ambiente Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/ambiente/ Settimanale di informazione regionale Wed, 20 Nov 2024 17:22:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg ambiente Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/category/ambiente/ 32 32 Clima. Serve una “conversione ecologica” del cuore per salvare la “casa comune” https://www.lavoce.it/clima-serve-una-conversione-ecologica-del-cuore-per-salvare-la-casa-comune/ https://www.lavoce.it/clima-serve-una-conversione-ecologica-del-cuore-per-salvare-la-casa-comune/#respond Thu, 14 Nov 2024 08:20:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78604 La sala con i presenti alla Cop 29 sullo sfondo una grande schermo con la presidente Meloni che parla

La crisi climatica ormai continua a bussare violentemente anche alle porte delle nostre società. Dai cicloni alle tempeste, dai disastri “naturali” ai periodi di siccità sempre più estesi, anche Europa e Usa non possono più dirsi indifferenti rispetto ai cambiamenti climatici.

“Auspico che la Conferenza sui cambiamenti climatici Cop29, che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune” – aveva detto Papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 10 novembre. E in effetti si tratta di un’occasione cruciale per avanzare su obiettivi chiave come la riduzione drastica delle emissioni globali di CO₂ in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Si aspettano anche un maggior supporto finanziario per i paesi più vulnerabili, soprattutto attraverso il Fondo per le perdite e i danni, istituito per aiutare le nazioni colpite dagli impatti climatici, la protezione della biodiversità, la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, e il supporto alle energie rinnovabili.

Ma al di là degli obiettivi che oramai dovrebbero essere assolutamente chiari, c’è bisogno di elaborare meccanismi di controllo e monitoraggio per bandire ogni forma di greenwashing e promesse vaghe. E anche se l’elezione di Trump rappresenta sicuramente un freno al cammino delle Cop, l’auspicio non può che essere una conversione ecologica anche del suo cuore sollecitato dal grido della terra e di tutti i suoi abitanti.

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La sala con i presenti alla Cop 29 sullo sfondo una grande schermo con la presidente Meloni che parla

La crisi climatica ormai continua a bussare violentemente anche alle porte delle nostre società. Dai cicloni alle tempeste, dai disastri “naturali” ai periodi di siccità sempre più estesi, anche Europa e Usa non possono più dirsi indifferenti rispetto ai cambiamenti climatici.

“Auspico che la Conferenza sui cambiamenti climatici Cop29, che inizierà domani a Baku, dia un contributo efficace per la tutela della nostra casa comune” – aveva detto Papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 10 novembre. E in effetti si tratta di un’occasione cruciale per avanzare su obiettivi chiave come la riduzione drastica delle emissioni globali di CO₂ in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Si aspettano anche un maggior supporto finanziario per i paesi più vulnerabili, soprattutto attraverso il Fondo per le perdite e i danni, istituito per aiutare le nazioni colpite dagli impatti climatici, la protezione della biodiversità, la riduzione dell’uso dei combustibili fossili, e il supporto alle energie rinnovabili.

Ma al di là degli obiettivi che oramai dovrebbero essere assolutamente chiari, c’è bisogno di elaborare meccanismi di controllo e monitoraggio per bandire ogni forma di greenwashing e promesse vaghe. E anche se l’elezione di Trump rappresenta sicuramente un freno al cammino delle Cop, l’auspicio non può che essere una conversione ecologica anche del suo cuore sollecitato dal grido della terra e di tutti i suoi abitanti.

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Ad Assisi la Giornata nazionale del Ringraziamento https://www.lavoce.it/ad-assisi-la-giornata-nazionale-del-ringraziamento/ https://www.lavoce.it/ad-assisi-la-giornata-nazionale-del-ringraziamento/#respond Thu, 07 Nov 2024 09:54:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78420 una mano tocca le spighe di un campo di grano illuminato dal sole, in primo piano

Si terrà domenica 10 novembre la 74ª Giornata Nazionale del Ringraziamento che quest’anno ha per slogan: “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”.

La Giornata nazionale del Ringraziamento ad Assisi

Le celebrazioni si svolgeranno ad Assisi, “nella terra di san Francesco, autore circa 800 anni fa del celebre Cantico delle creature. Una spiritualità feconda di cui abbiamo assoluto bisogno anche oggi”, sottolinea don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, per il quale “anche il mondo agricolo è assetato di riconciliazione con la terra”.

Salvaguardare il terreno e coinvolgere i giovani

Il tema della Giornata, spiega, “ci apre al Giubileo che è alle porte. L’idea di fondo è che stiamo vivendo un tempo opportuno di semina. Se vogliamo offrire speranza dobbiamo tornare a seminare. E la semina oggi può essere declinata in due modi: la salvaguardia del terreno e il coinvolgimento delle giovani generazioni”. “I disastri recenti in Italia (Emilia-Romagna e Toscana) e in Spagna (Valencia) ci ricordano quanto sia importante porre fine al consumo di suolo, che ha ridotto la produzione alimentare e riduce la possibilità di assorbimento idrico. La cementificazione ha conosciuto, tra le conseguenze più rilevanti, l’aumento del rischio idrogeologico, che allarma sempre più”, afferma don Bignami evidenziando che “in questo contesto, c’è bisogno di salvaguardare l’ambiente, preservare gli ecosistemi e tutelare la biodiversità, come chiede l’art. 9 della Costituzione italiana”. Secondo il direttore dell’Ufficio Cei “la seconda semina passa per le giovani generazioni e sulla scommessa che siano capaci di cura della terra”. “Ridurre sprechi e consumi, sostenere le comunità locali, favorire le conoscenze tradizionali – ricorda – sono diverse modalità con cui responsabilizzare i giovani.

Un laboratorio ideale per un'agricoltura innovativa

I Vescovi invocano l’apertura di un 'laboratorio ideale' nel nostro Paese per sperimentare forme innovative di agricoltura. Per questo i giovani vanno educati al consumo critico, possono divenire modelli di ritorno alla terra e possono promuovere politiche agrarie esigenti e di lunga prospettiva”.

Il programma per la Giornata del Ringraziamento

La ricorrenza della Giornata è promossa dalla Cei in collaborazione con le associazioni di categoria Fai-Cisl, Terra Viva, Coldiretti, Acli Terra, Feder.Agri-Mcl. La Fai-Cisl sarà presente ad Assisi già venerdì 8 novembre con il seminario “Dopo la pandemia: come cambia il lavoro agroalimentare”, in cui sarà presentata la ricerca “L’impatto della pandemia di Covid-19 sull’industria alimentare e sull’organizzazione aziendale”. L’incontro si terrà presso l’Auditorium dell’Istituto Serafico dalle 16 alle 18.30 e prevede gli interventi di Vincenzo Conso, Presidente Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche, Gabriele Canali, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico, Serena Bergamaschi, ricercatrice e operatrice Fai-Cisl Umbria, Alessandro Glisenti, Presidente dell’Ente bilaterale del settore alimentare; concluderà l’iniziativa il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota. Sabato 9 novembre, da un incontro presso il Sacro Convento di Assisi: si inizia alle ore 15 con il “Percorso sul Cantico delle creature”, dalla basilica di Santa Chiara alla basilica di San Francesco passando per il Santuario della Spogliazione. Alle 17 si terrà un Seminario di studio: ad introdurre i lavori sarà don Bignami che si soffermerà sul Messaggio dei Vescovi per la Giornata; seguiranno gli interventi di Luigino Bruni, economista e saggista, e di Angelo Riccaboni, docente all’Università di Siena. Dopo il dibattito, è prevista una tavola rotonda a cui parteciperanno i referenti di diverse associazioni del mondo agricolo Fai-Cisl, Terra Viva, Coldiretti, Acli Terra, Feder.Agri-Mcl, moderata da Luca Ginetto, caporedattore del Tgr Umbria. Domenica 10 novembre, alle 10, il vescovo Domenico Sorrentino presiederà la Celebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria degli Angeli, al termine della quale è in programma la benedizione dei mezzi agricoli e degli stand allestiti in piazza.  ]]>
una mano tocca le spighe di un campo di grano illuminato dal sole, in primo piano

Si terrà domenica 10 novembre la 74ª Giornata Nazionale del Ringraziamento che quest’anno ha per slogan: “La speranza per il domani: verso un’agricoltura più sostenibile”.

La Giornata nazionale del Ringraziamento ad Assisi

Le celebrazioni si svolgeranno ad Assisi, “nella terra di san Francesco, autore circa 800 anni fa del celebre Cantico delle creature. Una spiritualità feconda di cui abbiamo assoluto bisogno anche oggi”, sottolinea don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, per il quale “anche il mondo agricolo è assetato di riconciliazione con la terra”.

Salvaguardare il terreno e coinvolgere i giovani

Il tema della Giornata, spiega, “ci apre al Giubileo che è alle porte. L’idea di fondo è che stiamo vivendo un tempo opportuno di semina. Se vogliamo offrire speranza dobbiamo tornare a seminare. E la semina oggi può essere declinata in due modi: la salvaguardia del terreno e il coinvolgimento delle giovani generazioni”. “I disastri recenti in Italia (Emilia-Romagna e Toscana) e in Spagna (Valencia) ci ricordano quanto sia importante porre fine al consumo di suolo, che ha ridotto la produzione alimentare e riduce la possibilità di assorbimento idrico. La cementificazione ha conosciuto, tra le conseguenze più rilevanti, l’aumento del rischio idrogeologico, che allarma sempre più”, afferma don Bignami evidenziando che “in questo contesto, c’è bisogno di salvaguardare l’ambiente, preservare gli ecosistemi e tutelare la biodiversità, come chiede l’art. 9 della Costituzione italiana”. Secondo il direttore dell’Ufficio Cei “la seconda semina passa per le giovani generazioni e sulla scommessa che siano capaci di cura della terra”. “Ridurre sprechi e consumi, sostenere le comunità locali, favorire le conoscenze tradizionali – ricorda – sono diverse modalità con cui responsabilizzare i giovani.

Un laboratorio ideale per un'agricoltura innovativa

I Vescovi invocano l’apertura di un 'laboratorio ideale' nel nostro Paese per sperimentare forme innovative di agricoltura. Per questo i giovani vanno educati al consumo critico, possono divenire modelli di ritorno alla terra e possono promuovere politiche agrarie esigenti e di lunga prospettiva”.

Il programma per la Giornata del Ringraziamento

La ricorrenza della Giornata è promossa dalla Cei in collaborazione con le associazioni di categoria Fai-Cisl, Terra Viva, Coldiretti, Acli Terra, Feder.Agri-Mcl. La Fai-Cisl sarà presente ad Assisi già venerdì 8 novembre con il seminario “Dopo la pandemia: come cambia il lavoro agroalimentare”, in cui sarà presentata la ricerca “L’impatto della pandemia di Covid-19 sull’industria alimentare e sull’organizzazione aziendale”. L’incontro si terrà presso l’Auditorium dell’Istituto Serafico dalle 16 alle 18.30 e prevede gli interventi di Vincenzo Conso, Presidente Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche, Gabriele Canali, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico, Serena Bergamaschi, ricercatrice e operatrice Fai-Cisl Umbria, Alessandro Glisenti, Presidente dell’Ente bilaterale del settore alimentare; concluderà l’iniziativa il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota. Sabato 9 novembre, da un incontro presso il Sacro Convento di Assisi: si inizia alle ore 15 con il “Percorso sul Cantico delle creature”, dalla basilica di Santa Chiara alla basilica di San Francesco passando per il Santuario della Spogliazione. Alle 17 si terrà un Seminario di studio: ad introdurre i lavori sarà don Bignami che si soffermerà sul Messaggio dei Vescovi per la Giornata; seguiranno gli interventi di Luigino Bruni, economista e saggista, e di Angelo Riccaboni, docente all’Università di Siena. Dopo il dibattito, è prevista una tavola rotonda a cui parteciperanno i referenti di diverse associazioni del mondo agricolo Fai-Cisl, Terra Viva, Coldiretti, Acli Terra, Feder.Agri-Mcl, moderata da Luca Ginetto, caporedattore del Tgr Umbria. Domenica 10 novembre, alle 10, il vescovo Domenico Sorrentino presiederà la Celebrazione eucaristica nella basilica di Santa Maria degli Angeli, al termine della quale è in programma la benedizione dei mezzi agricoli e degli stand allestiti in piazza.  ]]>
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Meeting nazionale della Fondazione Sorella Natura https://www.lavoce.it/meeting-nazionale-della-fondazione-sorella-natura/ https://www.lavoce.it/meeting-nazionale-della-fondazione-sorella-natura/#respond Fri, 01 Nov 2024 17:11:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78379 Il tavolo dei relatori con alle spalle un grande schermo e davanti una parte del pubblico di spalle

La prima sessione del quarto Meeting nazionale della Fondazione Sorella Natura ad Assisi si è svolta nel fine settimana del 25 e 26 ottobre, la seconda sessione si terrà a Roma l’8 novembre.

Questa prima parte della due giorni ha avuto come ospiti numerose figure di spicco. L’argomento centrale è stato il bosco italiano, un patrimonio importante per il nostro Paese, che viene tutelato ma che ha bisogno di esserlo maggiormente – come ha spiegato il generale Nazario Palmieri, vice comandante delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri.

Boschi: la situazione nel mondo e il clima

Il suo discorso è partito dalla situazione mondiale boschiva. Attualmente si ha una media distruttiva di 13 milioni all’anno di ettari di foreste, come quella amazzonica, quelle equatoriali del Continente africano, che giocano un ruolo indiscutibile nel cambiamento dei cicli biosferici globali. Le conseguenze climatiche che stiamo subendo il Italia, ma anche in tutto il mondo, sono frutto di questa distruzione sistematica del patrimonio forestale.

Un recente studio scientifico infatti attesta che per la prima volta c’è un disaccoppiamento tra l’assorbimento dell’anidride carbonica, che viene principalmente mediata proprio dagli ecosistemi forestali, e gli oceani, quindi tra ciò che si emette e ciò che si assorbe. Questo conduce inevitabilmente a una modifica su scala planetaria del clima, portando a una seconda conseguenza catastrofica, la mancanza di acqua.

L'importanza della tutela dei boschi

Affrontando il discorso dei boschi italiani, Palmieri spiega che un altro fattore preoccupante è la disconoscenza dell’importanza di tutela boschiva. I cittadini dovrebbero capire che le cause delle alluvioni non sono altro che il disboscamento e l’incendio boschivo. I boschi sono strumento di difesa del suolo.

Il Bosco di San Francesco restaurato dal Fai

Un altro relatore che ha introdotto il discorso boschivo riguardante non solo il territorio italiano. ma il suolo umbro, è il presidente del Fai, Marco Magnifico. Rievoca quando venne ad Assisi a visitare l’attuale Bosco di San Francesco prima del restauro. Percorrendo la strada che dal Sacro Convento porta a Santa Croce, in un primo momento non venne coinvolto, era titubante, anche perché il Fai non aveva mai restaurato un bosco; ma appena si è trovato davanti un tappeto di ciclamini, cambiò subito idea. Racconta di essere stato ‘rapito’ da quell’esercito di fiori timidi, e insieme alla Fondazione Natura (che, grazie al fondatore Roberto Leoni, aveva già iniziato una parte dei lavori) iniziarono questo percorso di restauro nel 2008. Per la Fondazione Fai è stato un grande lavoro innovativo, importante anche per aver portato tutta una fase educativa all’interno del percorso di ristrutturazione del Bosco di San Francesco.

L'energia rinnovabile

La seconda giornata del meeting ha avuto come argomento centrale l’energia rinnovabile. Mario Antonio Scino, capo Gabinetto del Mase (ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica) che mette insieme la tutela dell’ambiente e le energie rinnovabili, ha parlato subito  della presa di coscienza: che al centro ci sia l’essere umano, che sta vivendo grosse difficoltà sia in ambito economico globale sia soprattutto per quanto riguarda il mutamento climatico.

Scino ha spiegato in dettaglio l’Agenda 2030, voluta dalle Nazioni Unite ossia da 193 Paesi del mondo per trasformare il nostro pianeta, in breve tempo e con lo sviluppo sostenibile. Con 17 obiettivi validi a livello mondiale, l’Agenda 2030 si prefigge di coinvolgere nazioni e società, dal settore privato al pubblico, dal civile all’informazione, fino alla cultura, per tutelare l’intero ecosistema e garantire uno sviluppo economico e sociale all’intera umanità.

