Gubbio Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/territorio/z3/ Settimanale di informazione regionale Sat, 03 Feb 2024 16:30:12 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Gubbio Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/territorio/z3/ 32 32 Perugia, Città di Castello e Gubbio celebrano insieme san Francesco di Sales https://www.lavoce.it/perugia-citta-di-castello-e-gubbio-celebrano-insieme-san-francesco-di-sales/ https://www.lavoce.it/perugia-citta-di-castello-e-gubbio-celebrano-insieme-san-francesco-di-sales/#respond Sat, 03 Feb 2024 16:25:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74838

È stato un incontro partecipato e proficuo tra vescovi, giornalisti e operatori dei media, quello che si è tenuto la mattina del 3 febbraio nella Sala San Francesco dell’Arcivescovado di Perugia, a pochi giorni dalla memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono degli addetti all’informazione e comunicazione, che si ricorda ogni anno il 24 gennaio.

La riflessione sulla comunicazione

Sono intervenuti l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, delegato della Conferenza episcopale umbra (Ceu) per le Comunicazioni sociali, il vescovo delle diocesi di Città di Castello e di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, e i rappresentanti dell’Ordine regionale dei Giornalisti e dell’Associazione stampa umbra (Asu-Fnsi), le vice presidenti Donatella Binaglia e Noemi Campanella. Promosso dagli Uffici diocesani per le Comunicazioni sociali delle tre diocesi e dalla sezione umbra dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), l’incontro è stato un’occasione di riflessioni sul presente e sul futuro del mondo dei media con non poche criticità, ma anche con altrettante potenzialità e professionalità, alla luce del recente messaggio di papa Francesco per la LVIII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali incentrato sull’Intelligenza Artificiale, “per una comunicazione pienamente umana”.

Le videointerviste

https://youtu.be/2IXZGBt0K5c

Il dialogo su Chiesa e media in Umbria

Diversi gli stimoli giunti al riguardo dagli stessi presuli e condivisi dagli operatori dei media, dando vita a un confronto e scambio di idee e di ascolto reciproco con l’intento comune di darsi appuntamento annualmente tra Pastori delle Chiese umbre e il mondo dei media. Questo nell’accogliere l’invito dei primi ad avere capacità di discernimento, fare un’informazione vera, nel rispetto delle regole e dare voce a quanti vivono ai margini della società. I Vescovi, nel contempo, non hanno esitato a chiedere agli operatori dei media di indicare le criticità della comunicazione della Chiesa. Questi ultimi hanno apprezzato e incoraggiato i due Pastori per aver voluto insieme l’incontro annuale della festa di san Francesco di Sales, la cui finalità è quella di essere sempre più Chiese che superano i confini pastorali, aperte alla collaborazione, unite e in dialogo tra loro e con gli altri, perché a trarne beneficio è l’intera società. Un esempio da imitare anche al di fuori della Chiesa. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La gallery dell'incontro (foto Michele Castellani)" columns="4" ids="74840,74839,74841,74842"]]]>

È stato un incontro partecipato e proficuo tra vescovi, giornalisti e operatori dei media, quello che si è tenuto la mattina del 3 febbraio nella Sala San Francesco dell’Arcivescovado di Perugia, a pochi giorni dalla memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono degli addetti all’informazione e comunicazione, che si ricorda ogni anno il 24 gennaio.

La riflessione sulla comunicazione

Sono intervenuti l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, delegato della Conferenza episcopale umbra (Ceu) per le Comunicazioni sociali, il vescovo delle diocesi di Città di Castello e di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, e i rappresentanti dell’Ordine regionale dei Giornalisti e dell’Associazione stampa umbra (Asu-Fnsi), le vice presidenti Donatella Binaglia e Noemi Campanella. Promosso dagli Uffici diocesani per le Comunicazioni sociali delle tre diocesi e dalla sezione umbra dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi), l’incontro è stato un’occasione di riflessioni sul presente e sul futuro del mondo dei media con non poche criticità, ma anche con altrettante potenzialità e professionalità, alla luce del recente messaggio di papa Francesco per la LVIII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali incentrato sull’Intelligenza Artificiale, “per una comunicazione pienamente umana”.

Le videointerviste

https://youtu.be/2IXZGBt0K5c

Il dialogo su Chiesa e media in Umbria

Diversi gli stimoli giunti al riguardo dagli stessi presuli e condivisi dagli operatori dei media, dando vita a un confronto e scambio di idee e di ascolto reciproco con l’intento comune di darsi appuntamento annualmente tra Pastori delle Chiese umbre e il mondo dei media. Questo nell’accogliere l’invito dei primi ad avere capacità di discernimento, fare un’informazione vera, nel rispetto delle regole e dare voce a quanti vivono ai margini della società. I Vescovi, nel contempo, non hanno esitato a chiedere agli operatori dei media di indicare le criticità della comunicazione della Chiesa. Questi ultimi hanno apprezzato e incoraggiato i due Pastori per aver voluto insieme l’incontro annuale della festa di san Francesco di Sales, la cui finalità è quella di essere sempre più Chiese che superano i confini pastorali, aperte alla collaborazione, unite e in dialogo tra loro e con gli altri, perché a trarne beneficio è l’intera società. Un esempio da imitare anche al di fuori della Chiesa. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La gallery dell'incontro (foto Michele Castellani)" columns="4" ids="74840,74839,74841,74842"]]]>
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Gubbio e Città di Castello: le celebrazioni natalizie del vescovo Luciano https://www.lavoce.it/le-celebrazioni-natalizie-del-vescovo-luciano-a-gubbio-e-castello/ Sat, 24 Dec 2022 15:15:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69758

C’è il rischio di rimanere “irretiti dalle fatiche quotidiane o dagli allarmi sociali che da ogni parte e in più modi ci raggiungono e ci trafiggono”. Non nasconde le difficoltà del periodo storico che stiamo vivendo, il vescovo Luciano Paolucci Bedini, pastore delle diocesi di Gubbio e di Città di Castello. “Mentre tante voci - scrive alle sue comunità - sembrano dirci di frenare, di chiuderci, di difenderci, di evitare di esporci, di rischiare il nuovo, di sperare il meglio, l’unica voce della parola sacra ci invita ad alzarci e riprendere il cammino verso Colui che viene per noi e per la nostra salvezza”.

Un messaggio tra realismo e speranza

Il messaggio per il Natale ormai alle porte è di grande realismo e - al tempo stesso - di profonda speranza. “Come nell’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio, senza nostra supplica o impegno, il Signore è entrato silenziosamente nella nostra storia - scrive ancora il vescovo Luciano -, così ogni giorno la sua presenza si manifesta nella comunità degli uomini con le forme e i colori della tenerezza, della vicinanza, della compassione, della cura e dell’accoglienza. La forza potente dell’Amore di Dio Padre continua ad accompagnare i passi dei suoi figli che attraversano con timore e smarrimento i giorni e i tempi. Un avvento continuo e fedele che non ci lascia soli e ci invita a guardare con fiducia e speranza il presente di cui siamo ospiti, certi di un futuro di libertà e di pace di cui siamo già eredi”. L’invito del Vescovo è quello ad avere un duplice sguardo: da una parte al passato e alla memoria liturgica del Natale e, dall’altra, all’orizzonte di domani e al ritorno di quel Gesù che è “apostolo della vita piena e della vera pace”. “È questo - continua - che noi cristiani crediamo e speriamo. È questo che la fede ci comunica e che insieme celebriamo. È questo che dà la direzione alla nostra vita e le impedisce di appiattirsi sul presente terreno. È questo che ci conforta a voler vivere la storia che ci è data attivamente, sporcandoci le mani, coinvolgendoci insieme, senza tirarci indietro, portando in ogni incontro il riflesso dell’attesa di Gesù”.

Un cammino che continua insieme

Infine, l’augurio natalizio alle due diocesi dell’alta Umbria, unite insieme dal giugno scorso proprio nella figura del Vescovo. “Alle comunità sorelle di Gubbio e di Città di Castello - scrive Paolucci Bedini - voglio augurare un cammino intenso, pieno di ascolto e di incontri luminosi, e un Natale nuovo, ricco di stupore, sintonizzato sui battiti del cuore di Dio, mai sazio di aprire porte e donare abbracci. Uniti camminiamo... Maranatha! Vieni Signore Gesù!”.

Le celebrazioni del vescovo Luciano a Gubbio

Per il primo anno, dal suo ingresso nel 2017 come pastore della Chiesa eugubina, il vescovo Luciano Paolucci Bedini dovrà dividersi fra le comunità diocesane di Gubbio e Città di Castello per le celebrazioni liturgiche natalizie. A Gubbio, celebra la santa messa del Natale del Signore alle ore 17 di domenica 25 dicembre, nella basilica di Sant’Ubaldo. Il primo gennaio 2023, solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata mondiale della Pace, il vescovo Luciano presiede la messa delle ore 18 nella chiesa di San Giovanni. Nel giorno dell’Epifania, alle ore 10 del mattino del 6 gennaio, celebra presso la casa di riposo “Mosca”.

…e quelle in diocesi di Città di Castello

Il 24 dicembre, alle ore 24, mons. Paolucci Bedini, celebra la messa della vigilia di Natale nella cattedrale di Città di Castello. Il 31 dicembre presiede il Te Deum sempre nella cattedrale tifernate alle ore 18.30. Nella “chiesa madre” dedicata ai patroni Florido e Amanzio si celebra anche la messa dell’Epifania alle ore 18.30. Il 30 dicembre, alle ore 21, il vescovo Luciano celebra la messa al santuario della Madonna delle Grazie per la “Festa della Santa famiglia” insieme alle famiglie della diocesi. Gli sposi rinnoveranno le loro promesse nuziali.]]>

C’è il rischio di rimanere “irretiti dalle fatiche quotidiane o dagli allarmi sociali che da ogni parte e in più modi ci raggiungono e ci trafiggono”. Non nasconde le difficoltà del periodo storico che stiamo vivendo, il vescovo Luciano Paolucci Bedini, pastore delle diocesi di Gubbio e di Città di Castello. “Mentre tante voci - scrive alle sue comunità - sembrano dirci di frenare, di chiuderci, di difenderci, di evitare di esporci, di rischiare il nuovo, di sperare il meglio, l’unica voce della parola sacra ci invita ad alzarci e riprendere il cammino verso Colui che viene per noi e per la nostra salvezza”.

Un messaggio tra realismo e speranza

Il messaggio per il Natale ormai alle porte è di grande realismo e - al tempo stesso - di profonda speranza. “Come nell’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio, senza nostra supplica o impegno, il Signore è entrato silenziosamente nella nostra storia - scrive ancora il vescovo Luciano -, così ogni giorno la sua presenza si manifesta nella comunità degli uomini con le forme e i colori della tenerezza, della vicinanza, della compassione, della cura e dell’accoglienza. La forza potente dell’Amore di Dio Padre continua ad accompagnare i passi dei suoi figli che attraversano con timore e smarrimento i giorni e i tempi. Un avvento continuo e fedele che non ci lascia soli e ci invita a guardare con fiducia e speranza il presente di cui siamo ospiti, certi di un futuro di libertà e di pace di cui siamo già eredi”. L’invito del Vescovo è quello ad avere un duplice sguardo: da una parte al passato e alla memoria liturgica del Natale e, dall’altra, all’orizzonte di domani e al ritorno di quel Gesù che è “apostolo della vita piena e della vera pace”. “È questo - continua - che noi cristiani crediamo e speriamo. È questo che la fede ci comunica e che insieme celebriamo. È questo che dà la direzione alla nostra vita e le impedisce di appiattirsi sul presente terreno. È questo che ci conforta a voler vivere la storia che ci è data attivamente, sporcandoci le mani, coinvolgendoci insieme, senza tirarci indietro, portando in ogni incontro il riflesso dell’attesa di Gesù”.

Un cammino che continua insieme

Infine, l’augurio natalizio alle due diocesi dell’alta Umbria, unite insieme dal giugno scorso proprio nella figura del Vescovo. “Alle comunità sorelle di Gubbio e di Città di Castello - scrive Paolucci Bedini - voglio augurare un cammino intenso, pieno di ascolto e di incontri luminosi, e un Natale nuovo, ricco di stupore, sintonizzato sui battiti del cuore di Dio, mai sazio di aprire porte e donare abbracci. Uniti camminiamo... Maranatha! Vieni Signore Gesù!”.

Le celebrazioni del vescovo Luciano a Gubbio

Per il primo anno, dal suo ingresso nel 2017 come pastore della Chiesa eugubina, il vescovo Luciano Paolucci Bedini dovrà dividersi fra le comunità diocesane di Gubbio e Città di Castello per le celebrazioni liturgiche natalizie. A Gubbio, celebra la santa messa del Natale del Signore alle ore 17 di domenica 25 dicembre, nella basilica di Sant’Ubaldo. Il primo gennaio 2023, solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata mondiale della Pace, il vescovo Luciano presiede la messa delle ore 18 nella chiesa di San Giovanni. Nel giorno dell’Epifania, alle ore 10 del mattino del 6 gennaio, celebra presso la casa di riposo “Mosca”.

…e quelle in diocesi di Città di Castello

Il 24 dicembre, alle ore 24, mons. Paolucci Bedini, celebra la messa della vigilia di Natale nella cattedrale di Città di Castello. Il 31 dicembre presiede il Te Deum sempre nella cattedrale tifernate alle ore 18.30. Nella “chiesa madre” dedicata ai patroni Florido e Amanzio si celebra anche la messa dell’Epifania alle ore 18.30. Il 30 dicembre, alle ore 21, il vescovo Luciano celebra la messa al santuario della Madonna delle Grazie per la “Festa della Santa famiglia” insieme alle famiglie della diocesi. Gli sposi rinnoveranno le loro promesse nuziali.]]>
Le Diocesi di Gubbio e Città di Castello per le comunità colpite dal maltempo https://www.lavoce.it/le-diocesi-di-gubbio-e-citta-di-castello-nelle-comunita-colpite-dal-maltempo/ Sat, 17 Sep 2022 15:32:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68644 danni maltempo

La Caritas italiana e quella diocesana di Gubbio sono pronte a intervenire in aiuto delle comunità locali colpite dalla straordinaria ondata di maltempo e di pioggia che si è scatenata nella serata del 15 settembre. Il direttore nazionale della Caritas, don Marco Pagniello, è in contatto con il vescovo Luciano Paolucci Bedini e con il direttore diocesano dell’organismo pastorale della Chiesa italiana, Luca Uccellani. E a loro ha manifestato la disponibilità a sostenere situazioni di bisogno familiari e comunitarie. Stamattina, il vescovo Luciano, insieme ad alcuni sacerdoti, ai responsabili di economato, edilizia di culto e Caritas diocesana, ha raggiunto la cittadina di Cantiano per verificare di persone le necessità e i bisogni in questa fase di emergenza causata dal maltempo, come anche nelle prossime settimane. Già da ieri, la curia eugubina ha inviato nel borgo marchigiano una squadra della cooperativa sociale Corinzi 13, insieme a restauratori della Ikuvium RC e all’architetto Francesco Raschi. Un intervento immediato per aiutare il parroco don Marco Cardoni nelle prime opere di sgombero e rimozione di fango e detriti che hanno invaso le chiese cantianesi.

I danni causati dal maltempo

"Nei locali parrocchiali -spiega l’architetto Raschi- il fango ha invaso il piano terra e il seminterrato. Abbiamo dovuto smontare una parte del ponteggio sulla facciata in quanto era ormai pericolante. Già da ieri mattina ci sono quattro operai dell’impresa appaltatrice dei lavori che sta cercando di ripulire il tutto e nel giro di qualche giorno ci riusciremo. L’obiettivo è quello di provare a ripartire con la sistemazione dell’interno dei locali già la prossima settimana. Per le chiese è molto più complicata: hanno subito danni gravissimi e tutti gli arredi interni posti fino a un metro e mezzo dal pavimento sono compromessi per la maggior parte. Resta da valutare nei prossimi giorni la parte impiantistica e strutturale, ricoperte dal fango". Oggi è entrato in azione anche un gruppo di volontari della diocesi per mettere in sicurezza e trasferire tutti i documenti e gli archivi parrocchiali, minacciati dall’alluvione. Tante anche le persone che da Gubbio e dintorni si sono mobilitate per aiutare a liberare strade ed edifici da acqua e fango. La Caritas diocesana ha anche rilanciato la raccolta fondi subito attivata dalla parrocchia di San Giovanni Battista di Cantiano, dove i danni appaiono già ingenti. Si possono donare aiuti attraverso il conto corrente con Iban IT35C0538768240000042012035, intestato alla stessa Parrocchia di San Giovanni Battista presso BPER Banca Cantiano, con causale “Emergenza alluvione 2022”. Stessa causale anche per i fondi che sta raccogliendo la Caritas attraverso il conto corrente presso Mps, intestato a Diocesi di Gubbio Caritas, con Iban IT21R0103038480000063165776. Gli aiuti che arriveranno attraverso questo secondo canale saranno destinati soprattutto a particolari situazioni di bisogno causate dagli eventi meteo. Una raccolta fondi ma anche un appello a intervenire con pala e stivali è stato lanciato nelle prime ore anche dal parroco di Scheggia e Pascelupo, don Matteo Monfrinotti. Quella di Cantiano è la zona della diocesi eugubina più colpita dal maltempo di questi giorni, ma ci sono anche altre zone sulle quali è in corso un monitoraggio della situazione per evidenziare situazioni di necessità: tra queste, in particolare, proprio il paese di Scheggia e alcune aree del buranese.

Dopo Cantiano previsto un sopraluogo a Pietralunga

Dopo aver visitato stamattina la comunità e le parrocchie di Cantiano (porzione marchigiana della diocesi di Gubbio), il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha programmato un sopralluogo a Pietralunga (in diocesi di Città di Castello) per domattina alle ore 9.30, con il parroco don Francesco Cosa e il sindaco Mirko Ceci. Anche in questo caso, l’incontro servirà a individuare le necessità delle comunità nell'immediata emergenza e nelle settimane prossime, in modo da poter disporre e organizzare gli aiuti da parte di Caritas e di altri organismi diocesani.]]>
danni maltempo

La Caritas italiana e quella diocesana di Gubbio sono pronte a intervenire in aiuto delle comunità locali colpite dalla straordinaria ondata di maltempo e di pioggia che si è scatenata nella serata del 15 settembre. Il direttore nazionale della Caritas, don Marco Pagniello, è in contatto con il vescovo Luciano Paolucci Bedini e con il direttore diocesano dell’organismo pastorale della Chiesa italiana, Luca Uccellani. E a loro ha manifestato la disponibilità a sostenere situazioni di bisogno familiari e comunitarie. Stamattina, il vescovo Luciano, insieme ad alcuni sacerdoti, ai responsabili di economato, edilizia di culto e Caritas diocesana, ha raggiunto la cittadina di Cantiano per verificare di persone le necessità e i bisogni in questa fase di emergenza causata dal maltempo, come anche nelle prossime settimane. Già da ieri, la curia eugubina ha inviato nel borgo marchigiano una squadra della cooperativa sociale Corinzi 13, insieme a restauratori della Ikuvium RC e all’architetto Francesco Raschi. Un intervento immediato per aiutare il parroco don Marco Cardoni nelle prime opere di sgombero e rimozione di fango e detriti che hanno invaso le chiese cantianesi.

I danni causati dal maltempo

"Nei locali parrocchiali -spiega l’architetto Raschi- il fango ha invaso il piano terra e il seminterrato. Abbiamo dovuto smontare una parte del ponteggio sulla facciata in quanto era ormai pericolante. Già da ieri mattina ci sono quattro operai dell’impresa appaltatrice dei lavori che sta cercando di ripulire il tutto e nel giro di qualche giorno ci riusciremo. L’obiettivo è quello di provare a ripartire con la sistemazione dell’interno dei locali già la prossima settimana. Per le chiese è molto più complicata: hanno subito danni gravissimi e tutti gli arredi interni posti fino a un metro e mezzo dal pavimento sono compromessi per la maggior parte. Resta da valutare nei prossimi giorni la parte impiantistica e strutturale, ricoperte dal fango". Oggi è entrato in azione anche un gruppo di volontari della diocesi per mettere in sicurezza e trasferire tutti i documenti e gli archivi parrocchiali, minacciati dall’alluvione. Tante anche le persone che da Gubbio e dintorni si sono mobilitate per aiutare a liberare strade ed edifici da acqua e fango. La Caritas diocesana ha anche rilanciato la raccolta fondi subito attivata dalla parrocchia di San Giovanni Battista di Cantiano, dove i danni appaiono già ingenti. Si possono donare aiuti attraverso il conto corrente con Iban IT35C0538768240000042012035, intestato alla stessa Parrocchia di San Giovanni Battista presso BPER Banca Cantiano, con causale “Emergenza alluvione 2022”. Stessa causale anche per i fondi che sta raccogliendo la Caritas attraverso il conto corrente presso Mps, intestato a Diocesi di Gubbio Caritas, con Iban IT21R0103038480000063165776. Gli aiuti che arriveranno attraverso questo secondo canale saranno destinati soprattutto a particolari situazioni di bisogno causate dagli eventi meteo. Una raccolta fondi ma anche un appello a intervenire con pala e stivali è stato lanciato nelle prime ore anche dal parroco di Scheggia e Pascelupo, don Matteo Monfrinotti. Quella di Cantiano è la zona della diocesi eugubina più colpita dal maltempo di questi giorni, ma ci sono anche altre zone sulle quali è in corso un monitoraggio della situazione per evidenziare situazioni di necessità: tra queste, in particolare, proprio il paese di Scheggia e alcune aree del buranese.

