GALLERIE FOTOGRAFICHE Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/galleria-fotografica/ Settimanale di informazione regionale Thu, 02 Dec 2021 18:56:18 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg GALLERIE FOTOGRAFICHE Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/galleria-fotografica/ 32 32 Terremoto. Boccardo: la ricostruzione inizia da gesti concreti https://www.lavoce.it/terremoto-boccardo-la-ricostruzione-inizia-da-gesti-concreti/ Thu, 09 Feb 2017 16:59:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48516 norcia_chiesa_addolorataDopo cinque mesi di terremoto con sequenze sismiche che si sono presentate più forti della prima e le migliaia (alle 11 del 3 febbraio l’INVG ne aveva registrate 52.700 dal 24 agosto scorso) che quotidianamente scuotono la terra e l’animo delle persone, nei paesi terremotati si pensa alla ricostruzione. La stanchezza si accompagna, e in qualche misura alimenta, il desiderio di andare avanti per tornare a vivere e a lavorare nelle proprie case e nei propri paesi. E di questo desiderio si fanno voce anche i vescovi che fin da subito hanno fatto il possibile per stare vicino ai terremotati. L’arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Renato Boccardo, piemontese di origine, non aveva mai sperimentato il terremoto.

Mons. Boccardo, come ha vissuto questi mesi di scosse?
“Direi che c’è la sorpresa, nel senso che non sapendo che cos’è uno impara vivendo e dunque la prima sensazione è la sorpresa, e poi l’impotenza. Cosa fai davanti ad una scossa del terremoto? Non c’è niente da fare, sei confrontato con la piccolezza, con l’impotenza, di fronte ad una cosa che è più grande di te e che non puoi né prevedere, né controllare, né dominare. Viene spontaneamente alla mente da una parte, appunto, la piccolezza dell’uomo e dall’altra l’affidamento. Non è perché c’è la paura che si riscopre la dimensione di affidamento ma piuttosto la paura ti aiuta a prendere coscienza che la vita si svolge tra le mani di Qualcuno che è più grande, come dice il Salmo: Che cos’è l’uomo perché te ne curi?. Questo non vuol dire fatalismo né arrendevolezza. La dimensione del credente è proprio quella di sapere di essere in buone mani: Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla”.

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L’esperienza dei fedeli della sua diocesi, che invece il terremoto lo hanno conosciuto, l’ha aiutata ad affrontare questa situazione?
“È vero, hanno vissuto altre esperienze di terremoto ma credo che ogni esperienza sia unica, irripetibile. Comunque, vedere questa gente affrontare con forza e con grande solidarietà reciproca, e allo steso tempo con grande determinazione a non voler lasciare la propria terra e ricominciare comunque pur nella fatica, certamente è un messaggio molto forte. Ho citato più volte l’episodio dopo terremoto del 24 di agosto, a San Pellegrino di Norcia, in mezzo alle macerie un uomo ultra ottantenne che mi diceva ‘Certo, è pesante, è la terza volta che devo rifare casa’. E mentre tentavo di dargli qualche parola di incoraggiamento, di conforto lui mi risponde, quasi invertendo i ruoli, che ‘Quando Dio dà il peso dà anche la forza di portarlo’. Quando uno dice queste cose è perché l’ha sperimentato, l’ha provato!”.

Andando a visitare i suoi fedeli ha invitato più volte a guardare al futuro con speranza. Come vede questo futuro?
“Da una parte, grazie alla determinazione e alla tenacia della gente della Valnerina penso che bisogna parlare di un futuro possibile, non lontano, fatto di gesti concreti di ricostruzione. Ma non conta soltanto la ricostruzione materiale. Conta soprattutto la ricostruzione del tessuto umano, del tessuto sociale della vita comune. Direi che c’è un miscuglio di fiducia e speranza fondata sulla ricca umanità di questa gente, e dall’altra parte qualche dubbio e incertezza dovute alla situazione contingente, cioè alle difficoltà che si devono affrontare giorno per giorno e ad un futuro che non si vede ancora ben delineato, ben definito”.

Questo riferimento a ciò che non è “ben definito” fa riferimento al quadro nazionale legislativo e dei finanziamenti?
“Certamente a tutto questo, ma anche, da un punto di vista molto concreto, al fatto che la gente ha bisogno di sapere come si fa per ricostruire, chi ci da una mano e, concretamente, fino a che punto interviene il governo centrale o regionale e fino a che punto devo mettere io i miei soldi. Questo ancora non è chiaro e dopo cinque mesi questo aumenta l’incertezza”.

