LUOGHI DA VIVERE Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/luoghi-da-vivere/ Settimanale di informazione regionale Thu, 11 May 2023 14:23:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg LUOGHI DA VIVERE Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/luoghi-da-vivere/ 32 32 Gubbio: una città da scoprire https://www.lavoce.it/gubbio-una-citta-da-scoprire/ Sun, 30 Aug 2020 08:17:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57759

Dal Duomo al Palazzo dei Consoli, ecco perché Gubbio merita una visita

Gubbio è una delle località umbre più visitate e apprezzate. Sorge sulle pendici del Monte Ingino, in una posizione strategica e paesaggisticamente ottima.

LA STORIA

Gubbio ha origini antichissime e venne abitata inizialmente dagli Umbri. A conferma di ciò il Palazzo dei Consoli ospita le Tavole Eugubine, quattro delle quali scritte in etrusco, le ultime tre in latino. L’epoca romana fu un periodo di grande splendore durante il quale la città venne abbellita con mosaici, templi e teatri. Intorno all’anno 1000 Gubbio divenne un Comune libero e nel 1085 nacque Sant’Ubaldo che sarebbe diventato Vescovo e Patrono della città. Una figura a cui gli Eugubini sono tutt’ora molto devoti. A partire dal 1200 Gubbio visse un periodo di grande sviluppo demografico ed economico, che durò fino a quando la città non venne annessa al Ducato di Urbino.

LUOGHI D’INTERESSE

A Gubbio sono tanti i luoghi e i Palazzi storici di grande interesse e il fatto che la cittadina abbia ospitato per molti anni le riprese della celebre fiction Don Matteo, non ha fatto che aumentare la curiosità dei turisti.

IL DUOMO

Da non perdere sicuramente il Duomo, consacrato ai Santi Martiri Mariano e Giacomo. Costruito alla fine del XII secolo sui resti di una Chiesa preesistente, è in stile gotico con una vetrata circolare con a fianco i simboli dei quattro Evangelisti. All’interno di grande interesse sono il Cristo ligneo sopra l’altare, probabilmente di scuola umbra e risalente al XIII secolo e anche la Cappella del Santissimo Sacramento che ospita numerosi dipinti.

PALAZZO DEI CONSOLI

Oltre al Duomo, uno degli edifici più belli di Gubbio è sicuramente il Palazzo dei Consoli progettato da Angelo da Orvieto. Costruito intorno al 1321, insieme alla piazza e al Palazzo del Podestà forma una delle opere medioevali più interessanti e grandiose. Intorno al 1350 l’edificio venne dotato di un acquedotto interno e di servizi igienici, meccanismi per l’epoca davvero all’avanguardia. Nacque come Palazzo di Governo e poi ospitò le Magistrature e diversi istituti del Comune di Gubbio. Oggi le sale del Palazzo custodiscono le collezioni del Museo Civico.

BASILICA DI SANT’UBALDO

In cima al Monte Ingino, sopra la cittadina, si trova la Basilica di Sant’Ubaldo. Ubaldo è il Protettore della città e all’interno della Basilica un’urna di bronzo ne conserva il corpo. Costruita su un edificio medioevale preesistente, nel XVI secolo la Basilica venne ampliata con la costruzione del convento e del chiostro. All’interno si trovano cinque navate, un’abside semicircolare e affreschi del XVI-XVII secolo. Anche il chiostro è affrescato: scene della vita del Santo, probabilmente opera di Pier Angelo Basili risalenti al Cinquecento. Storia, arte, cultura e un’ottima posizione geografica sono quindi validi motivi per passare da Gubbio durante una gita in Umbria. Una cittadina interessante e dinamica, ancora più bella nel periodo natalizio quando si colora delle luci del grandissimo e imponente albero di Natale. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>

Dal Duomo al Palazzo dei Consoli, ecco perché Gubbio merita una visita

Gubbio è una delle località umbre più visitate e apprezzate. Sorge sulle pendici del Monte Ingino, in una posizione strategica e paesaggisticamente ottima.

LA STORIA

Gubbio ha origini antichissime e venne abitata inizialmente dagli Umbri. A conferma di ciò il Palazzo dei Consoli ospita le Tavole Eugubine, quattro delle quali scritte in etrusco, le ultime tre in latino. L’epoca romana fu un periodo di grande splendore durante il quale la città venne abbellita con mosaici, templi e teatri. Intorno all’anno 1000 Gubbio divenne un Comune libero e nel 1085 nacque Sant’Ubaldo che sarebbe diventato Vescovo e Patrono della città. Una figura a cui gli Eugubini sono tutt’ora molto devoti. A partire dal 1200 Gubbio visse un periodo di grande sviluppo demografico ed economico, che durò fino a quando la città non venne annessa al Ducato di Urbino.

LUOGHI D’INTERESSE

A Gubbio sono tanti i luoghi e i Palazzi storici di grande interesse e il fatto che la cittadina abbia ospitato per molti anni le riprese della celebre fiction Don Matteo, non ha fatto che aumentare la curiosità dei turisti.

IL DUOMO

Da non perdere sicuramente il Duomo, consacrato ai Santi Martiri Mariano e Giacomo. Costruito alla fine del XII secolo sui resti di una Chiesa preesistente, è in stile gotico con una vetrata circolare con a fianco i simboli dei quattro Evangelisti. All’interno di grande interesse sono il Cristo ligneo sopra l’altare, probabilmente di scuola umbra e risalente al XIII secolo e anche la Cappella del Santissimo Sacramento che ospita numerosi dipinti.

PALAZZO DEI CONSOLI

Oltre al Duomo, uno degli edifici più belli di Gubbio è sicuramente il Palazzo dei Consoli progettato da Angelo da Orvieto. Costruito intorno al 1321, insieme alla piazza e al Palazzo del Podestà forma una delle opere medioevali più interessanti e grandiose. Intorno al 1350 l’edificio venne dotato di un acquedotto interno e di servizi igienici, meccanismi per l’epoca davvero all’avanguardia. Nacque come Palazzo di Governo e poi ospitò le Magistrature e diversi istituti del Comune di Gubbio. Oggi le sale del Palazzo custodiscono le collezioni del Museo Civico.

BASILICA DI SANT’UBALDO

In cima al Monte Ingino, sopra la cittadina, si trova la Basilica di Sant’Ubaldo. Ubaldo è il Protettore della città e all’interno della Basilica un’urna di bronzo ne conserva il corpo. Costruita su un edificio medioevale preesistente, nel XVI secolo la Basilica venne ampliata con la costruzione del convento e del chiostro. All’interno si trovano cinque navate, un’abside semicircolare e affreschi del XVI-XVII secolo. Anche il chiostro è affrescato: scene della vita del Santo, probabilmente opera di Pier Angelo Basili risalenti al Cinquecento. Storia, arte, cultura e un’ottima posizione geografica sono quindi validi motivi per passare da Gubbio durante una gita in Umbria. Una cittadina interessante e dinamica, ancora più bella nel periodo natalizio quando si colora delle luci del grandissimo e imponente albero di Natale. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>
Fabro: un bel borgo a due passi da Orvieto https://www.lavoce.it/fabro-un-bel-borgo-a-due-passi-da-orvieto/ Thu, 27 Aug 2020 09:46:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57810

Un castello e una vista davvero meravigliosa, il luogo ideale per un soggiorno rilassante

Fabro sorge su un colle a 361 m d’altitudine, poco distante da Orvieto e con un’ottima vista sulla parte meridionale della Val di Chiana.

LA STORIA

Fabro era un borgo fortificato e la sua storia è stata sempre legata a quella della vicina Orvieto. In epoca etrusca era il confine del territorio delle città di Chiusi e Orvieto. Nel 1118 un documento testimonia l’esistenza di un insediamento a Fabro denominato “Castrum Fabri”. Probabilmente il nome derivava dalla presenza di fabbri e lavoratori del ferro nella zona. Un documento importante è lo Statuto del Castello datato 1548 e redatto da Filippo Pepoli. È una delle poche testimonianze rimaste, visto che nel 1810 le truppe di Napoleone distrussero gli archivi comunali.

CASTELLO DI FABRO

Sicuramente da vedere è il castello. Venne costruito intorno al Mille con la forma di mandorla e fu ristrutturato successivamente nel Quattrocento e nel Cinquecento. Nel Cinquecento il progetto fu di Antonio da Sangallo il Giovane. Oggi l’edificio è di proprietà privata, quindi gli interni non sono visitabili, ma l’esterno conserva la sua imponenza e la vista è davvero magnifica. Il castello sorge, infatti, in posizione dominante e il cammino di ronda ben conservato offre una vista a 360 gradi su tutta la campagna circostante e anche il torrione, sul quale si può salire, è un ottimo punto d’osservazione.

CHIESA DI SAN MARTINO

Altro luogo da non perdere durante un giro a Fabro, è la Chiesa di San Martino. Si trova al centro del paese ed è dedicata a San Martino, patrono dei cavalieri e dei viaggiatori. L’edificio è abbastanza moderno, venne edificato nel XIX secolo. Sia gli esterni che gli interni sono molto semplici. La facciata è in mattoni, con due lesene laterali che riquadrano il fronte. La pianta è a croce latina con un’unica navata. La Chiesa conserva un bassorilievo in legno realizzato in Val Gardena nel 1930 raffigurante San Martino.

PALAZZO COMUNALE

Interessante a Fabro è anche il Palazzo comunale costruito nell’Ottocento su progetto del perugino Guglielmo Calderini. Si trova nella piazza principale della città, ma fino all’Ottocento la sua sede era all’interno del castello. La facciata attuale ha subito grandi rimaneggiamenti durante un importante restauro avvenuto nel 1985.

IL TARTUFO BIANCO

Oltre ai luoghi di interesse all’interno del borgo, Fabro e tutta la zona limitrofa sono rinomati per la produzione di tartufo bianco. È un prodotto di grande pregio e una delle ricchezze della zona. Nel mese di novembre, tra l’altro, viene organizzata proprio nel borgo umbro una mostra mercato nazionale del tartufo, alla quale partecipano persone da tutta Italia. Insomma, Fabro è la meta perfetta per gli appassionati di arte, di storia, per chi adora le viste panoramiche e la buona cucina con prodotti locali. Inoltre, la campagna circostante è ideale per lunghe e rilassanti passeggiate a stretto contatto con la natura. Dopo un giro ad Orvieto, sicuramente anche Fabro merita una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/]]>

Un castello e una vista davvero meravigliosa, il luogo ideale per un soggiorno rilassante

Fabro sorge su un colle a 361 m d’altitudine, poco distante da Orvieto e con un’ottima vista sulla parte meridionale della Val di Chiana.

LA STORIA

Fabro era un borgo fortificato e la sua storia è stata sempre legata a quella della vicina Orvieto. In epoca etrusca era il confine del territorio delle città di Chiusi e Orvieto. Nel 1118 un documento testimonia l’esistenza di un insediamento a Fabro denominato “Castrum Fabri”. Probabilmente il nome derivava dalla presenza di fabbri e lavoratori del ferro nella zona. Un documento importante è lo Statuto del Castello datato 1548 e redatto da Filippo Pepoli. È una delle poche testimonianze rimaste, visto che nel 1810 le truppe di Napoleone distrussero gli archivi comunali.

CASTELLO DI FABRO

Sicuramente da vedere è il castello. Venne costruito intorno al Mille con la forma di mandorla e fu ristrutturato successivamente nel Quattrocento e nel Cinquecento. Nel Cinquecento il progetto fu di Antonio da Sangallo il Giovane. Oggi l’edificio è di proprietà privata, quindi gli interni non sono visitabili, ma l’esterno conserva la sua imponenza e la vista è davvero magnifica. Il castello sorge, infatti, in posizione dominante e il cammino di ronda ben conservato offre una vista a 360 gradi su tutta la campagna circostante e anche il torrione, sul quale si può salire, è un ottimo punto d’osservazione.

CHIESA DI SAN MARTINO

Altro luogo da non perdere durante un giro a Fabro, è la Chiesa di San Martino. Si trova al centro del paese ed è dedicata a San Martino, patrono dei cavalieri e dei viaggiatori. L’edificio è abbastanza moderno, venne edificato nel XIX secolo. Sia gli esterni che gli interni sono molto semplici. La facciata è in mattoni, con due lesene laterali che riquadrano il fronte. La pianta è a croce latina con un’unica navata. La Chiesa conserva un bassorilievo in legno realizzato in Val Gardena nel 1930 raffigurante San Martino.

PALAZZO COMUNALE

Interessante a Fabro è anche il Palazzo comunale costruito nell’Ottocento su progetto del perugino Guglielmo Calderini. Si trova nella piazza principale della città, ma fino all’Ottocento la sua sede era all’interno del castello. La facciata attuale ha subito grandi rimaneggiamenti durante un importante restauro avvenuto nel 1985.

IL TARTUFO BIANCO

Oltre ai luoghi di interesse all’interno del borgo, Fabro e tutta la zona limitrofa sono rinomati per la produzione di tartufo bianco. È un prodotto di grande pregio e una delle ricchezze della zona. Nel mese di novembre, tra l’altro, viene organizzata proprio nel borgo umbro una mostra mercato nazionale del tartufo, alla quale partecipano persone da tutta Italia. Insomma, Fabro è la meta perfetta per gli appassionati di arte, di storia, per chi adora le viste panoramiche e la buona cucina con prodotti locali. Inoltre, la campagna circostante è ideale per lunghe e rilassanti passeggiate a stretto contatto con la natura. Dopo un giro ad Orvieto, sicuramente anche Fabro merita una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/]]>
Narni: una città dall’atmosfera medioevale https://www.lavoce.it/narni-una-citta-dallatmosfera-medioevale/ Thu, 27 Aug 2020 08:33:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57770

Città molto antica fondata dagli Umbri, che oggi custodisce quasi tremila anni di storia

Narni è un piccolo centro umbro in provincia di Terni.

LA STORIA

Venne fondata nel 299 a.C. dagli Umbri con il nome di Nequinum. Successivamente i Romani la conquistarono e divenne un loro municipio con il nome di Narnia. Nome sicuramente familiare ai più, visto che venne scelto da C.S. Lewis come titolo della saga Le cronache di Narnia. Il termine “Narnia” venne scelto dai Romani perché era l’appellativo con il quale si rivolgevano al fiume Nera. Dopo alcune invasioni Narni entrò a far parte del Ducato di Spoleto. Più tardi divenne un possedimento della Contessa Matilde di Canossa, per poi aggiungersi ai territori della Chiesa. Nel 1174 Federico Barbarossa la conquistò e iniziò un periodo di lotta contro Federico II e il Ducato di Spoleto per riacquistare l’indipendenza. Nel XVI secolo divenne nuovamente parte del territorio della Chiesa, per poi essere invasa e in parte distrutta da Carlo V nel 1527. Dal XVII secolo fece parte dello Stato Pontificio.

COSA VEDERE

Il centro storico di Narni è piccolo, ma molto interessante. I resti romani e quelli medievali convivono in armonia con gli edifici più moderni.
  • PONTE DI AUGUSTO
Edificato nel 27 a.C. lungo la via Flaminia, il ponte di Augusto è attualmente visibile nella località Narni scalo. Originariamente era formato da quattro archi, oggi ne resta uno solo e qualche rovina della struttura. Il ponte ha subito numerosi crolli dovuti a un paio di piene straordinarie e terremoti. Una piena danneggiò il piano superiore del ponte nel 1053. Questa parte non venne più ricostruita, tanto che già nei testi dell’epoca si parla di un “Ponte rotto”. Una rappresentazione del ponte si trova anche al Museo del Louvre a opera di Jean Baptiste Camille Corot che lo vide durante il suo Grand Tour italiano.
  • CATTEDRALE DI SAN GIOVENALE
Di epoca medioevale, merita sicuramente una visita la Cattedrale di San Giovenale. Risale al XII secolo, è in stile romanico e conserva il corpo di San Giovenale, patrono e primo vescovo di Narni. Il portale è del XII secolo, mentre il portico è rinascimentale. La struttura era inizialmente a tre navate ed è stata ampliata nel XV secolo con l’aggiunta di una quarta. L’interno è molto interessante: non manca un mosaico, una Pietà del Quattrocento, due pulpiti risalenti al 1490 e anche un coro ligneo.
  • PALAZZO EROLI
Oltre a numerose Chiese, merita una visita anche Palazzo Eroli. Edificato tra il 1600 e il 1700 dall’omonima famiglia nobile che vi abitò fino al 1984, oggi ospita il Museo della città e del territorio insieme alla biblioteca civica. Una delle opere principali del museo è la pala d’altare con L’incoronazione della Vergine del Ghirlandaio.
  • LOGGIA DEI PRIORI
Altro luogo d’interesse sulla Piazza dei Priori, nella parte più alta della città, è il Palazzo dei Priori. Il portale è notevole, così come la loggia del Banditore e l’altra loggia opera di Gattapone. Il palazzo subì numerose modificazioni ed ebbe una lunga storia. In epoca medioevale era la sede della magistratura cittadina e tracce di affreschi, iscrizioni e stemmi sono testimoni della lunga vita dell’edificio. Narni è una città dal lungo e glorioso passato e per gli amanti delle rievocazioni e delle tradizioni è da non perdere la corsa all’anello. Questa manifestazione ha luogo ogni anno a maggio in onore del Patrono. Non mancano una sfilata in costume d’epoca e una competizione equestre. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>

Città molto antica fondata dagli Umbri, che oggi custodisce quasi tremila anni di storia

Narni è un piccolo centro umbro in provincia di Terni.

