Spoleto Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/territorio/spoleto/ Settimanale di informazione regionale Wed, 05 Apr 2023 09:28:54 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Spoleto Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/territorio/spoleto/ 32 32 Spoleto sacra 1200: mostra per gli 825 anni della dedicazione della Cattedrale https://www.lavoce.it/spoleto-sacra-1200-mostra-per-gli-825-anni-della-dedicazione-della-cattedrale/ Fri, 31 Mar 2023 13:12:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71037 Spoleto sacra 1200

Nell’ambito delle celebrazioni per l’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo con il Comitato Scientifico composto dai professori Massimiliano Bassetti, Maria Teresa Gigliozzi, Enrico Menestò, Emore Paoli, Serena Romano, Giovanna Sapori, Bruno Toscano, ha ideato e promosso la mostra Spoleto sacra 1200. Nell’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, realizzata da Opera Laboratori con il catalogo di Sillabe. Il tema portante della mostra, in programma dal 2 aprile al 16 luglio prossimo presso il Museo Diocesano, è il grandioso rinnovamento della Cattedrale altomedievale compiuto fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, impresa che riflette un’importante fase della storia religiosa e culturale della città di Spoleto e della sua vasta diocesi. I lavori erano in parte compiuti quando la chiesa fu dedicata da Innocenzo III (1198) ed erano conclusi quando fu nuovamente dedicata da Onorio III (1216-1227).

Un cammino di conoscenza e di dialogo

"Il presente nel quale viviamo -commenta monsignor Renato Boccardo- non si esaurisce e non si identifica con la storia che ci ha preceduto, ma non può nemmeno esprimere la propria identità separandosi da essa e ignorando i suoi insegnamenti. Occorre, dunque, percorrere con umiltà e intelligenza un cammino di conoscenza e di dialogo, permettendo alla storia di raccontarsi attraverso documenti dalle tipologie più diverse. È quanto si propone la mostra Spoleto Sacra 1200, voluta per celebrare gli ottocentoventicinque anni della dedicazione della Basilica Cattedrale di Santa Maria di Spoleto. Ritrovare nelle sale del Museo Diocesano diversi pezzi della sua storia, alcuni tornati dopo secoli nella nostra città, e poterli ammirare da vicino, permette di attraversare il tempo e sentirsi in qualche modo contemporanei dei padri che, con intuizione spirituale che richiama l’uomo al suo destino ultimo, hanno edificato questo monumento di arte e di fede".

Spoleto sacra 1200: una mostra articolata in tre sezioni

Le opere esposte nella mostra sono articolate in tre sezioni. Si tratta di documenti, disegni, sculture, dipinti, libri miniati collegati o collegabili al rinnovamento della Cattedrale e al suo ambiente storico, religioso e artistico fra il XII e il XIII secolo. L’edificio fu, infatti, radicalmente trasformato con il rifacimento dell’architettura interna (1644 circa), promosso dal cardinale protettore della città, Francesco Barberini. Questo provocò la perdita o la dispersione della quasi totalità delle opere che vi erano allora contenute. In quest’ottica alle opere in mostra si aggiungono, in un percorso guidato, dipinti e sculture conservati nel Museo diocesano.

"Quanto si ammira nella mostra -prosegue l’arcivescovo di Spoleto-Norcia- è parte di un patrimonio di fede: l'arte e la fede in simbiosi. La fede suggerisce i contenuti, l'arte li propone, li trasforma e li presenta. L'artista, a pieno titolo, è un sapiente che narra la fede e la modula nei segni, nelle forme più impensate, nei colori più avvincenti. Un luogo di culto non è mai un museo; non lo è per l'intenzione di chi l'ha voluto e non lo è per le finalità alle quali è destinato. Spoleto sacra 1200 vorrebbe, pertanto, suscitare un rinnovato interesse per una ricchezza che ci appartiene, presentandosi come un forte richiamo al sacro di cui è emanazione, ed offrendo uno spazio museale quale luogo di dialogo fra culture diverse e come spunto di lavoro comune fra soggetti distinti.

Un percorso per recuperare le proprie radici

In questo senso, l'esposizione può diventare anche una provocazione. Non si limita a prendere in considerazione un passato di memorie, ma aiuta l'uomo e la donna contemporanei a scavare, a recuperare le proprie radici; vorrebbe renderli più informati, più consapevoli, capaci di apprezzare il loro presente e di proiettarli nel futuro con sguardo più penetrante e meno distratto".

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Spoleto sacra 1200

Nell’ambito delle celebrazioni per l’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo con il Comitato Scientifico composto dai professori Massimiliano Bassetti, Maria Teresa Gigliozzi, Enrico Menestò, Emore Paoli, Serena Romano, Giovanna Sapori, Bruno Toscano, ha ideato e promosso la mostra Spoleto sacra 1200. Nell’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale, realizzata da Opera Laboratori con il catalogo di Sillabe. Il tema portante della mostra, in programma dal 2 aprile al 16 luglio prossimo presso il Museo Diocesano, è il grandioso rinnovamento della Cattedrale altomedievale compiuto fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, impresa che riflette un’importante fase della storia religiosa e culturale della città di Spoleto e della sua vasta diocesi. I lavori erano in parte compiuti quando la chiesa fu dedicata da Innocenzo III (1198) ed erano conclusi quando fu nuovamente dedicata da Onorio III (1216-1227).

Un cammino di conoscenza e di dialogo

"Il presente nel quale viviamo -commenta monsignor Renato Boccardo- non si esaurisce e non si identifica con la storia che ci ha preceduto, ma non può nemmeno esprimere la propria identità separandosi da essa e ignorando i suoi insegnamenti. Occorre, dunque, percorrere con umiltà e intelligenza un cammino di conoscenza e di dialogo, permettendo alla storia di raccontarsi attraverso documenti dalle tipologie più diverse. È quanto si propone la mostra Spoleto Sacra 1200, voluta per celebrare gli ottocentoventicinque anni della dedicazione della Basilica Cattedrale di Santa Maria di Spoleto. Ritrovare nelle sale del Museo Diocesano diversi pezzi della sua storia, alcuni tornati dopo secoli nella nostra città, e poterli ammirare da vicino, permette di attraversare il tempo e sentirsi in qualche modo contemporanei dei padri che, con intuizione spirituale che richiama l’uomo al suo destino ultimo, hanno edificato questo monumento di arte e di fede".

Spoleto sacra 1200: una mostra articolata in tre sezioni

Le opere esposte nella mostra sono articolate in tre sezioni. Si tratta di documenti, disegni, sculture, dipinti, libri miniati collegati o collegabili al rinnovamento della Cattedrale e al suo ambiente storico, religioso e artistico fra il XII e il XIII secolo. L’edificio fu, infatti, radicalmente trasformato con il rifacimento dell’architettura interna (1644 circa), promosso dal cardinale protettore della città, Francesco Barberini. Questo provocò la perdita o la dispersione della quasi totalità delle opere che vi erano allora contenute. In quest’ottica alle opere in mostra si aggiungono, in un percorso guidato, dipinti e sculture conservati nel Museo diocesano.

"Quanto si ammira nella mostra -prosegue l’arcivescovo di Spoleto-Norcia- è parte di un patrimonio di fede: l'arte e la fede in simbiosi. La fede suggerisce i contenuti, l'arte li propone, li trasforma e li presenta. L'artista, a pieno titolo, è un sapiente che narra la fede e la modula nei segni, nelle forme più impensate, nei colori più avvincenti. Un luogo di culto non è mai un museo; non lo è per l'intenzione di chi l'ha voluto e non lo è per le finalità alle quali è destinato. Spoleto sacra 1200 vorrebbe, pertanto, suscitare un rinnovato interesse per una ricchezza che ci appartiene, presentandosi come un forte richiamo al sacro di cui è emanazione, ed offrendo uno spazio museale quale luogo di dialogo fra culture diverse e come spunto di lavoro comune fra soggetti distinti.

Un percorso per recuperare le proprie radici

In questo senso, l'esposizione può diventare anche una provocazione. Non si limita a prendere in considerazione un passato di memorie, ma aiuta l'uomo e la donna contemporanei a scavare, a recuperare le proprie radici; vorrebbe renderli più informati, più consapevoli, capaci di apprezzare il loro presente e di proiettarli nel futuro con sguardo più penetrante e meno distratto".

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Nuova illuminazione in piazza Duomo e ai luoghi simbolo di Spoleto https://www.lavoce.it/nuova-illuminazione-piazza-duomo-luoghi-simbolo-spoleto/ Fri, 24 Mar 2023 17:13:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70951

Una nuova illuminazione è stata inaugurata in piazza Duomo a Spoleto, insieme ad alcuni luoghi simbolo della città. La cerimonia è stata inaugurata con il tour serale "Spoleto by Light", un appuntamento che ha visto la partecipazione di Andrea Sisti, sindaco del Comune di Spoleto, e di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.   L’intervento illuminotecnico è stato voluto dal Comune di Spoleto e finanziato con le risorse di Agenda Urbana (Asse 6 Por Fesr Sviluppo Urbano Sostenibile) con l’obiettivo di rispettare ed esaltare, attraverso la luce, gli elementi architettonici e stilistici che attirano in città turisti da tutto il mondo. Grazie, infatti, agli interventi luminosi dedicati, il progetto dona nuova luce non solo ai luoghi simbolo della cittàPiazza Duomo, Arco di Druso, Palazzo Collicola e la Chiesa dei Santissimi Giovanni e Paoloma anche alle famose sculture del ‘V Festival dei Due mondi’ del 1962‘Colonna del Viaggiatore’ di Arnaldo Pomodoro, ‘Spoleto 1962’ di Nino Franchina, ‘Stranger III’ di Lynn Chadwick e ‘Colloquio Spoletino’ di Pietro Consagra.  "Si tratta di un progetto di riqualificazione del sistema di illuminazione che ha interessato alcuni tra i più importanti attrattori culturali della città. Luoghi simbolo come piazza Duomo, l'Arco di Druso e Palazzo Collicola sono stati notevolmente valorizzati e si è riusciti a dare nuova visibilità anche alle opere della storica mostra di Giovanni Carandente ‘Sculture nella città", ha dichiarato Andrea Sisti, sindaco del Comune di Spoleto. 

Mons. Boccardo: "In tutte le religioni la luce è simbolo della divinità"

In tutte le religioni la luce è simbolo della divinità; in diverse pagine della Sacra Scrittura Dio si manifesta come luce per la vita e per il cammino delle sue creature. Anche al nostro livello, mentre illumina le oscurità, la luce rende possibile ammirare ed apprezzare tutto ciò che risponde alla nostalgia di bellezza che abita il cuore dell’uomo. Specialmente nel nostro tempo ferito, abbiamo più che mai bisogno di questi segnali. Anche la facciata del Duomo di Spoleto, grazie alla nuova illuminazione, si ripresenta a noi in tutto il suo splendore e l’antico mosaico parla ancora alla città, ha commentato mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia. 

Chi ha progettato la nuova illuminazione

Presenti all’evento inaugurale anche l’architetto Lorenza Golinelli, presidente dello Studio I-DEA, Diego Ambrosi, Sales - Key Account Manager Systems & Services Public di Signify, Fulvio Calabretti, Consulente illuminotecnico Zumtobel e Francesco Consalvi, Amministratore di Cosmos Consalvi S.r.l.  La nuova illuminazione di Spoleto è stata interamente progettata dallo Studio I-DEA, specializzato da oltre 15 anni in progetti di lighting design per città, luoghi d’arte, monumenti e musei, che ha lavorato in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con il Comune di Spoleto e con l’archidiocesi di Spoleto-Norcia. Inoltre, in qualità di partner illuminotecnici, sono intervenuti Signify (Euronext: Light) e Zumtobel, entrambe aziende leader nel campo dell’illuminazione, che si sono occupate rispettivamente della valorizzazione dell’esterno e dell’interno degli edifici. Infine, gli interventi sono stati resi possibili anche grazie alla professionalità dell’impresa esecutrice Cosmos Consalvi S.r.l.realtà specializzata in illuminazione pubblica, privata e impianti speciali.]]>

Una nuova illuminazione è stata inaugurata in piazza Duomo a Spoleto, insieme ad alcuni luoghi simbolo della città. La cerimonia è stata inaugurata con il tour serale "Spoleto by Light", un appuntamento che ha visto la partecipazione di Andrea Sisti, sindaco del Comune di Spoleto, e di mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.   L’intervento illuminotecnico è stato voluto dal Comune di Spoleto e finanziato con le risorse di Agenda Urbana (Asse 6 Por Fesr Sviluppo Urbano Sostenibile) con l’obiettivo di rispettare ed esaltare, attraverso la luce, gli elementi architettonici e stilistici che attirano in città turisti da tutto il mondo. Grazie, infatti, agli interventi luminosi dedicati, il progetto dona nuova luce non solo ai luoghi simbolo della cittàPiazza Duomo, Arco di Druso, Palazzo Collicola e la Chiesa dei Santissimi Giovanni e Paoloma anche alle famose sculture del ‘V Festival dei Due mondi’ del 1962‘Colonna del Viaggiatore’ di Arnaldo Pomodoro, ‘Spoleto 1962’ di Nino Franchina, ‘Stranger III’ di Lynn Chadwick e ‘Colloquio Spoletino’ di Pietro Consagra.  "Si tratta di un progetto di riqualificazione del sistema di illuminazione che ha interessato alcuni tra i più importanti attrattori culturali della città. Luoghi simbolo come piazza Duomo, l'Arco di Druso e Palazzo Collicola sono stati notevolmente valorizzati e si è riusciti a dare nuova visibilità anche alle opere della storica mostra di Giovanni Carandente ‘Sculture nella città", ha dichiarato Andrea Sisti, sindaco del Comune di Spoleto. 

Mons. Boccardo: "In tutte le religioni la luce è simbolo della divinità"

In tutte le religioni la luce è simbolo della divinità; in diverse pagine della Sacra Scrittura Dio si manifesta come luce per la vita e per il cammino delle sue creature. Anche al nostro livello, mentre illumina le oscurità, la luce rende possibile ammirare ed apprezzare tutto ciò che risponde alla nostalgia di bellezza che abita il cuore dell’uomo. Specialmente nel nostro tempo ferito, abbiamo più che mai bisogno di questi segnali. Anche la facciata del Duomo di Spoleto, grazie alla nuova illuminazione, si ripresenta a noi in tutto il suo splendore e l’antico mosaico parla ancora alla città, ha commentato mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia. 

Chi ha progettato la nuova illuminazione

Presenti all’evento inaugurale anche l’architetto Lorenza Golinelli, presidente dello Studio I-DEA, Diego Ambrosi, Sales - Key Account Manager Systems & Services Public di Signify, Fulvio Calabretti, Consulente illuminotecnico Zumtobel e Francesco Consalvi, Amministratore di Cosmos Consalvi S.r.l.  La nuova illuminazione di Spoleto è stata interamente progettata dallo Studio I-DEA, specializzato da oltre 15 anni in progetti di lighting design per città, luoghi d’arte, monumenti e musei, che ha lavorato in sinergia con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, con il Comune di Spoleto e con l’archidiocesi di Spoleto-Norcia. Inoltre, in qualità di partner illuminotecnici, sono intervenuti Signify (Euronext: Light) e Zumtobel, entrambe aziende leader nel campo dell’illuminazione, che si sono occupate rispettivamente della valorizzazione dell’esterno e dell’interno degli edifici. Infine, gli interventi sono stati resi possibili anche grazie alla professionalità dell’impresa esecutrice Cosmos Consalvi S.r.l.realtà specializzata in illuminazione pubblica, privata e impianti speciali.]]>
Celebrazioni in onore del patrono San Ponziano: torna la processione con cavalli e cavalieri https://www.lavoce.it/celebrazioni-in-onore-del-patrono-san-ponziano-torna-la-processione-con-cavalli-e-cavalieri/ Tue, 10 Jan 2023 11:44:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69953 patrono spoleto san ponziano

La Città di Spoleto e l’intera Archidiocesi si preparano alla festa liturgica del Santo Patrono, il giovane martire Ponziano. Le celebrazioni, quest’anno inserite nella programmazione dell’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale di Spoleto, prevedono momenti di formazione, di preghiera, di pietà popolare.

  • Mercoledì 11 gennaio alle ore 18 nella parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto il cardinale Angelo Comastri, Arciprete emerito della Basilica di San Pietro in Vaticano, parlerà sul tema Date ragione della speranza che è in voi.
  • Giovedì 12 gennaio alle ore 18 nella parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, parlerà sul tema Diplomazia e passione per la pace.
  • Venerdì 13 gennaio alle ore 21 nel Santuario della Madonna delle Lacrime a Trevi ci sarà la Preghiera di intercessione per la guarigione delle ferite della vita a cura di suor Roberta Vinerba e del ministero di intercessione del Rinnovamento nello Spirito Umbria.
  • Sabato 14 gennaio: alle 11.30, solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo Renato Boccardo in Duomo; alle 16, vespri pontificali e ritorno processionale della Reliquia del patrono alla Basilica di San Ponziano.

La processione

Il pomeriggio del 3 gennaio presso il Centro giovanile diocesano si è tenuto un incontro con i referenti delle varie realtà (forze dell’ordine, circoli equestri, associazioni) che animano la processione di San Ponziano, interrotta negli ultimi anni a causa del Covid.

"La processione -ha detto il cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino- è un evento cristiano e pubblico che se curato bene produce frutti sulle famiglie, sui malati, sui giovani, sugli studenti, sugli anziani, sui lavoratori, sugli amministratori della cosa pubblica".

Don Morlino ha quindi illustrato la logistica della processione, aperta come da tradizione da un gruppo di cavalli e cavalieri, con due novità rispetto al passato: i cavalli per ragioni di sicurezza partiranno all’incrocio tra via Filitteria, via Tobagi e via Duomo e non più da Piazza della Signoria; all’arrivo della processione ci si fermerà nello spazio antistante la Basilica di San Ponziano e lì ci sarà il momento di preghiera finale e la benedizione dell’Arcivescovo per tutti coloro che hanno preso parte alla processione.

Alla riunione era presente anche monsignor Boccardo che alla fine ha preso la parola per ringraziare tutti della disponibilità e per chiarire le voci che ultimamente sono circolate in Città sulla presenza dei cavalli alla processione.

"Si è detto che il Vescovo non vuole i cavalli. Non è affatto vero. Desidero -ha detto il Presule- che i cavalieri e i cavalli siano inseriti con dignità nella processione che fa memoria del Santo. Il nostro comune obiettivo, è quello di valorizzare e curare bene ogni elemento della processione per farne un momento di preghiera serio e composto, al fine di offrire un bel servizio a quanti vi partecipano. A piedi e a cavallo, quindi, percorreremo ancora una volta le vie della Città per imparare da San Ponziano a vivere con coraggio".

Convegno del Rotary

Alle ore 17 del 13 gennaio i Club Rotary di Spoleto e di Vieste organizzano, nella Sala dello Spagna del Palazzo Comunale, un convegno su San Ponziano patrono di Spoleto e di Vieste. All'incontro, sarà presente anche l’Arcivescovo Boccardo.

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patrono spoleto san ponziano

La Città di Spoleto e l’intera Archidiocesi si preparano alla festa liturgica del Santo Patrono, il giovane martire Ponziano. Le celebrazioni, quest’anno inserite nella programmazione dell’825simo anniversario della dedicazione della Cattedrale di Spoleto, prevedono momenti di formazione, di preghiera, di pietà popolare.

