolgimento dell’assessore del Comune di Terni al welfare, politiche sociali, disabilità e pari opportunità. https://youtu.be/Zm_F2IWyfbQ?si=u0lfoL0llw-f-jcw   Il prorettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Rolando Marini docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi, ha introdotto l’incontro con un passaggio storico-culturale sull’evoluzione della migrazione regionale e nazionale, ricordando che la Regione Umbria ha fatto da apripista anche per altre regioni con la legge 18 del 1990 “che ha istituito una serie di iniziative tra cui la consulta regionale dell’immigrazione”.

Le testimonianze

Il pubblico ha ascoltato la storia di Bobby, uno studente dell’università di Roma, arrivato in Italia all’età di 10 anni che vive ormai da 17 anni a Narni. Juliana Casaes Santana Pimentel Xavier laureanda in Scienze politiche all’Università degli studi di Perugia, vive in Italia da 6 anni e ha parlato della sua tesi sui migranti. Fatima ha proseguito con un breve racconto storico sul luogo dell’incontro, piazza della Pace, sulle note musicali del DJ Amani The Black Boy. Presenti anche le associazioni “Fiore blu” e “Arcobaleno e il mare Odv”, con Emanuele Lombardini, abitante del quartiere e giornalista per varie testate, tra cui anche il quotidiano nazionale Avvenire che – con lo sguardo sia del residente sia dell’osservatore/cronista – ha raccontato i cambiamenti della città di Terni e del quartiere “Villaggio Italia” nel tempo. Sempre sulle noti musicali del DJ, il pubblico ha ascoltato la lettura della lapide della piazza che ricorda le vittime di guerre e violenze nel mondo, interpretata da Khelia. La presenza di Viviana Altamura, assessore del Comune di Terni, ha offerto all’incontro nella piazza anche un carattere istituzionale parlando al microfono di “Voci dal mondo” di vari temi tra cui, quelli delle principali politiche sociali attuate per favorire l’inclusione e l’assistenza sociale degli immigrati e delle loro famiglie, del diritto allo studio e l’accesso ai servizi educativi per i migranti presenti sul territorio. Per concludere, sono stati toccati i temi delle pari opportunità, per gli immigrati in particolare per le donne e i giovani nelle politiche sociali ed educative dell’amministrazione comunale e delle strategie che vengono adottate per promuovere la partecipazione attiva degli stranieri e delle loro comunità nella vita sociale e culturale della città. Ricordando la cultura come parola chiave della serata afferma ai microfoni di “Voci dal mondo” che “perché tutte queste persone che arrivano con il loro bagaglio culturale vanno solo ad arricchire la nostra comunità e quindi sta a noi amministratori anche cercare di trovare la chiave di volta per fare in modo che la loro cultura possa integrarsi alla nostra e quindi iniziare un vero e proprio dialogo. La dottoressa Viorica Bunduc sociologa di origini rumene, che vive in Italia da più di 20 anni e collabora come consulente del sindaco in varie iniziative tra cui la migrazione, ha ricordato che “le storie sono tante perché ognuno di noi siamo portatori de storie, portatori di ricchezze” e che “ogni esperienza può diventare un trauma o può diventare un’esperienza da cui possiamo imparare qualcosa”. Inoltre è la direttrice del laboratorio territoriale “Il Punto d’ascolto sociologico” – Asi (Associazione sociologi italiani)”. Questo primo incontro del Progetto "Voci dal Mondo" si è concluso con la testimonianza di Eddy Nembo, originario della Nigeria, a Terni dal 1977. Ha ricordato che “negli anni in cui siamo arrivati qua eravamo quelli che si chiamavano i migranti intellettuali quindi, i migranti che sono venuti esclusivamente per motivi di studio” ma, “la seconda generazione ci mette paura perché ci sono dei rischi e perché i bambini nati in Italia possono essere assimilati e rappresenta proprio l’opposto dell’integrazione e significa spogliarsi della propria identità culturale”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77104,77111,77124,77120,77110,77107,77114,77119,77121,77106,77105,77117,77118,77116,77109,77122,77115,77113,77112,77126,77125,77108"] Marius Daniel Langa]]>

Il progetto “Voci dal mondo” di cui capofila è il settimanale La Voce - con la collaborazione dell’Università per Stranieri di Perugia, l’ong Tamat Ets e Radio Glox, sostenuto dal Fondo di beneficenza di Intesa Sanpaolo - è un’iniziativa creata per raccontare storie di migranti e comunità straniere in Umbria. Costituisce un itinerario, che va da luglio a ottobre, attraverso varie città della regione, con lo scopo di favorire una migliore comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, superando stereotipi e fake news.