In questa fase dell’emergenza avete sperimentato anche molta solidarietà …
“Tutta questa solidarietà in qualche modo ‘costringe’ a ripartire. È quasi una forza dall’esterno che ti spinge, e sperimentando questa condivisione, vicinanza, incoraggiamento. Si è quasi costretti a rimettersi in piedi nel senso più positivo. La cosa bella è che si è visto in questi mesi un fiorire, un moltiplicarsi di iniziative, dalla persona singola che ha mandato 25 euro discendo ‘è quello che io posso dare’, fino a delle istituzioni, associazioni, parrocchie, movimenti, comunità. Gruppi diversi che si sono resi non solo disponibili, ma si sono fatti concretamente attivi per sostenere e alimentare la ripresa. In questo contesto non si può non pensare alla Caritas italiana, alle diverse Caritas regionali e diocesane che in contato stretto con la nostra Caritas diocesana hanno messo in atto già concretamente dei gesti specifici di sostegno e di promozione. Penso in particolare all’aiuto che la Caritas diocesana ha potuto assicurare agli agricoltori che sono andati ad una fiera a Milano, a quegli interventi fatti a favore degli allevatori fornendo loro degli strumenti o le stalle a mo’ di tenda in cui ospitare gli animali. È chiaro che non tocca alla Caritas risolvere tutti i problemi. La Caritas secondo le forze che ha e a volte anche al di là delle proprie forze viene incontro con delle risposte specifiche a dei bisogni, ma questo non esclude la responsabilità delle istituzioni nei confronti di questa gente”.

Stiamo entrando nella fase in cui si discute più concretamente di ricostruzione e nella sua diocesi molte chiese sono distrutte o lesionate…
“Nella zona dell’Alta Valnerina gli edifici di culto sono tutti o distrutti o non agibili perché gravemente danneggiate. Nel resto della diocesi ci sono alcune chiese che sono danneggiate e dunque chiuse o per ragioni di sicurezza o perché necessitano di interventi, ma per fortuna nel resto della diocesi la situazione non è così grave”.

Lei ne ha parlato al convegno dell’Opera Romana Pellegrinaggi. Chiudendo la sua relazione ha posto la domanda sul come ricostruire…
“Io credo sia necessaria una riflessione congiunta di tutti gli enti e le istituzioni coinvolte (penso alla diocesi che è proprietaria e custode di tutti questi beni, penso ai comuni, al Ministero competente e alla Soprintendenza), per delineare i criteri da porre alla base della ricostruzione. Per esempio: cosa vale la pena ricostruire? Bisogna ricostruire tutto? Che cosa, e come deve essere ricostruito? In quella relazione ho detto che le ferite non si cancellano, le ferite si rimarginano e diventano cicatrici, e ogni cicatrice è segno di un evento e racconta una storia. Allora mi sembra che le ferite che il terremoto ha inferto anche ai monumenti storici e artistici devono diventare cicatrici, cioè devono diventare visibili. Ricostruire tutto come prima, ammesso che sia possibile – e avrei qualche dubbio-, vorrebbe dire cancellare le tracce delle ferite di questo terremoto, ma questo come gli altri terremoti è un evento storico che lascia il segno nella vita delle persone innanzitutto. Quando il Papa ha accolto i terremotati, il 5 gennaio scorso, ha detto ‘con questo terremoto la vita è cambiata, non sarà più come prima’. Dunque lascia il segno nella vita delle persone, ma lascia il segno anche negli edifici. Le nostre chiese che oggi ammiriamo come opere d’arte sono state rifatte più volte nel corso dei secoli e ogni volta si vede che c’è stato un intervento. Ricostruire tutto come prima, ripeto, ammesso che sia possibile, vorrebbe dire fare dei falsi, cancellare qualsiasi traccia di questo terremoto. Dunque rispetto alla storia è una grande responsabilità”.

Su questo tema vi siete confrontati tra vescovi delle diocesi colpite dal terremoto?
“Su questo tema specifico non ancora ma immagino che ci sarà il tempo e l’occasione per farlo”.

Il suo invito a discuterne ha già avuto dei riscontri?
“Siamo alle prime battute di questo che sicuramente deve essere un tema da affrontare insieme nella ricerca di quello che è bene. Qui non si tratta di essere da una parte o dall’altra. È un lavoro serio e impegnativo che dobbiamo affrontare pacificamente, cioè senza polemiche, senza prese di parte ma nella ricerca e nel rispetto del meglio”.

Si parla di chiese come beni culturali però le chiese sono il luogo della comunità. Come pensare al futuro, a luoghi di culto per delle comunità che sono cambiate e che hanno esigenze pastorali nuove?
“Per questo dicevo che bisogna domandarsi se e dove ricostruire, proprio perché queste chiese, che sono testimonianze dell’arte e della storia, sono anzitutto testimonianze della fede. Non possiamo trattare questi edifici unicamente come monumenti. Non possiamo dimenticare che sono frutto di una coscienza cristiana, di gente che ha voluto costruire la casa di Dio in mezzo alle case degli uomini, E tante volte nei secoli passati ‘si è tolta il pane di bocca’ per poter abbellire la propria chiesa e dunque ritrova in questa chiesa la propria storia, la propria identità, il luogo del rapporto con Dio e anche del rapporto con gli altri. Ho visto in questi mesi, quando venivano estratti dalle macerie statue o tele per metterle in sicurezza, gente commossa che raccontava “io mi sono sposata davanti a questa Madonna…”, “mio nonno mi ha detto che questo Crocifisso …, questo quadro…”. C’è tutto un patrimonio di fede e di sentimenti che racconta la vita di questa gente”.