  • Mercoledì 11 gennaio alle ore 18 nella parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto il cardinale Angelo Comastri, Arciprete emerito della Basilica di San Pietro in Vaticano, parlerà sul tema Date ragione della speranza che è in voi.
  • Giovedì 12 gennaio alle ore 18 nella parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, parlerà sul tema Diplomazia e passione per la pace.
  • Venerdì 13 gennaio alle ore 21 nel Santuario della Madonna delle Lacrime a Trevi ci sarà la Preghiera di intercessione per la guarigione delle ferite della vita a cura di suor Roberta Vinerba e del ministero di intercessione del Rinnovamento nello Spirito Umbria.
  • Sabato 14 gennaio: alle 11.30, solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo Renato Boccardo in Duomo; alle 16, vespri pontificali e ritorno processionale della Reliquia del patrono alla Basilica di San Ponziano.

La processione

Il pomeriggio del 3 gennaio presso il Centro giovanile diocesano si è tenuto un incontro con i referenti delle varie realtà (forze dell’ordine, circoli equestri, associazioni) che animano la processione di San Ponziano, interrotta negli ultimi anni a causa del Covid.

"La processione -ha detto il cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino- è un evento cristiano e pubblico che se curato bene produce frutti sulle famiglie, sui malati, sui giovani, sugli studenti, sugli anziani, sui lavoratori, sugli amministratori della cosa pubblica".

Don Morlino ha quindi illustrato la logistica della processione, aperta come da tradizione da un gruppo di cavalli e cavalieri, con due novità rispetto al passato: i cavalli per ragioni di sicurezza partiranno all’incrocio tra via Filitteria, via Tobagi e via Duomo e non più da Piazza della Signoria; all’arrivo della processione ci si fermerà nello spazio antistante la Basilica di San Ponziano e lì ci sarà il momento di preghiera finale e la benedizione dell’Arcivescovo per tutti coloro che hanno preso parte alla processione.

Alla riunione era presente anche monsignor Boccardo che alla fine ha preso la parola per ringraziare tutti della disponibilità e per chiarire le voci che ultimamente sono circolate in Città sulla presenza dei cavalli alla processione.

"Si è detto che il Vescovo non vuole i cavalli. Non è affatto vero. Desidero -ha detto il Presule- che i cavalieri e i cavalli siano inseriti con dignità nella processione che fa memoria del Santo. Il nostro comune obiettivo, è quello di valorizzare e curare bene ogni elemento della processione per farne un momento di preghiera serio e composto, al fine di offrire un bel servizio a quanti vi partecipano. A piedi e a cavallo, quindi, percorreremo ancora una volta le vie della Città per imparare da San Ponziano a vivere con coraggio".

Convegno del Rotary

Alle ore 17 del 13 gennaio i Club Rotary di Spoleto e di Vieste organizzano, nella Sala dello Spagna del Palazzo Comunale, un convegno su San Ponziano patrono di Spoleto e di Vieste. All'incontro, sarà presente anche l’Arcivescovo Boccardo.

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Santa Messa in carcere celebrata dall’arcivescovo Renato Boccardo https://www.lavoce.it/santa-messa-in-carcere-celebrata-dallarcivescovo-renato-boccardo/ Thu, 29 Dec 2022 13:56:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69787 messa nel carcere di spoleto

"Nessuno è estraneo al Natale". Così l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo si è rivolto ai detenuti nella Messa di Natale celebrata nel carcere di Spoleto mercoledì 28 dicembre. Col Presule hanno concelebrato il cappellano monsignor Eugenio Bartoli e il direttore della Caritas diocesana don Edoardo Rossi. Erano presenti anche il direttore della struttura Chiara Pellegrini e il comandate del corpo di Polizia Penitenziaria, Marco Piersigilli.

L' omelia dell'arcivescovo

"Gesù -ha proseguito l'arcivescovo nell’omelia- è venuto alla luce dalle tenebre per dirci che il bene è più forte del male. Tutti abbiamo desideri di bene, di pienezza e di bontà. Questi, però, devono fare anche i conti con l’inclinazione al male dell’uomo. Ma il Signore viene a mettere un germe di luce.

Tocca a noi, là dove siamo, anche a voi che vivete in carcere, prendersene cura e farlo crescere. Ciò richiede sacrificio, costanza e determinazione, ma abbiamo una grande certezza: Cristo viene per tutti, senza condizioni. Anche per voi, cari amici, con la vostra storia fatta di luci e di tante ombre".

Al termine della Messa un detenuto, a nome di tutti gli altri, ha rivolto un saluto a monsignor Boccardo, e un altro ha consegnato al presule un quadro della Madonna col Bambino da lui dipinto. E l’arcivescovo ha ripreso la parola:

"È sempre difficile fare gli auguri di buone feste in questa casa dove state scontando la vostra pena e che vi tiene lontani dagli affetti delle persone care. Vi lascio un compito: provate a trovare il bene anche qui nel carcere, senza sognare quello che ancora non c'è. Non permettete che le tenebre abbiano il sopravvento, ricordate sempre che il bene è più forte del male: così anche le vostre giornate avranno un senso di pienezza.

Ricordate che non siete soli

Come Chiesa vi siamo vicini e ringrazio don Eugenio per il suo servizio di cappellano e la Caritas diocesana per i tanti gesti di prossimità. Quel poco che possiamo, lo facciamo davvero con il cuore. Ricordate -ha concluso- che non siete soli".

Monsignor Boccardo si era già recato in carcere il 21 dicembre scorso, insieme a don Edoardo Rossi e ad alcuni volontari della Caritas, per consegnare personalmente, cella per cella, un dono di Natale preparato dalla Caritas per i detenuti.

L'impegno della Caritas di Spoleto-Norcia all'interno del carcere

All’interno del carcere di Spoleto la Caritas di Spoleto-Norcia, grazie alla sensibilità della direzione, ha avviato un centro di ascolto aperto due volte al mese per rendere più forti e solidali le relazioni fra i detenuti e le persone libere.

Accanto al dialogo, i volontari consegnano anche dei beni di prima necessità, frutto della solidarietà dei fedeli dell’Archidiocesi. Al 31 agosto di quest'anno, sono stati consegnati: duecentosettantanove prodotti per l’igiene personale; settantadue indumenti intimi; cinquantadue indumenti sportivi; ventisette paia di scarpe.

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messa nel carcere di spoleto

"Nessuno è estraneo al Natale". Così l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo si è rivolto ai detenuti nella Messa di Natale celebrata nel carcere di Spoleto mercoledì 28 dicembre. Col Presule hanno concelebrato il cappellano monsignor Eugenio Bartoli e il direttore della Caritas diocesana don Edoardo Rossi. Erano presenti anche il direttore della struttura Chiara Pellegrini e il comandate del corpo di Polizia Penitenziaria, Marco Piersigilli.

L' omelia dell'arcivescovo

"Gesù -ha proseguito l'arcivescovo nell’omelia- è venuto alla luce dalle tenebre per dirci che il bene è più forte del male. Tutti abbiamo desideri di bene, di pienezza e di bontà. Questi, però, devono fare anche i conti con l’inclinazione al male dell’uomo. Ma il Signore viene a mettere un germe di luce.

Tocca a noi, là dove siamo, anche a voi che vivete in carcere, prendersene cura e farlo crescere. Ciò richiede sacrificio, costanza e determinazione, ma abbiamo una grande certezza: Cristo viene per tutti, senza condizioni. Anche per voi, cari amici, con la vostra storia fatta di luci e di tante ombre".

Al termine della Messa un detenuto, a nome di tutti gli altri, ha rivolto un saluto a monsignor Boccardo, e un altro ha consegnato al presule un quadro della Madonna col Bambino da lui dipinto. E l’arcivescovo ha ripreso la parola:

"È sempre difficile fare gli auguri di buone feste in questa casa dove state scontando la vostra pena e che vi tiene lontani dagli affetti delle persone care. Vi lascio un compito: provate a trovare il bene anche qui nel carcere, senza sognare quello che ancora non c'è. Non permettete che le tenebre abbiano il sopravvento, ricordate sempre che il bene è più forte del male: così anche le vostre giornate avranno un senso di pienezza.

Ricordate che non siete soli

Come Chiesa vi siamo vicini e ringrazio don Eugenio per il suo servizio di cappellano e la Caritas diocesana per i tanti gesti di prossimità. Quel poco che possiamo, lo facciamo davvero con il cuore. Ricordate -ha concluso- che non siete soli".

Monsignor Boccardo si era già recato in carcere il 21 dicembre scorso, insieme a don Edoardo Rossi e ad alcuni volontari della Caritas, per consegnare personalmente, cella per cella, un dono di Natale preparato dalla Caritas per i detenuti.

L'impegno della Caritas di Spoleto-Norcia all'interno del carcere

All’interno del carcere di Spoleto la Caritas di Spoleto-Norcia, grazie alla sensibilità della direzione, ha avviato un centro di ascolto aperto due volte al mese per rendere più forti e solidali le relazioni fra i detenuti e le persone libere.

Accanto al dialogo, i volontari consegnano anche dei beni di prima necessità, frutto della solidarietà dei fedeli dell’Archidiocesi. Al 31 agosto di quest'anno, sono stati consegnati: duecentosettantanove prodotti per l’igiene personale; settantadue indumenti intimi; cinquantadue indumenti sportivi; ventisette paia di scarpe.

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L’arcivescovo Boccardo alla Cena di Natale alla Locanda della Misericordia https://www.lavoce.it/larcivescovo-boccardo-alla-cena-di-natale-alla-locanda-della-misericordia/ Tue, 27 Dec 2022 14:04:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69767 Cena di Natale Spoleto

La sera di Natale, 25 dicembre, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo ha condiviso la cena con le persone che quotidianamente frequentano la Locanda della Misericordia Ponziano Benedetti, opera segno della Caritas diocesana.

Nei locali di Via Cecili a Spoleto hanno preso posto cinquanta persone, tra cui degli ucraini, mentre altre venti hanno ritirato i viveri per mangiarli a casa. Gli ospiti abituali della Locanda hanno avuto come camerieri alcuni ragazzi delle scuole superiori della Città; in cucina, invece, c’erano: qualche genitore dei giovani che hanno servito ai tavoli, una ragazza ucraina, due volontari che abitualmente fanno servizio alla Locanda e due che hanno dato la disponibilità per il pasto serale di Natale.

La cena è stata realizzata grazie alla generosità di diversi benefattori del territorio diocesano ed è è stata allietata col canto da una coppia di sposi che ogni giorno frequenta la Locanda. Gli ospiti sono stati accolti dal direttore e dal vice direttore della Caritas, don Edoardo Rossi e Paola Piermarini.

Le parole dell’Arcivescovo

 "Questa cena di Natale -ha detto monsignor Boccardo- è solo il momento visibile di una rete discreta che durante l’arco di tutto l’anno, con l’impegno di tanti volontari, dà un volto alla vicinanza che la comunità cristiana assicura a coloro che portano la fatica e il peso dell’esistenza. Grazie all’animazione della nostra Caritas vediamo un fiorire di iniziative di sostegno e di consolazione che punteggiano tutta la nostra Diocesi: è la volontà di farsi carico di tante situazioni difficili, conosciute o nascoste nel segreto del cuore, che fanno emergere le fatiche di un tempo che nessuno può affrontare da solo.

Il servizio della Caritas -ha concluso il Presule- è un contributo alla grande catena di solidarietà che aiuta gli uni a portare i pesi degli altri".

Nel 2022 serviti oltre 15.000 pasti

"In questo ultimo periodo la Locanda della Misericordia -afferma il direttore della Caritas diocesana don Edoardo Rossi- è stata oggetto di incontro e conoscenza, oltre che da parte di persone bisognose, anche di alcuni alunni della scuola dell’infanzia e primaria che hanno consegnato generi alimentari, di diversi giovani che si avvicinano per fare volontariato. I pasti forniti fino al 25 dicembre 2022 sono stati oltre quindici mila. Tutto questo è possibile grazie alle tante persone, alle parrocchie, agli imprenditori e alle scuole che, in vario modo, ci sostengono. Ma il più grande grazie -conclude don Edoardo- va al Signore che ogni giorno si fa presente nel malato, nel carcerato, nel forestiero, in colui che ha fame e sete e ci sollecita a farci carico delle necessità di queste persone".

La Locanda della Misericordia

È un’opera segno della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia avviata nel 1996 dall’arcivescovo Riccardo Fontana; si trova a Spoleto, in Via Cecili, ed è intitolata a Ponziano Benedetti (tornato alla Casa del Padre nel 2018) che l’ha coordinata per ben sedici anni. Dopo di lui il servizio è stato affidato dai direttori della Caritas che si sono susseguiti prima a Massimo Succhielli, poi ad Alvaro Barzacca ed oggi ad Anna Rita Bocchini.

È aperta tutti i giorni dalle 18, per l’asporto o per la consumazione in loco della cena. In cucina si alternano volontari da varie parrocchie della Diocesi, mentre la domenica e i festivi il servizio è garantito da alcune famiglie.

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Cena di Natale Spoleto

La sera di Natale, 25 dicembre, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo ha condiviso la cena con le persone che quotidianamente frequentano la Locanda della Misericordia Ponziano Benedetti, opera segno della Caritas diocesana.

Nei locali di Via Cecili a Spoleto hanno preso posto cinquanta persone, tra cui degli ucraini, mentre altre venti hanno ritirato i viveri per mangiarli a casa. Gli ospiti abituali della Locanda hanno avuto come camerieri alcuni ragazzi delle scuole superiori della Città; in cucina, invece, c’erano: qualche genitore dei giovani che hanno servito ai tavoli, una ragazza ucraina, due volontari che abitualmente fanno servizio alla Locanda e due che hanno dato la disponibilità per il pasto serale di Natale.

La cena è stata realizzata grazie alla generosità di diversi benefattori del territorio diocesano ed è è stata allietata col canto da una coppia di sposi che ogni giorno frequenta la Locanda. Gli ospiti sono stati accolti dal direttore e dal vice direttore della Caritas, don Edoardo Rossi e Paola Piermarini.

Le parole dell’Arcivescovo

 "Questa cena di Natale -ha detto monsignor Boccardo- è solo il momento visibile di una rete discreta che durante l’arco di tutto l’anno, con l’impegno di tanti volontari, dà un volto alla vicinanza che la comunità cristiana assicura a coloro che portano la fatica e il peso dell’esistenza. Grazie all’animazione della nostra Caritas vediamo un fiorire di iniziative di sostegno e di consolazione che punteggiano tutta la nostra Diocesi: è la volontà di farsi carico di tante situazioni difficili, conosciute o nascoste nel segreto del cuore, che fanno emergere le fatiche di un tempo che nessuno può affrontare da solo.

Il servizio della Caritas -ha concluso il Presule- è un contributo alla grande catena di solidarietà che aiuta gli uni a portare i pesi degli altri".

Nel 2022 serviti oltre 15.000 pasti

"In questo ultimo periodo la Locanda della Misericordia -afferma il direttore della Caritas diocesana don Edoardo Rossi- è stata oggetto di incontro e conoscenza, oltre che da parte di persone bisognose, anche di alcuni alunni della scuola dell’infanzia e primaria che hanno consegnato generi alimentari, di diversi giovani che si avvicinano per fare volontariato. I pasti forniti fino al 25 dicembre 2022 sono stati oltre quindici mila. Tutto questo è possibile grazie alle tante persone, alle parrocchie, agli imprenditori e alle scuole che, in vario modo, ci sostengono. Ma il più grande grazie -conclude don Edoardo- va al Signore che ogni giorno si fa presente nel malato, nel carcerato, nel forestiero, in colui che ha fame e sete e ci sollecita a farci carico delle necessità di queste persone".

La Locanda della Misericordia

È un’opera segno della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia avviata nel 1996 dall’arcivescovo Riccardo Fontana; si trova a Spoleto, in Via Cecili, ed è intitolata a Ponziano Benedetti (tornato alla Casa del Padre nel 2018) che l’ha coordinata per ben sedici anni. Dopo di lui il servizio è stato affidato dai direttori della Caritas che si sono susseguiti prima a Massimo Succhielli, poi ad Alvaro Barzacca ed oggi ad Anna Rita Bocchini.

È aperta tutti i giorni dalle 18, per l’asporto o per la consumazione in loco della cena. In cucina si alternano volontari da varie parrocchie della Diocesi, mentre la domenica e i festivi il servizio è garantito da alcune famiglie.

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Messa di Natale al Centro di Solidarietà celebrata dall’arcivescovo Boccardo https://www.lavoce.it/messa-di-natale-al-centro-di-solidarieta-celebrata-dallarcivescovo-boccardo/ Tue, 20 Dec 2022 15:02:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69668 Messa Natale Centro solidarietà spoleto

Sabato 17 dicembre nella parrocchia del Sacro Cuore in Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa in preparazione al Natale con quanti abitano (presidente, direttori, dipendenti, ragazzi ospiti, volontari, benefattori) le case del Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota. Con il Presule hanno concelebrato monsignor Eugenio Bartoli e don Edoardo Rossi.

Al termine della Messa di Natale, c’è stata la consegna degli attestati di fine percorso a quindici ragazzi che hanno concluso il percorso terapeutico di uscita dalle dipendenze. Ad oggi il Centro accoglie centoventi ragazzi in cinque strutture; cinquanta, invece, sono le persone che lavorano nell’opera fondata dal compianto don Guerrino Rota.

Novità importante per il Centro è la sua trasformazione da Associazione a Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota: è stata istituita il 23 novembre 2021 ed iscritta nel registro unico del terzo settore il 22 aprile 2022.

Ciò si è reso indispensabile in quanto la riforma del terzo settore non prevede più il regime delle Onlus, quale era prima il Centro,  fra i soggetti agevolati. I membri del Consiglio di amministrazione sono nominati dall’arcivescovo pro-tempore di Spoleto-Norcia. Ricevute tutte le autorizzazione necessarie seguite alla costituzione della Fondazione, monsignor Renato Boccardo ha nominato membri del Cda: monsignor Eugenio Bartoli con la carica di presidente; don Edoardo Rossi e il dottor Gino Brunozzi quali consiglieri; la dottoressa Maria Antonella Proietti revisore dei conti.

All’inizio della celebrazione della Messa di Natale don Eugenio, si è così rivolto all'arcivnatale escovo e ai presenti:

"Grazie Eccellenza per presiedere e condividere ancora una volta l’Eucaristia con il Centro di Solidarietà, oggi Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota. Saluto e ringrazio tutti gli amici che nel tempo hanno dato il loro contributo morale, di amicizia, di partecipazione e anche in forme più concrete e fattive alla vita del Centro.

Quasi cinquanta anni sono tanti, per cui di persone, di amici, di volontari e di benefattori ne ho conosciuti davvero molti: a coloro che non ci sono più, una preghiera di suffragio; agli altri, auguri di lunga vita. Tutti hanno contribuito a far sì che il Centro arrivasse ai nostri giorni, proiettato verso quel futuro che la Divina Provvidenza ci riserverà, certamente foriero di soddisfazioni come quella della consegna degli attestati di fine percorso ad un gruppo di persone che, con l’aiuto degli operatori, portano a compimento un percorso esigente, di sacrificio, ma anche di gratificazione.

