BASTIA UMBRA Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/territorio/bastia-umbra/ Settimanale di informazione regionale Fri, 21 Sep 2018 10:18:53 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg BASTIA UMBRA Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/territorio/bastia-umbra/ 32 32 BASTIA. Don Marco, nuovo parroco di San Michele: vocazione nata all’università https://www.lavoce.it/bastia-don-marco-nuovo-parroco/ Sat, 22 Sep 2018 10:00:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52915

Dal 1° settembre don Marco Armillei è il nuovo parroco di San Michele Arcangelo in Bastia. Lo abbiamo incontrato, parlato con lui dell’accoglienza ricevuta dalla comunità cristiana e dell’imminente festa patronale.

Come è stato accolto dalla parrocchia di San Michele Arcangelo? “A vedere da come hanno reagito i bastioli, bene. In questi giorni sono state molte le manifestazioni di affetto e vicinanza che mi sono arrivate da diverse parti: dai mezzi di stampa ai social . Credo che la mia entrata sia stata facilitata dal fatto che ormai sono quattro anni che vivo a Bastia, in quanto ero vice parroco nella parrocchia di San Marco e dunque non un viso sconosciuto”.

Come è nata la sua vocazione? “Trovare un momento preciso nel quale poter far nascere la mia vocazione mi risulta sempre difficile, in quanto vi sono stati una serie di eventi che mi hanno portato a riflettere su ciò che il Signore voleva dalla mia vita. Provengo da una famiglia in cui la religione si è sempre ‘vissuta’, anche se in maniera molto semplice, visto che viviamo in piccolo paese dove, oltre la messa domenicale, altro non c’è.

Sicuramente un punto di svolta per la presa di coscienza iniziale della mia vocazione è stata l’università, in quanto sono andato ad abitare con altri due ragazzi che, avendo una intensa vita parrocchiale, mi hanno permesso di conoscere altre realtà ed esperienze di Chiesa. Con loro ho fatto il mio primo viaggio a Lourdes con l’Unitalsi, nel quale ho messo fortemente in discussione la mia vita e sul suo senso; sempre con loro abbiamo frequentato per un paio di anni la Fuci.

L’arrivo, nel 2005, nella mia parrocchia di un nuovo sacerdote ha permesso che questo mio pensiero lo potessi confidare a qualcuno e così iniziare quel cammino di discernimento che mi ha portato nel 2007, dopo che mi ero laureato e già da un paio d’anni lavoravo, ad entrare in Seminario”.

Che cosa rappresenta il Palio di San Michele per la comunità cristiana di Bastia? “Il Palio di San Michele, nato nel 1962, in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale da un’idea dell’allora priore don Luigi Toppetti, rappresenta per i bastioli una grande occasione di socializzazione” (continua a leggere l'intervista gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce).

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Dal 1° settembre don Marco Armillei è il nuovo parroco di San Michele Arcangelo in Bastia. Lo abbiamo incontrato, parlato con lui dell’accoglienza ricevuta dalla comunità cristiana e dell’imminente festa patronale.

Come è stato accolto dalla parrocchia di San Michele Arcangelo? “A vedere da come hanno reagito i bastioli, bene. In questi giorni sono state molte le manifestazioni di affetto e vicinanza che mi sono arrivate da diverse parti: dai mezzi di stampa ai social . Credo che la mia entrata sia stata facilitata dal fatto che ormai sono quattro anni che vivo a Bastia, in quanto ero vice parroco nella parrocchia di San Marco e dunque non un viso sconosciuto”.

Come è nata la sua vocazione? “Trovare un momento preciso nel quale poter far nascere la mia vocazione mi risulta sempre difficile, in quanto vi sono stati una serie di eventi che mi hanno portato a riflettere su ciò che il Signore voleva dalla mia vita. Provengo da una famiglia in cui la religione si è sempre ‘vissuta’, anche se in maniera molto semplice, visto che viviamo in piccolo paese dove, oltre la messa domenicale, altro non c’è.

Sicuramente un punto di svolta per la presa di coscienza iniziale della mia vocazione è stata l’università, in quanto sono andato ad abitare con altri due ragazzi che, avendo una intensa vita parrocchiale, mi hanno permesso di conoscere altre realtà ed esperienze di Chiesa. Con loro ho fatto il mio primo viaggio a Lourdes con l’Unitalsi, nel quale ho messo fortemente in discussione la mia vita e sul suo senso; sempre con loro abbiamo frequentato per un paio di anni la Fuci.

L’arrivo, nel 2005, nella mia parrocchia di un nuovo sacerdote ha permesso che questo mio pensiero lo potessi confidare a qualcuno e così iniziare quel cammino di discernimento che mi ha portato nel 2007, dopo che mi ero laureato e già da un paio d’anni lavoravo, ad entrare in Seminario”.

Che cosa rappresenta il Palio di San Michele per la comunità cristiana di Bastia? “Il Palio di San Michele, nato nel 1962, in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale da un’idea dell’allora priore don Luigi Toppetti, rappresenta per i bastioli una grande occasione di socializzazione” (continua a leggere l'intervista gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce).

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Uniti per ‘salvare’ Bastia https://www.lavoce.it/uniti-per-salvare-bastia/ Fri, 09 Mar 2007 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5735 A distanza di un anno dal suo insediamento nella diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, il vescovo mons. Domenico Sorrentino ha incontrato la città di Bastia in un Consiglio comunale ‘aperto’ che si è svolto nel pomeriggio di martedì 6 marzo in sala consiliare. Il Vescovo è stato accolto in sala dai bambini del coro ‘Aurora’, espressione del coro polifonico Città di Bastia, che hanno eseguito degli splendidi canti. In questa occasione, l’Amministrazione comunale, dopo aver dato il suo benvenuto a Sua Eccellenza, ha presentato la realtà di Bastia, che è una delle città più popolose della diocesi. Non è la prima volta che il Vescovo giunge nella parrocchia di San Michele Arcangelo, ma questo è stato il primo incontro ufficiale con le autorità civili, i rappresentanti istituzionali, le diverse realtà bastiole, le associazioni di volontariato, sportive e culturali. Ognuna di queste ha presentato ed esposto la propria situazione, fornendo contributi importanti. Un incontro di questo genere non era stato mai realizzato. Mons. Sorrentino ha affermato: ‘Ho apprezzato molto il vostro invito. Non è scontato che un Consiglio comunale inviti un vescovo. Ho apprezzato la capacità di aprirsi al dialogo, di aver trovato una comunità aperta a questo’. Bastia è una realtà che offre molteplici prospettive: ciò si nota dal sostanziale aumento della popolazione che giunge nella città alla ricerca di opportunità di lavoro; una cittadina viva e dinamica, ma dietro a una fama di effettiva ricchezza, si nascondono aspetti purtroppo poco rassicuranti. Infatti, sentendo l’ufficio della Caritas parrocchiale, scopriamo che negli ultimi anni sono aumentate le povertà e sono sempre più i cittadini bastioli, oltre a quelli stranieri e ai poveri abituali, che vi si rivolgono per un aiuto. Anche Nadia Cesaretti, vice-sindaco e assessore ai Servizi sociali, ha confermato e analizzato tale situazione. Una delle principali cause di questo impoverimento è sicuramente il rincaro dei prezzi di affitto, non adeguato agli stipendi medi delle persone e la difficoltà di trovare lavoro. Da non sottovalutare il fatto che negli ultimi anni a Bastia hanno chiuso importanti fabbriche come Hemmond e Petrini, sintomo della crisi italiana dell’industria, in particolare quella tessile. Queste chiusure hanno lasciato molte persone senza lavoro. Perciò, secondo la Cesaretti, c’è bisogno di dare alla città impulso e rilancio, partendo dal settore commerciale, ma non solo. Il Comune, inoltre, cerca di stare vicino alle fasce deboli, ma non facendo assistenzialismo, bensì offrendo servizi per i bambini, ad esempio il sostegno scolastico, servizi per la ricerca del lavoro e per le abitazioni. Si cerca, cioè, di agevolare la vita delle persone e nello stesso tempo di suscitare in esse il senso di responsabilità.