Dopo Cantiano previsto un sopraluogo a Pietralunga

Dopo aver visitato stamattina la comunità e le parrocchie di Cantiano (porzione marchigiana della diocesi di Gubbio), il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha programmato un sopralluogo a Pietralunga (in diocesi di Città di Castello) per domattina alle ore 9.30, con il parroco don Francesco Cosa e il sindaco Mirko Ceci. Anche in questo caso, l’incontro servirà a individuare le necessità delle comunità nell'immediata emergenza e nelle settimane prossime, in modo da poter disporre e organizzare gli aiuti da parte di Caritas e di altri organismi diocesani.]]>
‘Il Sentiero di Francesco’: conclusa a Gubbio la quattordicesima edizione https://www.lavoce.it/il-sentiero-di-francesco-conclusa-a-gubbio-la-quattordicesima-edizione/ Mon, 05 Sep 2022 13:53:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68199 il sentiero di francesco 2022

Con l'arrivo dei pellegrini a Gubbio si è conclusa nel pomeriggio di sabato 3 settembre la quattordicesima edizione de Il Sentiero di Francesco. "È un’edizione sicuramente molto significativa: prima di tutto perché è la prima dopo la pandemia, con il ritorno di tanti amici e fratelli di varie parti d'Italia e anche d'Europa. Tutti con il grande desiderio di compiere ancora una volta questo cammino sulle orme di Francesco, ripercorrere questa storia di novità, di riconciliazione, di liberazione, di fraternità e anche con il desiderio di vivere, nella semplicità di questi giorni, nuovi amicizie e un tempo di immersione nel creato". Il vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, riassume in queste parole le tre intense giornate del pellegrinaggio partito da Assisi il primo settembre e arrivato nella Città dei Ceri sabato 3, dopo aver attraversato il borgo di Valfabbrica. Al parco eugubino della Riconciliazione che abbraccia la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, le decine di pellegrini in cammino sono arrivati con canti di gioia. Nemmeno la pioggia battente di questi ultimi giorni li ha scoraggiati. C'erano bambini, famiglie, chi è abituato a camminare da solo e scopre stavolta la bellezza della condivisione, chi è viandante esperto e chi invece è ai primi passi e scopre il cammino proprio sulla Via di Francesco. Ad accogliere e a salutare i pellegrini de  Il Sentiero di Francesco c'era anche il sindaco eugubino, Filippo Stirati, che ha sottolineato ancora una volta l’importanza del cammino e del contributo all’identità francescana che viene proprio dalla città di Gubbio. Sul luogo che ricorda l’incontro tra San Francesco e la belva feroce che terrorizzava gli eugubini, viene consegnato il Premio Lupo di Gubbio per la riconciliazione alla Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ha sede a Perugia e accoglie i pellegrini in vari ostelli lungo la Francigena, il Cammino di Santiago e la Via di Francesco. Da qualche anno, sul sentiero francescano, la diocesi eugubina ha affidato, proprio alla Confraternita, l’Eremo di San Pietro in Vigneto. Ecco la motivazione del premio: Per la spiritualità fraterna e l'accoglienza generosa che i volontari offrono e condividono con i pellegrini in cammino sulle vie di San Francesco, San Giacomo e lungo la Francigena, affiancandoli con semplicità nel loro percorso di riconciliazione con se stessi, con i fratelli, con Dio e con il Creato.  Il ceramista eugubino Giampietro Rampini ha condensato tutto ciò nella maiolica consegnata dal vescovo Luciano allo storico Paolo Caucci von Saucken e ad alcuni volontari della Confraternita compostelana. "Interpretiamo questo premio -ha commentato il professor Caucci- come un segno molto preciso: il Vescovo, la diocesi e la città di Gubbio vogliono dare un impulso proprio all'accoglienza su questa via di pellegrinaggio. L'accoglienza e l’ospitalità sono fondamentali perché l’hospitium è il luogo dove si ospitano i pellegrini come persone gradite, come persone da accogliere come fossero a casa loro. Di fronte ai grandi appuntamenti che abbiamo nei prossimi anni, specie con gli anniversari francescani, il grande giubileo romano e un nuovo anno santo compostelano, io credo che questo premio voglia significare la necessità di rafforzare proprio la struttura degli hospitales, perché necessario farlo". Con Paolo Caucci von Saucken, la consegna del premio diventa anche l’occasione per fare il punto su cammini e pellegrinaggi in Europa e in Italia, a poche settimane dalla chiusura dell’anno santo giacobeo, il 25 luglio scorso. In crescita i pellegrini sulla Via di Francesco: quest’anno supereranno i numeri pre-pandemia, anche secondo i dati dell’accoglienza presso l’eremo di San Pietro in Vigneto delineati dalla Confraternita. "In questi giorni a Santiago de Compostela -racconta Caucci- è arrivato il pellegrino numero trecento mila di quest'anno e non tutti sono registrati, praticamente sono arrivati già circa quattrocento mila pellegrini a piedi. Questo determina una conseguenza in tutti i campi, anche nel turismo, visto che gli alberghi di Santiago de Compostela nel mese di agosto stavano al 90-95% di occupazione. Quindi è un fenomeno non soltanto religioso ma anche sociale, economico, politico e antropologico perché stiamo vedendo che cambiano anche i tipi di pellegrini. Non sono sempre gli stessi, cambiano le età, sono stagionali, l'estate sono più giovani e a primavera più maturi: un fenomeno molto interessante. Sulla Via di Francesco -continua lo storico e rettore della Confraternita perugina - arriva un pellegrino già molto motivato, che cerca san Francesco principalmente e attraverso il Santo ovviamente cerca Dio, la spiritualità e l'interiorità, quindi c'è già una scelta a monte". L’edizione 2022 de Il Sentiero di Francesco si è chiusa, come di consueto, con la celebrazione della Santa Messa presso la chiesa di San Francesco a Gubbio, presieduta del vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini.]]>
il sentiero di francesco 2022

Con l'arrivo dei pellegrini a Gubbio si è conclusa nel pomeriggio di sabato 3 settembre la quattordicesima edizione de Il Sentiero di Francesco. "È un’edizione sicuramente molto significativa: prima di tutto perché è la prima dopo la pandemia, con il ritorno di tanti amici e fratelli di varie parti d'Italia e anche d'Europa. Tutti con il grande desiderio di compiere ancora una volta questo cammino sulle orme di Francesco, ripercorrere questa storia di novità, di riconciliazione, di liberazione, di fraternità e anche con il desiderio di vivere, nella semplicità di questi giorni, nuovi amicizie e un tempo di immersione nel creato". Il vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, riassume in queste parole le tre intense giornate del pellegrinaggio partito da Assisi il primo settembre e arrivato nella Città dei Ceri sabato 3, dopo aver attraversato il borgo di Valfabbrica. Al parco eugubino della Riconciliazione che abbraccia la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, le decine di pellegrini in cammino sono arrivati con canti di gioia. Nemmeno la pioggia battente di questi ultimi giorni li ha scoraggiati. C'erano bambini, famiglie, chi è abituato a camminare da solo e scopre stavolta la bellezza della condivisione, chi è viandante esperto e chi invece è ai primi passi e scopre il cammino proprio sulla Via di Francesco. Ad accogliere e a salutare i pellegrini de  Il Sentiero di Francesco c'era anche il sindaco eugubino, Filippo Stirati, che ha sottolineato ancora una volta l’importanza del cammino e del contributo all’identità francescana che viene proprio dalla città di Gubbio. Sul luogo che ricorda l’incontro tra San Francesco e la belva feroce che terrorizzava gli eugubini, viene consegnato il Premio Lupo di Gubbio per la riconciliazione alla Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ha sede a Perugia e accoglie i pellegrini in vari ostelli lungo la Francigena, il Cammino di Santiago e la Via di Francesco. Da qualche anno, sul sentiero francescano, la diocesi eugubina ha affidato, proprio alla Confraternita, l’Eremo di San Pietro in Vigneto. Ecco la motivazione del premio: Per la spiritualità fraterna e l'accoglienza generosa che i volontari offrono e condividono con i pellegrini in cammino sulle vie di San Francesco, San Giacomo e lungo la Francigena, affiancandoli con semplicità nel loro percorso di riconciliazione con se stessi, con i fratelli, con Dio e con il Creato.  Il ceramista eugubino Giampietro Rampini ha condensato tutto ciò nella maiolica consegnata dal vescovo Luciano allo storico Paolo Caucci von Saucken e ad alcuni volontari della Confraternita compostelana. "Interpretiamo questo premio -ha commentato il professor Caucci- come un segno molto preciso: il Vescovo, la diocesi e la città di Gubbio vogliono dare un impulso proprio all'accoglienza su questa via di pellegrinaggio. L'accoglienza e l’ospitalità sono fondamentali perché l’hospitium è il luogo dove si ospitano i pellegrini come persone gradite, come persone da accogliere come fossero a casa loro. Di fronte ai grandi appuntamenti che abbiamo nei prossimi anni, specie con gli anniversari francescani, il grande giubileo romano e un nuovo anno santo compostelano, io credo che questo premio voglia significare la necessità di rafforzare proprio la struttura degli hospitales, perché necessario farlo". Con Paolo Caucci von Saucken, la consegna del premio diventa anche l’occasione per fare il punto su cammini e pellegrinaggi in Europa e in Italia, a poche settimane dalla chiusura dell’anno santo giacobeo, il 25 luglio scorso. In crescita i pellegrini sulla Via di Francesco: quest’anno supereranno i numeri pre-pandemia, anche secondo i dati dell’accoglienza presso l’eremo di San Pietro in Vigneto delineati dalla Confraternita. "In questi giorni a Santiago de Compostela -racconta Caucci- è arrivato il pellegrino numero trecento mila di quest'anno e non tutti sono registrati, praticamente sono arrivati già circa quattrocento mila pellegrini a piedi. Questo determina una conseguenza in tutti i campi, anche nel turismo, visto che gli alberghi di Santiago de Compostela nel mese di agosto stavano al 90-95% di occupazione. Quindi è un fenomeno non soltanto religioso ma anche sociale, economico, politico e antropologico perché stiamo vedendo che cambiano anche i tipi di pellegrini. Non sono sempre gli stessi, cambiano le età, sono stagionali, l'estate sono più giovani e a primavera più maturi: un fenomeno molto interessante. Sulla Via di Francesco -continua lo storico e rettore della Confraternita perugina - arriva un pellegrino già molto motivato, che cerca san Francesco principalmente e attraverso il Santo ovviamente cerca Dio, la spiritualità e l'interiorità, quindi c'è già una scelta a monte". L’edizione 2022 de Il Sentiero di Francesco si è chiusa, come di consueto, con la celebrazione della Santa Messa presso la chiesa di San Francesco a Gubbio, presieduta del vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini.]]>
‘Il Sentiero di Francesco’: XIV edizione del pellegrinaggio a piedi tra Assisi e Gubbio https://www.lavoce.it/il-sentiero-di-francesco-xiv-edizione-del-pellegrinaggio-a-piedi-tra-assisi-e-gubbio/ Wed, 31 Aug 2022 14:16:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68161 Il sentiero di francesco

È tutto pronto per la partenza della quattordicesima edizione de Il Sentiero di Francesco, il pellegrinaggio a piedi tra Assisi, Valfabbrica e Gubbio che, fin dal suo esordio, si svolge nelle giornate dell’1-2-3 settembre. Un cammino sulla Via di Francesco da fare in condivisione, partendo nella ricorrenza della Giornata per la custodia del Creato, per ripercorrere il viaggio compiuto da San Francesco come uomo nuovo, dopo il gesto della spogliazione e la rinuncia alle ricchezze e all’autorità paterna, scegliendo la via della piena conversione. È, dunque, un itinerario che invita a riappropriarsi di una vita lenta, scandita dai ritmi della natura. Un appuntamento che quest’anno prova a ritrovare la formula organizzativa ormai consolidata nel tempo, negli ultimi due anni adattata alle esigenze dettate dall’emergenza sanitaria Covid 19, che tuttavia non si è sospeso, lanciando anzi con ancora più forza e determinazione, il messaggio di riconciliazione e di speranza che da sempre anima il pellegrinaggio. Cresce anche il numero dei pellegrini iscritti, quasi in linea con le cifre pre-pandemia, pronti a misurarsi con un programma intenso.

Il programma della XIV edizione de Il Sentiero di Francesco

Il primo settembre, alle 7.30, partenza dei partecipanti che pernottano a Gubbio con navetta da piazza Quaranta Martiri, con tappa successiva presso il parcheggio del centro commerciale Le Mura. Alle 8.30, raduno dei pellegrini ad Assisi, in piazza del Vescovado. Seguirà un momento di preghiera e di riflessione comunitaria nel Santuario della Spogliazione, guidato dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino. La prima tappa dei pellegrini sarà sul prato delle Basiliche francescane del Sacro Convento, per un momento di preghiera e un gesto simbolico promosso dal Movimento Laudato Si’, in apertura del Tempo del Creato, il periodo di riflessione ecumenica sul clima e sul pianeta che continua fino al 4 ottobre. Intorno alle ore 10, la partenza del pellegrinaggio del pellegrinaggio da Assisi con arrivo a Valfabbrica intorno alle ore 16.30. Seguirà la celebrazione della Santa Messa nella chiesa parrocchiale. In serata i pellegrini, prenderanno parte alla cena in occasione del Palio di Valfabbrica - Giostra d’Italia. Alle 21, rientro della navetta con coloro che pernottano a Gubbio. Il 2 settembre, alle ore 8, raduno dei pellegrini a Valfabbrica e partenza verso l’eremo di San Pietro in Vigneto, dove arriveranno intorno alle 17, accolti dagli ospitalieri della Confraternita di San Jacopo di Compostella. Seguirà la celebrazione liturgica, e a seguire, una cena per i viandanti prenotati. Il 3 settembre, alle 8.30, raduno dei pellegrini nel chiostro dell’eremo di San Pietro in Vigneto e partenza del cammino. Alle 15.30, arrivo a Gubbio, presso il parco della Riconciliazione, dove è situata la chiesa di Santa Maria della Vittoria, luogo dell’incontro tra san Francesco e il Lupo. Seguirà il conferimento del premio Lupo di Gubbio per la riconciliazione, da parte del vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini. Alle 18.30, presso la chiesa di San Francesco, i pellegrini coinvolti nel cammino e la comunità dei fedeli, potranno partecipare alla Santa Messa conclusiva, presieduta dal vescovo Luciano.

Sostegno di Coldiretti Umbria e Campagna Amica

Come ormai da tradizione, Coldiretti Umbria e Campagna Amica rinnovano il loro sostegno all’iniziativa, allestendo ogni giorno punti ristoro a base di frutta fresca e prodotti di stagione a volontà, per tutti i pellegrini in cammino, messi a disposizione dalle aziende agricole del territorio. Dunque, anche i prodotti della terra e dell’agricoltura umbra sono protagonisti del cammino sulla Via di Francesco: un segno importante soprattutto in un momento difficile come quello attuale. In questa edizione del pellegrinaggio, i pasti sono a cura dell’Aratorio Familiare di Gubbio e del Movimento adulti scout cattolici italiani (Masci Gubbio). Il Sentiero di Francesco è un cammino organizzato dalla Diocesi di Gubbio, con la PiccolAccoglienza e l’Ufficio delle comunicazioni sociali, insieme alla diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, e patrocinato dalla Regione dell’Umbria, con la collaborazione dei Comuni di Assisi, Valfabbrica e Gubbio.]]>
Il sentiero di francesco

È tutto pronto per la partenza della quattordicesima edizione de Il Sentiero di Francesco, il pellegrinaggio a piedi tra Assisi, Valfabbrica e Gubbio che, fin dal suo esordio, si svolge nelle giornate dell’1-2-3 settembre. Un cammino sulla Via di Francesco da fare in condivisione, partendo nella ricorrenza della Giornata per la custodia del Creato, per ripercorrere il viaggio compiuto da San Francesco come uomo nuovo, dopo il gesto della spogliazione e la rinuncia alle ricchezze e all’autorità paterna, scegliendo la via della piena conversione. È, dunque, un itinerario che invita a riappropriarsi di una vita lenta, scandita dai ritmi della natura. Un appuntamento che quest’anno prova a ritrovare la formula organizzativa ormai consolidata nel tempo, negli ultimi due anni adattata alle esigenze dettate dall’emergenza sanitaria Covid 19, che tuttavia non si è sospeso, lanciando anzi con ancora più forza e determinazione, il messaggio di riconciliazione e di speranza che da sempre anima il pellegrinaggio. Cresce anche il numero dei pellegrini iscritti, quasi in linea con le cifre pre-pandemia, pronti a misurarsi con un programma intenso.

Il programma della XIV edizione de Il Sentiero di Francesco

Il primo settembre, alle 7.30, partenza dei partecipanti che pernottano a Gubbio con navetta da piazza Quaranta Martiri, con tappa successiva presso il parcheggio del centro commerciale Le Mura. Alle 8.30, raduno dei pellegrini ad Assisi, in piazza del Vescovado. Seguirà un momento di preghiera e di riflessione comunitaria nel Santuario della Spogliazione, guidato dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino. La prima tappa dei pellegrini sarà sul prato delle Basiliche francescane del Sacro Convento, per un momento di preghiera e un gesto simbolico promosso dal Movimento Laudato Si’, in apertura del Tempo del Creato, il periodo di riflessione ecumenica sul clima e sul pianeta che continua fino al 4 ottobre. Intorno alle ore 10, la partenza del pellegrinaggio del pellegrinaggio da Assisi con arrivo a Valfabbrica intorno alle ore 16.30. Seguirà la celebrazione della Santa Messa nella chiesa parrocchiale. In serata i pellegrini, prenderanno parte alla cena in occasione del Palio di Valfabbrica - Giostra d’Italia. Alle 21, rientro della navetta con coloro che pernottano a Gubbio. Il 2 settembre, alle ore 8, raduno dei pellegrini a Valfabbrica e partenza verso l’eremo di San Pietro in Vigneto, dove arriveranno intorno alle 17, accolti dagli ospitalieri della Confraternita di San Jacopo di Compostella. Seguirà la celebrazione liturgica, e a seguire, una cena per i viandanti prenotati. Il 3 settembre, alle 8.30, raduno dei pellegrini nel chiostro dell’eremo di San Pietro in Vigneto e partenza del cammino. Alle 15.30, arrivo a Gubbio, presso il parco della Riconciliazione, dove è situata la chiesa di Santa Maria della Vittoria, luogo dell’incontro tra san Francesco e il Lupo. Seguirà il conferimento del premio Lupo di Gubbio per la riconciliazione, da parte del vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini. Alle 18.30, presso la chiesa di San Francesco, i pellegrini coinvolti nel cammino e la comunità dei fedeli, potranno partecipare alla Santa Messa conclusiva, presieduta dal vescovo Luciano.

Sostegno di Coldiretti Umbria e Campagna Amica

Come ormai da tradizione, Coldiretti Umbria e Campagna Amica rinnovano il loro sostegno all’iniziativa, allestendo ogni giorno punti ristoro a base di frutta fresca e prodotti di stagione a volontà, per tutti i pellegrini in cammino, messi a disposizione dalle aziende agricole del territorio. Dunque, anche i prodotti della terra e dell’agricoltura umbra sono protagonisti del cammino sulla Via di Francesco: un segno importante soprattutto in un momento difficile come quello attuale. In questa edizione del pellegrinaggio, i pasti sono a cura dell’Aratorio Familiare di Gubbio e del Movimento adulti scout cattolici italiani (Masci Gubbio). Il Sentiero di Francesco è un cammino organizzato dalla Diocesi di Gubbio, con la PiccolAccoglienza e l’Ufficio delle comunicazioni sociali, insieme alla diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, e patrocinato dalla Regione dell’Umbria, con la collaborazione dei Comuni di Assisi, Valfabbrica e Gubbio.]]>
Partito il Cammino Camaldolese di San Benedetto da Montecorona a Fonte Avellana https://www.lavoce.it/partito-il-cammino-camaldolese-di-san-benedetto-da-montecorona-a-fonte-avellana/ Fri, 26 Aug 2022 11:16:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68083 Cammino Camaldolese di San Benedetto

Arriveranno domani a Fonte Avellana i primi pellegrini che ieri mattina hanno inaugurato il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana nelle Marche.

La partenza del "Cammino camaldolese"

Il pellegrinaggio, partito ufficialmente la mattina di giovedì 25 agosto,  è iniziato nella parte superiore dell'Abbazia di Montecorona con il vescovo di Gubbio e di Città di Castello e delegato per i Cammini della Conferenza Episcopale Umbria, monsignor Luciano Paolucci Bedini che ha benedetto e salutato i primi venti partecipanti al pellegrinaggio. Successivamente il sindaco di Umbertide ha consegnato ai pellegrini la credenziali del pellegrinaggio prima di mettersi in cammino insieme a loro per vivere questa importante esperienza. Alla cerimonia hanno preso parte anche il parroco di Montecorona don Renzo Piccioni Pignani e il parroco di Santa Maria della Pietà, padre Marco Freddi. "Oggi nasce un nuovo Cammino -ha affermato monsignor Luciano Paolucci Bedini- Vengono collegate le testimonianze vive e importanti di questo territorio della storia benedettina-camaldolese. I pellegrini portano con loro una tradizione millenaria in cui i pellegrini erano protagonisti di queste strade e dell'accoglienza tipica dell'ordine benedettino e portano anche al desiderio moderno di poter rinverdire questi sentieri e di aprire questi territori a nuove visite e nuove conoscenze. I pellegrini cammineranno per riaprire e offrire a molti altri questo percorso che ha valore storico, culturale e profondamente spirituale". "Questo cammino -ha detto, invece, il sindaco- è una riscoperta da un punto di vista culturale e spirituale attraverso la figura di San Romualdo collegando l'Abbazia di Montecorona con l'Eremo di Fonte Avellana. Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi straordinari, pieni di spiritualità e di storia. Si riscoprono radici e significati più profondi. Valorizzando San Romualdo e la sua opera, tutta la storia del monachesimo benedettino l'obiettivo è quello di unire tutte le Abbazie presenti nella zona e di unire in futuro in un nuovo Cammino il Monastero di Camaldoli e l'Eremo di Fonte Avallana passando per l'Abbazia di Montecorona. Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno ideato e che si sono impegnati nella realizzazione di questo Cammino".

L'idea e la sua realizzazione

Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente presieduta da Vincenzo Silvestrelli e dal Comune di Umbertide. In tutto sono circa 80 km suddivisi in quattro tappe da circa 20 km l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana. La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.

Lo stemma camaldolese

Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo Stemma Camaldolese. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.

Per informazioni sul Cammino

Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793). La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.]]>
Cammino Camaldolese di San Benedetto

Arriveranno domani a Fonte Avellana i primi pellegrini che ieri mattina hanno inaugurato il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana nelle Marche.