LA STORIA

Venne fondata nel 299 a.C. dagli Umbri con il nome di Nequinum. Successivamente i Romani la conquistarono e divenne un loro municipio con il nome di Narnia. Nome sicuramente familiare ai più, visto che venne scelto da C.S. Lewis come titolo della saga Le cronache di Narnia. Il termine “Narnia” venne scelto dai Romani perché era l’appellativo con il quale si rivolgevano al fiume Nera. Dopo alcune invasioni Narni entrò a far parte del Ducato di Spoleto. Più tardi divenne un possedimento della Contessa Matilde di Canossa, per poi aggiungersi ai territori della Chiesa. Nel 1174 Federico Barbarossa la conquistò e iniziò un periodo di lotta contro Federico II e il Ducato di Spoleto per riacquistare l’indipendenza. Nel XVI secolo divenne nuovamente parte del territorio della Chiesa, per poi essere invasa e in parte distrutta da Carlo V nel 1527. Dal XVII secolo fece parte dello Stato Pontificio.

COSA VEDERE

Il centro storico di Narni è piccolo, ma molto interessante. I resti romani e quelli medievali convivono in armonia con gli edifici più moderni.
  • PONTE DI AUGUSTO
Edificato nel 27 a.C. lungo la via Flaminia, il ponte di Augusto è attualmente visibile nella località Narni scalo. Originariamente era formato da quattro archi, oggi ne resta uno solo e qualche rovina della struttura. Il ponte ha subito numerosi crolli dovuti a un paio di piene straordinarie e terremoti. Una piena danneggiò il piano superiore del ponte nel 1053. Questa parte non venne più ricostruita, tanto che già nei testi dell’epoca si parla di un “Ponte rotto”. Una rappresentazione del ponte si trova anche al Museo del Louvre a opera di Jean Baptiste Camille Corot che lo vide durante il suo Grand Tour italiano.
  • CATTEDRALE DI SAN GIOVENALE
Di epoca medioevale, merita sicuramente una visita la Cattedrale di San Giovenale. Risale al XII secolo, è in stile romanico e conserva il corpo di San Giovenale, patrono e primo vescovo di Narni. Il portale è del XII secolo, mentre il portico è rinascimentale. La struttura era inizialmente a tre navate ed è stata ampliata nel XV secolo con l’aggiunta di una quarta. L’interno è molto interessante: non manca un mosaico, una Pietà del Quattrocento, due pulpiti risalenti al 1490 e anche un coro ligneo.
  • PALAZZO EROLI
Oltre a numerose Chiese, merita una visita anche Palazzo Eroli. Edificato tra il 1600 e il 1700 dall’omonima famiglia nobile che vi abitò fino al 1984, oggi ospita il Museo della città e del territorio insieme alla biblioteca civica. Una delle opere principali del museo è la pala d’altare con L’incoronazione della Vergine del Ghirlandaio.
  • LOGGIA DEI PRIORI
Altro luogo d’interesse sulla Piazza dei Priori, nella parte più alta della città, è il Palazzo dei Priori. Il portale è notevole, così come la loggia del Banditore e l’altra loggia opera di Gattapone. Il palazzo subì numerose modificazioni ed ebbe una lunga storia. In epoca medioevale era la sede della magistratura cittadina e tracce di affreschi, iscrizioni e stemmi sono testimoni della lunga vita dell’edificio. Narni è una città dal lungo e glorioso passato e per gli amanti delle rievocazioni e delle tradizioni è da non perdere la corsa all’anello. Questa manifestazione ha luogo ogni anno a maggio in onore del Patrono. Non mancano una sfilata in costume d’epoca e una competizione equestre. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>
Norcia: una città in ricostruzione https://www.lavoce.it/norcia-una-citta-in-ricostruzione/ Wed, 26 Aug 2020 09:33:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57805

Duramente colpita dal terremoto del 2016, Norcia sta cercando di ripartire anche grazie al turismo

Ai piedi dei Monti Sibillini sorge Norcia, la città di San Benedetto. Meta di turismo religioso e gastronomico, vista l’ottima produzione locale di salumi, è stata purtroppo duramente danneggiata dal forte terremoto del 2016. È ancora in piena ricostruzione e purtroppo parte del centro è chiusa e impraticabile, così come la Basilica di San Benedetto di cui è rimasta in piedi quasi esclusivamente la facciata. Nonostante questo, però, il turismo e l’acquisto di prodotti locali sono sicuramente un ottimo modo per aiutare concretamente Norcia e i suoi abitanti.

#RipartTiAmo

Proprio per questo la proloco cittadina ha lanciato l’hashtag e l’iniziativa #riparTiAmo, un modo per invitare umbri e turisti a visitare la bella Norcia, che oggi più che mai ha voglia di rialzarsi e di tornare ad essere il bel centro che era un tempo.

CENTRO CITTA’

Parte del centro è di nuovo percorribile e sicuramente Piazza San Benedetto merita una passeggiata. La piazza è dedicata al Santo cittadino e ospita anche una sua statua, oltre la Basilica, purtroppo gravemente danneggiata dal terremoto. Vicino alla Basilica si trovano il palazzo del Comune, la Castellina e la Cattedrale di Santa Maria Argentea. Purtroppo, vista la situazione, questi edifici si possono ammirare solo dall’esterno, ma ciò non li rende meno interessanti. Corso Sertorio è la principale via cittadina, piena di tanti interessanti negozi, alcuni di prodotti tipici, che hanno riaperto al pubblico. È molto piacevole passeggiare anche nelle vie e nei vicoletti circostanti, dove si trovano numerose Chiesette, purtroppo al momento da ammirare solo all’esterno.

BASILICA DI SAN BENEDETTO

Anche se duramente colpita dal sisma, la Basilica di San Benedetto resta uno dei simboli di Norcia. Venne costruita nel luogo in cui San Benedetto e Santa Scolastica, sua sorella, nacquero. Costruita tra il 1290 e il 1338 su una preesistente cripta, venne danneggiata diverse volte a causa di terremoti e venne quindi modificata e restaurata più volte. La facciata è comunque in stile alto-medioevale e in pietra chiara. È a forma di capanna con due lesene laterali. Nella parte inferiore si trova il portale sormontato da una lunetta con sculture raffiguranti la Madonna con Bambino e due angeli. Ai lati del portale si trovano le statue di San Benedetto e Santa Scolastica. Nella parte alta della facciata c’è invece il rosone circondato dai simboli dei quattro Evangelisti.

LE MURA

Uscendo dal centro, un’altra interessante passeggiata è quella intorno alle mura, tra l’altro fortunatamente solo scalfite dal terremoto. Lungo la cinta difensiva, che dona a Norcia la sua tipica forma di cuore, si aprono sette porte. Una di queste, porta Romana, è l’attuale ingresso cittadino principale, nonché il primo che si incontra provenendo da Roma. Mentre porta del Colle era la più importante in passato e si trova nella parte alta della città, dove probabilmente nacque il primo insediamento. Insomma, una bella passeggiata a Norcia e nel territorio circostante è sicuramente un’ottima idea e può aiutare questa meravigliosa zona umbra a rialzarsi. Sophia Schippa Alcune delle foto provengono da http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>

Duramente colpita dal terremoto del 2016, Norcia sta cercando di ripartire anche grazie al turismo

Ai piedi dei Monti Sibillini sorge Norcia, la città di San Benedetto. Meta di turismo religioso e gastronomico, vista l’ottima produzione locale di salumi, è stata purtroppo duramente danneggiata dal forte terremoto del 2016. È ancora in piena ricostruzione e purtroppo parte del centro è chiusa e impraticabile, così come la Basilica di San Benedetto di cui è rimasta in piedi quasi esclusivamente la facciata. Nonostante questo, però, il turismo e l’acquisto di prodotti locali sono sicuramente un ottimo modo per aiutare concretamente Norcia e i suoi abitanti.

#RipartTiAmo

Proprio per questo la proloco cittadina ha lanciato l’hashtag e l’iniziativa #riparTiAmo, un modo per invitare umbri e turisti a visitare la bella Norcia, che oggi più che mai ha voglia di rialzarsi e di tornare ad essere il bel centro che era un tempo.

CENTRO CITTA’

Parte del centro è di nuovo percorribile e sicuramente Piazza San Benedetto merita una passeggiata. La piazza è dedicata al Santo cittadino e ospita anche una sua statua, oltre la Basilica, purtroppo gravemente danneggiata dal terremoto. Vicino alla Basilica si trovano il palazzo del Comune, la Castellina e la Cattedrale di Santa Maria Argentea. Purtroppo, vista la situazione, questi edifici si possono ammirare solo dall’esterno, ma ciò non li rende meno interessanti. Corso Sertorio è la principale via cittadina, piena di tanti interessanti negozi, alcuni di prodotti tipici, che hanno riaperto al pubblico. È molto piacevole passeggiare anche nelle vie e nei vicoletti circostanti, dove si trovano numerose Chiesette, purtroppo al momento da ammirare solo all’esterno.

BASILICA DI SAN BENEDETTO

Anche se duramente colpita dal sisma, la Basilica di San Benedetto resta uno dei simboli di Norcia. Venne costruita nel luogo in cui San Benedetto e Santa Scolastica, sua sorella, nacquero. Costruita tra il 1290 e il 1338 su una preesistente cripta, venne danneggiata diverse volte a causa di terremoti e venne quindi modificata e restaurata più volte. La facciata è comunque in stile alto-medioevale e in pietra chiara. È a forma di capanna con due lesene laterali. Nella parte inferiore si trova il portale sormontato da una lunetta con sculture raffiguranti la Madonna con Bambino e due angeli. Ai lati del portale si trovano le statue di San Benedetto e Santa Scolastica. Nella parte alta della facciata c’è invece il rosone circondato dai simboli dei quattro Evangelisti.

LE MURA

Uscendo dal centro, un’altra interessante passeggiata è quella intorno alle mura, tra l’altro fortunatamente solo scalfite dal terremoto. Lungo la cinta difensiva, che dona a Norcia la sua tipica forma di cuore, si aprono sette porte. Una di queste, porta Romana, è l’attuale ingresso cittadino principale, nonché il primo che si incontra provenendo da Roma. Mentre porta del Colle era la più importante in passato e si trova nella parte alta della città, dove probabilmente nacque il primo insediamento. Insomma, una bella passeggiata a Norcia e nel territorio circostante è sicuramente un’ottima idea e può aiutare questa meravigliosa zona umbra a rialzarsi. Sophia Schippa Alcune delle foto provengono da http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>
Collepino: un piccolo borgo con trentasei abitanti https://www.lavoce.it/collepino-un-piccolo-borgo-con-trentasei-abitanti/ Tue, 25 Aug 2020 09:24:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57800

Una frazione del comune di Spello con viste panoramiche e aria fresca

Collepino sorge ad un’altitudine di 600 m sul versante sud del Subasio. È una piccola frazione del comune di Spello con soli trentasei abitanti, che però attira diversi turisti sia per la sua ottima posizione panoramica, che per il fresco che vi si respira in estate. È molto piacevole camminare per le strette vie di questo borgo, ammirando le antiche casette. È un borgo-castello sviluppatosi intorno ad un’antica Abbazia. Proprio da Collepino parte una strada panoramica che arriva a Spello e che collega il borgo dei fiori ad Assisi, passando per la cima del monte Subasio.

LA STORIA

Sembra che il borgo nacque prima del XIII secolo, come accampamento per i boscaioli e i pastori della vicina Abbazia di San Silvestro. La storia del borgo è quindi strettamente legata a quella dell’Abbazia, i cui resti sono ancora oggi un punto d’interesse.

ABBAZIA DI SAN SILVESTRO

Infatti, l’Abbazia di San Silvestro si trova poco fuori il paese di Collepino, ancora più in alto. Sorge a 715 m sul livello del mare e venne fondata da San Romualdo nel 1025, forse sui resti di un precedente edificio. Divenne un’Abbazia camaldolese nel 1150 e nel 1535 fu distrutta da Paolo III, perché vi erano stati ospitati seguaci della famiglia Baglioni, nemica del Papa. Purtroppo oggi dell’Abbazia non resta molto: solo la parte absidale con la cripta e il basamento della torre campanaria. In passato, era un luogo di culto molto importante e frequentato soprattutto dalle madri che lasciavano spesso delle cuffiette e delle camiciole dei neonati come ringraziamento al Santo per aver loro donato la secrezione del latte dopo aver bevuto l’acqua della fontana. Vicino all’Abbazia sorge infatti una fontana la cui acqua sembra sia capace di donare la secrezione del latte non solo alle giovani mamme, ma anche agli animali. Inoltre, San Silvestro è il Patrono del paese e ogni 31 dicembre viene distribuito del pane benedetto anche agli animali, perché pare che li protegga dalle malattie.

EREMO DELLA TRASFIGURAZIONE

Poco fuori Collepino sorge l’eremo della Trasfigurazione. È immerso in un bosco di ulivi e lecci dove regnano il silenzio e la pace. Venne fondato nel 1972 da Madre Maria Teresa dell’Eucaristia vicino all’antica Abbazia di San Silvestro, ma nonostante sia moderno si integra perfettamente con gli edifici precedenti e con la natura. All’interno dell’eremo c’è anche un centro di accoglienza: da maggio a settembre otto sono le celle disponibili che possono accogliere donne che vogliano vivere un periodo di preghiera e raccoglimento. Le ospiti non possono rimanere più di cinque giorni. Collepino è quindi un ottimo luogo, lontano dal caos cittadino, per tornare indietro nel tempo e vivere l’atmosfera calma di un piccolo borgo. Inoltre, la sua posizione all’interno del Parco del Monte Subasio lo rende perfetto come punto di partenza di numerose e interessanti escursioni a piedi o in bicicletta. Per un po’ di contatto con la natura e vicoletti caratteristici, Collepino è il posto giusto. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

Una frazione del comune di Spello con viste panoramiche e aria fresca

Collepino sorge ad un’altitudine di 600 m sul versante sud del Subasio. È una piccola frazione del comune di Spello con soli trentasei abitanti, che però attira diversi turisti sia per la sua ottima posizione panoramica, che per il fresco che vi si respira in estate. È molto piacevole camminare per le strette vie di questo borgo, ammirando le antiche casette. È un borgo-castello sviluppatosi intorno ad un’antica Abbazia. Proprio da Collepino parte una strada panoramica che arriva a Spello e che collega il borgo dei fiori ad Assisi, passando per la cima del monte Subasio.

LA STORIA

Sembra che il borgo nacque prima del XIII secolo, come accampamento per i boscaioli e i pastori della vicina Abbazia di San Silvestro. La storia del borgo è quindi strettamente legata a quella dell’Abbazia, i cui resti sono ancora oggi un punto d’interesse.

ABBAZIA DI SAN SILVESTRO

Infatti, l’Abbazia di San Silvestro si trova poco fuori il paese di Collepino, ancora più in alto. Sorge a 715 m sul livello del mare e venne fondata da San Romualdo nel 1025, forse sui resti di un precedente edificio. Divenne un’Abbazia camaldolese nel 1150 e nel 1535 fu distrutta da Paolo III, perché vi erano stati ospitati seguaci della famiglia Baglioni, nemica del Papa. Purtroppo oggi dell’Abbazia non resta molto: solo la parte absidale con la cripta e il basamento della torre campanaria. In passato, era un luogo di culto molto importante e frequentato soprattutto dalle madri che lasciavano spesso delle cuffiette e delle camiciole dei neonati come ringraziamento al Santo per aver loro donato la secrezione del latte dopo aver bevuto l’acqua della fontana. Vicino all’Abbazia sorge infatti una fontana la cui acqua sembra sia capace di donare la secrezione del latte non solo alle giovani mamme, ma anche agli animali. Inoltre, San Silvestro è il Patrono del paese e ogni 31 dicembre viene distribuito del pane benedetto anche agli animali, perché pare che li protegga dalle malattie.

EREMO DELLA TRASFIGURAZIONE

Poco fuori Collepino sorge l’eremo della Trasfigurazione. È immerso in un bosco di ulivi e lecci dove regnano il silenzio e la pace. Venne fondato nel 1972 da Madre Maria Teresa dell’Eucaristia vicino all’antica Abbazia di San Silvestro, ma nonostante sia moderno si integra perfettamente con gli edifici precedenti e con la natura. All’interno dell’eremo c’è anche un centro di accoglienza: da maggio a settembre otto sono le celle disponibili che possono accogliere donne che vogliano vivere un periodo di preghiera e raccoglimento. Le ospiti non possono rimanere più di cinque giorni. Collepino è quindi un ottimo luogo, lontano dal caos cittadino, per tornare indietro nel tempo e vivere l’atmosfera calma di un piccolo borgo. Inoltre, la sua posizione all’interno del Parco del Monte Subasio lo rende perfetto come punto di partenza di numerose e interessanti escursioni a piedi o in bicicletta. Per un po’ di contatto con la natura e vicoletti caratteristici, Collepino è il posto giusto. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Orvieto: dal Duomo al pozzo di San Patrizio https://www.lavoce.it/orvieto-dal-duomo-al-pozzo-di-san-patrizio/ Mon, 24 Aug 2020 09:14:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57795

Uno dei luoghi turistici umbri per eccellenza: ecco perché visitare Orvieto

Orvieto è una città dell’Umbria meridionale, molto antica e ricca di storia e per questo meta di tanti turisti.

