VIA DEL FORTE Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/rubriche/tefo/ Settimanale di informazione regionale Wed, 29 Jul 2015 12:44:44 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg VIA DEL FORTE Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/rubriche/tefo/ 32 32 Il biologico come passo successivo allo sviluppo della montagna https://www.lavoce.it/il-biologico-come-passo-successivo-allo-sviluppo-della-montagna/ Thu, 06 Dec 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2108 Il settore biologico si sta palesando in tutta Europa e in Italia molto vivace e in rapida evoluzione, sia nel settore delle produzioni che in quello della zootecnia. Sta diventando sempre più una questione di assoluta priorità, non solo per i suoi promotori, agricoltori ed allevatori, ma anche per gli stessi consumatori, che chiedono di accelerare i tempi per soddisfare una domanda notevolmente superiore all’offerta.Intorno a questi temi di grande attualità si sono confrontati allevatori e agricoltori della Valnerina che, numerosi, hanno partecipato il 29 novembre a Norcia, presso il palazzo municipale al seminario: “Zootecnia biologica: una prospettiva per la Valnerina”. L’incontro, organizzato da Confagricoltura, con il patrocinio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Perugia, e la partecipazione di Vito Capozzoli, direttore dell’unione provinciale agricoltori di Perugia, è servito a fare il punto sui metodi di conduzione dell’allevamento biologico, soprattutto a seguito dell’applicazione del regolamento europeo 1804/’99 sulle linee di attuazione per le produzioni animali biologiche. Il biologico è possibile, specialmente in Valnerina; il passaggio da convenzionale a biologico in molte aziende può essere considerata la naturale conseguenza dello sviluppo di questo territorio che, già attualmente, fa dell’agricoltura biologica un punto forza della propria economia. Questa la tesi sostenuta dal dottor Mariano Pauselli, del dipartimento di scienze zootecniche dell’Università di Perugia, per il quale “il metodo biologico non può che essere il passo successivo allo sviluppo di questa zona montana”.”I dati, che parlano di 158 allevamenti da latte in Valnerina, di cui l’80% bovini ed ovini, con una produzione di latte annua pari a 70 tonnellate – ha enunciato – testimoniano che ci troviamo di fronte ad allevamenti di piccole dimensioni, il cui impatto biologico, però, rispetto agli allevamenti di pianura di tipo intensivo, è sicuramente minore. A sostegno di queste elevate potenzialità, il passaggio al biologico potrebbe essere accelerato semplicemente rispettando una serie di accorgimenti in più, come il miglioramento della qualità dei foraggi (ottimizzandone i sistemi di raccolta e conservazione), la correzione delle razioni (magari usando anche scarti di lavorazione dei prodotti biologici per uso umano come le lenticchie e il farro), l’adeguamento delle stabulazioni (in maniera tale che queste siano rispondenti alle esigenze biologiche e etologiche degli animali, come la libertà di movimento), la riconsiderazione del pascolo nella tecnica di allevamento e la costituzione di una rete comprensoriale di produttori di concentrati semplici biologici”. Sensibili incentivi allo sviluppo del settore biologico, inoltre, arriveranno dallo stesso piano di Sviluppo rurale 2000-2006 della Regione Umbria. “L’adesione al biologico – ha affermato la dottoressa Enrica Berna – porta al beneficio di contributi. Tutti i titolari delle aziende biologiche e in conversione, ma che abbiano presentato entro il 10 novembre dell’anno precedente a quello di riferimento notifica di attività con metodo biologico, potranno richiedere contributi. La scadenza per la presentazione delle domande è stata fissata al 21 gennaio prossimo”.