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Don Francesco nell’omelia del giorno di San Michele ha delineato una comunità parrocchiale testimone del Vangelo https://www.lavoce.it/don-francesco-nellomelia-del-giorno-di-san-michele-ha-delineato-una-comunita-parrocchiale-testimone-del-vangelo/ Fri, 08 Oct 2004 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4067 Domenica 17 ottobre, durante la solenne celebrazione eucaristica delle ore 11, gli operatori pastorali presenti nella parrocchia riceveranno l’annuale mandato dalle mani di don Francesco Fongo. Il parroco rinnova, alla comunità tutta, l’invito ad assumere la santità come stile quotidiano e ad adempiere con responsabilità agli impegni assunti per la costruzione del bene comune. Ognuno sentirà risuonare, nella voce di san Paolo, l’esortazione a diffondere il kerigma, l’annuncio gioioso di Gesù risorto. All’insegna del programma pastorale parrocchiale per l’anno 2004-2005, don Francesco ha recentemente spronato (nell’omelia della festa del patrono san Michele Arcangelo) la comunità cristiana di Bastia Umbra a sviluppare una mentalità missionaria, così da “costruire una Chiesa radicata nel territorio (spazio dell’incontro vivo con il fratello), vicina alla gente (nella cultura, nei servizi, nel lavoro, nella sofferenza, nei mezzi economici, nelle varie necessità), umile ed evangelica (capace di annunciare a ciascuno che Gesù Cristo si è incarnato, è morto ed è risorto per ogni uomo), popolo eucaristico (che vive nella messa domenicale il fulcro della sua proposta di comunione e di missione). In questo modo – ha ribadito il sacerdote – la parrocchia può tenersi lontana dal pericolo di diventare una comunità autoreferenziale (soddisfatta di quello che fa, rassicurata dallo stare insieme delle solite persone, prevenuta rispetto alle novità, insensibile ai bisogni di altri: chiusa in se stessa) o un centro servizi (che eroga celebrazioni religiose, amministra sacramenti a gente senza fede, asseconda le voglie della massa per dirsi moderna: insignificante per sé e per gli altri)”. Un’attenzione particolare il parroco l’ha rivolta alla famiglia, “luogo della crescita umana, affettiva, sociale, culturale e spirituale di ogni persona. Tre sono le promozioni da sviluppare: la preparazione dei giovani al sacramento del matrimonio (partire da lontano); l’accompagnamento alle giovani coppie (persone immature-società dilaniante); il coinvolgimento educativo dei genitori nel cammino di fede dei propri figli insieme alla comunità parrocchiale (educatori, non solo allevatori)”. Nelle parole di don Francesco è costantemente presente il richiamo al documento recentemente stilato dai vescovi italiani Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia e, alla luce del monito della Cei, anche il parroco sprona i cristiani della propria comunità a “trasmettere antiche verità con metodi nuovi” ed accenna alla possibilità di una missione popolare per gli abitanti di Bastia Umbra.

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Don Fongo: scelte innovative attendono il nuovo Consiglio pastorale https://www.lavoce.it/don-fongo-scelte-innovative-attendono-il-nuovo-consiglio-pastorale/ Fri, 16 Jan 2004 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3577 Si sono concluse le elezioni zonali del nuovo Consiglio pastorale parrocchiale del quale fanno parte 7 referenti di zona, 14 rappresentanti dei vari settori pastorali e delle diverse entità ecclesiali, 4 sacerdoti, e vanno individuandosi anche i rappresentanti dei singoli gruppi ecclesiali. Ne parliamo con il parroco di Bastia Umbra, don Francesco Fongo. Quale responsabilità è affidata ai 25 parrocchiani che costituiranno il Consiglio? ‘Si tratta di gestire la formazione umana, sociale e spirituale della Comunità parrocchiale. Per questo è stato necessario che tutta la comunità esprimesse con sapienza e discernimento i propri rappresentanti con i quali mantenere un contatto costante al fine di collaborare per la costruzione del bene comune. Bisogna riconoscere che la gente, poco abituata alla democrazia, non ha saputo accogliere numerosa l’invito a partecipare alle elezioni; tuttavia in ogni zona si sono candidate più persone di buona volontà. È stata inoltre rispettata l’indicazione pastorale di prediligere membri di età compresa tra i 20 e i 40 anni, così da operare nell’ottica di un ‘giovanile rinnovamento’: pur camminando nel solco di una tradizione millenaria, la nostra Chiesa intende accogliere e rinnovare ai giovani l’invito loro rivolto dal Papa ad esser ‘sentinelle del mattino’ in questa aurora del nuovo millennio. È questa una scelta che si apre alla speranza e alla fiducia’. Quale ruolo avranno i referenti di zona? ‘Sull’esempio delle Ceb (Comunità ecclesiali di base) è auspicabile che ciascun rappresentante zonale diventi l’animatore della realtà in cui è inserito, il perno intorno al quale giri il meccanismo ecclesiale della zona. D’altro canto la parrocchia è chiamata a ‘scelte innovative’ quali una vera integrazione con i tanti stranieri (1500 circa) presenti nella nostra città. Un’altra importante ‘sfida’ da affrontare è rappresentata da un confronto serio con la cultura del mondo di oggi nelle sue varie espressioni. Attualmente il centro culturale parrocchiale vede come suoi cardini la realtà di Casa Chiara, la redazione della pagina locale de La Voce e il Centro San Michele. Occorre promuovere le potenzialità e lasciar spazio alla ricchezza dei nostri giovani, troppo spesso abbandonati alla propria emotività e a un sentimentalismo che rapidamente si accende e altrettanto velocemente si dissolve. È importante valorizzare la formazione dei nostri studenti; una proposta pratica potrebbe consistere nell’invitare i neo-dottori a presentare alla comunità il frutto delle ricerche svolte nell’ambito della tesi di laurea. Si sta costituendo un gruppo di promozione culturale che ha proprio il compito di ideare e organizzare eventi parrocchiali; invito i giovani interessati a prendere contatto direttamente con me’. Tra le ‘sfide’ occorre citare anche la nuova parrocchia di San Marco Evangelista, non credi? ‘Certamente. L’Amministrazione comunale ha già approvato un progetto di massima riguardante l’utilizzo degli spazi; questo prevede anche la realizzazione di varie opere di tipo sociale, gestite da diversi enti e associazioni, oltre che una nuova scuola. E’ già in costruzione, ad esempio, la sede del rione Sant’Angelo. Auspico che la moderna chiesa venga realizzata coi materiali della nostra terra, inserendosi così armoniosamente nel contesto. Occorre che venga progettata tenendo conto del valore teologico che essa assume oltre che delle esigenze del suo uso funzionale. Il nuovo edificio dovrà sorgere nel rispetto del misticismo umbro. È proponibile un vero e proprio concorso di idee’.