LE ORIGINI

I primi insediamenti nei pressi di Orvieto sembrano risalire al IX secolo a.C., quando alcuni uomini iniziarono a vivere all’interno delle grotte di tufo presenti nel massiccio su cui poi venne costruita la città. Orvieto fu fondata dagli Etruschi e visse un periodo di grande splendore, il nome attuale però deriva dalla denominazione datale successivamente dai Romani: Urbs Vetus. Successivamente subì numerose conquiste, per poi proclamarsi libero comune. Nel periodo Medioevale visse in ricchezza, che è tutt’ora testimoniata da alcuni meravigliosi palazzi.

IL DUOMO: SIMBOLO DI ORVIETO

Simbolo indiscusso della città è il Duomo, che colpisce subito con la sua magnifica facciata gotica. I lavori di costruzione iniziarono nel 1290 e vennero continuati da Lorenzo Maitani, che diede una grande impronta soprattutto alla facciata. Sulla facciata troviamo bassorilievi, mosaici e il rosone opera di Andrea Orcagna. All’interno il Duomo ospita opere di grande bellezza e valore artistico, come gli affreschi sul Giudizio Universale di Luca Signorelli e il Reliquiario del Corporale. Il Reliquiario del Corporale risale al 1337-1338. Realizzato da Ugolino di Vieri, è una grande opera di oreficeria che custodisce il Corporale che si macchiò di sangue. Infatti, secondo la tradizione, un prete boemo stava celebrando la Messa senza fede, allora dall’Ostia spezzata fuoriuscì del sangue.

POZZO DI SAN PATRIZIO

Altro luogo imperdibile durante una visita ad Orvieto è sicuramente il pozzo di San Patrizio. Realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane per rifornire la città di acqua. Risale al Cinquecento e fu fortemente voluto da Clemente VII, che si era trasferito ad Orvieto nel 1527 durante il sacco di Roma. Il pozzo è profondo 62 m, con un diametro di 13,5 m. Ha due scale a chiocciola elicoidali, che permettono di salire e scendere senza mai incontrarsi e ci sono settantadue finestre che danno luce al pozzo creando un’atmosfera molto particolare. Il pozzo è oggi un vero e proprio museo visitabile.

LA CITTA’ SOTTERRANEA

Oltre al pozzo di San Patrizio, ad Orvieto esiste una vera e propria città sotterranea risalente al IX secolo a.C., che è possibile esplorare grazie a visite guidate. Non mancano cunicoli, cantine, altri pozzi, gallerie, cisterne e cave.

PALAZZO COMUNALE

Tornando alla luce del sole, merita sicuramente una visita il Palazzo Comunale. Costruito nel 1200 e poi rimaneggiato nel 1600, l’elegante edificio sorge in Piazza della Repubblica, un punto centrale di Orvieto, dove pare si trovasse anche il foro etrusco. Diverse arcate sorreggono il terrazzo e a fianco dell’edificio sorge una torre dodecagonale che lo separa dalla Chiesa di Sant’Andrea. In passato quella era la torre civica del palazzo. Orvieto, però, non è solo arte e monumenti. Infatti, sorge su un colle in un’ottima posizione panoramica e offre degli scorci davvero interessanti. Durante un giro in Umbria Orvieto è sicuramente una meta da non perdere. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>

Uno dei luoghi turistici umbri per eccellenza: ecco perché visitare Orvieto

Orvieto è una città dell’Umbria meridionale, molto antica e ricca di storia e per questo meta di tanti turisti.

LE ORIGINI

I primi insediamenti nei pressi di Orvieto sembrano risalire al IX secolo a.C., quando alcuni uomini iniziarono a vivere all’interno delle grotte di tufo presenti nel massiccio su cui poi venne costruita la città. Orvieto fu fondata dagli Etruschi e visse un periodo di grande splendore, il nome attuale però deriva dalla denominazione datale successivamente dai Romani: Urbs Vetus. Successivamente subì numerose conquiste, per poi proclamarsi libero comune. Nel periodo Medioevale visse in ricchezza, che è tutt’ora testimoniata da alcuni meravigliosi palazzi.

IL DUOMO: SIMBOLO DI ORVIETO

Simbolo indiscusso della città è il Duomo, che colpisce subito con la sua magnifica facciata gotica. I lavori di costruzione iniziarono nel 1290 e vennero continuati da Lorenzo Maitani, che diede una grande impronta soprattutto alla facciata. Sulla facciata troviamo bassorilievi, mosaici e il rosone opera di Andrea Orcagna. All’interno il Duomo ospita opere di grande bellezza e valore artistico, come gli affreschi sul Giudizio Universale di Luca Signorelli e il Reliquiario del Corporale. Il Reliquiario del Corporale risale al 1337-1338. Realizzato da Ugolino di Vieri, è una grande opera di oreficeria che custodisce il Corporale che si macchiò di sangue. Infatti, secondo la tradizione, un prete boemo stava celebrando la Messa senza fede, allora dall’Ostia spezzata fuoriuscì del sangue.

POZZO DI SAN PATRIZIO

Altro luogo imperdibile durante una visita ad Orvieto è sicuramente il pozzo di San Patrizio. Realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane per rifornire la città di acqua. Risale al Cinquecento e fu fortemente voluto da Clemente VII, che si era trasferito ad Orvieto nel 1527 durante il sacco di Roma. Il pozzo è profondo 62 m, con un diametro di 13,5 m. Ha due scale a chiocciola elicoidali, che permettono di salire e scendere senza mai incontrarsi e ci sono settantadue finestre che danno luce al pozzo creando un’atmosfera molto particolare. Il pozzo è oggi un vero e proprio museo visitabile.

LA CITTA’ SOTTERRANEA

Oltre al pozzo di San Patrizio, ad Orvieto esiste una vera e propria città sotterranea risalente al IX secolo a.C., che è possibile esplorare grazie a visite guidate. Non mancano cunicoli, cantine, altri pozzi, gallerie, cisterne e cave.

PALAZZO COMUNALE

Tornando alla luce del sole, merita sicuramente una visita il Palazzo Comunale. Costruito nel 1200 e poi rimaneggiato nel 1600, l’elegante edificio sorge in Piazza della Repubblica, un punto centrale di Orvieto, dove pare si trovasse anche il foro etrusco. Diverse arcate sorreggono il terrazzo e a fianco dell’edificio sorge una torre dodecagonale che lo separa dalla Chiesa di Sant’Andrea. In passato quella era la torre civica del palazzo. Orvieto, però, non è solo arte e monumenti. Infatti, sorge su un colle in un’ottima posizione panoramica e offre degli scorci davvero interessanti. Durante un giro in Umbria Orvieto è sicuramente una meta da non perdere. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>
Parco del Monte Cucco: natura e fresco nel cuore dell’Umbria https://www.lavoce.it/parco-del-monte-cucco-natura-e-fresco-nel-cuore-dellumbria/ Sun, 23 Aug 2020 08:49:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57780

Sentieri, sport, grotte e relax nell’Appennino umbro-marchigiano non lontano da Gubbio

Monte Cucco è una montagna alta 1566 m, che sorge lungo l’Appennino umbro-marchigiano, non lontano da Gubbio. Da qualche tempo il monte e la zona circostante sono diventati area protetta con la nascita del Parco del Monte Cucco.

LE GROTTE

Una delle cose da non perdere a Monte Cucco sono sicuramente le grotte. Infatti, essendo la montagna composta per la maggior parte da calcare massiccio, nel corso degli anni è stata interessata da fenomeni di carsismo. Le acque piovane e quelle sulfuree hanno originato numerose grotte e cavità. Una delle grotte più grandi ed importanti è proprio la Grotta del Monte Cucco. Grazie all’aiuto di guide esperte è possibile esplorare le viscere della montagna, camminando tra stalattiti e stalagmiti per più di 800m di percorso. Tre sono le visite che si possono fare: il percorso scoperta, il percorso traversata e quello avventura. Il percorso scoperta è il meno impegnativo, ben attrezzato e porta alla scoperta di tre sale principali nelle viscere del monte per poi ripercorrere lo stesso tragitto e uscire dalla grotta. Il percorso traversata è più lungo e permette di attraversare tutte le sale attrezzate della grotta, per poi riemergere nel versante nord della montagna in una terrazza panoramica dove ammirare gli Appennini e, nelle giornate limpide, persino l’Adriatico. Da lì, attraverso sentieri in quota si torna al punto di partenza. Il percorso avventura è quello più adrenalinico, che esce dal normale percorso turistico e che viene effettuato con il supporto continuo di guide speleologiche che forniscono anche l’attrezzatura necessaria.

SPORT A MONTE CUCCO

Oltre alle grotte, numerosi sono i sentieri di diversa difficoltà (più di 120 km di percorsi), completamente immersi nella natura, adatti a tutta la famiglia. In alternativa si può fare un giro in mountain bike o, se si preferisce qualcosa di più adrenalinico, il volo libero con la presenza di aree attrezzate per il decollo. È praticabile anche il torrentismo nella vicina Forra del Rio Freddo, in alternativa si può optare per una passeggiata a cavallo o per la pesca sportiva. In inverno sci di fondo e ciaspolate sono sicuramente ottimi modi per esplorare il territorio.

NATURA E RELAX

Per chi invece preferisce rilassarsi al fresco, non mancano aree attrezzate per barbecue e picnic e numerosi sono i prati su cui stendersi e riposarsi accompagnati dall’aria pura di montagna. Molto interessanti sono anche la flora e la fauna locali. Tantissime sono le varietà di fiori e orchidee presenti nel parco, anche grazie alla piovosità della zona e alla sua vicinanza al mare. Numerosi sono i prati adibiti a pascolo e ricavati grazie al disboscamento in passato. Sopra i mille metri l’albero più presente è il faggio, con esemplari alti anche più di 30 m. La fauna, soprattutto quella che abita le faggete, è molto varia. Non mancano gufi, allocchi, barbagianni, sparvieri, picchi, ma anche lupi, volpi, tassi, cinghiali e caprioli. Insomma se si ama la montagna, il Parco del Monte Cucco è la scelta migliore, sia per un po’ di relax che per praticare sport a contatto con la natura. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/it/]]>

Sentieri, sport, grotte e relax nell’Appennino umbro-marchigiano non lontano da Gubbio

Monte Cucco è una montagna alta 1566 m, che sorge lungo l’Appennino umbro-marchigiano, non lontano da Gubbio. Da qualche tempo il monte e la zona circostante sono diventati area protetta con la nascita del Parco del Monte Cucco.

LE GROTTE

Una delle cose da non perdere a Monte Cucco sono sicuramente le grotte. Infatti, essendo la montagna composta per la maggior parte da calcare massiccio, nel corso degli anni è stata interessata da fenomeni di carsismo. Le acque piovane e quelle sulfuree hanno originato numerose grotte e cavità. Una delle grotte più grandi ed importanti è proprio la Grotta del Monte Cucco. Grazie all’aiuto di guide esperte è possibile esplorare le viscere della montagna, camminando tra stalattiti e stalagmiti per più di 800m di percorso. Tre sono le visite che si possono fare: il percorso scoperta, il percorso traversata e quello avventura. Il percorso scoperta è il meno impegnativo, ben attrezzato e porta alla scoperta di tre sale principali nelle viscere del monte per poi ripercorrere lo stesso tragitto e uscire dalla grotta. Il percorso traversata è più lungo e permette di attraversare tutte le sale attrezzate della grotta, per poi riemergere nel versante nord della montagna in una terrazza panoramica dove ammirare gli Appennini e, nelle giornate limpide, persino l’Adriatico. Da lì, attraverso sentieri in quota si torna al punto di partenza. Il percorso avventura è quello più adrenalinico, che esce dal normale percorso turistico e che viene effettuato con il supporto continuo di guide speleologiche che forniscono anche l’attrezzatura necessaria.

SPORT A MONTE CUCCO

Oltre alle grotte, numerosi sono i sentieri di diversa difficoltà (più di 120 km di percorsi), completamente immersi nella natura, adatti a tutta la famiglia. In alternativa si può fare un giro in mountain bike o, se si preferisce qualcosa di più adrenalinico, il volo libero con la presenza di aree attrezzate per il decollo. È praticabile anche il torrentismo nella vicina Forra del Rio Freddo, in alternativa si può optare per una passeggiata a cavallo o per la pesca sportiva. In inverno sci di fondo e ciaspolate sono sicuramente ottimi modi per esplorare il territorio.

NATURA E RELAX

Per chi invece preferisce rilassarsi al fresco, non mancano aree attrezzate per barbecue e picnic e numerosi sono i prati su cui stendersi e riposarsi accompagnati dall’aria pura di montagna. Molto interessanti sono anche la flora e la fauna locali. Tantissime sono le varietà di fiori e orchidee presenti nel parco, anche grazie alla piovosità della zona e alla sua vicinanza al mare. Numerosi sono i prati adibiti a pascolo e ricavati grazie al disboscamento in passato. Sopra i mille metri l’albero più presente è il faggio, con esemplari alti anche più di 30 m. La fauna, soprattutto quella che abita le faggete, è molto varia. Non mancano gufi, allocchi, barbagianni, sparvieri, picchi, ma anche lupi, volpi, tassi, cinghiali e caprioli. Insomma se si ama la montagna, il Parco del Monte Cucco è la scelta migliore, sia per un po’ di relax che per praticare sport a contatto con la natura. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/it/]]>
Foligno: terzo centro in Umbria per numero di abitanti https://www.lavoce.it/foligno-terzo-centro-in-umbria-per-numero-di-abitanti/ Sun, 23 Aug 2020 08:24:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57765

Una delle poche città umbre in pianura, perfetta per una rilassante passeggiata o per un giro in bicicletta

Foligno sorge nella valle in cui si incontrano i fiumi Topino e Menotre, ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano. Trovandosi in pianura è piacevolissimo fare un giro per il centro ammirando le sue meraviglie, sia a piedi che in bicicletta.

STORIA

Gli Umbri fondarono Foligno, che successivamente diventò Municipio romano e un centro importante lungo la via Flaminia. Venne invasa e distrutta dai Barbari, per poi diventare libero comune nell’XI secolo. Nel 1310 entrò a far parte della signoria dei Trinci e visse un periodo di grande splendore espandendosi anche nelle vicinanze. Nel XV secolo fu inglobata nello Stato Pontificio.

COSA VEDERE

Il centro di Foligno è molto carino, ma abbastanza raccolto. Piazza della Repubblica era il fulcro della vita cittadina già nel Medioevo e continua ad essere un luogo importante della città in cui si affacciano il Duomo, il Palazzo Comunale e altri palazzi storici.

IL DUOMO

Il Duomo di Foligno è dedicato a San Feliciano e si trova nel luogo in cui il Santo venne martirizzato e poi sepolto nel 251 d.C. L’edificio risale al 1113 e venne costruito da Maestro Atto. Nel 1201 venne ingrandito con la facciata secondaria e successivamente venne restaurato anche nel XVI e nel XVII secolo. La facciata principale bianca e rosa è stata modificata nel corso dei secoli, ad esempio il mosaico con Cristo in trono tra San Feliciano e Messalina è recente e risale al 1904. La facciata secondaria presenta invece un portale romanico con dei bassorilievi rappresentanti tra gli altri Federico Barbarossa, i simboli degli Evangelisti e i segni zodiacali. All’interno c’è una sola navata e il baldacchino dell’altare imita lo stile di quello di San Pietro a Roma. Nella canonica si trova il Museo Capitolare Diocesano dove si possono ammirare opere provenienti dalla Cattedrale e da altri luoghi della zona. Visitando il museo si può accedere anche alla cripta di San Feliciano.

PALAZZO COMUNALE

Sempre in Piazza della Repubblica si trova il Palazzo comunale. Ha una facciata in stile neoclassico costruita tra il 1835 e il 1838. Nell’atrio del palazzo si trova un pozzo del 1575, mentre all’interno vi sono delle stanze riccamente decorate. Ad esempio, la Sala del Consiglio ospita un camino del XVI secolo ed è stata decorata da Mariano Pievittori con tre importanti illustrazioni: il capitano Robacastelli che difende Milano nel 1158, Federico II affidato a Foligno per essere educato e Colomba Antonietti che muore per difendere Roma nel 1849. Un’altra sala interessante è quella delle Armi con la volta dipinta con gli stemmi e gli emblemi dei rioni di Foligno.

GIOSTRA DELLA QUINTANA

Altro buon motivo per visitare Foligno è la Giostra della Quintana, una rievocazione storica in cui spettacolo e competizione si fondono, che ha luogo ogni estate. Un bellissimo corteo storico in costume precede la competizione, che consiste in una corsa a cavallo. Ogni fantino deve cercare di infilare con la lancia l’anello che è appeso alla statua della Quintana, che si trova al centro di un percorso a forma di otto. I turni sono tre e ad ogni turno l’anello diventa più piccolo. Non mancano anche le taverne per mangiare. Sembra di vivere per qualche giorno nel Seicento. Insomma, Foligno è un’ottima tappa durante un giro in Umbria. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>

Una delle poche città umbre in pianura, perfetta per una rilassante passeggiata o per un giro in bicicletta

Foligno sorge nella valle in cui si incontrano i fiumi Topino e Menotre, ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano. Trovandosi in pianura è piacevolissimo fare un giro per il centro ammirando le sue meraviglie, sia a piedi che in bicicletta.