Vedrebbe una chiesa moderna in quelle zone?
“Una chiesa moderna da capo a piedi, perché no. Così come nei secoli c’è stata l’espressione dell’arte e della sensibilità di quel tempo, perché no oggi fare qualcosa di nuovo. Nello stesso tempo dico che abbiamo tante chiese e non abbiamo più i cristiani da metterci dentro. E allora perché non pensare che alcuni di questi luoghi diventino, non mi piace dire dei musei, ma quasi dei luoghi della memoria, cioè ricostruendo alcune di queste chiese farle diventare luoghi che raccontano la storia di quelle vallate, e dunque renderli così fruibili. Penso, per esempio, a San Salvatore a Campi come luogo dove le opere venute dalle chiese della zona possano essere rese fruibili dagli abitanti e anche dai turisti”.

Per la Basilica di San Benedetto a Norcia è annunciato un contributo dell’Unione Europea per ricostruirla. Un bel segnale se si pensa al duro dibattito che ci fu sulle radici cristiane dell’Europa…
“È chiaro che un impegno dell’Europa a questo livello avrebbe un grande valore simbolico. Se l’Europa si impegna a ricostruire la basilica di San Benedetto vuol dire che l’Europa riconosce il contributo di Benedetto alla costruzione della coscienza europea e che l’apporto dell’umanesimo cristiano interpretato dal patrono d’Europa nella sua Regola, è ancora valido oggi”.

Il Terremoto del 1997 ha portato all’attenzione del mondo san Francesco. Questo terremoto sta portando l’attenzione su san Benedetto …
“La facciata della Basilica è diventata un po’ l’icona di questo terremoto richiamando l’attenzione su tutto il centro Italia. È chiaro che insieme a questo c’è tutto il messaggio di Benedetto”.

Come si concretizza la comunione tra le diocesi interessate dal sisma?
“Certamente c’è una comunione di aiuto e solidarietà. Con i Vescovi delle zone terremotate ci siamo incontrati molte volte tra noi, con le autorità, con i responsabili della Cei, proprio per un coordinamento di azione e un confronto. L’importante è lavorare insieme, coordinare le attività anche perché ci si può arricchire reciprocamente con le conoscenze e le esperienze. C’è una responsabilità condivisa di noi Vescovi e insieme stiamo cercando di dare una risposta, perché qui non si tratta semplicemente di affrontare la ricostruzione, e quindi trovare i fondi per rimettere in piedi case e aziende, che pure è un aspetto molto importante. Qui c’è, altrettanto importante, una attenzione alla dimensione umana di questa vicenda e noi Vescovi sentiamo la responsabilità di aiutare la nostra gente a leggere ‘dentro’ l’evento del terremoto, altrimenti rischiamo di farci prendere dall’emergenza. Forse il terremoto ci dice anche qualche cosa, ci chiede una lettura sapienziale degli eventi. In diocesi abbiamo voluto sottolineare questo aspetto nella festa del patrono San Ponziano, con un triduo di preparazione in cui abbiamo tentato di leggere ‘dentro‘ il terremoto, e nella celebrazione invitando i vescovi vicini delle zone terremotate abbiamo voluto manifestare anche visivamente questa solidarietà e vicinanza reciproca”.

Cosa vorrebbe dire a chi non è terremotato?
“Anzitutto il ringraziamento per le diverse manifestazioni di vicinanza, attenzione, solidarietà, aiuto e comunione. E poi direi anche che il terremoto non tocca esclusivamente i terremotati ma può essere un messaggio per tutti. Tanta fatica, tanto affanno, a volte tanto veleno, per accumulare, costruire, edificare – edificare la casa, la propria posizione, il conto in banca ecc – e poi una scossetta di terremoto fa venire giù tutto! Allora il messaggio, che vale anche per chi non è terremotato, oggi è: quali sono gli edifici che devono essere costruiti e che non temono né il terremoto, né la crisi economica né altri tipi di assalto?”.

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Sisma Centro Italia, crolli e sfollati nella zona di Norcia. I video e le immagini https://www.lavoce.it/sisma-centro-italia-crolli-e-sfollati-nella-zona-di-norcia-i-video-e-le-immagini/ Mon, 31 Oct 2016 17:43:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47816 castelluccio-di-norcia-2

Non si placa l’attività sismica nel Centro Italia. Alle 07,40 di domenica mattina la terra ha tremato a una profondità di 10 chilometri con un terremoto di magnitudo 6.5, il più forte in Italia dopo quello dell’Irpinia nel 1980. L’Umbria è stata fortemente colpita, in particolare il comune di Norcia, epicentro del sisma.

Si sono registrati danni, gravissimi ed estesi, agli edifici e al patrimonio storico e artistico e alle abitazioni. A Norcia è crollata la Basilica di San Benedetto a Norcia, di cui resta solo la facciata, la cattedrale di Santa Maria Argentea, la chiesa di San Francesco, quella di Santa Rita e Sant’Agostino.  Danni anche ad Amatrice e Arquata del Tronto, già pesantemente colpiti dal sisma del 24 agosto.