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CON LO STATUTO I “PALAZZI” SI RIAVVICINANO https://www.lavoce.it/con-lo-statuto-i-palazzi-si-riavvicinano/ Fri, 06 Jul 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1172 Lo statuto della Regione è quella cosa che, intanto, costringe i politici a parlare di politica. E in Umbria non è poco. Pensare che si è dovuto aspettare più di un anno per sentire i trenta consiglieri regionali argomentare a Palazzo Cesaroni su questioni “tutte politiche”, e non su passaggi di gruppo o “poltrone” da riempire, è in parte sconsolante ed in parte incoraggiante. Incoraggiante, sì, perché quando, come nel dibattito di lunedì e martedì scorso, l’assemblea si è dovuta occupare del programma ei lavori della commissione chiamata a redigere la nuova “carta fondante” della Regione, il livello del confronto è stato alto, conforme all’importanza dell’argomento. Questo per molti motivi: il primo è che il presidente dell’assemblea, il popolare Liviantoni, alle cadute di tono proprio non si rassegna, a costo di continui ed assillanti richiami ai colleghi. Valga per tutti come esempio l’aver preteso dalla governatrice Lorenzetti che si discutesse in aula dell’aggressione all’assessore Grossi. La governatrice stessa non si è tirata indietro, consapevole com’è che la sua altrettanto assillante sollecitazione al “gioco di squadra” per il bene dell’Umbria subirebbe un’ispiegabile, contraddittoria ed autolesionistica smentita se a restare fuori dal “gioco” fosse la massima assemblea elettiva per mano proprio dell’esecutivo. I “palazzi”, dunque, si riavvicinano: per il nuovo statuto, per il bene dell’ Umbria.

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MATTONATE, AGGRESSIONI: E LA POLITICA? https://www.lavoce.it/mattonate-aggressioni-e-la-politica/ Fri, 29 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1678 Mattonate, aggressioni: è la politica? Mah! C’è chi specula sul mattone (e la novità dov’è?) e chi sull’inchiesta sul mattone: politicamente, s’intende. Ma il mattone porta lavoro, che è sempre socialmente utile. Specie a chi lavora.E se un lavoratore è “socialmente utile”, perché non lavora? Però non è dando lavoro ai medici prima ed ai carabinieri poi che si cambiano le cose. Già: cambiare le cose. Pare facile. C’è stato un tempo in cui i politici (e la politica) lo facevano. Adesso è un po’ più difficile. Fino a 15 anni fa, di lavoratori più o meno socialmente utili non ne circolavano in Umbria: erano già stati assunti da qualche parte. Ora ce ne sono, e sono combattivi. E se non è bastata la grande massa di denaro pubblico affluita in Umbria per il dopo terremoto a creare, in Umbria, posti di lavoro, cosa ci si può aspettare ancora? Nel frattempo l’Istat ci dice che l’Umbria invecchia, che aumentano gli extracomunitari e gli incidenti stradali, che si consuma troppa acqua per irrigare mais e tabacco, che ci sono meno letti negli ospedali e più anziani nelle famiglie. Anziani, tanti, hanno fatto una megafesta a Perugia per dire che vecchi, prima o poi, si diventa tutti. Da non credere.

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MATTONATE, AGGRESSIONI: E LA POLITICA? https://www.lavoce.it/mattonate-aggressioni-e-la-politica-2/ Fri, 29 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1880 Mattonate, aggressioni: è la politica? Mah! C’è chi specula sul mattone (e la novità dov’è?) e chi sull’inchiesta sul mattone: politicamente, s’intende. Ma il mattone porta lavoro, che è sempre socialmente utile. Specie a chi lavora.E se un lavoratore è “socialmente utile”, perché non lavora? Però non è dando lavoro ai medici prima ed ai carabinieri poi che si cambiano le cose. Già: cambiare le cose. Pare facile. C’è stato un tempo in cui i politici (e la politica) lo facevano. Adesso è un po’ più difficile. Fino a 15 anni fa, di lavoratori più o meno socialmente utili non ne circolavano in Umbria: erano già stati assunti da qualche parte. Ora ce ne sono, e sono combattivi. E se non è bastata la grande massa di denaro pubblico affluita in Umbria per il dopo terremoto a creare, in Umbria, posti di lavoro, cosa ci si può aspettare ancora? Nel frattempo l’Istat ci dice che l’Umbria invecchia, che aumentano gli extracomunitari e gli incidenti stradali, che si consuma troppa acqua per irrigare mais e tabacco, che ci sono meno letti negli ospedali e più anziani nelle famiglie. Anziani, tanti, hanno fatto una megafesta a Perugia per dire che vecchi, prima o poi, si diventa tutti. Da non credere.