STORIA

Gli Umbri fondarono Foligno, che successivamente diventò Municipio romano e un centro importante lungo la via Flaminia. Venne invasa e distrutta dai Barbari, per poi diventare libero comune nell’XI secolo. Nel 1310 entrò a far parte della signoria dei Trinci e visse un periodo di grande splendore espandendosi anche nelle vicinanze. Nel XV secolo fu inglobata nello Stato Pontificio.

COSA VEDERE

Il centro di Foligno è molto carino, ma abbastanza raccolto. Piazza della Repubblica era il fulcro della vita cittadina già nel Medioevo e continua ad essere un luogo importante della città in cui si affacciano il Duomo, il Palazzo Comunale e altri palazzi storici.

IL DUOMO

Il Duomo di Foligno è dedicato a San Feliciano e si trova nel luogo in cui il Santo venne martirizzato e poi sepolto nel 251 d.C. L’edificio risale al 1113 e venne costruito da Maestro Atto. Nel 1201 venne ingrandito con la facciata secondaria e successivamente venne restaurato anche nel XVI e nel XVII secolo. La facciata principale bianca e rosa è stata modificata nel corso dei secoli, ad esempio il mosaico con Cristo in trono tra San Feliciano e Messalina è recente e risale al 1904. La facciata secondaria presenta invece un portale romanico con dei bassorilievi rappresentanti tra gli altri Federico Barbarossa, i simboli degli Evangelisti e i segni zodiacali. All’interno c’è una sola navata e il baldacchino dell’altare imita lo stile di quello di San Pietro a Roma. Nella canonica si trova il Museo Capitolare Diocesano dove si possono ammirare opere provenienti dalla Cattedrale e da altri luoghi della zona. Visitando il museo si può accedere anche alla cripta di San Feliciano.

PALAZZO COMUNALE

Sempre in Piazza della Repubblica si trova il Palazzo comunale. Ha una facciata in stile neoclassico costruita tra il 1835 e il 1838. Nell’atrio del palazzo si trova un pozzo del 1575, mentre all’interno vi sono delle stanze riccamente decorate. Ad esempio, la Sala del Consiglio ospita un camino del XVI secolo ed è stata decorata da Mariano Pievittori con tre importanti illustrazioni: il capitano Robacastelli che difende Milano nel 1158, Federico II affidato a Foligno per essere educato e Colomba Antonietti che muore per difendere Roma nel 1849. Un’altra sala interessante è quella delle Armi con la volta dipinta con gli stemmi e gli emblemi dei rioni di Foligno.

GIOSTRA DELLA QUINTANA

Altro buon motivo per visitare Foligno è la Giostra della Quintana, una rievocazione storica in cui spettacolo e competizione si fondono, che ha luogo ogni estate. Un bellissimo corteo storico in costume precede la competizione, che consiste in una corsa a cavallo. Ogni fantino deve cercare di infilare con la lancia l’anello che è appeso alla statua della Quintana, che si trova al centro di un percorso a forma di otto. I turni sono tre e ad ogni turno l’anello diventa più piccolo. Non mancano anche le taverne per mangiare. Sembra di vivere per qualche giorno nel Seicento. Insomma, Foligno è un’ottima tappa durante un giro in Umbria. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/]]>
Le cascate del Menotre: piacevole passeggiata nel verde https://www.lavoce.it/le-cascate-del-menotre-piacevole-passeggiata-nel-verde/ Sat, 22 Aug 2020 08:40:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57775

Un percorso di cascatelle e torrenti poco distante da Foligno

Il Menotre è un fiume che scorre in una verde vallata umbra, che da lui prende il nome, creando un suggestivo scenario pieno di cascatelle immerse nel verde della vegetazione locale. Un percorso lungo il quale compie qualche salto, per poi incanalarsi in fessure della roccia e successivamente ricomparire con cascate più alte e imponenti. Un luogo in cui è molto piacevole passeggiare e che è meta di tanti turisti. Il percorso parte dai paesi di Pale e Belfiore. Partendo da Pale il sentiero è discendente, da Belfiore invece è ascendente.

IL MENOTRE

Il Menotre nasce a circa 800 m d’altitudine, nei pressi del Monte Mareggia e del paese di Orsano. Scorre per 30 km tra sali e scendi, cascatelle, alberi e rocce. Attraversa diverse piccole frazioni, tra cui Rasiglia, dove si arricchisce di acqua grazie ad alcune sorgenti. Alla fine del suo percorso sfocia nel fiume Topino.

IL SENTIERO

Partendo da Belfiore si arriva alla prima parte del sentiero facile, sterrata e pianeggiante, che si trova all’interno del Parco dell’Altolina. In questa zona ci sono molte aree dove potersi sedere, riposare e, volendo, anche mangiare. Oltre al fiume, che è l’assoluto protagonista del luogo, d’interesse sono anche la vegetazione ricca e rigogliosa e alcune statue in pietra sparse per il sentiero, nel luogo che prima ospitava il giardino della famiglia Elisei. Gli Elisei erano dei nobili della zona, che vissero a Pale fino al 1268. Da lì il percorso inizia a regalare i primi salti e scrosci, anche se la cascata più imponente si ammira vicino Pale, dove il Menotre si tuffa per ben 150 m. Alla destra di uno dei primi salti si trova l’ingresso di una grotta, dove è possibile entrare trovandosi così a due passi dalla cascata. L’effetto è ottimo e si possono scattare bellissime foto. A mano a mano che ci si avvicina a Pale il percorso diventa più ripido e poco prima di arrivare alla grande cascata si può ammirare un laghetto formato dall’acqua del fiume, interessante per le tante sfumature di colore. Nella parte alta del corso del fiume si può notare anche qualche esemplare di trota o di gambero di fiume. Il percorso è facile e adatto a tutta la famiglia, lo si può percorrere quasi tutto l’anno, ma sicuramente i periodi consigliati sono la primavera e l’estate, perché la zona è sempre abbastanza fresca. Nel parco si possono praticare anche diverse attività per bambini e adulti quali canyoning, scuola di roccia e mountain bike.

PALE

Avvicinandosi a Pale si scorge il castello che domina il paese, che è attraversato dal fiume. Si ammirano anche le cartiere in passato molto attive e alimentate dal Menotre. Proprio con la carta prodotta in queste cartiere, nel 1442 venne realizzata a Foligno la prima stampa della Divina Commedia. È sicuramente un luogo meno conosciuto rispetto alle famosissime cascate delle Marmore, ma altrettanto rilassante e forse ancor più tranquillo. Per chi ama la natura e i trekking è sicuramente una meta da non perdere durante un giro in Umbria. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

Un percorso di cascatelle e torrenti poco distante da Foligno

Il Menotre è un fiume che scorre in una verde vallata umbra, che da lui prende il nome, creando un suggestivo scenario pieno di cascatelle immerse nel verde della vegetazione locale. Un percorso lungo il quale compie qualche salto, per poi incanalarsi in fessure della roccia e successivamente ricomparire con cascate più alte e imponenti. Un luogo in cui è molto piacevole passeggiare e che è meta di tanti turisti. Il percorso parte dai paesi di Pale e Belfiore. Partendo da Pale il sentiero è discendente, da Belfiore invece è ascendente.

IL MENOTRE

Il Menotre nasce a circa 800 m d’altitudine, nei pressi del Monte Mareggia e del paese di Orsano. Scorre per 30 km tra sali e scendi, cascatelle, alberi e rocce. Attraversa diverse piccole frazioni, tra cui Rasiglia, dove si arricchisce di acqua grazie ad alcune sorgenti. Alla fine del suo percorso sfocia nel fiume Topino.

IL SENTIERO

Partendo da Belfiore si arriva alla prima parte del sentiero facile, sterrata e pianeggiante, che si trova all’interno del Parco dell’Altolina. In questa zona ci sono molte aree dove potersi sedere, riposare e, volendo, anche mangiare. Oltre al fiume, che è l’assoluto protagonista del luogo, d’interesse sono anche la vegetazione ricca e rigogliosa e alcune statue in pietra sparse per il sentiero, nel luogo che prima ospitava il giardino della famiglia Elisei. Gli Elisei erano dei nobili della zona, che vissero a Pale fino al 1268. Da lì il percorso inizia a regalare i primi salti e scrosci, anche se la cascata più imponente si ammira vicino Pale, dove il Menotre si tuffa per ben 150 m. Alla destra di uno dei primi salti si trova l’ingresso di una grotta, dove è possibile entrare trovandosi così a due passi dalla cascata. L’effetto è ottimo e si possono scattare bellissime foto. A mano a mano che ci si avvicina a Pale il percorso diventa più ripido e poco prima di arrivare alla grande cascata si può ammirare un laghetto formato dall’acqua del fiume, interessante per le tante sfumature di colore. Nella parte alta del corso del fiume si può notare anche qualche esemplare di trota o di gambero di fiume. Il percorso è facile e adatto a tutta la famiglia, lo si può percorrere quasi tutto l’anno, ma sicuramente i periodi consigliati sono la primavera e l’estate, perché la zona è sempre abbastanza fresca. Nel parco si possono praticare anche diverse attività per bambini e adulti quali canyoning, scuola di roccia e mountain bike.

PALE

Avvicinandosi a Pale si scorge il castello che domina il paese, che è attraversato dal fiume. Si ammirano anche le cartiere in passato molto attive e alimentate dal Menotre. Proprio con la carta prodotta in queste cartiere, nel 1442 venne realizzata a Foligno la prima stampa della Divina Commedia. È sicuramente un luogo meno conosciuto rispetto alle famosissime cascate delle Marmore, ma altrettanto rilassante e forse ancor più tranquillo. Per chi ama la natura e i trekking è sicuramente una meta da non perdere durante un giro in Umbria. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Cascia: la città di Santa Rita https://www.lavoce.it/cascia-la-citta-di-santa-rita/ Fri, 21 Aug 2020 09:06:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57790

Piccola e tranquilla frazione umbra, meta di tanti devoti che si recano al Santuario della Santa umbra

Cascia sorge in Val Nerina, a 653 m d’altitudine sul colle di Sant’Agostino. All’ingresso della città si trova una statua raffigurante Santa Rita, patrona della frazione e Santa protettrice dei casi disperati.

STORIA DELLA SANTA

Santa Rita visse tra il 1381 e il 1457. Desiderava da sempre diventare suora e dedicare la propria vita a Dio, ma la famiglia la costrinse a sposarsi. Anni dopo però la giovane rimase vedova e perse anche i figli. Fu accolta nel convento di Santa Maria Maddalena a Cascia, dove visse in povertà e pregò fino alla morte, avvenuta il 22 maggio 1457. Numerosi furono i miracoli che la Santa compì e che le diedero l’appellativo di Santa “dei casi impossibili”, perché riuscì a salvare persone dalle situazioni molto complicate. Venne proclamata Santa solo nel 1900, diversi secoli dopo la sua morte.

MONASTERO DI SANTA RITA

I fedeli che ogni anno si recano a Cascia, in particolare il 22 maggio, visitano il Monastero dedicato alla Santa, oltre alla Basilica di Santa Rita. Nel Monastero la Santa visse per quarant’anni e vi si possono trovare delle reliquie, oltre a tele e oggettisacri che raccontano episodi importanti della sua vita. Interessante è la Cassa Solenne, che custodì il corpo della Santa per tre secoli e che la mostra giacente e in Gloria con due immagini, che permettono di ricostruire le sembianze del volto.

BASILICA DI SANTA RITA

Adiacente al Monastero si trova la Basilica. Venne costruita tra il 1937 e il 1947 nel luogo in cui sorgeva un’antica Chiesa agostiniana collegata al Monastero. La Basilica conserva il corpo della Santa, che è custodito in un’urna di cristallo all’interno della Cappella di Santa Rita. All’interno della Basilica, attraverso una porta stretta, si entra nella Chiesa della Beata Rita. In passato era una costruzione indipendente che conservava il corpo della Santa, con la costruzione della nuova Basilica fu però quasi tutta demolita, tranne il portale e alcuni altari ancora visibili.

ROSA DI SANTA RITA

Oltre ai luoghi di culto, un simbolo di Santa Rita è sicuramente la rosa. Si narra che la Santa ormai malata, chiese alla cugina in inverno di portarle due fichi e una rosa dalla casa paterna. La cugina la assecondò, convinta però che non avrebbe trovato ciò che cercava. Invece, vide in mezzo alla neve una rosa e due fichi e li portò alla cugina. Da allora la Rosa è il simbolo della Santa e del suo amore, che si diffonde ovunque, come il profumo delle rose. Ogni 22 maggio, nel corso dei festeggiamenti per la Santa, vengono benedette anche le rose.

API DI SANTA RITA

Altro simbolo della Santa sono le api, legate al primo miracolo che si narra che Santa Rita compì a pochi giorni di vita. Le api si avvicinarono alla sua culla in giardino e presero ad entrare e uscire dalla sua bocca senza pungerla. Un contadino che lavorava in un campo lì vicino si tagliò lavorando e iniziò a perdere molto sangue. Cercando aiuto vide la culla della piccola e sventolò il braccio per allontanare le api; quando lo ritirò il taglio era sparito. Questo primo miracolo è anche raffigurato in un dipinto all’interno della Basilica di Santa Rita. Cascia è un luogo dalla grande spiritualità, una tappa imperdibile del turismo religioso umbro. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/it/-/santuario-di-santa-rita]]>

Piccola e tranquilla frazione umbra, meta di tanti devoti che si recano al Santuario della Santa umbra

Cascia sorge in Val Nerina, a 653 m d’altitudine sul colle di Sant’Agostino. All’ingresso della città si trova una statua raffigurante Santa Rita, patrona della frazione e Santa protettrice dei casi disperati.

STORIA DELLA SANTA

Santa Rita visse tra il 1381 e il 1457. Desiderava da sempre diventare suora e dedicare la propria vita a Dio, ma la famiglia la costrinse a sposarsi. Anni dopo però la giovane rimase vedova e perse anche i figli. Fu accolta nel convento di Santa Maria Maddalena a Cascia, dove visse in povertà e pregò fino alla morte, avvenuta il 22 maggio 1457. Numerosi furono i miracoli che la Santa compì e che le diedero l’appellativo di Santa “dei casi impossibili”, perché riuscì a salvare persone dalle situazioni molto complicate. Venne proclamata Santa solo nel 1900, diversi secoli dopo la sua morte.

MONASTERO DI SANTA RITA

I fedeli che ogni anno si recano a Cascia, in particolare il 22 maggio, visitano il Monastero dedicato alla Santa, oltre alla Basilica di Santa Rita. Nel Monastero la Santa visse per quarant’anni e vi si possono trovare delle reliquie, oltre a tele e oggettisacri che raccontano episodi importanti della sua vita. Interessante è la Cassa Solenne, che custodì il corpo della Santa per tre secoli e che la mostra giacente e in Gloria con due immagini, che permettono di ricostruire le sembianze del volto.

BASILICA DI SANTA RITA

Adiacente al Monastero si trova la Basilica. Venne costruita tra il 1937 e il 1947 nel luogo in cui sorgeva un’antica Chiesa agostiniana collegata al Monastero. La Basilica conserva il corpo della Santa, che è custodito in un’urna di cristallo all’interno della Cappella di Santa Rita. All’interno della Basilica, attraverso una porta stretta, si entra nella Chiesa della Beata Rita. In passato era una costruzione indipendente che conservava il corpo della Santa, con la costruzione della nuova Basilica fu però quasi tutta demolita, tranne il portale e alcuni altari ancora visibili.

ROSA DI SANTA RITA

Oltre ai luoghi di culto, un simbolo di Santa Rita è sicuramente la rosa. Si narra che la Santa ormai malata, chiese alla cugina in inverno di portarle due fichi e una rosa dalla casa paterna. La cugina la assecondò, convinta però che non avrebbe trovato ciò che cercava. Invece, vide in mezzo alla neve una rosa e due fichi e li portò alla cugina. Da allora la Rosa è il simbolo della Santa e del suo amore, che si diffonde ovunque, come il profumo delle rose. Ogni 22 maggio, nel corso dei festeggiamenti per la Santa, vengono benedette anche le rose.

API DI SANTA RITA

Altro simbolo della Santa sono le api, legate al primo miracolo che si narra che Santa Rita compì a pochi giorni di vita. Le api si avvicinarono alla sua culla in giardino e presero ad entrare e uscire dalla sua bocca senza pungerla. Un contadino che lavorava in un campo lì vicino si tagliò lavorando e iniziò a perdere molto sangue. Cercando aiuto vide la culla della piccola e sventolò il braccio per allontanare le api; quando lo ritirò il taglio era sparito. Questo primo miracolo è anche raffigurato in un dipinto all’interno della Basilica di Santa Rita. Cascia è un luogo dalla grande spiritualità, una tappa imperdibile del turismo religioso umbro. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/it/-/santuario-di-santa-rita]]>
Nocera Umbra: una meravigliosa cittadina nel cuore verde d’Italia https://www.lavoce.it/nocera-umbra-una-meravigliosa-cittadina-nel-cuore-verde-ditalia/ Thu, 20 Aug 2020 08:59:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57785

Arte, una stupenda posizione panoramica, edifici meravigliosi e acqua

Nocera Umbra è un borgo antico che si trova sulle pendici del Monte Pennino, nella valle del Topino.