Non c’è stata nessuna vittima ma molti feriti. Secondo le stime, sono almeno 15.000 gli sfollati. Con il trascorrere dei giorni e le verifiche sulla stabilità degli edifici, il numero potrebbe anche scendere. Ma al momento ci sono da assistere 10.000 persone nelle Marche, tra le 3.000 in Umbria, di cui 1.000 solo a Norcia, almeno 2000 nel Lazio e poco meno di 1000 in Abruzzo.

Il Centro Italia colpito dal sisma del 26 e 30 ottobre

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Norcia dopo il sisma – Riprese aereo, la Basilica di San Pietro e il Palazzo Comunale

https://www.youtube.com/watch?v=tIvV9JeR_dQ

Castelluccio di Norcia dopo il sisma

Amatrice dopo il sisma

https://www.youtube.com/watch?v=aYYUpNYkZtU

 

Fonte immagini e video: Vigili del Fuoco (www.vigilidelfuoco.tv)

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I leader religiosi insieme per abbattere le differenze https://www.lavoce.it/i-leader-religiosi-insieme-per-abbattere-le-differenze/ Wed, 21 Sep 2016 06:22:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47517 Incontro dei leader religiosi: «Nella sete del Signore la voce dei sofferenti»

 

 

 

 

 

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20/09/2016 – Foto Andrea Coli

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Preghiera dei Cristiani https://www.lavoce.it/preghiera-dei-cristiani/ Wed, 21 Sep 2016 06:09:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47496 Papa Francesco, Bartolomeo I e l’arcivescovo di Canterbury pregano con tutto il popolo cristiano

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20/09/2016 – Foto Andrea Coli

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Papa Francesco arriva ad Assisi – foto gallery https://www.lavoce.it/papa-francesco-arriva-ad-assisi-foto-gallery/ Tue, 20 Sep 2016 10:42:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47446 C70_9867

 

Il Santo Padre Papa Francesco arriva ad Assisi: le autorità e i rappresentati delle altre religioni si preparano all’accoglienza.

 

 

 

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20/09/2016 – Foto Andrea Coli

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L’ecumenismo della carità https://www.lavoce.it/lecumenismo-della-carita/ Tue, 20 Sep 2016 10:20:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47438

 

Fotogallery del convegno “L’ecumenismo della carità” – Assisi

 

 

 

 

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20/09/2016 – Foto Andrea Coli

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Il Patriarca Bartolomeo I° in cattedrale https://www.lavoce.it/il-patriarca-bartolomeo-i-in-cattedrale/ Tue, 20 Sep 2016 10:09:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47431 DSC_9753

 

Le immagini più belle dell’incontro tra il Card. Gualtiero Bassetti e il Patriarca Bartolmeno I°

19/09/2016 – Foto Andrea Coli

 

 

 

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Papa Francesco alla Porziuncola. Le immagini della visita https://www.lavoce.it/papa-francesco-alla-porziuncola-2/ Thu, 04 Aug 2016 17:23:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47245 1

Le immagini più belle per rivivere questa breve ma intensa visita di Papa Francesco Pellegrino alla Porziuncola.

04/08/2016 – Foto Andrea Coli

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Momenti di gioia e di festa per tutta la comunità https://www.lavoce.it/momenti-di-gioia-e-di-festa-per-tutta-la-comunita/ Thu, 30 Jun 2016 16:18:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46601 Il Cardinale Bassetti pronuncia l'omelia nella celebrazione per il suo 50° di ordinazione (foto A. Coli)
Il Cardinale Bassetti pronuncia l’omelia nella celebrazione per il suo 50° di ordinazione (foto A. Coli)

A distanza di pochi giorni a Perugia si sono succedute nella cattedrale di San Lorenzo le ordinazioni di tre nuovi presbiteri della Chiesa di Perugia – Città della Pieve e la festa per il 50° dell’ordinazione del suo vescovo, il cardinale Gualtiero Bassetti.

Due momenti difficili da raccontare nel loro significato più vero. Difficile perché al di là e dentro la gioia di una comunità che vive un momento di festa manifestato con una partecipazione numerosa di popolo e anche delle autorità, con espressioni di affetto, con il convivio attorno ad un pasto condiviso, dentro e oltre tutto ciò c’è la consapevolezza o quanto meno la percezione che il rito dell’ordinazione, celebrato o ricordato, porta tutti coloro che vi partecipano nel cuore del “mistero” della Chiesa.

“Questo è un tempo meraviglioso per essere prete!” ha detto Bassetti, citando Giovanni Paolo II, sabato scorso ai suoi tre nuovi preti Marco Pigone, Simone Pascarosa e Marco Briziarelli. E lo ha ripetuto mercoledì 29 ricordando la sua ordinazione e aggiungendo “Noi, come uomini dello spirito, siamo al servizio della gioia di tutti”.

In cattedrale abbiamo visto uomini e donne, giovani e anziani, religiosi e religiose, emozionarsi (perché questo è accaduto sabato pomeriggio e si è rivissuto mercoledì) per un evento che in fondo coinvolge tutti. Bassetti ha ricordato che quella del prete è una vita donata non più vissuta per sé ma per i fratelli, per portare a tutti e a chi più ne ha bisogno “la buona notizia”.