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“FOLIGNIZZARE” PIÈ FACILE CHE “UMBRIZZARE” https://www.lavoce.it/folignizzare-pie-facile-che-umbrizzare/ Fri, 22 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1660 Per fortuna che la presidente della Regione è di Foligno. Chi l’accusa di aver voluto vicino a sé in giunta ed in altri posti chiave della “macchina” regionale suoi concittadini ha avuto buon gioco, dal punto di vista lessicale e fonetico, nel coniare il neologismo “folignizzare” (e suoi derivati, come “folignizzazione” , “folignizzato” , “folignamento” ecc.). E se la sanguigna Lorenzetti fosse nata, che so, a Città di Castello, a Scheggia e Pascelupo, o a Montecastello Vibio? Avendo vicino assessori del suo stesso borgo natio, qualcuno avrebbe parlato di “cittadicastellizzazione” dell’Umbria? Fuori dai giochi ortografici, il succo (più o meno politico) è un altro: l’Umbria dei territori, dei campanili, delle parrocchie (con e senza virgolette) anche nel nuovo Millennio sembra fare premio su tutto il resto. Su tutti i discorsi riguardanti il “mettersi in rete” , su tutte le sollecitazioni (che la stessa presidente continua a riproporre) sulla necessità del “gioco di squadra”. Perché siamo piccoli, e con il federalismo rischiamo di rimpicciolire ulteriormente. Non sarebbe quindi il caso di “Umbrizzarla”, questa nostra gracile regione?

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“FOLIGNIZZARE” PIÈ FACILE CHE “UMBRIZZARE” https://www.lavoce.it/folignizzare-pie-facile-che-umbrizzare-2/ Fri, 22 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1862 Per fortuna che la presidente della Regione è di Foligno. Chi l’accusa di aver voluto vicino a sé in giunta ed in altri posti chiave della “macchina” regionale suoi concittadini ha avuto buon gioco, dal punto di vista lessicale e fonetico, nel coniare il neologismo “folignizzare” (e suoi derivati, come “folignizzazione” , “folignizzato” , “folignamento” ecc.). E se la sanguigna Lorenzetti fosse nata, che so, a Città di Castello, a Scheggia e Pascelupo, o a Montecastello Vibio? Avendo vicino assessori del suo stesso borgo natio, qualcuno avrebbe parlato di “cittadicastellizzazione” dell’Umbria? Fuori dai giochi ortografici, il succo (più o meno politico) è un altro: l’Umbria dei territori, dei campanili, delle parrocchie (con e senza virgolette) anche nel nuovo Millennio sembra fare premio su tutto il resto. Su tutti i discorsi riguardanti il “mettersi in rete” , su tutte le sollecitazioni (che la stessa presidente continua a riproporre) sulla necessità del “gioco di squadra”. Perché siamo piccoli, e con il federalismo rischiamo di rimpicciolire ulteriormente. Non sarebbe quindi il caso di “Umbrizzarla”, questa nostra gracile regione?

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IL COMUNISMO DALLE MASSE ALLE BIOMASSE https://www.lavoce.it/il-comunismo-dalle-masse-alle-biomasse/ Fri, 15 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1643 Il comunismo in Umbria è passato dalle masse alle biomasse. Dalla falce e martello alla quercia, e non è bastato: ormai il nuovo simbolo del maggior partito della sinistra è il compost. Ma il compost (elemento base per far funzionare le centrali energetiche a biomasse) dal punto di vista grafico come viene? elettoralmente è un simbolo che può riacchiappare le masse? Certo, non quelle centinaia di spoletini che la centrale di Santo Chiodo proprio non la digeriscono. E la Lorenzetti, presidente decisionista della Regione, ha affrontato le masse (spoletine) agitate come non mai con piglio degno di miglior sorte: come dire, ”ve la prendete con me, ma io che c’entro?”. Il problema (della sinistra) sta tutto qui: non “c’entra” più. Non riesce più, cioè, a gestire, a guidare, a governare i “processi di trasformazione” (qui il politichese è d’obbligo). La “torta” in Umbria si è ristretta, con il federalismo diventerà un tramezzino, non ci sarà più trippa per gatti: e allora il consenso come si costruirà. Col compost? “Biomasse e potere”, potrebbe essere il nuovo titolo per un saggio sulla sinistra in Umbria. Stramaccioni, autoriconfermatosi segretario diessino, che ne pensa?