STORIA

Nocera venne fondata dagli Umbri nel IV secolo a.C., per poi essere conquistata dai Romani nel 161 a.C. Nel Medioevo venne annessa al Ducato di Spoleto e nel 1439 entrò a far parte dello Stato della Chiesa.

ACQUA

È conosciuta soprattutto per le acque minerali, come quelle della sorgente Angelica che nasce e sgorga a Bagni di Nocera, una vera e propria stazione termale. Già dal 1500 quest’acqua veniva utilizzata per l’idroterapia. Nel XVIII secolo, viste le ottime qualità della sorgente, venne presa come campione per valutare la qualità di altre acque. Oltre l’acqua però c’è molto altro da scoprire e da ammirare a Nocera.

COSA VEDERE

La prima cosa che salta all’occhio, è la struttura di Nocera. La cittadina è arroccata sul monte e ben visibili sono le mura difensive di epoca medioevale, che in passato arrivavano fino alla Rocca, di cui purtroppo è rimasto solo il mastio centrale, la cosiddetta Torre civica, risalente all’XI secolo.

DUOMO

Merita sicuramente una visita il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta. Venne costruito in posizione dominante, probabilmente nel luogo in cui sorgeva un tempio dedicato ad una divinità pagana. È in stile romanico e nacque come cappella della fortezza. Nel corso dei secoli venne rimaneggiato più volte e nel 1248 fu quasi distrutto e per molti secoli abbandonato. Solo nel 1448 venne intrapresa la ricostruzione del Duomo. Dal 1487 l’edificio custodisce le reliquie di San Rinaldo, patrono della città, che si trovano ancora oggi sotto l’altare maggiore. Ben conservati il pavimento maiolicato della Sagrestia e i dipinti del 1600 di Giulio Cesare Angeli. Alcune delle tele e dei reperti artistici di valore conservati nel Duomo sono stati spostati nella Pinacoteca comunale, dove è possibile ammirarli.

CHIESE DI SAN FRANCESCO E DI SANTA CHIARA

La Chiesa di San Francesco risale alla fine del Trecento, con una trasformazione profonda un secolo dopo. Ospita sia la Pinacoteca che il Museo civico. Tra le opere, ci sono una statua in legno policromo della Madonna con Bambino e diversi affreschi di Matteo da Gualdo che raffigurano l’Annunciazione, la Madonna con Bambino, Sant’Antonio da Padova e San Giovanni Battista. Altra Chiesa che merita una visita è sicuramente quella di Santa Chiara, risalente al XIII secolo e poi ristrutturata nell’Ottocento.

CHIESA DI SAN FILIPPO

Interessante anche la Chiesa di San Filippo in stile neogotico e realizzata dall’architetto Luigi Poletti tra il 1864 e il 1868. Si trova nella parte alta della città, ha una facciata decorata da un grande rosone circondato dai simboli dei quattro evangelisti. Sull’altare maggiore è conservata la tela che mostra la morte di San Filippo con apparizione della Madonna realizzata da Francesco Grandi. Insomma, Nocera è ricca di Chiese, si trova in un’ottima posizione panoramica e offre dei bagni termali con acquee ricche di grandi proprietà. Merita sicuramente una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/it/nocera-umbra]]>

Arte, una stupenda posizione panoramica, edifici meravigliosi e acqua

Nocera Umbra è un borgo antico che si trova sulle pendici del Monte Pennino, nella valle del Topino.

STORIA

Nocera venne fondata dagli Umbri nel IV secolo a.C., per poi essere conquistata dai Romani nel 161 a.C. Nel Medioevo venne annessa al Ducato di Spoleto e nel 1439 entrò a far parte dello Stato della Chiesa.

ACQUA

È conosciuta soprattutto per le acque minerali, come quelle della sorgente Angelica che nasce e sgorga a Bagni di Nocera, una vera e propria stazione termale. Già dal 1500 quest’acqua veniva utilizzata per l’idroterapia. Nel XVIII secolo, viste le ottime qualità della sorgente, venne presa come campione per valutare la qualità di altre acque. Oltre l’acqua però c’è molto altro da scoprire e da ammirare a Nocera.

COSA VEDERE

La prima cosa che salta all’occhio, è la struttura di Nocera. La cittadina è arroccata sul monte e ben visibili sono le mura difensive di epoca medioevale, che in passato arrivavano fino alla Rocca, di cui purtroppo è rimasto solo il mastio centrale, la cosiddetta Torre civica, risalente all’XI secolo.

DUOMO

Merita sicuramente una visita il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta. Venne costruito in posizione dominante, probabilmente nel luogo in cui sorgeva un tempio dedicato ad una divinità pagana. È in stile romanico e nacque come cappella della fortezza. Nel corso dei secoli venne rimaneggiato più volte e nel 1248 fu quasi distrutto e per molti secoli abbandonato. Solo nel 1448 venne intrapresa la ricostruzione del Duomo. Dal 1487 l’edificio custodisce le reliquie di San Rinaldo, patrono della città, che si trovano ancora oggi sotto l’altare maggiore. Ben conservati il pavimento maiolicato della Sagrestia e i dipinti del 1600 di Giulio Cesare Angeli. Alcune delle tele e dei reperti artistici di valore conservati nel Duomo sono stati spostati nella Pinacoteca comunale, dove è possibile ammirarli.

CHIESE DI SAN FRANCESCO E DI SANTA CHIARA

La Chiesa di San Francesco risale alla fine del Trecento, con una trasformazione profonda un secolo dopo. Ospita sia la Pinacoteca che il Museo civico. Tra le opere, ci sono una statua in legno policromo della Madonna con Bambino e diversi affreschi di Matteo da Gualdo che raffigurano l’Annunciazione, la Madonna con Bambino, Sant’Antonio da Padova e San Giovanni Battista. Altra Chiesa che merita una visita è sicuramente quella di Santa Chiara, risalente al XIII secolo e poi ristrutturata nell’Ottocento.

CHIESA DI SAN FILIPPO

Interessante anche la Chiesa di San Filippo in stile neogotico e realizzata dall’architetto Luigi Poletti tra il 1864 e il 1868. Si trova nella parte alta della città, ha una facciata decorata da un grande rosone circondato dai simboli dei quattro evangelisti. Sull’altare maggiore è conservata la tela che mostra la morte di San Filippo con apparizione della Madonna realizzata da Francesco Grandi. Insomma, Nocera è ricca di Chiese, si trova in un’ottima posizione panoramica e offre dei bagni termali con acquee ricche di grandi proprietà. Merita sicuramente una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/it/nocera-umbra]]>
Umbertide: un giro nell’Alta Valle del Tevere https://www.lavoce.it/umbertide-un-giro-nellalta-valle-del-tevere/ Tue, 11 Aug 2020 07:56:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57748

Attraversata dal fiume Tevere e con un centro storico molto interessante

Umbertide si trova nell’Alta Valle del Tevere, in una zona fertile e ricca d’acqua proprio perché attraversata dal Tevere e anche dal torrente Reggia.

LA STORIA

I primi insediamenti sul territorio sono di epoca etrusca e sembrano risalire al IV secolo a.C., almeno secondo degli oggetti votivi che sono stati ritrovati a Monte Acuto, un monte vicino Umbertide dove pare si trovasse un tempio etrusco. Da documenti successivi si evince che sicuramente nel 1189 Umbertide era parte dei possedimenti di Perugia e vi rimase fino al XVI secolo, quando venne annessa allo Stato Pontificio.

COSA VEDERE

  • LA ROCCA
Il centro è molto carino e conserva la Rocca, una fortezza medioevale imponente e oggi simbolo della cittadina. La Rocca, costruita tra il 1374 e il 1389, è formata da un torrione quadrato alto 31 m, che sorge a fianco del torrente Reggia. Questo torrione è collegato poi a due torrioni circolari più piccoli e ad un’altra torre quadrata. Dal 1798 al 1923 la Rocca venne adibita a carcere. Nel 1979 venne restaurata per l’ultima volta e oggi ospita il Centro per l’Arte contemporanea.
  • LA COLLEGIATA
A due passi dalla Rocca, da non perdere la Collegiata o Chiesa di Santa Maria della Reggia. La pianta è ottogonale ed è stata costruita nel XVI secolo. L’interno è notevole: il pavimento policromo è del XVII secolo e affreschi e tele pregiati ornano le pareti. Il tabernacolo è del Cinquecento ed è da vedere la Trasfigurazione di Nicolò Circignani.
  • CHIESA DI SANTA CROCE
Altro luogo di interesse è la Chiesa di Santa Croce costruita nel 1610, successivamente restaurata e adibita a museo dal 1998. Sorge nel luogo in cui si trovava già una Chiesa del XIII secolo, dedicata ai Santi Pietro e Paolo. All’interno si trova un’unica navata con stucchi di Giovanni Fontana risalenti al 1676 e altari del XVIII secolo. Uno di questi è intagliato e conserva la Deposizione dalla croce del Signorelli realizzata nel 1516. Notevole anche la Madonna con il Bambino in gloria tra Angeli e Santi opera di Pomarancio e una scultura in legno che rappresenta San Rocco, realizzata da Romano Alberti detto il Nero nel 1528. CASTELLO DI CIVITELLA RANIERI Poco fuori Umbertide, su un colle immerso nel verde, sorge il castello di Civitella Ranieri. Prende il nome dai nobili Ranieri ed era il centro della loro contea. È circondato da mura con due porte che permettono di accedervi. È costituito da torri rotonde e il nome “Civitella” deriva dal termine “cittadella”, quella che nel 1078 il duca Raniero iniziò a costruire in quella zona. Nel corso dei secoli il castello fu ampliato e più volte rimaneggiato, ad esempio con la costruzione della Chiesa dedicata a San Cristoforo, che sostituì una Chiesa preesistente. Intorno al castello un bel cortile e un ampio giardino lo rendono ancora più imponente. Dal 1992 il Castello è diventato il Civitella Ranieri Center, luogo in cui artisti da tutto il mondo si recano per qualche mese di pace, riflessione e arte. All’interno del castello sono stati organizzati diversi appartamenti proprio per accogliere gli artisti. Per questo il complesso non è visitabile, se non in occasioni speciali. Insomma, Umbertide è ricca di scorci interessanti e monumenti importanti, merita sicuramente una visita. Sophia Schippa]]>

Attraversata dal fiume Tevere e con un centro storico molto interessante

Umbertide si trova nell’Alta Valle del Tevere, in una zona fertile e ricca d’acqua proprio perché attraversata dal Tevere e anche dal torrente Reggia.

LA STORIA

I primi insediamenti sul territorio sono di epoca etrusca e sembrano risalire al IV secolo a.C., almeno secondo degli oggetti votivi che sono stati ritrovati a Monte Acuto, un monte vicino Umbertide dove pare si trovasse un tempio etrusco. Da documenti successivi si evince che sicuramente nel 1189 Umbertide era parte dei possedimenti di Perugia e vi rimase fino al XVI secolo, quando venne annessa allo Stato Pontificio.

COSA VEDERE

  • LA ROCCA
Il centro è molto carino e conserva la Rocca, una fortezza medioevale imponente e oggi simbolo della cittadina. La Rocca, costruita tra il 1374 e il 1389, è formata da un torrione quadrato alto 31 m, che sorge a fianco del torrente Reggia. Questo torrione è collegato poi a due torrioni circolari più piccoli e ad un’altra torre quadrata. Dal 1798 al 1923 la Rocca venne adibita a carcere. Nel 1979 venne restaurata per l’ultima volta e oggi ospita il Centro per l’Arte contemporanea.
  • LA COLLEGIATA
A due passi dalla Rocca, da non perdere la Collegiata o Chiesa di Santa Maria della Reggia. La pianta è ottogonale ed è stata costruita nel XVI secolo. L’interno è notevole: il pavimento policromo è del XVII secolo e affreschi e tele pregiati ornano le pareti. Il tabernacolo è del Cinquecento ed è da vedere la Trasfigurazione di Nicolò Circignani.
  • CHIESA DI SANTA CROCE
Altro luogo di interesse è la Chiesa di Santa Croce costruita nel 1610, successivamente restaurata e adibita a museo dal 1998. Sorge nel luogo in cui si trovava già una Chiesa del XIII secolo, dedicata ai Santi Pietro e Paolo. All’interno si trova un’unica navata con stucchi di Giovanni Fontana risalenti al 1676 e altari del XVIII secolo. Uno di questi è intagliato e conserva la Deposizione dalla croce del Signorelli realizzata nel 1516. Notevole anche la Madonna con il Bambino in gloria tra Angeli e Santi opera di Pomarancio e una scultura in legno che rappresenta San Rocco, realizzata da Romano Alberti detto il Nero nel 1528. CASTELLO DI CIVITELLA RANIERI Poco fuori Umbertide, su un colle immerso nel verde, sorge il castello di Civitella Ranieri. Prende il nome dai nobili Ranieri ed era il centro della loro contea. È circondato da mura con due porte che permettono di accedervi. È costituito da torri rotonde e il nome “Civitella” deriva dal termine “cittadella”, quella che nel 1078 il duca Raniero iniziò a costruire in quella zona. Nel corso dei secoli il castello fu ampliato e più volte rimaneggiato, ad esempio con la costruzione della Chiesa dedicata a San Cristoforo, che sostituì una Chiesa preesistente. Intorno al castello un bel cortile e un ampio giardino lo rendono ancora più imponente. Dal 1992 il Castello è diventato il Civitella Ranieri Center, luogo in cui artisti da tutto il mondo si recano per qualche mese di pace, riflessione e arte. All’interno del castello sono stati organizzati diversi appartamenti proprio per accogliere gli artisti. Per questo il complesso non è visitabile, se non in occasioni speciali. Insomma, Umbertide è ricca di scorci interessanti e monumenti importanti, merita sicuramente una visita. Sophia Schippa]]>
Bevagna: uno tra i borghi più belli d’Italia https://www.lavoce.it/bevagna-uno-tra-i-borghi-piu-belli-ditalia/ Mon, 10 Aug 2020 08:07:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57754

Gaite, chiese, resti romani e medievali: ecco perché scoprire Bevagna. Bevagna sorge nella piana di Foligno ed è circondata da campi coltivati a grano, viti e olivi.

LA STORIA

Era conosciuta come “Mevania”, letteralmente “colei che sta nel mezzo”. In epoca romana era un importante centro commerciale lungo la Via Flaminia e ospitava un porto fluviale. Diversi letterati parlarono della cittadina umbra, da Plinio il Vecchio fino a Carducci. Dopo la caduta dell’impero romano Bevagna divenne parte del Ducato di Spoleto e successivamente dello Stato della Chiesa. Molte sono le testimonianze del passato romano come i resti di un tempio che fu trasformato in una Chiesa e un edificio termale dove si può ammirare il mosaico pavimentale a tessere bianche e nere.

PIAZZA SILVESTRI

Cuore pulsante del borgo è Piazza Silvestri, dove si affacciano le Chiese di San Silvestro e di San Michele Arcangelo, il Palazzo dei Consoli e la Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo.

CHIESA DI SAN SILVESTRO

La Chiesa di San Silvestro, costruita nel 1195, ha una facciata incompleta, che probabilmente doveva essere terminata con due ordini sovrapposti e un campanile. L’interno della Chiesa è a tre navate. In fondo a quella centrale il presbiterio è rialzato sopra la cripta raccolta e mistica. La Chiesa è stata anche il set di un film dedicato a San Francesco nel 2014.

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO

La Chiesa di San Michele Arcangelo, invece, risale al XII secolo. La facciata è ben conservata ed è in blocchi di travertino. L’arco esterno del portale presenta una decorazione a mosaici cosmateschi.

PALAZZO DEI CONSOLI

Nella stessa piazza si trova anche Palazzo dei Consoli, costruito nella seconda metà del XIII secolo. Una maestosa scalinata sormontata da due stemmi fa da ingresso al palazzo. Non mancano un bel loggiato e un voltone, risalente al 1560, che permetteva ai consoli di entrare direttamente nella Chiesa di San Silvestro per assistere alle funzioni. Dal 1886 il palazzo è la sede del Teatro Torti.

CHIESA DEI SANTI DOMENICO E GIACOMO

La Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo sorge sul posto in cui si trovava un antico oratorio dedicato a San Giorgio. Nella facciata è presente un portale sormontato da una lunetta affrescata. L’interno è stato restaurato nel corso del ’900 ed ha un’unica navata. Le cappelle laterali ospitano due statue lignee del ‘200: a sinistra la Madonna con Bambino, a destra un Crocifisso considerato miracoloso. Sull’altare è conservato il corpo del Beato Giacomo.

GAITE

A partire dalla piazza principale si diramano quattro quartieri, chiamati gaite. Le quattro gaite sono: San Giorgio, San Giovanni, Santa Maria e San Pietro. Il Mercato delle Gaite è una manifestazione che da più di 30 anni ripropone la vita dell’uomo medievale tra il 1250 e il 1350. Dallo Statuto del Comune di Bevagna degli esperti ricavano notizie e particolari sulla vita del tempo. Ogni anno gli ultimi dieci giorni di giugno Bevagna rivive nel Medioevo con le quattro gaite che si sfidano. Le gare sono quattro: la Gara dei Mestieri, la Gara gastronomica, la Gara del Mercato e la Gara di tiro con l’arco. Diversi esperti valutano i partecipanti e la Gaita vincente riceve il Palio della Vittoria. Tradizioni, cultura e un’atmosfera fuori dal tempo fanno di Bevagna, uno dei “Borghi più belli d'Italia”, una meta imperdibile. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/it/foto/]]>

Gaite, chiese, resti romani e medievali: ecco perché scoprire Bevagna. Bevagna sorge nella piana di Foligno ed è circondata da campi coltivati a grano, viti e olivi.