“Il nostro mondo ha bisogno di pace, di gioia, ma è affogato nell’inquietudine e spesso nella lotta fratricida: il mondo – ha detto Bassetti – ha bisogno di santità. Incontriamo tante creature ferite; abbiamo davvero la sensazione di essere “chiesa/ospedale da campo”, come ci ha detto Papa Francesco”. Che il prete sia davvero “uomo di Dio”, al di là delle fragilità di cui è intrisa la sua umanità non è una affermazione teorica ma una verità che il popolo dei battezzati accoglie come dono, senza troppe illusioni ma con ferma speranza fondata su Dio perché, come ha ricordato Bassetti, su quell’uomo si è posata la mano di Dio. “Tante volte ho imposto le mani per donare l’ordine del presbiterato. Cinquanta anni fa le stesse mani, perché sono le mani del Signore, hanno accarezzato il nostro capo; ma queste mani non si sono ritirate e riposano sempre su di noi. La mani di Dio, che tutto hanno creato e tutto mantengono in vita. Le mani che tutto colpiscono e risanano, le mani nelle quali io e voi consegneremo il nostro spirito. Per quelle mani lo Spirito di Dio si è posato su di noi, dal momento che ‘Il Signore ci ha consacrati con l’unzione e ci ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri e a fasciare le piaghe dei cuori spezzati….’ ”.

Bassetti guardando alla sua vita non ha trattenuto il profondo senso di gratitudine perché “tante volte la misericordia del Padre ci ha ricreato il cuore e noi con gioia l’abbiamo riversata sui nostri fratelli: che grazia grande!”.

La festa vissuta in cattedrale così come quelle vissute nelle chiese parrocchiali in cui le comunità hanno fatto festa per l’ordinazione presbiterale dei loro parroci, è stata ed è festa di tutta la Chiesa in qualche modo resa visibile, sabato e mercoledì, dalla presenza del clero diocesano, dei seminaristi e degli educatori del Seminario regionale, dei vescovi delle diocesi umbre, di vescovi e fedeli provenienti dalla Toscana dove Bassetti ha vissuto prima di arrivare a Perugia, del predecessore Giuseppe Chiaretti, del cardinale di Firenze il folignate Giuseppe Betori, e non ultimo Papa Francesco con il suo messaggio per Bassetti.

IMMAGINI (di Andrea Coli)

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Il servizio video di Umbria Radio

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Ricca di emozioni la serata dedicata a Giampiero Morettini https://www.lavoce.it/ricca-di-emozioni-la-serata-dedicata-a-giampiero-morettini/ Thu, 02 Jun 2016 16:38:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46406