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IL COMUNISMO DALLE MASSE ALLE BIOMASSE https://www.lavoce.it/il-comunismo-dalle-masse-alle-biomasse-2/ Fri, 15 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1845 Il comunismo in Umbria è passato dalle masse alle biomasse. Dalla falce e martello alla quercia, e non è bastato: ormai il nuovo simbolo del maggior partito della sinistra è il compost. Ma il compost (elemento base per far funzionare le centrali energetiche a biomasse) dal punto di vista grafico come viene? elettoralmente è un simbolo che può riacchiappare le masse? Certo, non quelle centinaia di spoletini che la centrale di Santo Chiodo proprio non la digeriscono. E la Lorenzetti, presidente decisionista della Regione, ha affrontato le masse (spoletine) agitate come non mai con piglio degno di miglior sorte: come dire, ”ve la prendete con me, ma io che c’entro?”. Il problema (della sinistra) sta tutto qui: non “c’entra” più. Non riesce più, cioè, a gestire, a guidare, a governare i “processi di trasformazione” (qui il politichese è d’obbligo). La “torta” in Umbria si è ristretta, con il federalismo diventerà un tramezzino, non ci sarà più trippa per gatti: e allora il consenso come si costruirà. Col compost? “Biomasse e potere”, potrebbe essere il nuovo titolo per un saggio sulla sinistra in Umbria. Stramaccioni, autoriconfermatosi segretario diessino, che ne pensa?

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POLO SENZA RONCONI: ADESSO CHI “GUIDA”? https://www.lavoce.it/polo-senza-ronconi-adesso-chi-guida-2/ Fri, 08 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1829 Polo “orfano” di Ronconi in consiglio regionale. Il rieletto senatore del Ccd per un anno ha guidato da par suo (cioè con grinta, per usare un eufemismo) l’opposizione in Consiglio regionale, riproponendo spesso in aula quel “testa a testa” con la Lorenzetti che, da candidato presidente, aveva contrassegnato la campagna elettorale per la Regione. Ronconi non ha ancora optato per Palazzo Madama (ma lo farà, certo che lo farà) che già nel centro destra si è scatenata la bagarre per la successione al suo ruolo di “capo” dell’opposizione. Dita platealmente alzate non se ne vedono, ma tutti, dicasi tutti si sentono in grado di ricoprire l’incarico. Tutti, meno uno: il Ccd Sebastiani, che in un saggio intervento ha sottolineato che sarà il valore di ciascuno a decretare la sua eventuale leadership. Saggio, forse troppo: Sebastiani rischia di non farlo, il capo dell’opposizione.

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POLO SENZA RONCONI: ADESSO CHI “GUIDA”? https://www.lavoce.it/polo-senza-ronconi-adesso-chi-guida/ Fri, 08 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1627 Polo “orfano” di Ronconi in consiglio regionale. Il rieletto senatore del Ccd per un anno ha guidato da par suo (cioè con grinta, per usare un eufemismo) l’opposizione in Consiglio regionale, riproponendo spesso in aula quel “testa a testa” con la Lorenzetti che, da candidato presidente, aveva contrassegnato la campagna elettorale per la Regione. Ronconi non ha ancora optato per Palazzo Madama (ma lo farà, certo che lo farà) che già nel centro destra si è scatenata la bagarre per la successione al suo ruolo di “capo” dell’opposizione. Dita platealmente alzate non se ne vedono, ma tutti, dicasi tutti si sentono in grado di ricoprire l’incarico. Tutti, meno uno: il Ccd Sebastiani, che in un saggio intervento ha sottolineato che sarà il valore di ciascuno a decretare la sua eventuale leadership. Saggio, forse troppo: Sebastiani rischia di non farlo, il capo dell’opposizione.