LA STORIA

Era conosciuta come “Mevania”, letteralmente “colei che sta nel mezzo”. In epoca romana era un importante centro commerciale lungo la Via Flaminia e ospitava un porto fluviale. Diversi letterati parlarono della cittadina umbra, da Plinio il Vecchio fino a Carducci. Dopo la caduta dell’impero romano Bevagna divenne parte del Ducato di Spoleto e successivamente dello Stato della Chiesa. Molte sono le testimonianze del passato romano come i resti di un tempio che fu trasformato in una Chiesa e un edificio termale dove si può ammirare il mosaico pavimentale a tessere bianche e nere.

PIAZZA SILVESTRI

Cuore pulsante del borgo è Piazza Silvestri, dove si affacciano le Chiese di San Silvestro e di San Michele Arcangelo, il Palazzo dei Consoli e la Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo.

CHIESA DI SAN SILVESTRO

La Chiesa di San Silvestro, costruita nel 1195, ha una facciata incompleta, che probabilmente doveva essere terminata con due ordini sovrapposti e un campanile. L’interno della Chiesa è a tre navate. In fondo a quella centrale il presbiterio è rialzato sopra la cripta raccolta e mistica. La Chiesa è stata anche il set di un film dedicato a San Francesco nel 2014.

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO

La Chiesa di San Michele Arcangelo, invece, risale al XII secolo. La facciata è ben conservata ed è in blocchi di travertino. L’arco esterno del portale presenta una decorazione a mosaici cosmateschi.

PALAZZO DEI CONSOLI

Nella stessa piazza si trova anche Palazzo dei Consoli, costruito nella seconda metà del XIII secolo. Una maestosa scalinata sormontata da due stemmi fa da ingresso al palazzo. Non mancano un bel loggiato e un voltone, risalente al 1560, che permetteva ai consoli di entrare direttamente nella Chiesa di San Silvestro per assistere alle funzioni. Dal 1886 il palazzo è la sede del Teatro Torti.

CHIESA DEI SANTI DOMENICO E GIACOMO

La Chiesa dei Santi Domenico e Giacomo sorge sul posto in cui si trovava un antico oratorio dedicato a San Giorgio. Nella facciata è presente un portale sormontato da una lunetta affrescata. L’interno è stato restaurato nel corso del ’900 ed ha un’unica navata. Le cappelle laterali ospitano due statue lignee del ‘200: a sinistra la Madonna con Bambino, a destra un Crocifisso considerato miracoloso. Sull’altare è conservato il corpo del Beato Giacomo.

GAITE

A partire dalla piazza principale si diramano quattro quartieri, chiamati gaite. Le quattro gaite sono: San Giorgio, San Giovanni, Santa Maria e San Pietro. Il Mercato delle Gaite è una manifestazione che da più di 30 anni ripropone la vita dell’uomo medievale tra il 1250 e il 1350. Dallo Statuto del Comune di Bevagna degli esperti ricavano notizie e particolari sulla vita del tempo. Ogni anno gli ultimi dieci giorni di giugno Bevagna rivive nel Medioevo con le quattro gaite che si sfidano. Le gare sono quattro: la Gara dei Mestieri, la Gara gastronomica, la Gara del Mercato e la Gara di tiro con l’arco. Diversi esperti valutano i partecipanti e la Gaita vincente riceve il Palio della Vittoria. Tradizioni, cultura e un’atmosfera fuori dal tempo fanno di Bevagna, uno dei “Borghi più belli d'Italia”, una meta imperdibile. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito http://regione.umbria.mediagallery.it/it/foto/]]>
Città di castello: la patria di Alberto Burri nell’Alta Valle del Tevere https://www.lavoce.it/citta-di-castello-la-patria-di-alberto-burri-nellalta-valle-del-tevere/ Sun, 09 Aug 2020 07:47:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57742

Non distante da Toscana e Marche sorge Città di Castello, meta turistica non molto gettonata ma ricca di arte e storia

Città di Castello sorge nell’Alta Valle tiberina, molto vicina alla Toscana e non distante dalle Marche. Circondata da verde e tanta natura, non manca però nelle vicinanze qualche complesso industriale ben radicato nel territorio.

STORIA

La città fu fondata dagli Umbri. Divenne poi municipio romano con il nome di Tifernum Tiberinum. Dopo alcuni saccheggi e diverse dominazioni, venne ricostruita e chiamata Castrum Felicitatis, per poi assumere il nome Castrum Castelli. Le tracce del periodo medioevale sono ancora ben visibili nella doppia cinta muraria, che è rimasta intatta in alcuni punti. In epoca medioevale la città alterna fasi di indipendenza a periodi di dominazione papale, perugina o fiorentina. Nel XVI secolo entra definitivamente a far parte dello Stato Pontificio.

COSA VEDERE

Pur non essendo Città di Castello una meta turistica molto gettonata, diversi sono i luoghi che meritano una visita.
  • PALAZZO DEL PODESTA’
Palazzo del Podestà sorge nel centro storico e l’unica facciata che conserva ancora integra è quella verso Corso Cavour. Presenta nove volte ogivali a sesto acuto e, al piano superiore, una serie di bifore. Degno di nota anche il loggiato del Seicento che si apre su Piazza Fanti. La parte che si affaccia su Piazza Matteotti fu completata da Nicola Barbioni nel 1687, in stile neoclassico. Sempre in Piazza Matteotti si trovano altri importanti palazzi, come Bondi-Mancini, Cappelletti e Vitelli-Bufalini.
  • CATTEDRALE DEI SANTI FLORIDO E AMANZIO
Altro punto di interesse è sicuramente la Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio. La Cattedrale venne costruita su un antico tempio pagano voluto da Plinio il Giovane. Dopo la distruzione del centro da parte dei Goti, il vescovo Florido fece ricostruire la Cattedrale dedicandola a San Lorenzo. Nel 1032 la Cattedrale venne definitivamente dedicata ai Santi Florido e Amanzio. Di questo periodo è il campanile cilindrico. Nel 1356 venne scoperta, invece, la Chiesa inferiore con le reliquie dei protettori. Questo portò a diversi abbellimenti, tra i quali la costruzione del portale laterale della Chiesa. Mentre la facciata, rimasta incompiuta, risale al 1630 circa ed è in stile barocco.
  • TORRE CIVICA
Molto interessante è la torre civica, dove si può salire per godere di un’ottima vista di Città di Castello e della Valle del Tevere dall’alto. La torre risale al XIII secolo, ha diversi stemmi in pietra murati e conserva i resti di un affresco del 1474 di Luca Signorelli. È conosciuta anche come “Torre del Vescovo” perché è attaccata al Palazzo Vescovile.
  • ALBERTO BURRI
A Città di Castello non mancano opere di arte contemporana, in particolare quelle di Alberto Burri. L’artista, nato nella cittadina umbra, ha deciso di abbellirla lasciando molte sue opere in esposizione sia a Palazzo Albizzini che presso gli ex seccatoi del tabacco. A Palazzo Albizzini sono contenute 130 opere: non mancano catrami, muffe, legni, ferri, cellotex e molti altri materiali. Gli ex seccatoi del tabacco ospitano 128 opere, anche tele di grandissime dimensioni e sculture collocate all’esterno. Il luogo nasce come complesso industriale tra il 1950 e il 1960 e viene inaugurato come spazio espositivo nel 1990. Insomma, se amate le cittadine umbre o siete appassionati di arte contemporanea, Città di Castello è sicuramente un’ottima scelta. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/it/citta-di-castello]]>

Non distante da Toscana e Marche sorge Città di Castello, meta turistica non molto gettonata ma ricca di arte e storia

Città di Castello sorge nell’Alta Valle tiberina, molto vicina alla Toscana e non distante dalle Marche. Circondata da verde e tanta natura, non manca però nelle vicinanze qualche complesso industriale ben radicato nel territorio.

STORIA

La città fu fondata dagli Umbri. Divenne poi municipio romano con il nome di Tifernum Tiberinum. Dopo alcuni saccheggi e diverse dominazioni, venne ricostruita e chiamata Castrum Felicitatis, per poi assumere il nome Castrum Castelli. Le tracce del periodo medioevale sono ancora ben visibili nella doppia cinta muraria, che è rimasta intatta in alcuni punti. In epoca medioevale la città alterna fasi di indipendenza a periodi di dominazione papale, perugina o fiorentina. Nel XVI secolo entra definitivamente a far parte dello Stato Pontificio.

COSA VEDERE

Pur non essendo Città di Castello una meta turistica molto gettonata, diversi sono i luoghi che meritano una visita.
  • PALAZZO DEL PODESTA’
Palazzo del Podestà sorge nel centro storico e l’unica facciata che conserva ancora integra è quella verso Corso Cavour. Presenta nove volte ogivali a sesto acuto e, al piano superiore, una serie di bifore. Degno di nota anche il loggiato del Seicento che si apre su Piazza Fanti. La parte che si affaccia su Piazza Matteotti fu completata da Nicola Barbioni nel 1687, in stile neoclassico. Sempre in Piazza Matteotti si trovano altri importanti palazzi, come Bondi-Mancini, Cappelletti e Vitelli-Bufalini.
  • CATTEDRALE DEI SANTI FLORIDO E AMANZIO
Altro punto di interesse è sicuramente la Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio. La Cattedrale venne costruita su un antico tempio pagano voluto da Plinio il Giovane. Dopo la distruzione del centro da parte dei Goti, il vescovo Florido fece ricostruire la Cattedrale dedicandola a San Lorenzo. Nel 1032 la Cattedrale venne definitivamente dedicata ai Santi Florido e Amanzio. Di questo periodo è il campanile cilindrico. Nel 1356 venne scoperta, invece, la Chiesa inferiore con le reliquie dei protettori. Questo portò a diversi abbellimenti, tra i quali la costruzione del portale laterale della Chiesa. Mentre la facciata, rimasta incompiuta, risale al 1630 circa ed è in stile barocco.
  • TORRE CIVICA
Molto interessante è la torre civica, dove si può salire per godere di un’ottima vista di Città di Castello e della Valle del Tevere dall’alto. La torre risale al XIII secolo, ha diversi stemmi in pietra murati e conserva i resti di un affresco del 1474 di Luca Signorelli. È conosciuta anche come “Torre del Vescovo” perché è attaccata al Palazzo Vescovile.
  • ALBERTO BURRI
A Città di Castello non mancano opere di arte contemporana, in particolare quelle di Alberto Burri. L’artista, nato nella cittadina umbra, ha deciso di abbellirla lasciando molte sue opere in esposizione sia a Palazzo Albizzini che presso gli ex seccatoi del tabacco. A Palazzo Albizzini sono contenute 130 opere: non mancano catrami, muffe, legni, ferri, cellotex e molti altri materiali. Gli ex seccatoi del tabacco ospitano 128 opere, anche tele di grandissime dimensioni e sculture collocate all’esterno. Il luogo nasce come complesso industriale tra il 1950 e il 1960 e viene inaugurato come spazio espositivo nel 1990. Insomma, se amate le cittadine umbre o siete appassionati di arte contemporanea, Città di Castello è sicuramente un’ottima scelta. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/it/citta-di-castello]]>
Parco del Monte Subasio: tanti percorsi ed escursioni a due passi da Assisi https://www.lavoce.it/parco-del-monte-subasio-tanti-percorsi-ed-escursioni-a-due-passi-da-assisi/ Sat, 08 Aug 2020 07:21:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57732

Passeggiate e sentieri respirando aria pura e fresca a 1200 m d’altitudine

Il Monte Subasio è parte dell’Appennino umbro-marchigiano e, con la sua altezza di 1290 metri, è il monte sul quale sorge Assisi. Oltre alla ricchezza artistica e culturale della cittadina di San Francesco, il Subasio è molto interessante dal punto di vista paesaggistico e naturale. Pur non essendo particolarmente alto, infatti, offre diversi sentieri per passeggiate e trekking circondati dal verde.

STORIA

Il Monte Subasio è legato alla storia di San Francesco, tanto da ospitare l’Eremo delle Carceri, luogo in cui il Santo e i suoi primi discepoli si ritiravano per pregare e meditare. C’è chi ritiene che le origini del monte siano vulcaniche, ma in realtà le rocce che lo compongono sono calcaree e anche i “mortari” presenti sulla sommità, non sono che doline di origine carsica. Inoltre, molto conosciuta è la pietra rosa che proviene proprio dal Subasio e che è stata utilizzata per costruire l’Eremo delle Carceri, diverse Chiese ed edifici ad Assisi e anche nei borghi circostanti.

SPORT E NATURA

Tantissimi sono gli sport che si possono praticare nel parco del Monte Subasio: dal parapendio e il volo libero, fino alla mountain bike, l’equitazione e il trekking che sono favoriti dai tantissimi sentieri e strade sterrate. Quattordici sono i sentieri segnalati che collegano i principali centri abitati intorno al Subasio, in modo che lo si possa raggiungere anche dalle principali stazioni.

SENTIERO DEI MORTAI

Uno tra i sentieri più interessanti è quello dei Mortai, che collega Assisi e Spello passando per l’Eremo delle carceri e per i mortari all’interno del parco. Superato l’Eremo delle carceri si arriva ai pascoli e al rifugio di Vallonica. Salendo ancora si cammina verso il Sasso Piano, la protuberanza rocciosa più alta, e in primavera si possono ammirare funghi prataioli, non-ti-scordar-di-me e altri fiori colorati. Successivamente si giunge al Rifugio del Mortaro o del Soldato, usato come osservatorio aereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Si arriva così ai due “mortari”, cioè doline carsiche: il Mortaiolo e il Mortaro grande. Il sentiero poi inizia a scendere verso Fonte Bregno, dove si può mangiare in un’area attrezzata o si può usufruire di un rifugio con camino. Successivamente il sentiero attraversa un piccolo boschetto e arriva fino quasi a Spello. Anche gli altri percorsi sono altrettanto interessanti e si può trovare il giusto equilibrio tra la visita di luoghi francescani e la scoperta della natura, della flora e della fauna della montagna. Interessante è anche il lago della Spella, vicino alla strada panoramica del Subasio. È molto povero d’acqua in estate, ma attira in genere diversi animali, tra cui i cinghiali. Insomma, per una passeggiata rigenerante respirando aria pura a contatto con la natura il Monte Subasio è sicuramente un’ottima scelta. Anche gli amanti dell’equitazione non rimarranno delusi, potendosi dedicare a lunghi giri a cavallo. Sophia Schippa]]>

Passeggiate e sentieri respirando aria pura e fresca a 1200 m d’altitudine

Il Monte Subasio è parte dell’Appennino umbro-marchigiano e, con la sua altezza di 1290 metri, è il monte sul quale sorge Assisi. Oltre alla ricchezza artistica e culturale della cittadina di San Francesco, il Subasio è molto interessante dal punto di vista paesaggistico e naturale. Pur non essendo particolarmente alto, infatti, offre diversi sentieri per passeggiate e trekking circondati dal verde.

STORIA

Il Monte Subasio è legato alla storia di San Francesco, tanto da ospitare l’Eremo delle Carceri, luogo in cui il Santo e i suoi primi discepoli si ritiravano per pregare e meditare. C’è chi ritiene che le origini del monte siano vulcaniche, ma in realtà le rocce che lo compongono sono calcaree e anche i “mortari” presenti sulla sommità, non sono che doline di origine carsica. Inoltre, molto conosciuta è la pietra rosa che proviene proprio dal Subasio e che è stata utilizzata per costruire l’Eremo delle Carceri, diverse Chiese ed edifici ad Assisi e anche nei borghi circostanti.

SPORT E NATURA

Tantissimi sono gli sport che si possono praticare nel parco del Monte Subasio: dal parapendio e il volo libero, fino alla mountain bike, l’equitazione e il trekking che sono favoriti dai tantissimi sentieri e strade sterrate. Quattordici sono i sentieri segnalati che collegano i principali centri abitati intorno al Subasio, in modo che lo si possa raggiungere anche dalle principali stazioni.

SENTIERO DEI MORTAI

Uno tra i sentieri più interessanti è quello dei Mortai, che collega Assisi e Spello passando per l’Eremo delle carceri e per i mortari all’interno del parco. Superato l’Eremo delle carceri si arriva ai pascoli e al rifugio di Vallonica. Salendo ancora si cammina verso il Sasso Piano, la protuberanza rocciosa più alta, e in primavera si possono ammirare funghi prataioli, non-ti-scordar-di-me e altri fiori colorati. Successivamente si giunge al Rifugio del Mortaro o del Soldato, usato come osservatorio aereo durante la Seconda Guerra Mondiale. Si arriva così ai due “mortari”, cioè doline carsiche: il Mortaiolo e il Mortaro grande. Il sentiero poi inizia a scendere verso Fonte Bregno, dove si può mangiare in un’area attrezzata o si può usufruire di un rifugio con camino. Successivamente il sentiero attraversa un piccolo boschetto e arriva fino quasi a Spello. Anche gli altri percorsi sono altrettanto interessanti e si può trovare il giusto equilibrio tra la visita di luoghi francescani e la scoperta della natura, della flora e della fauna della montagna. Interessante è anche il lago della Spella, vicino alla strada panoramica del Subasio. È molto povero d’acqua in estate, ma attira in genere diversi animali, tra cui i cinghiali. Insomma, per una passeggiata rigenerante respirando aria pura a contatto con la natura il Monte Subasio è sicuramente un’ottima scelta. Anche gli amanti dell’equitazione non rimarranno delusi, potendosi dedicare a lunghi giri a cavallo. Sophia Schippa]]>
Città della Pieve: la patria del Perugino https://www.lavoce.it/citta-della-pieve-la-patria-del-perugino/ Fri, 07 Aug 2020 07:31:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57737

Posizione di confine e monumenti ricchi di interessanti opere d’arte

Città delle Pieve sorge al confine tra Umbria e Toscana, in un luogo immerso nel verde e nelle colline.