La partenza del "Cammino camaldolese"

Il pellegrinaggio, partito ufficialmente la mattina di giovedì 25 agosto,  è iniziato nella parte superiore dell'Abbazia di Montecorona con il vescovo di Gubbio e di Città di Castello e delegato per i Cammini della Conferenza Episcopale Umbria, monsignor Luciano Paolucci Bedini che ha benedetto e salutato i primi venti partecipanti al pellegrinaggio. Successivamente il sindaco di Umbertide ha consegnato ai pellegrini la credenziali del pellegrinaggio prima di mettersi in cammino insieme a loro per vivere questa importante esperienza. Alla cerimonia hanno preso parte anche il parroco di Montecorona don Renzo Piccioni Pignani e il parroco di Santa Maria della Pietà, padre Marco Freddi. "Oggi nasce un nuovo Cammino -ha affermato monsignor Luciano Paolucci Bedini- Vengono collegate le testimonianze vive e importanti di questo territorio della storia benedettina-camaldolese. I pellegrini portano con loro una tradizione millenaria in cui i pellegrini erano protagonisti di queste strade e dell'accoglienza tipica dell'ordine benedettino e portano anche al desiderio moderno di poter rinverdire questi sentieri e di aprire questi territori a nuove visite e nuove conoscenze. I pellegrini cammineranno per riaprire e offrire a molti altri questo percorso che ha valore storico, culturale e profondamente spirituale". "Questo cammino -ha detto, invece, il sindaco- è una riscoperta da un punto di vista culturale e spirituale attraverso la figura di San Romualdo collegando l'Abbazia di Montecorona con l'Eremo di Fonte Avellana. Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi straordinari, pieni di spiritualità e di storia. Si riscoprono radici e significati più profondi. Valorizzando San Romualdo e la sua opera, tutta la storia del monachesimo benedettino l'obiettivo è quello di unire tutte le Abbazie presenti nella zona e di unire in futuro in un nuovo Cammino il Monastero di Camaldoli e l'Eremo di Fonte Avallana passando per l'Abbazia di Montecorona. Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno ideato e che si sono impegnati nella realizzazione di questo Cammino".

L'idea e la sua realizzazione

Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente presieduta da Vincenzo Silvestrelli e dal Comune di Umbertide. In tutto sono circa 80 km suddivisi in quattro tappe da circa 20 km l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana. La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.

Lo stemma camaldolese

Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo Stemma Camaldolese. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.

Per informazioni sul Cammino

Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793). La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.]]>
Cammino Camaldolese di San Benedetto: Dall’Abbazia di Montecorona al Monastero di Fonte Avellana https://www.lavoce.it/cammino-camaldolese-di-san-benedetto-dallabbazia-di-montecorona-al-monastero-di-fonte-avellana/ Wed, 17 Aug 2022 13:12:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67995 Cammino Camaldolese di San Benedetto

E' pronto a partire il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana. In tutto sono circa ottanta chilometri suddivisi in quattro tappe da circa venti chilometri l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.
Il pellegrinaggio che inaugura il Cammino partirà dall’Abbazia di Montecorona giovedì 25 agosto alle ore 8: in questa occasione il vescovo di Gubbio e di Città di Castello, Sua Eccellenza Monsignor Luciano Paolucci Bedini saluterà e benedirà i partecipanti mentre il sindaco di Umbertide consegnerà ai partecipanti la patente del pellegrino.
La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Sinteticamente le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana.
La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.
Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo STEMMA CAMALDOLESE. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.
Durante le tappe del cammino i partecipanti saranno salutati anche dal sindaco di Gubbio, a Santa Maria di Burano e dal vicepresidente della Regione Marche a Chiaserna.
Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352 ), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793).
Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente e dal Comune di Umbertide.
Questa collaborazione ha promosso un convegno che ha approfondito alcuni aspetti del rapporto fra eremi, monasteri e società e che si è svolto lo scorso 23 giugno presso la sala Beniamino Gigli dell’Abbazia di Montecorona. Il convegno ha invitato i partecipanti a riscoprire come i monaci e le strutture da essi costituite abbiano plasmato il paesaggio umbro marchigiano e anche il modo di vivere dei suoi abitanti.
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Cammino Camaldolese di San Benedetto

E' pronto a partire il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana. In tutto sono circa ottanta chilometri suddivisi in quattro tappe da circa venti chilometri l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.
Il pellegrinaggio che inaugura il Cammino partirà dall’Abbazia di Montecorona giovedì 25 agosto alle ore 8: in questa occasione il vescovo di Gubbio e di Città di Castello, Sua Eccellenza Monsignor Luciano Paolucci Bedini saluterà e benedirà i partecipanti mentre il sindaco di Umbertide consegnerà ai partecipanti la patente del pellegrino.
La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Sinteticamente le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana.
La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.
Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo STEMMA CAMALDOLESE. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.
Durante le tappe del cammino i partecipanti saranno salutati anche dal sindaco di Gubbio, a Santa Maria di Burano e dal vicepresidente della Regione Marche a Chiaserna.
Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352 ), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793).
Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente e dal Comune di Umbertide.
Questa collaborazione ha promosso un convegno che ha approfondito alcuni aspetti del rapporto fra eremi, monasteri e società e che si è svolto lo scorso 23 giugno presso la sala Beniamino Gigli dell’Abbazia di Montecorona. Il convegno ha invitato i partecipanti a riscoprire come i monaci e le strutture da essi costituite abbiano plasmato il paesaggio umbro marchigiano e anche il modo di vivere dei suoi abitanti.
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Il nuovo vescovo Luciano si è insediato a Città di Castello. Inizia il cammino comune con Gubbio https://www.lavoce.it/il-nuovo-vescovo-luciano-si-e-insediato-a-citta-di-castello-inizia-il-cammino-comune-con-gubbio/ Sun, 19 Jun 2022 16:27:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67314 Ingresso del vescovo Luciano Paolucci Bedini a Città di Castello

Il vescovo mons Luciano Paolucci Bedini ha fatto ingresso nella diocesi di Città di Castello che ora è unita “in persona episcopi” alla diocesi di Gubbio. Per il vescovo, e per le due comunità, ora inizia un cammino che è allo stesso tempo comune - nel senso di vissuto in comunione - e distinto - perché le due diocesi restano giuridicamente due entità distine. La solenne liturgia di insediamento del nuovo vescovo LUciano Paolucci Bedini, celebrata sabato pomeriggio 18 giugno 2022 nella cattedrale di Città di Castello, è stata preceduta da tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano sulla Via di Francesco verso Città di Castello. Cammino condiviso con il vescovo emerito mons. Domenico Cancian e con persone (laici, religiosi e presbiteri) provenienti da entrambe le diocesi.

La liturgia di insediamento del nuovo vescovo

“Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello” ha detto mons. Paolucci Bedini nell'omelia della messa di insediamento (puoi rivedere il video sul canale YouTube della diocesi), esprimendo gratitudine “per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno”. Il gesto che ha reso visibile questa comunione è stato la consegna del Pastorale da parte di mons. Cancian. “Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma - ha detto mons. Bedini Paolucci nell'omelia - segna la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La celebrazione solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini" ids="67353,67352,67351,67350,67349,67348,67347,67346,67344"]

Scambio di saluti tra i vescovi Domenico e Luciano

Lo scambio di saluti tra il vescovo emerito Domenicoi Cancian e il nuovo vescovo di Città di Castello Lucviano Paolucci Bedini, si è svolto nel segno della fraternità. Cancian, ricordando i 15 anni vissuti come vescovo della Chiesa tifernate, “con grande stima, fiducia e profonda amicizia” ha consegnato al suo successore “il pastorale con il quale - ha sottolineato - salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità”. “Il pellegrinaggio - ha risposto il vescovo Luciano - che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese”.

Tanti fedeli presenti e vescovi …

In cattedrale hanno partecipato alla liturgia di insediamento del nuovo vescovo tanti fedeli, il presbiterio e i religiosi, il Presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia, il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi figlio della comunità tifernate, e altri vescovi oltre al cardinale Gualtiero Bassetti arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve.

… e autorità

Erano presenti anche i sindaci dei comuni sui quali si estende il territorio della diocesi. Il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, ha parlato “a nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci di Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone. A nome di tutti Secondi ha espresso “il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo - ha aggiunto - è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale”. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Ingresso del Vescovo Paolucci Bedini a Citta di Castello " columns="2" ids="67325,67323,67315,67321,67322,67316"]  

L'omelia del vescovo Paolucci Bedini e i saluti

Omelia di mons. Paolucci Bedini per l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Città di Castello

“…il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; …questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; …fate questo in memoria di me».” San Paolo ci ricorda il gesto di Gesù che anticipa e spiega la sua Pasqua, e lascia alla Chiesa i segni necessari della sua presenza di Risorto: il pane e il vino, il suo Corpo e il suo Sangue, per noi, per sempre. Questa è la memoria che rende presente Gesù in mezzo a noi, una memoria da non dimenticare e da celebrare continuamente e per sempre. Un caro e fraterno saluto lo rivolgo a tutti voi,fratelli e sorelle, che in presenza o da casa celebrate con noi questa solenne liturgia del Corpo e del Sangue del Signore Gesù. Specialmente a chi più soffre, o sta vivendo momenti di fatica, chi è solo e chi teme la vita per la sua gravità, la vostra presenza e la vostra preghiera mi sono care e custodiscono tutta la tenerezza dell’amore di Dio per me figlio. Un saluto particolare al carissimo Cardinale Gualtiero, al Vescovo Renato Presidente dei Vescovi umbri, al carissimo don Mario Vescovo mio predecessore nella Diocesi di Gubbio, a don Nazzareno, amico e fratello, agli altri confratelli Vescovi presenti, senza dimenticare il Vescovo Domenico con cui da giorni condivido questo passaggio e che di nuovo ringrazio per il dono della sua paternità. Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti. Un cordiale saluto rivolgo alle autorità civili e militari qui convenute in rappresentanza dei territori, delle popolazioni e delle istituzioni locali. Carissimi, il Corpo e il Sangue di Gesù sono i segni dell’Amore, della Comunione e della Condivisione, che nutrono il nostro essere discepoli e il nostro camminare insieme dentro la storia. Raccontano la vicenda di un Dio Creatore e Padre, che ha pensato tutto per l’essere umano, la sua creatura prediletta, tutto gli ha affidato, e di fronte al dramma della libertà ferita, tutto ha messo in gioco per non perdere nessuno, fino a dare la vita del suo Figlio in riscatto per tutti noi. L’eucaristia che celebriamo è il dramma dell’Amore di Dio che attraversa e riempie la storia della tenerezza di un Padre che non si rassegna allo smarrimento dei suoi figli. Un Dio che si spoglia della sua differenza per immergersi nella nostra debolezza umana, condivide la nostra creaturalità, cammina con noi, si china sulle nostre povertà fino a prenderle su di se perché non ne fossimo schiacciati, per ricordarci che Dio è solo Amore. Amore che vince le tenebre, il male e la morte. Noi credenti in fondo abbiamo solo questo Amore per vivere. E solo di questo Amore siamo debitori al mondo, che tanto lo desidera e ne ha sete, anche quando non se ne accorge. Questi santi segni del pane e del vino nutrono poi la nostra comunione. È il cibo che ci unisce profondamente nella relazione divina della Santissima Trinità. Commensali e concittadini della città eterna, che tutti ci attende, siamo chiamati a vivere, nel tempo di questo nostro pellegrinaggio terreno, come fratelli e sorelle, uniti dalla misericordia che ci è stata usata. Il nostro DNA è costituito dalla comunione che Dio ci dona e che proviamo a vivere ogni giorno nella sfida della fraternità, vera prova della potenza dell’Amore di Dio. Da ultimo il Corpo di Gesù dato e il suo Sangue versato per noi ci parlano di condivisione. È questo lo stile dei discepoli di Gesù e della comunità cristiana. Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono ricevuto gratuitamente da Dio, e siamo chiamati a farne dono gratuito a tutti coloro che il Signore ci da di incontrare. Solo i doni di Dio ci uniscono, ci arricchiscono e ci fanno crescere sulla via del Vangelo, e da oggi questo cominceremo a viverlo anche con la Chiesa sorella di Gubbio che mi ha insegnato ad essere Sposo nel nome di Cristo. Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello. Grati per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno. Amen. Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto dell’Amministratore apostolico Domenico Cancian

al vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini all’inizio del ministero pastorale nella diocesi di Città di Castello - 18 giugno 2022 Eccellenza Rev.ma Mons. Luciano Paolucci Bedini Carissimo fratello vescovo, ti saluto e ti accolgo con tanta gioia nella stupenda cattedrale di Città di Castello (recentemente restaurata) dove Papa Francesco ti ha chiesto di succedermi come pastore, unendo nella tua persona le diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Dopo 15 anni dalla mia nomina a vescovo della Chiesa tifernate, con grande stima, fiducia e profonda amicizia, oggi nella solennità del Corpus Domini, ti consegno il pastorale con il quale salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità. Il pellegrinaggio che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese. A tuo incoraggiamento posso testimoniare che in questa Chiesa abbiamo cercato sacerdoti, diaconi, religiosi/e, laici, di mettere in atto molteplici iniziative pastorali che ci hanno fatto crescere. E ciò con il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni comunali che ringrazio. Con i sindaci vi è stata proficua collaborazione in ordine al bene comune, specie nelle emergenze. Tra le Lettere pastorali che ho scritto voglio ricordare la prima, che faceva chiaro riferimento al mio motto episcopale: “Rimanete nel mio amore. Amatevi come io vi ho amato”. E l’ultima: “Io sono con voi tutti i giorni”. Tra i momenti più significativi cito le due visite pastorali, l’ordinazione episcopale di don Nazzareno, la canonizzazione di Santa Margherita, il giubileo della misericordia. Un commosso ringraziamento al Signore e alla Chiesa Tifernate per il bene che insieme abbiamo potuto compiere. In questo momento voglio abbracciare con gratitudine ogni Tifernate, specialmente le persone malate, i poveri, i giovani e le famiglie. L’Amore misericordioso perdoni le nostre debolezze e miserie; accompagni ciascuno di noi a vivere nel modo migliore la propria vocazione e missione. Sicuri che la Chiesa è nelle mani del buon Pastore Gesù e del Padre misericordioso, credendo nella grazia della successione apostolica, chiedo a te Luciano, al cardinale Gualtiero Bassetti, all’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della CEU, al vescovo tifernate don Nazzareno e ai vescovi presenti, che ringrazio di cuore per la loro partecipazione, di benedire questa Chiesa chiamata a vivere in comunione con la Chiesa di Gubbio. Il Signore, al quale eleviamo il canto di lode, ti accompagni, vescovo Luciano, e renda fecondo il tuo ministero episcopale! “Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi, nutrici e difendici, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo!” La Madonna delle grazie, protettrice della città, ti custodisca! † P. Domenico Cancian, fam Vescovo emerito di Città di Casgtello - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto al Sindaco di Città di Castello

del vescovo Luciano Paolucci Bedini - 18 giugno 2022 “Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già mi sento parte di questa comunità tifernate. Oggi ricevo, per le mani del mio predecessore Mons. Domenico Cancian, una preziosa eredità che mi auguro di saper custodire con prudenza e sapienza, e che comprende anche una esemplare esperienza di vicinanza e di collaborazione tra la Diocesi e le istituzioni locali, ciascuno per la sua parte di competenza e insieme per l’unico bene comune a tutti i cittadini. Mi inserisco volentieri, e con personale coinvolgimento, in questa positiva condivisione di responsabilità. Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità. L’attualità che stiamo attraversando ci indica la necessità di intensificare ancor più questo camminare insieme nello stile del servizio e nell’attenzione premurosa verso chi più fatica e rischia di rimanere ai margini. Da parte mia vi assicuro la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica. Grazie ancora per la vostra accoglienza e l’augurio più sincero per il cammino che ci attende! Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 _____

Saluto del sindaco Luca Secondi al Vescovo

Sabato pomeriggio in Piazza Gabriotti, alla presenza dei sindaci della diocesi altotevere ed Alto Chiascio “A nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci qui convenuti della diocesi: Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone, formulo a Lei il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian al quale rivolgo un nuovo, deferente saluto. Con Lei arriva fra di noi un presule del quale ci è stato possibile cogliere ampiamente la grande generosità, l'entusiasmo nell'amministrare, l'umiltà nel guidare, la pacatezza nel riflettere, la giusta determinazione nello scegliere, il modo estremamente giovanile nel coinvolgere le persone nelle sue scelte, la fermezza nel procedere in piena disponibilità all'ascolto, la consapevolezza che un obiettivo è raggiunto solo quando tutti quelli che lo hanno condiviso lo hanno anche conseguito. Per questo, la Sua presenza fra di noi sarà occasione quotidiana di stimolo e di confronto, di sprone e di dibattito, di reciproco consiglio e di mutua esortazione al bene comune. Auspico un contatto franco e produttivo tra i Comuni e il Vescovado perché le premesse della maturità e istituzionale e spirituale di questa terra mi consentono di coltivare tale speranza e di riporla con particolare fiducia nella Sua persona. Da oggi, anche grazie alla Sua presenza fra di noi, gli stessi rapporti istituzionali già ottimi con il comune di Gubbio, oggi rappresentato dal sindaco Filippo Maria Stirati e gli altri comuni dell’Alto Chiascio, avranno un nuovo impulso e daranno vita ad ancora più proficui risultati in molti campi della vita sociale dei nostri territori. Ben arrivata, Eccellenza, nella terra di Santa Margherita, Santa Veronica, dei Santi Patroni, Florido e Amanzio, in questo lembo operoso di Umbria che ha visto all'opera geni dell'arte di ieri, come Raffaello, e di oggi, come il concittadino Alberto Burri. La nostra civiltà, la nostra fede, la nostra cultura sono un bene indiviso che, insieme, contribuiremo ad arricchire giorno per giorno”. Luca Secondi sindaco di Città di Castello - Sabato 18 Giugno 2022 ]]>
Ingresso del vescovo Luciano Paolucci Bedini a Città di Castello

Il vescovo mons Luciano Paolucci Bedini ha fatto ingresso nella diocesi di Città di Castello che ora è unita “in persona episcopi” alla diocesi di Gubbio. Per il vescovo, e per le due comunità, ora inizia un cammino che è allo stesso tempo comune - nel senso di vissuto in comunione - e distinto - perché le due diocesi restano giuridicamente due entità distine. La solenne liturgia di insediamento del nuovo vescovo LUciano Paolucci Bedini, celebrata sabato pomeriggio 18 giugno 2022 nella cattedrale di Città di Castello, è stata preceduta da tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano sulla Via di Francesco verso Città di Castello. Cammino condiviso con il vescovo emerito mons. Domenico Cancian e con persone (laici, religiosi e presbiteri) provenienti da entrambe le diocesi.

La liturgia di insediamento del nuovo vescovo

“Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello” ha detto mons. Paolucci Bedini nell'omelia della messa di insediamento (puoi rivedere il video sul canale YouTube della diocesi), esprimendo gratitudine “per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno”. Il gesto che ha reso visibile questa comunione è stato la consegna del Pastorale da parte di mons. Cancian. “Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma - ha detto mons. Bedini Paolucci nell'omelia - segna la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La celebrazione solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini" ids="67353,67352,67351,67350,67349,67348,67347,67346,67344"]

Scambio di saluti tra i vescovi Domenico e Luciano

Lo scambio di saluti tra il vescovo emerito Domenicoi Cancian e il nuovo vescovo di Città di Castello Lucviano Paolucci Bedini, si è svolto nel segno della fraternità. Cancian, ricordando i 15 anni vissuti come vescovo della Chiesa tifernate, “con grande stima, fiducia e profonda amicizia” ha consegnato al suo successore “il pastorale con il quale - ha sottolineato - salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità”. “Il pellegrinaggio - ha risposto il vescovo Luciano - che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese”.

Tanti fedeli presenti e vescovi …

In cattedrale hanno partecipato alla liturgia di insediamento del nuovo vescovo tanti fedeli, il presbiterio e i religiosi, il Presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia, il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi figlio della comunità tifernate, e altri vescovi oltre al cardinale Gualtiero Bassetti arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve.