Conclude affermando che anche l’Unione europea ha più volte suggerito di abbandonare nell’immediato i combustibili fossili e dedicarci totalmente e soltanto all’energia rinnovabile, quella energia chiara e pura che solo la Terra ci sa offrire. L’intero pianeta ha bisogno di essere maggiormente tutelato e capito: siamo tutti coinvolti, e ormai il 2030 è dietro l’angolo. Siamo pronti a ripristinare ciò che abbiamo sbagliato in passato?

La seconda sessione del meeting a Roma

Nella seconda sessione del meeting della Fondazione presieduta da Susanna Pagiotti, che si terrà a Roma presso la sede del Senato, si cercherà di affrontare proprio questa scadenza del tempo. Il cambiamento climatico che interessa il nostro pianeta è in atto, non si può arrestare. Dobbiamo conviverci, ma possiamo forse rallentare il processo degenerativo e reinserirci nel ciclo di una Terra che vive, si muove e cambia, e noi con essa.

Emanuela Marotta

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Il tavolo dei relatori con alle spalle un grande schermo e davanti una parte del pubblico di spalle

La prima sessione del quarto Meeting nazionale della Fondazione Sorella Natura ad Assisi si è svolta nel fine settimana del 25 e 26 ottobre, la seconda sessione si terrà a Roma l’8 novembre.

Questa prima parte della due giorni ha avuto come ospiti numerose figure di spicco. L’argomento centrale è stato il bosco italiano, un patrimonio importante per il nostro Paese, che viene tutelato ma che ha bisogno di esserlo maggiormente – come ha spiegato il generale Nazario Palmieri, vice comandante delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri.

Boschi: la situazione nel mondo e il clima

Il suo discorso è partito dalla situazione mondiale boschiva. Attualmente si ha una media distruttiva di 13 milioni all’anno di ettari di foreste, come quella amazzonica, quelle equatoriali del Continente africano, che giocano un ruolo indiscutibile nel cambiamento dei cicli biosferici globali. Le conseguenze climatiche che stiamo subendo il Italia, ma anche in tutto il mondo, sono frutto di questa distruzione sistematica del patrimonio forestale.

Un recente studio scientifico infatti attesta che per la prima volta c’è un disaccoppiamento tra l’assorbimento dell’anidride carbonica, che viene principalmente mediata proprio dagli ecosistemi forestali, e gli oceani, quindi tra ciò che si emette e ciò che si assorbe. Questo conduce inevitabilmente a una modifica su scala planetaria del clima, portando a una seconda conseguenza catastrofica, la mancanza di acqua.

L'importanza della tutela dei boschi

Affrontando il discorso dei boschi italiani, Palmieri spiega che un altro fattore preoccupante è la disconoscenza dell’importanza di tutela boschiva. I cittadini dovrebbero capire che le cause delle alluvioni non sono altro che il disboscamento e l’incendio boschivo. I boschi sono strumento di difesa del suolo.

Il Bosco di San Francesco restaurato dal Fai

Un altro relatore che ha introdotto il discorso boschivo riguardante non solo il territorio italiano. ma il suolo umbro, è il presidente del Fai, Marco Magnifico. Rievoca quando venne ad Assisi a visitare l’attuale Bosco di San Francesco prima del restauro. Percorrendo la strada che dal Sacro Convento porta a Santa Croce, in un primo momento non venne coinvolto, era titubante, anche perché il Fai non aveva mai restaurato un bosco; ma appena si è trovato davanti un tappeto di ciclamini, cambiò subito idea. Racconta di essere stato ‘rapito’ da quell’esercito di fiori timidi, e insieme alla Fondazione Natura (che, grazie al fondatore Roberto Leoni, aveva già iniziato una parte dei lavori) iniziarono questo percorso di restauro nel 2008. Per la Fondazione Fai è stato un grande lavoro innovativo, importante anche per aver portato tutta una fase educativa all’interno del percorso di ristrutturazione del Bosco di San Francesco.

L'energia rinnovabile

La seconda giornata del meeting ha avuto come argomento centrale l’energia rinnovabile. Mario Antonio Scino, capo Gabinetto del Mase (ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica) che mette insieme la tutela dell’ambiente e le energie rinnovabili, ha parlato subito  della presa di coscienza: che al centro ci sia l’essere umano, che sta vivendo grosse difficoltà sia in ambito economico globale sia soprattutto per quanto riguarda il mutamento climatico.

Scino ha spiegato in dettaglio l’Agenda 2030, voluta dalle Nazioni Unite ossia da 193 Paesi del mondo per trasformare il nostro pianeta, in breve tempo e con lo sviluppo sostenibile. Con 17 obiettivi validi a livello mondiale, l’Agenda 2030 si prefigge di coinvolgere nazioni e società, dal settore privato al pubblico, dal civile all’informazione, fino alla cultura, per tutelare l’intero ecosistema e garantire uno sviluppo economico e sociale all’intera umanità.

Conclude affermando che anche l’Unione europea ha più volte suggerito di abbandonare nell’immediato i combustibili fossili e dedicarci totalmente e soltanto all’energia rinnovabile, quella energia chiara e pura che solo la Terra ci sa offrire. L’intero pianeta ha bisogno di essere maggiormente tutelato e capito: siamo tutti coinvolti, e ormai il 2030 è dietro l’angolo. Siamo pronti a ripristinare ciò che abbiamo sbagliato in passato?

La seconda sessione del meeting a Roma

Nella seconda sessione del meeting della Fondazione presieduta da Susanna Pagiotti, che si terrà a Roma presso la sede del Senato, si cercherà di affrontare proprio questa scadenza del tempo. Il cambiamento climatico che interessa il nostro pianeta è in atto, non si può arrestare. Dobbiamo conviverci, ma possiamo forse rallentare il processo degenerativo e reinserirci nel ciclo di una Terra che vive, si muove e cambia, e noi con essa.

Emanuela Marotta

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A Gubbio prima Cer da turbina eolica e la cooperativa ‘ènostra’ celebra dieci anni https://www.lavoce.it/a-gubbio-prima-cer-da-turbina-eolica-e-la-cooperativa-enostra-celebra-dieci-anni/ https://www.lavoce.it/a-gubbio-prima-cer-da-turbina-eolica-e-la-cooperativa-enostra-celebra-dieci-anni/#respond Fri, 13 Sep 2024 08:01:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77549 Un gruppo di persone a sinistra con magliette bianche davanti ad un casolare e a destra il telone con il lodo della cooperativa énostra con la scritta al centro è10!

È stato un duplice momento di festa quello che ha preso vita nel fine settimana scorso sulle colline tra Gubbio, Pietralunga e il confine umbro-marchigiano. La cooperativa energetica “ènostra” ha celebrato i suoi dieci anni con una due-giorni aperta al pubblico e patrocinata dal Comune di Gubbio.

Il tutto nella cornice di un’area immersa nella natura e appositamente attrezzata per l’occasione in località Salia, con lo sguardo sul primo impianto eolico collettivo realizzato con il capitale dei soci di “ènostra” sul territorio eugubino: il Cerrone con i suoi 900 kW di potenza.

A Gubbio primo progetto di Comunità energetica rinnovabile da impianto eolico

Sabato 7 settembre, c’è stato il racconto celebrativo dei dieci anni della cooperativa dalla voce diretta dei fondatori. Un’occasione anche per presentare il primo progetto in Italia di Comunità energetica rinnovabile (Cer) alimentata da un impianto eolico. A cornice di tutto questo, sono arrivati ospiti autorevoli (anche internazionali) e poi musica dal vivo, cucina tipica umbra, laboratori ecologici per bambini e ragazzi, mercatini artigianali, momenti celebrativi e di condivisione. Il tutto con una carrellata di interventi guidati da Sara Capuzzo, presidente di “ènostra”, chiamando in causa rappresentanti delle istituzioni, del Gse, di Legacoop, di associazioni che promuovono fonti rinnovabili ed efficienza energetica, di Banca Etica e altri ancora. La comunità di socie e soci di “ènostra” e gli abitanti di Gubbio sono stati invitati a scoprire e a prendere parte - dopo la pala eolica del Cerrone - al nuovo progetto Cer del Castiglione, seconda turbina eolica collettiva realizzata da “ènostra” sul territorio umbro ed eugubino, nonché la più grande d’Italia (con 999 kW di produzione).

La cooperativa énostra

La cooperativa “ènostra” produce e fornisce elettricità 100% rinnovabile, sostenibile ed etica a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Si fonda sulla partecipazione attiva e sul coinvolgimento delle comunità per cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia. A oggi, conta quasi 16mila socie e soci, tra cooperatori e sovventori, accomunati dalla volontà di mitigare la propria impronta ecologica mediante scelte consapevoli, ridurre i propri consumi, utilizzare energia rinnovabile condivisa e contribuire alla transizione energetica. Consapevole del potenziale del modello, “ènostra” ha costituito un team di lavoro specializzato nello sviluppo di comunità energetiche rinnovabili e progetti di autoconsumo collettivo maturando una preziosa esperienza sul campo.

[caption id="attachment_77558" align="alignnone" width="320"]La pala eolica sul Cerrone La pala eolica sul Cerrone[/caption]
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Un gruppo di persone a sinistra con magliette bianche davanti ad un casolare e a destra il telone con il lodo della cooperativa énostra con la scritta al centro è10!

È stato un duplice momento di festa quello che ha preso vita nel fine settimana scorso sulle colline tra Gubbio, Pietralunga e il confine umbro-marchigiano. La cooperativa energetica “ènostra” ha celebrato i suoi dieci anni con una due-giorni aperta al pubblico e patrocinata dal Comune di Gubbio.

Il tutto nella cornice di un’area immersa nella natura e appositamente attrezzata per l’occasione in località Salia, con lo sguardo sul primo impianto eolico collettivo realizzato con il capitale dei soci di “ènostra” sul territorio eugubino: il Cerrone con i suoi 900 kW di potenza.

A Gubbio primo progetto di Comunità energetica rinnovabile da impianto eolico

Sabato 7 settembre, c’è stato il racconto celebrativo dei dieci anni della cooperativa dalla voce diretta dei fondatori. Un’occasione anche per presentare il primo progetto in Italia di Comunità energetica rinnovabile (Cer) alimentata da un impianto eolico. A cornice di tutto questo, sono arrivati ospiti autorevoli (anche internazionali) e poi musica dal vivo, cucina tipica umbra, laboratori ecologici per bambini e ragazzi, mercatini artigianali, momenti celebrativi e di condivisione. Il tutto con una carrellata di interventi guidati da Sara Capuzzo, presidente di “ènostra”, chiamando in causa rappresentanti delle istituzioni, del Gse, di Legacoop, di associazioni che promuovono fonti rinnovabili ed efficienza energetica, di Banca Etica e altri ancora. La comunità di socie e soci di “ènostra” e gli abitanti di Gubbio sono stati invitati a scoprire e a prendere parte - dopo la pala eolica del Cerrone - al nuovo progetto Cer del Castiglione, seconda turbina eolica collettiva realizzata da “ènostra” sul territorio umbro ed eugubino, nonché la più grande d’Italia (con 999 kW di produzione).

La cooperativa énostra

La cooperativa “ènostra” produce e fornisce elettricità 100% rinnovabile, sostenibile ed etica a famiglie, imprese e organizzazioni del terzo settore. Si fonda sulla partecipazione attiva e sul coinvolgimento delle comunità per cambiare dal basso il modo di produrre e consumare energia. A oggi, conta quasi 16mila socie e soci, tra cooperatori e sovventori, accomunati dalla volontà di mitigare la propria impronta ecologica mediante scelte consapevoli, ridurre i propri consumi, utilizzare energia rinnovabile condivisa e contribuire alla transizione energetica. Consapevole del potenziale del modello, “ènostra” ha costituito un team di lavoro specializzato nello sviluppo di comunità energetiche rinnovabili e progetti di autoconsumo collettivo maturando una preziosa esperienza sul campo.

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Comunità energetiche in Umbria, secondo un’indagine numeri ancora piccoli https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-in-umbria-secondo-unindagine-numeri-ancora-piccoli/ https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-in-umbria-secondo-unindagine-numeri-ancora-piccoli/#respond Thu, 11 Jul 2024 14:55:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77006

“In Umbria le comunità energetiche rinnovabili sono sostanzialmente in una fase di avvio. Alcune sono già state costituite, altre progettate, altre ideate, altre in fase più avanzata, qualcuna è già partita in maniera concreta”. A fare sintesi sull’attuale situazione delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) in Umbria è Ugo Carlone, della segreteria generale dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria e docente universitario. Era tra i relatori del convegno su “Comunità energetiche ed Enti locali: transizione ecologica e dinamiche della partecipazione” che si è svolto il 4 luglio scorso alla sala Brugnoli di palazzo Cesaroni a Perugia. Convegno promosso dall'Assemblea legislativa della Regione Umbria, Consiglio delle Autonomie locali e Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Perugia.

Convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) per conoscere potenzialità e problemi applicativi

Un importante momento informativo e di approfondimento per i vari rappresentanti dei comuni presenti, anche qualche sindaco, e i tanti attori pubblici e privati presenti. Un’occasione per far conoscere potenzialità, profili regolatori, ricadute pratiche e problemi applicativi, consentendo di ascoltare anche esperienze già in atto nelle regioni vicine.

L'indagine condotta da Ugo Carlone

Carlone ha riportato i risultati di una indagine sociale da lui effettuata tramite interviste e condotta tra coloro che hanno già avviato delle Cer o impegnati nel settore. Tema della rilevazione “Le Cer in Umbria tra pragmatismo sostenibile e sostenibilità pragmatica”

Numeri ancora piccoli

Tutte le persone intervistate hanno sottolineato “l’utilità dello strumento. Siamo comunque in una fase embrionale ed i numeri sono ancora piccoli, sia in termini di Cer attivate, di soggetti costituiti, che di cittadini e imprese allacciate. Ma questo stato dell’arte variegato ci fa capire la potenzialità delle Cer e ci fa prevedere uno sviluppo abbastanza cospicuo”. Al momento le interviste sono state una decina: cooperative sociali, un sindaco, ci sono imprese e associazioni del territorio. Obiettivo è proseguire nell’indagine per fare una mappatura. In particolare – ha spiegato – "l’indagine si è concentrata sull’avvio delle Cer, su chi l’ha fatta nascere e le condizioni a partire dalle quali c’è interesse a far partire una comunità energetica: tra queste la presenza di un soggetto aggregatore, di cittadini, aziende e di un territorio sensibili verso tematiche ambientali e energetiche, la crisi energetica che fa prospettare la possibilità di un risparmio o di un guadagno da parte delle imprese”.

Il ritardo nel recepimento delle normative europee

Un aspetto venuto fuori è stato quello del ritardo nel recepimento delle normative europee, un fatto che ha rallentato la velocità del percorso di attivazione delle Cer in Umbria. Spegnendo gli entusiasmi di chi era intenzionato ad attivarle, soprattutto a ridosso della forte crisi energetica di qualche tempo fa. Anche gli aspetti burocratici sono molto complessi: a sottolinearlo sono stati i sindaci e soprattutto le imprese.

L'impatto delle Cer sul piano sociale e ambientale

Altro tema d’indagine l’impatto delle Cer sul piano sociale e ambientale. “Su quello sociale sono uno strumento utile per combattere la cosiddetta ‘povertà energetica’ (soprattutto per alcune famiglie) anche se non è ancora chiaro come procedere in tal senso – ha riferito Carlone - Sono inoltre utili per aiutare lo sviluppo del ‘capitale sociale’ e quindi la capacità di fare rete e comunità in un territorio, stimolando la stipula di contratti energetici favorevoli. Dal lato ambientale, invece, si aumenta l’utilizzo delle energie rinnovabili e si crea maggiore consenso sui temi legati alla transizione ecologica: si favorisce la consapevolezza della crisi energetica e climatica e si sensibilizza di più il territorio su queste tematiche. Fare comunità non è semplice, ma lavorandoci bene queste realtà possono vedere la luce”.