Il primo incontro del Progetto "Voci dal Mondo"

Il primo dei quattro incontri previsti nel Progetto "Voci dal Mondo" si è tenuto nella periferia di Terni, nel pomeriggio di sabato 6 luglio, in piazza della Pace, nel quartiere “Villaggio Italia”, una zona del territorio con una forte vocazione multiculturale, ma anche con diversi problemi e criticità. L’incontro di Terni ha offerto la possibilità per parlare con docenti universitari, associazioni di migranti e i migranti stessi e le loro storie personali, con il coinvolgimento dell’assessore del Comune di Terni al welfare, politiche sociali, disabilità e pari opportunità. https://youtu.be/Zm_F2IWyfbQ?si=u0lfoL0llw-f-jcw   Il prorettore dell’Università per Stranieri di Perugia, Rolando Marini docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi, ha introdotto l’incontro con un passaggio storico-culturale sull’evoluzione della migrazione regionale e nazionale, ricordando che la Regione Umbria ha fatto da apripista anche per altre regioni con la legge 18 del 1990 “che ha istituito una serie di iniziative tra cui la consulta regionale dell’immigrazione”.

Le testimonianze

Il pubblico ha ascoltato la storia di Bobby, uno studente dell’università di Roma, arrivato in Italia all’età di 10 anni che vive ormai da 17 anni a Narni. Juliana Casaes Santana Pimentel Xavier laureanda in Scienze politiche all’Università degli studi di Perugia, vive in Italia da 6 anni e ha parlato della sua tesi sui migranti. Fatima ha proseguito con un breve racconto storico sul luogo dell’incontro, piazza della Pace, sulle note musicali del DJ Amani The Black Boy. Presenti anche le associazioni “Fiore blu” e “Arcobaleno e il mare Odv”, con Emanuele Lombardini, abitante del quartiere e giornalista per varie testate, tra cui anche il quotidiano nazionale Avvenire che – con lo sguardo sia del residente sia dell’osservatore/cronista – ha raccontato i cambiamenti della città di Terni e del quartiere “Villaggio Italia” nel tempo. Sempre sulle noti musicali del DJ, il pubblico ha ascoltato la lettura della lapide della piazza che ricorda le vittime di guerre e violenze nel mondo, interpretata da Khelia. La presenza di Viviana Altamura, assessore del Comune di Terni, ha offerto all’incontro nella piazza anche un carattere istituzionale parlando al microfono di “Voci dal mondo” di vari temi tra cui, quelli delle principali politiche sociali attuate per favorire l’inclusione e l’assistenza sociale degli immigrati e delle loro famiglie, del diritto allo studio e l’accesso ai servizi educativi per i migranti presenti sul territorio. Per concludere, sono stati toccati i temi delle pari opportunità, per gli immigrati in particolare per le donne e i giovani nelle politiche sociali ed educative dell’amministrazione comunale e delle strategie che vengono adottate per promuovere la partecipazione attiva degli stranieri e delle loro comunità nella vita sociale e culturale della città. Ricordando la cultura come parola chiave della serata afferma ai microfoni di “Voci dal mondo” che “perché tutte queste persone che arrivano con il loro bagaglio culturale vanno solo ad arricchire la nostra comunità e quindi sta a noi amministratori anche cercare di trovare la chiave di volta per fare in modo che la loro cultura possa integrarsi alla nostra e quindi iniziare un vero e proprio dialogo. La dottoressa Viorica Bunduc sociologa di origini rumene, che vive in Italia da più di 20 anni e collabora come consulente del sindaco in varie iniziative tra cui la migrazione, ha ricordato che “le storie sono tante perché ognuno di noi siamo portatori de storie, portatori di ricchezze” e che “ogni esperienza può diventare un trauma o può diventare un’esperienza da cui possiamo imparare qualcosa”. Inoltre è la direttrice del laboratorio territoriale “Il Punto d’ascolto sociologico” – Asi (Associazione sociologi italiani)”. Questo primo incontro del Progetto "Voci dal Mondo" si è concluso con la testimonianza di Eddy Nembo, originario della Nigeria, a Terni dal 1977. Ha ricordato che “negli anni in cui siamo arrivati qua eravamo quelli che si chiamavano i migranti intellettuali quindi, i migranti che sono venuti esclusivamente per motivi di studio” ma, “la seconda generazione ci mette paura perché ci sono dei rischi e perché i bambini nati in Italia possono essere assimilati e rappresenta proprio l’opposto dell’integrazione e significa spogliarsi della propria identità culturale”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77104,77111,77124,77120,77110,77107,77114,77119,77121,77106,77105,77117,77118,77116,77109,77122,77115,77113,77112,77126,77125,77108"] Marius Daniel Langa]]>
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C’è una piazza della Pace nel cuore di Terni https://www.lavoce.it/ce-una-piazza-della-pace-nel-cuore-di-terni/ https://www.lavoce.it/ce-una-piazza-della-pace-nel-cuore-di-terni/#respond Wed, 10 Jul 2024 16:24:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77857