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STRAMACCIONI LASCIA IL BOTTEGONE: E ORA? https://www.lavoce.it/stramaccioni-lascia-il-bottegone-e-ora-2/ Fri, 01 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1812 Gad saluta Stramaccioni, non più segretario diessino perché eletto a Montecitorio. In molti corsivi l’ha chiamato il “timoniere” della Quercia umbra. perché questo è stato, Alberto Stramaccioni, per tanti anni: il “grande teorizzatore” delle strategie politiche del Pci prima, del Pds poi, fino agli attuali Ds. Un “timoniere” con un consenso largo dentro il partito, ma anche con molti nemici. Perché se l’uomo è spigoloso, il politico lo è ancora di più. Però conosce i suoi “polli”, e sa che cedevolezze “alla Moratti” (presidente buonista dell’Inter) rovinerebbero la “squadra” (infatti, basta guardare come va l’Inter…). Stramaccioni si è trovato a gestire una fase politica in cui, venendo meno gli ideologismi, anche nel suo pur disciplinato partito la tendenza a far prevalere i personalismi è stata straripante. Ha cercato di non farsi travolgere, Stramaccioni, da questa ondata, e questo non gli ha certo fatto aumentare le simpatie. Quindi più di un diessino sarà contento del fatto che ora vada a fare il parlamentare. Lui lo sarà? Adesso lascia la segreteria: a chi? Gà il fatto che nomi ne girino tanti, per sostituirlo, indica che in realtà un sostituto “vero” non c’è. E questo la dice lunga sulla situazione interna al partito di maggioranza.

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STRAMACCIONI LASCIA IL BOTTEGONE: E ORA? https://www.lavoce.it/stramaccioni-lascia-il-bottegone-e-ora/ Fri, 01 Jun 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1610 Gad saluta Stramaccioni, non più segretario diessino perché eletto a Montecitorio. In molti corsivi l’ha chiamato il “timoniere” della Quercia umbra. perché questo è stato, Alberto Stramaccioni, per tanti anni: il “grande teorizzatore” delle strategie politiche del Pci prima, del Pds poi, fino agli attuali Ds. Un “timoniere” con un consenso largo dentro il partito, ma anche con molti nemici. Perché se l’uomo è spigoloso, il politico lo è ancora di più. Però conosce i suoi “polli”, e sa che cedevolezze “alla Moratti” (presidente buonista dell’Inter) rovinerebbero la “squadra” (infatti, basta guardare come va l’Inter…). Stramaccioni si è trovato a gestire una fase politica in cui, venendo meno gli ideologismi, anche nel suo pur disciplinato partito la tendenza a far prevalere i personalismi è stata straripante. Ha cercato di non farsi travolgere, Stramaccioni, da questa ondata, e questo non gli ha certo fatto aumentare le simpatie. Quindi più di un diessino sarà contento del fatto che ora vada a fare il parlamentare. Lui lo sarà? Adesso lascia la segreteria: a chi? Gà il fatto che nomi ne girino tanti, per sostituirlo, indica che in realtà un sostituto “vero” non c’è. E questo la dice lunga sulla situazione interna al partito di maggioranza.

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MA LA SCONFITTA AL CENTRO SINISTRA NON INSEGNA NIENTE? https://www.lavoce.it/ma-la-sconfitta-al-centro-sinistra-non-insegna-niente-2/ Fri, 25 May 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1795 In Umbria il centro sinistra ha vinto, nei numeri, ma ci ha messo due giorni a perdere la faccia. Al primo Consiglio regionale utile dopo le elezioni, la compagine ancora maggioritaria in Umbria ha dato sfoggio di ritrovata saldezza (chissà, pensando anche al non più agevole confronto con un Governo nazionale non più omologo) approvando a spron battutto e con reiterari autoincensamenti una legge (buona, in effetti) a tutela dei cittadini sul fronte elettrosmog. Questo è avvenuto lunedì 21 maggio. Martedì mattina l’assemblea è tornata a riunirsi, ed è cascato subito l’asino. Perché in ballo c’erano le nomine, cioè le poltrone degli “amici degli amici”. E mentre esponenti della maggioranza diffondevano note di ulteriore autoelogio per la legge approvata il giorno prima, altri esponenti della stessa maggioranza (tanto per dirne uno, il coordinatore dei Ds, Gobbini) si dissociavano dal metodo seguito per definire le nomine stesse. “Giravano bigliettini con nomi precompilati”, hanno detto in sostanza lo stesso Gobbini ed il verde ecologista Ripa di Meana. Il rifondatore Vinti si è affrettato a smentire, spiegando che invece tutto si era svolto in aula e alla luce del sole. Ma ormai la frittata era fatta. Domanda: ma la sconfitta nazionale del centro sinistra non ha insegnato proprio niente al centro sinistra umbro? Staremo a vedere.