È stata una grande serata di forti emozioni e di immensa gioia in ricordo del seminarista perugino Giampiero Morettini (1977-2014), quella che si è svolta al Centro congressi “A. Capitini” in Perugia il 1° giugno con centinaia di persone tra laici, sacerdoti, religiosi e religiose ma soprattutto tantissimi giovani e i compagni del Pontificio Seminario Umbro “Pio XI” di Assisi. Giampiero, che prima di entrare in Seminario lavorava presso l’azienda agricola di famiglia, è tornato alla Casa del Padre il 21 agosto 2014 per le complicanze insorte dopo un intervento al cuore resosi necessario a seguito di una malformazione congenita scoperta dopo un malore che lo colpì mentre si trovava in Seminario. Alla serata in suo ricordo è intervenuto il cardinale Gualtiero Bassetti, che è stato lui a volerla come anche il libro biografico scritto da suor Roberta Vinerba dal titolo: “Con lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini” (Edizioni Paoline, Milano 2016, pp. 158). Questa pubblicazione è stata presentata dallo stesso porporato insieme all’autrice, che ha introdotto le numerose testimonianze e i momenti di preghiera intonati dal Coro giovanile diocesano “Voci di Giubilo” diretto da don Alessandro Scarda. Ad aprire l’incontro le parole dei genitori di Giampiero, Caterina e Mario Morettini, rotte dalla commozione e da un lungo applauso. «Giampiero – ha detto mamma Caterina – è sempre vivo attraverso tutti voi e il dolore che proviamo per la sua perdita, grazie alla vostra vicinanza, lo stiamo vivendo con serenità». Le foto della serata e dei genitori [gallery size="medium" ids="46409,46408,46410"] Giunti anche da lontano per Giampiero e onorare la sua vocazione sacerdotale. Nella grande sala del Centro “Capitini” c’erano anche non pochi ospiti venuti da fuori Perugia, come il vescovo di Macerata mons. Nazareno Marconi, che accolse da rettore Giampiero in Seminario. C’erano i genitori di un giovane sacerdote bergamasco di ventotto anni, don Giovanni Bertocchi, morto a seguito di un incidente avvenuto nei locali dell’Oratorio della sua parrocchia. E c’era la mamma di Ovidio Stamulis, il ragazzo di Pietrafitta (Pg) che amava la vita e animava il gruppo giovani della parrocchia, barbaramente assassinato in famiglia. Il cardinale Bassetti si è commosso nel presentare questi ospiti e le storie dei loro figli strappati alla vita, legati a Giampiero perché tutti loro «hanno amato Dio e si sono sentiti amati da Lui». «Dal sorriso di Giampiero – ha detto il cardinale – colgo la gioia pacata che deriva dal suo essere abitato da Cristo. Quando era in vita non ti dava l’impressione di uno che ha lasciato qualcosa, ma di uno che ha trovato Qualcuno. Mi sembra che questo sia emerso in maniera molto chiara da tutte le testimonianze. Giampiero quando ha capito che Cristo era pazzamente innamorato di lui, gli ha risposto con il suo “sì” cosciente e lucido e dall’allora non ha fatto che consumarsi per Lui. Giampiero camminava con i piedi per terra, perché dalla terra veniva, la sua origine era contadina, ma ogni giorno era spinto ad immergersi nel mistero di Dio, per scoprire i suoi segni. Perciò quando è venuta a mancare la sua presenza tra noi, è stato un vuoto immenso». Giampiero alimenta il «fuoco» delle vocazioni …, perché aveva il «profumo di Cristo». «Basterebbero le fotografie della vita di Giampiero con gli amici di seminario – ha proseguito il presule –, che abbiamo visto questa sera, per dirvi che Cristo, cari ragazzi, non vi chiede di fare cose straordinarie; Giampiero non le ha fatte, ma ci ha insegnato una cosa importante: a saltare il fosso per andare verso il Tutto e per sempre, per andare verso quell’Amore che l’aspettava. E questo è anche il suo grande insegnamento che lascia ai seminaristi ed è anche per questo che continuano a fiorire le vocazioni tra i giovani della nostra Umbria, dove c’è un fuoco acceso che io non mi so spiegare». «C’era in Giampiero la voglia di vedere lontano, anche se camminava con i piedi in terra – ha commentato il cardinale –, e il suo vivere semplice faceva si che da lui potesse uscire quel profumo di Cristo, che è fondamentale per ogni prete, che la gente ha diritto di incontrare e di assaporare. Se fosse diventato prete di lui papa Francesco avrebbe detto che aveva il “profumo delle pecore”, ma nessuno può avere il “profumo delle pecore” se non ha il profumo di Cristo».   La «bellezza di Dio attraverso Giampiero» che è vivo attraverso i suoi numerosi amici. E’ stata una serata molto particolare, «una serata vocazionale», così l’ha definita suor Roberta Vinerba, che ha esortato a vedere «la bellezza di Dio attraverso Giampiero». Il cardinale Bassetti ha parlato di «serata unica emotivamente nella mia vita» e, al termine, rivolgendosi ai presenti, ha detto: «Raccontate alle vostre famiglie, ai vostri amici la gioia che questa serata ci ha trasmesso nel vivo ricordo di Giampiero».Tutti hanno avuto parole commoventi e pregne di ricordo vivo per il giovane seminarista perugino legatissimo all’adorazione eucaristica e alla preghiera del Rosario, come è emerso dalle testimonianze. Poche volte sono stati usati i verbi al passato, perché «Giampiero è sempre vivo». Sintetizziamo questo sentimento condiviso con la frase: «Giampiero vive attraverso noi nel pensarlo accanto a noi nelle nostre giornate in Seminario, in parrocchia, all’oratorio, nei luoghi di ritrovo, in famiglia …».  ]]>