Un pensiero doveroso a don Guerrino Rota che ci ha lasciato troppo presto (nel 1989): ma da lassù siamo certi gioisce per la crescite del Centro. Un grazie all’assessore regionale Paola Agabiti per la costante vicinanza. Grazie a tutte le persone che lavorano con noi nella segreteria, nell’amministrazione e nelle strutture. Grazie ai direttori e agli operatori che svolgono con professionalità la loro missione educativa.

Ed io so -ha detto don Eugenio- quanto è difficile e impegnativa questa missione, ma vale la pensa ridare fiducia e speranza, dignità e voglia di vivere a chi invece vorrebbe restare nella pozza del proprio fallimento. Il mistero dell’uomo, la sua fragilità e la sua grandezza, i suoi limiti e le sue potenzialità, il suo eterno interrogarsi, il suo bisogno di senso ci interpellano e ci mobilitano.

L’ascolto, il rispetto, l’empatia, l’onestà nei rapporti, l’amore responsabile, il prendersi cura, la condivisione e il coinvolgimento in un cammino comune -ha concluso il presidente della Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota- sono alla base del nostro operare insieme nel segno della speranza".

Le parole di monsignor Boccardo

 Nell’omelia il vescovo è partito dal sogno di Giuseppe in cui l’angelo ha chiarito quale sarebbe stata la sua vita di custode del bambino Gesù per ribadire, che è necessario, ha detto, coltivare sogni seri che ci aiutino ad allontanare il male e sostituirlo con il bene, che ci facciano superare le nostre fantasie e illusioni, che ci facciano rimanere con i piedi ancorati al tempo presente.

"Guai cari amici del Centro di Solidarietà a non avere sogni. Voi certo portate le ferite della vita, ma siete qui per farle diventare cicatrici e così poter ricominciare. Chiedetevi allora: qual è il mio sogno, cosa voglio fare nella mia vita?

E ricordate -ha detto ancora il presule- che ogni esistenza è bella, anche la vostra che ha avuto tante cadute, perché nasce dal cuore di Dio. Il vostro passato appartiene alla misericordia di Dio e non sta a noi giudicarlo. Voi oggi siete qui per costruire il vostro domani e tutto il Centro di Solidarietà vi aiuta per dare concretezza ai vostri sogni e tutti facciamo il tifo per voi".

Al termine della Messa di Natale, prima della benedizione, poi, monsignor Boccardo ha voluto ringraziare don Eugenio:

"Sono testimone della passione, della determinazione e anche della preoccupazione che ha per il Centro. Abbiamo bisogno di gesti concreti e di tanta generosità affinché questo sogno, avviato da don Guerrino, continui.

Il Centro è una realtà significativa per tutto il nostro territorio perché, attraverso il Progetto Uomo, testimonia che una vita libera, onesta e responsabile è possibile".

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Messa Natale Centro solidarietà spoleto

Sabato 17 dicembre nella parrocchia del Sacro Cuore in Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa in preparazione al Natale con quanti abitano (presidente, direttori, dipendenti, ragazzi ospiti, volontari, benefattori) le case del Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota. Con il Presule hanno concelebrato monsignor Eugenio Bartoli e don Edoardo Rossi.

Al termine della Messa di Natale, c’è stata la consegna degli attestati di fine percorso a quindici ragazzi che hanno concluso il percorso terapeutico di uscita dalle dipendenze. Ad oggi il Centro accoglie centoventi ragazzi in cinque strutture; cinquanta, invece, sono le persone che lavorano nell’opera fondata dal compianto don Guerrino Rota.

Novità importante per il Centro è la sua trasformazione da Associazione a Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota: è stata istituita il 23 novembre 2021 ed iscritta nel registro unico del terzo settore il 22 aprile 2022.

Ciò si è reso indispensabile in quanto la riforma del terzo settore non prevede più il regime delle Onlus, quale era prima il Centro,  fra i soggetti agevolati. I membri del Consiglio di amministrazione sono nominati dall’arcivescovo pro-tempore di Spoleto-Norcia. Ricevute tutte le autorizzazione necessarie seguite alla costituzione della Fondazione, monsignor Renato Boccardo ha nominato membri del Cda: monsignor Eugenio Bartoli con la carica di presidente; don Edoardo Rossi e il dottor Gino Brunozzi quali consiglieri; la dottoressa Maria Antonella Proietti revisore dei conti.

All’inizio della celebrazione della Messa di Natale don Eugenio, si è così rivolto all'arcivnatale escovo e ai presenti:

"Grazie Eccellenza per presiedere e condividere ancora una volta l’Eucaristia con il Centro di Solidarietà, oggi Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota. Saluto e ringrazio tutti gli amici che nel tempo hanno dato il loro contributo morale, di amicizia, di partecipazione e anche in forme più concrete e fattive alla vita del Centro.

Quasi cinquanta anni sono tanti, per cui di persone, di amici, di volontari e di benefattori ne ho conosciuti davvero molti: a coloro che non ci sono più, una preghiera di suffragio; agli altri, auguri di lunga vita. Tutti hanno contribuito a far sì che il Centro arrivasse ai nostri giorni, proiettato verso quel futuro che la Divina Provvidenza ci riserverà, certamente foriero di soddisfazioni come quella della consegna degli attestati di fine percorso ad un gruppo di persone che, con l’aiuto degli operatori, portano a compimento un percorso esigente, di sacrificio, ma anche di gratificazione.

Un pensiero doveroso a don Guerrino Rota che ci ha lasciato troppo presto (nel 1989): ma da lassù siamo certi gioisce per la crescite del Centro. Un grazie all’assessore regionale Paola Agabiti per la costante vicinanza. Grazie a tutte le persone che lavorano con noi nella segreteria, nell’amministrazione e nelle strutture. Grazie ai direttori e agli operatori che svolgono con professionalità la loro missione educativa.

Ed io so -ha detto don Eugenio- quanto è difficile e impegnativa questa missione, ma vale la pensa ridare fiducia e speranza, dignità e voglia di vivere a chi invece vorrebbe restare nella pozza del proprio fallimento. Il mistero dell’uomo, la sua fragilità e la sua grandezza, i suoi limiti e le sue potenzialità, il suo eterno interrogarsi, il suo bisogno di senso ci interpellano e ci mobilitano.

L’ascolto, il rispetto, l’empatia, l’onestà nei rapporti, l’amore responsabile, il prendersi cura, la condivisione e il coinvolgimento in un cammino comune -ha concluso il presidente della Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota- sono alla base del nostro operare insieme nel segno della speranza".

Le parole di monsignor Boccardo

 Nell’omelia il vescovo è partito dal sogno di Giuseppe in cui l’angelo ha chiarito quale sarebbe stata la sua vita di custode del bambino Gesù per ribadire, che è necessario, ha detto, coltivare sogni seri che ci aiutino ad allontanare il male e sostituirlo con il bene, che ci facciano superare le nostre fantasie e illusioni, che ci facciano rimanere con i piedi ancorati al tempo presente.

"Guai cari amici del Centro di Solidarietà a non avere sogni. Voi certo portate le ferite della vita, ma siete qui per farle diventare cicatrici e così poter ricominciare. Chiedetevi allora: qual è il mio sogno, cosa voglio fare nella mia vita?

E ricordate -ha detto ancora il presule- che ogni esistenza è bella, anche la vostra che ha avuto tante cadute, perché nasce dal cuore di Dio. Il vostro passato appartiene alla misericordia di Dio e non sta a noi giudicarlo. Voi oggi siete qui per costruire il vostro domani e tutto il Centro di Solidarietà vi aiuta per dare concretezza ai vostri sogni e tutti facciamo il tifo per voi".

Al termine della Messa di Natale, prima della benedizione, poi, monsignor Boccardo ha voluto ringraziare don Eugenio:

"Sono testimone della passione, della determinazione e anche della preoccupazione che ha per il Centro. Abbiamo bisogno di gesti concreti e di tanta generosità affinché questo sogno, avviato da don Guerrino, continui.

Il Centro è una realtà significativa per tutto il nostro territorio perché, attraverso il Progetto Uomo, testimonia che una vita libera, onesta e responsabile è possibile".

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Celebrazioni dell’Assunta, dopo due anni torna la processione per le vie di Spoleto https://www.lavoce.it/celebrazioni-dellassunta-dopo-due-anni-torna-la-processione-per-le-vie-di-spoleto/ Thu, 11 Aug 2022 09:55:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67959 celebrazioni dell'assunta

Il 15 agosto la Chiesa celebra la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. A Spoleto e nell’intera Diocesi questa festa è particolarmente sentita perché all’Assunta sono intitolate varie parrocchie e chiese, tra cui la Basilica Cattedrale.

 Il programma delle celebrazioni dell'Assunta

  • Venerdì 12 agosto alla ore 21, presso il Santuario della Madonna delle Lacrime a Trevi: Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, guiderà una preghiera di intercessione per la guarigione delle ferite della vita.
  • Sabato 13 agosto alle ore 21 presso la parrocchia di San Venanzo in Spoleto: preghiera mariana con supplica per la gioventù nel ricordo dell’incontro tra la Santissima Icone e Francesco Possenti, futuro San Gabriele dell’Addolorata. Era il 22 agosto 1856, Ottava dell’Assunzione e a Spoleto si teneva la processione per le vie della Città con la Santissima Icone. Quando la Vergine passò dinanzi a Francesco Possenti, che viveva a Spoleto con la famiglia, il giovane sentì nel cuore queste parole: Francesco, che stai a fare al mondo? Tu non sei fatto per il mondo. Segui la tua vocazione. In quel momento prese la decisione di diventare religioso passionista: Oh! In quale abisso sarei certamente caduto se Maria, benevola persino con quello che non la invocano, non fosse accorsa misericordiosamente in mio aiuto in quell'Ottava della sia Assunzione, avrebbe detto qualche tempo dopo.
  • Domenica 14 agosto alle ore 21, a Spoleto: dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, torna la processione, presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, con la Santissima Icone dalla chiesa di San Gregorio alla Basilica Cattedrale.
  • Lunedì 15 agosto, nel Duomo di Spoleto, Duomo: alle 9, Celebrazione Eucaristica; alle 11.30, Solenne Pontificale presieduto dall’arcivescovo e benedizione alla Città e alla Diocesi dalla Loggia centrale della Cattedrale; alle 18, Celebrazione Eucaristica.
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celebrazioni dell'assunta

Il 15 agosto la Chiesa celebra la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. A Spoleto e nell’intera Diocesi questa festa è particolarmente sentita perché all’Assunta sono intitolate varie parrocchie e chiese, tra cui la Basilica Cattedrale.

 Il programma delle celebrazioni dell'Assunta

  • Venerdì 12 agosto alla ore 21, presso il Santuario della Madonna delle Lacrime a Trevi: Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, guiderà una preghiera di intercessione per la guarigione delle ferite della vita.
  • Sabato 13 agosto alle ore 21 presso la parrocchia di San Venanzo in Spoleto: preghiera mariana con supplica per la gioventù nel ricordo dell’incontro tra la Santissima Icone e Francesco Possenti, futuro San Gabriele dell’Addolorata. Era il 22 agosto 1856, Ottava dell’Assunzione e a Spoleto si teneva la processione per le vie della Città con la Santissima Icone. Quando la Vergine passò dinanzi a Francesco Possenti, che viveva a Spoleto con la famiglia, il giovane sentì nel cuore queste parole: Francesco, che stai a fare al mondo? Tu non sei fatto per il mondo. Segui la tua vocazione. In quel momento prese la decisione di diventare religioso passionista: Oh! In quale abisso sarei certamente caduto se Maria, benevola persino con quello che non la invocano, non fosse accorsa misericordiosamente in mio aiuto in quell'Ottava della sia Assunzione, avrebbe detto qualche tempo dopo.
  • Domenica 14 agosto alle ore 21, a Spoleto: dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, torna la processione, presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, con la Santissima Icone dalla chiesa di San Gregorio alla Basilica Cattedrale.
  • Lunedì 15 agosto, nel Duomo di Spoleto, Duomo: alle 9, Celebrazione Eucaristica; alle 11.30, Solenne Pontificale presieduto dall’arcivescovo e benedizione alla Città e alla Diocesi dalla Loggia centrale della Cattedrale; alle 18, Celebrazione Eucaristica.
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‘CaritasCare’: un progetto di adozioni a distanza dei bambini della Repubblica Democratica del Congo https://www.lavoce.it/caritascare-un-progetto-di-adozioni-a-distanza-dei-bambini-della-repubblica-democratica-del-congo/ Wed, 23 Feb 2022 10:09:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65105 CaritasCare

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, in collaborazione con l’Istituto Suore Sacra Famiglia di Spoleto, nell’anno 2021 ha promosso il progetto CaritasCare finalizzato al sostegno dei bambini della Repubblica Democratica del Congo, Paese dove le figlie del beato Pietro Bonilli svolgono una preziosa azione pastorale, sociale ed educativa, soprattutto nei villaggi di Butembo e Magheria.

I dati del progetto CaritasCare

Nel 2021 le adozioni di singoli bambini sono state novantacinque; due, invece, sono state le adozioni di classi scolastiche di circa cinquanta - sessanta alunni ciascuna, con un’età tra i 6 e gli 11 anni. In totale sono stati raccolti e inoltrati alle Suore della Sacra Famiglia 12.863,00 euro, sufficienti per garantire la possibilità ai bambini di frequentare la scuola per tutto l’anno 2022, almeno un pasto al giorno, il materiale scolastico ed il supporto sanitario necessario. I benefattori hanno ricevuto foto ed alcune informazioni sulle condizioni di vita, di salute e sul percorso scolastico dei bambini adottati a distanza, al fine di creare un legame significativo con gli stessi.

Per l’anno in corso, 2022, sono pervenute ad oggi quote pari a 2.300 euro, riferite a quindici adozioni singole e una classe scolastica di circa cinquanta - sessanta bambini.

Le parole del direttore della Caritas don Edoardo Rossi

"Ringrazio per la grande generosità dimostrata da famiglie, parrocchie, associazioni, realtà imprenditoriali e singole persone nell’aderire per il 2021 al progetto CaritasCare, nonostante le difficoltà anche economiche legate alla pandemia. Sono fiducioso che anche in questo 2022 faremo la nostra parte per sostenere i bambini della Repubblica Democratica del Congo e garantire loro, attraverso le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto presenti nel Paese africano, istruzione, cibo e assistenza medica. Il dramma di questi nostri fratelli e sorelle non può non coinvolgerci: la guerra in Congo crea migliaia di bambini orfani e mutilati, oltre ad un’economia lesiva dei diritti e delle dignità delle persone. E noi come Chiesa diocesana dobbiamo aprici sempre di più anche alle esigenze di chi vive in terre povere, sostenuti e confortati dalla preghiera del beato Pietro Bonilli che alle sue suore diceva: Desidero che andiate in tutto il mondo.

La quota annua di adozione di un bambino -conclude don Edoardo- è di 120 euro (10 euro al mese): assicureremo la possibilità di frequentare la scuola per tutto l’anno; garantiremo almeno un pasto al giorno; forniremo materiale scolastico; sosterremo il bambino anche dal punto di vista sanitario. Si può aderire e sottoscrivere l’adozione anche on line compilando l’apposito form nel nostro sito internet: https://caritas.spoletonorcia.it/caritas-care-adozioni-a-distanza/".

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CaritasCare

La Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, in collaborazione con l’Istituto Suore Sacra Famiglia di Spoleto, nell’anno 2021 ha promosso il progetto CaritasCare finalizzato al sostegno dei bambini della Repubblica Democratica del Congo, Paese dove le figlie del beato Pietro Bonilli svolgono una preziosa azione pastorale, sociale ed educativa, soprattutto nei villaggi di Butembo e Magheria.

I dati del progetto CaritasCare

Nel 2021 le adozioni di singoli bambini sono state novantacinque; due, invece, sono state le adozioni di classi scolastiche di circa cinquanta - sessanta alunni ciascuna, con un’età tra i 6 e gli 11 anni. In totale sono stati raccolti e inoltrati alle Suore della Sacra Famiglia 12.863,00 euro, sufficienti per garantire la possibilità ai bambini di frequentare la scuola per tutto l’anno 2022, almeno un pasto al giorno, il materiale scolastico ed il supporto sanitario necessario. I benefattori hanno ricevuto foto ed alcune informazioni sulle condizioni di vita, di salute e sul percorso scolastico dei bambini adottati a distanza, al fine di creare un legame significativo con gli stessi.

Per l’anno in corso, 2022, sono pervenute ad oggi quote pari a 2.300 euro, riferite a quindici adozioni singole e una classe scolastica di circa cinquanta - sessanta bambini.

Le parole del direttore della Caritas don Edoardo Rossi

"Ringrazio per la grande generosità dimostrata da famiglie, parrocchie, associazioni, realtà imprenditoriali e singole persone nell’aderire per il 2021 al progetto CaritasCare, nonostante le difficoltà anche economiche legate alla pandemia. Sono fiducioso che anche in questo 2022 faremo la nostra parte per sostenere i bambini della Repubblica Democratica del Congo e garantire loro, attraverso le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto presenti nel Paese africano, istruzione, cibo e assistenza medica. Il dramma di questi nostri fratelli e sorelle non può non coinvolgerci: la guerra in Congo crea migliaia di bambini orfani e mutilati, oltre ad un’economia lesiva dei diritti e delle dignità delle persone. E noi come Chiesa diocesana dobbiamo aprici sempre di più anche alle esigenze di chi vive in terre povere, sostenuti e confortati dalla preghiera del beato Pietro Bonilli che alle sue suore diceva: Desidero che andiate in tutto il mondo.

La quota annua di adozione di un bambino -conclude don Edoardo- è di 120 euro (10 euro al mese): assicureremo la possibilità di frequentare la scuola per tutto l’anno; garantiremo almeno un pasto al giorno; forniremo materiale scolastico; sosterremo il bambino anche dal punto di vista sanitario. Si può aderire e sottoscrivere l’adozione anche on line compilando l’apposito form nel nostro sito internet: https://caritas.spoletonorcia.it/caritas-care-adozioni-a-distanza/".

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Giornata per la Vita: Messa dell’arcivescovo Boccardo nella casa per disabili https://www.lavoce.it/giornata-per-la-vita-messa-dellarcivescovo-boccardo-nella-casa-per-disabili/ Mon, 07 Feb 2022 13:57:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64887 Giornata per la Vita (Spoleto)

Domenica 6 febbraio 2022 la Chiesa italiana ha celebrato la 44sima Giornata per la Vita dal tema Custodire ogni vita. In questa occasione l’archidiocesi di Spoleto-Norcia era solita organizzare due momenti: il convegno Racconta la vita e la Messa per i nati nell’anno. A causa dell’emergenza sanitaria questi appuntamenti non si sono tenuti.

L’arcivescovo Renato Boccardo domenica 6 febbraio si è recato in visita alla Villa don Pietro Bonilli a Montepincio di Spoleto dove le suore della Sacra Famiglia di Spoleto accolgono disabili gravi.  Accolto dalla superiora suor Filomena Pennini, il Presule ha celebrato la Messa nella cappella della casa e poi ha incontrato le persone disabili che vi abitano.

"Oggi la Chiesa -ha detto monsignor Boccardo- rifletta sul grande mistero della vita e qui a Montepincio si custodisce la vita più fragile e ferita, che è sempre opera di Dio creatore".