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Rinnovamento sociale e ecclesiale https://www.lavoce.it/rinnovamento-sociale-e-ecclesiale/ Fri, 26 Dec 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3552 Natale 2003: l’Incarnazione del Figlio è la sfida di Dio che sceglie di farsi uomo oggi, in noi donne e uomini del terzo millennio. Come si confronta con questo mistero la Comunità di Bastia? Lo chiediamo al parroco, don Francesco Fongo. ‘Credo di poter dare almeno una duplice lettura all’avvento di questo Natale. Da una parte emerge con forza il richiamo al cambiamento, alla necessità di rinnovarsi, di staccarsi dalle situazioni di morte. Penso alla diffusione di un cristianesimo tristemente ‘oppiaceo’, divenuto più un palliativo che una scelta radicata e radicale di vita. Alle soglie del terzo millennio emerge impellente il bisogno di riprendere in mano il timone della propria esistenza, lasciando la riva e le dinamiche umane che impediscono lo slancio. La sequela di Dio è amore senza misura; richiede fiducia e coraggio in Colui che da sempre ci ha amati. Come acqua sorgiva che ristagnando perde forza, vigore e proprietà, così la nostra vita è diretta verso più alti orizzonti, ci induce a ‘prendere il largo’, a ‘gettare le reti’ confidando nella Parola di salvezza. La nostra Comunità ha già intrapreso un cammino di rinnovamento, sia sul piano sociale che su quello ecclesiale. In parrocchia si va consolidando il gruppo culturale per riscoprire i valori di ispirazione cristiana e per adoperarsi nella complessa ‘inculturazione della fede’ attraverso un confronto serio con la cultura del mondo nelle sue varie espressioni; il gruppo di integrazione con gli stranieri (1500 circa sono presenti nella nostra città) favorisce poi la conoscenza e l’integrazione di diverse culture e modi di vita. La mia speranza è che si giunga a realizzare una ‘festa tra i popoli’ in coincidenza con i festeggiamenti per il patrono, san Michele Arcangelo. Quanto al rinnovamento ecclesiale, si va ormai costituendo il nuovo Consiglio Pastorale che assume la responsabilità di gestire la formazione umana, sociale e spirituale della comunità parrocchiale. E’ iniziato il cammino con gli adolescenti e i giovani e si sono attivati percorsi differenziati volti alla rimotivazione della fede negli adulti: in particolare dal 2000 sono attivi i Centri di ascolto, impegnati quest’anno sulla riscoperta del Credo, fondamento della nostra fede. Dall’esperienza del gruppo scout dell’Agesci e dell’Acr è emersa la positività dell’adozione del metodo attivo nell’impostazione del catechismo, così che la proposta cristiana si attui nel coinvolgimento totale della persona e non sia un’esperienza limitata nel tempo e avulsa dalla realtà. I progetti sono davvero tanti e di rilievo; per essere realizzati richiedono, in prima battuta, il rinnovamento e la crescita degli educatori perché abbiano ben chiari obiettivi e metodi e mantengano alta la propria motivazione. L’altro aspetto del Natale che vorrei sottolineare è quello della speranza: la speranza di Gesù che entra nella storia, che si fa uomo. La forza dei cristiani nasce proprio dalla realtà concreta che Dio ha fiducia in te. L’Incarnazione è la condivisione di Dio dell’esperienza umana, nel rispetto della libertà della persona, nel recupero della dignità umana’.

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Più vicini alla genteper ascoltare https://www.lavoce.it/piu-vicini-alla-genteper-ascoltare/ Fri, 12 Dec 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3525 Sta per scadere la naturale durata del Consiglio pastorale parrocchiale. In questo anno pastorale in cui l’intera comunità si è affidata alla parola di Dio ‘prendi il largo e getta le reti’, il nuovo Consiglio pastorale è spinto alla responsabilità dell’ascolto delle esigenze sociali e spirituali della realtà cittadina e alla loro discussione e risoluzione. Verrà cambiato il sistema di elezione dei rappresentanti: ogni zona, infatti, eleggerà direttamente il proprio rappresentante. Quello del nuovo Consiglio pastorale sarà un progetto di risposta ai questionari precedentemente elaborati nelle varie zone, come ‘espressione del sentire e del vivere della gente’. Al primo posto tra le esigenze rilevate è quella della ‘centralità della figura del sacerdote’ al quale viene chiesto di curare maggiormente l’aspetto del rapporto diretto con la gente e una presenza più costante. A seguire è risultata necessaria l’esperienza di una missione popolare come momento di rievangelizzazione. Importante e attuale il problema dello sviluppo del centro San Michele come luogo di aggregazione per fasce d’interesse piuttosto che di età dei giovani con la ‘presenza stabile’ di un sacerdote educatore. Previsto anche un rinnovamento della catechesi legata al senso della comunità. Da riscoprire è anche il senso della ‘centralità della domenica’ e non meno importante sarà l’intervento al rafforzamento del valore della famiglia, all’interno della quale si avverte una crescente difficoltà nella sua stabilità e nell’educazione dei figli. Necessario diventa anche il confronto con la cultura del mondo di oggi nelle sue espressioni, per questo nel progetto pastorale è inclusa la formazione di un ‘Gruppo culturale cristiano’. La grande crescita della popolazione di Bastia ha sollevato il problema della formazione di un’altra parrocchia per la quale si ritiene necessaria la nascita di un Comitato promotore che sia espressione delle zone coinvolte e guidi e coinvolga inizialmente la popolazione. È infine necessaria la costituzione di un gruppo di lavoro che si occupi dell’integrazione umana, sociale e spirituale degli immigrati.

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Tre “micro-imprese” in Congo, Burundi e Ruanda https://www.lavoce.it/tre-micro-imprese-in-congo-burundi-e-ruanda/ Fri, 28 Nov 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3513 Tocca e attira sempre profondamente la sensibilità e l’attenzione di molti, tra i quali autorità civili e religiose, la cena di beneficenza annuale che l’ Uvisp (Unione volontariato internazionale per lo sviluppo e la pace) ha organizzato sabato 22 novembre presso la sede dell’associazione. Ispirata ai valori di giustizia e fratellanza l’Uvisp pone al centro della sua missione l’uomo al di là di ogni razza, ideologia e religione, e tenta costamente di svegliare le coscienze dell’ opinione pubblica verso le realtà più indifese e dimenticate. Fondatore dell’associazione e organizzatore della serata, il francescano padre Giorgio Roussos, al quale abbiamo posto alcune domande.Padre Giorgio quali sono i progetti di sviluppo in cantiere quest’anno?”I progetti che speriamo di attuare sono tre e riguardano interventi nella zona della Repubblica democratica del Congo, Burundi e Ruanda. Queste zone versano in una situazione di assoluta emergenza, per l’incessante guerra che continua a calpestare la dignità e i diritti dell’uomo, vittime le donne e i bambini. Il primo progetto, per il quale sarà utilizzato anche il ricavato della cena di beneficienza, riguarda la costruzione di una micro-impresa di sartoria nella Repubblica democratica del Congo, che impegni le donne senza mariti perché deceduti o fuggiti. Il secondo invece è finalizzato alla costruzione di una falegnameria per i bambini soldato del Burundi. Questi tra i 6 e i 12 anni, vengono presi con forza, portati nelle foreste e addestrati alle armi con una ferocia indescrivibile. Attraverso le adozioni si tenta di recuperarli e farli studiare ma c’è bisogno anche di laboratori che insegnino loro un mestiere. Il terzo progetto invece interviene nel rafforzamento delle attività agrozootecniche, completamente distrutte dalla guerra, e nella realizzazione di micro-imprese sempre nella Repubblica democratica del Congo”. Qual’è la struttura dei progetti?”Oltre alla costruzione delle micro-imprese e all’acquisto dei macchinari e del materiale da lavoro, i progetti prevedono anche l’insegnamento del loro utilizzo e soprattutto l’organizzazione di cooperative che si impegnino ad insegnare alla gente come si lavora e come si condivide. Questo diventa indispensabile per evitare una dissipazione di risorse e di forze e soprattutto per il buon raggiungimento dei fini stessi dell’intervento, volto a migliorare le condizioni di vita di questi popoli”. Quale di questi progetti partirà per primo? Come?”Il primo sarà quello della realizzazione della micro-impresa di sartoria che si prevede possa partire per gennaio. Dapprima è stata valutata la fattibilità del progetto ed è stato predisposto un piano finanziario. Pronto sulla carta il progetto necessita della preziosa opera dei volontari, tra i quali anche esperti nei vari settori lavorativi che il progetto stesso investe, che procedono alla realizzazione sul posto e informano l’associazione anche riguardo ai costi ad esempio dei matertiali e alle necessità imminenti nel lavoro di costruzione”.