… e autorità

Erano presenti anche i sindaci dei comuni sui quali si estende il territorio della diocesi. Il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, ha parlato “a nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci di Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone. A nome di tutti Secondi ha espresso “il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo - ha aggiunto - è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale”. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Ingresso del Vescovo Paolucci Bedini a Citta di Castello " columns="2" ids="67325,67323,67315,67321,67322,67316"]  

L'omelia del vescovo Paolucci Bedini e i saluti

Omelia di mons. Paolucci Bedini per l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Città di Castello

“…il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; …questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; …fate questo in memoria di me».” San Paolo ci ricorda il gesto di Gesù che anticipa e spiega la sua Pasqua, e lascia alla Chiesa i segni necessari della sua presenza di Risorto: il pane e il vino, il suo Corpo e il suo Sangue, per noi, per sempre. Questa è la memoria che rende presente Gesù in mezzo a noi, una memoria da non dimenticare e da celebrare continuamente e per sempre. Un caro e fraterno saluto lo rivolgo a tutti voi,fratelli e sorelle, che in presenza o da casa celebrate con noi questa solenne liturgia del Corpo e del Sangue del Signore Gesù. Specialmente a chi più soffre, o sta vivendo momenti di fatica, chi è solo e chi teme la vita per la sua gravità, la vostra presenza e la vostra preghiera mi sono care e custodiscono tutta la tenerezza dell’amore di Dio per me figlio. Un saluto particolare al carissimo Cardinale Gualtiero, al Vescovo Renato Presidente dei Vescovi umbri, al carissimo don Mario Vescovo mio predecessore nella Diocesi di Gubbio, a don Nazzareno, amico e fratello, agli altri confratelli Vescovi presenti, senza dimenticare il Vescovo Domenico con cui da giorni condivido questo passaggio e che di nuovo ringrazio per il dono della sua paternità. Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti. Un cordiale saluto rivolgo alle autorità civili e militari qui convenute in rappresentanza dei territori, delle popolazioni e delle istituzioni locali. Carissimi, il Corpo e il Sangue di Gesù sono i segni dell’Amore, della Comunione e della Condivisione, che nutrono il nostro essere discepoli e il nostro camminare insieme dentro la storia. Raccontano la vicenda di un Dio Creatore e Padre, che ha pensato tutto per l’essere umano, la sua creatura prediletta, tutto gli ha affidato, e di fronte al dramma della libertà ferita, tutto ha messo in gioco per non perdere nessuno, fino a dare la vita del suo Figlio in riscatto per tutti noi. L’eucaristia che celebriamo è il dramma dell’Amore di Dio che attraversa e riempie la storia della tenerezza di un Padre che non si rassegna allo smarrimento dei suoi figli. Un Dio che si spoglia della sua differenza per immergersi nella nostra debolezza umana, condivide la nostra creaturalità, cammina con noi, si china sulle nostre povertà fino a prenderle su di se perché non ne fossimo schiacciati, per ricordarci che Dio è solo Amore. Amore che vince le tenebre, il male e la morte. Noi credenti in fondo abbiamo solo questo Amore per vivere. E solo di questo Amore siamo debitori al mondo, che tanto lo desidera e ne ha sete, anche quando non se ne accorge. Questi santi segni del pane e del vino nutrono poi la nostra comunione. È il cibo che ci unisce profondamente nella relazione divina della Santissima Trinità. Commensali e concittadini della città eterna, che tutti ci attende, siamo chiamati a vivere, nel tempo di questo nostro pellegrinaggio terreno, come fratelli e sorelle, uniti dalla misericordia che ci è stata usata. Il nostro DNA è costituito dalla comunione che Dio ci dona e che proviamo a vivere ogni giorno nella sfida della fraternità, vera prova della potenza dell’Amore di Dio. Da ultimo il Corpo di Gesù dato e il suo Sangue versato per noi ci parlano di condivisione. È questo lo stile dei discepoli di Gesù e della comunità cristiana. Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono ricevuto gratuitamente da Dio, e siamo chiamati a farne dono gratuito a tutti coloro che il Signore ci da di incontrare. Solo i doni di Dio ci uniscono, ci arricchiscono e ci fanno crescere sulla via del Vangelo, e da oggi questo cominceremo a viverlo anche con la Chiesa sorella di Gubbio che mi ha insegnato ad essere Sposo nel nome di Cristo. Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello. Grati per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno. Amen. Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto dell’Amministratore apostolico Domenico Cancian

al vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini all’inizio del ministero pastorale nella diocesi di Città di Castello - 18 giugno 2022 Eccellenza Rev.ma Mons. Luciano Paolucci Bedini Carissimo fratello vescovo, ti saluto e ti accolgo con tanta gioia nella stupenda cattedrale di Città di Castello (recentemente restaurata) dove Papa Francesco ti ha chiesto di succedermi come pastore, unendo nella tua persona le diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Dopo 15 anni dalla mia nomina a vescovo della Chiesa tifernate, con grande stima, fiducia e profonda amicizia, oggi nella solennità del Corpus Domini, ti consegno il pastorale con il quale salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità. Il pellegrinaggio che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese. A tuo incoraggiamento posso testimoniare che in questa Chiesa abbiamo cercato sacerdoti, diaconi, religiosi/e, laici, di mettere in atto molteplici iniziative pastorali che ci hanno fatto crescere. E ciò con il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni comunali che ringrazio. Con i sindaci vi è stata proficua collaborazione in ordine al bene comune, specie nelle emergenze. Tra le Lettere pastorali che ho scritto voglio ricordare la prima, che faceva chiaro riferimento al mio motto episcopale: “Rimanete nel mio amore. Amatevi come io vi ho amato”. E l’ultima: “Io sono con voi tutti i giorni”. Tra i momenti più significativi cito le due visite pastorali, l’ordinazione episcopale di don Nazzareno, la canonizzazione di Santa Margherita, il giubileo della misericordia. Un commosso ringraziamento al Signore e alla Chiesa Tifernate per il bene che insieme abbiamo potuto compiere. In questo momento voglio abbracciare con gratitudine ogni Tifernate, specialmente le persone malate, i poveri, i giovani e le famiglie. L’Amore misericordioso perdoni le nostre debolezze e miserie; accompagni ciascuno di noi a vivere nel modo migliore la propria vocazione e missione. Sicuri che la Chiesa è nelle mani del buon Pastore Gesù e del Padre misericordioso, credendo nella grazia della successione apostolica, chiedo a te Luciano, al cardinale Gualtiero Bassetti, all’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della CEU, al vescovo tifernate don Nazzareno e ai vescovi presenti, che ringrazio di cuore per la loro partecipazione, di benedire questa Chiesa chiamata a vivere in comunione con la Chiesa di Gubbio. Il Signore, al quale eleviamo il canto di lode, ti accompagni, vescovo Luciano, e renda fecondo il tuo ministero episcopale! “Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi, nutrici e difendici, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo!” La Madonna delle grazie, protettrice della città, ti custodisca! † P. Domenico Cancian, fam Vescovo emerito di Città di Casgtello - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto al Sindaco di Città di Castello

del vescovo Luciano Paolucci Bedini - 18 giugno 2022 “Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già mi sento parte di questa comunità tifernate. Oggi ricevo, per le mani del mio predecessore Mons. Domenico Cancian, una preziosa eredità che mi auguro di saper custodire con prudenza e sapienza, e che comprende anche una esemplare esperienza di vicinanza e di collaborazione tra la Diocesi e le istituzioni locali, ciascuno per la sua parte di competenza e insieme per l’unico bene comune a tutti i cittadini. Mi inserisco volentieri, e con personale coinvolgimento, in questa positiva condivisione di responsabilità. Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità. L’attualità che stiamo attraversando ci indica la necessità di intensificare ancor più questo camminare insieme nello stile del servizio e nell’attenzione premurosa verso chi più fatica e rischia di rimanere ai margini. Da parte mia vi assicuro la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica. Grazie ancora per la vostra accoglienza e l’augurio più sincero per il cammino che ci attende! Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 _____

Saluto del sindaco Luca Secondi al Vescovo

Sabato pomeriggio in Piazza Gabriotti, alla presenza dei sindaci della diocesi altotevere ed Alto Chiascio “A nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci qui convenuti della diocesi: Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone, formulo a Lei il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian al quale rivolgo un nuovo, deferente saluto. Con Lei arriva fra di noi un presule del quale ci è stato possibile cogliere ampiamente la grande generosità, l'entusiasmo nell'amministrare, l'umiltà nel guidare, la pacatezza nel riflettere, la giusta determinazione nello scegliere, il modo estremamente giovanile nel coinvolgere le persone nelle sue scelte, la fermezza nel procedere in piena disponibilità all'ascolto, la consapevolezza che un obiettivo è raggiunto solo quando tutti quelli che lo hanno condiviso lo hanno anche conseguito. Per questo, la Sua presenza fra di noi sarà occasione quotidiana di stimolo e di confronto, di sprone e di dibattito, di reciproco consiglio e di mutua esortazione al bene comune. Auspico un contatto franco e produttivo tra i Comuni e il Vescovado perché le premesse della maturità e istituzionale e spirituale di questa terra mi consentono di coltivare tale speranza e di riporla con particolare fiducia nella Sua persona. Da oggi, anche grazie alla Sua presenza fra di noi, gli stessi rapporti istituzionali già ottimi con il comune di Gubbio, oggi rappresentato dal sindaco Filippo Maria Stirati e gli altri comuni dell’Alto Chiascio, avranno un nuovo impulso e daranno vita ad ancora più proficui risultati in molti campi della vita sociale dei nostri territori. Ben arrivata, Eccellenza, nella terra di Santa Margherita, Santa Veronica, dei Santi Patroni, Florido e Amanzio, in questo lembo operoso di Umbria che ha visto all'opera geni dell'arte di ieri, come Raffaello, e di oggi, come il concittadino Alberto Burri. La nostra civiltà, la nostra fede, la nostra cultura sono un bene indiviso che, insieme, contribuiremo ad arricchire giorno per giorno”. Luca Secondi sindaco di Città di Castello - Sabato 18 Giugno 2022 ]]>
Il vescovo Luciano in cammino verso la Chiesa-Sposa tifernate https://www.lavoce.it/il-vescovo-luciano-in-pellegrinaggio-da-gubbio-a-castello/ Thu, 16 Jun 2022 07:08:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67205

Le tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano Paolucci Bedini sulla Via di Francesco verso Città di Castello sono iniziate con un gesto simbolico e una preghiera davanti alla “Porziuncola eugubina”, come il vescovo emerito di Gubbio mons. Mario Ceccobelli aveva ribattezzato la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, luogo dell’incontro tra il Santo assisano e il lupo, oltre che sede una delle prime fraternità francescane già dal 1213. I presenti, sia della diocesi eugubina sia arrivati da quella tifernate, hanno pregato insieme per mons. Paolucci Bedini affidandolo al Signore: “Assisti il nostro vescovo Luciano nell’assunzione del nuovo incarico - recitava l’invocazione - e stringi in piena comunione le nostre due Diocesi di Gubbio e Città di Castello, che nella sua persona hai reso ancor più vicine nel cammino”.

Le tappe tra Gubbio e Città di Castello

Poi le varie tappe lungo l’itinerario che collega le ultime parrocchie sul territorio diocesano di Gubbio - Loreto e San Benedetto Vecchio - fino ai confini con la diocesi di Città di Castello, a tre chilometri da Pietralunga, dove si trova da qualche anno una piccola edicola votiva con la statua di sant’Ubaldo, vescovo e patrono eugubino. Lì c’è stato l’incontro con il vescovo emerito della diocesi tifernate, mons. Domenico Cancian, che poi ha proseguito con don Luciano il cammino fino a Pietralunga, meta finale della prima giornata di cammino.

La galleria fotografica della prima giornata

[gallery td_gallery_title_input="Il pellegrinaggio a piedi del vescovo Luciano Paolucci Bedini da Gubbio a Città di Castello" td_select_gallery_slide="slide" ids="67210,67211,67212,67213,67214,67215,67216,67218,67217,67220,67206,67219,67208,67209,67207"]

Venerdì l'arrivo e sabato l'ingresso ufficiale

La destinazione ultima del cammino, con arrivo nel pomeriggio di venerdì 17 giugno, è il convento degli Zoccolanti a Città di Castello, passando da domani per Pieve de’ Saddi, Candeggio e il Sasso. Un cammino condiviso per alcuni tratti anche dal vescovo emerito, mons. Cancian. Una sorta di lungo prologo alla giornata dell’ingresso del nuovo Vescovo della diocesi tifernate. Sabato 18 giugno, alle ore 16.30, c’è il primo momento della giornata che segna l’inizio del ministero pastorale di mons. Paolucci Bedini, con l’accoglienza al santuario di Santa Maria delle Grazie. Segue il corteo verso il palazzo comunale percorrendo a piedi via XI Settembre, via Mario Angeloni, piazza Matteotti e corso Cavour. Fino all’arrivo in piazza Gabriotti dove - alle ore 17 - c’è il saluto del sindaco tifernate Luca Secondi, alla presenza di varie autorità civili e militari. Mezz’ora più tardi, intorno alle 17.30, l’accoglienza nella cattedrale dei Santi Florido e Amanzio.

Come partecipare alla celebrazione

La celebrazione eucaristica solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Paolucci Bedini inizia alle ore 18 e sarà trasmessa in diretta dal canale Youtube e sulla pagina Facebook della diocesi di Città di Castello, creati proprio in questi giorni. La diretta della celebrazione sarà visibile anche sul sito web www.ttv.it , sul sito web www.trgmedia.it e su Trg al canale 13 del digitale terrestre.]]>

Le tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano Paolucci Bedini sulla Via di Francesco verso Città di Castello sono iniziate con un gesto simbolico e una preghiera davanti alla “Porziuncola eugubina”, come il vescovo emerito di Gubbio mons. Mario Ceccobelli aveva ribattezzato la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, luogo dell’incontro tra il Santo assisano e il lupo, oltre che sede una delle prime fraternità francescane già dal 1213. I presenti, sia della diocesi eugubina sia arrivati da quella tifernate, hanno pregato insieme per mons. Paolucci Bedini affidandolo al Signore: “Assisti il nostro vescovo Luciano nell’assunzione del nuovo incarico - recitava l’invocazione - e stringi in piena comunione le nostre due Diocesi di Gubbio e Città di Castello, che nella sua persona hai reso ancor più vicine nel cammino”.

Le tappe tra Gubbio e Città di Castello

Poi le varie tappe lungo l’itinerario che collega le ultime parrocchie sul territorio diocesano di Gubbio - Loreto e San Benedetto Vecchio - fino ai confini con la diocesi di Città di Castello, a tre chilometri da Pietralunga, dove si trova da qualche anno una piccola edicola votiva con la statua di sant’Ubaldo, vescovo e patrono eugubino. Lì c’è stato l’incontro con il vescovo emerito della diocesi tifernate, mons. Domenico Cancian, che poi ha proseguito con don Luciano il cammino fino a Pietralunga, meta finale della prima giornata di cammino.

La galleria fotografica della prima giornata

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Venerdì l'arrivo e sabato l'ingresso ufficiale

La destinazione ultima del cammino, con arrivo nel pomeriggio di venerdì 17 giugno, è il convento degli Zoccolanti a Città di Castello, passando da domani per Pieve de’ Saddi, Candeggio e il Sasso. Un cammino condiviso per alcuni tratti anche dal vescovo emerito, mons. Cancian. Una sorta di lungo prologo alla giornata dell’ingresso del nuovo Vescovo della diocesi tifernate. Sabato 18 giugno, alle ore 16.30, c’è il primo momento della giornata che segna l’inizio del ministero pastorale di mons. Paolucci Bedini, con l’accoglienza al santuario di Santa Maria delle Grazie. Segue il corteo verso il palazzo comunale percorrendo a piedi via XI Settembre, via Mario Angeloni, piazza Matteotti e corso Cavour. Fino all’arrivo in piazza Gabriotti dove - alle ore 17 - c’è il saluto del sindaco tifernate Luca Secondi, alla presenza di varie autorità civili e militari. Mezz’ora più tardi, intorno alle 17.30, l’accoglienza nella cattedrale dei Santi Florido e Amanzio.

Come partecipare alla celebrazione

La celebrazione eucaristica solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Paolucci Bedini inizia alle ore 18 e sarà trasmessa in diretta dal canale Youtube e sulla pagina Facebook della diocesi di Città di Castello, creati proprio in questi giorni. La diretta della celebrazione sarà visibile anche sul sito web www.ttv.it , sul sito web www.trgmedia.it e su Trg al canale 13 del digitale terrestre.]]>
Le Chiese diocesane di Gubbio e Città di Castello unite dal vescovo Paolucci Bedini https://www.lavoce.it/le-chiese-diocesane-di-gubbio-e-citta-di-castello-unite-dal-vescovo-paolucci-bedini/ Sat, 07 May 2022 14:48:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66517

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Città di Castello, presentata da mons. Domenico Cancian, e ha nominato vescovo di Città di Castello mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, unendo le due sedi “in persona episcopi”. A darne notizia è oggi la Sala Stampa della Santa Sede.

L’annuncio in contemporanea nelle due cattedrali

Alle ore 12 di oggi, 7 maggio, le cattedrali delle diocesi di Gubbio e Città di Castello hanno ospitato in contemporanea un momento di preghiera e l’annuncio che il vescovo Luciano sarà pastore anche della Chiesa tifernate. Due comunità diocesane che rimangono autonome, unite dal ministero episcopale della medesima persona, mons. Paolucci Bedini.  Nella cattedrale dei santi Mariano e Giacomo di Gubbio, è stato il cancelliere vescovile mons. Pietro Vispi a leggere la comunicazione arrivata dal Vaticano. Nello stesso momento, nella Cattedrale dei santi Florido e Amanzio a Città di Castello veniva dato l’annuncio a firma del nunzio apostolico Emil Paul Tscherrig: “Eccellenza Domenico Cancian, mi reco a premura di comunicarle che il Santo Padre ha nominato Vescovo di Città di Castello S. E. Mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, unendo "in persona episcopi" le Sedi di Città di Castello e di Gubbio. Desidero in questa occasione rivolgerle i miei più profondi e cordiali sentimenti di gratitudine per quanto da lei svolto negli ultimi anni in qualità di guida per la comunità che è in Città di Castello, per il costante impegno e la dedizione profusi, ad immagine di Cristo, buon Pastore”.  In contemporanea, il cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, ha nominato mons. Cancian come amministratore apostolico della diocesi di Città di Castello, in attesa dell’arrivo del nuovo pastore.

Il saluto del vescovo Luciano alla Chiesa tifernate

https://youtu.be/uK3KWhvMPWg Sorelle e fratelli carissimi della Santa Chiesa di Dio che è in Città di Castello, pace a voi! Nel giorno in cui vi giunge la notizia che il Santo Padre ha voluto affidare alla mia persona la guida e la custodia della vostra antica e nobile Diocesi vi invio un saluto carico di affetto e tremore per la grande responsabilità che mi spetta. Al tempo stesso, il cuore è colmo di gioia e gratitudine per il dono e la grazia che mi permettono di servire ancora la Chiesa in umiltà e semplicità. Con voi saluto e ringrazio il vescovo Domenico, che vi ha guidato in questi anni con la sua saggezza di Padre e l'esempio di una vita donata per amore a servizio della misericordia di Dio. La sua accoglienza fraterna per me e il suo esempio di pastore buono tra voi sono la migliore indicazione per il mio ministero. Penso a voi tutti come il popolo santo di Dio che vive della grazia della Pasqua e testimonia in queste terre benedette la gioia e i frutti della vita nuova di Gesù risorto. Vorrei poter visitare ogni casa ed incontrare ciascuno dentro la sua storia per cogliere i tratti della visita del Signore e poter condividere la consolazione della sua bontà.  Il mio saluto più caro è, prima di tutto, per le famiglie. Tutte le famiglie, a partire da quelle che portano il peso di una sofferenza e di un dolore, o faticano nelle umiliazioni della povertà e della solitudine. Aiutiamoci ad ascoltare il cuore di tutti e cerchiamo insieme di non lasciare solo nessuno. Il corpo della Chiesa è intessuto dei colori e delle storie delle nostre famiglie in cui tutti troviamo casa: i nonni e gli anziani, i padri e le madri, i piccoli e i giovani.  Tra voi saluto i fratelli presbiteri e diaconi, guide e servi di questo santo popolo, che accompagnano le vostre comunità e il cammino di tanti. Sentitemi vostro fratello e padre, ma prima di tutto servo, per incoraggiarvi e sostenervi nel ministero che condividiamo a favore di questa bella sposa. Alle sorelle e ai fratelli di vita consacrata invio la mia benedizione per la loro testimonianza di fedeltà e di amore a Dio. Coinvolgetemi nelle vostre storie di grazia e di santità a beneficio di tanti sorelle e fratelli.   Saluto cordialmente le autorità civili e militari con cui avrò l'onore di collaborare per il bene comune, e l'onere di condividere con tutti e con ciascuno la responsabilità per le comunità che la storia ci affida. Con la diocesi di Gubbio siamo chiamati d'ora in poi a camminare insieme come Chiese sorelle, nell'ascolto attento della voce dello Spirito Santo per rimanere fedeli alla missione che Dio ci ha affidato. Il Signore che ama e custodisce la storia e la testimonianza di queste due porzioni elette del suo popolo santo ci educhi e ci insegni a conoscerle, amarle e servirle con umiltà e con gioia. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10,8). Altro non so, e non so insegnarvi, carissimi, se non quello che anch'io ho ricevuto in dono: la meraviglia della vita, la grazia della fede e la potenza dell'amore. Tutto abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio, tanto possiamo donare gratuitamente al mondo. Facciamolo insieme! In attesa di incontrarvi presto mi affido con tutti voi alla potente intercessione dei nostri santi: la Madonna delle Grazie protegga con sguardo materno i nostri borghi e le nostre città, ci infiammi la testimonianza luminosa dei santi martiri Crescenziano e compagni, i santi Florido, Amanzio e Donnino ci insegnino la bellezza della Chiesa sinodale, ci alleni all'amore senza misura santa Veronica Giuliani, ci sostenga nelle nostre debolezze e miserie santa Margherita, ci contagino la gioia e il coraggio del beato vescovo Carlo Liviero”.

don Luciano Paolucci Bedini

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Le riflessioni del vescovo Domenico

[video width="1280" height="720" mp4="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2022/05/220507-annuncio-vescovo-cancian-2.mp4"][/video] Insieme a tutti voi, clero, religiosi e laici, accolgo con spirito di fede e obbedienza questa disposizione del Papa. Non è questo un semplice atto amministrativo, è un atto del Magistero Pontificio per il bene della nostra  comunità. E come tale vogliamo accoglierlo.  Esprimiamo tutta la nostra benevola e cordiale accoglienza al vescovo Luciano che con generosità ha detto il suo “sì” al Signore, assumendosi la responsabilità di guidare la Chiesa tifernate, oltre a quella di Gubbio, di cui è pastore dal 29 settembre 2017. Lo ringraziamo di cuore perché assume questo nuovo servizio con semplicità e disponibilità, umiltà e coraggio, come abbiamo ascoltato dal suo bel messaggio.  Ho fiducia che con l’aiuto dello Spirito Santo, con le notevoli capacità umane e pastorali del vescovo Luciano e con la piena collaborazione di tutto il popolo tifernate, si possano superare le difficoltà inerenti al diverso contesto sociale, culturale e pastorale delle due diocesi chiamate a camminare insieme come sorelle "in persona episcopi".  Nel tempo in cui la Chiesa universale è sfidata a vivere ancor più la sinodalità, vogliamo credere e impegnarci a far sì che le diversità culturali e storiche diventino ricchezza di fraternità mettendo in atto una collaborazione pastorale innovativa e condivisa. In un tempo, come il nostro, di grandi cambiamenti, accompagnati da indicibili sofferenze come le guerre in atto e la pandemia, la disposizione del Papa può diventare uno stimolo per vivere ancora meglio "comunione, partecipazione e missione" come ci chiede il cammino sinodale. Sempre con lo scopo di testimoniare oggi, in questa nostra terra benedetta, la pace e la speranza della Pasqua di Gesù crocifisso e risorto per tutti. Così possiamo risvegliare la fede viva e l’amore operoso, sull’esempio dei nostri Santi, quelli già in cielo e le tante persone che in mezzo a noi vivono in modo ammirevole, mettendosi a servizio degli altri con pazienza e umile  dedizione.  In questo sicuramente ci aiuteranno i patroni sant‘Ubaldo, la cui Festa è in corso, insieme a Florido e Amanzio, unitamente ai tanti santi e sante che le due Chiese lungo i secoli hanno generosamente offerto.  Il vescovo Luciano ci dirà in seguito il giorno del suo ingresso per prendere possesso della Chiesa Tifernate come pastore e guida. Il primo incontro con lui e il clero tifernate avrà luogo a Canoscio nel ritiro di mercoledì prossimo 11 maggio.  Approfitto per ringraziare il popolo di Dio che è in Città di Castello e la comunità civile con le rispettive amministrazioni che insistono nel territorio diocesano. Sinceramente in questi quasi 15 anni, che ho avuto la grazia di servire questa bella Chiesa, mi sono sentito accolto e accompagnato da tutti voi. Insieme abbiamo condiviso momenti belli e sofferenze a volte drammatiche. Così è nato un rapporto di amicizia e di stima che non verrà meno. Seppure fra non molto non sarò qui fisicamente tra voi, sono certo che l’affetto reciproco resterà nei nostri cuori. Insieme abbiamo cercato di attuare il comandamento di Gesù “Amatevi come io vi ho amato” che ho scelto come motto episcopale.