Poi, l’Arcivescovo ha commentato il Vangelo del giorno

"Dio chiama e l’uomo (nel Vangelo è la figura di Pietro) riconosce la sua piccolezza; ma è in questa situazione che Dio ci invia, conta su di noi nonostante le nostre debolezze. Quante volte anche noi come Pietro ci siamo trovati con le reti vuote: ci siamo impegnati tanto, ma non ci ritroviamo nulla. Ecco la sfida di Gesù: nonostante tutto, fidati e ricomincia ancora...forse devi gettare le reti da un’altra parte, forse ti sei fidato troppo di te stesso. Ascoltando la sua parola, allora, riusciremo a gettare le reti dalla parte giusta".

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Giornata per la Vita (Spoleto)

Domenica 6 febbraio 2022 la Chiesa italiana ha celebrato la 44sima Giornata per la Vita dal tema Custodire ogni vita. In questa occasione l’archidiocesi di Spoleto-Norcia era solita organizzare due momenti: il convegno Racconta la vita e la Messa per i nati nell’anno. A causa dell’emergenza sanitaria questi appuntamenti non si sono tenuti.

L’arcivescovo Renato Boccardo domenica 6 febbraio si è recato in visita alla Villa don Pietro Bonilli a Montepincio di Spoleto dove le suore della Sacra Famiglia di Spoleto accolgono disabili gravi.  Accolto dalla superiora suor Filomena Pennini, il Presule ha celebrato la Messa nella cappella della casa e poi ha incontrato le persone disabili che vi abitano.

"Oggi la Chiesa -ha detto monsignor Boccardo- rifletta sul grande mistero della vita e qui a Montepincio si custodisce la vita più fragile e ferita, che è sempre opera di Dio creatore".

Poi, l’Arcivescovo ha commentato il Vangelo del giorno

"Dio chiama e l’uomo (nel Vangelo è la figura di Pietro) riconosce la sua piccolezza; ma è in questa situazione che Dio ci invia, conta su di noi nonostante le nostre debolezze. Quante volte anche noi come Pietro ci siamo trovati con le reti vuote: ci siamo impegnati tanto, ma non ci ritroviamo nulla. Ecco la sfida di Gesù: nonostante tutto, fidati e ricomincia ancora...forse devi gettare le reti da un’altra parte, forse ti sei fidato troppo di te stesso. Ascoltando la sua parola, allora, riusciremo a gettare le reti dalla parte giusta".

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Festa della conversione di San Francesco presieduta dall’arcivescovo Boccardo https://www.lavoce.it/festa-della-conversione-di-san-francesco-presieduta-dallarcivescovo-boccardo/ Tue, 29 Jun 2021 12:13:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61203 Festa della conversione di San Francesco

La sera di domenica 27 giugno nella Basilica di San Sabino a Spoleto si è tenuta la Festa della conversione di San Francesco organizzata dalla parrocchia guidata da don Davide Travagli e dalle famiglie francescane presenti in Città, ossia i Frati Minori, i Frati Minori Cappuccini e il Terz’Ordine francescano secolare.

Il sogno di Spoleto

Nel 1025 Francesco parte ancora una volta per la guerra: si arruola, infatti, come volontario per combattere le truppe pontificie in Puglia. Giunto a Spoleto, nei pressi di San Sabino, è visitato da un altro sogno. Si legge nelle Fonti Francescane (cf FF 1401): Mentre stava riposando, nel dormiveglia intese qualcuno che lo interrogava dove voleva andare. Francesco gli espose per intero il suo progetto. E quello: "Chi può esserti più utile: il padrone o il servo?”. E avendo lui risposto: il padrone, quello riprese: “Perché, dunque, abbandoni il padrone per il servo, e il principe per il suddito?”. Allora Francesco domandò: Signore cosa vuoi che io faccia? E la voce: “Ritorna nella tua città e ti sarà detto che cosa devi fare”.

La serata di San Sabino, che ha concluso una serie di incontri tenuti ogni martedì del mese di giugno sul tema Dai sogni di grandezza…alla grandezza di un Sogno, si è tenuta nello spazio all’aperto dietro l’abside della chiesa ed è stata aperta da un’elevazione spirituale del coro dei Laudesi Umbri diretto da padre Matteo Ferraldeschi, OFM. A seguire c’è stata la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, concelebrata dai presbiteri della Pievania del Sacro Cuore e dai Frati francescani di Monteluco e dei Cappuccini.

Le parole dell’Arcivescovo

 Nell’omelia monsignor Boccardo ha commentato il Vangelo del giorno, che presentava due donne: una bimba di 12 anni che sta morendo e una donna adulta che da tempo perde sangue. Entrambe sono state salvate dalla forza che emana da Gesù e dalla sua fede. Per la bambina, la fede del padre, per la donna adulta la sua stessa fede.

"Sono immagini -ha detto il Presule- di sofferenza, d’impotenza e di fragilità. Tutte esperienze che viviamo anche noi. Chi di noi, infatti, non ha delle ferite che sanguinano, che non riusciamo a curare e rimarginare? La situazione della ragazzina e della donna diventa la riproposizione della nostra esperienza. Anche noi abbiamo bisogno di un medico, abbiamo bisogno di essere curati: tutti ci rendiamo conto che non riusciamo a rimanere in piedi da soli. L’umanità sta subendo una continua emorragia: di fiducia, di speranza, di verità. Una umanità che sta perdendo i suoi punti di riferimento e che pretende di cambiare le leggi di Dio e quelle della natura per adattarle al gusto e al comodo di qualche gruppo o di qualche corrente di pensiero.

La donna adulta del Vangelo -ha proseguito l’arcivescovo- è anche l’immagine della comunità e della Chiesa: noi cristiani stiamo perdendo l’essenziale di quello che è essere discepoli di Gesù. Rischiamo di disperderci in mille situazioni apparentemente religiose che si sono svuotate del loro contenuto. Ci troviamo di fronte ad un cristianesimo fatto di gesti, parole e tradizioni, ma che ha perso i suoi contenuti, non si agisce più secondo il pensiero di Gesù. Anche noi abbiamo bisogno di toccare il mantello del Signore e di ricevere da esso la vita nuova per riscoprire la verità, la fede vera, le radici della speranza.

Il Signore dice anche noi, alzati!  E San Francesco -ha detto ancora l’arcivescovo- proprio qui a San Sabino ha avuto quel dialogo importante col Signore.

Ha saputo decidere, quella sera è come se avesse toccato il mantello di Gesù e ciò ha provocato in lui la decisione di tornare ad Assisi e la sua vita è diventata segno fecondo della potenza di Dio nella storia degli uomini. Francesco era un poveraccio come noi, pieno di limiti, di fragilità e di peccato; ma è stato capace di lasciarsi curare dal Signore e la sua vita non soltanto è stata rinnovata, ma è diventata esempio, attraverso i secoli, per la coscienza e la vita dei credenti".

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Festa della conversione di San Francesco

La sera di domenica 27 giugno nella Basilica di San Sabino a Spoleto si è tenuta la Festa della conversione di San Francesco organizzata dalla parrocchia guidata da don Davide Travagli e dalle famiglie francescane presenti in Città, ossia i Frati Minori, i Frati Minori Cappuccini e il Terz’Ordine francescano secolare.

Il sogno di Spoleto

Nel 1025 Francesco parte ancora una volta per la guerra: si arruola, infatti, come volontario per combattere le truppe pontificie in Puglia. Giunto a Spoleto, nei pressi di San Sabino, è visitato da un altro sogno. Si legge nelle Fonti Francescane (cf FF 1401): Mentre stava riposando, nel dormiveglia intese qualcuno che lo interrogava dove voleva andare. Francesco gli espose per intero il suo progetto. E quello: "Chi può esserti più utile: il padrone o il servo?”. E avendo lui risposto: il padrone, quello riprese: “Perché, dunque, abbandoni il padrone per il servo, e il principe per il suddito?”. Allora Francesco domandò: Signore cosa vuoi che io faccia? E la voce: “Ritorna nella tua città e ti sarà detto che cosa devi fare”.

La serata di San Sabino, che ha concluso una serie di incontri tenuti ogni martedì del mese di giugno sul tema Dai sogni di grandezza…alla grandezza di un Sogno, si è tenuta nello spazio all’aperto dietro l’abside della chiesa ed è stata aperta da un’elevazione spirituale del coro dei Laudesi Umbri diretto da padre Matteo Ferraldeschi, OFM. A seguire c’è stata la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, concelebrata dai presbiteri della Pievania del Sacro Cuore e dai Frati francescani di Monteluco e dei Cappuccini.

Le parole dell’Arcivescovo

 Nell’omelia monsignor Boccardo ha commentato il Vangelo del giorno, che presentava due donne: una bimba di 12 anni che sta morendo e una donna adulta che da tempo perde sangue. Entrambe sono state salvate dalla forza che emana da Gesù e dalla sua fede. Per la bambina, la fede del padre, per la donna adulta la sua stessa fede.

"Sono immagini -ha detto il Presule- di sofferenza, d’impotenza e di fragilità. Tutte esperienze che viviamo anche noi. Chi di noi, infatti, non ha delle ferite che sanguinano, che non riusciamo a curare e rimarginare? La situazione della ragazzina e della donna diventa la riproposizione della nostra esperienza. Anche noi abbiamo bisogno di un medico, abbiamo bisogno di essere curati: tutti ci rendiamo conto che non riusciamo a rimanere in piedi da soli. L’umanità sta subendo una continua emorragia: di fiducia, di speranza, di verità. Una umanità che sta perdendo i suoi punti di riferimento e che pretende di cambiare le leggi di Dio e quelle della natura per adattarle al gusto e al comodo di qualche gruppo o di qualche corrente di pensiero.

La donna adulta del Vangelo -ha proseguito l’arcivescovo- è anche l’immagine della comunità e della Chiesa: noi cristiani stiamo perdendo l’essenziale di quello che è essere discepoli di Gesù. Rischiamo di disperderci in mille situazioni apparentemente religiose che si sono svuotate del loro contenuto. Ci troviamo di fronte ad un cristianesimo fatto di gesti, parole e tradizioni, ma che ha perso i suoi contenuti, non si agisce più secondo il pensiero di Gesù. Anche noi abbiamo bisogno di toccare il mantello del Signore e di ricevere da esso la vita nuova per riscoprire la verità, la fede vera, le radici della speranza.

Il Signore dice anche noi, alzati!  E San Francesco -ha detto ancora l’arcivescovo- proprio qui a San Sabino ha avuto quel dialogo importante col Signore.

Ha saputo decidere, quella sera è come se avesse toccato il mantello di Gesù e ciò ha provocato in lui la decisione di tornare ad Assisi e la sua vita è diventata segno fecondo della potenza di Dio nella storia degli uomini. Francesco era un poveraccio come noi, pieno di limiti, di fragilità e di peccato; ma è stato capace di lasciarsi curare dal Signore e la sua vita non soltanto è stata rinnovata, ma è diventata esempio, attraverso i secoli, per la coscienza e la vita dei credenti".

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“La speranza della risurrezione è anche speranza per l’uomo”: l’omelia dell’arcivescovo Boccardo nel giorno di Pasqua https://www.lavoce.it/la-speranza-della-risurrezione-e-speranza-per-luomo-omelia-dellarcivescovo-boccardo/ Sun, 04 Apr 2021 14:44:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60068 L'arcivescovo Renato Boccardo presiede la celebrazione in Duomo

Gesù Cristo è veramente risorto!

«La Pasqua è il punto nodale della fede cristiana; è quel segno in cui l'autentico significato di Gesù per l'intera umanità viene condensato in una unità e in una chiarezza assolute». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo si è rivolto ai fedeli riuniti nel Duomo di Spoleto, nel rispetto delle norme in atto per  evitare il diffondersi del Covid-19, per partecipare alla Messa di Pasqua (domenica 4 aprile 2021). «La morte liberamente accettata per amore – ha detto ancora il Presidente della Conferenza episcopale umbra - è mutata in vita per Gesù e, in lui, per tutta l'umanità che a lui aderisce, per tutti coloro che in lui credono. Cristiano è dunque colui che proclama: Gesù Cristo è veramente risorto! Non solo chi afferma genericamente, con un istinto religioso: c'è un Dio, c'è un Dio buono; oppure, con una venatura etica: dobbiamo amarci gli uni gli altri. Non solo questo fa il cristiano, ma tutto deve condensare e riassumere nella confessione: Gesù Cristo è veramente risorto!».

La speranza della resurrezione è speranza per l'uomo

La liturgia è stata animata dalla corale della Pievania di Santa Maria ed è stata trasmessa in diretta nei canali social della diocesi. «L'evento della risurrezione – ha affermato mons. Boccardo - ci apre un orizzonte di senso, un universo di speranza; ci ripropone la bontà inalienabile dell'uomo e di tutto il creato che deriva dall'amore di Dio, dall'alleanza che Dio ha da sempre fatto con l'uomo e con la sua vita. La prospettiva della risurrezione è affermare che c'è un futuro per la vita e che questo futuro è per sempre. E la speranza della risurrezione è anche speranza per l'uomo, per la sua cultura, perché le apre una prospettiva diversa da quella del declino e dell'autodistruzione».

La veglia pasquale "madre di tutte le veglie"

La sera della vigilia l’Arcivescovo, sempre in Duomo, ha presieduto la solenne Veglia pasquale, “la notte di veglia in onore del Signore” (Es 12, 42), definita da sant' Agostino “la veglia madre di tutte le veglie”. Mons. Boccardo con i fedeli presenti, tra l’altro, si è soffermato sullo slogan che imperversava durante la prima ondata della pandemia da Covid-19: “Andrà tutto bene!”. «Il passato – ha proseguito il Presule - è visto semplicemente come un tempo lontano, superato, da dimenticare, pieno di rimpianti, di tristezze o, al massimo, come un cumulo di esperienze che fanno da sfondo alle conquiste dell'oggi e del domani. L'uomo moderno si presenta volentieri come l'uomo senza memoria, senza passato, senza padre, contestatore per principio di ogni tipo di tradizione o limitazione che sembri vincolare la sua libertà. Troviamo una manifestazione di questo sentimento nella smania attuale - rilevabile in modi diversi a tutti i livelli - di tornare quanto prima alla situazione sociale ed ecclesiale pre-Covid. […] Impariamo, in questa veglia pasquale, a ricordare i fatti del passato attraverso i quali il Dio dell'alleanza, il Dio dell'amore misericordioso e fedele, ha assicurato la sua perenne presenza nella storia. Impariamo ad inserirci nei fatti del passato grazie alla presenza del Vivente, che è Signore di ogni tempo e nel quale raggiungiamo la presenza a tutte le cose su cui egli regna nella sua pienezza. Abbiamo bisogno di fare memoria in questo modo, inserendoci in Cristo, proprio in vista dei compiti che ci attendono. Sono i tanti problemi di ripresa, di crescita, di trasformazione, che dobbiamo affrontare in questo tempo, e molti di più quelli che ci attendono al termine - che speriamo non troppo lontano - di questo periodo di pandemia. Siamo chiamati ad allargare il respiro tradizionale, attingendo a pieni polmoni al vento dello Spirito, che è il dono pasquale del Risorto».]]>
L'arcivescovo Renato Boccardo presiede la celebrazione in Duomo

Gesù Cristo è veramente risorto!

«La Pasqua è il punto nodale della fede cristiana; è quel segno in cui l'autentico significato di Gesù per l'intera umanità viene condensato in una unità e in una chiarezza assolute». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo si è rivolto ai fedeli riuniti nel Duomo di Spoleto, nel rispetto delle norme in atto per  evitare il diffondersi del Covid-19, per partecipare alla Messa di Pasqua (domenica 4 aprile 2021). «La morte liberamente accettata per amore – ha detto ancora il Presidente della Conferenza episcopale umbra - è mutata in vita per Gesù e, in lui, per tutta l'umanità che a lui aderisce, per tutti coloro che in lui credono. Cristiano è dunque colui che proclama: Gesù Cristo è veramente risorto! Non solo chi afferma genericamente, con un istinto religioso: c'è un Dio, c'è un Dio buono; oppure, con una venatura etica: dobbiamo amarci gli uni gli altri. Non solo questo fa il cristiano, ma tutto deve condensare e riassumere nella confessione: Gesù Cristo è veramente risorto!».

La speranza della resurrezione è speranza per l'uomo

La liturgia è stata animata dalla corale della Pievania di Santa Maria ed è stata trasmessa in diretta nei canali social della diocesi. «L'evento della risurrezione – ha affermato mons. Boccardo - ci apre un orizzonte di senso, un universo di speranza; ci ripropone la bontà inalienabile dell'uomo e di tutto il creato che deriva dall'amore di Dio, dall'alleanza che Dio ha da sempre fatto con l'uomo e con la sua vita. La prospettiva della risurrezione è affermare che c'è un futuro per la vita e che questo futuro è per sempre. E la speranza della risurrezione è anche speranza per l'uomo, per la sua cultura, perché le apre una prospettiva diversa da quella del declino e dell'autodistruzione».

La veglia pasquale "madre di tutte le veglie"

La sera della vigilia l’Arcivescovo, sempre in Duomo, ha presieduto la solenne Veglia pasquale, “la notte di veglia in onore del Signore” (Es 12, 42), definita da sant' Agostino “la veglia madre di tutte le veglie”. Mons. Boccardo con i fedeli presenti, tra l’altro, si è soffermato sullo slogan che imperversava durante la prima ondata della pandemia da Covid-19: “Andrà tutto bene!”. «Il passato – ha proseguito il Presule - è visto semplicemente come un tempo lontano, superato, da dimenticare, pieno di rimpianti, di tristezze o, al massimo, come un cumulo di esperienze che fanno da sfondo alle conquiste dell'oggi e del domani. L'uomo moderno si presenta volentieri come l'uomo senza memoria, senza passato, senza padre, contestatore per principio di ogni tipo di tradizione o limitazione che sembri vincolare la sua libertà. Troviamo una manifestazione di questo sentimento nella smania attuale - rilevabile in modi diversi a tutti i livelli - di tornare quanto prima alla situazione sociale ed ecclesiale pre-Covid. […] Impariamo, in questa veglia pasquale, a ricordare i fatti del passato attraverso i quali il Dio dell'alleanza, il Dio dell'amore misericordioso e fedele, ha assicurato la sua perenne presenza nella storia. Impariamo ad inserirci nei fatti del passato grazie alla presenza del Vivente, che è Signore di ogni tempo e nel quale raggiungiamo la presenza a tutte le cose su cui egli regna nella sua pienezza. Abbiamo bisogno di fare memoria in questo modo, inserendoci in Cristo, proprio in vista dei compiti che ci attendono. Sono i tanti problemi di ripresa, di crescita, di trasformazione, che dobbiamo affrontare in questo tempo, e molti di più quelli che ci attendono al termine - che speriamo non troppo lontano - di questo periodo di pandemia. Siamo chiamati ad allargare il respiro tradizionale, attingendo a pieni polmoni al vento dello Spirito, che è il dono pasquale del Risorto».]]>
Settimana Santa: gli appuntamenti nelle diocesi dell’Umbria https://www.lavoce.it/settimana-santa-gli-appuntamenti-nelle-diocesi-dellumbria/ Fri, 26 Mar 2021 16:31:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59877 Venerdì Santo 2020

I cristiani si apprestano a vivere la seconda Settimana Santa al tempo del Covid-19, ma rispetto alla precedente (svoltasi in pieno lockdown) i riti saranno celebrati in presenza con la partecipazione del popolo di Dio, nelle parrocchie di appartenenza, nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento del contagio.