L'importanza del coinvolgimento dei Comuni

Carlone ha poi ricordato che le Cer possono nascere da cittadini singoli, da cooperative, associazioni, da imprese private. E anche dai Comuni, i più vicini ai cittadini, perché assumono il ruolo di garante delle istanze che provengono dalla popolazione, dal territorio. È dunque importantissimo che i Comuni entrino nelle comunità energetiche, sia come promotori che garanti e sviluppatori. Una delle domande è stata anche quella sul ruolo delle Regioni “in questo ambito non è secondario anche se la regolamentazione delle Cer è prevista ampiamente a livello statale ed europeo”. Le Regioni, tuttavia, possono organizzare bandi, prevedere incentivi, agevolazioni in genere e supportare la gestione delle Cer a livello locale.]]>

“In Umbria le comunità energetiche rinnovabili sono sostanzialmente in una fase di avvio. Alcune sono già state costituite, altre progettate, altre ideate, altre in fase più avanzata, qualcuna è già partita in maniera concreta”. A fare sintesi sull’attuale situazione delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) in Umbria è Ugo Carlone, della segreteria generale dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria e docente universitario. Era tra i relatori del convegno su “Comunità energetiche ed Enti locali: transizione ecologica e dinamiche della partecipazione” che si è svolto il 4 luglio scorso alla sala Brugnoli di palazzo Cesaroni a Perugia. Convegno promosso dall'Assemblea legislativa della Regione Umbria, Consiglio delle Autonomie locali e Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Perugia.

Convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) per conoscere potenzialità e problemi applicativi

Un importante momento informativo e di approfondimento per i vari rappresentanti dei comuni presenti, anche qualche sindaco, e i tanti attori pubblici e privati presenti. Un’occasione per far conoscere potenzialità, profili regolatori, ricadute pratiche e problemi applicativi, consentendo di ascoltare anche esperienze già in atto nelle regioni vicine.

L'indagine condotta da Ugo Carlone

Carlone ha riportato i risultati di una indagine sociale da lui effettuata tramite interviste e condotta tra coloro che hanno già avviato delle Cer o impegnati nel settore. Tema della rilevazione “Le Cer in Umbria tra pragmatismo sostenibile e sostenibilità pragmatica”

Numeri ancora piccoli

Tutte le persone intervistate hanno sottolineato “l’utilità dello strumento. Siamo comunque in una fase embrionale ed i numeri sono ancora piccoli, sia in termini di Cer attivate, di soggetti costituiti, che di cittadini e imprese allacciate. Ma questo stato dell’arte variegato ci fa capire la potenzialità delle Cer e ci fa prevedere uno sviluppo abbastanza cospicuo”. Al momento le interviste sono state una decina: cooperative sociali, un sindaco, ci sono imprese e associazioni del territorio. Obiettivo è proseguire nell’indagine per fare una mappatura. In particolare – ha spiegato – "l’indagine si è concentrata sull’avvio delle Cer, su chi l’ha fatta nascere e le condizioni a partire dalle quali c’è interesse a far partire una comunità energetica: tra queste la presenza di un soggetto aggregatore, di cittadini, aziende e di un territorio sensibili verso tematiche ambientali e energetiche, la crisi energetica che fa prospettare la possibilità di un risparmio o di un guadagno da parte delle imprese”.

Il ritardo nel recepimento delle normative europee

Un aspetto venuto fuori è stato quello del ritardo nel recepimento delle normative europee, un fatto che ha rallentato la velocità del percorso di attivazione delle Cer in Umbria. Spegnendo gli entusiasmi di chi era intenzionato ad attivarle, soprattutto a ridosso della forte crisi energetica di qualche tempo fa. Anche gli aspetti burocratici sono molto complessi: a sottolinearlo sono stati i sindaci e soprattutto le imprese.

L'impatto delle Cer sul piano sociale e ambientale

Altro tema d’indagine l’impatto delle Cer sul piano sociale e ambientale. “Su quello sociale sono uno strumento utile per combattere la cosiddetta ‘povertà energetica’ (soprattutto per alcune famiglie) anche se non è ancora chiaro come procedere in tal senso – ha riferito Carlone - Sono inoltre utili per aiutare lo sviluppo del ‘capitale sociale’ e quindi la capacità di fare rete e comunità in un territorio, stimolando la stipula di contratti energetici favorevoli. Dal lato ambientale, invece, si aumenta l’utilizzo delle energie rinnovabili e si crea maggiore consenso sui temi legati alla transizione ecologica: si favorisce la consapevolezza della crisi energetica e climatica e si sensibilizza di più il territorio su queste tematiche. Fare comunità non è semplice, ma lavorandoci bene queste realtà possono vedere la luce”.

L'importanza del coinvolgimento dei Comuni

Carlone ha poi ricordato che le Cer possono nascere da cittadini singoli, da cooperative, associazioni, da imprese private. E anche dai Comuni, i più vicini ai cittadini, perché assumono il ruolo di garante delle istanze che provengono dalla popolazione, dal territorio. È dunque importantissimo che i Comuni entrino nelle comunità energetiche, sia come promotori che garanti e sviluppatori. Una delle domande è stata anche quella sul ruolo delle Regioni “in questo ambito non è secondario anche se la regolamentazione delle Cer è prevista ampiamente a livello statale ed europeo”. Le Regioni, tuttavia, possono organizzare bandi, prevedere incentivi, agevolazioni in genere e supportare la gestione delle Cer a livello locale.]]>
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Comunità energetiche rinnovabili, tra potenzialità e burocrazia https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-rinnovabili-tra-potenzialita-e-burocrazia/ https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-rinnovabili-tra-potenzialita-e-burocrazia/#respond Thu, 11 Jul 2024 13:43:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76991 I cinque relatori del convegno (da sinistra tre donne e due uomini) seduti dietro ad un tavolo, alle spalle uno schermo gigante con la locandina del convegno sulle Cer, di spalle parte del pubblico

“Alla luce degli obiettivi energetici che l’Europa si prefigge, le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) svolgono un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Con l’obiettivo di agevolare la produzione e lo scambio di energie da fonti rinnovabili, oltre l’efficientamento e la riduzione dei consumi energetici”. Questi alcuni dei passaggi dell'intervento di Francesca Mele, presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal), intervenuta al convegno che si è svolto il 4 luglio scorso alla sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia e promosso da Assemblea legislativa della Regione Umbria, Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Perugia e, appunto, il Cal sul tema: “Comunità energetiche ed Enti locali: transizione ecologica e dinamiche della partecipazione”. L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto condiviso concernente le “Dinamiche partecipative e politiche pubbliche: l’Umbria per l’Europa”. Si tratta di un regime di autoconsumo collettivo verso il quale – ha proseguito Mele - “i comuni sono chiamati ad un ruolo importante” e per questo “devono operare per il massimo coinvolgimento dei cittadini, delle famiglie e di tutti i soggetti associativi ed economici” anche “per aiutare a superare quelle situazioni di cosiddetta ‘povertà energetica’”.

Il convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer)

Il convegno è stato un importante momento informativo e di approfondimento per i vari rappresentanti dei comuni presenti, anche qualche sindaco, e i tanti attori pubblici e privati presenti. Un’occasione per far conoscere potenzialità, profili regolatori, ricadute pratiche e problemi applicativi, consentendo di ascoltare anche esperienze già in atto nelle regioni vicine. Le Cer anche in Umbria devono trovare spazio per uno sviluppo importante e significativo – è stato detto a più voci.

Gli interventi dei relatori

“Dobbiamo puntare sempre più ad una indipendenza energetica indispensabile sia in un contesto economico che sociale – ha detto la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Paola Fioroni, ringraziando il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Perugia ed il Cal per il loro contributo-. La Regione, con la legge approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa lo scorso mese di aprile, per la ‘Promozione delle Comunità energetiche rinnovabili’, intende promuovere, sostenere e implementare questa opportunità”. Andrea Sassi (direttore Dipartimento Giurisprudenza Uni-Pg) ha rimarcato come continui “il positivo rapporto tra Università e Assemblea legislativa. È importante approfondire queste tematiche anche con i giovani. Proporrò una cattedra per la sostenibilità dell’ambiente”.

La legge regionale sulle Cer

A parlare della legge regionale sulle Cer sono stati i due promotori, consiglieri regionali, Daniele Carissimi (Lega) e Thomas De Luca (M5S). Per Carissimi “Le Cer consentiranno agli umbri di avere innanzitutto un risparmio, il che crea molti vantaggi, tra i quali il coinvolgimento delle comunità locali nella misura in cui sia i Comuni, le cooperative, le associazioni, le stesse pro loco, le diocesi o le parrocchie potranno diventare parte della produzione di energia da utilizzare anche per se stessi in termini di autoconsumo. Non bisogna tuttavia nascondere i potenziali ostacoli nella creazione di questo strumento, quale la burocrazia, la compatibilità con le normative che imbrigliano gli Enti locali che potrebbero determinare fastidiosi ritardi”. “Per la promozione e la costituzione delle Cer – ha detto De Luca - occorrono risorse e servizi di accompagnamento per attuare le misure necessarie per l’aggregazione dei soggetti interessati allo strumento”. Giorgio Repetto (dipartimento Giurisprudenza UniPg) ha parlato della costituzione delle Cer, della legislazione ad oggi disponibile, con particolare riferimento alla legge regionale di recente approvazione e sul percorso procedurale per la loro costituzione, non certo facile “che prevede collaborazione tra pubblico e privato” e che bisogna “superare le divisioni del passato”, con alcuni riferimenti alla questione dell’individuazione delle aree e sugli incentivi. In riferimento a quest’ultimo aspetto ha sottolineato che “anche nell’ambito del Pnrr ci sono significativi strumenti di incentivazione, ma il ruolo significativo, in questo settore, è giocato dalle Regioni” che devono coinvolgere i Comuni. Ci vuole “sinergia, partecipazione e democrazia” - ha sottolineato.

Le parole dell'assessore regionale Roberto Morroni

“Le Comunità energetiche rinnovabili sono da tempo alla nostra attenzione – ha detto l’assessore all’Ambiente e vice presidente della Giunta regionale Roberto Morroni -. Crediamo che l’Umbria possa e debba essere un terreno dove si può trovare spazio per uno sviluppo significativo”. Ha poi ricordato come nei mesi scorsi è stata attivata “una collaborazione con l’Anci e realizzato una serie di incontri con i Comuni per consentire un livello di informazione adeguato e compatibile con il quadro normativo. A breve sarà pubblicato un bando, già varato dalla Giunta, che darà ai Comuni l’opportunità di lavorare per un incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili ed anche la possibilità di mettere a disposizione questi impianti per la costituzione di Comunità energetiche”. La mattinata si è conclusa con le testimonianze dei sindaci dei Comuni dove sono già nate delle Cer (Montevarchi – Ar e Gagliano Aterno - Aq) e l'interlocuzione di alcuni rappresentanti di comuni, associazioni e stakeholders (portatori di interessi).]]>
I cinque relatori del convegno (da sinistra tre donne e due uomini) seduti dietro ad un tavolo, alle spalle uno schermo gigante con la locandina del convegno sulle Cer, di spalle parte del pubblico

“Alla luce degli obiettivi energetici che l’Europa si prefigge, le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) svolgono un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Con l’obiettivo di agevolare la produzione e lo scambio di energie da fonti rinnovabili, oltre l’efficientamento e la riduzione dei consumi energetici”. Questi alcuni dei passaggi dell'intervento di Francesca Mele, presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal), intervenuta al convegno che si è svolto il 4 luglio scorso alla sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia e promosso da Assemblea legislativa della Regione Umbria, Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Perugia e, appunto, il Cal sul tema: “Comunità energetiche ed Enti locali: transizione ecologica e dinamiche della partecipazione”. L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto condiviso concernente le “Dinamiche partecipative e politiche pubbliche: l’Umbria per l’Europa”. Si tratta di un regime di autoconsumo collettivo verso il quale – ha proseguito Mele - “i comuni sono chiamati ad un ruolo importante” e per questo “devono operare per il massimo coinvolgimento dei cittadini, delle famiglie e di tutti i soggetti associativi ed economici” anche “per aiutare a superare quelle situazioni di cosiddetta ‘povertà energetica’”.

Il convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer)

Il convegno è stato un importante momento informativo e di approfondimento per i vari rappresentanti dei comuni presenti, anche qualche sindaco, e i tanti attori pubblici e privati presenti. Un’occasione per far conoscere potenzialità, profili regolatori, ricadute pratiche e problemi applicativi, consentendo di ascoltare anche esperienze già in atto nelle regioni vicine. Le Cer anche in Umbria devono trovare spazio per uno sviluppo importante e significativo – è stato detto a più voci.

Gli interventi dei relatori

“Dobbiamo puntare sempre più ad una indipendenza energetica indispensabile sia in un contesto economico che sociale – ha detto la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Paola Fioroni, ringraziando il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Perugia ed il Cal per il loro contributo-. La Regione, con la legge approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa lo scorso mese di aprile, per la ‘Promozione delle Comunità energetiche rinnovabili’, intende promuovere, sostenere e implementare questa opportunità”. Andrea Sassi (direttore Dipartimento Giurisprudenza Uni-Pg) ha rimarcato come continui “il positivo rapporto tra Università e Assemblea legislativa. È importante approfondire queste tematiche anche con i giovani. Proporrò una cattedra per la sostenibilità dell’ambiente”.

La legge regionale sulle Cer

A parlare della legge regionale sulle Cer sono stati i due promotori, consiglieri regionali, Daniele Carissimi (Lega) e Thomas De Luca (M5S). Per Carissimi “Le Cer consentiranno agli umbri di avere innanzitutto un risparmio, il che crea molti vantaggi, tra i quali il coinvolgimento delle comunità locali nella misura in cui sia i Comuni, le cooperative, le associazioni, le stesse pro loco, le diocesi o le parrocchie potranno diventare parte della produzione di energia da utilizzare anche per se stessi in termini di autoconsumo. Non bisogna tuttavia nascondere i potenziali ostacoli nella creazione di questo strumento, quale la burocrazia, la compatibilità con le normative che imbrigliano gli Enti locali che potrebbero determinare fastidiosi ritardi”. “Per la promozione e la costituzione delle Cer – ha detto De Luca - occorrono risorse e servizi di accompagnamento per attuare le misure necessarie per l’aggregazione dei soggetti interessati allo strumento”. Giorgio Repetto (dipartimento Giurisprudenza UniPg) ha parlato della costituzione delle Cer, della legislazione ad oggi disponibile, con particolare riferimento alla legge regionale di recente approvazione e sul percorso procedurale per la loro costituzione, non certo facile “che prevede collaborazione tra pubblico e privato” e che bisogna “superare le divisioni del passato”, con alcuni riferimenti alla questione dell’individuazione delle aree e sugli incentivi. In riferimento a quest’ultimo aspetto ha sottolineato che “anche nell’ambito del Pnrr ci sono significativi strumenti di incentivazione, ma il ruolo significativo, in questo settore, è giocato dalle Regioni” che devono coinvolgere i Comuni. Ci vuole “sinergia, partecipazione e democrazia” - ha sottolineato.

Le parole dell'assessore regionale Roberto Morroni

“Le Comunità energetiche rinnovabili sono da tempo alla nostra attenzione – ha detto l’assessore all’Ambiente e vice presidente della Giunta regionale Roberto Morroni -. Crediamo che l’Umbria possa e debba essere un terreno dove si può trovare spazio per uno sviluppo significativo”. Ha poi ricordato come nei mesi scorsi è stata attivata “una collaborazione con l’Anci e realizzato una serie di incontri con i Comuni per consentire un livello di informazione adeguato e compatibile con il quadro normativo. A breve sarà pubblicato un bando, già varato dalla Giunta, che darà ai Comuni l’opportunità di lavorare per un incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili ed anche la possibilità di mettere a disposizione questi impianti per la costituzione di Comunità energetiche”. La mattinata si è conclusa con le testimonianze dei sindaci dei Comuni dove sono già nate delle Cer (Montevarchi – Ar e Gagliano Aterno - Aq) e l'interlocuzione di alcuni rappresentanti di comuni, associazioni e stakeholders (portatori di interessi).]]>
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Comunità energetiche rinnovabili, il contributo della Chiesa https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-rinnovabili-il-contributo-della-chiesa/ https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-rinnovabili-il-contributo-della-chiesa/#respond Thu, 30 May 2024 15:30:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76394

“Favorire innanzitutto un dibattito costruttivo all’interno delle nostre comunità in merito a che cosa possiamo fare per favorire uno sviluppo più sostenibile e un uso più solidale delle risorse ambientali e al tempo stesso nella speranza di poter favorire la nascita di progettualità in questo ambito all’interno della Chiesa”. Questo il primo obiettivo del vademecum Le comunità energetiche rinnovabili: elementi etici, tecnici, economico- giuridici per gli enti religiosi curato dal tavolo tecnico della Conferenza episcopale italiana.