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“Con la testa sono sempre nella loro terra” https://www.lavoce.it/con-la-testa-sono-sempre-nella-loro-terra/ Fri, 21 Nov 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3498 Per comprendere il dramma degli immigrati (la loro presenza è forte anche a Bastia Umbra), più che ricorrere a freddi dati statistici o numerici, è importante sentire dalla loro voce, raccontare la storia della propria vita. Cominciamo con Teresa, rumena di 46 anni, che vive e lavora a Bastia Umbra prestando assistenza a un’anziana; è da un anno che risiede qui, da un solo giorno è riuscita a ricongiungersi con suo figlio Alin, 18 anni, che ha terminato le scuole superiori in Romania. Ci dice: “E’ voluto venire proprio lui in Italia per lavorare, nella nostra terra non ci sono posti di lavoro”. E’ commossa quando parla degli altri tre figli rimasti in Romania e che deve mantenere con una retta di 170 euro al mese. Le chiediamo cosa fa suo marito e lei risponde: “E’ in Romania, non ha fissa occupazione, per lo più lavora la terra: la povertà è grande nel nostro paese”. La donna vive a Bastia Umbra in un appartamento di piazza Mazzini, anche i suoi 5 fratelli vivono da tre anni a Bastia nelle abitazioni dove prestano assistenza; il desiderio più grande di Teresa è quello di riunire la famiglia in Italia. Chi ci offre, invece, una riflessione sul problema dell’inserimento degli stranieri nel territorio è un uomo albanese, volontario da tre anni allo sportello Immigrati dell’Uvisp di Bastia Umbra: “Il problema dell’emarginazione dipende anche dall’atteggiamento di alcuni immigrati che si autoisolano; dai discorsi fatti nei luoghi di ritrovo percepisco che “con la testa sono sempre nella loro terra”, quindi non sanno integrarsi con una cultura diversa”. Concludiamo con Sara, 38 anni dall’Ecuador, è a Bastia Umbra da meno di tre anni, separata, ha tre figli da mantenere da sola. “Il maggiore problema – ci dice – è stato quello di avere il permesso di soggiorno; per quanto riguarda l’inserimento, è buono a livello sociale, soprattutto con gli operatori assistenziali, più difficile sul fronte lavorativo. Comunque, non ho intenzione di tornare in Ecuador perché lì non c’è futuro né per me né per i miei figli”. Per completare il quadro sugli extracomunitari, con la coordinatrice del Cvs tracciamo un bilancio tipo delle spese che deve affrontare un immigrato per vivere. Ad esempio un’immigrata, che deve mantenersi da sola con due figli a carico, guadagna circa 750 euro al mese (350 euro in nero ottenuti come collaboratrice domestica e 400 euro in busta paga con lavoro fisso) da cui deve sottrarre 300 euro per l’affitto. Rimangono all’extracomunitaria solo 450 euro per vivere.

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Casa Jonathan per disabili a Bastia Umbra https://www.lavoce.it/casa-jonathan-per-disabili-a-bastia-umbra/ Fri, 14 Nov 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3484 ‘Il segreto stava tutto qui: Jonathan doveva smettere di considerare se stesso prigioniero di un corpo limitato. Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva, perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto, nello spazio e nel tempo’. E’ ispirato alle pagine de Il gabbiano Jonathan Livingstone, nato dalla penna di Richard Bach, il nome della casa di accoglienza per disabili che sorgerà nella zona di Villaggio XXV Aprile, in un’area che sembra destinata ad essere completamente ridisegnata per assurgere a nuove funzioni (nella stessa zona sorgerà anche la nuova parrocchia di San Marco Evangelista). La superficie prevista per la struttura sarà di 300 mq; a questi vanno aggiunti i 2000 mq di verde destinati alle attività all’aperto degli ospiti (per un massimo di sei utenti). Il progetto è frutto dell’iniziativa dell’associazione cittadina ‘Il giunco’, costituitasi nel ’96 con l’intento di adoperarsi a favore di quanti vivono una situazione di handicap favorendone, in particolare, l’inserimento sociale e lavorativo. ”L’attività dell’associazione ‘ come ci spiega la presidente Rosella Aristei ‘ comporta l’attivazione di un laboratorio di informatica, come pure la collaborazione con la cooperativa Asad (opere di rilegatoria, pelletteria, tessitura e lavorazione di legno e rame) e l’organizzazione di eventi nel territorio (gare sportive, serate di aggregazione) nonché la manutenzione di alcune aree di verde pubblico (ad esempio la realizzazione di piccoli orti, nidi e mangiatoie lungo il tratto del percorso verde cittadino) e la presenza al guardaroba del centro fieristico durante alcune manifestazioni’. ‘La realizzazione della struttura, il cui progetto è stato già presentato in Regione e parzialmente finanziato, si avvarrà del terreno messo gratuitamente a disposizione dall’Amministrazione comunale. All’impegno degli Enti si affianca poi quello, sollecito e inestimabile, di soci e volontari, sempre più numerosi e sensibili alle iniziative promosse per ridurre le situazioni di handicap. Proprio in uno spirito di sensibilizzazione delle più giovani generazioni ‘Il giunco’ propone un concorso tra gli allievi delle scuole secondarie di primo e secondo grado per scegliere il logo che accompagnerà d’ora innanzi l’associazione nel suo cammino, che ci auguriamo duraturo’.

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Festa del ringraziamento https://www.lavoce.it/festa-del-ringraziamento/ Fri, 07 Nov 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3470 Domenica 9 novembre, alla messa delle ore 11, si celebrerà la festa di ringraziamento per tutti i lavoratori, organizzata dalla confraternita di Sant’Antonio. Tale confraternita vuole ampliare il ‘concetto di lavoro’ non limitandolo solo a chi attivamente si impegna in differenti attività lavorative, ma allargandolo a tutte quelle attività ecclesiali, culturali, sociali, politiche e di volontariato che tanto aiutano il bene della nostra gente e della nostra città. Per questo, l’invito ad essere presenti è rivolto sia a chi materialmente produce cose (operai, artigiani, industriali, impiegati, insegnanti, agricoltori, commercianti, ecc.) sia a chi umanamente e spiritualmente collabora alla maturazione delle persone migliorando la qualità della vita (gruppi ecclesiali, associazioni di volontariato, enti vari, cittadini, forze dell’ordine, protezione civile, ecc.). Con la celebrazione della messa delle ore 11 di domenica 9 novembre, siamo tutti chiamati a ringraziare il Signore. Chi lo desidera (come negli anni passati), potrà evidenziare con un ‘segno’ (manufatto del proprio lavoro; oggetto per la chiesa; un’offerta da finalizzare per le opere di bene, ecc.) il proprio grazie al Signore. Enti o associazioni sono invitati a portare il proprio stendardo o gagliardetto. Ricordiamo, in sintesi, il programma della giornata: ore 10.30 – riunione in piazza di tutte le ditte, enti, associazioni; ore 10.45 – entrata solenne del gonfalone del Comune di Bastia Umbra e degli stendardi delle ditte, enti e associazioni; ore 11 – messa, nel corso della quale si terrà la processione offertoriale con i ‘segni del ringraziamento’ dei vari partecipanti. All’offertorio la confraternita di Sant’Antonio offrirà a chi partecipa alla messa un ricordo della celebrazione, come segno di stima e di affetto.