È stata una grande serata di forti emozioni e di immensa gioia in ricordo del seminarista perugino Giampiero Morettini (1977-2014), quella che si è svolta al Centro congressi “A. Capitini” in Perugia il 1° giugno con centinaia di persone tra laici, sacerdoti, religiosi e religiose ma soprattutto tantissimi giovani e i compagni del Pontificio Seminario Umbro “Pio XI” di Assisi. Giampiero, che prima di entrare in Seminario lavorava presso l’azienda agricola di famiglia, è tornato alla Casa del Padre il 21 agosto 2014 per le complicanze insorte dopo un intervento al cuore resosi necessario a seguito di una malformazione congenita scoperta dopo un malore che lo colpì mentre si trovava in Seminario. Alla serata in suo ricordo è intervenuto il cardinale Gualtiero Bassetti, che è stato lui a volerla come anche il libro biografico scritto da suor Roberta Vinerba dal titolo: “Con lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini” (Edizioni Paoline, Milano 2016, pp. 158). Questa pubblicazione è stata presentata dallo stesso porporato insieme all’autrice, che ha introdotto le numerose testimonianze e i momenti di preghiera intonati dal Coro giovanile diocesano “Voci di Giubilo” diretto da don Alessandro Scarda. Ad aprire l’incontro le parole dei genitori di Giampiero, Caterina e Mario Morettini, rotte dalla commozione e da un lungo applauso. «Giampiero – ha detto mamma Caterina – è sempre vivo attraverso tutti voi e il dolore che proviamo per la sua perdita, grazie alla vostra vicinanza, lo stiamo vivendo con serenità». Le foto della serata e dei genitori [gallery size="medium" ids="46409,46408,46410"] Giunti anche da lontano per Giampiero e onorare la sua vocazione sacerdotale. Nella grande sala del Centro “Capitini” c’erano anche non pochi ospiti venuti da fuori Perugia, come il vescovo di Macerata mons. Nazareno Marconi, che accolse da rettore Giampiero in Seminario. C’erano i genitori di un giovane sacerdote bergamasco di ventotto anni, don Giovanni Bertocchi, morto a seguito di un incidente avvenuto nei locali dell’Oratorio della sua parrocchia. E c’era la mamma di Ovidio Stamulis, il ragazzo di Pietrafitta (Pg) che amava la vita e animava il gruppo giovani della parrocchia, barbaramente assassinato in famiglia. Il cardinale Bassetti si è commosso nel presentare questi ospiti e le storie dei loro figli strappati alla vita, legati a Giampiero perché tutti loro «hanno amato Dio e si sono sentiti amati da Lui». «Dal sorriso di Giampiero – ha detto il cardinale – colgo la gioia pacata che deriva dal suo essere abitato da Cristo. Quando era in vita non ti dava l’impressione di uno che ha lasciato qualcosa, ma di uno che ha trovato Qualcuno. Mi sembra che questo sia emerso in maniera molto chiara da tutte le testimonianze. Giampiero quando ha capito che Cristo era pazzamente innamorato di lui, gli ha risposto con il suo “sì” cosciente e lucido e dall’allora non ha fatto che consumarsi per Lui. Giampiero camminava con i piedi per terra, perché dalla terra veniva, la sua origine era contadina, ma ogni giorno era spinto ad immergersi nel mistero di Dio, per scoprire i suoi segni. Perciò quando è venuta a mancare la sua presenza tra noi, è stato un vuoto immenso». Giampiero alimenta il «fuoco» delle vocazioni …, perché aveva il «profumo di Cristo». «Basterebbero le fotografie della vita di Giampiero con gli amici di seminario – ha proseguito il presule –, che abbiamo visto questa sera, per dirvi che Cristo, cari ragazzi, non vi chiede di fare cose straordinarie; Giampiero non le ha fatte, ma ci ha insegnato una cosa importante: a saltare il fosso per andare verso il Tutto e per sempre, per andare verso quell’Amore che l’aspettava. E questo è anche il suo grande insegnamento che lascia ai seminaristi ed è anche per questo che continuano a fiorire le vocazioni tra i giovani della nostra Umbria, dove c’è un fuoco acceso che io non mi so spiegare». «C’era in Giampiero la voglia di vedere lontano, anche se camminava con i piedi in terra – ha commentato il cardinale –, e il suo vivere semplice faceva si che da lui potesse uscire quel profumo di Cristo, che è fondamentale per ogni prete, che la gente ha diritto di incontrare e di assaporare. Se fosse diventato prete di lui papa Francesco avrebbe detto che aveva il “profumo delle pecore”, ma nessuno può avere il “profumo delle pecore” se non ha il profumo di Cristo».   La «bellezza di Dio attraverso Giampiero» che è vivo attraverso i suoi numerosi amici. E’ stata una serata molto particolare, «una serata vocazionale», così l’ha definita suor Roberta Vinerba, che ha esortato a vedere «la bellezza di Dio attraverso Giampiero». Il cardinale Bassetti ha parlato di «serata unica emotivamente nella mia vita» e, al termine, rivolgendosi ai presenti, ha detto: «Raccontate alle vostre famiglie, ai vostri amici la gioia che questa serata ci ha trasmesso nel vivo ricordo di Giampiero».Tutti hanno avuto parole commoventi e pregne di ricordo vivo per il giovane seminarista perugino legatissimo all’adorazione eucaristica e alla preghiera del Rosario, come è emerso dalle testimonianze. Poche volte sono stati usati i verbi al passato, perché «Giampiero è sempre vivo». Sintetizziamo questo sentimento condiviso con la frase: «Giampiero vive attraverso noi nel pensarlo accanto a noi nelle nostre giornate in Seminario, in parrocchia, all’oratorio, nei luoghi di ritrovo, in famiglia …».  ]]>
Monumento vittime terremoto in Friuli – galleria fotografica https://www.lavoce.it/monumento-vittime-terremoto-in-friuli-galleria-fotografica/ Tue, 17 May 2016 09:32:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46273 17/05/2016 – galleria fotografica

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Giubileo della scuola – galleria fotografica https://www.lavoce.it/giubileo-della-scuola-galleria-fotografica/ Tue, 17 May 2016 09:27:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46271 17/04/2016 – Giubileo della scuola

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Bassetti apre la Porta Santa della Cattedrale di San Lorenzo https://www.lavoce.it/bassetti-apre-la-porta-santa-della-cattedrale-di-san-lorenzo/ Sun, 13 Dec 2015 18:55:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44704 13/12/2015 Foto Andrea Coli

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Mercatini di Natale https://www.lavoce.it/mercatini-di-natale/ Tue, 08 Dec 2015 14:09:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44634 08/12/2015 – Foto Andrea Coli

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Concerto pro Terra Santa https://www.lavoce.it/concerto-pro-terra-santa/ Wed, 25 Nov 2015 21:08:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44505
L’Orchestra da Camera di Perugia e il soprano Gemma Bertagnolli (Foto – Andrea Coli)

 