I riti presieduti dal cardinale Bassetti nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia

E’ certamente una notizia che contribuisce a diffondere speranza per un ritorno, seppur lento, alla vita normale che non sarà più la stessa per tante persone, anche nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che hanno sofferto e continuano a soffrire per la pandemia. Non poche famiglie sono a lutto per la perdita di uno o più congiunti, o in apprensione per i loro cari ancora malati, ricoverati in ospedale, o perché senza lavoro e in gravi difficoltà non solo economiche. A tutte queste famiglie la Chiesa perugino-pievese non fa mancare la sua vicinanza spirituale e materiale, condividendo la sofferenza di uomini e donne, di giovani e adulti. Una sofferenza che viene riposta ai piedi della Croce come sacrificio umano, che invoca per tutti la salvezza di Dio. La Croce è il simbolo del grande mistero della fede cristiana che da 2000 anni i credenti rivivono nei riti del Triduo pasquale, il cuore della stessa fede. La Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore, si apre con la Domenica delle Palme vissuta da sempre con particolare partecipazione e raccoglimento in tutte le comunità e che quest’anno lo sarà ancor di più.

Calendario delle celebrazioni

A Perugia centro, nella cattedrale di San Lorenzo, sarà il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti a presiedere i riti della Settimana Santa, che inizieranno il 28 marzo e si concluderanno il 4 aprile, subendo delle modifiche, a seguito della pandemia, in base agli orientamenti per la Settimana Santa 2021 indicati dalla Cei su quanto predisposto dalla Congregazione per il culto divino.

Domenica delle Palme, 28 marzo, alle ore 11, si terrà la Commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Per evitare assembramenti di fedeli, sarà celebrata secondo la seconda forma prevista dal Messale Romano (senza processione all’esterno della cattedrale). Inoltre i ramoscelli d’ulivo, distribuiti in questa domenica, saranno preparati prima della celebrazione (nel rispetto delle norme igieniche) sui posti nei quali si siederanno i fedeli che non dovranno passarseli di mano in mano. I ramoscelli saranno benedetti all’inizio della celebrazione.

La Messa del CrismaMercoledì Santo, 31 marzo, ore 17, è la celebrazione in cui i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli Olii del Sacro Crisma, dei catecumeni e degli infermi. Oltre al Clero diocesano, ai diaconi e ai seminaristi, saranno presenti - in numero limitato - le comunità religiose femminili, i membri laici del Consiglio pastorale diocesano, una rappresentanza delle aggregazioni laicali e due fedeli per ciascuna delle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi. Non prenderanno parte, come era consuetudine fino a due anni fa, i giovani che riceveranno il sacramento della Cresima nel corso dell’anno e non si svolgerà la tradizionale processione d’ingresso in cattedrale (da piazza IV Novembre) di presbiteri e diaconi.

Giovedì Santo, 1 aprile, ore 17, si terrà la Coena Domini senza il rito della lavanda dei piedi al cui termine seguirà l’adorazione eucaristica all’altare della reposizione animata dai seminaristi fino alle ore 19.30.

Venerdì Santo, 2 aprile, ore 17, si terrà la celebrazione della Passione del Signore con l’atto di adorazione della Croce mediante il rito del bacio limitato al solo cardinale, mentre non si svolgerà per il secondo anno la Via Crucis serale nel centro storico. La Messa della Passione del Signore sarà preceduta, al mattino (ore 9), dalla celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi, animata dal gruppo corale Armonioso incanto, che si ripeterà alla stessa ora il giorno seguente.

Sabato Santo, 3 aprile, ore 19, si terrà la Veglia pasquale nella Notte Santa, con i riti della benedizione del fuoco, dell’accensione del cero pasquale e della benedizione dell’acqua battesimale, anticipata in orario compatibile con il coprifuoco.

Domenica di Pasqua, 4 aprile, ore 11, si terrà la celebrazione della Risurrezione del Signore.

Per evitare assembramenti in Cattedrale nelle domeniche delle Palme e di Pasqua, i fedeli potranno prendere parte alle celebrazioni del 27 marzo (ore 18) e del 28 marzo (ore 18) e del 4 aprile (ore 9.30 e ore 18). Per quanti non potranno partecipare in presenza si stanno predisponendo delle dirette televisive (con l’emittente UmbriaTv) e sul canale YouTube del settimanale La Voce (lavocepg).

Le Celebrazioni presiedute dall'Arcivescovo Boccardo nella Basilica Cattedrale di Spoleto

 Nell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, l’Arcivescovo Renato Boccardo presiederà i riti della Settimana Santa nella Basilica Cattedrale di Spoleto: si potrà accedere al Duomo nel rispetto delle norme sanitarie vigenti per evitare il diffondersi del Covis-19. Tutte le celebrazioni, comunque, saranno trasmesse in diretta nei social della Diocesi: pagina Facebook (SpoletoNorcia) e canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

Calendario

  • Domenica delle Palme, 28 marzo : alle 11.30 Celebrazione Eucaristica. I ministri e i fedeli terranno nelle mani il ramo d'ulivo portato con sé o collocato dagli incaricati direttamente sui banchi prima della celebrazione; in nessun modo ci sarà consegna o scambio di rami.
  • Mercoledì Santo, 31 marzo: alle 18 Messa Crismale. Non ci sarà distribuzione diretta degli olii santi dopo la Messa; essi verranno consegnati alle Pievanie nella settimana dell’ottava pasquale.
  • Giovedì Santo, 1 aprile: alle 18 Messa in Coena domini. Si omette la lavanda dei piedi.
  • Venerdì Santo, 2 aprile: alle 18 Celebrazione della Passione del Signore.
  • Sabato Santo, 3 aprile: ore 19 Veglia pasquale.
  • Domenica di Pasqua, 4 aprile: ore 11.30 Celebrazione Eucaristica.

Via Crucis

Le espressioni della pietà popolare (come la Via Crucis) e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale potranno essere opportunamente trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre.

Benedizione della famiglia e della casa

Non essendo possibile la benedizione delle famiglie e delle case per evidenti ragioni di sicurezza sanitaria, si inviti ogni capo famiglia a guidare durante la cena o il pranzo pasquale una preghiera di benedizione nell’ambito di una breve celebrazione famigliare. Ogni parrocchia potrà fornire a chi lo desidera il testo della benedizione proposto dalla Diocesi e una boccetta di acqua benedetta per aspergere in quell’occasione persone ed ambienti.

La Pasqua della Chiesa eugubina con lo sguardo verso la normalità

È un lento ma graduale ritorno alla normalità - pur nella stretta osservanza di tutte le prescrizioni anti-Covid, quello che la Chiesa eugubina propone alle parrocchie della diocesi per la Settimana Santa. Tenendo ben presenti la nota della Congregazione vaticana per il Culto divino e i Sacramenti del 17 febbraio scorso e gli orientamenti della Conferenza episcopale italiana dei giorni seguenti, il vescovo di Gubbio monsignor Luciano Paolucci Bedini invita i fedeli a vivere i riti pasquali nella propria comunità, nel rispetto rigoroso e ben organizzato delle norme anti pandemia.
"Ai nostri fratelli e sorelle più fragili, invece - spiega il vescovo Luciano - va consigliato ancora di non esporsi al rischio del contagio favorendo la loro partecipazione alle celebrazioni presiedute dal Santo Padre e trasmesse attraverso i mezzi della comunicazione sociale. A tal proposito, in ossequio anche alle indicazioni Cei, non ritengo necessario predisporre ulteriori trasmissioni via social media o via televisione e radio delle nostre celebrazioni locali, neanche quelle del Vescovo, in modo da distinguere il tempo dell'emergenza che abbiamo vissuto lo scorso anno e quello attuale".
Proprio per adeguare la partecipazione alle celebrazioni nel rispetto delle prescrizioni anti contagio, la Chiesa eugubina ha messo a punto una serie di indicazioni per parroci e fedeli.
Nella Domenica delle Palme, i ramoscelli di ulivo non si possono distribuire, ma solo portare da casa, oppure disporre già sulle sedute e la loro benedizione dovrà avvenire con le persone ferme ai loro posti.
Per quanto riguarda i riti della Settimana Santa, la partecipazione a tutte le celebrazioni presiedute dal Vescovo in Cattedrale va prenotata attraverso un modulo apposito pubblicato sul sito web diocesano, all’indirizzo www.diocesigubbio.it/prenotazioni-settimana-santa.
Il Mercoledì Santo, alle ore 17, in Cattedrale sarà celebrata la messa crismale e il Giovedì alle ore 18.30 la messa nella cena del Signore, seguita dall’adorazione eucaristica fino alle ore 21.45. Nella celebrazione presieduta da monsignor Paolucci Bedini e nelle messe parrocchiali non si fa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione il Santissimo Sacramento può essere esposto per favorire un tempo di adorazione. Nel rispetto delle norme per la pandemia e del coprifuoco vigente, la diocesi eugubina raccomanda di evitare lo spostamento tra le chiese (le cosiddette visite ai sepolcri) ma invita i fedeli a soffermarsi in preghiera solo nella propria parrocchia.
Tornando in Cattedrale per il Venerdì Santo, la celebrazione della Passione del Signore officiata dal Vescovo è fissata per le ore 15.30. Monsignor Paolucci Bedini ha chiesto a tutti i sacerdoti di inserire nell’azione liturgica celebrata nelle parrocchie un'intenzione di preghiera per tutti coloro che soffrono le conseguenze dell’attuale pandemia. L'atto di adorazione della Croce con il bacio può essere fatto solo dal presidente della celebrazione e non sono permesse processioni, Via Crucis e ogni altra tradizione della pietà popolare che preveda il coinvolgimento del popolo.
Cambia e si adatta ai tempi anche la Veglia pasquale del Sabato Santo che il vescovo Luciano raccomanda di celebrare in tutte le sue parti. L'orario raccomandato per un dignitoso svolgimento e il rispetto del coprifuoco è quello delle 19,30, che è l’ora fissata anche per la celebrazione in Cattedrale. Per la Domenica di Pasqua, nelle parrocchie potranno essere aggiunte una o più celebrazioni durante la giornata, per favorire una serena partecipazione di tutti i fedeli.
Infine, le indicazioni per la visita e la Benedizione delle famiglie.
"Si era pensato di poterla rinviare a dopo Pasqua, credendo di poterla vivere in tutta sicurezza -spiega il vescovo Luciano- ma vista la ancor grave situazione della pandemia che stiamo attraversando, non sarà possibile.
Con spirito di responsabilità e paziente partecipazione alla prudenza che ci è richiesta, possiamo immaginare sia possibile nei mesi successivi".

Celebrazioni presiedute dal vescovo Piemontese nella Cattedrale di Terni e nelle Concattedrali di Narni e Amelia

 

Una Settimana Santa, al tempo della pandemia Covid 19, celebrata con il popolo nelle parrocchie di appartenenza e in cattedrale, nella stretta osservanza di tutte le prescrizioni anti-Covid, segna un ritorno alla normalità della vita cristiana, dopo la Pasqua 2020 celebrata senza la presenza dei fedeli.

"Le sofferenze, i lutti e i disagi causati dal Coronavirus -ricorda il vescovo Piemontese- a noi stessi o nell’ambito delle nostre comunità e delle nostre famiglie rappresentano provocazioni e stimoli per la conversione, a cui ci invita Gesù in questo tempo.

Ognuno, reso attento alla propria storia, ha l’opportunità di intraprendere un cammino di riconciliazione e di misericordia nelle forme più consone alla propria sensibilità e ai propri bisogni".

Con la celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, hanno inizio le liturgie pasquali della Settimana Santa, durante la quale si fa il memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.

A Terni, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, domenica 28 marzo alle ore 11 il vescovo Giuseppe Piemontese presiederà la messa, che per evitare assembramenti di fedeli, sarà celebrata senza la tradizionale processione all’esterno della cattedrale. I ministri e i fedeli terranno nelle mani il ramo d'ulivo portato con sé; in nessun modo ci sarà consegna o scambio di rami. I ramoscelli saranno benedetti all’inizio della celebrazione.

 

Mercoledì 31 marzo alle ore 17 nella Cattedrale di Terni si terrà la solenne celebrazione della Messa Crismale, nella quale i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli oli sacri: il sacro crisma, l'olio dei catecumeni e l'olio degli infermi, La celebrazione crismale rappresenta l'unione e la comunione di tutti i presbiteri nel ministero del sacerdozio e della missione evangelizzatrice a cui sono stati chiamati, ma anche di unione con l'intera comunità ecclesiale.

La Messa Crismale proprio in questo spirito di comunione, nel rispetto della capienza della Cattedrale di Terni e delle norme anti Covid, vedrà la presenza dei sacerdoti della diocesi, dei diaconi, religiose e religiosi, cavalieri e dame del santo Sepolcro di Gerusalemme, un rappresentante di ogni consiglio pastorale parrocchiale, un rappresentante di movimenti e associazioni ecclesiali.

  

Il Triduo pasquale

Per la celebrazione del Triduo pasquale, secondo le disposizioni della Paschalis solemnitatis lettera circolare sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali, che invita le piccole comunità religiose, sia clericali sia non clericali e le altre comunità laicali, a prendere parte alle celebrazioni del Triduo pasquale nelle chiese maggiori, nella Cattedrale di Terni, si uniranno i fedeli e sacerdoti della comunità pastorale Terni centro. Giovedì, venerdì e sabato ci sarà la celebrazione comunitaria delle letture e delle Lodi alle ore 8.30.

Giovedì 1 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni si terrà la celebrazione della messa in Coena Domini, in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena. Non ci sarà il tradizionale rito della lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione il Santissimo Sacramento sarà esposto per favorire un tempo di adorazione.

Venerdì 2 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni il vescovo presiederà la celebrazione della Passione del Signore. L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio è limitato al solo presidente della celebrazione.

Sabato 3 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni ci sarà la celebrazione della Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo, nel corso della quale sarà benedetto il fuoco nuovo e l’acqua del fonte battesimale.

Domenica 4 aprile, Pasqua di Resurrezione, il vescovo presiederà la celebrazione alle ore 11 nella Concattedrale di Narni e alle ore 18 nella Concattedrale di Amelia.

 

Tutte le celebrazioni della Settimana Santa nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Terni saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Terni-Narni-Amelia e sul canale Youtube della Diocesi TerniNarniAmelia.

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Venerdì Santo 2020

I cristiani si apprestano a vivere la seconda Settimana Santa al tempo del Covid-19, ma rispetto alla precedente (svoltasi in pieno lockdown) i riti saranno celebrati in presenza con la partecipazione del popolo di Dio, nelle parrocchie di appartenenza, nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento del contagio.

I riti presieduti dal cardinale Bassetti nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia

E’ certamente una notizia che contribuisce a diffondere speranza per un ritorno, seppur lento, alla vita normale che non sarà più la stessa per tante persone, anche nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che hanno sofferto e continuano a soffrire per la pandemia. Non poche famiglie sono a lutto per la perdita di uno o più congiunti, o in apprensione per i loro cari ancora malati, ricoverati in ospedale, o perché senza lavoro e in gravi difficoltà non solo economiche. A tutte queste famiglie la Chiesa perugino-pievese non fa mancare la sua vicinanza spirituale e materiale, condividendo la sofferenza di uomini e donne, di giovani e adulti. Una sofferenza che viene riposta ai piedi della Croce come sacrificio umano, che invoca per tutti la salvezza di Dio. La Croce è il simbolo del grande mistero della fede cristiana che da 2000 anni i credenti rivivono nei riti del Triduo pasquale, il cuore della stessa fede. La Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore, si apre con la Domenica delle Palme vissuta da sempre con particolare partecipazione e raccoglimento in tutte le comunità e che quest’anno lo sarà ancor di più.

Calendario delle celebrazioni

A Perugia centro, nella cattedrale di San Lorenzo, sarà il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti a presiedere i riti della Settimana Santa, che inizieranno il 28 marzo e si concluderanno il 4 aprile, subendo delle modifiche, a seguito della pandemia, in base agli orientamenti per la Settimana Santa 2021 indicati dalla Cei su quanto predisposto dalla Congregazione per il culto divino.

Domenica delle Palme, 28 marzo, alle ore 11, si terrà la Commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Per evitare assembramenti di fedeli, sarà celebrata secondo la seconda forma prevista dal Messale Romano (senza processione all’esterno della cattedrale). Inoltre i ramoscelli d’ulivo, distribuiti in questa domenica, saranno preparati prima della celebrazione (nel rispetto delle norme igieniche) sui posti nei quali si siederanno i fedeli che non dovranno passarseli di mano in mano. I ramoscelli saranno benedetti all’inizio della celebrazione.

La Messa del CrismaMercoledì Santo, 31 marzo, ore 17, è la celebrazione in cui i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli Olii del Sacro Crisma, dei catecumeni e degli infermi. Oltre al Clero diocesano, ai diaconi e ai seminaristi, saranno presenti - in numero limitato - le comunità religiose femminili, i membri laici del Consiglio pastorale diocesano, una rappresentanza delle aggregazioni laicali e due fedeli per ciascuna delle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi. Non prenderanno parte, come era consuetudine fino a due anni fa, i giovani che riceveranno il sacramento della Cresima nel corso dell’anno e non si svolgerà la tradizionale processione d’ingresso in cattedrale (da piazza IV Novembre) di presbiteri e diaconi.

Giovedì Santo, 1 aprile, ore 17, si terrà la Coena Domini senza il rito della lavanda dei piedi al cui termine seguirà l’adorazione eucaristica all’altare della reposizione animata dai seminaristi fino alle ore 19.30.

Venerdì Santo, 2 aprile, ore 17, si terrà la celebrazione della Passione del Signore con l’atto di adorazione della Croce mediante il rito del bacio limitato al solo cardinale, mentre non si svolgerà per il secondo anno la Via Crucis serale nel centro storico. La Messa della Passione del Signore sarà preceduta, al mattino (ore 9), dalla celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi, animata dal gruppo corale Armonioso incanto, che si ripeterà alla stessa ora il giorno seguente.

Sabato Santo, 3 aprile, ore 19, si terrà la Veglia pasquale nella Notte Santa, con i riti della benedizione del fuoco, dell’accensione del cero pasquale e della benedizione dell’acqua battesimale, anticipata in orario compatibile con il coprifuoco.

Domenica di Pasqua, 4 aprile, ore 11, si terrà la celebrazione della Risurrezione del Signore.

Per evitare assembramenti in Cattedrale nelle domeniche delle Palme e di Pasqua, i fedeli potranno prendere parte alle celebrazioni del 27 marzo (ore 18) e del 28 marzo (ore 18) e del 4 aprile (ore 9.30 e ore 18). Per quanti non potranno partecipare in presenza si stanno predisponendo delle dirette televisive (con l’emittente UmbriaTv) e sul canale YouTube del settimanale La Voce (lavocepg).