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Riconsegnate all’ordine benedettino le chiavi della chiesa https://www.lavoce.it/riconsegnate-allordine-benedettino-le-chiavi-della-chiesa/ Fri, 17 Oct 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3427 Probabilmente ha ragione il vescovo, mons. Sergio Goretti, quando coglie nella riapertura della chiesa di San Paolo delle Abbadesse un chiaro segno della volontà divina e nell’impegno delle monache di Sant’Anna di custodire la chiesa, un’intenzione precisa e un dono prezioso. E ha ragione la Madre badessa del convento benedettino, suor Cecilia, quando afferma, con gratitudine che il monastero di Bastia è stato ricolmato di benedizioni e ha unito le sorelle in un grande progetto di Dio. In queste parole in fondo è racchiuso tutto l’entusiasmo, la gratitudine e la molteplicità dei significati storici, culturali e religiosi che implica il restauro e la nuova apertura di San Paolo. Riconsegnare all’ordine benedettino le chiavi della chiesa e la sua custodia significa perpetuare la continuità storica di un ordine che nell’insula romana si era affermato per essere ‘autorevole, potente, influente, privilegiato, sicuro, inviolabile’ e significa riconoscere allo sforzo e al grande impegno delle monache un’apertura che incontra tutta la comunità di Bastia. L’inaugurazione del luogo, tenutasi sabato 11 ottobre, assume una valenza più significativa nel centenario della morte di santa Chiara, per la quale la chiesa ha costituito una tappa ‘decisiva e vittoriosa in difesa della professione di fede e che risultò al momento il rifugio più sicuro per confermare la sua scelta di vita religiosa’ (le citazioni sono tratte dall’opuscolo di Edda Vetturini, San Paolo della Abbadesse: un itinerario clariano, edito per l’occasione e distribuito gratuitamente durante la celebrazione). Il luogo perciò ‘va amato per più motivi’, dice il Vescovo, ‘ perché è un posto intimo ed austero in cui riemerge una profonda sensibilità artistica e spirituale, che porta facilmente al raccoglimento e alla preghiera; perché qui ebbe inizio l’avventura francescana al femminile, e perché, sempre qui, già riposa chi ci ha preceduto’. Anche il parroco, don Francesco Fongo, ha rivelato come la riapertura della chiesa sia di grande importanza per la comunità costituendosi come ‘un ponte tra la storia e l’eternità, tra l’umanità e Dio’. La chiesa di San Paolo, che incorpora la spiritualità di santa Chiara, si affianca alla chiesa nuova del cimitero che sarà intitolata tra due mesi al Cristo redentore e nella quale saranno ricordati gli esempi e la spiritualità di alcuni dei santi moderni: entrambe, sostiene ancora il parroco, ‘rincorrono una meta: il paradiso e ci ricordano di essere strade che indirizzano verso esso’. Nelle parole della Madre badessa, suor Cecilia, si delinea l’intenzione di rivalutare la cappella come centro di preghiera e spiritualità, luogo aperto al culto e all’interesse di quanti lo vogliono visitare, anche grazie all’aiuto della confraternita del Cristo Redentore, che contribuirà all’intento. Dopo aver ringraziato le autorità civili intervenute, la soprintendenza, la partecipazione numerosa dei cittadini di Bastia, le benedettine di Fossato di Vico, e delle diocesi vicine e le rappresentanti del protomonastero di Santa Chiara, suor Cecilia ha annunciato a tutti una grande sorpresa: tra giugno e luglio tramite le monache di Città della Pieve, arriveranno a Bastia le reliquie di santa Chiara. Importante anche l’intervento del sindaco Bogliari, il quale ha riconfermato la coscienza storica della città al di là della sua evidente modernità, sostenendo ‘l’esaltazione di tali eccellenze’ e augurandosi per il prossimo anno la fine dei lavori anche a Sant’Angelo.

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Obiettivi primari la solitudine e l’emarginazione degli anziani https://www.lavoce.it/obiettivi-primari-la-solitudine-e-lemarginazione-degli-anziani/ Fri, 10 Oct 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3410 Un sigillo ufficiale dovuto e atteso quello dell’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione socio-culturale di volontariato “Casa Chiara” avvenuta sabato 4 ottobre, presso la sede stessa in piazza Mazzini a Bastia Umbra. Presenti, oltre al parroco don Francesco Fongo e ai vari gruppi parrocchiali, il vescovo mons. Sergio Goretti, il vicario mons. Orlando Gori, le autorità civili di Bastia, le associazioni e i presidenti dei vari gruppi di volontariato, la Pro loco e le forze dell’ordine. Definito e soddisfatto il punto di vista del presidente dell’Associazione Giorgio Giulietti.Quale significato assume questo momento per l’Associazione e per la comunità intera? “Era necessario che dopo otto anni dalla nascita e in particolare dopo i disagi del terremoto del ’97 l’Associazione avesse l’opportunità di assumersi un impegno ufficiale nei confronti della città con l’obiettivo di rianimare l’opinione intorno all’anziano, alla sua solitudine e alla sua emarginazione. La grande volontà troppo spesso violata e la saggezza dimenticata ‘dell’età grande’ hanno dato all’Associazione la possibilità di farsi strumento di riconferma della sua necessità nella società”.Qual è stato l’augurio delle Autorità civili e religiose? “Un augurio reale e sentito di stimolo e di sostegno fiducioso da parte di tutte le autorità. Un esempio, quello della nostra Associazione, di lotta contro la ‘povertà del pensiero’ ha sostenuto il Vescovo al quale è seguito l’intervento dell’assessore ai servizi pubblici Giorgio Antonini che ha assicurato un impegno volto alla cordinazione delle attività delle varie associazioni di volontariato, del quale tutti hanno sottolineato l’importanza e l’utilità pulita, da ogni forma di interesse”. Com’è strutturata la nuova sede? Ci sono state variazione nella composizione del Consiglio e nell’organizzazione interna? La nuova sede è costituita da due sale e un giardino. La prima è adibita a spazio ricreativo, la seconda è suddivisa in due piccoli vani, uno destinato all’incontro è allestito con un salotto e l’altro, che verrà utilizzato per le piccole adunanze e i gruppi di lavoro, prevede anche il posto per la presidenza e la segreteria. Per quanto riguarda l’organizzazione invece sono stati istituiti quattro settori: uno culturale, uno per le manifestazioni ricreative, un settore per l’azione caritativa e un ultimo aperto ai rapporti intergenerazionali di scambio operativo e di idee con i gruppi che operano all’interno della parrocchia, con particolare attenzione a quello giovanile del Centro S.Michele. Nessuna variazione invece per quanto riguarda il Consiglio”.Quali sono le prossime iniziative programmate dell’Associazione? “Domenica 12 ottobre una passeggiata sul Monte Subasio alla scoperta dei sentieri, domenica 26 ottobre invece ci sarà la gita al santuario di Fonte Avellana, mercoledì 19 novembre gita a Roma con udienza papale, sabato 29 ‘incontri con la medicina’ dove interverrà il prof. Senin, ed infine sabato 13 dicembre ci sarà la IX edizione di poesia e musica”.