Comunità energetiche rinnovabili, cosa contiene il vademecum curato dal tavolo tecnico della Cei

Il documento, in una settantina di pagine, dopo aver richiamato i contenuti della Laudato si’, le conclusioni della 49ª Settimana sociale dei cattolici che si è riunita nel 2021 a Taranto e gli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, passa in rassegna i benefici sociali, ambientali ed economici delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) fornendo poi indicazioni normativo-regolatorie, aspetti tecnici e approfondimenti giuridici per costituirle. Il vademecum si conclude con una “road-map” delle diverse fasi, alcune “importanti raccomandazioni” e un glossario per meglio orientarsi tra sigle, ruoli ed enti coinvolti.

Opportunità verso la promozione della transizione energetica in una prospettiva di ecologia integrale

Dunque, si tratta di uno “strumento di formazione e informazione” concepito per essere un aiuto e un accompagnamento per le Chiese e per gli enti religiosi, come anche per cooperative, associazioni, famiglie e privati cittadini nell’approcciarsi al tema delle Cer. “Tali realtà, ancora agli inizi in Italia, possono rappresentare – si legge nell’introduzione al documento – un’opportunità verso la promozione della transizione energetica in una prospettiva di ecologia integrale, che abbraccia la tutela dell’ambiente, la giustizia nei rapporti economici e sociali, la cura della persona umana e delle comunità in cui essa è inserita”. “La normativa – viene ricordato – include gli enti religiosi tra i soggetti che possono partecipare alle configurazioni di Cer avendo anche poteri di controllo. Gli enti religiosi possono inoltre promuovere la formazione di comunità energetiche in collaborazione con altri soggetti o in autonomia”. Il vademecum, realizzato perché sia “uno strumento operativo concreto che possa essere di supporto alle progettualità sul territorio”, “verrà regolarmente aggiornato – viene assicurato dalla Cei – per recepire in maniera continuativa gli sviluppi a livello normativo, di mercato e pastorale”.

È chiesta “una preventiva e responsabile valutazione sull'opportunità di costituire una Comunità energetica"

Già nell’introduzione viene sottolineato un aspetto decisivo: viene chiesta “una preventiva e responsabile valutazione in merito all’opportunità di costituire una Cer o alla scelta delle soluzioni tecniche, economiche e giuridiche più appropriate, che devono essere definite in relazione al contesto specifico di ogni realtà”; così come è sollecitata “una riflessione sulle opportunità che emergono in termine di assunzione di responsabilità da parte degli enti ecclesiali e civili, di risposta alle fragilità e di animazione dei territori”. L’introduzione si conclude con un ringraziamento al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al Gestore servizi energetici (Gse) che “hanno incoraggiato e supportato” il lavoro del tavolo tecnico.

Le parole del card. Zuppi, presidente della Cei nell'introduzione al vademecum

“Le Comunità energetiche rinnovabili – scrive il presidente della Cei, card. Zuppi, nella prefazione al vademecum – hanno suscitato particolare interesse a partire dall’enciclica Laudato si’ e dalla Settimana sociale dei cattolici a Taranto”. Ricordando che “a partire dalla fine del 2022, la Segreteria generale della Cei ha costituito un tavolo tecnico che riunisce gli uffici che a vario titolo sono impegnati sul tema al fine di coordinarne gli sforzi e l’attività”, il card. Zuppi sottolinea che “il successo di tali progetti non si esprimerà nel loro numero ma nella loro qualità”. “Tanto più le Comunità energetiche saranno innanzitutto ‘comunità’, raccogliendo le energie migliori all’interno delle nostre Chiese e della società più in generale – osserva il card. Zuppi – tanto più sapranno includere i soggetti più fragili e svantaggiati creando percorsi virtuosi”.

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“Favorire innanzitutto un dibattito costruttivo all’interno delle nostre comunità in merito a che cosa possiamo fare per favorire uno sviluppo più sostenibile e un uso più solidale delle risorse ambientali e al tempo stesso nella speranza di poter favorire la nascita di progettualità in questo ambito all’interno della Chiesa”. Questo il primo obiettivo del vademecum Le comunità energetiche rinnovabili: elementi etici, tecnici, economico- giuridici per gli enti religiosi curato dal tavolo tecnico della Conferenza episcopale italiana.

Comunità energetiche rinnovabili, cosa contiene il vademecum curato dal tavolo tecnico della Cei

Il documento, in una settantina di pagine, dopo aver richiamato i contenuti della Laudato si’, le conclusioni della 49ª Settimana sociale dei cattolici che si è riunita nel 2021 a Taranto e gli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, passa in rassegna i benefici sociali, ambientali ed economici delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) fornendo poi indicazioni normativo-regolatorie, aspetti tecnici e approfondimenti giuridici per costituirle. Il vademecum si conclude con una “road-map” delle diverse fasi, alcune “importanti raccomandazioni” e un glossario per meglio orientarsi tra sigle, ruoli ed enti coinvolti.

Opportunità verso la promozione della transizione energetica in una prospettiva di ecologia integrale

Dunque, si tratta di uno “strumento di formazione e informazione” concepito per essere un aiuto e un accompagnamento per le Chiese e per gli enti religiosi, come anche per cooperative, associazioni, famiglie e privati cittadini nell’approcciarsi al tema delle Cer. “Tali realtà, ancora agli inizi in Italia, possono rappresentare – si legge nell’introduzione al documento – un’opportunità verso la promozione della transizione energetica in una prospettiva di ecologia integrale, che abbraccia la tutela dell’ambiente, la giustizia nei rapporti economici e sociali, la cura della persona umana e delle comunità in cui essa è inserita”. “La normativa – viene ricordato – include gli enti religiosi tra i soggetti che possono partecipare alle configurazioni di Cer avendo anche poteri di controllo. Gli enti religiosi possono inoltre promuovere la formazione di comunità energetiche in collaborazione con altri soggetti o in autonomia”. Il vademecum, realizzato perché sia “uno strumento operativo concreto che possa essere di supporto alle progettualità sul territorio”, “verrà regolarmente aggiornato – viene assicurato dalla Cei – per recepire in maniera continuativa gli sviluppi a livello normativo, di mercato e pastorale”.

È chiesta “una preventiva e responsabile valutazione sull'opportunità di costituire una Comunità energetica"

Già nell’introduzione viene sottolineato un aspetto decisivo: viene chiesta “una preventiva e responsabile valutazione in merito all’opportunità di costituire una Cer o alla scelta delle soluzioni tecniche, economiche e giuridiche più appropriate, che devono essere definite in relazione al contesto specifico di ogni realtà”; così come è sollecitata “una riflessione sulle opportunità che emergono in termine di assunzione di responsabilità da parte degli enti ecclesiali e civili, di risposta alle fragilità e di animazione dei territori”. L’introduzione si conclude con un ringraziamento al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al Gestore servizi energetici (Gse) che “hanno incoraggiato e supportato” il lavoro del tavolo tecnico.

Le parole del card. Zuppi, presidente della Cei nell'introduzione al vademecum

“Le Comunità energetiche rinnovabili – scrive il presidente della Cei, card. Zuppi, nella prefazione al vademecum – hanno suscitato particolare interesse a partire dall’enciclica Laudato si’ e dalla Settimana sociale dei cattolici a Taranto”. Ricordando che “a partire dalla fine del 2022, la Segreteria generale della Cei ha costituito un tavolo tecnico che riunisce gli uffici che a vario titolo sono impegnati sul tema al fine di coordinarne gli sforzi e l’attività”, il card. Zuppi sottolinea che “il successo di tali progetti non si esprimerà nel loro numero ma nella loro qualità”. “Tanto più le Comunità energetiche saranno innanzitutto ‘comunità’, raccogliendo le energie migliori all’interno delle nostre Chiese e della società più in generale – osserva il card. Zuppi – tanto più sapranno includere i soggetti più fragili e svantaggiati creando percorsi virtuosi”.

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L’uomo e la relazione con il creato: presentata la “Laudate Deum” di Papa Francesco https://www.lavoce.it/presentazione-esortazione-laudate-deum-assisi/ https://www.lavoce.it/presentazione-esortazione-laudate-deum-assisi/#respond Wed, 11 Oct 2023 13:31:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73594

Appendice al “Tempo del Creato 2023” (1° settembre - 4 ottobre), promosso dal “Movimento Laudato Sì. Cattolici per la nostra casa comune” in collaborazione con la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, il Sacro Convento, la Provincia serafica Ofm e con il patrocinio del Comune di Assisi, è stato l’incontro dal titolo “Laudate Deum di Papa Francesco. Leggiamola insieme”, tenutosi il 9 ottobre nella Sala stampa del Sacro Convento. È stata un’interessante presentazione-riflessione dell’ultima esortazione apostolica del Santo Padre, esortazione con cui lo stesso Papa ha voluto aggiornare l’enciclica “Laudato Sì”, in particolare l’ecologia integrale legata alla crisi climatica in linea con una sana ecologia dell’uomo. È una esortazione non sull’ecologia, ma sul ruolo dell’uomo nel Creato alle prese con l’esercizio del suo potere esposto sempre più all’individualismo, mentre occorre maggiore corresponsabilità nelle scelte da compiere per la salvaguardia e lo sviluppo della casa comune. All’incontro sono intervenuti, come relatori, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, e suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Assisi, e hanno portato il loro contributo mons. Domenico Sorrentino, vescovo delle Diocesi di Assisi e di Foligno, Stefania Proietti, sindaco della città serafica e presidente della Provincia di Perugia, e fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento. A coordinare i lavori è stato Antonio Caschetto, responsabile italiano della formazione degli animatori del “Movimento Laudato Sì”. L’incontro è stato anche un’occasione per tracciare un “bilancio” del “Tempo del Creato 2023”, proiettando un video riepilogativo degli eventi più significativi tenutisi tra settembre e ottobre sul tema “Che la giustizia e la pace scorrano”.

Innescare processi

A sintetizzare quanto è emerso in circa due ore di incontro, che ha visto intervenire anche alcuni dei presenti tra il pubblico, è stato fra Marco Moroni nel dire che «la parte introduttiva e conclusiva della “Laudate Deum” inquadra in maniera molto efficace i temi in essa contenuti perché mostrano la stretta correlazione tra la vita quotidiana dei credenti e quella dei meno». Un aspetto, ha aggiunto, «che non è così scontato, ad iniziare da un Papa che possa parlare di certi temi ed avere competenze sugli stessi. Sono gli orientamenti di un profeta tragico messi in luce già nell’“Evangelii gaudium”, perché, come non hanno ascoltato i profeti della storia, temo che anche questo grido di papa Francesco rimanga inascoltato, ma serve ad innescare nel tempo dei processi come nel piccolo così nel grande». https://youtu.be/TDTM5KRWTPg

Un grido drammatico

È un grido che è stato messo in luce dai relatori nel cogliere l’urgenza del Papa a denunciare l’immobilismo di quanti hanno nelle loro mani, in primis l’Onu, le sorti dell’umanità anche dal punto di vista ambientale connesso ai cambiamenti climatici. Ne è convinto mons. Luciano Paolucci Bedini nel dire che «la “Laudate Deum” è tutta indirizzata ad aggiornare l’enciclica “Laudato Sì”, soprattutto con un grido profondo e drammatico il Papa ci riporta tutti alla realtà della crisi climatica». Nel contempo, ha aggiunto il vescovo, «il Papa ci invita a non retrocedere rispetto all’impegno della conversione ecologica, in particolare dove c’è la responsabilità dei governi nazionali e sovranazionali perché occorre prendere quelle scelte che le Cop (le Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ndr) di questi anni hanno provato ad indicare, ma che non si sono tradotte in azioni concrete. Tutto questo lo vediamo che si ripercuote nell’ambiente, nella vita dei popoli, peggiorato da tutte quelle situazioni di tensioni, violenze e guerre che stiamo assistendo anche in questi giorni. L’umanità ha bisogno ancor di più di sentirsi un’unica famiglia in questa casa comune di cui siamo responsabili e che da soli non si può andare da nessuna parte».

Un potere difficile oggi dominare

Suor Roberta Vinerba ha posto l’accento sul “potere” affrontato dalla “Laudate Deum”, parlando di «un documento che ragione in termini estremamente contemporanei sul potere. Un documento che ci esorta a riflettere sull’“uomo nudo”, dice il Papa, di fronte allo stesso potere che lui stesso ha generato e che trova difficile oggi dominare. Si tratta di una esortazione che parla all’uomo contemporaneo che è inebriato di sé stesso, del suo potere, non rendendosi conto che il processo che ha innescato è un processo che potrebbe essere ad un punto di non ritorno contro l’uomo stesso. Ed è bellissimo questo documento in cui papa Francesco nuovamente parla della necessità di riconciliarsi con il Creato, situare l’uomo al centro di una rete di relazioni che possa restituire la grandezza dell’uomo all’interno di una casa comune che è un luogo di relazioni situate».  [caption id="attachment_73595" align="alignleft" width="400"] La presentazione dell'esortazione apostolica Laudate Deum ad Assisi[/caption]

Un esempio dal “basso”

Nel ruolo di guida di una istituzione locale, Stefania Proietti ha richiamato l’attenzione di come i cambiamenti climatici incidano sul Pil degli Stati e l’inquinamento dell’ambiente è molto connesso a questi cambiamenti. Anche per questo ha proposto, ad iniziare dalla sua Assisi, di eliminare dal commercio le bottiglie in plastica perché, secondo la prima cittadina, «fanno risparmiare all’ambiente tonnellate di Co2».

Urgenza e concretezza politica

Mons. Domenico Sorrentino, nell’accostare il pensiero di un grande economista e sociologo cattolico, il beato Giuseppe Toniolo, a quanto è contenuto nella “Laudate Deum”, non ha esitato a definire quest’esortazione «una urgenza e concretezza politica». Ha ricordato l’invito accorato di Toniolo a Benedetto XV alla fine della prima guerra mondiale, quello di «prendere in mano le sorti del mondo perché non poteva essere governato da interessi parziali, ma da una grande autorità morale al di sopra delle parti non vincolata al potere politico e ai veti incrociati. Anche oggi come allora c’è bisogno di un’autorità morale o carismatica dell’umanità che si metta accanto all’autorità politica. Papa Francesco lo fa con la sua voce autorevole, gridando ed esortando a un cambiamento di rotta nella cura del Creato prima che sia troppo tardi». Un grido, purtroppo, spesso inascoltato dagli stessi credenti, ad iniziare da non pochi governanti che si dicono cristiani.]]>

Appendice al “Tempo del Creato 2023” (1° settembre - 4 ottobre), promosso dal “Movimento Laudato Sì. Cattolici per la nostra casa comune” in collaborazione con la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, il Sacro Convento, la Provincia serafica Ofm e con il patrocinio del Comune di Assisi, è stato l’incontro dal titolo “Laudate Deum di Papa Francesco. Leggiamola insieme”, tenutosi il 9 ottobre nella Sala stampa del Sacro Convento. È stata un’interessante presentazione-riflessione dell’ultima esortazione apostolica del Santo Padre, esortazione con cui lo stesso Papa ha voluto aggiornare l’enciclica “Laudato Sì”, in particolare l’ecologia integrale legata alla crisi climatica in linea con una sana ecologia dell’uomo. È una esortazione non sull’ecologia, ma sul ruolo dell’uomo nel Creato alle prese con l’esercizio del suo potere esposto sempre più all’individualismo, mentre occorre maggiore corresponsabilità nelle scelte da compiere per la salvaguardia e lo sviluppo della casa comune. All’incontro sono intervenuti, come relatori, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, e suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Assisi, e hanno portato il loro contributo mons. Domenico Sorrentino, vescovo delle Diocesi di Assisi e di Foligno, Stefania Proietti, sindaco della città serafica e presidente della Provincia di Perugia, e fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento. A coordinare i lavori è stato Antonio Caschetto, responsabile italiano della formazione degli animatori del “Movimento Laudato Sì”. L’incontro è stato anche un’occasione per tracciare un “bilancio” del “Tempo del Creato 2023”, proiettando un video riepilogativo degli eventi più significativi tenutisi tra settembre e ottobre sul tema “Che la giustizia e la pace scorrano”.