Piazza della Pace: il cuore di Terni, non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di armonia e coesione che rispecchia la storia e l’anima della città. Le cui origini antiche affondano le radici in epoche diverse, dall’epoca romana al medioevo, e la sua evoluzione fino ai giorni nostri testimonia la capacità di adattamento e resilienza della comunità ternana.

La piazza dove ci si incontra

La piazza, originariamente concepita come luogo di incontro e scambio, ha mantenuto questo carattere multifunzionale attraverso i secoli. Durante il Novecento, ha subito varie trasformazioni a causa degli eventi bellici e delle successive ricostruzioni. Dopo la devastazione della Seconda Guerra mondiale, questa è rinata con una nuova dimensione simbolica, diventando un luogo di memoria e riflessione. È in questo periodo che ha consolidato il suo nome attuale, piazza della Pace, come segno di speranza e impegno verso un futuro di armonia e coesistenza pacifica. Oggi, il campo è uno spazio vivo e dinamico, il fulcro di eventi culturali, manifestazioni pubbliche e celebrazioni. È un luogo dove i cittadini di Terni si ritrovano per condividere momenti di socialità e partecipare alla vita comunitaria. Rappresenta l’identità stessa della comunità ternana, un luogo dove passato e presente si fondono, creando un senso di continuità e appartenenza.

Sulla pietra la memoria di tutte le vittime di ieri e di oggi

Al centro della piazza, una fontana dedicata a varie vittime di conflitti e atti terroristici a livello globale simboleggia la memoria collettiva e il desiderio di pace. La dedica è rivolta non solo agli italiani e agli iracheni vittime delle stragi di Nassiriya e Falluja, ma anche agli israeliani e agli arabi colpiti dagli attentati di Gerusalemme e Tel Aviv, ai palestinesi di Jenin, Gaza e Ramallah, e ai popoli dei Balcani vittime delle pulizie etniche. Essa ricorda inoltre le vittime degli attacchi di New York e Madrid, nonché i sequestrati, i desaparecidos e molte altre vittime di terrorismo e ingiustizie nel mondo. Questa fontana non è solo un monumento, ma un potente simbolo di solidarietà internazionale, sottolineando l’importanza di ricordare le vittime e di lavorare per un futuro di pace. La piazza, con il suo nome evocativo e la sua funzione di luogo di memo ria, testimonia l’impegno della comunità ternana verso la pace e la giustizia.

La piazza è più di uno spazio

In sintesi, piazza della Pace di Terni è molto più di uno spazio urbano; è un simbolo di resilienza, memoria e speranza. Rappresenta un punto di incontro tra passato e presente, dove la comunità può riflettere sul proprio percorso storico e guardare con speranza al futuro. La sua capacità di ospitare eventi e manifestazioni la rende un luogo centrale nella vita dei cittadini, confermandola come il cuore pulsante della città di Terni. Fatima Garouan]]>

Piazza della Pace: il cuore di Terni, non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di armonia e coesione che rispecchia la storia e l’anima della città. Le cui origini antiche affondano le radici in epoche diverse, dall’epoca romana al medioevo, e la sua evoluzione fino ai giorni nostri testimonia la capacità di adattamento e resilienza della comunità ternana.