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Sarà riaperta l’antica chiesa di San Paolo delle Badesse https://www.lavoce.it/sara-riaperta-lantica-chiesa-di-san-paolo-delle-badesse/ Fri, 03 Oct 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3394 L’11 ottobre alle 17 si terrà la riapertura, con messa solenne, dell’antica chiesa di San Paolo delle Badesse a Bastia Umbra. La cerimonia sarà presieduta dal vescovo mons. Sergio Goretti, il parroco ed il Sindaco con le autorità, e verranno consegnate simbolicamente le chiavi alle suore benedettine del complesso monastico di Sant’Anna. Molte le vicissitudini storiche di questo monastero benedettino: prima Castello di un conte rurale (sec. XI), poi roccaforte nelle guerre comunali tra Assisi e Perugia, quindi, possesso signorile restaurato dai Baglioni, infine proprietà dello Stato della Chiesa. Nel 1602 Clemente VII cede la rocca al comune con l’obbligo di trasformarla in monastero di clausura dell’ordine femminile di San Benedetto. La richiesta al Sindaco e allo stesso Vescovo, è stata fatta dalla badessa suor Cecilia, la quale ha voluto la cura della chiesa di San Paolo della Badesse. ‘Il motivo per cui abbiamo chiesto la consegna delle chiavi della chiesa di San Paolo – ci dice suor Cecilia – nasce dal forte legame storico che ci unisce alla figura di santa Chiara. Nella notte tra il 28-29 marzo 1211, la Santa per fuggire dai genitori che si opponevano ai suoi voti, si rifugia nella comunità delle benedettine. Quando vengono a riprenderla si aggrappa al cippo della chiesa e alla tovaglia dell’altare, si strappa il velo, mostrando, così, il taglio dei capelli, simbolo della nuova strada intrapresa. Per mantenere vivo questo momento storico e simbolico con santa Chiara, insieme ai momenti di preghiera vogliamo offrire anche cenni storici ai visitatori’. Suor Cecilia ci informa, inoltre, che a breve riprenderanno i corsi di ricamo. Un altro progetto futuro è quello di aprire al pubblico, in giorni prestabiliti, la biblioteca benedettina, con circa 10 mila volumi tra cui cinquecentine, molti libri di grande pregio, che vanno dal ‘600 all’ ‘800; le sale di consultazione sono già restaurate, ma la catalogazione è agli inizi. Dalle parole di suor Cecilia, insieme alla gioia del risultato ottenuto, trapela il bisogno di sensibilizzare la gente per il sostegno delle benedettine di Sant’Anna presenti nelle Filippine: un sostegno che può essere semplicemente l’adozione a distanza di bambini poveri, o sostegno alle novizie presenti nelle Filippine. Per informazioni: monastero delle benedettine di Sant’Anna, tel. 075/8001151.

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Uvisp e Cvs: due strutture al servizio degli immigrati https://www.lavoce.it/uvisp-e-cvs-due-strutture-al-servizio-degli-immigrati/ Fri, 19 Sep 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3361 Abbiamo già focalizzato la nostra attenzione sulla presenza extracomunitaria a Bastia; ora segnaliamo le strutture di soccorso per gli immigrati attive sul territorio comunale. L’Uvisp, con il suo Ufficio immigrati, che tratta circa 800 casi l’anno, ci fornisce informazioni sulle prestazioni offerte: riempire moduli e pratiche, recarsi in Questura, aggiornamenti sulle normative dell’immigrazione, ricerca di casa e lavoro, ascolto dei loro problemi. L’Uvisp cerca di tutelare ed integrare l’extracomunitario perché, rimarca la responsabile: ‘spesso, dietro all’aiuto a extracomunitari, si cela profit o clientelismo’. Si distribuiscono mobili e abiti, il martedì dalle 21 alle 23, mentre lo sportello per pratiche legali è in funzione il sabato dalle 9 alle 12. Padre Giorgio Roussos, il fondatore, dichiara che l’ostacolo maggiore per l’integrazione, è la mentalità: ‘Gli immigrati hanno difficoltà a comprendere la mentalità degli italiani così frenetica, c’è un abisso culturale, inoltre c’è il bisogno primario della casa, per il caro affitti’. Altra struttura è il Cvs (Centro volontariato sociale), presente a Bastia, dove ci spiegano: ‘Gli extracomunitari che hanno particolari necessità e bisogno d’aiuto vengono da noi seguiti per tre mesi con distribuzione di alimenti, vestiti e la ricerca di una casa e un lavoro’. Grazie ad alcuni pediatri, il centro ottiene latte e alimenti per la prima infanzia e visite gratuite per i bambini. Il Cvs rileva la difficoltà di inserimento nel mondo lavorativo per gli uomini, le domande sono per lo più per badanti o assistenti, la manodopera maschile non è richiesta! L’Ufficio della Cittadinanza del Comune di Bastia Umbra (Assessorato ai Servizi sociali), offre agli extracomunitari gli stessi servizi e diritti che appartengono anche al cittadino italiano, si erogano servizi essenziali di primo livello, prestazioni come informazioni, accompagnamento ed orientamento per i servizi presenti sul territorio a disposizione di tutti i cittadini, segue le problematiche di lavoro e socio-economiche più difficili. Gli immigrati, in possesso della carta di soggiorno, possono usufruire del beneficio ministeriale dell’assegno di maternità: se ne deve fare richiesta entro i primi sei mesi di vita del bambino, l’assegno di sostegno è valido anche per chi ha più di tre figli. Segnaliamo due leggi per l’agevolazione e l’integrazione degli extracomunitari all’interno del territorio. La 285 del ’97 concernente una politica sociale mirata a interventi socio-educativi per l’infanzia e l’adolescenza. Infatti, a Bastia abbiamo centri di aggregazione, laboratori e spazi adibiti all’animazione. Invece la 286 del ’98, dà un sostegno linguistico ai minori immigrati, dalle materne alle superiori per l’apprendimento corretto della lingua. ‘Serve uno sforzo di collaborazione, anche di chi ha un locale sfitto che gente bisognosa potrebbe abitare: perché è un’amara realtà quella dei poveri che dormono sotto i ponti’ – è il triste congedo di padre Giorgio.

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Vacanze ‘rigeneranti’ estive in montagna https://www.lavoce.it/vacanze-rigeneranti-estive-in-montagna/ Fri, 08 Aug 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3321 E’ terminato lo scorso 31 luglio il periodo di ‘vacanze estive in montagna’ iniziato il 19 luglio che l’Associazione socio-culturale di volontariato Casa Chiara insieme alla parrocchia di Bastia e quest’anno anche di Viole di Assisi ha offerto a famiglie, anziani, giovani e gruppi. Circa 83 i partecipanti che hanno trascorso un periodo di ‘rigenerante’ riposo nella Val di Sole a Folgarida a 1300 metri di altitudine. Un’esperienza sempre molto ‘positiva’ dice il segretario dell’Associazione Casa Chiara Benito Piccardi, vissuta nella pienezza di uno spirito fraterno che ha scandito le dense giornate passate alla scoperta del generoso paesaggio dense di meraviglie naturali e arricchite da momenti ludici che hanno favorito la conoscenza tra i partecipanti e da appuntamenti di preghiera costanti e intensi. Una linea e un intento, quello di questo tipo di esperienza, che ha lasciato in coloro che vi hanno aderito un concreto e forte sentimento di unione duraturo e che caratterizza tutte le attività promosse e sostenute dall’ Associazione. Prossimi inoltre nel fitto calendario della stessa associazione sono da ricordare: l’appuntamento religioso della celebrazione della messa in suffragio di Chiara Petrini Mancinelli, benefattrice di Casa Chiara che si terrà il prossimo lunedì 11 agosto alle ore 19 presso la chiesa parrocchiale di S. Michele nel corso del quale verranno ricordati anche i soci e i familiari di questi, defunti nel periodo che va dall’11 agosto 2002 al 10 agosto 2003, e il momento più atteso nella scala degli appuntamenti, quello dell’inaugurazione della nuova sede per il giorno 4 ottobre.