Innescare processi

A sintetizzare quanto è emerso in circa due ore di incontro, che ha visto intervenire anche alcuni dei presenti tra il pubblico, è stato fra Marco Moroni nel dire che «la parte introduttiva e conclusiva della “Laudate Deum” inquadra in maniera molto efficace i temi in essa contenuti perché mostrano la stretta correlazione tra la vita quotidiana dei credenti e quella dei meno». Un aspetto, ha aggiunto, «che non è così scontato, ad iniziare da un Papa che possa parlare di certi temi ed avere competenze sugli stessi. Sono gli orientamenti di un profeta tragico messi in luce già nell’“Evangelii gaudium”, perché, come non hanno ascoltato i profeti della storia, temo che anche questo grido di papa Francesco rimanga inascoltato, ma serve ad innescare nel tempo dei processi come nel piccolo così nel grande». https://youtu.be/TDTM5KRWTPg

Un grido drammatico

È un grido che è stato messo in luce dai relatori nel cogliere l’urgenza del Papa a denunciare l’immobilismo di quanti hanno nelle loro mani, in primis l’Onu, le sorti dell’umanità anche dal punto di vista ambientale connesso ai cambiamenti climatici. Ne è convinto mons. Luciano Paolucci Bedini nel dire che «la “Laudate Deum” è tutta indirizzata ad aggiornare l’enciclica “Laudato Sì”, soprattutto con un grido profondo e drammatico il Papa ci riporta tutti alla realtà della crisi climatica». Nel contempo, ha aggiunto il vescovo, «il Papa ci invita a non retrocedere rispetto all’impegno della conversione ecologica, in particolare dove c’è la responsabilità dei governi nazionali e sovranazionali perché occorre prendere quelle scelte che le Cop (le Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ndr) di questi anni hanno provato ad indicare, ma che non si sono tradotte in azioni concrete. Tutto questo lo vediamo che si ripercuote nell’ambiente, nella vita dei popoli, peggiorato da tutte quelle situazioni di tensioni, violenze e guerre che stiamo assistendo anche in questi giorni. L’umanità ha bisogno ancor di più di sentirsi un’unica famiglia in questa casa comune di cui siamo responsabili e che da soli non si può andare da nessuna parte».

Un potere difficile oggi dominare

Suor Roberta Vinerba ha posto l’accento sul “potere” affrontato dalla “Laudate Deum”, parlando di «un documento che ragione in termini estremamente contemporanei sul potere. Un documento che ci esorta a riflettere sull’“uomo nudo”, dice il Papa, di fronte allo stesso potere che lui stesso ha generato e che trova difficile oggi dominare. Si tratta di una esortazione che parla all’uomo contemporaneo che è inebriato di sé stesso, del suo potere, non rendendosi conto che il processo che ha innescato è un processo che potrebbe essere ad un punto di non ritorno contro l’uomo stesso. Ed è bellissimo questo documento in cui papa Francesco nuovamente parla della necessità di riconciliarsi con il Creato, situare l’uomo al centro di una rete di relazioni che possa restituire la grandezza dell’uomo all’interno di una casa comune che è un luogo di relazioni situate».  [caption id="attachment_73595" align="alignleft" width="400"] La presentazione dell'esortazione apostolica Laudate Deum ad Assisi[/caption]

Un esempio dal “basso”

Nel ruolo di guida di una istituzione locale, Stefania Proietti ha richiamato l’attenzione di come i cambiamenti climatici incidano sul Pil degli Stati e l’inquinamento dell’ambiente è molto connesso a questi cambiamenti. Anche per questo ha proposto, ad iniziare dalla sua Assisi, di eliminare dal commercio le bottiglie in plastica perché, secondo la prima cittadina, «fanno risparmiare all’ambiente tonnellate di Co2».

Urgenza e concretezza politica

Mons. Domenico Sorrentino, nell’accostare il pensiero di un grande economista e sociologo cattolico, il beato Giuseppe Toniolo, a quanto è contenuto nella “Laudate Deum”, non ha esitato a definire quest’esortazione «una urgenza e concretezza politica». Ha ricordato l’invito accorato di Toniolo a Benedetto XV alla fine della prima guerra mondiale, quello di «prendere in mano le sorti del mondo perché non poteva essere governato da interessi parziali, ma da una grande autorità morale al di sopra delle parti non vincolata al potere politico e ai veti incrociati. Anche oggi come allora c’è bisogno di un’autorità morale o carismatica dell’umanità che si metta accanto all’autorità politica. Papa Francesco lo fa con la sua voce autorevole, gridando ed esortando a un cambiamento di rotta nella cura del Creato prima che sia troppo tardi». Un grido, purtroppo, spesso inascoltato dagli stessi credenti, ad iniziare da non pochi governanti che si dicono cristiani.]]>
https://www.lavoce.it/presentazione-esortazione-laudate-deum-assisi/feed/ 0
Ambiente. Ci sono e quali sono le conseguenze etiche dell’ecologia integrale? https://www.lavoce.it/ambiente-quali-conseguenze-etiche-dellecologia-integrale/ Fri, 31 Mar 2023 15:17:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71048 Ucsi ambiente ecologia

Parlando di ambiente, come ripete spesso papa Francesco “Non c’è più tempo”. In questo scenario si pone il convegno promosso da UCSI Umbria (l’Unione cattolica della stampa italiana) sul tema “Conseguenze etiche e tecniche dell’ecologia integrale”. Domani mattina sabato 1 aprile l’incontro avrà inizio alle ore 9 nella sala San Francesco del convento di Monteripido a Perugia.

Convegno Ucsi: i relatori

Porteranno il loro contributo esperti del tema:
  • ALFONSO CAUTERUCCIO, presidente di Greenaccord, associazione culturale d’ispirazione cristiana, senza fini di lucro, nata per sensibilizzare sul rispetto dell'ambiente;
  • PIERLUIGI GIOIA, insegnante, giornalista, divulgatore scientifico che la Rai ha chiamato per le trasmissioni “Alle falde del Kilimangiaro” e “Uno Mattina”, Gioia fa a parte del team di Umbriameteo;
  • ANTONIO BRUNORI, dottore forestale, segretario generale PEFC Italia (Organizzazione di certificazione per la gestione e la sostenibilità delle foreste), giornalista ambientalista;
  • FRANCO COTANA, docente universitario a Perugia di Fisica tecnica industriale e direttore del Centro nazionale di ricerca sulle biomasse.
“Le voci che spingono per la transizione ecologica - commenta il giornalista Gigi Massini, moderatore dell'incontro - quanto riescono a cogliere la necessità che si realizzi un’ecologia integrale, capace sì di avere cura dell’ambiente, ma anche dell’umanità che lo abita e ne ha bisogno per vivere”. “È il forte messaggio della Laudato si' di Papa Francesco - - aggiunge Massini - che ne fa, inevitabilmente, anche un dato di giustizia. Non basta una ecologia che abbia premura dell’ambiente ma occorre che ne abbia anche per l’uomo, perché le diseguaglianze e le ingiustizie, sono fortemente legate alle condizioni fisiche dell’ambiente”.

Ambiente: il valore di una comunicazione corretta

Il convegno di domani, aggiunge Massini, essendo riconosciuto dall'Ordine regionale dei giornalisti vale per la formazione permanente dei giornalisti ai quali dà diritto a 4 crediti. Sarà quindi affrontato anche l'aspetto della comunicazione su questi temi. Aspetto fondamentale affinché i cittadini possano farsi un'opinione corretta della situazione e delle scelte politiche - ma anche personali - che è possibile fare. “Quali sono le azioni da mettere in campo su scala generale, ma anche regionale, perché la transizione ecologica muova i passi giusti verso una ecologia integrale? Quanto il problema ecologico ha cittadinanza nel nostro sistema informativo? Come una buona informazione ambientale deve essere realizzata?”. Sono alcune delle domande alle quali i relatori saranno invitati a rispondere.]]>
Ucsi ambiente ecologia

Parlando di ambiente, come ripete spesso papa Francesco “Non c’è più tempo”. In questo scenario si pone il convegno promosso da UCSI Umbria (l’Unione cattolica della stampa italiana) sul tema “Conseguenze etiche e tecniche dell’ecologia integrale”. Domani mattina sabato 1 aprile l’incontro avrà inizio alle ore 9 nella sala San Francesco del convento di Monteripido a Perugia.

Convegno Ucsi: i relatori

Porteranno il loro contributo esperti del tema:
  • ALFONSO CAUTERUCCIO, presidente di Greenaccord, associazione culturale d’ispirazione cristiana, senza fini di lucro, nata per sensibilizzare sul rispetto dell'ambiente;
  • PIERLUIGI GIOIA, insegnante, giornalista, divulgatore scientifico che la Rai ha chiamato per le trasmissioni “Alle falde del Kilimangiaro” e “Uno Mattina”, Gioia fa a parte del team di Umbriameteo;
  • ANTONIO BRUNORI, dottore forestale, segretario generale PEFC Italia (Organizzazione di certificazione per la gestione e la sostenibilità delle foreste), giornalista ambientalista;
  • FRANCO COTANA, docente universitario a Perugia di Fisica tecnica industriale e direttore del Centro nazionale di ricerca sulle biomasse.
“Le voci che spingono per la transizione ecologica - commenta il giornalista Gigi Massini, moderatore dell'incontro - quanto riescono a cogliere la necessità che si realizzi un’ecologia integrale, capace sì di avere cura dell’ambiente, ma anche dell’umanità che lo abita e ne ha bisogno per vivere”. “È il forte messaggio della Laudato si' di Papa Francesco - - aggiunge Massini - che ne fa, inevitabilmente, anche un dato di giustizia. Non basta una ecologia che abbia premura dell’ambiente ma occorre che ne abbia anche per l’uomo, perché le diseguaglianze e le ingiustizie, sono fortemente legate alle condizioni fisiche dell’ambiente”.

Ambiente: il valore di una comunicazione corretta

Il convegno di domani, aggiunge Massini, essendo riconosciuto dall'Ordine regionale dei giornalisti vale per la formazione permanente dei giornalisti ai quali dà diritto a 4 crediti. Sarà quindi affrontato anche l'aspetto della comunicazione su questi temi. Aspetto fondamentale affinché i cittadini possano farsi un'opinione corretta della situazione e delle scelte politiche - ma anche personali - che è possibile fare. “Quali sono le azioni da mettere in campo su scala generale, ma anche regionale, perché la transizione ecologica muova i passi giusti verso una ecologia integrale? Quanto il problema ecologico ha cittadinanza nel nostro sistema informativo? Come una buona informazione ambientale deve essere realizzata?”. Sono alcune delle domande alle quali i relatori saranno invitati a rispondere.]]>
Giocattoli usati. Come donarli o riciclarli senza buttarli https://www.lavoce.it/giocattoli-usati-come-donarli-riciclarli/ https://www.lavoce.it/giocattoli-usati-come-donarli-riciclarli/#comments Wed, 11 Jan 2023 16:27:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69957 Dinosauri giocattolo riutilizzati come pomelli

Utilizzando un gergo molto diffuso sul web, potremmo dire “facciamo un po’ di decluttering”. Cosa significa? Vuol dire fare grandi pulizie e eliminare tutto ciò che non serve più per fare spazio in casa, dalla dispensa agli armadi, passando per la cameretta dei bimbi. In altre parole, come smaltire gli eccessi che abbiamo accumulato durante le feste, con un’attenzione particolare ed evitare gli sprechi.

Giocattoli da scartare. A chi donarli?

I giocattoli in questo periodo sono di solito i primi a subire una grande selezione, dopo i tanti regali natalizi. Come testimoniato dalla Caritas locale, al momento il settore dei giocattoli donati è pienissimo. “Quest’anno c’è stata grande partecipazione nel portare giochi, già da prima di Natale - afferma il direttore della Caritas perugina don Marco Briziarelli - . Ci sono arrivati tanti giocattoli dalle famiglie, ma anche dalle scuole. Grazie al progetto natalizio di un’insegnante di religione abbiamo avuto diverse classi in visita al Villaggio della carità di Perugia e ogni bambino ha portato con sè un gioco da donare. Altri giocattoli sono poi arrivati dalla campagna ‘Un dono per tutti’ promossa dalle farmacie Afas”. Abbiamo chiesto a don Marco come vengono ridistribuiti dalla Caritas i giocattoli che sono stati donati: “In parte già ne abbiamo distribuiti molti durante il Natale ai bambini delle famiglie ospiti del Villaggio della carità . Il resto viene diviso fra i cinque Empori della solidarietà di Perugia. Qui i giocattoli vengono dati in omaggio con la spesa, quindi chi ha la tessera dell’Emporio non consuma punti prendendoli”. Oltre a Caritas, anche la Comunità di Sant'Egidio si occupa di raccolta di giocattoli usati. Il movimento ha infatti lanciato già da qualche anno l'iniziativa “Rigiocattolo”, ovvero una speciale vendita di giocattoli organizzata solitamente nel mese di dicembre in molte città italiane, il cui ricavato viene utilizzato per finanziare il programma ‘Dream’ della Comunità, che porta la cura per l’Aids e i centri nutrizionali per i più piccoli nei paesi dell’Africa subsahariana. “Prima di Natale abbiamo organizzato una grande raccolta di giocattoli cui hanno partecipato anche le scuole del centro storico e abbiamo ricevuto una grandissima risposta”, sottolinea Luciano Morini della Comunità di Sant’Egidio di Perugia. “Purtroppo però non possiamo accettare donazioni di giocattoli durante il resto dell’anno perchè non abbiamo spazi adatti in cui tenerli fino alla distribuzione, che viene fatta gradualmente, a seconda della richiesta delle famiglie bisognose che a noi si rivolgono”.

La vendita ai mercatini dell'usato

Quando ci troviamo di fronte a giocattoli usati da smaltire abbiamo diverse opzioni, tutte però devono essere orientate allo scopo di gettarne nella spazzatura il meno possibile, visto che la maggior parte dei giocattoli è fatta con materiali difficili da riciclare che vanno quindi a pesare sull’ambiente. La donazione, come appena visto, rappresenta una valida soluzione. Un’altra possibilità è quella della vendita online o tramite mercatini dell’usato. A Perugia e a Terni ci sono anche alcuni mercatini dell’usato specifici per articoli legati all'infanzia. “Noi ritiriamo i giocattoli solitamente insieme al resto della merce, in due periodi all’anno, primavera e autunno”, ci ha spiegato la titolare del negozio La Giostra di Perugia. “Se abbiamo spazio e richiesta sufficiente però possiamo accettarli anche in altri momenti. Una volta venduto l’articolo, al proprietario spetta la metà del ricavo”.

Il riciclo creativo

Il riciclo creativo è una pratica virtuosa che consente di dare una seconda vita a materiali e oggetti di scarto, trasformandoli in creazioni utili e originali. Riciclare significa dare valore ai materiali di scarto che, una volta terminato il loro ciclo di vita, vengono recuperati e riutilizzati per produrre oggetti che possono essere impiegati anche per scopi differenti rispetto a quelli originari. Ecco quindi che con un pizzico di manualità anche i giocattoli possono essere riutilizzati in casa per creare nuovi oggetti. Vediamo come... [embed]https://www.youtube.com/watch?v=zVgDJ01fasI&t=6s[/embed] [embed]https://www.youtube.com/watch?v=2goW0cfYsHE[/embed] [gallery ids="69983,69984,69985,69986,69987,69990"] Come gettare i giochi nei rifiuti in modo corretto

E se proprio non si può fare a meno di gettare via i giocattoli vecchi perchè rotti o perchè non si riesce a donarli? Qual è il modo corretto per disfarsene?

“Sul nostro territorio la raccolta selettiva dei giocattoli non viene fatta, né si possono buttare, interi o a pezzi, nei contenitori del rifiuto secco residuo” spiega Leone Gagliardi, responsabile dei Centri di raccolta Gesenu.

“Di conseguenza, se si hanno dei giocattoli da buttare, come primo passo consigliamo il Centro del riuso che a Perugia si trova a San Marco. Qui si possono portare tutti gli oggetti, giocattoli compresi, ancora in buono stato e se ne possono prendere altri a fronte di una donazione. L’associazione che gestisce il centro si occupa poi delle eventuali riparazioni che il giocattolo necessita”.

“Se invece il gioco è molto danneggiato o a pezzi continua Gagliardi - bisogna portarlo in un Centro di raccolta. Qui i giocattoli vengono separati a seconda della categoria di cui fanno parte: quelli di plastica dura vanno con i rifiuti in plastica dura appunto, quelli con componenti elettriche vanno con i rifiuti elettronici, i peluche o simili vanno nel container dei rifiuti ingombranti”.

Attenzione però a non gettare mai giocattoli o pezzi di giocattoli nel bidone dell’indifferenziata di casa: “oltre alle ovvie sanzioni, l’operatore può rifiutare il ritiro”.