La piazza dove ci si incontra

La piazza, originariamente concepita come luogo di incontro e scambio, ha mantenuto questo carattere multifunzionale attraverso i secoli. Durante il Novecento, ha subito varie trasformazioni a causa degli eventi bellici e delle successive ricostruzioni. Dopo la devastazione della Seconda Guerra mondiale, questa è rinata con una nuova dimensione simbolica, diventando un luogo di memoria e riflessione. È in questo periodo che ha consolidato il suo nome attuale, piazza della Pace, come segno di speranza e impegno verso un futuro di armonia e coesistenza pacifica. Oggi, il campo è uno spazio vivo e dinamico, il fulcro di eventi culturali, manifestazioni pubbliche e celebrazioni. È un luogo dove i cittadini di Terni si ritrovano per condividere momenti di socialità e partecipare alla vita comunitaria. Rappresenta l’identità stessa della comunità ternana, un luogo dove passato e presente si fondono, creando un senso di continuità e appartenenza.

Sulla pietra la memoria di tutte le vittime di ieri e di oggi

Al centro della piazza, una fontana dedicata a varie vittime di conflitti e atti terroristici a livello globale simboleggia la memoria collettiva e il desiderio di pace. La dedica è rivolta non solo agli italiani e agli iracheni vittime delle stragi di Nassiriya e Falluja, ma anche agli israeliani e agli arabi colpiti dagli attentati di Gerusalemme e Tel Aviv, ai palestinesi di Jenin, Gaza e Ramallah, e ai popoli dei Balcani vittime delle pulizie etniche. Essa ricorda inoltre le vittime degli attacchi di New York e Madrid, nonché i sequestrati, i desaparecidos e molte altre vittime di terrorismo e ingiustizie nel mondo. Questa fontana non è solo un monumento, ma un potente simbolo di solidarietà internazionale, sottolineando l’importanza di ricordare le vittime e di lavorare per un futuro di pace. La piazza, con il suo nome evocativo e la sua funzione di luogo di memo ria, testimonia l’impegno della comunità ternana verso la pace e la giustizia.

La piazza è più di uno spazio

In sintesi, piazza della Pace di Terni è molto più di uno spazio urbano; è un simbolo di resilienza, memoria e speranza. Rappresenta un punto di incontro tra passato e presente, dove la comunità può riflettere sul proprio percorso storico e guardare con speranza al futuro. La sua capacità di ospitare eventi e manifestazioni la rende un luogo centrale nella vita dei cittadini, confermandola come il cuore pulsante della città di Terni. Fatima Garouan]]>
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Inizia da Terni il viaggio di “Voci dal mondo” https://www.lavoce.it/inizia-da-terni-il-viaggio-di-voci-dal-mondo/ https://www.lavoce.it/inizia-da-terni-il-viaggio-di-voci-dal-mondo/#respond Wed, 03 Jul 2024 16:02:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76885

Il progetto “Voci dal mondo” è un’iniziativa ambiziosa, creata per raccontare storie e racconti di migranti e comunità straniere in Umbria. Costituisce un itinerario, che va da luglio a ottobre, attraverso varie città della regione, con lo scopo di favorire una miglior comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, superando stereotipi e fake news. Il primo dei quattro incontri si terrà nella periferia di Terni sabato 6 luglio, alle ore 18.00 in Piazza della Pace, nel quartiere “Villaggio Italia”, una zona di Terni con una forte vocazione multiculturale, ma anche con diversi problemi e criticità.

Un progetto di inclusione e storytelling

Promosso dal settimanale umbro La Voce, dall’emittente Radio Glox (già Umbria Radio InBlu) e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia e con il sostegno del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. Il progetto “Voci dal mondo” è riuscito a creare una vera e propria redazione multietnica e multiculturale, ideata per raccontare le migrazioni e le comunità di stranieri sul territorio umbro grazie allo sguardo e alla voce dei migranti che vivono nella regione. Il progetto si propone come principale obiettivo di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone con background migratorio in Umbria, attraverso una nuova forma di “storytelling”, cioè di racconto. I migranti stessi, dunque, diventano protagonisti in prima persona attraverso il racconto delle proprie esperienze e quelle da loro raccolte, attraverso l’organizzazione di incontri pubblici, la realizzazione, pubblicazione e diffusione di interviste e reportage.