Le Celebrazioni presiedute dall'Arcivescovo Boccardo nella Basilica Cattedrale di Spoleto

 Nell'Arcidiocesi di Spoleto-Norcia, l’Arcivescovo Renato Boccardo presiederà i riti della Settimana Santa nella Basilica Cattedrale di Spoleto: si potrà accedere al Duomo nel rispetto delle norme sanitarie vigenti per evitare il diffondersi del Covis-19. Tutte le celebrazioni, comunque, saranno trasmesse in diretta nei social della Diocesi: pagina Facebook (SpoletoNorcia) e canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

Calendario

  • Domenica delle Palme, 28 marzo : alle 11.30 Celebrazione Eucaristica. I ministri e i fedeli terranno nelle mani il ramo d'ulivo portato con sé o collocato dagli incaricati direttamente sui banchi prima della celebrazione; in nessun modo ci sarà consegna o scambio di rami.
  • Mercoledì Santo, 31 marzo: alle 18 Messa Crismale. Non ci sarà distribuzione diretta degli olii santi dopo la Messa; essi verranno consegnati alle Pievanie nella settimana dell’ottava pasquale.
  • Giovedì Santo, 1 aprile: alle 18 Messa in Coena domini. Si omette la lavanda dei piedi.
  • Venerdì Santo, 2 aprile: alle 18 Celebrazione della Passione del Signore.
  • Sabato Santo, 3 aprile: ore 19 Veglia pasquale.
  • Domenica di Pasqua, 4 aprile: ore 11.30 Celebrazione Eucaristica.

Via Crucis

Le espressioni della pietà popolare (come la Via Crucis) e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale potranno essere opportunamente trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre.

Benedizione della famiglia e della casa

Non essendo possibile la benedizione delle famiglie e delle case per evidenti ragioni di sicurezza sanitaria, si inviti ogni capo famiglia a guidare durante la cena o il pranzo pasquale una preghiera di benedizione nell’ambito di una breve celebrazione famigliare. Ogni parrocchia potrà fornire a chi lo desidera il testo della benedizione proposto dalla Diocesi e una boccetta di acqua benedetta per aspergere in quell’occasione persone ed ambienti.

La Pasqua della Chiesa eugubina con lo sguardo verso la normalità

È un lento ma graduale ritorno alla normalità - pur nella stretta osservanza di tutte le prescrizioni anti-Covid, quello che la Chiesa eugubina propone alle parrocchie della diocesi per la Settimana Santa. Tenendo ben presenti la nota della Congregazione vaticana per il Culto divino e i Sacramenti del 17 febbraio scorso e gli orientamenti della Conferenza episcopale italiana dei giorni seguenti, il vescovo di Gubbio monsignor Luciano Paolucci Bedini invita i fedeli a vivere i riti pasquali nella propria comunità, nel rispetto rigoroso e ben organizzato delle norme anti pandemia.
"Ai nostri fratelli e sorelle più fragili, invece - spiega il vescovo Luciano - va consigliato ancora di non esporsi al rischio del contagio favorendo la loro partecipazione alle celebrazioni presiedute dal Santo Padre e trasmesse attraverso i mezzi della comunicazione sociale. A tal proposito, in ossequio anche alle indicazioni Cei, non ritengo necessario predisporre ulteriori trasmissioni via social media o via televisione e radio delle nostre celebrazioni locali, neanche quelle del Vescovo, in modo da distinguere il tempo dell'emergenza che abbiamo vissuto lo scorso anno e quello attuale".
Proprio per adeguare la partecipazione alle celebrazioni nel rispetto delle prescrizioni anti contagio, la Chiesa eugubina ha messo a punto una serie di indicazioni per parroci e fedeli.
Nella Domenica delle Palme, i ramoscelli di ulivo non si possono distribuire, ma solo portare da casa, oppure disporre già sulle sedute e la loro benedizione dovrà avvenire con le persone ferme ai loro posti.
Per quanto riguarda i riti della Settimana Santa, la partecipazione a tutte le celebrazioni presiedute dal Vescovo in Cattedrale va prenotata attraverso un modulo apposito pubblicato sul sito web diocesano, all’indirizzo www.diocesigubbio.it/prenotazioni-settimana-santa.
Il Mercoledì Santo, alle ore 17, in Cattedrale sarà celebrata la messa crismale e il Giovedì alle ore 18.30 la messa nella cena del Signore, seguita dall’adorazione eucaristica fino alle ore 21.45. Nella celebrazione presieduta da monsignor Paolucci Bedini e nelle messe parrocchiali non si fa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione il Santissimo Sacramento può essere esposto per favorire un tempo di adorazione. Nel rispetto delle norme per la pandemia e del coprifuoco vigente, la diocesi eugubina raccomanda di evitare lo spostamento tra le chiese (le cosiddette visite ai sepolcri) ma invita i fedeli a soffermarsi in preghiera solo nella propria parrocchia.
Tornando in Cattedrale per il Venerdì Santo, la celebrazione della Passione del Signore officiata dal Vescovo è fissata per le ore 15.30. Monsignor Paolucci Bedini ha chiesto a tutti i sacerdoti di inserire nell’azione liturgica celebrata nelle parrocchie un'intenzione di preghiera per tutti coloro che soffrono le conseguenze dell’attuale pandemia. L'atto di adorazione della Croce con il bacio può essere fatto solo dal presidente della celebrazione e non sono permesse processioni, Via Crucis e ogni altra tradizione della pietà popolare che preveda il coinvolgimento del popolo.
Cambia e si adatta ai tempi anche la Veglia pasquale del Sabato Santo che il vescovo Luciano raccomanda di celebrare in tutte le sue parti. L'orario raccomandato per un dignitoso svolgimento e il rispetto del coprifuoco è quello delle 19,30, che è l’ora fissata anche per la celebrazione in Cattedrale. Per la Domenica di Pasqua, nelle parrocchie potranno essere aggiunte una o più celebrazioni durante la giornata, per favorire una serena partecipazione di tutti i fedeli.
Infine, le indicazioni per la visita e la Benedizione delle famiglie.
"Si era pensato di poterla rinviare a dopo Pasqua, credendo di poterla vivere in tutta sicurezza -spiega il vescovo Luciano- ma vista la ancor grave situazione della pandemia che stiamo attraversando, non sarà possibile.
Con spirito di responsabilità e paziente partecipazione alla prudenza che ci è richiesta, possiamo immaginare sia possibile nei mesi successivi".

Celebrazioni presiedute dal vescovo Piemontese nella Cattedrale di Terni e nelle Concattedrali di Narni e Amelia

 

Una Settimana Santa, al tempo della pandemia Covid 19, celebrata con il popolo nelle parrocchie di appartenenza e in cattedrale, nella stretta osservanza di tutte le prescrizioni anti-Covid, segna un ritorno alla normalità della vita cristiana, dopo la Pasqua 2020 celebrata senza la presenza dei fedeli.

"Le sofferenze, i lutti e i disagi causati dal Coronavirus -ricorda il vescovo Piemontese- a noi stessi o nell’ambito delle nostre comunità e delle nostre famiglie rappresentano provocazioni e stimoli per la conversione, a cui ci invita Gesù in questo tempo.

Ognuno, reso attento alla propria storia, ha l’opportunità di intraprendere un cammino di riconciliazione e di misericordia nelle forme più consone alla propria sensibilità e ai propri bisogni".

Con la celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, hanno inizio le liturgie pasquali della Settimana Santa, durante la quale si fa il memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.

A Terni, nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, domenica 28 marzo alle ore 11 il vescovo Giuseppe Piemontese presiederà la messa, che per evitare assembramenti di fedeli, sarà celebrata senza la tradizionale processione all’esterno della cattedrale. I ministri e i fedeli terranno nelle mani il ramo d'ulivo portato con sé; in nessun modo ci sarà consegna o scambio di rami. I ramoscelli saranno benedetti all’inizio della celebrazione.

 

Mercoledì 31 marzo alle ore 17 nella Cattedrale di Terni si terrà la solenne celebrazione della Messa Crismale, nella quale i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli oli sacri: il sacro crisma, l'olio dei catecumeni e l'olio degli infermi, La celebrazione crismale rappresenta l'unione e la comunione di tutti i presbiteri nel ministero del sacerdozio e della missione evangelizzatrice a cui sono stati chiamati, ma anche di unione con l'intera comunità ecclesiale.

La Messa Crismale proprio in questo spirito di comunione, nel rispetto della capienza della Cattedrale di Terni e delle norme anti Covid, vedrà la presenza dei sacerdoti della diocesi, dei diaconi, religiose e religiosi, cavalieri e dame del santo Sepolcro di Gerusalemme, un rappresentante di ogni consiglio pastorale parrocchiale, un rappresentante di movimenti e associazioni ecclesiali.

  

Il Triduo pasquale

Per la celebrazione del Triduo pasquale, secondo le disposizioni della Paschalis solemnitatis lettera circolare sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali, che invita le piccole comunità religiose, sia clericali sia non clericali e le altre comunità laicali, a prendere parte alle celebrazioni del Triduo pasquale nelle chiese maggiori, nella Cattedrale di Terni, si uniranno i fedeli e sacerdoti della comunità pastorale Terni centro. Giovedì, venerdì e sabato ci sarà la celebrazione comunitaria delle letture e delle Lodi alle ore 8.30.

Giovedì 1 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni si terrà la celebrazione della messa in Coena Domini, in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena. Non ci sarà il tradizionale rito della lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione il Santissimo Sacramento sarà esposto per favorire un tempo di adorazione.

Venerdì 2 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni il vescovo presiederà la celebrazione della Passione del Signore. L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio è limitato al solo presidente della celebrazione.

Sabato 3 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni ci sarà la celebrazione della Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo, nel corso della quale sarà benedetto il fuoco nuovo e l’acqua del fonte battesimale.

Domenica 4 aprile, Pasqua di Resurrezione, il vescovo presiederà la celebrazione alle ore 11 nella Concattedrale di Narni e alle ore 18 nella Concattedrale di Amelia.

 

Tutte le celebrazioni della Settimana Santa nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Terni saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Terni-Narni-Amelia e sul canale Youtube della Diocesi TerniNarniAmelia.

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Santa Messa per i nati nell’anno celebrata in Duomo da monsignor Boccardo https://www.lavoce.it/santa-messa-per-i-nati-nellanno-celebrata-in-duomo-da-monsignor-boccardo/ Sun, 14 Feb 2021 17:55:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59220

SPOLETO- Una Santa Messa per i nati nell’anno 2020 nel Reparto di Ginecologia ed Ostetricia nell’Ospedale di Spoleto in tono minore rispetto al passato a causa delle restrizioni per evitare il diffondersi del Coronavirus. Un momento di preghiera che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo non ha comunque voluto sospendere. Alle 11.30 di domenica 14 febbraio il Presule ha celebrato l’Eucaristia nell’altare di San Ponziano del Duomo di Spoleto, trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi. Qualche famiglia con i bambini, comunque, era presente. Presente anche il sindaco della Città Umberto de Augustinis. Il primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale di Spoleto, Fabrizio Damiani, ha inviato, invece all’Arcivescovo un messaggio di saluto. "Il dovere civico di rispettare le disposizioni in tema di contenimento della pandemia -ha scritto- mi costringono a rinunciare al privilegio di essere con voi. Grazie a lei, Eccellenza, per la vicinanza che sempre mostra a me personalmente e soprattutto al reparto maternità di Spoleto".

Il Vangelo di domenica 14 febbraio presentava la figura del lebbroso purificato da Gesù.

"Quest’ultimo -ha detto l’Arcivescovo nell’omelia- vede il lebbroso, si ferma, si commuove e lo tocca. Compie questi gesti di sollecitudine, di tenerezza e stende la mano per accarezzarlo; e l’uomo fu purificato dal suo male. Gesù prende su di sé la situazione del lebbroso, il suo limite, la sua sofferenza: è la tenerezza di Dio che si china sulle miserie fisiche e morali dell’uomo. Questo chinarsi è occasione per una nuova nascita. Gesù, però, impone al lebbroso di non dire nulla. Perché? Perché le cose grandi della vita, non vanno sbandierate in piazza, hanno bisogno di essere interiorizzate e gustate fino in fondo".

E qui il Presule ha parlato dell’urgenza di recuperare la dimensione interiore.

"Siamo tutti malati di comunicazione -ha commentato- e la cosa più importante sembra sia raccontare ogni istante della propria vita su Facebook, su Instagram e negli altri social. Si mettono in piazza sentimenti, reazioni, sofferenze. Tutta scena, tutta facciata: si tratta di una vita vissuta sullo schermo. Stiamo perdendo la dimensione interiore, quella che è capace di dare sapore ai gesti, ai sentimenti e alle parole. È urgente allora ritrovare delicatezza e riservatezza che ci impediscono di pubblicare tutto e ci insegnano invece a coltivare nel cuore quanto accade.

Le cose grandi, infatti, si concepiscono e si realizzano nella discrezione.

E sono quelle -ha proseguito il Presidente della Conferenza episcopale umbra- che lasciano il segno. Il resto passa: un post su Facebook dopo il primo istante già appartiene al passato, anche se continuiamo a scrivere e pubblicare. Proviamo a fare un bilancio: quanto tempo dedichiamo a leggere la nostra vita e a riflettere sugli avvenimenti e quanto stiamo sul telefonino in una comunicazione eterea? Stiamo rischiando di diventare persone di facciata che non coltivano il contenuto.

Cari genitori, fate come il lebbroso: avvicinatevi a Gesù e affidate a lui i vostri piccoli, il vostro cammino di papà e di mamma".

Poi il pensiero di monsignor Boccardo sull’Ospedale di Spoleto 

"Auspico -ha detto- che il reparto di Ginecologia ed Ostetricia, insieme con gli altri reparti fondamentali, possa presto tornare in piena efficienza nel nostro Ospedale.

Lanciamo un appello a quanti sono responsabili del bene comune perché non risparmino l’impegno per far rifiorire la presenza indispensabile del nosocomio, punto di riferimento per Spoleto e il comprensorio circostante".

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SPOLETO- Una Santa Messa per i nati nell’anno 2020 nel Reparto di Ginecologia ed Ostetricia nell’Ospedale di Spoleto in tono minore rispetto al passato a causa delle restrizioni per evitare il diffondersi del Coronavirus. Un momento di preghiera che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo non ha comunque voluto sospendere. Alle 11.30 di domenica 14 febbraio il Presule ha celebrato l’Eucaristia nell’altare di San Ponziano del Duomo di Spoleto, trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi. Qualche famiglia con i bambini, comunque, era presente. Presente anche il sindaco della Città Umberto de Augustinis. Il primario del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale di Spoleto, Fabrizio Damiani, ha inviato, invece all’Arcivescovo un messaggio di saluto. "Il dovere civico di rispettare le disposizioni in tema di contenimento della pandemia -ha scritto- mi costringono a rinunciare al privilegio di essere con voi. Grazie a lei, Eccellenza, per la vicinanza che sempre mostra a me personalmente e soprattutto al reparto maternità di Spoleto".

Il Vangelo di domenica 14 febbraio presentava la figura del lebbroso purificato da Gesù.

"Quest’ultimo -ha detto l’Arcivescovo nell’omelia- vede il lebbroso, si ferma, si commuove e lo tocca. Compie questi gesti di sollecitudine, di tenerezza e stende la mano per accarezzarlo; e l’uomo fu purificato dal suo male. Gesù prende su di sé la situazione del lebbroso, il suo limite, la sua sofferenza: è la tenerezza di Dio che si china sulle miserie fisiche e morali dell’uomo. Questo chinarsi è occasione per una nuova nascita. Gesù, però, impone al lebbroso di non dire nulla. Perché? Perché le cose grandi della vita, non vanno sbandierate in piazza, hanno bisogno di essere interiorizzate e gustate fino in fondo".

E qui il Presule ha parlato dell’urgenza di recuperare la dimensione interiore.

"Siamo tutti malati di comunicazione -ha commentato- e la cosa più importante sembra sia raccontare ogni istante della propria vita su Facebook, su Instagram e negli altri social. Si mettono in piazza sentimenti, reazioni, sofferenze. Tutta scena, tutta facciata: si tratta di una vita vissuta sullo schermo. Stiamo perdendo la dimensione interiore, quella che è capace di dare sapore ai gesti, ai sentimenti e alle parole. È urgente allora ritrovare delicatezza e riservatezza che ci impediscono di pubblicare tutto e ci insegnano invece a coltivare nel cuore quanto accade.

Le cose grandi, infatti, si concepiscono e si realizzano nella discrezione.

E sono quelle -ha proseguito il Presidente della Conferenza episcopale umbra- che lasciano il segno. Il resto passa: un post su Facebook dopo il primo istante già appartiene al passato, anche se continuiamo a scrivere e pubblicare. Proviamo a fare un bilancio: quanto tempo dedichiamo a leggere la nostra vita e a riflettere sugli avvenimenti e quanto stiamo sul telefonino in una comunicazione eterea? Stiamo rischiando di diventare persone di facciata che non coltivano il contenuto.

Cari genitori, fate come il lebbroso: avvicinatevi a Gesù e affidate a lui i vostri piccoli, il vostro cammino di papà e di mamma".

Poi il pensiero di monsignor Boccardo sull’Ospedale di Spoleto 

"Auspico -ha detto- che il reparto di Ginecologia ed Ostetricia, insieme con gli altri reparti fondamentali, possa presto tornare in piena efficienza nel nostro Ospedale.

Lanciamo un appello a quanti sono responsabili del bene comune perché non risparmino l’impegno per far rifiorire la presenza indispensabile del nosocomio, punto di riferimento per Spoleto e il comprensorio circostante".

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Celebrata la Festa di Sant’Antonio Abate nella parrocchia di San Gregorio https://www.lavoce.it/celebrata-la-festa-di-santantonio-abate-nella-parrocchia-di-san-gregorio/ Mon, 18 Jan 2021 10:49:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58929

SPOLETO- Domenica 17 gennaio scorso la Chiesa ha fatto memoria di Sant'Antonio Abate, uno dei più illustri eremiti. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di ottant'anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, Sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Nell'iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore.

In tante comunità dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia viene ricordata la figura di questo Santo: generalmente, al termine della Santa Messa, c’è la tradizionale benedizione degli animali. A Spoleto, ad esempio, nella parrocchia di San Gregorio Maggiore la Festa di Sant'Antonio si tiene da tanti anni. E anche quest’anno, nel rispetto delle norme in atto per contrastare il diffondersi del Coronavirus, è stata celebrata.

Alle ore 11, il parroco don Bruno Molinari ha presieduto la Santa Messa, animata dalla corale parrocchiale, nella bella chiesa romanica in Piazza Garibaldi; al termine, si è recato sul sagrato per benedire gli animali, soprattutto cani e gatti.

Commentando il Vangelo proposto dalla liturgia, in cui si parla dei due discepoli che hanno riposto la fiducia in Giovanni Battista nel seguire Gesù, don Bruno ha invitato i numerosi fedeli presenti nella chiesa di San Gregorio, ben distanziati, a pensare alla nostra storia personale. Facciamo memoria di quelle persone che ci hanno aiutato a scoprire e conoscere Gesù: a quelli cioè che sono stati i nostri Giovanni Battista.

"Cari fratelli e sorelle -ha proseguito don Bruno- lasciamo il cuore aperto al Signore, soprattutto in questo tempo di pandemia sanitaria: lui sta al nostro fianco, ci dice di non essere titubanti, ci richiama all’essenzialità, all’amore verso gli altri.

E Sant'Antonio, di cui oggi facciamo memoria, ha lasciato tutto per seguire Gesù, diventando un fecondo dispensatore di bene".

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SPOLETO- Domenica 17 gennaio scorso la Chiesa ha fatto memoria di Sant'Antonio Abate, uno dei più illustri eremiti. Nato a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, a vent'anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di ottant'anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, Sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Nell'iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore.