 

Valentina Russo

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Dinosauri giocattolo riutilizzati come pomelli

Utilizzando un gergo molto diffuso sul web, potremmo dire “facciamo un po’ di decluttering”. Cosa significa? Vuol dire fare grandi pulizie e eliminare tutto ciò che non serve più per fare spazio in casa, dalla dispensa agli armadi, passando per la cameretta dei bimbi. In altre parole, come smaltire gli eccessi che abbiamo accumulato durante le feste, con un’attenzione particolare ed evitare gli sprechi.

Giocattoli da scartare. A chi donarli?

I giocattoli in questo periodo sono di solito i primi a subire una grande selezione, dopo i tanti regali natalizi. Come testimoniato dalla Caritas locale, al momento il settore dei giocattoli donati è pienissimo. “Quest’anno c’è stata grande partecipazione nel portare giochi, già da prima di Natale - afferma il direttore della Caritas perugina don Marco Briziarelli - . Ci sono arrivati tanti giocattoli dalle famiglie, ma anche dalle scuole. Grazie al progetto natalizio di un’insegnante di religione abbiamo avuto diverse classi in visita al Villaggio della carità di Perugia e ogni bambino ha portato con sè un gioco da donare. Altri giocattoli sono poi arrivati dalla campagna ‘Un dono per tutti’ promossa dalle farmacie Afas”. Abbiamo chiesto a don Marco come vengono ridistribuiti dalla Caritas i giocattoli che sono stati donati: “In parte già ne abbiamo distribuiti molti durante il Natale ai bambini delle famiglie ospiti del Villaggio della carità . Il resto viene diviso fra i cinque Empori della solidarietà di Perugia. Qui i giocattoli vengono dati in omaggio con la spesa, quindi chi ha la tessera dell’Emporio non consuma punti prendendoli”. Oltre a Caritas, anche la Comunità di Sant'Egidio si occupa di raccolta di giocattoli usati. Il movimento ha infatti lanciato già da qualche anno l'iniziativa “Rigiocattolo”, ovvero una speciale vendita di giocattoli organizzata solitamente nel mese di dicembre in molte città italiane, il cui ricavato viene utilizzato per finanziare il programma ‘Dream’ della Comunità, che porta la cura per l’Aids e i centri nutrizionali per i più piccoli nei paesi dell’Africa subsahariana. “Prima di Natale abbiamo organizzato una grande raccolta di giocattoli cui hanno partecipato anche le scuole del centro storico e abbiamo ricevuto una grandissima risposta”, sottolinea Luciano Morini della Comunità di Sant’Egidio di Perugia. “Purtroppo però non possiamo accettare donazioni di giocattoli durante il resto dell’anno perchè non abbiamo spazi adatti in cui tenerli fino alla distribuzione, che viene fatta gradualmente, a seconda della richiesta delle famiglie bisognose che a noi si rivolgono”.

La vendita ai mercatini dell'usato

Quando ci troviamo di fronte a giocattoli usati da smaltire abbiamo diverse opzioni, tutte però devono essere orientate allo scopo di gettarne nella spazzatura il meno possibile, visto che la maggior parte dei giocattoli è fatta con materiali difficili da riciclare che vanno quindi a pesare sull’ambiente. La donazione, come appena visto, rappresenta una valida soluzione. Un’altra possibilità è quella della vendita online o tramite mercatini dell’usato. A Perugia e a Terni ci sono anche alcuni mercatini dell’usato specifici per articoli legati all'infanzia. “Noi ritiriamo i giocattoli solitamente insieme al resto della merce, in due periodi all’anno, primavera e autunno”, ci ha spiegato la titolare del negozio La Giostra di Perugia. “Se abbiamo spazio e richiesta sufficiente però possiamo accettarli anche in altri momenti. Una volta venduto l’articolo, al proprietario spetta la metà del ricavo”.

Il riciclo creativo

Il riciclo creativo è una pratica virtuosa che consente di dare una seconda vita a materiali e oggetti di scarto, trasformandoli in creazioni utili e originali. Riciclare significa dare valore ai materiali di scarto che, una volta terminato il loro ciclo di vita, vengono recuperati e riutilizzati per produrre oggetti che possono essere impiegati anche per scopi differenti rispetto a quelli originari. Ecco quindi che con un pizzico di manualità anche i giocattoli possono essere riutilizzati in casa per creare nuovi oggetti. Vediamo come... [embed]https://www.youtube.com/watch?v=zVgDJ01fasI&t=6s[/embed] [embed]https://www.youtube.com/watch?v=2goW0cfYsHE[/embed] [gallery ids="69983,69984,69985,69986,69987,69990"] Come gettare i giochi nei rifiuti in modo corretto

E se proprio non si può fare a meno di gettare via i giocattoli vecchi perchè rotti o perchè non si riesce a donarli? Qual è il modo corretto per disfarsene?

“Sul nostro territorio la raccolta selettiva dei giocattoli non viene fatta, né si possono buttare, interi o a pezzi, nei contenitori del rifiuto secco residuo” spiega Leone Gagliardi, responsabile dei Centri di raccolta Gesenu.

“Di conseguenza, se si hanno dei giocattoli da buttare, come primo passo consigliamo il Centro del riuso che a Perugia si trova a San Marco. Qui si possono portare tutti gli oggetti, giocattoli compresi, ancora in buono stato e se ne possono prendere altri a fronte di una donazione. L’associazione che gestisce il centro si occupa poi delle eventuali riparazioni che il giocattolo necessita”.

“Se invece il gioco è molto danneggiato o a pezzi continua Gagliardi - bisogna portarlo in un Centro di raccolta. Qui i giocattoli vengono separati a seconda della categoria di cui fanno parte: quelli di plastica dura vanno con i rifiuti in plastica dura appunto, quelli con componenti elettriche vanno con i rifiuti elettronici, i peluche o simili vanno nel container dei rifiuti ingombranti”.

Attenzione però a non gettare mai giocattoli o pezzi di giocattoli nel bidone dell’indifferenziata di casa: “oltre alle ovvie sanzioni, l’operatore può rifiutare il ritiro”.

 

Valentina Russo

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La Terra leva un canto e un grido https://www.lavoce.it/la-terra-leva-un-canto-e-un-grido/ Fri, 26 Aug 2022 16:13:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67902

“Ascolta la voce del creato” è il tema del Tempo del creato di quest’anno. Questo periodo ecumenico – ricorda Papa Francesco nel suo Messaggio per l’occasione – “inizia il 1° settembre con la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato e si conclude il 4 ottobre con la festa di san Francesco. È un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune”.

La prospettiva è quella di un ascolto della voce stessa della Natura, quasi echeggiando santa Ildegarda di Bingen: “Se impariamo ad ascoltarla, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani. Il dolce canto del creato ci invita a praticare una spiritualità ecologica, attenta alla presenza di Dio nel mondo naturale... Per i discepoli di Cristo, in particolare, tale luminosa esperienza rafforza la consapevolezza che ‘tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste’ (Gv 1,3)... Uniamoci a san Francesco d’Assisi nel cantare: ‘Sii lodato, mio Signore, con tutte le tue creature’”. Purtroppo – prosegue il Papa – “quella dolce canzone è accompagnata da un grido amaro. O meglio, da un coro di grida amare.

Per prima, è la sorella Madre Terra che grida. In balìa dei nostri eccessi consumistici, essa geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione... Alla mercé di un antropocentrismo dispotico, agli antipodi della centralità di Cristo nell’opera della creazione, innumerevoli specie si stanno estinguendo, cessando per sempre i loro inni di lode a Dio. Ma sono anche i più poveri tra noi a gridare.

Esposti alla crisi climatica, i poveri soffrono più fortemente l’impatto di siccità, inondazioni, uragani e ondate di caldo che continuano a diventare sempre più intensi e frequenti. Ancora, gridano i nostri fratelli e sorelle di popoli nativi. A causa di interessi economici predatori, i loro territori ancestrali vengono invasi e devastati da ogni parte, lanciando un grido che sale al cielo. Infine, gridano i nostri figli”, “minacciati da un miope egoismo”.

Francesco richiama quindi tutti alle proprie responsabilità: “Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi... Come persone di fede, ci sentiamo ulteriormente responsabili di agire, nei comportamenti quotidiani, in consonanza con tale esigenza di conversione. Ma essa non è solo individuale... anche la comunità delle nazioni è chiamata a impegnarsi, specialmente negli incontri delle Nazioni Unite dedicati alla questione ambientale, con spirito di massima cooperazione...

Lo ripeto: voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie estrattive – minerarie, petrolifere, forestali, immobiliari, agroalimentari – di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d’inquinare i fiumi e i mari, di smettere d’intossicare i popoli e gli alimenti”.

Secondo il Papa, i summit internazionali possono ancora imprimere una svolta decisiva, ma occorre più coraggio. “Non si può non riconoscere – scrive – l’esistenza di un debito ecologico delle nazioni economicamente più ricche, che hanno inquinato di più negli ultimi due secoli. Esso richiede loro di compiere passi più ambiziosi sia alla Cop27 [Sharm el- Sheikh, 6-18 novembre] che alla Cop15 [Montreal, 5-17 dicembre].

Ciò comporta, oltre a un’azione determinata all’interno dei loro confini, di mantenere le loro promesse di sostegno finanziario e tecnico per le nazioni economicamente più povere, che stanno già subendo il peso maggiore della crisi climatica. Inoltre, sarebbe opportuno pensare urgentemente anche a un ulteriore sostegno finanziario per la conservazione della biodiversità. Anche i Paesi economicamente meno ricchi hanno responsabilità significative ma diversificate; i ritardi degli altri non possono mai giustificare la propria inazione. È necessario agire, tutti, con decisione. Stiamo raggiungendo un punto di rottura”.

A fornire ai Grandi della Terra una spinta decisiva dovrà contribuire anche la preghiera. “Durante questo Tempo del creato – si conclude il Messaggio – preghiamo affinché i vertici Cop27 e Cop15 possano unire la famiglia umana per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità”. Il “grido amaro del creato, ascoltiamolo e rispondiamo con i fatti, perché noi e le generazioni future possiamo ancora gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature”.

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“Ascolta la voce del creato” è il tema del Tempo del creato di quest’anno. Questo periodo ecumenico – ricorda Papa Francesco nel suo Messaggio per l’occasione – “inizia il 1° settembre con la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato e si conclude il 4 ottobre con la festa di san Francesco. È un momento speciale per tutti i cristiani per pregare e prendersi cura insieme della nostra casa comune”.

La prospettiva è quella di un ascolto della voce stessa della Natura, quasi echeggiando santa Ildegarda di Bingen: “Se impariamo ad ascoltarla, notiamo nella voce del creato una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani. Il dolce canto del creato ci invita a praticare una spiritualità ecologica, attenta alla presenza di Dio nel mondo naturale... Per i discepoli di Cristo, in particolare, tale luminosa esperienza rafforza la consapevolezza che ‘tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste’ (Gv 1,3)... Uniamoci a san Francesco d’Assisi nel cantare: ‘Sii lodato, mio Signore, con tutte le tue creature’”. Purtroppo – prosegue il Papa – “quella dolce canzone è accompagnata da un grido amaro. O meglio, da un coro di grida amare.

Per prima, è la sorella Madre Terra che grida. In balìa dei nostri eccessi consumistici, essa geme e ci implora di fermare i nostri abusi e la sua distruzione... Alla mercé di un antropocentrismo dispotico, agli antipodi della centralità di Cristo nell’opera della creazione, innumerevoli specie si stanno estinguendo, cessando per sempre i loro inni di lode a Dio. Ma sono anche i più poveri tra noi a gridare.

Esposti alla crisi climatica, i poveri soffrono più fortemente l’impatto di siccità, inondazioni, uragani e ondate di caldo che continuano a diventare sempre più intensi e frequenti. Ancora, gridano i nostri fratelli e sorelle di popoli nativi. A causa di interessi economici predatori, i loro territori ancestrali vengono invasi e devastati da ogni parte, lanciando un grido che sale al cielo. Infine, gridano i nostri figli”, “minacciati da un miope egoismo”.

Francesco richiama quindi tutti alle proprie responsabilità: “Ascoltando queste grida amare, dobbiamo pentirci e modificare gli stili di vita e i sistemi dannosi... Come persone di fede, ci sentiamo ulteriormente responsabili di agire, nei comportamenti quotidiani, in consonanza con tale esigenza di conversione. Ma essa non è solo individuale... anche la comunità delle nazioni è chiamata a impegnarsi, specialmente negli incontri delle Nazioni Unite dedicati alla questione ambientale, con spirito di massima cooperazione...

Lo ripeto: voglio chiedere, in nome di Dio, alle grandi compagnie estrattive – minerarie, petrolifere, forestali, immobiliari, agroalimentari – di smettere di distruggere i boschi, le aree umide e le montagne, di smettere d’inquinare i fiumi e i mari, di smettere d’intossicare i popoli e gli alimenti”.

Secondo il Papa, i summit internazionali possono ancora imprimere una svolta decisiva, ma occorre più coraggio. “Non si può non riconoscere – scrive – l’esistenza di un debito ecologico delle nazioni economicamente più ricche, che hanno inquinato di più negli ultimi due secoli. Esso richiede loro di compiere passi più ambiziosi sia alla Cop27 [Sharm el- Sheikh, 6-18 novembre] che alla Cop15 [Montreal, 5-17 dicembre].

Ciò comporta, oltre a un’azione determinata all’interno dei loro confini, di mantenere le loro promesse di sostegno finanziario e tecnico per le nazioni economicamente più povere, che stanno già subendo il peso maggiore della crisi climatica. Inoltre, sarebbe opportuno pensare urgentemente anche a un ulteriore sostegno finanziario per la conservazione della biodiversità. Anche i Paesi economicamente meno ricchi hanno responsabilità significative ma diversificate; i ritardi degli altri non possono mai giustificare la propria inazione. È necessario agire, tutti, con decisione. Stiamo raggiungendo un punto di rottura”.

A fornire ai Grandi della Terra una spinta decisiva dovrà contribuire anche la preghiera. “Durante questo Tempo del creato – si conclude il Messaggio – preghiamo affinché i vertici Cop27 e Cop15 possano unire la famiglia umana per affrontare decisamente la doppia crisi del clima e della riduzione della biodiversità”. Il “grido amaro del creato, ascoltiamolo e rispondiamo con i fatti, perché noi e le generazioni future possiamo ancora gioire con il dolce canto di vita e di speranza delle creature”.