Il percorso formativo

[caption id="attachment_76902" align="alignnone" width="400"] Uno degli incontri di formazione previsti nel progetto "Voci dal mondo"[/caption] Sedici giovani migranti che hanno scelto l’Umbria come terra adottiva per un periodo di tempo o per sempre, partecipano al progetto. A seguito della prima fase di presentazione delle candidature e di creazione del gruppo di redazione di “Voci dal mondo”, i giovani hanno preso parte ad un percorso di formazione in lingua italiana applicata al lessico e alle tecniche di comunicazione e ad un corso teorico-pratico di tecniche di comunicazione con i giornalisti del settimanale La Voce e i colleghi dell’emittente perugina Radio Glox. Il team della redazione organizza incontri pubblici con le comunità di migranti nelle varie città umbre per condividere storie, esperienze e buone pratiche di integrazione, e per raccogliere materiale documentario destinato alla pubblicazione e ai reportage. Questi laboratori pratici mirano alla produzione di approfondimenti e focus pubblicati dal settimanale La Voce, alla trasmissione di rubriche telefoniche da parte di Radio Glox, diffusione di racconti attraverso immagini fotografiche e video su web e social media.

La Piazza della Pace di Terni come punto di incontro multiculturale

[embed]https://youtube.com/shorts/24dOIfxJpr0?feature=share[/embed] Nel primo appuntamento del viaggio della redazione di “Voci dal mondo”, il quale si terrà a Terni (dalle ore 18) in Piazza della Pace, verranno presentate storie e racconti di persone che hanno sperimentato sulla propria pelle la migrazione, di associazioni, esperienze istituzionali e realtà del terzo settore che operano ogni giorno con i migranti. Tra queste troviamo:
  • “Arcobaleno e il mare” che si occupa di iniziative volte alla facilitazione di una piena integrazione dei migranti,
  • Cesvol che svolge attività di volontariato ispirandosi a valori di solidarietà e democrazia,
  • il Comune di Terni,
  • la parrocchia del Carmelo che si occupa di un oratorio multiculturale e interreligioso.
Tutto questo avrà luogo nella Piazza della Pace, che offrirà un decoro pieno di significato e valore storico e culturale. Questa piazza è un luogo di integrazione multiculturale e un punto di unione per la comunità locale, ricorda le vittime della tragedia di Lampedusa e la sua fontana è dedicata a tutte le vittime nel mondo, dei terrorismi alimentati dalle guerre, dai fanatismi e dalle ingiustizie. Gabriela Denisa Ioana Marius Daniel Langa                        ]]>

Il progetto “Voci dal mondo” è un’iniziativa ambiziosa, creata per raccontare storie e racconti di migranti e comunità straniere in Umbria. Costituisce un itinerario, che va da luglio a ottobre, attraverso varie città della regione, con lo scopo di favorire una miglior comprensione del fenomeno migratorio, la diffusione di buone pratiche di accoglienza e integrazione, superando stereotipi e fake news. Il primo dei quattro incontri si terrà nella periferia di Terni sabato 6 luglio, alle ore 18.00 in Piazza della Pace, nel quartiere “Villaggio Italia”, una zona di Terni con una forte vocazione multiculturale, ma anche con diversi problemi e criticità.

Un progetto di inclusione e storytelling

Promosso dal settimanale umbro La Voce, dall’emittente Radio Glox (già Umbria Radio InBlu) e dalla Ong Tamat Ets, in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia e con il sostegno del Fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo. Il progetto “Voci dal mondo” è riuscito a creare una vera e propria redazione multietnica e multiculturale, ideata per raccontare le migrazioni e le comunità di stranieri sul territorio umbro grazie allo sguardo e alla voce dei migranti che vivono nella regione. Il progetto si propone come principale obiettivo di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone con background migratorio in Umbria, attraverso una nuova forma di “storytelling”, cioè di racconto. I migranti stessi, dunque, diventano protagonisti in prima persona attraverso il racconto delle proprie esperienze e quelle da loro raccolte, attraverso l’organizzazione di incontri pubblici, la realizzazione, pubblicazione e diffusione di interviste e reportage.