+Domenico Cancian

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Il messaggio dei Vescovi umbri

I Vescovi della Conferenza episcopale umbra assicurano a mons. Luciano Paolucci Bedini, chiamato dal Santo Padre a reggere la Chiesa di Città di Castello insieme a quella di Gubbio, la loro fraterna preghiera per il nuovo servizio ecclesiale. A mons. Domenico Cancian la viva gratitudine e l’ammirazione per il generoso e sapiente ministero episcopale svolto nella Diocesi tifernate e nella nostra regione.

+Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra 

 

Chi è mons. Luciano Paolucci Bedini

Mons. Paolucci Bedini è nato il 30 agosto 1968 a Jesi, nella diocesi omonima e provincia di Ancona. È entrato nel Pontificio seminario regionale marchigiano Pio XI di Fano (PU) e ha conseguito il Baccellierato in Teologia presso l’Istituto teologico marchigiano. Il 30 settembre 1995 è stato ordinato sacerdote a Osimo. Dal 1996 al 1999 ha frequentato l’Università pontificia salesiana a Roma, ottenendo la Licenza in Teologia.  Ha svolto i seguenti incarichi pastorali: vicario parrocchiale di San Paolo Apostolo ad Ancona dal 1995 al 2004; direttore dell’Ufficio catechistico diocesano dal 1999 al 2011; docente di Catechetica e di Teologia pastorale all’Istituto superiore di Scienze religiose di Ancona dal 2001 al 2011; direttore dell’Ufficio catechistico regionale dal 2003 al 2010; vice rettore dal 2004 e dal 2010 rettore del Pontificio seminario regionale Pio XI di Ancona; assistente ecclesiastico regionale dell’Agesci dal 2005 al 2010 e dal 2010 membro della Commissione presbiterale regionale.  Eletto vescovo di Gubbio il 29 settembre 2017, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 3 dicembre successivo. All’interno della Conferenza episcopale italiana è membro della commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo.  

Il cammino comune delle Chiese eugubina e tifernate

Il 14 gennaio del 1965 muore il vescovo di Gubbio, mons. Beniamino Ubaldi, all’età di 82 anni. L’anno seguente, nel settembre 1966, si dimette da vescovo di Città di Castello mons. Luigi Cicuttini. Inizia un periodo storico per le due Chiese umbre, quella eugubina e quella tifernate, narrato in maniera precisa e documentata nel volume “La Diocesi di Gubbio” scritto da mons. Pietro Bottaccioli, 58esimo successore di sant’Ubaldo tra il 1989 e il 2005.  Le due comunità temono in quegli anni l’ipotesi di una grande diocesi perugina, estesa su buona parte del territorio provinciale. L’ufficio di amministratore apostolico viene affidato prima a mons. Raffaele Baratta, arcivescovo di Perugia, e poi - dal dicembre 1969 - il comboniano mons. Diego Parodi.  Il 22 gennaio 1972, sette anni dopo la morte di Beniamino Ubaldi, il Papa nomina mons. Cesare Pagani come pastore delle due diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Viene ordinato vescovo dallo stesso Paolo VI a San Pietro il 13 febbraio e fa il suo ingresso nelle due cattedrali nella giornata del 19 febbraio. L’episcopato di mons. Pagani a Gubbio e Città di Castello termina il 10 gennaio del 1982, quando fa il suo ingresso come arcivescovo di Perugia.  Quasi in contemporanea - nei mesi che seguono - le due diocesi dell’Umbria settentrionale tornano ad avere due pastori distinti. Il 9 maggio di quell’anno, dalla Sardegna arriva nella diocesi tifernate mons. Carlo Urru, che era stato rettore del Seminario regionale di Assisi dal 1964 al 1971. Il 5 settembre - dopo l’ordinazione episcopale del 29 agosto 1982 a Todi - arriva a Gubbio mons. Ennio Antonelli, già docente di Storia dell’arte al liceo eugubino “Mazzatinti” dal 1973 al 1976.]]>

Il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Città di Castello, presentata da mons. Domenico Cancian, e ha nominato vescovo di Città di Castello mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, unendo le due sedi “in persona episcopi”. A darne notizia è oggi la Sala Stampa della Santa Sede.

L’annuncio in contemporanea nelle due cattedrali

Alle ore 12 di oggi, 7 maggio, le cattedrali delle diocesi di Gubbio e Città di Castello hanno ospitato in contemporanea un momento di preghiera e l’annuncio che il vescovo Luciano sarà pastore anche della Chiesa tifernate. Due comunità diocesane che rimangono autonome, unite dal ministero episcopale della medesima persona, mons. Paolucci Bedini.  Nella cattedrale dei santi Mariano e Giacomo di Gubbio, è stato il cancelliere vescovile mons. Pietro Vispi a leggere la comunicazione arrivata dal Vaticano. Nello stesso momento, nella Cattedrale dei santi Florido e Amanzio a Città di Castello veniva dato l’annuncio a firma del nunzio apostolico Emil Paul Tscherrig: “Eccellenza Domenico Cancian, mi reco a premura di comunicarle che il Santo Padre ha nominato Vescovo di Città di Castello S. E. Mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Gubbio, unendo "in persona episcopi" le Sedi di Città di Castello e di Gubbio. Desidero in questa occasione rivolgerle i miei più profondi e cordiali sentimenti di gratitudine per quanto da lei svolto negli ultimi anni in qualità di guida per la comunità che è in Città di Castello, per il costante impegno e la dedizione profusi, ad immagine di Cristo, buon Pastore”.  In contemporanea, il cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, ha nominato mons. Cancian come amministratore apostolico della diocesi di Città di Castello, in attesa dell’arrivo del nuovo pastore.

Il saluto del vescovo Luciano alla Chiesa tifernate

https://youtu.be/uK3KWhvMPWg Sorelle e fratelli carissimi della Santa Chiesa di Dio che è in Città di Castello, pace a voi! Nel giorno in cui vi giunge la notizia che il Santo Padre ha voluto affidare alla mia persona la guida e la custodia della vostra antica e nobile Diocesi vi invio un saluto carico di affetto e tremore per la grande responsabilità che mi spetta. Al tempo stesso, il cuore è colmo di gioia e gratitudine per il dono e la grazia che mi permettono di servire ancora la Chiesa in umiltà e semplicità. Con voi saluto e ringrazio il vescovo Domenico, che vi ha guidato in questi anni con la sua saggezza di Padre e l'esempio di una vita donata per amore a servizio della misericordia di Dio. La sua accoglienza fraterna per me e il suo esempio di pastore buono tra voi sono la migliore indicazione per il mio ministero. Penso a voi tutti come il popolo santo di Dio che vive della grazia della Pasqua e testimonia in queste terre benedette la gioia e i frutti della vita nuova di Gesù risorto. Vorrei poter visitare ogni casa ed incontrare ciascuno dentro la sua storia per cogliere i tratti della visita del Signore e poter condividere la consolazione della sua bontà.  Il mio saluto più caro è, prima di tutto, per le famiglie. Tutte le famiglie, a partire da quelle che portano il peso di una sofferenza e di un dolore, o faticano nelle umiliazioni della povertà e della solitudine. Aiutiamoci ad ascoltare il cuore di tutti e cerchiamo insieme di non lasciare solo nessuno. Il corpo della Chiesa è intessuto dei colori e delle storie delle nostre famiglie in cui tutti troviamo casa: i nonni e gli anziani, i padri e le madri, i piccoli e i giovani.  Tra voi saluto i fratelli presbiteri e diaconi, guide e servi di questo santo popolo, che accompagnano le vostre comunità e il cammino di tanti. Sentitemi vostro fratello e padre, ma prima di tutto servo, per incoraggiarvi e sostenervi nel ministero che condividiamo a favore di questa bella sposa. Alle sorelle e ai fratelli di vita consacrata invio la mia benedizione per la loro testimonianza di fedeltà e di amore a Dio. Coinvolgetemi nelle vostre storie di grazia e di santità a beneficio di tanti sorelle e fratelli.   Saluto cordialmente le autorità civili e militari con cui avrò l'onore di collaborare per il bene comune, e l'onere di condividere con tutti e con ciascuno la responsabilità per le comunità che la storia ci affida. Con la diocesi di Gubbio siamo chiamati d'ora in poi a camminare insieme come Chiese sorelle, nell'ascolto attento della voce dello Spirito Santo per rimanere fedeli alla missione che Dio ci ha affidato. Il Signore che ama e custodisce la storia e la testimonianza di queste due porzioni elette del suo popolo santo ci educhi e ci insegni a conoscerle, amarle e servirle con umiltà e con gioia. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Matteo 10,8). Altro non so, e non so insegnarvi, carissimi, se non quello che anch'io ho ricevuto in dono: la meraviglia della vita, la grazia della fede e la potenza dell'amore. Tutto abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio, tanto possiamo donare gratuitamente al mondo. Facciamolo insieme! In attesa di incontrarvi presto mi affido con tutti voi alla potente intercessione dei nostri santi: la Madonna delle Grazie protegga con sguardo materno i nostri borghi e le nostre città, ci infiammi la testimonianza luminosa dei santi martiri Crescenziano e compagni, i santi Florido, Amanzio e Donnino ci insegnino la bellezza della Chiesa sinodale, ci alleni all'amore senza misura santa Veronica Giuliani, ci sostenga nelle nostre debolezze e miserie santa Margherita, ci contagino la gioia e il coraggio del beato vescovo Carlo Liviero”.

don Luciano Paolucci Bedini

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Le riflessioni del vescovo Domenico

[video width="1280" height="720" mp4="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2022/05/220507-annuncio-vescovo-cancian-2.mp4"][/video] Insieme a tutti voi, clero, religiosi e laici, accolgo con spirito di fede e obbedienza questa disposizione del Papa. Non è questo un semplice atto amministrativo, è un atto del Magistero Pontificio per il bene della nostra  comunità. E come tale vogliamo accoglierlo.  Esprimiamo tutta la nostra benevola e cordiale accoglienza al vescovo Luciano che con generosità ha detto il suo “sì” al Signore, assumendosi la responsabilità di guidare la Chiesa tifernate, oltre a quella di Gubbio, di cui è pastore dal 29 settembre 2017. Lo ringraziamo di cuore perché assume questo nuovo servizio con semplicità e disponibilità, umiltà e coraggio, come abbiamo ascoltato dal suo bel messaggio.  Ho fiducia che con l’aiuto dello Spirito Santo, con le notevoli capacità umane e pastorali del vescovo Luciano e con la piena collaborazione di tutto il popolo tifernate, si possano superare le difficoltà inerenti al diverso contesto sociale, culturale e pastorale delle due diocesi chiamate a camminare insieme come sorelle "in persona episcopi".  Nel tempo in cui la Chiesa universale è sfidata a vivere ancor più la sinodalità, vogliamo credere e impegnarci a far sì che le diversità culturali e storiche diventino ricchezza di fraternità mettendo in atto una collaborazione pastorale innovativa e condivisa. In un tempo, come il nostro, di grandi cambiamenti, accompagnati da indicibili sofferenze come le guerre in atto e la pandemia, la disposizione del Papa può diventare uno stimolo per vivere ancora meglio "comunione, partecipazione e missione" come ci chiede il cammino sinodale. Sempre con lo scopo di testimoniare oggi, in questa nostra terra benedetta, la pace e la speranza della Pasqua di Gesù crocifisso e risorto per tutti. Così possiamo risvegliare la fede viva e l’amore operoso, sull’esempio dei nostri Santi, quelli già in cielo e le tante persone che in mezzo a noi vivono in modo ammirevole, mettendosi a servizio degli altri con pazienza e umile  dedizione.  In questo sicuramente ci aiuteranno i patroni sant‘Ubaldo, la cui Festa è in corso, insieme a Florido e Amanzio, unitamente ai tanti santi e sante che le due Chiese lungo i secoli hanno generosamente offerto.  Il vescovo Luciano ci dirà in seguito il giorno del suo ingresso per prendere possesso della Chiesa Tifernate come pastore e guida. Il primo incontro con lui e il clero tifernate avrà luogo a Canoscio nel ritiro di mercoledì prossimo 11 maggio.  Approfitto per ringraziare il popolo di Dio che è in Città di Castello e la comunità civile con le rispettive amministrazioni che insistono nel territorio diocesano. Sinceramente in questi quasi 15 anni, che ho avuto la grazia di servire questa bella Chiesa, mi sono sentito accolto e accompagnato da tutti voi. Insieme abbiamo condiviso momenti belli e sofferenze a volte drammatiche. Così è nato un rapporto di amicizia e di stima che non verrà meno. Seppure fra non molto non sarò qui fisicamente tra voi, sono certo che l’affetto reciproco resterà nei nostri cuori. Insieme abbiamo cercato di attuare il comandamento di Gesù “Amatevi come io vi ho amato” che ho scelto come motto episcopale.

+Domenico Cancian

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Il messaggio dei Vescovi umbri

I Vescovi della Conferenza episcopale umbra assicurano a mons. Luciano Paolucci Bedini, chiamato dal Santo Padre a reggere la Chiesa di Città di Castello insieme a quella di Gubbio, la loro fraterna preghiera per il nuovo servizio ecclesiale. A mons. Domenico Cancian la viva gratitudine e l’ammirazione per il generoso e sapiente ministero episcopale svolto nella Diocesi tifernate e nella nostra regione.

+Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra 

 

Chi è mons. Luciano Paolucci Bedini

Mons. Paolucci Bedini è nato il 30 agosto 1968 a Jesi, nella diocesi omonima e provincia di Ancona. È entrato nel Pontificio seminario regionale marchigiano Pio XI di Fano (PU) e ha conseguito il Baccellierato in Teologia presso l’Istituto teologico marchigiano. Il 30 settembre 1995 è stato ordinato sacerdote a Osimo. Dal 1996 al 1999 ha frequentato l’Università pontificia salesiana a Roma, ottenendo la Licenza in Teologia.  Ha svolto i seguenti incarichi pastorali: vicario parrocchiale di San Paolo Apostolo ad Ancona dal 1995 al 2004; direttore dell’Ufficio catechistico diocesano dal 1999 al 2011; docente di Catechetica e di Teologia pastorale all’Istituto superiore di Scienze religiose di Ancona dal 2001 al 2011; direttore dell’Ufficio catechistico regionale dal 2003 al 2010; vice rettore dal 2004 e dal 2010 rettore del Pontificio seminario regionale Pio XI di Ancona; assistente ecclesiastico regionale dell’Agesci dal 2005 al 2010 e dal 2010 membro della Commissione presbiterale regionale.  Eletto vescovo di Gubbio il 29 settembre 2017, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 3 dicembre successivo. All’interno della Conferenza episcopale italiana è membro della commissione per l’Ecumenismo e il Dialogo.  

Il cammino comune delle Chiese eugubina e tifernate

Il 14 gennaio del 1965 muore il vescovo di Gubbio, mons. Beniamino Ubaldi, all’età di 82 anni. L’anno seguente, nel settembre 1966, si dimette da vescovo di Città di Castello mons. Luigi Cicuttini. Inizia un periodo storico per le due Chiese umbre, quella eugubina e quella tifernate, narrato in maniera precisa e documentata nel volume “La Diocesi di Gubbio” scritto da mons. Pietro Bottaccioli, 58esimo successore di sant’Ubaldo tra il 1989 e il 2005.  Le due comunità temono in quegli anni l’ipotesi di una grande diocesi perugina, estesa su buona parte del territorio provinciale. L’ufficio di amministratore apostolico viene affidato prima a mons. Raffaele Baratta, arcivescovo di Perugia, e poi - dal dicembre 1969 - il comboniano mons. Diego Parodi.  Il 22 gennaio 1972, sette anni dopo la morte di Beniamino Ubaldi, il Papa nomina mons. Cesare Pagani come pastore delle due diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Viene ordinato vescovo dallo stesso Paolo VI a San Pietro il 13 febbraio e fa il suo ingresso nelle due cattedrali nella giornata del 19 febbraio. L’episcopato di mons. Pagani a Gubbio e Città di Castello termina il 10 gennaio del 1982, quando fa il suo ingresso come arcivescovo di Perugia.  Quasi in contemporanea - nei mesi che seguono - le due diocesi dell’Umbria settentrionale tornano ad avere due pastori distinti. Il 9 maggio di quell’anno, dalla Sardegna arriva nella diocesi tifernate mons. Carlo Urru, che era stato rettore del Seminario regionale di Assisi dal 1964 al 1971. Il 5 settembre - dopo l’ordinazione episcopale del 29 agosto 1982 a Todi - arriva a Gubbio mons. Ennio Antonelli, già docente di Storia dell’arte al liceo eugubino “Mazzatinti” dal 1973 al 1976.]]>
Un Ponte di aiuti tra Gubbio e l’Ucraina avviato dalla Caritas diocesana https://www.lavoce.it/un-ponte-di-aiuti-tra-gubbio-e-lucraina-avviato-dalla-caritas-diocesana/ Thu, 10 Mar 2022 17:49:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65492 raccolta fondi ucraina

In questi giorni, la Caritas diocesana di Gubbio sta operando in vari modi per dare un aiuto di fronte all’emergenza provocata dalla crisi bellica in Ucraina. È iniziato il censimento delle strutture e delle abitazioni private disponibili ad accogliere i profughi in fuga dal paese in guerra. Sono già una cinquantina i posti offerti da famiglie della diocesi che hanno dato la loro disponibilità a ospitare i civili e le famiglie in fuga, dall’Ucraina, una trentina i posti a disposizione in case parrocchiali e conventi, circa venti quelli offerti dall’agriturismo Alcatraz, sulle colline tra Gubbio e Perugia. Disponibilità ad accogliere che crescono ora dopo ora e che la Caritas diocesana sta raccogliendo in coordinamento con le altre Caritas dell’Umbria e con le istituzioni civili che si stanno preparando a far fronte ad un vero e proprio esodo. Continuano poi le raccolte spontanee di vestiario, alimenti e medicinali che, ormai quasi ogni giorno, da Gubbio raggiungono le frontiere ucraine, in particolare lungo i confini con Polonia e Romania. Anche in questo caso, spesso sono coinvolte sia la Caritas diocesana, sia parrocchie e conventi eugubini, come centri di raccolta dei materiali o per altro supporto logistico.

Adesione della Chiesa eugubina alla Raccolta fondi nazionale Pro Ucraina

Anche la Chiesa eugubina aderisce alla colletta nazionale Pro Ucraina fissata dalla Conferenza episcopale italiana e da Caritas italiana per il 20 marzo, terza domenica di Quaresima. In ogni parrocchia sarà possibile donare fondi per contribuire ai bisogni degli sfollati ucraini, che ogni giorno aumentano di numero con il perdurare della crisi bellica. Per organizzare e sostenere gli aiuti, in linea con le indicazioni dei Vescovi italiani e umbri, la Caritas eugubina dà come riferimento per la raccolta fondi il conto corrente di Caritas italiana: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban IT24C0501803200 000013331111 (causale Europa/Ucraina). Per iniziative più locali - specie in vista di micro-progetti e necessità di accoglienza sul territorio - può essere utilizzato anche il conto corrente di Diocesi di Gubbio Caritas: Banca Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Gubbio – Iban IT21R0103038480 000063165776 (causale Emergenza Ucraina).]]>
raccolta fondi ucraina

In questi giorni, la Caritas diocesana di Gubbio sta operando in vari modi per dare un aiuto di fronte all’emergenza provocata dalla crisi bellica in Ucraina. È iniziato il censimento delle strutture e delle abitazioni private disponibili ad accogliere i profughi in fuga dal paese in guerra. Sono già una cinquantina i posti offerti da famiglie della diocesi che hanno dato la loro disponibilità a ospitare i civili e le famiglie in fuga, dall’Ucraina, una trentina i posti a disposizione in case parrocchiali e conventi, circa venti quelli offerti dall’agriturismo Alcatraz, sulle colline tra Gubbio e Perugia. Disponibilità ad accogliere che crescono ora dopo ora e che la Caritas diocesana sta raccogliendo in coordinamento con le altre Caritas dell’Umbria e con le istituzioni civili che si stanno preparando a far fronte ad un vero e proprio esodo. Continuano poi le raccolte spontanee di vestiario, alimenti e medicinali che, ormai quasi ogni giorno, da Gubbio raggiungono le frontiere ucraine, in particolare lungo i confini con Polonia e Romania. Anche in questo caso, spesso sono coinvolte sia la Caritas diocesana, sia parrocchie e conventi eugubini, come centri di raccolta dei materiali o per altro supporto logistico.