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Il Festival Laudato Si’, evento musicale e talkshow da Assisi su eco-spiritualità https://www.lavoce.it/il-festival-laudato-si-eco-spiritualita/ Fri, 27 May 2022 15:18:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66977 Festivale Laudato Si' 2022

La Settimana Laudato Si’ è iniziata come un modo per celebrare il primo anniversario della lettera enciclica di Papa Francesco, “Laudato Si’: sulla cura della nostra casa comune”. Da allora, la celebrazione annuale è diventata un modo per tutti i cattolici di riunirsi e di gioire dei progressi che sono stati fatti nel dare vita alla Laudato si’, oltre a rinnovare l'impegno di continuare a pregare e ad agire per la casa comune. Quest'anno la Settimana sarà celebrata con un evento musicale incentrato sull’eco-spiritualità e sull’arte che avrà luogo dalla basilica di San Francesco d’Assisi ad Assisi il 28 maggio alle 21. Interverranno fra Marco Moroni (custode del Sacro Convento), Antonio Caschetto (coordinatore programmi italiani del Movimento Laudato Si’), Alessandro Pucci (Animatore Laudato Si’), suor Susan Morrisset (ordine delle suore Francescane dell’Atonement), mons. Domenico Sorrentino (vescovo di Assisi) e fra Giulio Cesareo (direttore comunicazione Sacro Convento Assisi), e in collegamento da New York Christina Leaño (direttrice associata del Movimento Laudato Si’). Gli artisti protagonisti saranno gli Animatori Laudato Si’ Luca Terrana, Mimmo Iervolino, Migueli e Matteo Manicardi che si esibiranno dal vivo con canti composti da loro e ispirati alla Laudato SI’. Conduce Marco Mammoli, che concluderà con “L’Emmanuel”, inno della GMG 2000. La serata potrà essere seguita anche in streaming sulla nostra pagina Facebook.  ]]>
Festivale Laudato Si' 2022

La Settimana Laudato Si’ è iniziata come un modo per celebrare il primo anniversario della lettera enciclica di Papa Francesco, “Laudato Si’: sulla cura della nostra casa comune”. Da allora, la celebrazione annuale è diventata un modo per tutti i cattolici di riunirsi e di gioire dei progressi che sono stati fatti nel dare vita alla Laudato si’, oltre a rinnovare l'impegno di continuare a pregare e ad agire per la casa comune. Quest'anno la Settimana sarà celebrata con un evento musicale incentrato sull’eco-spiritualità e sull’arte che avrà luogo dalla basilica di San Francesco d’Assisi ad Assisi il 28 maggio alle 21. Interverranno fra Marco Moroni (custode del Sacro Convento), Antonio Caschetto (coordinatore programmi italiani del Movimento Laudato Si’), Alessandro Pucci (Animatore Laudato Si’), suor Susan Morrisset (ordine delle suore Francescane dell’Atonement), mons. Domenico Sorrentino (vescovo di Assisi) e fra Giulio Cesareo (direttore comunicazione Sacro Convento Assisi), e in collegamento da New York Christina Leaño (direttrice associata del Movimento Laudato Si’). Gli artisti protagonisti saranno gli Animatori Laudato Si’ Luca Terrana, Mimmo Iervolino, Migueli e Matteo Manicardi che si esibiranno dal vivo con canti composti da loro e ispirati alla Laudato SI’. Conduce Marco Mammoli, che concluderà con “L’Emmanuel”, inno della GMG 2000. La serata potrà essere seguita anche in streaming sulla nostra pagina Facebook.  ]]>
Anche in Umbria arrivano le Cer contro il caro bollette https://www.lavoce.it/anche-in-umbria-arrivano-le-cer-contro-il-caro-bollette/ Fri, 29 Apr 2022 16:51:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66469 Cer di Napoli

Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono sempre più vicine e sempre più una soluzione possibile contro la grande crisi energetica che ci ha investito. Il caro bollette e la situazione di conflitto in Ucraina, con le conseguenti minacce della Russia di tagliare le esportazioni di gas, stanno accelerando il processo di autonomia energetica e di diffusione dell’energia pulita, quella che si ottiene con le rinnovabili.

Le Cer sono un esempio concreto di questo processo. A livello normativo esistono in Italia dal settembre del 2020, quando il Decreto Milleproroghe ha recepito la Direttiva europea n.2001 del 2018 in quanto a Fonti energetiche rinnovabili. A livello pratico invece, la prima Cer in Italia è stata la “Energy City Hall”, nata a marzo 2021 nel Comune di Magliano Alpi, in Piemonte, cui è seguita subito dopo la Cer del quartiere San Giovanni a Teduccio alla periferia est di Napoli.

Le Cer in Umbria 

Adesso le Cer arrivano anche in Umbria. Legacoopsociali Umbria ed Aris impresa sociale hanno lanciato il progetto “Green community”, sostenuto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, che ha l’obiettivo di supportare la nascita di 10 Comunità energetiche nel territorio umbro promosse dalle cooperative sociali e dagli enti di Terzo settore.

“Le cooperative sociali – ha affermato Andrea Bernardoni, presidente di Legacoopsociali Umbria – hanno nel proprio dna l’interesse generale della comunità per questo motivo la nostra organizzazione è impegnata nello sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili, coinvolgendo in moto attivo le imprese associate, che sono lo strumento per realizzare la transizione verde dal basso, per contrastare la povertà energetica e praticare nuove forme di democrazia economica”.

Nelle prossime settimane, con l’avvio del progetto Green community, inizierà la fase di animazione territoriale e di coinvolgimento dei cittadini, degli imprenditori e degli enti locali in cui Aris impresa sociale affiancherà le cooperative sociali che sono fortemente radicate nelle comunità locali.

Sul tema delle Cer si sta muovendo in Umbria anche Coonfcooperative. “Intendiamo collaborare braccio a braccio con le Istituzioni insieme alle altre Associazioni di categoria, intersecando i comuni interessi delle rispettive imprese associate” ha dichiarato Lorenzo Mariani, segretario regionale di Confcooperative Umbria ed amministratore nazionale di Power Energia soc. coop. “Lo facciamo anche mettendo a disposizione l’esperienza maturata sul tema dell’approvvigionamento energetico delle imprese e delle energie rinnovabili in quanto promotori 16 anni fa del progetto Power Energia”.

Cosa sono le Cer 

Ma in cosa consiste precisamente una Comunità energetica? Una Comunità energetica è un insieme di persone che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari. Una Cer è dunque un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, controllata da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione detenuti dalla comunità stessa. Gli azionisti o membri possono essere cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e/o industriale principale.

Secondo il più recente studio di Elemens-Legambiente le Cer possono portare riduzioni dei costi in bolletta fino al 25%. Come entrare dunque a farne parte? Sia che si viva in un condominio o in una casa singola, per produrre energia pulita servirà un impianto fotovoltaico con accumulo. Altrimenti si può entrare anche da semplici consumer (coloro che consumano e basta, senza produrre). Tutto ciò che serve in questo caso è un controller.

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Cer di Napoli

Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono sempre più vicine e sempre più una soluzione possibile contro la grande crisi energetica che ci ha investito. Il caro bollette e la situazione di conflitto in Ucraina, con le conseguenti minacce della Russia di tagliare le esportazioni di gas, stanno accelerando il processo di autonomia energetica e di diffusione dell’energia pulita, quella che si ottiene con le rinnovabili.

Le Cer sono un esempio concreto di questo processo. A livello normativo esistono in Italia dal settembre del 2020, quando il Decreto Milleproroghe ha recepito la Direttiva europea n.2001 del 2018 in quanto a Fonti energetiche rinnovabili. A livello pratico invece, la prima Cer in Italia è stata la “Energy City Hall”, nata a marzo 2021 nel Comune di Magliano Alpi, in Piemonte, cui è seguita subito dopo la Cer del quartiere San Giovanni a Teduccio alla periferia est di Napoli.

Le Cer in Umbria 

Adesso le Cer arrivano anche in Umbria. Legacoopsociali Umbria ed Aris impresa sociale hanno lanciato il progetto “Green community”, sostenuto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, che ha l’obiettivo di supportare la nascita di 10 Comunità energetiche nel territorio umbro promosse dalle cooperative sociali e dagli enti di Terzo settore.

“Le cooperative sociali – ha affermato Andrea Bernardoni, presidente di Legacoopsociali Umbria – hanno nel proprio dna l’interesse generale della comunità per questo motivo la nostra organizzazione è impegnata nello sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili, coinvolgendo in moto attivo le imprese associate, che sono lo strumento per realizzare la transizione verde dal basso, per contrastare la povertà energetica e praticare nuove forme di democrazia economica”.

Nelle prossime settimane, con l’avvio del progetto Green community, inizierà la fase di animazione territoriale e di coinvolgimento dei cittadini, degli imprenditori e degli enti locali in cui Aris impresa sociale affiancherà le cooperative sociali che sono fortemente radicate nelle comunità locali.

Sul tema delle Cer si sta muovendo in Umbria anche Coonfcooperative. “Intendiamo collaborare braccio a braccio con le Istituzioni insieme alle altre Associazioni di categoria, intersecando i comuni interessi delle rispettive imprese associate” ha dichiarato Lorenzo Mariani, segretario regionale di Confcooperative Umbria ed amministratore nazionale di Power Energia soc. coop. “Lo facciamo anche mettendo a disposizione l’esperienza maturata sul tema dell’approvvigionamento energetico delle imprese e delle energie rinnovabili in quanto promotori 16 anni fa del progetto Power Energia”.

Cosa sono le Cer 

Ma in cosa consiste precisamente una Comunità energetica? Una Comunità energetica è un insieme di persone che condividono energia rinnovabile e pulita, in uno scambio tra pari. Una Cer è dunque un soggetto giuridico che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria, controllata da azionisti o membri che sono situati nelle vicinanze degli impianti di produzione detenuti dalla comunità stessa. Gli azionisti o membri possono essere cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali o autorità locali, comprese le amministrazioni comunali, a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e/o industriale principale.

Secondo il più recente studio di Elemens-Legambiente le Cer possono portare riduzioni dei costi in bolletta fino al 25%. Come entrare dunque a farne parte? Sia che si viva in un condominio o in una casa singola, per produrre energia pulita servirà un impianto fotovoltaico con accumulo. Altrimenti si può entrare anche da semplici consumer (coloro che consumano e basta, senza produrre). Tutto ciò che serve in questo caso è un controller.

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Rifiuti. Arriva il dossier di Legambiente Umbria sui Comuni ricicloni https://www.lavoce.it/rifiuti-arriva-il-dossier-di-legambiente-umbria-sui-comuni-ricicloni/ Sat, 29 Jan 2022 13:10:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64678 Legambiente ricicloni rifiuti

Legambiente fa il punto sulla raccolta dei rifiuti in Umbria. Anticipa alcuni dati del Rapporto Comuni Ricicloni 2021 (qui trovi il rapporto 2020) e segnala i “Comuni modello” in vista del quinto Ecoforum regionale sull'economia circolare, promosso da Legambiente con la collaborazione di Arpa Umbria e in programma Venerdì 4 febbraio dalle ore 10 a Trevi, e trasmesso online sui canali social di Legambiente Umbria. Dal dossier emergono i comuni che hanno messo in atto “buone pratiche” migliorando i risultati. Si tratta dei comuni di Castiglione del Lago, San Giustino e Passignano sul Trasimeno e di 20 Comuni della provincia di Terni (a copertura di più dell’80% della popolazione) che dal 1 gennaio 2021 applicano la tariffazione puntuale. Legambiente segnala anche i comuni che invece stanno abbassando le loro performance ambientali sul tema dei rifiuti. Tra tutti Foligno, Nocera Umbra, Montefalco e la Valnerina che ha interi territori praticamente senza raccolta differenziata Il dossier Comuni Ricicloni è, infatti, - spiegano da Legambiente - anche l'occasione per analizzare e ragionare su alcune di queste buone pratiche di economia circolare, condividendole con gli altri amministratori e con la comunità, per migliorare l'ambiente. Come spiega Maurizio Zara, presidente Legambiente Umbria: “Dobbiamo ribadire anche quest’anno, che la prima buona pratica resta l’estensione ai comuni ancora ritardatari della raccolta porta a porta con domiciliazione delle principali frazioni e in particolare della frazione organica. Questo basilare passaggio, oltre a innalzare pesantemente le percentuali di raccolta, è essenziale anche per poter applicare la tanto agognata tariffazione puntuale, che è diventata realtà in alcuni comuni umbri, secondo la logica europea del chi più inquina più paga”.

Le Buone pratiche 2021

Spoleto Compraverde

La nota diffusa da Legambiente spieg che tra le buone pratiche di cui si parlerà al forum c’è quella del Comune di Spoleto che si è aggiudicato l'importante Premio Compraverde, nella sezione Mensa Verde, nel corso del  XV Forum Compraverde Buygreen, organizzato dalla Fondazione Ecosistemi a Roma lo scorso ottobre. Una buona pratica già attivata anche in altri comuni dell’Umbria, ma che Spoleto è riuscita ad aggiornare, integrando in maniera corretta tutti i criteri ambientali minimi sulla ristorazione scolastica del nuovo decreto ministeriale del 2021.

Raccolta porta a porta dei rifiuti

Venendo alla raccolta differenziata. Come si legge nel Rapporto di Legambiente, alcuni comuni, che nel 2020 mostravano ancora basse performance, nel corso del 2021 hanno finalmente intrapreso un percorso di cambiamento, che in molti casi ha dato subito risultati importanti. Parliamo ad esempio dei comuni di Castiglione del Lago, San Giustino e Passignano sul Trasimeno che sono passati recentemente alla raccolta porta a porta. A San Giustino nel 2020 ha inizio il passaggio al porta a porta, questo cambio di organizzazione nella modalità di raccolta ha fatto letteralmente balzare la percentuale di differenziata da uno mediocre 47% a superare agevolmente il 70% e avvicinando l’80%. Salto analogo lo ha fatto anche il comune di Castiglione del Lago, che all’inizio del 2021 ha finalmente introdotto la raccolta domiciliare porta a porta facendo passare in pochi mesi il comune dal 59% al 70% dopo anni di stallo, e lo stesso sta avvenendo per il contiguo comune di Passignano sul Trasimeno.

Rifiuti. Nel ternano arriva la tariffa “puntuale”

Questo basilare passaggio, oltre a innalzare pesantemente le percentuali di raccolta, è fondamentale anche per poter applicare la tariffazione puntuale. Tariffa che finalmente nel 2021 è divenuta realtà per i primi comuni umbri, perlopiù nella provincia di Terni. A partire dal 1 gennaio 2021 i comuni della provincia di Terni (20 dei totali 32 comuni che costituiscono il sub ambito 4 dell’AURI) hanno deliberato il passaggio alla TARIC (Tariffa Rifiuti Corrispettiva), definendo cioè una tariffa rifiuti con una parte variabile, calcolata in proporzione alla reale produzione di ogni utenza del rifiuto indifferenziato. A un anno di distanza è stato possibile osservare che, in questi comuni dove si applica la TARIC, il rifiuto residuo si è ridotto rispetto al passato al punto di avvicinarsi ai 100kg/abitante.

Ma c'è anche chi fa passi indietro...

Nel Rapporto si segnalano tuttavia anche i comuni che invece stanno abbassando le loro performance ambientali e che producono quasi tre volte più rifiuti indifferenziati a livello pro capite rispetto ai più virtuosi. Tra tutti il comune di Foligno, terzo comune più grande della regione, che sta diminuendo di qualche punto la propria differenziata, e il comune di Nocera Umbra che pur essendo per quantità e qualità tra i peggiori, sta ulteriormente peggiorando i propri dati. Senza dimenticare Montefalco da anni fermo a percentuali molto basse e la Valnerina che ha interi territori praticamente senza raccolta differenziata. La quinta edizione dell'Ecoforum è promossa e realizzata da Legambiente Umbria, in collaborazione con Arpa Umbria, con il patrocinio del Comune di Trevi e il supporto di Asm Terni Spa, Bazzica Srl, Consorzio Biorepack, Cartiera di Trevi e Secit impianti.]]>
Legambiente ricicloni rifiuti

Legambiente fa il punto sulla raccolta dei rifiuti in Umbria. Anticipa alcuni dati del Rapporto Comuni Ricicloni 2021 (qui trovi il rapporto 2020) e segnala i “Comuni modello” in vista del quinto Ecoforum regionale sull'economia circolare, promosso da Legambiente con la collaborazione di Arpa Umbria e in programma Venerdì 4 febbraio dalle ore 10 a Trevi, e trasmesso online sui canali social di Legambiente Umbria. Dal dossier emergono i comuni che hanno messo in atto “buone pratiche” migliorando i risultati. Si tratta dei comuni di Castiglione del Lago, San Giustino e Passignano sul Trasimeno e di 20 Comuni della provincia di Terni (a copertura di più dell’80% della popolazione) che dal 1 gennaio 2021 applicano la tariffazione puntuale. Legambiente segnala anche i comuni che invece stanno abbassando le loro performance ambientali sul tema dei rifiuti. Tra tutti Foligno, Nocera Umbra, Montefalco e la Valnerina che ha interi territori praticamente senza raccolta differenziata Il dossier Comuni Ricicloni è, infatti, - spiegano da Legambiente - anche l'occasione per analizzare e ragionare su alcune di queste buone pratiche di economia circolare, condividendole con gli altri amministratori e con la comunità, per migliorare l'ambiente. Come spiega Maurizio Zara, presidente Legambiente Umbria: “Dobbiamo ribadire anche quest’anno, che la prima buona pratica resta l’estensione ai comuni ancora ritardatari della raccolta porta a porta con domiciliazione delle principali frazioni e in particolare della frazione organica. Questo basilare passaggio, oltre a innalzare pesantemente le percentuali di raccolta, è essenziale anche per poter applicare la tanto agognata tariffazione puntuale, che è diventata realtà in alcuni comuni umbri, secondo la logica europea del chi più inquina più paga”.

Le Buone pratiche 2021

Spoleto Compraverde

La nota diffusa da Legambiente spieg che tra le buone pratiche di cui si parlerà al forum c’è quella del Comune di Spoleto che si è aggiudicato l'importante Premio Compraverde, nella sezione Mensa Verde, nel corso del  XV Forum Compraverde Buygreen, organizzato dalla Fondazione Ecosistemi a Roma lo scorso ottobre. Una buona pratica già attivata anche in altri comuni dell’Umbria, ma che Spoleto è riuscita ad aggiornare, integrando in maniera corretta tutti i criteri ambientali minimi sulla ristorazione scolastica del nuovo decreto ministeriale del 2021.