Il percorso formativo

[caption id="attachment_76902" align="alignnone" width="400"] Uno degli incontri di formazione previsti nel progetto "Voci dal mondo"[/caption] Sedici giovani migranti che hanno scelto l’Umbria come terra adottiva per un periodo di tempo o per sempre, partecipano al progetto. A seguito della prima fase di presentazione delle candidature e di creazione del gruppo di redazione di “Voci dal mondo”, i giovani hanno preso parte ad un percorso di formazione in lingua italiana applicata al lessico e alle tecniche di comunicazione e ad un corso teorico-pratico di tecniche di comunicazione con i giornalisti del settimanale La Voce e i colleghi dell’emittente perugina Radio Glox. Il team della redazione organizza incontri pubblici con le comunità di migranti nelle varie città umbre per condividere storie, esperienze e buone pratiche di integrazione, e per raccogliere materiale documentario destinato alla pubblicazione e ai reportage. Questi laboratori pratici mirano alla produzione di approfondimenti e focus pubblicati dal settimanale La Voce, alla trasmissione di rubriche telefoniche da parte di Radio Glox, diffusione di racconti attraverso immagini fotografiche e video su web e social media.

La Piazza della Pace di Terni come punto di incontro multiculturale

[embed]https://youtube.com/shorts/24dOIfxJpr0?feature=share[/embed] Nel primo appuntamento del viaggio della redazione di “Voci dal mondo”, il quale si terrà a Terni (dalle ore 18) in Piazza della Pace, verranno presentate storie e racconti di persone che hanno sperimentato sulla propria pelle la migrazione, di associazioni, esperienze istituzionali e realtà del terzo settore che operano ogni giorno con i migranti. Tra queste troviamo:
  • “Arcobaleno e il mare” che si occupa di iniziative volte alla facilitazione di una piena integrazione dei migranti,
  • Cesvol che svolge attività di volontariato ispirandosi a valori di solidarietà e democrazia,
  • il Comune di Terni,
  • la parrocchia del Carmelo che si occupa di un oratorio multiculturale e interreligioso.
Tutto questo avrà luogo nella Piazza della Pace, che offrirà un decoro pieno di significato e valore storico e culturale. Questa piazza è un luogo di integrazione multiculturale e un punto di unione per la comunità locale, ricorda le vittime della tragedia di Lampedusa e la sua fontana è dedicata a tutte le vittime nel mondo, dei terrorismi alimentati dalle guerre, dai fanatismi e dalle ingiustizie. Gabriela Denisa Ioana Marius Daniel Langa                        ]]>
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Migranti. Il progetto “Voci dal mondo” in cerca di comunicatori https://www.lavoce.it/migranti-il-progetto-voci-dal-mondo-in-cerca-di-comunicatori/ https://www.lavoce.it/migranti-il-progetto-voci-dal-mondo-in-cerca-di-comunicatori/#respond Wed, 18 Oct 2023 12:22:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73692 Uomo africano con microfono e cuffie che parla in radio

Sarà una vera e propria redazione nella redazione - multietnica, multiculturale e interreligiosa - quella che nascerà dal progetto “Voci dal mondo”, promosso dal settimanale La Voce, dall’emittente Umbria Radio InBlu e dalla Ong Tamat Ets, con la collaborazione della società cooperativa Unitatis Redintegratio.

Un progetto nato per raccontare le migrazioni e la presenza di comunità di stranieri sul territorio umbro grazie allo sguardo e alla voce proprio dei migranti che vivono nella nostra regione. Finanziato in buona parte da Intesa Sanpaolo, il progetto si propone di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone che vivono a Perugia e in Umbria con un background personale o familiare di migrazione.

Tra gli obiettivi c’è quello di renderli protagonisti in prima persona di una nuova forma di storytelling - cioè di racconto - attraverso l’organizzazione di incontri pubblici, la realizzazione, pubblicazione e diffusione di interviste e reportage per raccontare storie di migranti e migrazione. Un modo per favorire una migliore e più completa comprensione del fenomeno, narrato al di là degli stereotipi e delle fake news.