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MA LA SCONFITTA AL CENTRO SINISTRA NON INSEGNA NIENTE? https://www.lavoce.it/ma-la-sconfitta-al-centro-sinistra-non-insegna-niente/ Fri, 25 May 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1593 In Umbria il centro sinistra ha vinto, nei numeri, ma ci ha messo due giorni a perdere la faccia. Al primo Consiglio regionale utile dopo le elezioni, la compagine ancora maggioritaria in Umbria ha dato sfoggio di ritrovata saldezza (chissà, pensando anche al non più agevole confronto con un Governo nazionale non più omologo) approvando a spron battutto e con reiterari autoincensamenti una legge (buona, in effetti) a tutela dei cittadini sul fronte elettrosmog. Questo è avvenuto lunedì 21 maggio. Martedì mattina l’assemblea è tornata a riunirsi, ed è cascato subito l’asino. Perché in ballo c’erano le nomine, cioè le poltrone degli “amici degli amici”. E mentre esponenti della maggioranza diffondevano note di ulteriore autoelogio per la legge approvata il giorno prima, altri esponenti della stessa maggioranza (tanto per dirne uno, il coordinatore dei Ds, Gobbini) si dissociavano dal metodo seguito per definire le nomine stesse. “Giravano bigliettini con nomi precompilati”, hanno detto in sostanza lo stesso Gobbini ed il verde ecologista Ripa di Meana. Il rifondatore Vinti si è affrettato a smentire, spiegando che invece tutto si era svolto in aula e alla luce del sole. Ma ormai la frittata era fatta. Domanda: ma la sconfitta nazionale del centro sinistra non ha insegnato proprio niente al centro sinistra umbro? Staremo a vedere.

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RONCONI TORNA A ROMA: CHE NE DICE LA LORENZETTI? https://www.lavoce.it/ronconi-torna-a-roma-che-ne-dice-la-lorenzetti/ Fri, 18 May 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1561 Maurizio Ronconi, il battagliero medico spellano che l’anno corso aveva lasciato palazzo Madama per contrastare nella sua Umbria il centro sinistra alle regionali come candidato presidente del polo, torna a Roma. Il 15 maggio, infatti, è stato rieletto in quel seggio senatoriale che occupava dal ’96. A palazzo Cesaroni è rimasto poco più di un anno e nell’andamento piuttosto incerto dei lavori di quest’assemblea regionale ha senza ombra di dubbio rappresentato uno dei pochi elementi di continuità: nel senso che non ha mai smesso neanche un secondo di polemizzare. Di polemizzare – in aula o per iscritto – mediante le interpellanze ed interrogazioni – con la maggioranza di centro sinistra e, ad uno ad uno, con i singoli consiglieri che la compongono. E di polemizzare con la Giunta e con i singoli assessori. Ma il diapason delle sue tirate polemiche Ronconi lo ha ricorrentemente e puntualmente raggiunto quando si è trattato di confrontarsi con la presidente della Regione, Lorenzetti, specialmente sui temi della ricostruzione post terremoto. La Presidente, pur conservando quasi sempre un invidiabile aplomb nonostante il suo carattere sanguigno quanto quello di Ronconi, a volte ha reagito alle “punzecchiature” del suo competitore con altrettanta verve. Insomma, tra i due il confronto che era cominciato nella campagna elettorale del 2000 per le regionali, poco si è placato una volta arrivati in aula: adesso che farà Ronconi, manderà fax a palazzo Cesaroni per non perdere l’abitudine?