20/11/2015 – Arte e carità si sono incontrate nella Basilica di San Pietro a Perugia. Due ore di musica barocca hanno allietato la serata di venerdì scorso, in quello che ormai è diventato un appuntamento fisso per la città: il concerto di beneficenza organizzato dai Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Da Vivaldi a Haendel, l’offerta musicale è stata ampia e di qualità. L’esecuzione strumentale, affidata all’Orchestra da Camera di Perugia, ha raggiunto il culmine durante l’esibizione di Gemma Bertagnolli, soprano di fama internazionale. Anche i non esperti hanno apprezzato la bravura di chi ha saputo comunicare, con tecnica e stile, le note musicali di due grandi maestri dell’antologia barocca. Pure la finalità del concerto sono state apprezzate dal pubblico. L’evento, organizzato dalla Delegazione di Perugia dell’ Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme coordinata dal Delegato Renzo Felceti, è servito per raccogliere fondi destinati alla Terra Santa. Diverse le associazioni e le autorità presenti, una su tutte quella dell’Assessore alla Cultura del Comune di Perugia Maria Teresa Severini, che ha ricordato la vicinanza di tutta la città all’operato dei cavalieri dell’Ordine.

 

 

 

Galleria fotografica

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Rito di consacrazione della nuova parrocchia di Chiugiana https://www.lavoce.it/rito-di-consacrazione-della-nuova-parrocchia-di-chiugiana/ Fri, 09 Oct 2015 11:04:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43738 03/10/2015

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Regione. Abbronzatura o politica? https://www.lavoce.it/abbronzatura-o-politica/ Thu, 23 Jul 2015 09:21:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39926 L’insediamento della seconda commissione
L’insediamento della seconda commissione

Il Consiglio regionale è ormai definito nelle sue varie articolazioni. Dopo l’elezione di Donatella Porzi (Pd) alla guida del Consiglio regionale e dell’ufficio di Presidenza, si sono insediate le Commissioni consiliari permanenti: non c’è stata nessuna sorpresa.

Andrea Smacchi (Pd), presidente della prima Commissione (Affari istituzionali e comunitari); Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale) della seconda (Attività economiche e governo del territorio) e Attilio Solinas (Pd) della terza (Sanità e servizi sociali), Raffaele Nevi (FI) presidente del comitato di monitoraggio e vigilanza.

Il Movimento 5 stelle si è tirato fuori dalle nomine per il Comitato a causa dell’“inefficacia storica” di questo organismo, ma anche dalle altre, perché sarebbero stati individuati – secondo i grillini – “protagonisti della logica ‘consociativo-spartitoria’ che ha connotato la politica umbra negli ultimi anni”.

C’era stata qualche polemica sulla composizione delle varie commissioni, sul numero dei membri e sul rapporto tra consiglieri di maggioranza e di opposizione. Alla fine è stato trovato un accordo unanime sulla proposta fatta da Andrea Liberati (M5s) per mantenere, in almeno uno dei tre organismi, un solo consigliere di differenza tra maggioranza e opposizione.

In attesa di ascoltare le linee programmatiche da parte della presidente Catiuscia Marini, previste nei prossimi giorni, i consiglieri regionali del centrodestra e delle liste civiche hanno sottolineato, attraverso i loro capigruppo, la loro disponibilità a essere presenti per attività istituzionali e legislative, “anche nel mese di agosto, concordando le date per normali motivi di programmazione e agenda”.

Lo ha annunciato Claudio Ricci, portavoce del centrodestra e delle liste civiche. “Eviteremo accuratamente – spiega Ricci – polemiche su dettagli procedurali cercando, invece, di svolgere un’opposizione chiara e forte sulla sostanza, come già abbiamo fatto con circa 20 mozioni e atti legislativi. Vogliamo puntare su punti concreti e circostanziati, privilegiando proposte alternative all’attuale Giunta regionale, proprio per dimostrare che siamo in grado di governare l’Umbria molto meglio di quanto sta avvenendo”. Basterà attendere qualche giorno per osservare la capacità di proposta di agosto: mese dedicato, generalmente, all’abbronzatura.

 

Le commissioni consiliari

Prima – “Affari istituzionali e comunitari”: Andrea Smacchi (Pd) eletto presidente con 5 voti; Raffaele Nevi (Forza Italia) eletto vice presidente con 2 voti; Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale); Maria Grazia Carbonari (M5s); Gianfranco Chiacchieroni, Marco Vinicio Guasticchi, Giacomo Leonelli (Pd); Valerio Mancini (Lega nord).

Seconda – “Attività economiche e governo del territorio”: Giuseppe Biancarelli (Umbria più uguale) eletto presidente con 5 voti; Emanuele Fiorini (Lega nord) eletto vice presidente con 2 voti; Marco Vinicio Guasticchi, Giacomo Leonelli e Andrea Smacchi (Pd); Claudio Ricci (Rp); Andrea Liberati (M5s); Silvano Rometti (Socialisti riformisti).

Terza – “Sanità e servizi sociali”: Attilio Solinas (Pd) eletto presidente con 4 voti; Sergio De Vincenzi (Ricci presidente) eletto vice presidente con 2 voti; Eros Brega, Gianfranco Chiacchieroni (Pd), Maria Grazia Carbonari (M5s), Silvano Rometti (Sr), Marco Squarta (FdI).

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