Adesione della Chiesa eugubina alla Raccolta fondi nazionale Pro Ucraina

Anche la Chiesa eugubina aderisce alla colletta nazionale Pro Ucraina fissata dalla Conferenza episcopale italiana e da Caritas italiana per il 20 marzo, terza domenica di Quaresima. In ogni parrocchia sarà possibile donare fondi per contribuire ai bisogni degli sfollati ucraini, che ogni giorno aumentano di numero con il perdurare della crisi bellica. Per organizzare e sostenere gli aiuti, in linea con le indicazioni dei Vescovi italiani e umbri, la Caritas eugubina dà come riferimento per la raccolta fondi il conto corrente di Caritas italiana: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban IT24C0501803200 000013331111 (causale Europa/Ucraina). Per iniziative più locali - specie in vista di micro-progetti e necessità di accoglienza sul territorio - può essere utilizzato anche il conto corrente di Diocesi di Gubbio Caritas: Banca Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Gubbio – Iban IT21R0103038480 000063165776 (causale Emergenza Ucraina).]]>
Quaresima di Carità 2022 a favore dell’emergenza in Ucraina https://www.lavoce.it/quaresima-di-carita-2022-a-favore-dellemergenza-in-ucraina/ Fri, 04 Mar 2022 10:45:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65382 Quaresima di Carità 2022

Il progetto per la Quaresima di Carità 2022 era già stato impostato e pronto per il lancio. Come sempre sarebbe stata sollecitata la rete delle parrocchie e delle comunità diocesane per raccogliere aiuti da destinare alla ricerca di un lavoro dignitoso per giovani e meno giovani, con lo slogan Impara l’arte. Poi è sopraggiunta la crisi ucraina, in tutta la sua drammaticità, e la Caritas diocesana di Gubbio ha deciso insieme al vescovo Paolucci Bedini di sospendere l’iniziativa per valutare cosa poter fare per supportare l’emergenza dei profughi in arrivo anche in Umbria e sul territorio eugubino. "Mai avremmo immaginato -scrive il direttore della Caritas di Gubbio, Luca Uccellani- che una guerra tornasse a sconvolgere il nostro continente, che una grande città europea come Kiev dovesse subire un assedio e pesanti bombardamenti. Mai avremmo voluto vedere di nuovo, dopo le tristi vicende della ex Jugoslavia, profughi scappare dalle proprie case e lasciare la propria patria in cerca di salvezza. Eppure è accaduto. È proprio vero che niente, tantomeno il bene preziosissimo della pace, è conquistato una volta per sempre ma va coltivato e difeso ogni giorno, in ogni istante e in ogni dimensione della vita". In effetti, la guerra è molto vicina anche a noi. Non solo per motivi geografici, ma soprattutto per la presenza nella diocesi eugubina di una numerosa comunità ucraina. "Queste persone -aggiunge Uccellani- che spesso vivono nelle nostre case e si prendono cura di malati ed anziani, ora soffrono l’angoscia di non sapere quale sorte potrebbe toccare ai propri cari, in alcuni casi coinvolti direttamente nei combattimenti". Lo scorso 27 febbraio una delegazione della Caritas diocesana ha partecipato, come gesto di vicinanza e solidarietà, alla celebrazione che ogni domenica pomeriggio la comunità ucraina cattolica di rito bizantino tiene a Gubbio, nella chiesa della Misericordia. "La liturgia era presieduta -racconta il direttore della Caritas eugubina- da un giovane sacerdote che vive a Foligno, padre Taras Maksymiv, che ci ha ringraziato e ci ha chiesto di pregare con e per il popolo ucraino. Ma anche per chi in questo momento è nemico e oppressore, come ci chiede Gesù, ha precisato". Anche a Gubbio la comunità ucraina si sta mobilitando per aiutare il proprio paese ma anche per riuscire a far giungere in Italia i propri cari che cercano di scappare dalla violenza della guerra. "A padre Taras -sottolinea Uccellani- abbiamo garantito tutta la nostra disponibilità, anche per quanto riguarda l’accoglienza. In questo momento non possiamo sapere come evolverà la situazione nei prossimi giorni ma le autorità europee ipotizzano fino a cinque milioni di persone in fuga dall’Ucraina". Per organizzare e sostenere gli aiuti, in linea con le indicazioni dei Vescovi, la Caritas eugubina dà come riferimento per la raccolta fondi il conto corrente di Caritas italiana: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban IT24C0501803200000013331111 (causale Europa/Ucraina). Può essere utilizzato, per iniziative più locali, anche il conto corrente di Diocesi di Gubbio Caritas: Banca Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Gubbio - Iban IT21R0103038480000063165776 (causale Emergenza Ucraina). Le famiglie e le parrocchie che fossero disponibili a ospitare profughi provenienti dall’Ucraina sono invitate a comunicarlo alla Caritas diocesana, come è già avvenuto in alcuni casi.  ]]>
Quaresima di Carità 2022

Il progetto per la Quaresima di Carità 2022 era già stato impostato e pronto per il lancio. Come sempre sarebbe stata sollecitata la rete delle parrocchie e delle comunità diocesane per raccogliere aiuti da destinare alla ricerca di un lavoro dignitoso per giovani e meno giovani, con lo slogan Impara l’arte. Poi è sopraggiunta la crisi ucraina, in tutta la sua drammaticità, e la Caritas diocesana di Gubbio ha deciso insieme al vescovo Paolucci Bedini di sospendere l’iniziativa per valutare cosa poter fare per supportare l’emergenza dei profughi in arrivo anche in Umbria e sul territorio eugubino. "Mai avremmo immaginato -scrive il direttore della Caritas di Gubbio, Luca Uccellani- che una guerra tornasse a sconvolgere il nostro continente, che una grande città europea come Kiev dovesse subire un assedio e pesanti bombardamenti. Mai avremmo voluto vedere di nuovo, dopo le tristi vicende della ex Jugoslavia, profughi scappare dalle proprie case e lasciare la propria patria in cerca di salvezza. Eppure è accaduto. È proprio vero che niente, tantomeno il bene preziosissimo della pace, è conquistato una volta per sempre ma va coltivato e difeso ogni giorno, in ogni istante e in ogni dimensione della vita". In effetti, la guerra è molto vicina anche a noi. Non solo per motivi geografici, ma soprattutto per la presenza nella diocesi eugubina di una numerosa comunità ucraina. "Queste persone -aggiunge Uccellani- che spesso vivono nelle nostre case e si prendono cura di malati ed anziani, ora soffrono l’angoscia di non sapere quale sorte potrebbe toccare ai propri cari, in alcuni casi coinvolti direttamente nei combattimenti". Lo scorso 27 febbraio una delegazione della Caritas diocesana ha partecipato, come gesto di vicinanza e solidarietà, alla celebrazione che ogni domenica pomeriggio la comunità ucraina cattolica di rito bizantino tiene a Gubbio, nella chiesa della Misericordia. "La liturgia era presieduta -racconta il direttore della Caritas eugubina- da un giovane sacerdote che vive a Foligno, padre Taras Maksymiv, che ci ha ringraziato e ci ha chiesto di pregare con e per il popolo ucraino. Ma anche per chi in questo momento è nemico e oppressore, come ci chiede Gesù, ha precisato". Anche a Gubbio la comunità ucraina si sta mobilitando per aiutare il proprio paese ma anche per riuscire a far giungere in Italia i propri cari che cercano di scappare dalla violenza della guerra. "A padre Taras -sottolinea Uccellani- abbiamo garantito tutta la nostra disponibilità, anche per quanto riguarda l’accoglienza. In questo momento non possiamo sapere come evolverà la situazione nei prossimi giorni ma le autorità europee ipotizzano fino a cinque milioni di persone in fuga dall’Ucraina". Per organizzare e sostenere gli aiuti, in linea con le indicazioni dei Vescovi, la Caritas eugubina dà come riferimento per la raccolta fondi il conto corrente di Caritas italiana: Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban IT24C0501803200000013331111 (causale Europa/Ucraina). Può essere utilizzato, per iniziative più locali, anche il conto corrente di Diocesi di Gubbio Caritas: Banca Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Gubbio - Iban IT21R0103038480000063165776 (causale Emergenza Ucraina). Le famiglie e le parrocchie che fossero disponibili a ospitare profughi provenienti dall’Ucraina sono invitate a comunicarlo alla Caritas diocesana, come è già avvenuto in alcuni casi.  ]]>
Preghiera per la pace della Chiesa Eugubina nel giorno del Mercoledì delle Ceneri https://www.lavoce.it/preghiera-per-la-pace-della-chiesa-eugubina-nel-giorno-del-mercoledi-delle-ceneri/ Mon, 28 Feb 2022 15:54:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65284 preghiera per la pace gubbio

La Chiesa eugubina si prepara a vivere l’inizio del cammino quaresimale, raccogliendosi in preghiera per invocare la pace in Ucraina e nel mondo intero. Anche i fedeli eugubini, dunque, accolgono l’invito di Papa Francesco a pregare per la fine delle ostilità tra i due paesi dell’ex Unione Sovietica. Il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, è prevista la prima stazione quaresimale, con la processione dalla chiesa di Santa Croce a quella di San Domenico, con partenza alle ore 20.45. Nella chiesa parrocchiale del quartiere di San Martino, alle ore 21 circa, è previsto il rito dell’imposizione delle Ceneri, presieduto dal nuovo vicario della zona pastorale cittadina, don Fabricio Cellucci. Seguirà una veglia di preghiera e di adorazione eucaristica fino a mezzanotte, proprio per chiedere la pace tra gli eserciti in conflitto nel cuore dell’Europa come nelle altre zone del pianeta. La stazione quaresimale non sarà presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, che ieri è risultato positivo al virus Sars-Cov-2 dopo il tampone effettuato prima di celebrare la santa messa domenicale presso la residenza per anziani Mosca. Le condizioni di monsignor Paolucci Bedini sono buone e non destano preoccupazioni, ma hanno obbligato il vescovo ad annullare tutti gli impegni in presenza previsti per questi giorni.]]>
preghiera per la pace gubbio

La Chiesa eugubina si prepara a vivere l’inizio del cammino quaresimale, raccogliendosi in preghiera per invocare la pace in Ucraina e nel mondo intero. Anche i fedeli eugubini, dunque, accolgono l’invito di Papa Francesco a pregare per la fine delle ostilità tra i due paesi dell’ex Unione Sovietica. Il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, è prevista la prima stazione quaresimale, con la processione dalla chiesa di Santa Croce a quella di San Domenico, con partenza alle ore 20.45. Nella chiesa parrocchiale del quartiere di San Martino, alle ore 21 circa, è previsto il rito dell’imposizione delle Ceneri, presieduto dal nuovo vicario della zona pastorale cittadina, don Fabricio Cellucci. Seguirà una veglia di preghiera e di adorazione eucaristica fino a mezzanotte, proprio per chiedere la pace tra gli eserciti in conflitto nel cuore dell’Europa come nelle altre zone del pianeta. La stazione quaresimale non sarà presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, che ieri è risultato positivo al virus Sars-Cov-2 dopo il tampone effettuato prima di celebrare la santa messa domenicale presso la residenza per anziani Mosca. Le condizioni di monsignor Paolucci Bedini sono buone e non destano preoccupazioni, ma hanno obbligato il vescovo ad annullare tutti gli impegni in presenza previsti per questi giorni.]]>
Cammino sinodale: in ascolto dei vicini e dei lontani, anche via web https://www.lavoce.it/cammino-sinodale-in-ascolto-dei-vicini-e-dei-lontani-anche-via-web/ Thu, 10 Feb 2022 13:51:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64906 cammino sinodale

La Chiesa eugubina entra nel vivo dell’ascolto, primo segmento della fase iniziale del cammino sinodale, quella narrativa. E lo fa avvicinando le persone e ascoltandole anche con gli strumenti della moderna tecnologia. Tutto in vista del Sinodo dei Vescovi previsto per ottobre 2023 e, in parallelo, con il percorso sulla sinodalità che sta facendo la stessa Chiesa italiana. Papa Francesco ha chiesto che ogni diocesi del mondo si metta in ascolto di tutti i suoi figli, sostenendo come l’ascolto reciproco sia un’autentica esperienza di discernimento della voce dello Spirito Santo. Un ascolto che coinvolge il popolo di Dio, specialmente coloro che si trovano ai margini o si sentono esclusi dalla vita della Chiesa, i cattolici che praticano raramente o non praticano mai la loro fede, come specifica l’introduzione al vademecum in preparazione al Sinodo.
"La fase di ascolto della nostra diocesi -spiega don Francesco Menichetti, referente della segreteria diocesana per il Sinodo- coinvolgerà parrocchie, movimenti, ordini religiosi ma anche studenti, bambini, famiglie, anziani.
Tutti potranno essere ascoltati. Se in questa fase di pandemia le occasioni di incontro sono notevolmente ridotte, allora il web, ci viene in aiuto".
Sul sito della Chiesa eugubina, all’indirizzo www.diocesigubbio.it/camminosinodale,  chiunque può sentirsi parte di questa consultazione sinodale, compilando i form online che sono disponibili.
"Chiunque desidera prendere parte a questo processo di ascolto e rinnovamento -aggiunge don Francesco- può essere protagonista. La segreteria diocesana ha predisposto strumenti semplici per poter diffondere l’ascolto sia ad intra, ovvero tra coloro che si sentono parte della comunità cristiana, sia ad extra, cioè coloro che hanno smarrito il senso di appartenenza. Iniziamo dai più piccoli ai quali chiediamo di disegnare la Chiesa che sognano: con quali materiali sarebbe costruita, quali colori, cosa ci dovrebbe essere dentro per sentirla bella e accogliente".
Per i ragazzi più grandi sono due le modalità: potranno scrivere una lettera a Papa Francesco per consigliarlo su come rendere la Chiesa casa di tutti, oppure rispondere a brevi domande come L’ascolto è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi. Ti senti ascoltato dalla Chiesa?.
Anche le famiglie potranno rispondere ed esprimere la loro visione di Chiesa attraverso un form online oppure lasciando un vocale nella vocal box, al numero del Sinodo che si trova sempre nella sezione apposita del sito diocesano.
"Ascoltare tutti è la parola chiave -continua Menichetti- e l’esperienza da promuovere in questo tempo di Grazia. Più persone parteciperanno maggiore sarà la gioia. Sentiamoci parte di un processo di rinnovamento delle mentalità e strutture ecclesiali per vivere la chiamata di Dio e la Chiesa con rinnovato entusiasmo, a servizio del dialogo di Dio con l’umanità. Il Sinodo ci offre la possibilità di rinnovare il nostro essere Chiesa, attraverso un metodo di ascolto profondo delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini del nostro tempo, come riporta la costituzione pastorale Gaudium et Spes.
La sinodalità come metodo presuppone coraggio e onestà, verità e carità, apertura alla conversione e al cambiamento, cercando di sviluppare -conclude don Francesco- un nuovo modo di sentirsi ed essere Chiesa nel nostro tempo".
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cammino sinodale

La Chiesa eugubina entra nel vivo dell’ascolto, primo segmento della fase iniziale del cammino sinodale, quella narrativa. E lo fa avvicinando le persone e ascoltandole anche con gli strumenti della moderna tecnologia. Tutto in vista del Sinodo dei Vescovi previsto per ottobre 2023 e, in parallelo, con il percorso sulla sinodalità che sta facendo la stessa Chiesa italiana. Papa Francesco ha chiesto che ogni diocesi del mondo si metta in ascolto di tutti i suoi figli, sostenendo come l’ascolto reciproco sia un’autentica esperienza di discernimento della voce dello Spirito Santo. Un ascolto che coinvolge il popolo di Dio, specialmente coloro che si trovano ai margini o si sentono esclusi dalla vita della Chiesa, i cattolici che praticano raramente o non praticano mai la loro fede, come specifica l’introduzione al vademecum in preparazione al Sinodo.
"La fase di ascolto della nostra diocesi -spiega don Francesco Menichetti, referente della segreteria diocesana per il Sinodo- coinvolgerà parrocchie, movimenti, ordini religiosi ma anche studenti, bambini, famiglie, anziani.
Tutti potranno essere ascoltati. Se in questa fase di pandemia le occasioni di incontro sono notevolmente ridotte, allora il web, ci viene in aiuto".
Sul sito della Chiesa eugubina, all’indirizzo www.diocesigubbio.it/camminosinodale,  chiunque può sentirsi parte di questa consultazione sinodale, compilando i form online che sono disponibili.
"Chiunque desidera prendere parte a questo processo di ascolto e rinnovamento -aggiunge don Francesco- può essere protagonista. La segreteria diocesana ha predisposto strumenti semplici per poter diffondere l’ascolto sia ad intra, ovvero tra coloro che si sentono parte della comunità cristiana, sia ad extra, cioè coloro che hanno smarrito il senso di appartenenza. Iniziamo dai più piccoli ai quali chiediamo di disegnare la Chiesa che sognano: con quali materiali sarebbe costruita, quali colori, cosa ci dovrebbe essere dentro per sentirla bella e accogliente".
Per i ragazzi più grandi sono due le modalità: potranno scrivere una lettera a Papa Francesco per consigliarlo su come rendere la Chiesa casa di tutti, oppure rispondere a brevi domande come L’ascolto è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi. Ti senti ascoltato dalla Chiesa?.
Anche le famiglie potranno rispondere ed esprimere la loro visione di Chiesa attraverso un form online oppure lasciando un vocale nella vocal box, al numero del Sinodo che si trova sempre nella sezione apposita del sito diocesano.
"Ascoltare tutti è la parola chiave -continua Menichetti- e l’esperienza da promuovere in questo tempo di Grazia. Più persone parteciperanno maggiore sarà la gioia. Sentiamoci parte di un processo di rinnovamento delle mentalità e strutture ecclesiali per vivere la chiamata di Dio e la Chiesa con rinnovato entusiasmo, a servizio del dialogo di Dio con l’umanità. Il Sinodo ci offre la possibilità di rinnovare il nostro essere Chiesa, attraverso un metodo di ascolto profondo delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini del nostro tempo, come riporta la costituzione pastorale Gaudium et Spes.
La sinodalità come metodo presuppone coraggio e onestà, verità e carità, apertura alla conversione e al cambiamento, cercando di sviluppare -conclude don Francesco- un nuovo modo di sentirsi ed essere Chiesa nel nostro tempo".
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Nasce l’elenco delle imprese edili del territorio della Diocesi di Gubbio https://www.lavoce.it/nasce-lelenco-delle-imprese-edili-del-territorio-della-diocesi-di-gubbio/ Fri, 04 Feb 2022 11:17:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64835 imprese edili

Nasce l'elenco delle imprese edili del territorio della Diocesi di Gubbio. Continua così l’impegno per il mantenimento, il restauro e la valorizzazione degli edifici ecclesiastici, straordinari esempi di architettura e contenitori d’arte che raccontano la storia millenaria della Chiesa eugubina. Ora anche con un nuovo strumento dedicato alle aziende che operano nel settore. "Spesso ci troviamo di fronte -spiega il vescovo Luciano Paolucci Bedini- a veri e propri gioielli e scrigni di bellezza per i quali è necessario, al fine di conservarne intatto lo splendore e la funzionalità, investire ingenti risorse. Tale attività di custodia e valorizzazione non sarebbe possibile per la nostra piccola diocesi senza il sostegno della Conferenza episcopale italiana, che mette annualmente a disposizione per questi scopi dei fondi dedicati, provenienti dalle contribuzioni volontarie dei cittadini attraverso la scelta di destinare l’8 per mille delle proprie imposte alla Chiesa cattolica". Parole che il vescovo scrive in una lettera pubblicata sul sito diocesano (all’indirizzo www.diocesigubbio.it/elenco-imprese-edili) e indirizzata alle aziende che operano nel settore edile. "Per finanziare e realizzare concretamente questa attività di restauro e manutenzione straordinaria per la conservazione e l’uso di tale patrimonio -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- è pertanto necessario uno sforzo progettuale notevole, che vede coinvolte diverse figure professionali e soggetti qualificati a vari livelli; tra questi un ruolo fondamentale è quello delle imprese che operano nel settore edilizio, che devono essere molto spesso altamente qualificate per realizzare interventi complessi e sfidanti dal punto di vista tecnologico ed organizzativo". Proprio in questi ultimi anni e nei prossimi, gli uffici amministrativi della Curia eugubina sono impegnati a coordinare numerosi cantieri che hanno già restituito, o lo faranno prossimamente, chiese ed edifici parrocchiali alle comunità diocesane. "Occorre -scrive ancora il vescovo Luciano- un costante sforzo di aggiornamento rispetto alle procedure, ai materiali e alle tecniche da utilizzare sul campo, non disgiunto da un’attenzione altrettanto importante per gli aspetti etici che riguardano l’organizzazione dei cantieri e degli addetti coinvolti sotto tutti gli aspetti, compresi quelli della sicurezza e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Ci sono gli aspetti normativi e di certificazione che la Curia diocesana ha sempre preso in considerazione per l’affidamento dei lavori di carattere edile, ma per una comunità ecclesiale sono altrettanto importanti aspetti umani di solidarietà, condivisione e fiducia, rispetto ai quali la nostra diocesi intende rivolgere la giusta attenzione". Ecco allora l’idea di istituire un elenco di imprese edili qualificate e con tutte le caratteristiche richieste, con le quali poter collaborare per l’affidamento di lavori di restauro, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo del patrimonio edilizio ecclesiastico. L’iniziativa della diocesi eugubina sarà divulgata nei prossimi giorni anche attraverso le associazioni e le organizzazioni di categoria. Per fare richiesta di inserimento nell’elenco è sufficiente scaricare, compilare e rispedire il modulo disponibile sul sito Internet www.diocesigubbio.it. Una commissione interna, nominata dal Vescovo, verificherà le richieste arrivate e stilerà l’elenco, che avrà una validità di cinque anni e potrà essere costantemente aggiornato. Per tutte le informazioni è possibile contattare l’ufficio diocesano per l’Edilizia di culto, tel. 0759273980 - email edilizia@diocesigubbio.it.]]>
imprese edili

Nasce l'elenco delle imprese edili del territorio della Diocesi di Gubbio. Continua così l’impegno per il mantenimento, il restauro e la valorizzazione degli edifici ecclesiastici, straordinari esempi di architettura e contenitori d’arte che raccontano la storia millenaria della Chiesa eugubina. Ora anche con un nuovo strumento dedicato alle aziende che operano nel settore. "Spesso ci troviamo di fronte -spiega il vescovo Luciano Paolucci Bedini- a veri e propri gioielli e scrigni di bellezza per i quali è necessario, al fine di conservarne intatto lo splendore e la funzionalità, investire ingenti risorse. Tale attività di custodia e valorizzazione non sarebbe possibile per la nostra piccola diocesi senza il sostegno della Conferenza episcopale italiana, che mette annualmente a disposizione per questi scopi dei fondi dedicati, provenienti dalle contribuzioni volontarie dei cittadini attraverso la scelta di destinare l’8 per mille delle proprie imposte alla Chiesa cattolica". Parole che il vescovo scrive in una lettera pubblicata sul sito diocesano (all’indirizzo www.diocesigubbio.it/elenco-imprese-edili) e indirizzata alle aziende che operano nel settore edile. "Per finanziare e realizzare concretamente questa attività di restauro e manutenzione straordinaria per la conservazione e l’uso di tale patrimonio -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- è pertanto necessario uno sforzo progettuale notevole, che vede coinvolte diverse figure professionali e soggetti qualificati a vari livelli; tra questi un ruolo fondamentale è quello delle imprese che operano nel settore edilizio, che devono essere molto spesso altamente qualificate per realizzare interventi complessi e sfidanti dal punto di vista tecnologico ed organizzativo". Proprio in questi ultimi anni e nei prossimi, gli uffici amministrativi della Curia eugubina sono impegnati a coordinare numerosi cantieri che hanno già restituito, o lo faranno prossimamente, chiese ed edifici parrocchiali alle comunità diocesane. "Occorre -scrive ancora il vescovo Luciano- un costante sforzo di aggiornamento rispetto alle procedure, ai materiali e alle tecniche da utilizzare sul campo, non disgiunto da un’attenzione altrettanto importante per gli aspetti etici che riguardano l’organizzazione dei cantieri e degli addetti coinvolti sotto tutti gli aspetti, compresi quelli della sicurezza e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Ci sono gli aspetti normativi e di certificazione che la Curia diocesana ha sempre preso in considerazione per l’affidamento dei lavori di carattere edile, ma per una comunità ecclesiale sono altrettanto importanti aspetti umani di solidarietà, condivisione e fiducia, rispetto ai quali la nostra diocesi intende rivolgere la giusta attenzione". Ecco allora l’idea di istituire un elenco di imprese edili qualificate e con tutte le caratteristiche richieste, con le quali poter collaborare per l’affidamento di lavori di restauro, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo del patrimonio edilizio ecclesiastico. L’iniziativa della diocesi eugubina sarà divulgata nei prossimi giorni anche attraverso le associazioni e le organizzazioni di categoria. Per fare richiesta di inserimento nell’elenco è sufficiente scaricare, compilare e rispedire il modulo disponibile sul sito Internet www.diocesigubbio.it. Una commissione interna, nominata dal Vescovo, verificherà le richieste arrivate e stilerà l’elenco, che avrà una validità di cinque anni e potrà essere costantemente aggiornato. Per tutte le informazioni è possibile contattare l’ufficio diocesano per l’Edilizia di culto, tel. 0759273980 - email edilizia@diocesigubbio.it.]]>
Lavori in corso: il punto sui cantieri delle chiese diocesane eugubine https://www.lavoce.it/lavori-in-corso-il-punto-sui-cantieri-delle-chiese-diocesane-eugubine/ Thu, 11 Nov 2021 11:28:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63059 cantieri (diocesi di Gubbio)