La partecipazione al progetto - che durerà un anno - è rivolta a stranieri che hanno scelto l’Umbria come terra adottiva, per un periodo di tempo o per sempre. Si apre proprio in questi giorni una fase di presentazione delle candidature e poi di formazione del gruppo che andrà a comporre la redazione di “Voci dal mondo”.

Le persone inserite nel progetto potranno partecipare a un percorso di formazione in lingua italiana applicata alle tecniche e al lessico della comunicazione, a un corso teorico-pratico di tecniche della comunicazione giornalistica presso la redazione del settimanale La Voce e di tecniche della comunicazione radiofonica negli studi dell’emittente Umbria Radio InBlu.

Si apriranno poi i laboratori pratici finalizzati alla produzione di approfondimenti e focus pubblicati dal settimanale La Voce e rubriche radiofoniche trasmesse da Umbria Radio sul tema dell'integrazione delle persone migranti nelle comunità locali dell’Umbria. Infine, sarà creato uno staff per l’animazione di incontri con le comunità migranti in varie città dell’Umbria, per la raccolta di materiale documentario da utilizzare per le pubblicazioni e i reportage.

Tutti coloro che hanno una storia personale o familiare di migrazione e sono interessati a partecipare, possono proporre la loro candidatura compilando e inviando il form on line disponibile al link: https://bit.ly/vocidalmondo.

Il modulo di partecipazione può essere compilato entro il 29 ottobre 2023. Per informazioni sul progetto e le modalità di partecipazione si può contattare il numero telefonico 3927332790 o scrivere una mail a vocidalmondoumbria@gmail.com.

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Uomo africano con microfono e cuffie che parla in radio

Sarà una vera e propria redazione nella redazione - multietnica, multiculturale e interreligiosa - quella che nascerà dal progetto “Voci dal mondo”, promosso dal settimanale La Voce, dall’emittente Umbria Radio InBlu e dalla Ong Tamat Ets, con la collaborazione della società cooperativa Unitatis Redintegratio.

Un progetto nato per raccontare le migrazioni e la presenza di comunità di stranieri sul territorio umbro grazie allo sguardo e alla voce proprio dei migranti che vivono nella nostra regione. Finanziato in buona parte da Intesa Sanpaolo, il progetto si propone di favorire e rafforzare l’inclusione sociale delle persone che vivono a Perugia e in Umbria con un background personale o familiare di migrazione.

Tra gli obiettivi c’è quello di renderli protagonisti in prima persona di una nuova forma di storytelling - cioè di racconto - attraverso l’organizzazione di incontri pubblici, la realizzazione, pubblicazione e diffusione di interviste e reportage per raccontare storie di migranti e migrazione. Un modo per favorire una migliore e più completa comprensione del fenomeno, narrato al di là degli stereotipi e delle fake news.

La partecipazione al progetto - che durerà un anno - è rivolta a stranieri che hanno scelto l’Umbria come terra adottiva, per un periodo di tempo o per sempre. Si apre proprio in questi giorni una fase di presentazione delle candidature e poi di formazione del gruppo che andrà a comporre la redazione di “Voci dal mondo”.

Le persone inserite nel progetto potranno partecipare a un percorso di formazione in lingua italiana applicata alle tecniche e al lessico della comunicazione, a un corso teorico-pratico di tecniche della comunicazione giornalistica presso la redazione del settimanale La Voce e di tecniche della comunicazione radiofonica negli studi dell’emittente Umbria Radio InBlu.

Si apriranno poi i laboratori pratici finalizzati alla produzione di approfondimenti e focus pubblicati dal settimanale La Voce e rubriche radiofoniche trasmesse da Umbria Radio sul tema dell'integrazione delle persone migranti nelle comunità locali dell’Umbria. Infine, sarà creato uno staff per l’animazione di incontri con le comunità migranti in varie città dell’Umbria, per la raccolta di materiale documentario da utilizzare per le pubblicazioni e i reportage.

Tutti coloro che hanno una storia personale o familiare di migrazione e sono interessati a partecipare, possono proporre la loro candidatura compilando e inviando il form on line disponibile al link: https://bit.ly/vocidalmondo.

Il modulo di partecipazione può essere compilato entro il 29 ottobre 2023. Per informazioni sul progetto e le modalità di partecipazione si può contattare il numero telefonico 3927332790 o scrivere una mail a vocidalmondoumbria@gmail.com.

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