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RUTELLI-BERLUSCONI: NIENTE FACCIA A FACCIA. E NIENTE UMBRIA https://www.lavoce.it/rutelli-berlusconi-niente-faccia-a-faccia-e-niente-umbria/ Fri, 11 May 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1546 La campagna elettorale finisce, e Rutelli e Berlusconi, oltre che il faccia a faccia in tv, si sono risparmiati anche l’Umbria. Forse perchè il primo dà per scontata la vittoria del suo schieramento, e il secondo dà altrettanto per scontata la sconfitta? Certo, se fosse così, il tanto agitarsi delle due compagini per acquisire consensi si poteva indirizzare ad altro. E’ venuto invece Fini, che ha fatto un rapido ma intenso giro in varie città umbre, e una scappata l’ha fatta anche Casini. Poi, per il Polo, nient’altro. Per l’ Ulivo anche meno. Anzi, si sono visti poco anche quei politici di un certo rilievo nazionale che sono candidati in Umbria (tipo Angius e Fumagalli). Tra i non allineati, da segnalare il passaggio di Di Pietro e di Giulio Andreotti. Basta. Non si tratta di fare la conta dei big per capire se l’Umbria viene considerata politicamente ed elettoralmente importante. E’ il dopo che conta. Chi vince vince, che considerazione avrà di una regione di 800 mila abitanti che già la Fondazione Agnelli avrebbe voluto smantellare? e che rapporti ci saranno tra il futuro governo nazionale e quello regionale, specie nella prospettiva, ritenuta a priori penalizzante per i “piccoli”, del federalismo?

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COLLEGI UMBRI “SICURI”: NE SIAMO SICURI? https://www.lavoce.it/collegi-umbri-sicuri-ne-siamo-sicuri/ Fri, 04 May 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1529 Collegi “sicuri”, collegi “a rischio”: la politica assorbe spesso la sostanza delle cose dentro parole od espressioni che vorrebbero essere realistiche ed altrettanto spesso sfociano nell’incomprensibile. Perché un collegio elettorale, come sostiene la sinistra in Umbria per molte realtà in vista del voto del 13 maggio, viene ritenuto “sicuro”? Forse perché già si sa come votano i cittadini che risiedono in quella zona? Ma che, già siamo al “Grande fratello” (non nel senso di Taricone, ma di Orwell) ? o forse perché il cosiddetto “controllo politico” dell’elettorato (lecito, per carità, quello che si consegue risolvendo le istanze della gente) esime la singola forza politica ed il suo candidato dal minimo sforzo per risultare vincenti? E la prospettiva che uno, o più d’uno, possa cambiare idea, magari perché l’opposizione azzecca la strategia giusta, o la faccia giusta? Già, la faccia giusta. Alcune se ne vedono, sui manifesti: e quello di avere un approccio visivo accattivante nella logica del voto diretto con il maggioritario può essere un vantaggio per il candidato. Certo, però, che se il candidato ha un volto ammiccante ma a Perugia, a Terni, a Foligno non s’è mai visto e, una volta a Roma, non si farà più vedere (come è già successo), allora i benefici del maggioritario per l’elettore vanno a farsi friggere. E chissà che all’elettore la frittura non risulti talmente indigesta da rendere “a rischio” anche quello che viene ritenuto “sicuro”.