Un patrimonio di fede, storia, cultura, arte e architettura che pian piano viene recuperato e restituito alle comunità e al territorio. È quello della Chiesa eugubina che, proprio in questi anni, continua nell’opera di tutela e salvaguardia degli edifici di culto. Nel gennaio scorso, il vescovo Luciano Paolucci Bedini aveva già fatto il punto su un quadriennio segnato dall’apertura di tanti cantieri per la ristrutturazione e il recupero di chiese ed edifici della diocesi eugubina. Tra il 2019 e il 2023, sono circa otto i milioni di euro messi a bilancio per le varie opere che riguardano almeno una dozzina di strutture diocesane.
Nell’elenco dei cantieri portati a termine negli ultimi anni c’erano già la chiesa di San Bernardino a Umbertide, quella di Sant’Antonio a Scheggia e Pascelupo, la cattedrale eugubina dei Santi Mariano e Giacomo, la chiesa di Madonna del Prato. Il restauro di quest’ultimo gioiello barocco è stato raccontato anche nella raccolta 2020 delle opere finanziate con i fondi 8xMille, come esempio di capolavoro ritrovato grazie ai finanziamenti erogati dalla Chiesa italiana.
L’anno 2021 ha fatto riscoprire molti altri edifici ecclesiali e parrocchiali, che da sempre rappresentano un punto di riferimento per le comunità locali. Come la chiesa di Santa Croce della Foce, riaperta nel luglio scorso dopo i lunghi restauri realizzati grazie all’impegno della Confraternita che la custodisce, del Fai, di Intesa Sanpaolo e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Mibact, per mezzo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria.
Nel luglio scorso è stata riaperta la chiesa di San Michele Arcangelo a Carbonesca, grazie al contributo della Conferenza episcopale italiana per l’edilizia di culto. Il restauro e il risanamento conservativo hanno riguardato il manto di copertura, il consolidamento murario e degli arconi, della facciata a sud e del campanile, la nuova copertura in legno, il ripristino degli intonaci, la tinteggiatura interna ed esterna.
Nel mese di giugno, era stata riaperta la chiesa di Santa Maria Maddalena a Ponte d’Assi, dopo il recupero che aveva interessato le fondazioni, il consolidamento della sagrestia e delle mura lesionate, la zona absidale.
Riaperta dopo l’estate la chiesa di San Giovanni Battista a Loreto di Gubbio, dopo gli interventi di restauro e risanamento conservativo che hanno riguardato la copertura, il consolidamento della volta, il consolidamento del campanile, quello dell’arco tra aula e presbiterio, la bonifica delle murature da umidità, le pareti esterne, la pulitura, il consolidamento e il fissaggio degli affreschi e delle decorazioni a stucco. Un intervento da completare nei prossimi mesi con un restauro completo degli interni e degli impianti.
Pieno recupero, e riapertura i primi di ottobre scorso, per la chiesa di San Clemente a Nogna, nella parrocchia di San Benedetto Vecchio. Anche in questo caso, i lavori hanno interessato la copertura, le fondazioni, intonaci interni e tinteggiature.
Ci sono poi altri progetti che a breve apriranno i cantieri. Come il centro pastorale di San Giovanni Battista a Cantiano, il nuovo centro pastorale della parrocchia di Madonna del Prato, il restauro e risanamento conservativo del Palazzo dei Canonici, nel complesso della Cattedrale di Gubbio.
Nei vari interventi, la diocesi di Gubbio è stata stazione appaltante tramite l’Ufficio di curia per l’edilizia di culto. La progettazione dei cantieri, è stata realizzata in collaborazione con l’architetto Francesco Raschi, che ha seguito anche la direzione lavori, e con gli architetti Katia Billai ed Eleonora Minelli, e l’ingegnere Gianluca Bei.
I finanziamenti per l’esecuzione dei lavori hanno origini diverse e vanno dai fondi dell’8xMille, a quelli erogati dallo Stato, fondi per i terremoti e compartecipazioni di curia diocesana e parrocchie. È di questi giorni una circolare del Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, che invita le diocesi, come enti attuatori, ad aggiornare eventuali aggravamenti agli edifici di culto già inseriti nel programma delle opere da finanziare, dando priorità agli interventi che prevedono un grado di progettazione avanzata. La diocesi di Gubbio è in attesa dei finanziamenti per la ricostruzione e il restauro di trenta edifici di culto.
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cantieri (diocesi di Gubbio)

Un patrimonio di fede, storia, cultura, arte e architettura che pian piano viene recuperato e restituito alle comunità e al territorio. È quello della Chiesa eugubina che, proprio in questi anni, continua nell’opera di tutela e salvaguardia degli edifici di culto. Nel gennaio scorso, il vescovo Luciano Paolucci Bedini aveva già fatto il punto su un quadriennio segnato dall’apertura di tanti cantieri per la ristrutturazione e il recupero di chiese ed edifici della diocesi eugubina. Tra il 2019 e il 2023, sono circa otto i milioni di euro messi a bilancio per le varie opere che riguardano almeno una dozzina di strutture diocesane.
Nell’elenco dei cantieri portati a termine negli ultimi anni c’erano già la chiesa di San Bernardino a Umbertide, quella di Sant’Antonio a Scheggia e Pascelupo, la cattedrale eugubina dei Santi Mariano e Giacomo, la chiesa di Madonna del Prato. Il restauro di quest’ultimo gioiello barocco è stato raccontato anche nella raccolta 2020 delle opere finanziate con i fondi 8xMille, come esempio di capolavoro ritrovato grazie ai finanziamenti erogati dalla Chiesa italiana.
L’anno 2021 ha fatto riscoprire molti altri edifici ecclesiali e parrocchiali, che da sempre rappresentano un punto di riferimento per le comunità locali. Come la chiesa di Santa Croce della Foce, riaperta nel luglio scorso dopo i lunghi restauri realizzati grazie all’impegno della Confraternita che la custodisce, del Fai, di Intesa Sanpaolo e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Mibact, per mezzo della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'Umbria.
Nel luglio scorso è stata riaperta la chiesa di San Michele Arcangelo a Carbonesca, grazie al contributo della Conferenza episcopale italiana per l’edilizia di culto. Il restauro e il risanamento conservativo hanno riguardato il manto di copertura, il consolidamento murario e degli arconi, della facciata a sud e del campanile, la nuova copertura in legno, il ripristino degli intonaci, la tinteggiatura interna ed esterna.
Nel mese di giugno, era stata riaperta la chiesa di Santa Maria Maddalena a Ponte d’Assi, dopo il recupero che aveva interessato le fondazioni, il consolidamento della sagrestia e delle mura lesionate, la zona absidale.
Riaperta dopo l’estate la chiesa di San Giovanni Battista a Loreto di Gubbio, dopo gli interventi di restauro e risanamento conservativo che hanno riguardato la copertura, il consolidamento della volta, il consolidamento del campanile, quello dell’arco tra aula e presbiterio, la bonifica delle murature da umidità, le pareti esterne, la pulitura, il consolidamento e il fissaggio degli affreschi e delle decorazioni a stucco. Un intervento da completare nei prossimi mesi con un restauro completo degli interni e degli impianti.
Pieno recupero, e riapertura i primi di ottobre scorso, per la chiesa di San Clemente a Nogna, nella parrocchia di San Benedetto Vecchio. Anche in questo caso, i lavori hanno interessato la copertura, le fondazioni, intonaci interni e tinteggiature.
Ci sono poi altri progetti che a breve apriranno i cantieri. Come il centro pastorale di San Giovanni Battista a Cantiano, il nuovo centro pastorale della parrocchia di Madonna del Prato, il restauro e risanamento conservativo del Palazzo dei Canonici, nel complesso della Cattedrale di Gubbio.
Nei vari interventi, la diocesi di Gubbio è stata stazione appaltante tramite l’Ufficio di curia per l’edilizia di culto. La progettazione dei cantieri, è stata realizzata in collaborazione con l’architetto Francesco Raschi, che ha seguito anche la direzione lavori, e con gli architetti Katia Billai ed Eleonora Minelli, e l’ingegnere Gianluca Bei.
I finanziamenti per l’esecuzione dei lavori hanno origini diverse e vanno dai fondi dell’8xMille, a quelli erogati dallo Stato, fondi per i terremoti e compartecipazioni di curia diocesana e parrocchie. È di questi giorni una circolare del Commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Giovanni Legnini, che invita le diocesi, come enti attuatori, ad aggiornare eventuali aggravamenti agli edifici di culto già inseriti nel programma delle opere da finanziare, dando priorità agli interventi che prevedono un grado di progettazione avanzata. La diocesi di Gubbio è in attesa dei finanziamenti per la ricostruzione e il restauro di trenta edifici di culto.
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Nasce a Gubbio il progetto ‘Hub Hotel’, per mettere in connessione persone e territorio https://www.lavoce.it/nasce-a-gubbio-il-progetto-hub-hotel-per-mettere-in-connessione-persone-e-territorio/ Sun, 31 Oct 2021 11:18:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62924 Hub Hotel

Parte in maniera ufficiale a Gubbio il progetto Hub Hotel, per il recupero e il rilancio del complesso del seminario e hotel Beniamino Ubaldi di via Perugina, che la Chiesa eugubina ha edificato e inaugurato negli anni Ottanta nell’immediata periferia della città.
Un percorso che nei mesi scorsi era già stato annunciato e anticipato, puntando a valorizzare la collaborazione e la condivisione con la città e il territorio, mettendo in relazione vari soggetti e professionisti che si occupano di progettazione, ricettività e ristorazione, promozione turistica e marketing territoriale. La nuova struttura si chiamerà Hub Hotel proprio perché nasce dall’idea di mettere in connessione tra loro sia le persone, sia i valori del territorio. Un luogo, come recita lo slogan che accompagna il nuovo nome, che vuol essere naturalmente accogliente, da tutti i punti di vista.

Hub Hotel, un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità

"Si tratta -ha spiegato il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini- di un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità, dedicato alla promozione del territorio. Il consiglio di amministrazione dell’Ente Seminario di Gubbio da tempo ha avviato una serie di passi per arrivare a rendere esecutivo questo progetto. L’hotel aveva bisogno di una profonda ristrutturazione, che andava però coniugata, nel migliore dei modi, con la vocazione all’ospitalità di Gubbio e del suo territorio. Una vocazione - ha concluso il Vescovo - che è il punto di incontro fra l’idea che sta dietro a una struttura turistica e l’esperienza pastorale della Chiesa diocesana".
In questo senso, come il vescovo Paolucci Bedini ha detto più volte negli ultimi mesi, il rilancio dell’albergo di via Perugina è lo snodo centrale di una rete più ampia fatta di foresterie e case parrocchiali per pellegrini, ritiri, gruppi e vacanze che si articoleranno in un progetto di accoglienza diffusa.
"Siamo partiti dall’idea di mettere le persone al centro -spiega Lorenzo Rughi, che si occupa di amministrazione nella Curia eugubina- e tutte le nostre relazioni in questi mesi si sono orientate in questo senso, per progettare un'identità accogliente della struttura sia verso agli abitanti del territorio, sia per turisti e visitatori che arrivano a Gubbio".
Il recupero della struttura dell’ex hotel Beniamino Ubaldi passa ora attraverso varie fasi: dopo la progettazione, a breve si apriranno i lavori di edilizia e impianti, e poi tutto ciò che riguarda la gestione di Hub Hotel appena i lavori saranno terminati.
L’obiettivo, è quello di realizzare un primo stralcio di opere per riaprire l’albergo con un lotto di camere disponibili entro l’estate 2022, dopo un investimento iniziale di oltre un milione di euro. Seguirà una seconda fase per dare corpo all’identità sportiva dell’albergo, che si troverà proprio lungo la ciclabile in corso di realizzazione e potrà potenziare il collegamento con i vicini impianti esistenti, ampliando l’offerta con un grande parco sportivo aperto agli eugubini e ai visitatori.
"La nuova struttura -spiega ancora Rughi- sarà caratterizzata dalla massima accessibilità e dall’essere snodo di una rete ampia di accoglienza, dove tutti possano sentirsi a casa, a cominciare da disabili, anziani e persone fragili, come anche giovani, famiglie, sportivi. Poi, la sostenibilità ambientale a partire dall’impianto fotovoltaico esistente, aggiungendo efficientamento energetico nel fare i lavori, ridurre al minimo gli sprechi, curare e migliorare il parco circostante.
Infine il concetto di hub, che ha dato persino il nome al nuovo hotel, per essere il crocevia di una nuova rete. Fare rete tra di noi, innanzitutto, per fare rete con il territorio e per dare una mano al sistema turistico locale, andando tutti insieme in cordata verso l’obiettivo della crescita di tutto il comparto ricettivo, spesso troppo frammentato e dispersivo".
Lorenzo Rughi ha annunciato che fin dalle prossime settimane inizierà la fase del reclutamento del personale: chi vuole proporre la propria candidatura può inviare il curriculum via mail all’indirizzo amministrazione@diocesigubbio.net.
Sul versante delle risorse umane, sarà lo chef Enrico Braganti che si occuperà di tutta la progettazione del comparto ristorazione, con la selezione del personale di cucina, l’organizzazione del lavoro e la predisposizione dei menù con i prodotti del territorio.
Gli spazi innovativi e accoglienti di Hub Hotel sono stati presentati da Gianluigi Caldarelli, dello studio Menichetti+Caldarelli Architetti che si è aggiudicato il concorso di idee lanciato nei mesi scorsi dalla Curia eugubina e al quale hanno risposto cinque studi professionali.
"Siamo partiti proprio dal concetto di accoglienza e da quell’abbraccio che ci è mancato tanto in questi mesi di pandemia -ha detto Caldarelli mostrando le immagini dell’idea progettuale sviluppata dallo studio tecnico eugubino- Il segno grafico morbido e arrotondato, è diventato l’elemento costitutivo del progetto stesso, caratterizzando i vari spazi della struttura".
L’architetto Caldarelli ha presentato i rendering della progettazione, illustrando le idee innovative che stanno alla base della ristrutturazione.
"Cambierà l’accesso alla struttura per dare più spazio al verde intorno -ha spiegato- esterni e interni dell’albergo saranno aperti e ampliati per dare respiro e prospettiva, gli spazi saranno tutti adatti a chi ha problemi di mobilità, e grazie alle connessioni tra ambienti interni ed esterni, specie durante la bella stagione, non sarà facile capire se la persona si trova dentro o fuori, lungo portici, vetrate, corridoi, corte aperta. Il verde sarà un elemento molto importante".
La filosofia del nuovo marchio, il brand di Hub Hotel, è stata illustrata da Federico Minelli, consulente di marketing e comunicazione del progetto, ed è frutto della creatività e della collaborazione di Federico Venerucci, di Venerucci Comunicazione.
"La connessione che raffigura il logo dell’hotel -ha detto Minelli- vuol essere sia segno di tecnologia e innovazione, ma anche organica, naturale e umana, quindi collaborazione e condivisione sono in primissimo piano nell’intero progetto".
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Hub Hotel

Parte in maniera ufficiale a Gubbio il progetto Hub Hotel, per il recupero e il rilancio del complesso del seminario e hotel Beniamino Ubaldi di via Perugina, che la Chiesa eugubina ha edificato e inaugurato negli anni Ottanta nell’immediata periferia della città.
Un percorso che nei mesi scorsi era già stato annunciato e anticipato, puntando a valorizzare la collaborazione e la condivisione con la città e il territorio, mettendo in relazione vari soggetti e professionisti che si occupano di progettazione, ricettività e ristorazione, promozione turistica e marketing territoriale. La nuova struttura si chiamerà Hub Hotel proprio perché nasce dall’idea di mettere in connessione tra loro sia le persone, sia i valori del territorio. Un luogo, come recita lo slogan che accompagna il nuovo nome, che vuol essere naturalmente accogliente, da tutti i punti di vista.

Hub Hotel, un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità

"Si tratta -ha spiegato il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini- di un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità, dedicato alla promozione del territorio. Il consiglio di amministrazione dell’Ente Seminario di Gubbio da tempo ha avviato una serie di passi per arrivare a rendere esecutivo questo progetto. L’hotel aveva bisogno di una profonda ristrutturazione, che andava però coniugata, nel migliore dei modi, con la vocazione all’ospitalità di Gubbio e del suo territorio. Una vocazione - ha concluso il Vescovo - che è il punto di incontro fra l’idea che sta dietro a una struttura turistica e l’esperienza pastorale della Chiesa diocesana".
In questo senso, come il vescovo Paolucci Bedini ha detto più volte negli ultimi mesi, il rilancio dell’albergo di via Perugina è lo snodo centrale di una rete più ampia fatta di foresterie e case parrocchiali per pellegrini, ritiri, gruppi e vacanze che si articoleranno in un progetto di accoglienza diffusa.
"Siamo partiti dall’idea di mettere le persone al centro -spiega Lorenzo Rughi, che si occupa di amministrazione nella Curia eugubina- e tutte le nostre relazioni in questi mesi si sono orientate in questo senso, per progettare un'identità accogliente della struttura sia verso agli abitanti del territorio, sia per turisti e visitatori che arrivano a Gubbio".
Il recupero della struttura dell’ex hotel Beniamino Ubaldi passa ora attraverso varie fasi: dopo la progettazione, a breve si apriranno i lavori di edilizia e impianti, e poi tutto ciò che riguarda la gestione di Hub Hotel appena i lavori saranno terminati.
L’obiettivo, è quello di realizzare un primo stralcio di opere per riaprire l’albergo con un lotto di camere disponibili entro l’estate 2022, dopo un investimento iniziale di oltre un milione di euro. Seguirà una seconda fase per dare corpo all’identità sportiva dell’albergo, che si troverà proprio lungo la ciclabile in corso di realizzazione e potrà potenziare il collegamento con i vicini impianti esistenti, ampliando l’offerta con un grande parco sportivo aperto agli eugubini e ai visitatori.
"La nuova struttura -spiega ancora Rughi- sarà caratterizzata dalla massima accessibilità e dall’essere snodo di una rete ampia di accoglienza, dove tutti possano sentirsi a casa, a cominciare da disabili, anziani e persone fragili, come anche giovani, famiglie, sportivi. Poi, la sostenibilità ambientale a partire dall’impianto fotovoltaico esistente, aggiungendo efficientamento energetico nel fare i lavori, ridurre al minimo gli sprechi, curare e migliorare il parco circostante.
Infine il concetto di hub, che ha dato persino il nome al nuovo hotel, per essere il crocevia di una nuova rete. Fare rete tra di noi, innanzitutto, per fare rete con il territorio e per dare una mano al sistema turistico locale, andando tutti insieme in cordata verso l’obiettivo della crescita di tutto il comparto ricettivo, spesso troppo frammentato e dispersivo".
Lorenzo Rughi ha annunciato che fin dalle prossime settimane inizierà la fase del reclutamento del personale: chi vuole proporre la propria candidatura può inviare il curriculum via mail all’indirizzo amministrazione@diocesigubbio.net.
Sul versante delle risorse umane, sarà lo chef Enrico Braganti che si occuperà di tutta la progettazione del comparto ristorazione, con la selezione del personale di cucina, l’organizzazione del lavoro e la predisposizione dei menù con i prodotti del territorio.
Gli spazi innovativi e accoglienti di Hub Hotel sono stati presentati da Gianluigi Caldarelli, dello studio Menichetti+Caldarelli Architetti che si è aggiudicato il concorso di idee lanciato nei mesi scorsi dalla Curia eugubina e al quale hanno risposto cinque studi professionali.
"Siamo partiti proprio dal concetto di accoglienza e da quell’abbraccio che ci è mancato tanto in questi mesi di pandemia -ha detto Caldarelli mostrando le immagini dell’idea progettuale sviluppata dallo studio tecnico eugubino- Il segno grafico morbido e arrotondato, è diventato l’elemento costitutivo del progetto stesso, caratterizzando i vari spazi della struttura".
L’architetto Caldarelli ha presentato i rendering della progettazione, illustrando le idee innovative che stanno alla base della ristrutturazione.
"Cambierà l’accesso alla struttura per dare più spazio al verde intorno -ha spiegato- esterni e interni dell’albergo saranno aperti e ampliati per dare respiro e prospettiva, gli spazi saranno tutti adatti a chi ha problemi di mobilità, e grazie alle connessioni tra ambienti interni ed esterni, specie durante la bella stagione, non sarà facile capire se la persona si trova dentro o fuori, lungo portici, vetrate, corridoi, corte aperta. Il verde sarà un elemento molto importante".
La filosofia del nuovo marchio, il brand di Hub Hotel, è stata illustrata da Federico Minelli, consulente di marketing e comunicazione del progetto, ed è frutto della creatività e della collaborazione di Federico Venerucci, di Venerucci Comunicazione.
"La connessione che raffigura il logo dell’hotel -ha detto Minelli- vuol essere sia segno di tecnologia e innovazione, ma anche organica, naturale e umana, quindi collaborazione e condivisione sono in primissimo piano nell’intero progetto".
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Assemblea pastorale diocesana: una conversione missionaria per la Chiesa eugubina https://www.lavoce.it/assemblea-pastorale-diocesana-una-conversione-missionaria-per-la-chiesa-eugubina/ Mon, 20 Sep 2021 15:11:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62378 Assemblea pastorale diocesi di Gubbio