In tante comunità dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia viene ricordata la figura di questo Santo: generalmente, al termine della Santa Messa, c’è la tradizionale benedizione degli animali. A Spoleto, ad esempio, nella parrocchia di San Gregorio Maggiore la Festa di Sant'Antonio si tiene da tanti anni. E anche quest’anno, nel rispetto delle norme in atto per contrastare il diffondersi del Coronavirus, è stata celebrata.

Alle ore 11, il parroco don Bruno Molinari ha presieduto la Santa Messa, animata dalla corale parrocchiale, nella bella chiesa romanica in Piazza Garibaldi; al termine, si è recato sul sagrato per benedire gli animali, soprattutto cani e gatti.

Commentando il Vangelo proposto dalla liturgia, in cui si parla dei due discepoli che hanno riposto la fiducia in Giovanni Battista nel seguire Gesù, don Bruno ha invitato i numerosi fedeli presenti nella chiesa di San Gregorio, ben distanziati, a pensare alla nostra storia personale. Facciamo memoria di quelle persone che ci hanno aiutato a scoprire e conoscere Gesù: a quelli cioè che sono stati i nostri Giovanni Battista.

"Cari fratelli e sorelle -ha proseguito don Bruno- lasciamo il cuore aperto al Signore, soprattutto in questo tempo di pandemia sanitaria: lui sta al nostro fianco, ci dice di non essere titubanti, ci richiama all’essenzialità, all’amore verso gli altri.

E Sant'Antonio, di cui oggi facciamo memoria, ha lasciato tutto per seguire Gesù, diventando un fecondo dispensatore di bene".

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Nuovo appuntamento dal Museo diocesano di Spoleto per ‘IncontraArti oltre l’immagine’ https://www.lavoce.it/nuovo-appuntamento-dal-museo-diocesano-di-spoleto-per-incontraarti-oltre-limmagine/ Thu, 07 Jan 2021 10:43:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58784

SPOLETO- Il Museo diocesano propone un nuovo appuntamento on line dell’iniziativa IncontraArti oltre l'immagine : venerdì 8 gennaio, alle ore 17 sui canali social della Diocesi e del Museo (Facebook: SpoletoNorcia; Duomo di Spoleto - Complesso Monumentale; YouTube: Archidiocesi Spoleto Norcia) Vittoria Garibaldi, direttore tecnico-scientifico del laboratorio di diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto e coordinatore di ICOM Umbria, già Soprintendente ai Beni Storici e Artistici dell’Umbria e Direttore Regionale per i Beni Culturali dell’Umbria e Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, illustrerà le opere del Maestro di Cesi, allievo di Giotto, conservate nel Museo diocesano di Spoleto. "Giotto -afferma Vittoria Garibaldi- arriva in Umbria negli anni ’90 del 1200 e lascia un segno indelebile. È un pittore rivoluzionario, cambia tutto, si allontana dalla tradizione bizantina e porta numerosissime novità. Ma è anche un imprenditore: tutti corrono nei suoi cantieri per vedere chi è questo personaggio. Arrivano artisti sconosciuti di cui non sappiamo assolutamente nulla. Tra questi, uno lascia sicuramente un segno importante: si chiama Maestro di Cesi, ma questo non è il suo nome. Come per tutti gli altri, non conosciamo il suo vero nome, non sappiamo quando è nato né quando è morto, non sappiamo da dove proviene. Ma è sicuramente un artista intrigante e poliedrico". Le opere del Maestro di Cesi che illustrerà Vittoria Garibaldi sono : Madonna con Bambino, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di San Giovanni evangelista a Vallo di Nera; Cristo crocefisso, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di San Domenico in Spoleto; Santa Cristina, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di Santa Cristina in Caso di Sant’Anatolia di Narco; Cristo in gloria e Santi, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Ponte di Cerreto di Spoleto.  ]]>

SPOLETO- Il Museo diocesano propone un nuovo appuntamento on line dell’iniziativa IncontraArti oltre l'immagine : venerdì 8 gennaio, alle ore 17 sui canali social della Diocesi e del Museo (Facebook: SpoletoNorcia; Duomo di Spoleto - Complesso Monumentale; YouTube: Archidiocesi Spoleto Norcia) Vittoria Garibaldi, direttore tecnico-scientifico del laboratorio di diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto e coordinatore di ICOM Umbria, già Soprintendente ai Beni Storici e Artistici dell’Umbria e Direttore Regionale per i Beni Culturali dell’Umbria e Direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria, illustrerà le opere del Maestro di Cesi, allievo di Giotto, conservate nel Museo diocesano di Spoleto. "Giotto -afferma Vittoria Garibaldi- arriva in Umbria negli anni ’90 del 1200 e lascia un segno indelebile. È un pittore rivoluzionario, cambia tutto, si allontana dalla tradizione bizantina e porta numerosissime novità. Ma è anche un imprenditore: tutti corrono nei suoi cantieri per vedere chi è questo personaggio. Arrivano artisti sconosciuti di cui non sappiamo assolutamente nulla. Tra questi, uno lascia sicuramente un segno importante: si chiama Maestro di Cesi, ma questo non è il suo nome. Come per tutti gli altri, non conosciamo il suo vero nome, non sappiamo quando è nato né quando è morto, non sappiamo da dove proviene. Ma è sicuramente un artista intrigante e poliedrico". Le opere del Maestro di Cesi che illustrerà Vittoria Garibaldi sono : Madonna con Bambino, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di San Giovanni evangelista a Vallo di Nera; Cristo crocefisso, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di San Domenico in Spoleto; Santa Cristina, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di Santa Cristina in Caso di Sant’Anatolia di Narco; Cristo in gloria e Santi, tempera su tavola, proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Ponte di Cerreto di Spoleto.  ]]>
Celebrata la Solennità dell’Epifania nella Cattedrale di Perugia e nel Duomo di Spoleto https://www.lavoce.it/celebrata-la-solennita-dellepifania-nella-cattedrale-di-perugia-e-nel-duomo-di-spoleto/ Thu, 07 Jan 2021 10:06:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58780

PERUGIA-SPOLETO- "L’Epifania del Signore è un messaggio di grande speranza, anche in questa pandemia, perché l’Epifania è una manifestazione di luce per tutti". Lo ha detto il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, il 6 gennaio, Solennità dell’Epifania del Signore, al Tg3 Rai Regione nel corso di una intervista nell’Arcivescovado di Perugia. "L’Epifania -ha proseguito il presule- è la festa che più rassomiglia al Natale dove abbiamo la luce del Cielo che si espande sulla capanna di Betlemme e illumina, oltre il presepe, i pastori. Nell’Epifania c’è sempre la stessa la luce, la luce del Verbo incarnato, che risplende sui Re Magi e li conduce. In questa luce si possono cogliere i due aspetti della vita cristiana: da una parte i pastori vengono illuminati all’improvviso, perché Dio si manifesta loro di colpo, con la sua potenza; dall’altra i Magi, che rassomigliano più a noi, perché devono fare un lungo cammino. I Re Magi sono sottoposti a tante prove con la Stella che gli appare e scompare, proprio come l’incertezza della nostra vita, ma con la fede profonda di incontrare il Signore Gesù".

"Credo che anche noi, in questo momento -ha sottolineato il cardinale- stiamo attraversando delle prove tremende, ad iniziare dalla pandemia con tutte le conseguenze che comporta, anche con le incertezze della politica, delle istituzioni. Siamo di fronte ad un avvenire che nessuno è in grado di fare dei pronostici precisi. Questo è il momento per i credenti di farsi illuminare ancora di più dalla fede. Noi siamo chiamati ad annunciare il piano di Dio sulla storia, nonostante le prove che stiamo attraversando".

La pandemia ha anche aggravato la crisi sociale e per fronteggiarla, ha detto il cardinale Bassettibisogna che tutti - cominciando da noi credenti, dalla Chiesa - facciano il possibile per salvare l’umano, Cristo si è fatto uomo.

"C’è una umanità da salvare e da recuperare con tutti i valori del Vangelo, ma anche con tutti i valori della Dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo in Italia delle figure formidabili da imitare: La Pira e Toniolo. Entrambi ci hanno insegnato che bisogna sempre partire dall’uomo e dai suoi problemi, perché sono gli stessi problemi di Dio quando sono posti in una giusta luce. Quindi -ha concluso il presule- occorre impegnarsi anche come Chiesa per salvare, in questo momento di prova, l’umano che è poi anche il cristiano per noi".

Anche l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, ha celebrato la Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore nel Duomo di Spoleto. Col presule hanno concelebrato: don Sem Fioretti, Vicario generale; don Bruno Molinari parroco della Cattedrale, di San Gregorio e dei Santi Pietro e Paolo; padre Gregorio Cibwabwa Lwaba Mambezi, OAD, vicario parrocchiale di Santa Rita; monsignor Luigi Piccioli, priore del Capitolo dei Canonici del Duomo; monsignor Vincenzo Alimenti, canonico della Cattedrale. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi diocesani e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino.

La liturgia è stata animata dalla corale diocesana diretta da Loretta Carlini; all’organo, Maurizio Torelli. Presenti i ragazzi, con i rispettivi genitori, della catechesi delle parrocchie del centro cittadino.

"L'Epifania -ha detto l’Arcivescovo nell’omelia- è la Festa del viaggio dell'uomo che cerca Dio e dell'uomo che, avendolo cercato e trovato, ancora lo cerca: è un pellegrinaggio che si compie con pazienza e con perseveranza, ricominciando ogni giorno in mezzo a tante difficoltà, lasciandosi guidare dal segno di una stella così da superare le indifferenze e le ostilità dell'ambiente che lo circonda.

La storia dei Magi -ha proseguito monsignor Boccardo- è anche quella di tutti gli uomini e le donne della terra che cercano Dio in Gesù Cristo, persone per le quali Gesù diventa norma di vita; nella loro ricerca essi sono perciò anche trasformati dalla luce divina in modo da diventare stella luminosa per altri nella notte del Mondo.

E noi impariamo che ripartire da Dio è l'esigenza prima, che occorre non stancarsi di cercarlo con insistenza e perseveranza, come la notte cerca l'aurora; significa vivere in sé e contagiare gli altri di una santa nostalgia del volto del Padre rivelatosi in Cristo Gesù. Come cristiani, con lo stile della nostra vita dobbiamo denunciare ai nostri contemporanei la miopia di personaggi che, al pari di Erode, si accontentano di ciò che è meno di Dio, di tutto quanto può diventare idolo. Perché Dio è infinitamente più grande del nostro cuore, delle nostre attese, delle nostre corte speranze!".

Al termine della Messa sono giunti in Duomo, dinanzi all’altare maggiore, i Magi : hanno consegnato ai ragazzi della catechesi un piccolo dono.

Questo momento, a ricordo dei doni (oro, incenso e mirra) che questi Re fecero al Bambino Gesù, è stato organizzato dalle parrocchie del centro di Spoleto guidate da don Bruno Molinari e da don Pier Luigi Morlino.

Domenica scorsa, 3 gennaio, II dopo Natale, monsignor Boccardo ha celebrato la Messa a Norcia, nel centro di Comunità Madonna delle Grazie. Col Presule ha concelebrato il parroco in solido don Davide Tononi; ha animato la liturgia la corale parrocchiale.

L’invito che monsignor Boccardo ha fatto nell’omelia è stato quello di far nascere Gesù nel nostro cuore, altrimenti il Natale non c’è.

"In questi giorni -ha proseguito il Presule- in cui il clima è pesante a causa del Coronavirus e dove tutti sperimentiamo la precarietà e la fragilità, siamo chiamati a far fiorire in noi e intorno a noi la benevolenza, il perdono e soprattutto la cura dell’altro".

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PERUGIA-SPOLETO- "L’Epifania del Signore è un messaggio di grande speranza, anche in questa pandemia, perché l’Epifania è una manifestazione di luce per tutti". Lo ha detto il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, il 6 gennaio, Solennità dell’Epifania del Signore, al Tg3 Rai Regione nel corso di una intervista nell’Arcivescovado di Perugia. "L’Epifania -ha proseguito il presule- è la festa che più rassomiglia al Natale dove abbiamo la luce del Cielo che si espande sulla capanna di Betlemme e illumina, oltre il presepe, i pastori. Nell’Epifania c’è sempre la stessa la luce, la luce del Verbo incarnato, che risplende sui Re Magi e li conduce. In questa luce si possono cogliere i due aspetti della vita cristiana: da una parte i pastori vengono illuminati all’improvviso, perché Dio si manifesta loro di colpo, con la sua potenza; dall’altra i Magi, che rassomigliano più a noi, perché devono fare un lungo cammino. I Re Magi sono sottoposti a tante prove con la Stella che gli appare e scompare, proprio come l’incertezza della nostra vita, ma con la fede profonda di incontrare il Signore Gesù".

"Credo che anche noi, in questo momento -ha sottolineato il cardinale- stiamo attraversando delle prove tremende, ad iniziare dalla pandemia con tutte le conseguenze che comporta, anche con le incertezze della politica, delle istituzioni. Siamo di fronte ad un avvenire che nessuno è in grado di fare dei pronostici precisi. Questo è il momento per i credenti di farsi illuminare ancora di più dalla fede. Noi siamo chiamati ad annunciare il piano di Dio sulla storia, nonostante le prove che stiamo attraversando".

La pandemia ha anche aggravato la crisi sociale e per fronteggiarla, ha detto il cardinale Bassettibisogna che tutti - cominciando da noi credenti, dalla Chiesa - facciano il possibile per salvare l’umano, Cristo si è fatto uomo.

"C’è una umanità da salvare e da recuperare con tutti i valori del Vangelo, ma anche con tutti i valori della Dottrina sociale della Chiesa. Abbiamo in Italia delle figure formidabili da imitare: La Pira e Toniolo. Entrambi ci hanno insegnato che bisogna sempre partire dall’uomo e dai suoi problemi, perché sono gli stessi problemi di Dio quando sono posti in una giusta luce. Quindi -ha concluso il presule- occorre impegnarsi anche come Chiesa per salvare, in questo momento di prova, l’umano che è poi anche il cristiano per noi".

Anche l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, ha celebrato la Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore nel Duomo di Spoleto. Col presule hanno concelebrato: don Sem Fioretti, Vicario generale; don Bruno Molinari parroco della Cattedrale, di San Gregorio e dei Santi Pietro e Paolo; padre Gregorio Cibwabwa Lwaba Mambezi, OAD, vicario parrocchiale di Santa Rita; monsignor Luigi Piccioli, priore del Capitolo dei Canonici del Duomo; monsignor Vincenzo Alimenti, canonico della Cattedrale. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi diocesani e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino.

La liturgia è stata animata dalla corale diocesana diretta da Loretta Carlini; all’organo, Maurizio Torelli. Presenti i ragazzi, con i rispettivi genitori, della catechesi delle parrocchie del centro cittadino.

"L'Epifania -ha detto l’Arcivescovo nell’omelia- è la Festa del viaggio dell'uomo che cerca Dio e dell'uomo che, avendolo cercato e trovato, ancora lo cerca: è un pellegrinaggio che si compie con pazienza e con perseveranza, ricominciando ogni giorno in mezzo a tante difficoltà, lasciandosi guidare dal segno di una stella così da superare le indifferenze e le ostilità dell'ambiente che lo circonda.

La storia dei Magi -ha proseguito monsignor Boccardo- è anche quella di tutti gli uomini e le donne della terra che cercano Dio in Gesù Cristo, persone per le quali Gesù diventa norma di vita; nella loro ricerca essi sono perciò anche trasformati dalla luce divina in modo da diventare stella luminosa per altri nella notte del Mondo.

E noi impariamo che ripartire da Dio è l'esigenza prima, che occorre non stancarsi di cercarlo con insistenza e perseveranza, come la notte cerca l'aurora; significa vivere in sé e contagiare gli altri di una santa nostalgia del volto del Padre rivelatosi in Cristo Gesù. Come cristiani, con lo stile della nostra vita dobbiamo denunciare ai nostri contemporanei la miopia di personaggi che, al pari di Erode, si accontentano di ciò che è meno di Dio, di tutto quanto può diventare idolo. Perché Dio è infinitamente più grande del nostro cuore, delle nostre attese, delle nostre corte speranze!".

Al termine della Messa sono giunti in Duomo, dinanzi all’altare maggiore, i Magi : hanno consegnato ai ragazzi della catechesi un piccolo dono.

Questo momento, a ricordo dei doni (oro, incenso e mirra) che questi Re fecero al Bambino Gesù, è stato organizzato dalle parrocchie del centro di Spoleto guidate da don Bruno Molinari e da don Pier Luigi Morlino.

Domenica scorsa, 3 gennaio, II dopo Natale, monsignor Boccardo ha celebrato la Messa a Norcia, nel centro di Comunità Madonna delle Grazie. Col Presule ha concelebrato il parroco in solido don Davide Tononi; ha animato la liturgia la corale parrocchiale.

L’invito che monsignor Boccardo ha fatto nell’omelia è stato quello di far nascere Gesù nel nostro cuore, altrimenti il Natale non c’è.

"In questi giorni -ha proseguito il Presule- in cui il clima è pesante a causa del Coronavirus e dove tutti sperimentiamo la precarietà e la fragilità, siamo chiamati a far fiorire in noi e intorno a noi la benevolenza, il perdono e soprattutto la cura dell’altro".

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Festa di San Ponziano 2021. Il 14 gennaio pontificale presieduto dall’Arcivescovo. Non si terrà, invece, la tradizionale processione https://www.lavoce.it/festa-di-san-ponziano-2021-il-14-gennaio-pontificale-presieduto-dallarcivescovo-non-si-terra-invece-la-tradizionale-processione/ Tue, 05 Jan 2021 17:03:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58759 patrono spoleto san ponziano

SPOLETO- La Città di Spoleto si appresta a festeggiare la Solennità del patrono San Ponziano martire. Giovedì 14 gennaio, in Cattedrale, si celebrareranno due Sante Messe : alle ore 9 e quella solenne presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo alle 11.30. Quest’ultima, sarà trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi (Facebook  SpoletoNorcia; YouTube Archidiocesi Spoleto Norcia). Nel pomeriggio alle 16.30, sempre in Cattedrale, monsignor Boccardo presiederà i Secondi Vespri (ancora in diretta nei social diocesani). Quest’anno, a causa delle restrizioni per evitare il diffondersi del Coronavirus, non si terrà la tradizionale processione fino alla Basilica dedicata al Santo. L’Arcivescovo, riporterà la reliquia del martire a bordo di un’automobile, percorrendo le stesse vie della processione. "Questa particolare processione -afferma monsignor Boccardo- vuole comunque essere una grande intercessione a San Ponziano. Secondo la tradizione locale, infatti, il martire è invocato come protettore contro il terremoto. Ed oggi, noi gli chiediamo di difendere la Città di Spoleto e tutta l’Archidiocesi anche dall’assalto del Coronavirus". Si invitano le persone che vivono nelle vie dove passerà l’automezzo con la reliquia di San Ponziano, ad affacciarsi alle finestre delle proprie abitazioni, senza scendere in strada.