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UN FIORIRE DI FACCE https://www.lavoce.it/un-fiorire-di-facce/ Thu, 26 Apr 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1498 In tv non lo vedremo mai, il padre di tutti i “faccia a faccia”, quello tra Rutelli e Berlusconi. In compenso, sui muri delle città umbre è già tutto un fiorire di facce. Volti più o meno accattivanti o fotogenici di candidati dei vari schieramenti si sfidano all’ ultimo sorriso per raccattare l’ultimo voto. C’é chi si affida al proprio, di sorriso e chi, come i candidati di Forza Italia, si sente al sicuro apponendo il proprio nome e cognome sotto la ormai stranota e ipercollaudata immagine allo smalto del leader del movimento. Chissà mai che questo non induca in tentazione qualche elettore di scrivere proprio il nome di Berlusconi nella sua scheda elettorale, a prescindere dal candidato di quel collegio?!?…Tutti i partiti, comunque, proprio nell’era del virtuale, forse per l’importanza della posta in gioco il 13 maggio, sembrano essere tornati a privilegiare il contatto fisico con il cittadino: e così si sono moltiplicate le cene, gli incontri, i confronti con le categorie economiche. In molti hanno aperto sedi e uffici in cui ricevere la gente, c’è chi va in giro in camper, chi con il pulman. Scarseggiano i comizi, ma si sa, per parlare in pubblico occorre avere un carisma non comune. Nel frattempo, si segnalano i passaggi in Umbria dei primi big nazionali: da Fini a Casini, da Di Pietro ad Andreotti. Ma Rutelli continua a snobbarla, l’ Umbria?

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BRACALENTE, ERA MEGLIO L’ATENEO? https://www.lavoce.it/bracalente-era-meglio-lateneo/ Fri, 06 Apr 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1467 Bruno Bracalente non sarà candidato alle prossime elezioni politiche. Il suo partito, i Ds dell’ Umbria lo aveva proposto ai vertici romani, ma al suo posto correrà Marco Fumagalli. Un “romano”, appunto. Così si chiude la parabola dei “professori”? Si identificavano con questo termine quegli onestuomini prestati alla politica che, nello sconquasso di “mani pulite” , i partiti tirarono fuori dagli anfratti della società civile per tenere in piedi le stanze della politica messe alla prova dal clangore delle manette. Bracalente il suo l’ ha fatto. Ha guidato per cinque anni, e con un certo successo, una giunta regionale litigiosa e divisa, spesso compiendo scelte in polemica con le segreterie dei partiti (sono passati alla storia i “richiami” al presidente del segretario del suo partito). Ha gestito l’ emergenza terremoto dando al resto d’ Italia un’ immagine di efficienza e non, come in altre realtà, di improvvisazione. Poi, scadendo il mandato, ha provato a riproporsi: gli è stato preferito un altro candidato, perchè ormai era tempo che la politica tornasse ai politici. E questa cos’ era, professor Bracalente, se non la premessa per l’ esclusione, bruciante, di questi giorni dal “giro” delle candidature? Ma non era meglio essere rimasto all’ ateneo?

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VOTO: CI SONO I CANDIDATI. CON DEROGA https://www.lavoce.it/voto-ci-sono-i-candidati-con-deroga/ Fri, 30 Mar 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1452 Ci siamo: ci sono le liste, gli elenchi, i nomi. Nel senso dei candidati al Parlamento. I parti sono stati travagliatissimi; in qualche caso per definire le candidature non sono bastate le capriole o i contorcimenti: sono serviti veri e propri salti mortali.Vedasi i Ds. Hanno fatto un sondaggio interno alla base all’insegna della parola “rinnovamento”. Poi, nel comporre la “squadra” dei papabili, del pronunciamento della base e del rinnovamento si è tenuto conto sì, ma con deroghe. E che deroghe. I parlamentari uscenti non sono stati ricandidati. Alcuni. Perché qualche riconferma l’ha voluta il vertice romano della Quercia. E’ l’eccezione che deve confermare la regola. Ma la regola in questo “gioco” qual è? Risultato: mugugni degli esclusi (i più, chiaramente, perché erano in 30 a concorrere per 5 posti), musi lunghi, malcelati desideri di rivalsa. Questa è la politica, adesso. Adesso che è tutto “post”, e che se qualcuno si azzarda a tirare in ballo parole come “valori”, “ideali”, “interesse comune” lo guardano come il marziano a Roma di Flaiano. Questo a prescindere, purtroppo, dagli schieramenti. Perché anche nel centro destra umbro non è che le cose siano andate, per le candidature, diversamente dalla fazione opposta. E la gente? Il 13 maggio vota, la gente.

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