LA STORIA

Città delle Pieve nacque come un centro etrusco e poi romano, prese il nome di “Castrum Plebis” nel VII secolo. Nel 1188 venne conquistata da Perugia e nel 1600 divenne parte dello Stato Pontificio.

IL DUOMO

Sicuramente da vedere è il Duomo o Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio che ospita opere del Perugino e del Pomarancio, due pittori originari della città. Il Duomo si trova nel luogo in cui sorgeva un’antica Chiesa del VII secolo dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, che poi venne ampliata nel XIII secolo e rimaneggiata anche nel XVI secolo. Dell’edificio del XIII secolo rimangono la cripta, la parte inferiore del campanile e una parte della facciata. La pianta è a croce latina con un’unica navata e cappelle laterali. Interessante è un crocifisso ligneo nella prima cappella ad opera di Pietro Teutonico, ma il punto di maggior interesse è sicuramente l’abside dove si può ammirare una Madonna con Bambino e i Santi Pietro, Paolo, Gervasio e Protasio realizzata dal Perugino nel 1514. Anche nella prima cappella c’è un’opera attribuita al Perugino: un San Giovanni Battista risalente al 1510.

CHIESA DI SANTA MARIA DEI BIANCHI

Altro luogo da non perdere è la Chiesa di Santa Maria dei Bianchi, esistente già nel XIV secolo e anticamente con un ospedale annesso. La facciata ha subito sia influssi rococò che neoclassici, ma è l’interno ad essere notevole. Oltre ad un bellissimo organo, interessanti sono le tele e gli affreschi di Giovanni Miselli e anche l’affresco in sagrestia di Antonio Circignani. L’opera principale è l’Adorazione dei Magi del Perugino, uno dei lavori migliori dell’artista umbro, datato 1504, anno in cui il pittore fu invitato dai frati. Tutti i dettagli sono curati: dal paesaggio di sfondo ai numerosi personaggi sulla scena, soprattutto quelli nella parte centrale che attrae maggiormente lo sguardo dello spettatore.

PALAZZO DELLA CORGNA

Un palazzo interessante è sicuramente Palazzo della Corgna, una delle più importanti dimore della città. Si trova in posizione centrale e fu edificato intorno agli anni Sessanta del XVI secolo su commissione di Ascanio della Corgna, che fece inglobare una preesistente dimora di caccia dei Baglioni. Sembra che il palazzo avesse anche un bellissimo giardino, di cui è rimasto purtroppo poco. Oggi il palazzo è di proprietà municipale e fa parte del circuito dei musei cittadini, inoltre ospita la biblioteca comunale. La facciata presenta tante decorazioni in pietra serena, purtroppo non in perfetto stato, visto che è un materiale poco resistente agli agenti atmosferici. Al primo piano del palazzo si trovano gli ambienti di rappresentanza e l’appartamento di Ascanio della Corgna, con affreschi del Pomarancio risalenti al 1564. Il piano terra, invece, veniva usato soprattutto come luogo di svago intellettuale ed è affrescato da Salvio Savini. Città della Pieve è quindi una città dall’ottima posizione panoramica e con un grande patrimonio artistico. Potrebbe essere un’ottima tappa durante un itinerario tra Umbria e Toscana. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

Posizione di confine e monumenti ricchi di interessanti opere d’arte

Città delle Pieve sorge al confine tra Umbria e Toscana, in un luogo immerso nel verde e nelle colline.

LA STORIA

Città delle Pieve nacque come un centro etrusco e poi romano, prese il nome di “Castrum Plebis” nel VII secolo. Nel 1188 venne conquistata da Perugia e nel 1600 divenne parte dello Stato Pontificio.

IL DUOMO

Sicuramente da vedere è il Duomo o Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio che ospita opere del Perugino e del Pomarancio, due pittori originari della città. Il Duomo si trova nel luogo in cui sorgeva un’antica Chiesa del VII secolo dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, che poi venne ampliata nel XIII secolo e rimaneggiata anche nel XVI secolo. Dell’edificio del XIII secolo rimangono la cripta, la parte inferiore del campanile e una parte della facciata. La pianta è a croce latina con un’unica navata e cappelle laterali. Interessante è un crocifisso ligneo nella prima cappella ad opera di Pietro Teutonico, ma il punto di maggior interesse è sicuramente l’abside dove si può ammirare una Madonna con Bambino e i Santi Pietro, Paolo, Gervasio e Protasio realizzata dal Perugino nel 1514. Anche nella prima cappella c’è un’opera attribuita al Perugino: un San Giovanni Battista risalente al 1510.

CHIESA DI SANTA MARIA DEI BIANCHI

Altro luogo da non perdere è la Chiesa di Santa Maria dei Bianchi, esistente già nel XIV secolo e anticamente con un ospedale annesso. La facciata ha subito sia influssi rococò che neoclassici, ma è l’interno ad essere notevole. Oltre ad un bellissimo organo, interessanti sono le tele e gli affreschi di Giovanni Miselli e anche l’affresco in sagrestia di Antonio Circignani. L’opera principale è l’Adorazione dei Magi del Perugino, uno dei lavori migliori dell’artista umbro, datato 1504, anno in cui il pittore fu invitato dai frati. Tutti i dettagli sono curati: dal paesaggio di sfondo ai numerosi personaggi sulla scena, soprattutto quelli nella parte centrale che attrae maggiormente lo sguardo dello spettatore.

PALAZZO DELLA CORGNA

Un palazzo interessante è sicuramente Palazzo della Corgna, una delle più importanti dimore della città. Si trova in posizione centrale e fu edificato intorno agli anni Sessanta del XVI secolo su commissione di Ascanio della Corgna, che fece inglobare una preesistente dimora di caccia dei Baglioni. Sembra che il palazzo avesse anche un bellissimo giardino, di cui è rimasto purtroppo poco. Oggi il palazzo è di proprietà municipale e fa parte del circuito dei musei cittadini, inoltre ospita la biblioteca comunale. La facciata presenta tante decorazioni in pietra serena, purtroppo non in perfetto stato, visto che è un materiale poco resistente agli agenti atmosferici. Al primo piano del palazzo si trovano gli ambienti di rappresentanza e l’appartamento di Ascanio della Corgna, con affreschi del Pomarancio risalenti al 1564. Il piano terra, invece, veniva usato soprattutto come luogo di svago intellettuale ed è affrescato da Salvio Savini. Città della Pieve è quindi una città dall’ottima posizione panoramica e con un grande patrimonio artistico. Potrebbe essere un’ottima tappa durante un itinerario tra Umbria e Toscana. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Bosco di San Francesco: uno dei luoghi del FAI https://www.lavoce.it/bosco-di-san-francesco-uno-dei-luoghi-del-fai/ Thu, 06 Aug 2020 07:13:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57727

Nella città di San Francesco un bellissimo boschetto dove passeggiare in tranquillità

Assisi non è solo vicoli stretti, scorci panoramici e importanti luoghi di culto: è anche natura. A due passi dalla Basilica di San Francesco sorge infatti il bosco di San Francesco, dove si può camminare tra i territori del Santo riscoprendo la lentezza e godendosi la natura rigogliosa.

BOSCO DI SAN FRANCESCO

Il bosco si estende per 64 ettari, con due chilometri e mezzo di percorso immerso nel verde. Un percorso con ben 800 anni di storia. Due sono le entrate: una si trova presso il muro di cinta a due passi dalla Basilica di San Francesco, mentre l’ingresso inferiore è presso l’ex monastero di Santa Croce. Dal 2011 il FAI ha acquisito il bosco di San Francesco e ha contribuito alla sua sistemazione, rendendolo visitabile e aperto ai turisti. Proprio per aiutare il FAI nella gestione del bosco, l’ingresso costa 6€, ma è totalmente gratuito per i tesserati FAI.

L’AMBIENTE

Il bosco di San Francesco offre una grande diversità di scenari: dagli uliveti, ai boschi, ai prati, ai corsi d’acqua che accompagnano la visita con il loro scorrere, alle siepi. In questo angolo di pace vivono anche molti animali: lupi, scoiattoli, caprioli, sparvieri, istrici e molti altri.

COMPLESSO DI SANTA CROCE

Oltre alla natura, però, non mancano tanta storia e arte radicate nel territorio. Ad esempio, presso l’entrata inferiore del bosco troviamo il complesso di Santa Croce, abitato dalle monache benedettine tra il XIII e il XIV secolo. Si possono osservare la Chiesa di Santa Croce, i resti di un ospedale ristrutturato, un antico mulino che oggi ospita un ristorante tipico, la canonica del monastero che oggi è biglietteria e infopoint e poco distante una torre trecentesca, attualmente un ottimo punto panoramico. Probabilmente la torre era parte di un mulino fortificato inizialmente utilizzato per la produzione di grano e olio e successivamente utilizzato per produrre calce.

IL TERZO PARADISO

Poco distante dalla Chiesa di Santa Croce, dopo pochi minuti di cammino nel bosco, si arriva alla radura del Terzo Paradiso. Un luogo davvero suggestivo, una vera e propria opera di landart realizzata da Michelangelo Pistoletto e poi donata al FAI. Un’opera che può essere ammirata in tutta la sua bellezza proprio salendo sulla torre trecentesca. Un’opera costituita da 121 ulivi a doppio filare che formano tre grandi cerchi tangenti, di cui quello maggiore al centro e con un’asta alta 12 m, simbolo di unione e armonia tra cielo e terra. L’artista suggerisce ai visitatori di percorrere i filari per diventare parte integrante dell’opera e per poter così creare una sorta di armonia tra uomo e natura, da tutti auspicata e rappresentata dalla terza sfera di ulivi. Il bosco di San Francesco è quindi un percorso attraverso la natura, ma anche un itinerario da fare dentro se stessi, lasciando da parte i cellulari e godendo a pieno del contatto con la flora e la fauna. Per chi desidera mangiare all’ombra degli alberi nel cuore del bosco, è allestita anche una zona pic-nic, ben attrezzata con tavoli e panche, dove potersi fermare a rifocillarsi e riposarsi. Insomma, la visita al bosco di San Francesco è sicuramente ottima da abbinare alla visita della città di Assisi. Sophia Schippa Due delle foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/]]>

Nella città di San Francesco un bellissimo boschetto dove passeggiare in tranquillità

Assisi non è solo vicoli stretti, scorci panoramici e importanti luoghi di culto: è anche natura. A due passi dalla Basilica di San Francesco sorge infatti il bosco di San Francesco, dove si può camminare tra i territori del Santo riscoprendo la lentezza e godendosi la natura rigogliosa.

BOSCO DI SAN FRANCESCO

Il bosco si estende per 64 ettari, con due chilometri e mezzo di percorso immerso nel verde. Un percorso con ben 800 anni di storia. Due sono le entrate: una si trova presso il muro di cinta a due passi dalla Basilica di San Francesco, mentre l’ingresso inferiore è presso l’ex monastero di Santa Croce. Dal 2011 il FAI ha acquisito il bosco di San Francesco e ha contribuito alla sua sistemazione, rendendolo visitabile e aperto ai turisti. Proprio per aiutare il FAI nella gestione del bosco, l’ingresso costa 6€, ma è totalmente gratuito per i tesserati FAI.

L’AMBIENTE

Il bosco di San Francesco offre una grande diversità di scenari: dagli uliveti, ai boschi, ai prati, ai corsi d’acqua che accompagnano la visita con il loro scorrere, alle siepi. In questo angolo di pace vivono anche molti animali: lupi, scoiattoli, caprioli, sparvieri, istrici e molti altri.

COMPLESSO DI SANTA CROCE

Oltre alla natura, però, non mancano tanta storia e arte radicate nel territorio. Ad esempio, presso l’entrata inferiore del bosco troviamo il complesso di Santa Croce, abitato dalle monache benedettine tra il XIII e il XIV secolo. Si possono osservare la Chiesa di Santa Croce, i resti di un ospedale ristrutturato, un antico mulino che oggi ospita un ristorante tipico, la canonica del monastero che oggi è biglietteria e infopoint e poco distante una torre trecentesca, attualmente un ottimo punto panoramico. Probabilmente la torre era parte di un mulino fortificato inizialmente utilizzato per la produzione di grano e olio e successivamente utilizzato per produrre calce.

IL TERZO PARADISO

Poco distante dalla Chiesa di Santa Croce, dopo pochi minuti di cammino nel bosco, si arriva alla radura del Terzo Paradiso. Un luogo davvero suggestivo, una vera e propria opera di landart realizzata da Michelangelo Pistoletto e poi donata al FAI. Un’opera che può essere ammirata in tutta la sua bellezza proprio salendo sulla torre trecentesca. Un’opera costituita da 121 ulivi a doppio filare che formano tre grandi cerchi tangenti, di cui quello maggiore al centro e con un’asta alta 12 m, simbolo di unione e armonia tra cielo e terra. L’artista suggerisce ai visitatori di percorrere i filari per diventare parte integrante dell’opera e per poter così creare una sorta di armonia tra uomo e natura, da tutti auspicata e rappresentata dalla terza sfera di ulivi. Il bosco di San Francesco è quindi un percorso attraverso la natura, ma anche un itinerario da fare dentro se stessi, lasciando da parte i cellulari e godendo a pieno del contatto con la flora e la fauna. Per chi desidera mangiare all’ombra degli alberi nel cuore del bosco, è allestita anche una zona pic-nic, ben attrezzata con tavoli e panche, dove potersi fermare a rifocillarsi e riposarsi. Insomma, la visita al bosco di San Francesco è sicuramente ottima da abbinare alla visita della città di Assisi. Sophia Schippa Due delle foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it/]]>
Vallo di Nera: un borgo caratteristico immerso nella pace della Valnerina https://www.lavoce.it/vallo-di-nera-un-borgo-caratteristico-immerso-nella-pace-della-valnerina/ Wed, 05 Aug 2020 07:04:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57722

Viste panoramiche, luoghi interessanti e tantissime attività da poter svolgere nei paraggi: ecco perché scegliere Vallo di Nera. Vallo di Nera è un caratteristico borgo medioevale nel bel mezzo della Valnerina, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia e bandiera arancione del Touring Club Italiano.

LA STORIA

Vallo di Nera è un borgo dalle origini romane, ma la zona era già abitata intorno al IV-II secolo a.C. probabilmente da una tribù di origine celtica, chiamata Naharci, nome che deriva forse dal fiume Nera (Nahar). Successivamente Vallo di Nera passò sotto il dominio di Spoleto e nel 1217 fu proprio Spoleto a permettere la costruzione del castello di Vallo. Fino all’Unità d’Italia il nome era semplicemente Vallo, senza alcun riferimento al fiume.

LE MURA

Il borgo conserva ancora il suo schema medioevale: le mura difensive, una torre alta e imponente e anche le porte d’ingresso. Le porte d’accesso sono due: Porta Ranne e Porta doganale. All’interno molti sono i vicoli stretti, le case antiche e le stradine che quasi ci riportano indietro nel tempo, facendoci vivere pienamente l’atmosfera medioevale.

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

Di grande interesse è la Chiesa di Santa Maria Assunta, che risale al XII secolo. Nel Trecento accanto alla Chiesa venne costruito un convento e successivamente i frati francescani ingrandirono la stessa Chiesa, la dedicarono a San Francesco e convertirono in campanile una delle torri difensive. Solo nel 1652 la Chiesa venne dedicata a Santa Maria Assunta. La facciata è in pietre conce ed ha un portale gotico con capitelli e fregi. Nella parte alta si può ammirare un rosone, mentre all’interno della torre campanaria è custodita una campana del XIV secolo. L’interno ospita affreschi di grande pregio realizzati da diversi artisti di scuola giottesca, come Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni. Del pittore Cola di Pietro da Camerino è un interessante affresco risalente al 1401: la Processione dei Bianchi. L’affresco ci offre delle interessanti informazioni su questo movimento penitenziario che passò in diverse zone d’Italia nel 1399. Nella sagrestia si trovano raffigurazioni di Sant’Antonio Abate, San Leonardo, l’Annunciazione, la Crocifissione e Santa Chiara ad opera del Maestro di Eggi.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Altro luogo da vedere è la Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al XIII-XIV secolo e poi ampliata e in parte ricostruita nel XVI secolo. All’interno, oltre ad un Fonte Battesimale del XIV secolo, si può ammirare il Transito della Madonna, affresco del 1536 ad opera di Jacopo Siculo. Dello stesso artista anche gli affreschi di una Pietà, dell’Annunciazione e di San Sebastiano e San Rocco a grandezza naturale.