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patrono spoleto san ponziano

SPOLETO- La Città di Spoleto si appresta a festeggiare la Solennità del patrono San Ponziano martire. Giovedì 14 gennaio, in Cattedrale, si celebrareranno due Sante Messe : alle ore 9 e quella solenne presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo alle 11.30. Quest’ultima, sarà trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi (Facebook  SpoletoNorcia; YouTube Archidiocesi Spoleto Norcia). Nel pomeriggio alle 16.30, sempre in Cattedrale, monsignor Boccardo presiederà i Secondi Vespri (ancora in diretta nei social diocesani). Quest’anno, a causa delle restrizioni per evitare il diffondersi del Coronavirus, non si terrà la tradizionale processione fino alla Basilica dedicata al Santo. L’Arcivescovo, riporterà la reliquia del martire a bordo di un’automobile, percorrendo le stesse vie della processione. "Questa particolare processione -afferma monsignor Boccardo- vuole comunque essere una grande intercessione a San Ponziano. Secondo la tradizione locale, infatti, il martire è invocato come protettore contro il terremoto. Ed oggi, noi gli chiediamo di difendere la Città di Spoleto e tutta l’Archidiocesi anche dall’assalto del Coronavirus". Si invitano le persone che vivono nelle vie dove passerà l’automezzo con la reliquia di San Ponziano, ad affacciarsi alle finestre delle proprie abitazioni, senza scendere in strada.

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‘IncontArti oltre l’immagine’ : prosegue il progetto ‘on line’ ideato dal MEU https://www.lavoce.it/incontarti-oltre-limmagine-prosegue-il-progetto-on-line-ideato-dal-meu/ Sun, 27 Dec 2020 17:51:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58570

SPOLETO- Prosegue, IncontArti oltre l’immagine, il progetto ideato dalla rete dei Musei Ecclesiastici Umbri (MEU) sostenuto e promosso dalla Regione Umbria. Prossimo appuntamento, martedì 29 dicembre a partire dalle ore 17, sui canali social della Diocesi di Spoleto-Norcia e del Museo diocesano con la lectio magistralis tenuta dal professor Antonio Natali, dedicato alla tavola di Domenico Beccafumi raffigurante la Natività di Gesù, conservata nel Museo Diocesano di Spoleto. Attraverso un ricco programma di eventi culturali, i nove musei che vi partecipano stanno accompagnando le persone in questo speciale tempo di Natale ad andare oltre l’opera d’arte, ed entrare così nel mistero che rappresenta. "Abbiamo tanto bisogno -spiega l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo- soprattutto in questo tempo sospeso che tutti stiamo vivendo a causa del Coronavirus, di ritrovare la dimensione interiore dell’esistenza. Il silenzio nel quale siamo immersi, la povertà di relazioni e la paura del contagio possono diventare una tentazione a rinchiuderci su noi stessi, sul nostro piccolo mondo. Invece, possono essere l’occasione per aprire orizzonti nuovi. Ed allora l’iniziativa IncontArti oltre l’immagine, si colloca in questa prospettiva : guardare le cose belle per scoprire la ricchezza e la fecondità del mistero che rappresentano. Il percorso offerto dai Musei Ecclesiastici Umbri, vuole essere un contributo a vivere meglio questo tempo difficile. Abbiamo un immenso patrimonio di opere d’arte, frutto della fede delle nostre popolazioni -conclude monsignor Boccardo- riscoprirlo e gustarlo in tutta la sua bellezza e profondità è come balsamo che viene a curare e consolare le ferite di questo tempo". Antonio Natali, storico dell’arte, già direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze dal 2006 al 2015, è esperto di scultura e pittura del Quattrocento e Cinquecento toscano, proporrà una lettura di particolare rilievo del dipinto del Beccafumi : parlerà della narrazione, della fonte sottesa alle scelte iconografiche, degli aspetti formali, linguistici e stilistici che hanno reso visibile un pensiero. Ad accompagnare la lectio magistralis, saranno le melodie natalizie della Corale dei Laudesi Umbri di Spoleto, diretta da padre Matteo Ferraldeschi, ofm. L'appuntamento, come dicevamo, potrà essere seguito sui canali social della Diocesi di Spoleto-Norcia e del Museo diocesano (Facebook: SpoletoNorcia; Facebook: Duomo di Spoleto - Complesso Monumentale; YouTube: Archidiocesi Spoleto Norcia), martedì 29 dicembre a partire dalle ore 17.

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SPOLETO- Prosegue, IncontArti oltre l’immagine, il progetto ideato dalla rete dei Musei Ecclesiastici Umbri (MEU) sostenuto e promosso dalla Regione Umbria. Prossimo appuntamento, martedì 29 dicembre a partire dalle ore 17, sui canali social della Diocesi di Spoleto-Norcia e del Museo diocesano con la lectio magistralis tenuta dal professor Antonio Natali, dedicato alla tavola di Domenico Beccafumi raffigurante la Natività di Gesù, conservata nel Museo Diocesano di Spoleto. Attraverso un ricco programma di eventi culturali, i nove musei che vi partecipano stanno accompagnando le persone in questo speciale tempo di Natale ad andare oltre l’opera d’arte, ed entrare così nel mistero che rappresenta. "Abbiamo tanto bisogno -spiega l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo- soprattutto in questo tempo sospeso che tutti stiamo vivendo a causa del Coronavirus, di ritrovare la dimensione interiore dell’esistenza. Il silenzio nel quale siamo immersi, la povertà di relazioni e la paura del contagio possono diventare una tentazione a rinchiuderci su noi stessi, sul nostro piccolo mondo. Invece, possono essere l’occasione per aprire orizzonti nuovi. Ed allora l’iniziativa IncontArti oltre l’immagine, si colloca in questa prospettiva : guardare le cose belle per scoprire la ricchezza e la fecondità del mistero che rappresentano. Il percorso offerto dai Musei Ecclesiastici Umbri, vuole essere un contributo a vivere meglio questo tempo difficile. Abbiamo un immenso patrimonio di opere d’arte, frutto della fede delle nostre popolazioni -conclude monsignor Boccardo- riscoprirlo e gustarlo in tutta la sua bellezza e profondità è come balsamo che viene a curare e consolare le ferite di questo tempo". Antonio Natali, storico dell’arte, già direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze dal 2006 al 2015, è esperto di scultura e pittura del Quattrocento e Cinquecento toscano, proporrà una lettura di particolare rilievo del dipinto del Beccafumi : parlerà della narrazione, della fonte sottesa alle scelte iconografiche, degli aspetti formali, linguistici e stilistici che hanno reso visibile un pensiero. Ad accompagnare la lectio magistralis, saranno le melodie natalizie della Corale dei Laudesi Umbri di Spoleto, diretta da padre Matteo Ferraldeschi, ofm. L'appuntamento, come dicevamo, potrà essere seguito sui canali social della Diocesi di Spoleto-Norcia e del Museo diocesano (Facebook: SpoletoNorcia; Facebook: Duomo di Spoleto - Complesso Monumentale; YouTube: Archidiocesi Spoleto Norcia), martedì 29 dicembre a partire dalle ore 17.

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Spoleto, monsignor Boccardo in Duomo per le celebrazioni di Natale https://www.lavoce.it/spoleto-monsignor-boccardo-in-duomo-per-le-celebrazioni-di-natale/ Sat, 26 Dec 2020 11:47:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58561

SPOLETO- La sera del 24 e il giorno del 25 dicembre l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) monsignor Renato Boccardo ha celebrato la Messa della Notte e del Giorno di Natale nella Basilica Cattedrale di Spoleto.

La Messa della Notte si è tenuta alle 18, orario insolito ma necessario in questo tempo di restrizioni adottate per evitare il diffondersi del Covid-19 e consentire così alle persone di fare rientro alle proprie case in tempo utile per la cena di famiglia. Come ha detto monsignor Boccardo nell’omelia, infatti, Gesù per venire al mondo non ha bisogno di orari da rispettare né di condizioni favorevoli, non ha neanche bisogno di una casa tutta sua; gli basta poco, pochissimo: solo un cuore disponibile che lo accolga.

Per l’Arcivescovo quella della Notte è stata la prima Messa celebrata nell’altare maggiore del Duomo dopo la positività a causa del Coronavirus e il conseguente ricovero in ospedale. Un buon numero di fedeli si è riunito in Cattedrale per la Veglia; al canto del Gloria, monsignor Boccardo ha scoperto il Bambinello, lo ha baciato e incensato.

"Ormai da mesi anche noi e il mondo intero -ha detto il Presule nell’omelia- siamo come immersi in una oscurità che sembra inghiottire tutto e tutti, bloccare il ritmo della vita e la quotidianità delle relazioni, impedire qualsiasi programma o progetto, mentre ci richiama continuamente con duro realismo una delle dimensioni fondamentali dell’esistenza: quella fragilità e provvisorietà che vorremmo con tutte le forze allontanare dal nostro orizzonte... Ci sentiamo dei naufraghi in un mare ignoto e pericoloso, siamo impauriti, disorientati, e preoccupati, mentre si diffonde il contagio della solitudine, si disgregano le reti che tengono insieme la società, si accentuano le divisioni tra le nazioni, le culture, i continenti; e una comunicazione soggetta all’istinto e aliena dalla riflessione induce a chiudersi, genera l’illusione di poter fare da soli, di poter vivere sani in un mondo malato.

Stiamo vivendo con il fiato corto, come se fossimo in convalescenza persistente da un Coronavirus dell’anima, che ci toglie a tratti i sapori e gli odori del vivere. Il tempo di pandemia che stiamo vivendo -ha proseguito- ci obbliga ad una maggiore attenzione, ad una frugalità non apparente, ci spoglia di quelle abitudini che da accessorie sono diventate spesso il motivo stesso della celebrazione del Natale. È l'enorme macchina di festeggiamenti con cui abbiamo infarcito, fino quasi a nasconderlo, l'evento che fonda la ragione di tutto: una nascita in un luogo povero, fatto di stenti e difficoltà; una nascita che cambia l'uomo e il mondo e il tempo. Grazie alla spoliazione di quell’opulenza che mette al centro di tutto tradizioni altre rispetto all'unica che conti veramente, possiamo tornare alla grandezza della semplicità".

Nell’omelia della Messa del Giorno, invece, l’arcivescovo Boccardo ha parlato di questo Natale come di uno tra i più difficili.

"Siamo come travolti, in tutti i sensi e da tutti i punti di vista: familiare, sociale, sanitario, finanziario, materiale, e anche sul piano spirituale. Ma un Natale meno scintillante non è un Natale meno autentico. Ricerchiamo allora nel nostro cuore quello che conta realmente, ciò che è davvero indispensabile, quei sentimenti e quei gesti che ci rendono uniti a coloro che amiamo. Anche su questo tempo strano e ingestibile il Natale proietta la sua luce e ci suggerisce scelte e atteggiamenti: in un’epoca ricca di sfide e di tentazioni, sta a noi saper assumere le une e respingere le altre.

Il distanziamento sociale, necessario sul piano sanitario, induce purtroppo altre prese di distanza: un distanziamento psicologico che ci allontana dall'altro, alimenta il disinteresse e anche la diffidenza. Papa Francesco nella sua recente Enciclica Fratelli tutti ci ricorda che la fraternità non conosce distanze fisiche. Il mio prossimo, anche se lontano, non cessa di essere prossimo. Le nostre mani, così sanificate dalla soluzione idro-alcolica, non siano impedite di sporcarsi nel servizio ai fratelli. Portiamo mascherine -ha ricordato il Presidente dei Vescovi umbri- per non respirare il virus.

Ma è da tempo che portiamo maschere. Più sottili, più disete di questi piccoli tessuti. Maschere per illuderci di essere altri. Il Tentatore ama che ci mascheriamo, che interpretiamo un personaggio che non siamo noi. Dobbiamo invece essere noi stessi, restare noi stessi. Al di là delle nostre voglie di mascherarci".

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SPOLETO- La sera del 24 e il giorno del 25 dicembre l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) monsignor Renato Boccardo ha celebrato la Messa della Notte e del Giorno di Natale nella Basilica Cattedrale di Spoleto.

La Messa della Notte si è tenuta alle 18, orario insolito ma necessario in questo tempo di restrizioni adottate per evitare il diffondersi del Covid-19 e consentire così alle persone di fare rientro alle proprie case in tempo utile per la cena di famiglia. Come ha detto monsignor Boccardo nell’omelia, infatti, Gesù per venire al mondo non ha bisogno di orari da rispettare né di condizioni favorevoli, non ha neanche bisogno di una casa tutta sua; gli basta poco, pochissimo: solo un cuore disponibile che lo accolga.

Per l’Arcivescovo quella della Notte è stata la prima Messa celebrata nell’altare maggiore del Duomo dopo la positività a causa del Coronavirus e il conseguente ricovero in ospedale. Un buon numero di fedeli si è riunito in Cattedrale per la Veglia; al canto del Gloria, monsignor Boccardo ha scoperto il Bambinello, lo ha baciato e incensato.

"Ormai da mesi anche noi e il mondo intero -ha detto il Presule nell’omelia- siamo come immersi in una oscurità che sembra inghiottire tutto e tutti, bloccare il ritmo della vita e la quotidianità delle relazioni, impedire qualsiasi programma o progetto, mentre ci richiama continuamente con duro realismo una delle dimensioni fondamentali dell’esistenza: quella fragilità e provvisorietà che vorremmo con tutte le forze allontanare dal nostro orizzonte... Ci sentiamo dei naufraghi in un mare ignoto e pericoloso, siamo impauriti, disorientati, e preoccupati, mentre si diffonde il contagio della solitudine, si disgregano le reti che tengono insieme la società, si accentuano le divisioni tra le nazioni, le culture, i continenti; e una comunicazione soggetta all’istinto e aliena dalla riflessione induce a chiudersi, genera l’illusione di poter fare da soli, di poter vivere sani in un mondo malato.

Stiamo vivendo con il fiato corto, come se fossimo in convalescenza persistente da un Coronavirus dell’anima, che ci toglie a tratti i sapori e gli odori del vivere. Il tempo di pandemia che stiamo vivendo -ha proseguito- ci obbliga ad una maggiore attenzione, ad una frugalità non apparente, ci spoglia di quelle abitudini che da accessorie sono diventate spesso il motivo stesso della celebrazione del Natale. È l'enorme macchina di festeggiamenti con cui abbiamo infarcito, fino quasi a nasconderlo, l'evento che fonda la ragione di tutto: una nascita in un luogo povero, fatto di stenti e difficoltà; una nascita che cambia l'uomo e il mondo e il tempo. Grazie alla spoliazione di quell’opulenza che mette al centro di tutto tradizioni altre rispetto all'unica che conti veramente, possiamo tornare alla grandezza della semplicità".

Nell’omelia della Messa del Giorno, invece, l’arcivescovo Boccardo ha parlato di questo Natale come di uno tra i più difficili.

"Siamo come travolti, in tutti i sensi e da tutti i punti di vista: familiare, sociale, sanitario, finanziario, materiale, e anche sul piano spirituale. Ma un Natale meno scintillante non è un Natale meno autentico. Ricerchiamo allora nel nostro cuore quello che conta realmente, ciò che è davvero indispensabile, quei sentimenti e quei gesti che ci rendono uniti a coloro che amiamo. Anche su questo tempo strano e ingestibile il Natale proietta la sua luce e ci suggerisce scelte e atteggiamenti: in un’epoca ricca di sfide e di tentazioni, sta a noi saper assumere le une e respingere le altre.

Il distanziamento sociale, necessario sul piano sanitario, induce purtroppo altre prese di distanza: un distanziamento psicologico che ci allontana dall'altro, alimenta il disinteresse e anche la diffidenza. Papa Francesco nella sua recente Enciclica Fratelli tutti ci ricorda che la fraternità non conosce distanze fisiche. Il mio prossimo, anche se lontano, non cessa di essere prossimo. Le nostre mani, così sanificate dalla soluzione idro-alcolica, non siano impedite di sporcarsi nel servizio ai fratelli. Portiamo mascherine -ha ricordato il Presidente dei Vescovi umbri- per non respirare il virus.

Ma è da tempo che portiamo maschere. Più sottili, più disete di questi piccoli tessuti. Maschere per illuderci di essere altri. Il Tentatore ama che ci mascheriamo, che interpretiamo un personaggio che non siamo noi. Dobbiamo invece essere noi stessi, restare noi stessi. Al di là delle nostre voglie di mascherarci".

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Spoleto, monsignor Boccardo celebrerà la Messa di Natale in Cattedrale https://www.lavoce.it/spoleto-monsignor-boccardo-celebrera-la-messa-di-natale-in-cattedrale/ Wed, 23 Dec 2020 10:51:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58528

SPOLETO- Il 24 e il 25 dicembre l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo celebrerà la Santa Messa della Notte e quella del Giorno di Natale in  Cattedrale a Spoleto. La prima, giovedì 24 dicembre alle ore 18 e la seconda venerdì 25 alle ore 11.30. In Duomo i fedeli prenderanno posto nel rispetto delle norme per evitare il diffondersi del Covid-19. Entrambe le celebrazioni, comunque, saranno trasmesse in diretta attraverso i canali social della Diocesi: nella pagina Facebook (SpoletoNorcia) e nel canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

"Sarà un Natale particolare -afferma monsignor Boccardo- Un Natale segnato dalla sofferenza causata dal Coronavirus. E il nostro pensiero allora corre a tutti coloro che lo dovranno affrontare nella solitudine, ai malati negli ospedali e ai loro familiari, a quanti hanno perso in maniera tragica un congiunto senza neppure poterlo salutare.  E faccio un appello -prosegue l’Arcivescovo- ai cristiani di Spoleto-Norcia e a tutte le persone di buona volontà: non sarebbe possibile alleviare la sofferenza e il dolore di qualcuno? Basterebbe una telefonata, un gesto di amicizia e prossimità, una piccola iniziativa che permetta a queste persone di sentirsi meno sole. Non dobbiamo fare grandi discorsi, ma dire semplicemente: ti sono vicino, non ho la soluzione al tuo problema, né le risposte ai tuoi perché e non riesco neanche a comprendere fino in fondo il tuo dolore e la tua ribellione. Però io sono qui accanto a te. Questa è la vera gioia, è la gioia del Natale".

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SPOLETO- Il 24 e il 25 dicembre l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo celebrerà la Santa Messa della Notte e quella del Giorno di Natale in  Cattedrale a Spoleto. La prima, giovedì 24 dicembre alle ore 18 e la seconda venerdì 25 alle ore 11.30. In Duomo i fedeli prenderanno posto nel rispetto delle norme per evitare il diffondersi del Covid-19. Entrambe le celebrazioni, comunque, saranno trasmesse in diretta attraverso i canali social della Diocesi: nella pagina Facebook (SpoletoNorcia) e nel canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

"Sarà un Natale particolare -afferma monsignor Boccardo- Un Natale segnato dalla sofferenza causata dal Coronavirus. E il nostro pensiero allora corre a tutti coloro che lo dovranno affrontare nella solitudine, ai malati negli ospedali e ai loro familiari, a quanti hanno perso in maniera tragica un congiunto senza neppure poterlo salutare.  E faccio un appello -prosegue l’Arcivescovo- ai cristiani di Spoleto-Norcia e a tutte le persone di buona volontà: non sarebbe possibile alleviare la sofferenza e il dolore di qualcuno? Basterebbe una telefonata, un gesto di amicizia e prossimità, una piccola iniziativa che permetta a queste persone di sentirsi meno sole. Non dobbiamo fare grandi discorsi, ma dire semplicemente: ti sono vicino, non ho la soluzione al tuo problema, né le risposte ai tuoi perché e non riesco neanche a comprendere fino in fondo il tuo dolore e la tua ribellione. Però io sono qui accanto a te. Questa è la vera gioia, è la gioia del Natale".

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