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‘Il mio Marco al campo scout’ https://www.lavoce.it/il-mio-marco-al-campo-scout/ Fri, 01 Aug 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3306 L’autismo è un disturbo dello sviluppo neurologico che impedisce a chi ne è affetto di interagire in maniera adeguata con le persone e con l’ambiente. Detto così il tutto si riduce a una spiegazione gelida e distante, né possono essere poche parole a descrivere un problema così grande e misterioso come quello dell’autismo. Chiediamo spiegazione alla madre di un ragazzo autistico, Paola Carnevali Valentini referente dell’Angsa nella zona di Bastia Umbra. L’ ‘Angsa’ (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) è stata fondata nel 1985 grazie a un gruppo di genitori di soggetti autistici, ed è la più grande associazione italiana presente in tutte le regioni. In Umbria ci sono 60 iscritti, ed esistono tre sedi, quella centrale a Gubbio, quella di Bastia Umbra, e a Foligno, ma ad esempio mancano completamente bacini di utenza a Città di Castello e Terni. Paola ha tre figli Andrea, Pietro e Marco, 17 anni, affetto d’autismo. Paola spiega quanto sia importante seguire sin dall’inizio questi ragazzi con metodi comprovati, ma anche disparati, dato che la ricerca scientifica brancola ancora nel buio. Ma, se le terapie e i metodi non riescono ancora a far luce sulla complessità del problema, è proprio la forza e l’energia dei genitori che spinge il desiderio di conoscenza di questo enigma che è l’autismo. Marco è una ragazzo pieno di vita, fa nuoto, basket, e frequenterà il terzo anno di ragioneria. ‘E’ da sfatare – come ci dice lei – la distorta concezione del ragazzo autistico che si barrica dentro la sua corazza senza voler interagire con gli altri’. Il 3 agosto, Marco andrà a Spoleto con il campo scouts nazionale, e questo è merito degli scouts di Assisi che hanno sempre saputo seguire Marco con spontaneità. Leggendo la relazione ‘Angsa in Umbria’, che Paola ci consegna, notiamo che pur essendo operativa solo da tre anni ha realizzato corsi di formazione per insegnanti, operatori e genitori sulle varie metodologie di approccio all’autismo, formazione di personale altamente qualificato del metodo Lovaa, supporto assiduo e costante alle famiglie sotto ogni aspetto del problema autismo. Ma ‘il da fare è ancora molto, anche se un genitore è sempre disposto a lottare per il bene dei propri figli’. Per informazioni: Angsa di Bastia Umbra – Tel.075-800.4395 – solo il lunedì e venerdì dalle 18.00/20.00.

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‘Mettere a disposizione degli altri i doni che Dio mi ha fatto’ https://www.lavoce.it/mettere-a-disposizione-degli-altri-i-doni-che-dio-mi-ha-fatto/ Fri, 25 Jul 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3291 Dal 28 luglio al 31 agosto parte il ‘Campo Missionario’ organizzato dalla diocesi presso il villaggio di Kasumo, in Tanzania. Tra coloro che vi prenderanno parte, anche un giovane informatore medico scientifico di Bastia, Fabio Zampa. Fabio qual è la motivazione che ti ha spinto a fare questa scelta? ‘Il desiderio di fare un’esperienza che possa incidere non solo nella mia vita di uomo, ma anche in quella di cristiano. Alla curiosità di conoscere una realtà che ogni giorno ci viene proposta dai mezzi di comunicazione di massa si accosta la volontà di mettere al servizio dei più bisognosi i doni che Dio mi ha fatto’. Quale sarà il contributo pratico che darai all’interno di questo campo missionario? ‘A Kasumo è in atto un progetto di costruzione di una scuola primaria e secondaria: la primaria è stata completata. Il campo è volto al completamento della scuola secondaria, affidato a persone competenti che noi affiancheremo nei lavori. Inoltre incontreremo la gente del villaggio e il parroco della parrocchia di Kasumo con i quali condivideremo momenti di vita quotidiana’. La scelta di questa esperienza non ha generato in te la paura di un cambiamento forte? ‘No, perché credo che la mia scelta non sia verso un’esperienza di volontariato sociale ma verso una prova di carità fatta nel completo affidamento al sentimento che ho verso Dio. Non posso aver paura della opere che Dio compirà in me attraverso questo momento che sarà anche di discernimento per la mia vocazione’. Come pensi di vivere al tuo rientro il bagaglio di scoperte che porterai in te? Quali saranno gli impegni che ti prenderai nei confronti di te stesso e degli altri? ‘Vorrei cercare di vivere la mia vita in pienezza non arrivando a disprezzare le cose che abbiamo ma accettarle e imparare ad usarle. Vivere nella nostra società non ripudiandola ma penetrarla con i valori profondi di cristiano. Cercare l’essenziale avendo una maggiore consapevolezza quindi del superfluo. Mi aspetto di portare nella mia vita e nella realtà della parrocchia una testimonianza, di volontà. Oggi non siamo noi a gestire il tempo ma è il tempo che ci gestisce. A volte sembra che certi problemi siano oggettivamente insormontabili, in realtà se si ha il forte desiderio di fare qualcosa di importante e di utile, Dio li renderà superabili’.