Con la celebrazione liturgica in cattedrale per ricordare la dedicazione ai Santi Mariano e Giacomo, la sera di sabato 18 settembre, si è chiusa l’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio, dopo due intense giornate di lavoro nella sala convegni del convento di San Francesco. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha tracciato l’itinerario che attende la Chiesa eugubina nel contesto del cammino sinodale che l’intera Chiesa italiana è chiamata a compiere fino al 2025, in parallelo con la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che Papa Francesco ha convocato tra l’ottobre 2021 e l’ottobre 2023.
Quella che il sessantesimo successore di Sant’Ubaldo propone per la diocesi eugubina è una vera e propria conversione missionaria della Chiesa locale, alla luce dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, del novembre 2013. Un documento del Santo Padre che gli organismi pastorali della diocesi eugubina, a cominciare proprio dall’assemblea annuale, avevano già analizzato e approfondito nell’ultimo biennio.
Il vescovo Paolucci Bedini, nella due giorni del convento francescano eugubino, ha indicato proposte concrete per le parrocchie della diocesi eugubina, sottoposte all’attenzione e al discernimento dei sacerdoti, dei religiosi, degli operatori pastorali laici, dei fedeli delle comunità diocesane per una riforma piena e vera dei cammini di fede e di organizzazione pastorale. Un cambiamento che va condiviso tra tutti i battezzati e con l’obiettivo principale di plasmare anche a Gubbio una Chiesa in uscita e con le porte aperte.
Le scelte pastorali da fare che il vescovo Luciano indica ai fedeli eugubini sono molteplici e di grande rilevanza per la vita della Chiesa diocesana, chiamata a sperimentare una nuova fraternità, il ritorno alla scuola del Vangelo, l’esercizio della carità di fronte alle povertà di oggi, il recupero dell’importanza della domenica come sorgente della vita cristiana, la famiglia al centro dell’azione pastorale, l’alleanza tra sposi e sacerdoti, l’educazione dei giovani all’amore e al lavoro, il cammino di iniziazione alla vita cristiana, la catechesi per i più piccoli e per gli adulti, l’organizzazione degli oratori, l’accompagnamento dei fidanzati e delle coppie giovani e tanto altro ancora.
In mezzo a ciascuno di questi percorsi pastorali c’è la vita e la quotidianità delle persone, chiamate a scelte di fede mature e consapevoli. Come quelle che riguardano il cammino di preparazione dei fidanzati al matrimonio.
“Non è bene che sia un itinerario privato, abbreviato, condotto solo da un prete, pur di avere l'attestato di idoneità -spiega il vescovo Luciano- ma necessita di un gruppo di coppie che camminano insieme.
Diversamente non possiamo continuare a lamentarci della fragilità delle coppie che ancora si sposano in chiesa e a dolerci dei loro fallimenti affettivi ed educativi".
Altro esempio, quello dell'iniziazione cristiana e dell’accesso ai sacramenti per i quali monsignor Paolucci Bedini propone una celebrazione unitaria in cattedrale con il vescovo e i parroci, nel tempo liturgico più adatto, appena dopo la Pasqua, cioè dopo aver vissuto passione, morte e risurrezione di Cristo.
"L'esperienza degli ultimi anni -aggiunge il Vescovo- dice la grande difficoltà che sempre più spesso le famiglie vivono nella comprensione dell'identità e della missione della figura del padrino e della madrina con la conseguente confusione nella sua scelta al momento del battesimo e della confermazione dei figli".
Da qui la proposta del vescovo Luciano all’Assemblea pastorale di valutare la sospensione di questa figura (non obbligatoria secondo la Chiesa) per il prossimo triennio, come già accade in altre diocesi, anche in Umbria. Una scelta che il Vescovo prenderà nelle prossime settimane dopo aver consultato il consiglio presbiterale e gli organismi pastorali diocesani.
Un ampio resoconto sull’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio, verrà pubblicato nel prossimo numero del settimanale La Voce.
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Assemblea pastorale diocesi di Gubbio

Con la celebrazione liturgica in cattedrale per ricordare la dedicazione ai Santi Mariano e Giacomo, la sera di sabato 18 settembre, si è chiusa l’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio, dopo due intense giornate di lavoro nella sala convegni del convento di San Francesco. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha tracciato l’itinerario che attende la Chiesa eugubina nel contesto del cammino sinodale che l’intera Chiesa italiana è chiamata a compiere fino al 2025, in parallelo con la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che Papa Francesco ha convocato tra l’ottobre 2021 e l’ottobre 2023.
Quella che il sessantesimo successore di Sant’Ubaldo propone per la diocesi eugubina è una vera e propria conversione missionaria della Chiesa locale, alla luce dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, del novembre 2013. Un documento del Santo Padre che gli organismi pastorali della diocesi eugubina, a cominciare proprio dall’assemblea annuale, avevano già analizzato e approfondito nell’ultimo biennio.
Il vescovo Paolucci Bedini, nella due giorni del convento francescano eugubino, ha indicato proposte concrete per le parrocchie della diocesi eugubina, sottoposte all’attenzione e al discernimento dei sacerdoti, dei religiosi, degli operatori pastorali laici, dei fedeli delle comunità diocesane per una riforma piena e vera dei cammini di fede e di organizzazione pastorale. Un cambiamento che va condiviso tra tutti i battezzati e con l’obiettivo principale di plasmare anche a Gubbio una Chiesa in uscita e con le porte aperte.
Le scelte pastorali da fare che il vescovo Luciano indica ai fedeli eugubini sono molteplici e di grande rilevanza per la vita della Chiesa diocesana, chiamata a sperimentare una nuova fraternità, il ritorno alla scuola del Vangelo, l’esercizio della carità di fronte alle povertà di oggi, il recupero dell’importanza della domenica come sorgente della vita cristiana, la famiglia al centro dell’azione pastorale, l’alleanza tra sposi e sacerdoti, l’educazione dei giovani all’amore e al lavoro, il cammino di iniziazione alla vita cristiana, la catechesi per i più piccoli e per gli adulti, l’organizzazione degli oratori, l’accompagnamento dei fidanzati e delle coppie giovani e tanto altro ancora.
In mezzo a ciascuno di questi percorsi pastorali c’è la vita e la quotidianità delle persone, chiamate a scelte di fede mature e consapevoli. Come quelle che riguardano il cammino di preparazione dei fidanzati al matrimonio.
“Non è bene che sia un itinerario privato, abbreviato, condotto solo da un prete, pur di avere l'attestato di idoneità -spiega il vescovo Luciano- ma necessita di un gruppo di coppie che camminano insieme.
Diversamente non possiamo continuare a lamentarci della fragilità delle coppie che ancora si sposano in chiesa e a dolerci dei loro fallimenti affettivi ed educativi".
Altro esempio, quello dell'iniziazione cristiana e dell’accesso ai sacramenti per i quali monsignor Paolucci Bedini propone una celebrazione unitaria in cattedrale con il vescovo e i parroci, nel tempo liturgico più adatto, appena dopo la Pasqua, cioè dopo aver vissuto passione, morte e risurrezione di Cristo.
"L'esperienza degli ultimi anni -aggiunge il Vescovo- dice la grande difficoltà che sempre più spesso le famiglie vivono nella comprensione dell'identità e della missione della figura del padrino e della madrina con la conseguente confusione nella sua scelta al momento del battesimo e della confermazione dei figli".
Da qui la proposta del vescovo Luciano all’Assemblea pastorale di valutare la sospensione di questa figura (non obbligatoria secondo la Chiesa) per il prossimo triennio, come già accade in altre diocesi, anche in Umbria. Una scelta che il Vescovo prenderà nelle prossime settimane dopo aver consultato il consiglio presbiterale e gli organismi pastorali diocesani.
Un ampio resoconto sull’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio, verrà pubblicato nel prossimo numero del settimanale La Voce.
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Assemblea pastorale diocesana: la Chiesa eugubina e il ‘cammino sinodale’ italiano https://www.lavoce.it/assemblea-pastorale-diocesana-la-chiesa-eugubina-e-il-cammino-sinodale-italiano/ Wed, 15 Sep 2021 14:20:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62260 assemblea pastorale Diocesi Gubbio

Con lo sguardo rivolto al percorso parallelo del Sinodo dei vescovi convocato da Papa Francesco e del cammino sinodale indicato dal Santo Padre per la Chiesa italiana, si riunisce questa settimana l’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio. Giovedì 16 e venerdì 17 settembre nella sala convegni del convento di San Francesco, con la massima attenzione alle prescrizioni anti-pandemia, un confronto che partirà dal documento preparatorio del Sinodo, dal titolo Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione reso noto nei giorni scorsi, dal Vaticano, che Papa Francesco aprirà ufficialmente il 10 ottobre. L’evento proseguirà poi il 17 ottobre in ogni Chiesa particolare, quindi anche nella diocesi eugubina con il percorso che sarà deciso proprio in Assemblea pastorale. Due percorsi che, seppur distinti, si incrociano tra loro e interpellano le comunità locali dei fedeli, come quella eugubina, chiamate a riflettere sulla vita della Chiesa oggi, per affrontare i tempi che ci troviamo davanti, a cominciare dal post-pandemia.

Il Cammino della Chiesa eugubina

Una tappa fondamentale sarà la celebrazione della sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, nell’ottobre del 2023, alla quale farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le diocesi. Il documento preparatorio è uno strumento, spiegano dalla Santa Sede, per favorire la prima fase di ascolto e consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese particolari (ottobre 2021 aprile 2022), nella speranza di contribuire a mettere in moto le idee, le energie e la creatività di tutti coloro che prenderanno parte all’itinerario, e facilitare la condivisione dei frutti del loro impegno.
Questo percorso viene proposto e attuato anche nella Chiesa eugubina, per iniziare a viaggiare sul binario del cammino sinodale. Gran parte del nuovo anno pastorale, sarà dedicata proprio al lavoro parrocchiale e diocesano. In questo senso, il vescovo Luciano intende riprendere il percorso già avviato lo scorso anno, sul metodo della sinodalità a livello diocesano, per insistere sulla formazione degli operatori pastorali, consacrati e laici.

Il vescovo Luciano intervistato dal settimanale La Voce

Ma da dove dove può ripartire la Chiesa italiana, chiamata dal Papa ad avviarsi in questo cammino sinodale ? A questo risponde, il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, nell'intervista pubblicata dal settimanale La Voce.
Il programma dell’Assemblea pastorale 
Lo schema dell’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio sarà lo stesso degli anni scorsi: alle ore 17.45 la preghiera del Vespro, alle 18 l’inizio dell’assemblea, con la chiusura dei lavori intorno alle 19.45. Come accaduto già nel 2020, la partecipazione alla due giorni è prevista solo per i sacerdoti, diaconi e religiosi, responsabili di uffici pastorali diocesani e delegati delle parrocchie, tutti coinvolti su invito della segreteria.
Sabato 18 settembre, alle ore 21, ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini con il clero diocesano, in occasione della dedicazione della cattedrale ai Santi Mariano e Giacomo.
 
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assemblea pastorale Diocesi Gubbio

Con lo sguardo rivolto al percorso parallelo del Sinodo dei vescovi convocato da Papa Francesco e del cammino sinodale indicato dal Santo Padre per la Chiesa italiana, si riunisce questa settimana l’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio. Giovedì 16 e venerdì 17 settembre nella sala convegni del convento di San Francesco, con la massima attenzione alle prescrizioni anti-pandemia, un confronto che partirà dal documento preparatorio del Sinodo, dal titolo Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione reso noto nei giorni scorsi, dal Vaticano, che Papa Francesco aprirà ufficialmente il 10 ottobre. L’evento proseguirà poi il 17 ottobre in ogni Chiesa particolare, quindi anche nella diocesi eugubina con il percorso che sarà deciso proprio in Assemblea pastorale. Due percorsi che, seppur distinti, si incrociano tra loro e interpellano le comunità locali dei fedeli, come quella eugubina, chiamate a riflettere sulla vita della Chiesa oggi, per affrontare i tempi che ci troviamo davanti, a cominciare dal post-pandemia.

Il Cammino della Chiesa eugubina

Una tappa fondamentale sarà la celebrazione della sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, nell’ottobre del 2023, alla quale farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le diocesi. Il documento preparatorio è uno strumento, spiegano dalla Santa Sede, per favorire la prima fase di ascolto e consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese particolari (ottobre 2021 aprile 2022), nella speranza di contribuire a mettere in moto le idee, le energie e la creatività di tutti coloro che prenderanno parte all’itinerario, e facilitare la condivisione dei frutti del loro impegno.
Questo percorso viene proposto e attuato anche nella Chiesa eugubina, per iniziare a viaggiare sul binario del cammino sinodale. Gran parte del nuovo anno pastorale, sarà dedicata proprio al lavoro parrocchiale e diocesano. In questo senso, il vescovo Luciano intende riprendere il percorso già avviato lo scorso anno, sul metodo della sinodalità a livello diocesano, per insistere sulla formazione degli operatori pastorali, consacrati e laici.

Il vescovo Luciano intervistato dal settimanale La Voce

Ma da dove dove può ripartire la Chiesa italiana, chiamata dal Papa ad avviarsi in questo cammino sinodale ? A questo risponde, il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, nell'intervista pubblicata dal settimanale La Voce.
Il programma dell’Assemblea pastorale 
Lo schema dell’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio sarà lo stesso degli anni scorsi: alle ore 17.45 la preghiera del Vespro, alle 18 l’inizio dell’assemblea, con la chiusura dei lavori intorno alle 19.45. Come accaduto già nel 2020, la partecipazione alla due giorni è prevista solo per i sacerdoti, diaconi e religiosi, responsabili di uffici pastorali diocesani e delegati delle parrocchie, tutti coinvolti su invito della segreteria.
Sabato 18 settembre, alle ore 21, ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini con il clero diocesano, in occasione della dedicazione della cattedrale ai Santi Mariano e Giacomo.
 
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Life in Gubbio: riflessione su Creato e spiritualità, tra parole e musica https://www.lavoce.it/life-in-gubbio-su-creato-e-spiritualita/ Sun, 29 Aug 2021 06:59:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61946

Ultimi eventi guardando alla custodia del Creato e alla spiritualità per l’edizione 2021 di “Life in Gubbio”, la manifestazione artistica ideata nel 2007 da Renzo Menichetti, Michele Afferrante e Filippo Mauceri. Un evento rilanciato quest’anno dall’associazione Cantores Beati Ubaldi, in collaborazione con il Comune di Gubbio e con il Gal Alta Umbria, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e di sponsor privati. Lunedì 30 agosto, alle ore 18, il chiostro di San Francesco ospita “Creature”, un dialogo-intervista tra il giornalista Michele Zanzucchi e padre Giulio Albanese, missionario comboniano, autore del libro che porta lo stesso titolo, pubblicato da Frate Indovino Edizioni.

La collana “Creature” con le parole del Cantico

Quello scritto da Albanese è il primo di otto volumetti dell’omonima collana, ognuno dedicato ad approfondire una parola del “Cantico delle Creature” di san Francesco. In particolare, padre Giulio Albanese conduce il lettore in viaggio tra le creature, con una visione affettuosa ma disincantata, sempre in relazione con il Creatore. “Di questi tempi, segnati dal Covid-19 – scrive il missionario comboniano – questa poesia orante infiamma i cuori, ossigena i polmoni dell’anima. E sì, perché san Francesco è stato ispirato nel concepire un simile canto e la sua spiritualità serafica e disarmante, per usare le parole di papa Francesco, è ancora oggi espressione eloquente di quella ‘ecologia integrale’ di cui c’è davvero tanto bisogno nel cosiddetto mondo globale. Il Cantico delle Creature trova il suo incipit in Dio, che viene lodato in base a ciò che ha creato. Tutto quello che ci circonda è considerato in sé, come anche in relazione con il Dio vivente”. La collana edita da Frate Indovino, oltre a “Creature” di Albanese, pubblica “Sole” di Guy Consolmagno, “Aria” di Franco Prodi, “Acqua” di Marcia Theophilo, “Fuoco” di Michele Zanzucchi, “Terra” di Elena Granata, “Persona” di Calogero Peri e “Creatore” di Francesco Neri.

Padre Giulio Albanese: missione e comunicazione

Sacerdote dal 1986, padre Giulio Albanese ha diretto il New People Media Centre di Nairobi e fondato la Missionary Service News Agency, successivamente divenuta internazionale. Collabora con varie testate giornalistiche per i temi legati all’Africa e al Sud del mondo. Dal 2007 al 2014 ha insegnato “giornalismo missionario/giornalismo alternativo” presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. È direttore delle riviste delle Pontificie Opere Missionarie. Dal gennaio 2018 è anche direttore responsabile della rivista Amici di Follereau. Inoltre è membro del Comitato per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo della Conferenza episcopale italiana. Padre Giulio Albanese è autore di alcuni saggi legati alla geopolitica, al giornalismo e alla teologia missionaria. Nel luglio del 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti giornalistici nel Sud del mondo. In questi anni ha vinto 19 premi giornalistici e 4 letterari; tra questi il Premiolino (Milano 2001), il Premio Saint Vincent (Roma 2002), il Premio Letterario Città di Latina (2004), il Premio Letterario Città di Melfi (2004). Il 2 luglio 2015 l’Accademia Bonifacia di Anagni, su proposta del Rettore Sante De Angelis, gli conferisce il Premio Internazionale Bonifacio VIII “...per una cultura della Pace...” e il 18 ottobre 2015 lo annovera tra i Senatori Accademici.

Ultimi appuntamenti con “Life in Gubbio”

Il programma di “Life in Gubbio” continua poi martedì 31 agosto, alle ore 21.15 nella basilica di Sant'Ubaldo, con il concerto spirituale “Pacem”: il coro dei Cantores Beati Ubaldi innalza una preghiera musicale - insieme al violino solista di Luzy Guanuna - al termine della compieta estiva nella basilica eugubina, nel tradizionale concerto offerto “In amore di sant’Ubaldo”.  Venerdì 3 settembre, sempre alle ore 21.15, concerto dal titolo “Fabrizio De Andrè sinfonico e le grandi colonne sonore”, con l’orchestra diretta da Geoff Westley e Renzo Menichetti, i Cantores Beati Ubaldi, i cantanti solisti Pilar, Peppe Servillo e Roberto Tomassoli. Una intensa serata musicale a conclusione della tredicesima edizione de “Il Sentiero di Francesco”, il pellegrinaggio a piedi da Assisi a Gubbio che si svolgerà dal primo al 3 settembre.]]>

Ultimi eventi guardando alla custodia del Creato e alla spiritualità per l’edizione 2021 di “Life in Gubbio”, la manifestazione artistica ideata nel 2007 da Renzo Menichetti, Michele Afferrante e Filippo Mauceri. Un evento rilanciato quest’anno dall’associazione Cantores Beati Ubaldi, in collaborazione con il Comune di Gubbio e con il Gal Alta Umbria, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e di sponsor privati. Lunedì 30 agosto, alle ore 18, il chiostro di San Francesco ospita “Creature”, un dialogo-intervista tra il giornalista Michele Zanzucchi e padre Giulio Albanese, missionario comboniano, autore del libro che porta lo stesso titolo, pubblicato da Frate Indovino Edizioni.

La collana “Creature” con le parole del Cantico

Quello scritto da Albanese è il primo di otto volumetti dell’omonima collana, ognuno dedicato ad approfondire una parola del “Cantico delle Creature” di san Francesco. In particolare, padre Giulio Albanese conduce il lettore in viaggio tra le creature, con una visione affettuosa ma disincantata, sempre in relazione con il Creatore. “Di questi tempi, segnati dal Covid-19 – scrive il missionario comboniano – questa poesia orante infiamma i cuori, ossigena i polmoni dell’anima. E sì, perché san Francesco è stato ispirato nel concepire un simile canto e la sua spiritualità serafica e disarmante, per usare le parole di papa Francesco, è ancora oggi espressione eloquente di quella ‘ecologia integrale’ di cui c’è davvero tanto bisogno nel cosiddetto mondo globale. Il Cantico delle Creature trova il suo incipit in Dio, che viene lodato in base a ciò che ha creato. Tutto quello che ci circonda è considerato in sé, come anche in relazione con il Dio vivente”. La collana edita da Frate Indovino, oltre a “Creature” di Albanese, pubblica “Sole” di Guy Consolmagno, “Aria” di Franco Prodi, “Acqua” di Marcia Theophilo, “Fuoco” di Michele Zanzucchi, “Terra” di Elena Granata, “Persona” di Calogero Peri e “Creatore” di Francesco Neri.

Padre Giulio Albanese: missione e comunicazione

Sacerdote dal 1986, padre Giulio Albanese ha diretto il New People Media Centre di Nairobi e fondato la Missionary Service News Agency, successivamente divenuta internazionale. Collabora con varie testate giornalistiche per i temi legati all’Africa e al Sud del mondo. Dal 2007 al 2014 ha insegnato “giornalismo missionario/giornalismo alternativo” presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. È direttore delle riviste delle Pontificie Opere Missionarie. Dal gennaio 2018 è anche direttore responsabile della rivista Amici di Follereau. Inoltre è membro del Comitato per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo della Conferenza episcopale italiana. Padre Giulio Albanese è autore di alcuni saggi legati alla geopolitica, al giornalismo e alla teologia missionaria. Nel luglio del 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo ha insignito del titolo di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti giornalistici nel Sud del mondo. In questi anni ha vinto 19 premi giornalistici e 4 letterari; tra questi il Premiolino (Milano 2001), il Premio Saint Vincent (Roma 2002), il Premio Letterario Città di Latina (2004), il Premio Letterario Città di Melfi (2004). Il 2 luglio 2015 l’Accademia Bonifacia di Anagni, su proposta del Rettore Sante De Angelis, gli conferisce il Premio Internazionale Bonifacio VIII “...per una cultura della Pace...” e il 18 ottobre 2015 lo annovera tra i Senatori Accademici.

Ultimi appuntamenti con “Life in Gubbio”

Il programma di “Life in Gubbio” continua poi martedì 31 agosto, alle ore 21.15 nella basilica di Sant'Ubaldo, con il concerto spirituale “Pacem”: il coro dei Cantores Beati Ubaldi innalza una preghiera musicale - insieme al violino solista di Luzy Guanuna - al termine della compieta estiva nella basilica eugubina, nel tradizionale concerto offerto “In amore di sant’Ubaldo”.  Venerdì 3 settembre, sempre alle ore 21.15, concerto dal titolo “Fabrizio De Andrè sinfonico e le grandi colonne sonore”, con l’orchestra diretta da Geoff Westley e Renzo Menichetti, i Cantores Beati Ubaldi, i cantanti solisti Pilar, Peppe Servillo e Roberto Tomassoli. Una intensa serata musicale a conclusione della tredicesima edizione de “Il Sentiero di Francesco”, il pellegrinaggio a piedi da Assisi a Gubbio che si svolgerà dal primo al 3 settembre.]]>