CHIESA DI SANTA CATERINA

Vallo è ricco di Chiese e ognuna di esse è un piccolo scrigno di arte e storia. Anche la Chiesa di Santa Caterina merita sicuramente una visita. Il luogo era abitato da monache agostiniane, fino a quando non cadde in rovina e venne chiuso nel 1615. Più tardi divenne di proprietà privata e recentemente è stato ristrutturato. Ha un’unica navata con un altare che è staccato dal muro e che è sormontato da un’opera del XVII secolo di scuola romana. Questa tela rappresenta lo Sposalizio mistico di Santa Caterina con San Pietro, San Paolo, San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino. Insomma, un borgo spettacolare in una posizione panoramica, pieno di luoghi interessanti e circondato da tanta natura tutta da esplorare. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

Viste panoramiche, luoghi interessanti e tantissime attività da poter svolgere nei paraggi: ecco perché scegliere Vallo di Nera. Vallo di Nera è un caratteristico borgo medioevale nel bel mezzo della Valnerina, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia e bandiera arancione del Touring Club Italiano.

LA STORIA

Vallo di Nera è un borgo dalle origini romane, ma la zona era già abitata intorno al IV-II secolo a.C. probabilmente da una tribù di origine celtica, chiamata Naharci, nome che deriva forse dal fiume Nera (Nahar). Successivamente Vallo di Nera passò sotto il dominio di Spoleto e nel 1217 fu proprio Spoleto a permettere la costruzione del castello di Vallo. Fino all’Unità d’Italia il nome era semplicemente Vallo, senza alcun riferimento al fiume.

LE MURA

Il borgo conserva ancora il suo schema medioevale: le mura difensive, una torre alta e imponente e anche le porte d’ingresso. Le porte d’accesso sono due: Porta Ranne e Porta doganale. All’interno molti sono i vicoli stretti, le case antiche e le stradine che quasi ci riportano indietro nel tempo, facendoci vivere pienamente l’atmosfera medioevale.

CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA

Di grande interesse è la Chiesa di Santa Maria Assunta, che risale al XII secolo. Nel Trecento accanto alla Chiesa venne costruito un convento e successivamente i frati francescani ingrandirono la stessa Chiesa, la dedicarono a San Francesco e convertirono in campanile una delle torri difensive. Solo nel 1652 la Chiesa venne dedicata a Santa Maria Assunta. La facciata è in pietre conce ed ha un portale gotico con capitelli e fregi. Nella parte alta si può ammirare un rosone, mentre all’interno della torre campanaria è custodita una campana del XIV secolo. L’interno ospita affreschi di grande pregio realizzati da diversi artisti di scuola giottesca, come Giovanni Boccati e Girolamo di Giovanni. Del pittore Cola di Pietro da Camerino è un interessante affresco risalente al 1401: la Processione dei Bianchi. L’affresco ci offre delle interessanti informazioni su questo movimento penitenziario che passò in diverse zone d’Italia nel 1399. Nella sagrestia si trovano raffigurazioni di Sant’Antonio Abate, San Leonardo, l’Annunciazione, la Crocifissione e Santa Chiara ad opera del Maestro di Eggi.

CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Altro luogo da vedere è la Chiesa di San Giovanni Battista, risalente al XIII-XIV secolo e poi ampliata e in parte ricostruita nel XVI secolo. All’interno, oltre ad un Fonte Battesimale del XIV secolo, si può ammirare il Transito della Madonna, affresco del 1536 ad opera di Jacopo Siculo. Dello stesso artista anche gli affreschi di una Pietà, dell’Annunciazione e di San Sebastiano e San Rocco a grandezza naturale.

CHIESA DI SANTA CATERINA

Vallo è ricco di Chiese e ognuna di esse è un piccolo scrigno di arte e storia. Anche la Chiesa di Santa Caterina merita sicuramente una visita. Il luogo era abitato da monache agostiniane, fino a quando non cadde in rovina e venne chiuso nel 1615. Più tardi divenne di proprietà privata e recentemente è stato ristrutturato. Ha un’unica navata con un altare che è staccato dal muro e che è sormontato da un’opera del XVII secolo di scuola romana. Questa tela rappresenta lo Sposalizio mistico di Santa Caterina con San Pietro, San Paolo, San Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino. Insomma, un borgo spettacolare in una posizione panoramica, pieno di luoghi interessanti e circondato da tanta natura tutta da esplorare. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Paciano: meraviglioso borgo a due passi dal Trasimeno https://www.lavoce.it/paciano-meraviglioso-borgo-a-due-passi-dal-trasimeno/ Tue, 04 Aug 2020 05:47:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57682

Annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, Paciano offre una stupenda vista panoramica. Paciano è un borgo che sorge alle pendici del Monte Petrarvella, nella verde zona collinare che contorna il lago Trasimeno. Non ha uno sbocco diretto sul lago, ma è un ottimo punto di partenza per visitare la zona e offre una vista panoramica che va dalla Valdichiana fino al Monte Amiata.

LA STORIA

Paciano nacque nel XIV secolo presso il monte Petrarvella. Venne fondata a 391 m di altitudine, nel luogodove pare sorgesse un antico tempio dedicato a Giano. Paciano vecchia si trovava a pochi metri dalla Paciano odierna, nel luogo dove si può ammirare ancora Torre d’Orlando, una torre che probabilmente era parte dell’antico castello. Inoltre, una leggenda narra che addirittura re Artù visitò il castello.

IL BORGO

Paciano è annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, grazie alla bellezza ambientale e anche e soprattutto alla struttura del centro storico, che conserva ancora intatto lo schema medioevale. Ad esempio, vi si possono ammirare tre strade parallele collegate da vicoli ortogonali, così come nel Medioevo.

LE MURA

Le mura, in buono stato di conservazione, circondano il borgo e ne determinano la forma di trapezio irregolare con strade parallele intersecate da stradine perpendicolari. Le abitazioni sono addossate alle mura e in qualche modo le rinforzano. Alcune di queste hanno la forma di una torre. Per entrate nel paese ci sono tre porte: Porta Fiorentina, Porta Perugina e Porta Rastrella.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

A Paciano da non perdere è la Chiesa di San Giuseppe, la più antica del paese. Ospita la Madonna della Misericordia risalente alla fine del XV secolo e realizzata da Fiorenzo di Lorenzo. Parte della Chiesa accoglie il Museo Don Aldo Rossi con opere di grande importanza. Ad esempio, nella cappella della Concezione si trova il Gonfalone della Madonna delle Grazie datato 1470 e realizzato da Benedetto Bonfigli. Lungo la navata si possono ammirare alcune statue in legno, tra le quali una di San Giuseppe del XVII secolo e una della Vergine del Rosario, sempre dello stesso periodo. Interessante è anche il Bambino dell’Aracoeli realizzato in cera dipinta.

BANCA DELLA MEMORIA

Altro luogo di grande interesse è la Banca della Memoria, recentemente sistemata all’interno di Palazzo Baldeschi. La Banca della Memoria del Trasimeno nasce per conservare e preservare i saperi del lavoro artigianale, agricolo ed enogastronomico. Attraverso una mostra multimediale si vuole sottolineare l’importanza delle tradizioni del luogo e si lasciano parlare gli autoctoni con le loro vite e le loro esperienze.

CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO

Da non perdere anche la Chiesa di San Carlo Borromeo, un luogo di culto molto particolare aperto solo nel periodo pasquale. Venne consacrata nel 1629 e conserva una preziosa statua in legno raffigurante il Cristo morto datata 1620. Paramenti luttuosi coprono i dipinti e i decori ottocenteschi che ornano le pareti. Insomma, Paciano è un borgo davvero interessante per arte, storia, cultura e ambiente, merita sicuramente una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

Annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, Paciano offre una stupenda vista panoramica. Paciano è un borgo che sorge alle pendici del Monte Petrarvella, nella verde zona collinare che contorna il lago Trasimeno. Non ha uno sbocco diretto sul lago, ma è un ottimo punto di partenza per visitare la zona e offre una vista panoramica che va dalla Valdichiana fino al Monte Amiata.

LA STORIA

Paciano nacque nel XIV secolo presso il monte Petrarvella. Venne fondata a 391 m di altitudine, nel luogodove pare sorgesse un antico tempio dedicato a Giano. Paciano vecchia si trovava a pochi metri dalla Paciano odierna, nel luogo dove si può ammirare ancora Torre d’Orlando, una torre che probabilmente era parte dell’antico castello. Inoltre, una leggenda narra che addirittura re Artù visitò il castello.

IL BORGO

Paciano è annoverato tra i “Borghi più belli d’Italia”, grazie alla bellezza ambientale e anche e soprattutto alla struttura del centro storico, che conserva ancora intatto lo schema medioevale. Ad esempio, vi si possono ammirare tre strade parallele collegate da vicoli ortogonali, così come nel Medioevo.

LE MURA

Le mura, in buono stato di conservazione, circondano il borgo e ne determinano la forma di trapezio irregolare con strade parallele intersecate da stradine perpendicolari. Le abitazioni sono addossate alle mura e in qualche modo le rinforzano. Alcune di queste hanno la forma di una torre. Per entrate nel paese ci sono tre porte: Porta Fiorentina, Porta Perugina e Porta Rastrella.

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

A Paciano da non perdere è la Chiesa di San Giuseppe, la più antica del paese. Ospita la Madonna della Misericordia risalente alla fine del XV secolo e realizzata da Fiorenzo di Lorenzo. Parte della Chiesa accoglie il Museo Don Aldo Rossi con opere di grande importanza. Ad esempio, nella cappella della Concezione si trova il Gonfalone della Madonna delle Grazie datato 1470 e realizzato da Benedetto Bonfigli. Lungo la navata si possono ammirare alcune statue in legno, tra le quali una di San Giuseppe del XVII secolo e una della Vergine del Rosario, sempre dello stesso periodo. Interessante è anche il Bambino dell’Aracoeli realizzato in cera dipinta.

BANCA DELLA MEMORIA

Altro luogo di grande interesse è la Banca della Memoria, recentemente sistemata all’interno di Palazzo Baldeschi. La Banca della Memoria del Trasimeno nasce per conservare e preservare i saperi del lavoro artigianale, agricolo ed enogastronomico. Attraverso una mostra multimediale si vuole sottolineare l’importanza delle tradizioni del luogo e si lasciano parlare gli autoctoni con le loro vite e le loro esperienze.

CHIESA DI SAN CARLO BORROMEO

Da non perdere anche la Chiesa di San Carlo Borromeo, un luogo di culto molto particolare aperto solo nel periodo pasquale. Venne consacrata nel 1629 e conserva una preziosa statua in legno raffigurante il Cristo morto datata 1620. Paramenti luttuosi coprono i dipinti e i decori ottocenteschi che ornano le pareti. Insomma, Paciano è un borgo davvero interessante per arte, storia, cultura e ambiente, merita sicuramente una visita. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>
Monteleone di Spoleto: borgo dall’importante passato etrusco https://www.lavoce.it/monteleone-di-spoleto-borgo-dallimportante-passato-etrusco/ Mon, 03 Aug 2020 06:56:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57717

A pochi passi da Spoleto, Monteleone offre viste meravigliose e luoghi interessanti

Monteleone è sicuramente tra i borghi più particolari e caratteristici della Valnerina, tanto da essere annoverato nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Sorge a 978 m d’altitudine, in un’ottima posizione panoramica sulla campagna circostante e, proprio per la sua posizione è stato definito “Leone degli Appennini”.

LA STORIA

Il territorio di Monteleone sembra essere abitato fin dall’età del bronzo, nel XII secolo la città venne però distrutta e da quel momento in poi la sua storia fu strettamente legata a quella di Spoleto. Proprio il ducato di Spoleto fortificò il borgo e gli diede l’attuale nome di Monteleone.

LA BIGA

Circa 3 chilometri fuori dal borgo è stata rinvenuta un’antica necropoli, probabilmente utilizzata dall’età del bronzo fino al VI secolo a.C. e testimone della lunga storia del luogo. Il ritrovamento più importante è stata una tomba a tumulo appartenuta ad un principe e contenente un ricchissimo corredo funebre, compresa una biga con decorazioni in bronzo lavorate a sbalzo raffiguranti scene della vita di Achille. La biga, datata intorno al 540 a.C., è stata rinvenuta in modo totalmente casuale da un contadino che scavava nella sua aia. Purtroppo, la biga originale non si trova più a Monteleone, ma è conservata al Metropolitan Museum di New York nella collezione etrusca. A Monteleone però si può ammirare una copia a grandezza naturale realizzata nel 1985, conservata nei sotterranei del complesso monumentale di San Francesco.

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO

Il complesso monumentale di San Francesco risale alla fine del Duecento, comprende la Chiesa e l’annesso convento. La Chiesa risale al XIV secolo e venne costruita su un precedente oratorio del XII secolo. Inizialmente nacque con il nome di Santa Maria, ma poi assunse il nome odierno per i frati francescani che abitavano il convento. La Chiesa fu restaurata in modo rilevante sia nel Cinquecento che nel Settecento. La facciata principale possiede un portale ogivale con un fascio di tre colonne tortili e dei rilievi raffiguranti animali, uomini e angeli. Nella parte alta si può ammirare un affresco che rappresenta San Francesco e San Nicola con Maria al centro. Gli interni sono un vero e proprio museo con affreschi, dipinti e statue di grande interesse.

TORRE DELL’OROLOGIO

Altro luogo interessante di Monteleone è la torre dell’orologio, che è una delle tre porte della seconda cinta muraria Fa da ingresso alla Piazza del Mercato e a tutta la parte più antica e centrale del borgo. Inoltre, dalla torre si può godere di un’ottima vista panoramica.

COMPLESSO DI SANTA CATERINA

Altro luogo di grande interesse è il complesso di Santa Caterina, che nacque come convento per le clarisse nel XIV secolo e venne poi abbandonato nel 1866. Gli interni sono ornati da decorazioni rococò e nei locali inferiori si può ancora ammirare la ruota degli esposti, dove venivano lasciati i neonati abbandonati. La pianta è a forma ovoidale ottenuta da quattro triangoli equilateri che si intersecano. Insomma, se si è alla ricerca di un borgo caratteristico, particolare e dall’ottima posizione panoramica: Monteleone è un’ottima scelta. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>

A pochi passi da Spoleto, Monteleone offre viste meravigliose e luoghi interessanti

Monteleone è sicuramente tra i borghi più particolari e caratteristici della Valnerina, tanto da essere annoverato nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Sorge a 978 m d’altitudine, in un’ottima posizione panoramica sulla campagna circostante e, proprio per la sua posizione è stato definito “Leone degli Appennini”.

LA STORIA

Il territorio di Monteleone sembra essere abitato fin dall’età del bronzo, nel XII secolo la città venne però distrutta e da quel momento in poi la sua storia fu strettamente legata a quella di Spoleto. Proprio il ducato di Spoleto fortificò il borgo e gli diede l’attuale nome di Monteleone.

LA BIGA

Circa 3 chilometri fuori dal borgo è stata rinvenuta un’antica necropoli, probabilmente utilizzata dall’età del bronzo fino al VI secolo a.C. e testimone della lunga storia del luogo. Il ritrovamento più importante è stata una tomba a tumulo appartenuta ad un principe e contenente un ricchissimo corredo funebre, compresa una biga con decorazioni in bronzo lavorate a sbalzo raffiguranti scene della vita di Achille. La biga, datata intorno al 540 a.C., è stata rinvenuta in modo totalmente casuale da un contadino che scavava nella sua aia. Purtroppo, la biga originale non si trova più a Monteleone, ma è conservata al Metropolitan Museum di New York nella collezione etrusca. A Monteleone però si può ammirare una copia a grandezza naturale realizzata nel 1985, conservata nei sotterranei del complesso monumentale di San Francesco.

COMPLESSO MONUMENTALE DI SAN FRANCESCO

Il complesso monumentale di San Francesco risale alla fine del Duecento, comprende la Chiesa e l’annesso convento. La Chiesa risale al XIV secolo e venne costruita su un precedente oratorio del XII secolo. Inizialmente nacque con il nome di Santa Maria, ma poi assunse il nome odierno per i frati francescani che abitavano il convento. La Chiesa fu restaurata in modo rilevante sia nel Cinquecento che nel Settecento. La facciata principale possiede un portale ogivale con un fascio di tre colonne tortili e dei rilievi raffiguranti animali, uomini e angeli. Nella parte alta si può ammirare un affresco che rappresenta San Francesco e San Nicola con Maria al centro. Gli interni sono un vero e proprio museo con affreschi, dipinti e statue di grande interesse.

TORRE DELL’OROLOGIO

Altro luogo interessante di Monteleone è la torre dell’orologio, che è una delle tre porte della seconda cinta muraria Fa da ingresso alla Piazza del Mercato e a tutta la parte più antica e centrale del borgo. Inoltre, dalla torre si può godere di un’ottima vista panoramica.

COMPLESSO DI SANTA CATERINA

Altro luogo di grande interesse è il complesso di Santa Caterina, che nacque come convento per le clarisse nel XIV secolo e venne poi abbandonato nel 1866. Gli interni sono ornati da decorazioni rococò e nei locali inferiori si può ancora ammirare la ruota degli esposti, dove venivano lasciati i neonati abbandonati. La pianta è a forma ovoidale ottenuta da quattro triangoli equilateri che si intersecano. Insomma, se si è alla ricerca di un borgo caratteristico, particolare e dall’ottima posizione panoramica: Monteleone è un’ottima scelta. Sophia Schippa Le foto provengono dal sito https://www.umbriatourism.it]]>