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Settanta bambini dalla Bielorussia per le ‘vacanze terapeutiche’ https://www.lavoce.it/settanta-bambini-dalla-bielorussia-per-le-vacanze-terapeutiche/ Thu, 17 Jul 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3274 Hanno in parte già raggiunto le famiglie ospitanti i bambini e giovani della Bielorussia che vengono accolti nelle case di quanti aderiscono all’associazione onlus ‘Diritto alla Vita. Pro bambini di Chernobyl’. Nata nel 2001, questa prende le mosse dalla già operante ‘Città di Bastia. Pro bambini di Chernobyl’: associazione di volontariato costituitasi nell’ottobre 1994 a seguito dell’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale di realizzare vacanze terapeutiche per giovanissimi provenienti dalle zone limitrofe alla centrale nucleare russa scenario del disastro del 1986. ‘Abbiamo raggiunto risultati significativi anche dal punto di vista numerico ‘ ci spiega l’attuale presidente Giovanni Susta ‘ e dai 22 ragazzi ospitati nella prima estate siamo passati a 70. Un dato destinato ad aumentare se la sensibilizzazione continuerà a diffondersi tra i diversi centri umbri. Al momento aderiscono volontari della vicina Assisi, ma anche di Umbertide e di Città di Castello come pure di Cascia; qui, in particolare, un convento di suore si è aperto all’iniziativa ospitando tredici ragazzi con i loro accompagnatori’. Cosa si intende per vacanza terapeutica? ‘La modalità del soggiorno per bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni comporta un’attenzione particolare verso le loro condizioni di salute. Le affezioni più comunemente diffuse riguardano il mal funzionamento della tiroide, l’epatite e le allergie; non solo tra chi era già nato al momento del disastro nucleare, ma anche tra quanti sono venuti alla luce anni dopo, destinati a vivere in quel territorio. Dalla semplice analisi delle urine è emerso come in un solo mese di soggiorno nelle nostre case alcuni bambini abbiano registrato un decremento del 60% del tasso di radioattività: un dato che ci fa rendere ancora più operosi nella diffusione dell’iniziativa promossa dalla nostra associazione. Fino ad alcuni anni fa il visto turistico non consentiva l’assistenza sanitaria; l’eventuale somministrazione di cure era a discrezione del medico. Grazie anche all’impegno di sensibilizzazione operato dal nostro Comitato, nel 2002 la Regione Umbria ha adottato una normativa che la pone all’avanguardia nel panorama nazionale avendo deliberato che i soggetti ospitati per vacanze a scopo terapeutico abbiano come medico quello curante della famiglia che li accoglie’. Agite autonomamente? ‘Non completamente. Il Comitato fa parte del Forum che opera a livello nazionale e che è costituito da venti associazioni diffuse in tutta la penisola, di cui ben quattro presenti in Umbria. Ogni anno si riesce così a garantire una vacanza terapeutica tutta italiana per circa 1.400-1.500 bambini della Bielorussia, 4/5 dei quali provengono da istituti dove vivono perché orfani o perché ai genitori è stata tolta la patria potestà. La popolazione della Bielorussia è di circa 12.000.000 di abitanti; oggi, 17 anni dopo l’evento di Chernobyl, sono 27.000 i bambini annualmente ospitati per lo più in Italia, Spagna, Germania, Francia, Inghilterra e Norvegia, ma anche oltre oceano. L’associazione si sostiene grazie a piccoli contributi offerti dalla Pubblica amministrazione oltre che con le tessere di iscrizione (per sostenitori o per soci ordinari) e con aiuti offerti dai volontari. Oltre al soggiorno, previsto per 3 mesi all’anno (2 nel periodo estivo e 1 in quello invernale), le famiglie sostengono le spese di viaggio pari a circa 350 euro. Dal 2000 il Comitato ha poi creato un Gruppo famiglia presso la struttura dell’asilo di Petrignano di Assisi: qui vengono ospitati 10-12 bambini coi loro accompagnatori; si tratta generalmente di giovani già venuti presso famiglie locali che hanno momentanea difficoltà ad accoglierli presso le proprie abitazioni o di bambini che hanno malattie da tenere sotto controllo. E’ il Comitato a sostenerne le spese di viaggio e di soggiorno’.

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Progetto “Rainbow”: non per carità ma per giustizia https://www.lavoce.it/progetto-rainbow-non-per-carita-ma-per-giustizia/ Fri, 11 Jul 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3258 Si incarna nel servizio all’interno del “Progetto Rainbow” (arcobaleno) la vocazione di Nadia Bizzotto, vicentina da quattro anni residente a Bastia Umbra. A una carriera di successo accompagnata da un profondo vuoto interiore e da un grave incidente d’auto che – come dice lei stessa – le ha fatto “meritare la carrozzina”, è seguito l’incontro con don Oreste Benzi e la comunità Papa Giovanni XXIII prima e con la città serafica poi. Il Progetto nasce dall’amara constatazione di un disastro umanitario in atto: nel mondo 40 milioni di persone sono affette da Aids.

Tra i paesi africani lo Zambia detiene un duplice triste primato: il 30% della popolazione ha contratto il virus; la nazione ha il più alto numero di orfani dell’Hiv, con 1.600.000 minorenni su 9 milioni e mezzo di abitanti senza padre, madre o privi di entrambi i genitori (dati del 2001).L’Africa tutta, sconvolta dal colonialismo cui ha fatto seguito la colonizzazione economica e una globalizzazione che non tende a un’equa ridistribuzione delle risorse ma si concretizza nel più grave atto di pirateria internazionale mettendo al centro la massimizzazione del profitto detenuto nelle mani dei pochi al potere, muore. Di fame. Di Aids. “Dare una mano è possibile!”.

È così sintetizzabile lo spirito che anima il progetto il cui modello di intervento multisettoriale sperimentato in Zambia viene ora impiantato anche in Tanzania, Kenia e Romania. Ci si muove verso il potenziamento di ciò che già è presente nel territorio e verso la creazione di ciò che manca: 44 organizzazioni zambiane costituiscono attualmente il veicolo dell’azione di Rainbow. Due gli aspetti inscindibili di qualsivoglia intervento: la risposta al bisogno e la rimozione delle cause che lo determinano.

Secondo queste finalità vengono impostati i centri nutrizionali e quelli di ascolto, i gruppi di sostegno e di autosviluppo, il supporto scolastico, le case famiglia di pronto soccorso, l’info team (per l’azione di sensibilizzazione e di informazione sia a livello dei media che a livello politico). “Help us to help” (Aiutaci ad aiutarli) è il nome dell’associazione costituitasi in Umbria e che vede l’affiancarsi, nel territorio nazionale, di numerosi gruppi di supporto al progetto con finalità di sensibilizzazione e di raccolta fondi. Sono circa una trentina le persone che, accanto a Nadia e a Padre Emidio Alessandrini ofm, ne fanno parte nel nostro circondario. Chi volesse saperne di più può consultare il sito internet www.rainbowprojectinternational.org all’interno del quale può iscriversi anche alla mailing list per essere informato di iniziative ed eventi.

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50 pellegrini di Bastia a Lourdes https://www.lavoce.it/50-pellegrini-di-bastia-a-lourdes/ Thu, 03 Jul 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3243 Non ci sono parole per definire l’esperienza meravigliosa, ricca di significato: il pellegrinaggio al santuario della Madonna di Lourdes, vissuta da numerose persone di Bastia Umbra; sono state in cinquanta, tra i pellegrini, i malati e il personale di assistenza, partiti in treno da Perugia nel pomeriggio di martedì 17 giugno fino a lunedì 23. Tra i presenti, lo stesso parroco di Bastia Umbra, il quale si è definito soddisfatto e contento per la prima volta partito con questo comitato. Entusiasti, rinnovati e fiduciosi, è ciò che si è potuto constatare nei volti delle persone che hanno preso parte a questa intensa esperienza di profonda religiosità in particolare in coloro che abbiamo sentito, una ragazza ed una signora. Quest’ultima è rimasta davvero emozionata nel vedere la devozione degli innumerevoli pellegrini giunti da ogni parte del mondo per visitare la grotta di Massebielle, luogo in cui la Madonna apparve a Marie Bernarde de Soubirous nel 1858. Nella ragazza, la quale fa parte ormai da molto tempo del personale assistente, abbiamo notato dalle sue parole, quanta volontà ed impegno mette nel suo operato verso coloro che sono bisognosi d’aiuto. Un vissuto indimenticabile sia per gli ammalati sia per quelli che desiderano riscoprire o rafforzare il mistero della fede, una meta, dei luoghi che hanno fatto riflettere e comprendere su alcuni valori indispensabili per ogni essere umano: l’amore fraterno verso chi è meno fortunato, la riscoperta dei contatti umani e la fede in Gesù Cristo. Arrivati a questo punto non possiamo dimenticare che è stata l’Unitalsi ad organizzare il pellegrinaggio e che proprio quest’anno celebra il suo giubileo centenario. Un pellegrinare che ha coinvolto questa volta circa 1.000 persone in tutta l’Umbria, tutti partiti da Perugia; infatti l’associazione ecclesiale ha i suoi responsabili nella regione, i quali a loro volta si sono organizzati per far sì che questo e gli altri pellegrinaggi possano essere importanti nel cammino di fede per la vita di ogni credente.

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