Raccolta porta a porta dei rifiuti

Venendo alla raccolta differenziata. Come si legge nel Rapporto di Legambiente, alcuni comuni, che nel 2020 mostravano ancora basse performance, nel corso del 2021 hanno finalmente intrapreso un percorso di cambiamento, che in molti casi ha dato subito risultati importanti. Parliamo ad esempio dei comuni di Castiglione del Lago, San Giustino e Passignano sul Trasimeno che sono passati recentemente alla raccolta porta a porta. A San Giustino nel 2020 ha inizio il passaggio al porta a porta, questo cambio di organizzazione nella modalità di raccolta ha fatto letteralmente balzare la percentuale di differenziata da uno mediocre 47% a superare agevolmente il 70% e avvicinando l’80%. Salto analogo lo ha fatto anche il comune di Castiglione del Lago, che all’inizio del 2021 ha finalmente introdotto la raccolta domiciliare porta a porta facendo passare in pochi mesi il comune dal 59% al 70% dopo anni di stallo, e lo stesso sta avvenendo per il contiguo comune di Passignano sul Trasimeno.

Rifiuti. Nel ternano arriva la tariffa “puntuale”

Questo basilare passaggio, oltre a innalzare pesantemente le percentuali di raccolta, è fondamentale anche per poter applicare la tariffazione puntuale. Tariffa che finalmente nel 2021 è divenuta realtà per i primi comuni umbri, perlopiù nella provincia di Terni. A partire dal 1 gennaio 2021 i comuni della provincia di Terni (20 dei totali 32 comuni che costituiscono il sub ambito 4 dell’AURI) hanno deliberato il passaggio alla TARIC (Tariffa Rifiuti Corrispettiva), definendo cioè una tariffa rifiuti con una parte variabile, calcolata in proporzione alla reale produzione di ogni utenza del rifiuto indifferenziato. A un anno di distanza è stato possibile osservare che, in questi comuni dove si applica la TARIC, il rifiuto residuo si è ridotto rispetto al passato al punto di avvicinarsi ai 100kg/abitante.

Ma c'è anche chi fa passi indietro...

Nel Rapporto si segnalano tuttavia anche i comuni che invece stanno abbassando le loro performance ambientali e che producono quasi tre volte più rifiuti indifferenziati a livello pro capite rispetto ai più virtuosi. Tra tutti il comune di Foligno, terzo comune più grande della regione, che sta diminuendo di qualche punto la propria differenziata, e il comune di Nocera Umbra che pur essendo per quantità e qualità tra i peggiori, sta ulteriormente peggiorando i propri dati. Senza dimenticare Montefalco da anni fermo a percentuali molto basse e la Valnerina che ha interi territori praticamente senza raccolta differenziata. La quinta edizione dell'Ecoforum è promossa e realizzata da Legambiente Umbria, in collaborazione con Arpa Umbria, con il patrocinio del Comune di Trevi e il supporto di Asm Terni Spa, Bazzica Srl, Consorzio Biorepack, Cartiera di Trevi e Secit impianti.]]>
Primo corso online di formazione per animatori Laudato Si’. Aperte le iscrizioni https://www.lavoce.it/corso-online-per-animatori-laudato-si/ Tue, 14 Apr 2020 06:50:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56880

Corso online di formazione. Dal 21 aprile al 12 maggio

Il Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement - Gccm) propone un corso online di formazione “Animatori Laudato Si’”, dal 21 aprile al 12 maggio prossimi, come risposta alla chiamata della Chiesa a prendersi cura del Creato. Gli animatori Laudato Si’, formati dal movimento in tutto il mondo, sono circa 1.500, distribuiti su 73 Paesi nei cinque continenti. In Italia il programma è stato avviato nel 2019, e la nostra rete conta circa 150 animatori. Il corso inizierà martedì 21 aprile; si compone di:
  • quattro sessioni online della durata di un’ora a settimana
  • due lezioni facoltative
  • questionario di valutazione al termine delle sessioni
  • attività da realizzare durante la Settimana Laudato Si’. In programma dal 16 al 24 maggio in occasione del 5° anniversario della Laudato si’ di Papa Francesco.

Consegna attestati

La consegna degli attestati è prevista per il primo giugno. Al termine del corso di formazione i partecipanti ricevono un attestato ed entrano nella rete degli animatori, che consente loro una formazione mensile. In questi incontri - sempre online - gli animatori si ritrovano, pregano insieme. Ricevono formazione specifica su diversi ambiti, condividono le esperienze e vengono coordinati per attivarsi sulle iniziative globali. Ci rendiamo sempre più conto della bellezza delle relazioni che si innescano, perché il clima di “celebrazione” che si respira in questi incontri, seppur virtuali, è quello di una sincera amicizia e di un’atmosfera di famiglia. Il corso è destinato a tutti coloro che sentono il desiderio di animare le proprie parrocchie e comunità nel vivere la dimensione di “Chiesa in uscita” attenta al grido dei poveri e della Terra nei rispettivi contesti.

Vedere - giudicare - agire

Il programma prevede l’approfondimento della Laudato si’ secondo il metodo “vedere - giudicare - agire”. Attraverso il contributo di relatori che, oltre a essere rilevanti personalità sul tema, sono “compagni di viaggio” con cui condividere il cammino della cura della casa comune: il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, la prof. Giulia Lombardi della pontificia università Urbaniana e membro del comitato scientifico del joint diploma in Ecologia integrale, il prof. Luca Fiorani, ricercatore Enea, oltre ai componenti del team di Gccm, da Cecilia Dall’Oglio (Gccm European Manager) ad Antonio Caschetto (Gccm Programs Coordinator, Italy) e Tomás Insua (Gccm Executive Director). Il programma sarà arricchito dalla testimonianza sul campo di un rappresentante dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e dall’importante contributo di esperienze dei vari animatori Laudato Si’ nel mondo. Il corso è organizzato in collaborazione con la stessa associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, Earth Day Italia, EcoOne; e con il sostegno, in qualità di media partner, di Aggiornamenti sociali, Città nuova, Combonifem, Frate Indovino, La Voce, Periodici San Paolo, Umbria Radio. In Italia sono stati realizzati corsi di formazione per animatori Laudato Si’ all’interno di “ritiri Laudato Si’” e in sinergia con esistenti percorsi formativi. In partenariato con altri organismi: dal joint diploma in Ecologia integrale promosso dalle università e dagli atenei pontifici di Roma, all’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei nell’ambito del corso “Campi aperti: giovani e impegno sociale”, alle realtà del mondo cattolico, in particolare l’Azione cattolica.

Video-conferenze

In questi tempi di coronavirus, attraverso la piattaforma di video-conferenze con cui il team internazionale del Gccm lavora quotidianamente, sentiamo di arrivare alla solitudine di ciascuno, rispondendo all’appello del Papa che venerdì 27 marzo, in quella indimenticabile piazza San Pietro deserta ma abitata da ciascuno di noi, ci chiedeva: “La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze. Non ci siamo fermati davanti ai Tuoi richiami, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato”.

Come iscriversi

Per iscriversi al corso - gratuito - per animatori “Laudato si’” organizzato dal Movimento cattolico globale per il clima, basta andare al sito istituzionale e cliccare sul tasto “Registrati”. Il programma completo può essere scaricato qui. Il termine per le iscrizioni sarà giovedì 16 aprile, per cui siamo molto stretti con i tempi. Per questo si invita caldamente, entro Pasqua, a diffondere l’informazione a tutti coloro che possano essere interessati. Antonio Caschetto]]>

Corso online di formazione. Dal 21 aprile al 12 maggio

Il Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement - Gccm) propone un corso online di formazione “Animatori Laudato Si’”, dal 21 aprile al 12 maggio prossimi, come risposta alla chiamata della Chiesa a prendersi cura del Creato. Gli animatori Laudato Si’, formati dal movimento in tutto il mondo, sono circa 1.500, distribuiti su 73 Paesi nei cinque continenti. In Italia il programma è stato avviato nel 2019, e la nostra rete conta circa 150 animatori. Il corso inizierà martedì 21 aprile; si compone di:
  • quattro sessioni online della durata di un’ora a settimana
  • due lezioni facoltative
  • questionario di valutazione al termine delle sessioni
  • attività da realizzare durante la Settimana Laudato Si’. In programma dal 16 al 24 maggio in occasione del 5° anniversario della Laudato si’ di Papa Francesco.

Consegna attestati

La consegna degli attestati è prevista per il primo giugno. Al termine del corso di formazione i partecipanti ricevono un attestato ed entrano nella rete degli animatori, che consente loro una formazione mensile. In questi incontri - sempre online - gli animatori si ritrovano, pregano insieme. Ricevono formazione specifica su diversi ambiti, condividono le esperienze e vengono coordinati per attivarsi sulle iniziative globali. Ci rendiamo sempre più conto della bellezza delle relazioni che si innescano, perché il clima di “celebrazione” che si respira in questi incontri, seppur virtuali, è quello di una sincera amicizia e di un’atmosfera di famiglia. Il corso è destinato a tutti coloro che sentono il desiderio di animare le proprie parrocchie e comunità nel vivere la dimensione di “Chiesa in uscita” attenta al grido dei poveri e della Terra nei rispettivi contesti.

Vedere - giudicare - agire

Il programma prevede l’approfondimento della Laudato si’ secondo il metodo “vedere - giudicare - agire”. Attraverso il contributo di relatori che, oltre a essere rilevanti personalità sul tema, sono “compagni di viaggio” con cui condividere il cammino della cura della casa comune: il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, la prof. Giulia Lombardi della pontificia università Urbaniana e membro del comitato scientifico del joint diploma in Ecologia integrale, il prof. Luca Fiorani, ricercatore Enea, oltre ai componenti del team di Gccm, da Cecilia Dall’Oglio (Gccm European Manager) ad Antonio Caschetto (Gccm Programs Coordinator, Italy) e Tomás Insua (Gccm Executive Director). Il programma sarà arricchito dalla testimonianza sul campo di un rappresentante dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e dall’importante contributo di esperienze dei vari animatori Laudato Si’ nel mondo. Il corso è organizzato in collaborazione con la stessa associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, Earth Day Italia, EcoOne; e con il sostegno, in qualità di media partner, di Aggiornamenti sociali, Città nuova, Combonifem, Frate Indovino, La Voce, Periodici San Paolo, Umbria Radio. In Italia sono stati realizzati corsi di formazione per animatori Laudato Si’ all’interno di “ritiri Laudato Si’” e in sinergia con esistenti percorsi formativi. In partenariato con altri organismi: dal joint diploma in Ecologia integrale promosso dalle università e dagli atenei pontifici di Roma, all’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei nell’ambito del corso “Campi aperti: giovani e impegno sociale”, alle realtà del mondo cattolico, in particolare l’Azione cattolica.

Video-conferenze

In questi tempi di coronavirus, attraverso la piattaforma di video-conferenze con cui il team internazionale del Gccm lavora quotidianamente, sentiamo di arrivare alla solitudine di ciascuno, rispondendo all’appello del Papa che venerdì 27 marzo, in quella indimenticabile piazza San Pietro deserta ma abitata da ciascuno di noi, ci chiedeva: “La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze. Non ci siamo fermati davanti ai Tuoi richiami, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato”.

Come iscriversi

Per iscriversi al corso - gratuito - per animatori “Laudato si’” organizzato dal Movimento cattolico globale per il clima, basta andare al sito istituzionale e cliccare sul tasto “Registrati”. Il programma completo può essere scaricato qui. Il termine per le iscrizioni sarà giovedì 16 aprile, per cui siamo molto stretti con i tempi. Per questo si invita caldamente, entro Pasqua, a diffondere l’informazione a tutti coloro che possano essere interessati. Antonio Caschetto]]>
Primavera con la neve: non è la prima https://www.lavoce.it/primavera-con-la-neve-non-e-la-prima/ Thu, 02 Apr 2020 09:00:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56741 Neve a primavera. Fiore sotto la neve

Le grandi nevicate degli ultimi decenni in Umbria

La recente ondata di freddo che ha imbiancato l’Umbria, anche in zone solitamente non molto nevose, era stata in qualche modo prevista dai fisici. I quali avevano avvertito che, in occasione di inverni miti come quello appena trascorso (durante i quali non si verificano incursioni di aria artica a causa della grande potenza e velocità del vortice polare), è facile attendersi che l’aria fredda, che è stazionata all’interno delle zone artiche, possa scendere di latitudine anche a primavera inoltrata.

Le nevicate di quest'anno

È esattamente quello che è successo per due volte fra la fine di marzo e l’inizio di aprile di quest’anno: fra il 24 e 26 marzo non è stata imbiancata solamente la fascia appenninica – che è quella più sensibile ad eventi di tal genere – ma anche l’Alta Valle tiberina, Perugia, il Trasimeno, la Valle umbra, la zona di Foligno e la Valnerina. Quantità intorno ai 15-20 centimetri, specie in Appennino, ha reso invernale quest’inizio di primavera, come primaverile era stato, praticamente, tutto l’inverno precedente. Ma non è la prima volta che questo accade. Già il proverbio “neve marzolina, dura da sera a mattina” ci suggerisce che nevicate di marzo non sono poi così rare. E neppure aprile ne è immune. Anche in tempi recenti, l’Umbria ne ha subite diverse. Quella più consistente, entrata a tutti gli effetti negli annali, è quella che colpì specie l’Umbria orientale fra il 6 e il 9 aprile 2003.

L'estate più calda ... dopo la neve a primavera

L’anno che ospitò l’estate più calda della storia fu però teatro dell’incursione fredda più tardiva di sempre. Fu un episodio invernale a tutti gli effetti, con neve sulle coste fra Venezia e Santa Maria di Leuca. L’Umbria ne rimase ai margini ma, nella notte fra il 7 e l’8 aprile, caddero oltre 20 cm di neve lungo la zona appenninica, con successive schiarite che portarono la temperatura a livelli da paura per la stagione: -7,6 °C a Gualdo Tadino, -9 °C a Colfiorito, -12 °C a Castelluccio di Norcia, ma anche -5 °C a Perugia Sant’Egidio e in tutta la Valle umbra e -8 °C a Città di Castello. Fu un’autentica strage per le piante da frutto e per l’olivicoltura, che ebbe un annus horribilis non solo in Umbria ma anche in Puglia.

10 marzo 2010

La situazione si ripeté qualche tempo dopo, stavolta nella prima decade di marzo, fra il 9 e il 10 marzo 2010. Uun’ondata di gelo tardivo colpì soprattutto l’Emilia-Romagna (Bologna fu letteralmente sepolta di neve), la Toscana (un metro di neve a Siena), le Marche e l’Umbria appenninica. Fu qui che si ebbero le conseguenze peggiori: la mattina del 10 marzo, cominciò a nevicare fra Città di Castello e Norcia, con una nevicata che assunse presto i connotati di bufera specie fra Gualdo Tadino e Fossato di Vico. Qui, in poco più di tre ore, nel tardo pomeriggio del 10, caddero oltre 60 cm di neve, che bloccarono completamente la statale Flaminia. Gli automobilisti, colti impreparati, rimasero bloccati: decine di autovetture si impantanarono nella neve e furono costretti ad intervenire gli automezzi della Protezione civile, che ospitarono ben 120 persone per la notte dentro il Palasport di Fossato di Vico. Un’odissea. Probabilmente, la bufera più intensa della storia appenninica. Anche le gelate tardive sono state spesso molto penalizzanti per l’Umbria, come quella che, per tre giorni di seguito, portò le temperature nei fondovalle umbri fra -3 e -5 °C, fra il 20 e il 22 aprile 2017: un’autentica catastrofe ambientale, non solo per l’agricoltura, ma anche per i boschi appena tornati a vegetare, che si seccarono e rimisero le foglie solo a luglio inoltrato. La primavera, dunque – che meteorologicamente parlando comincia il 1° marzo – è una stagione infida, che spesso ci ha riservato brutti scherzi. Mai fidarsi! Pierluigi Gioia]]>
Neve a primavera. Fiore sotto la neve

Le grandi nevicate degli ultimi decenni in Umbria

La recente ondata di freddo che ha imbiancato l’Umbria, anche in zone solitamente non molto nevose, era stata in qualche modo prevista dai fisici. I quali avevano avvertito che, in occasione di inverni miti come quello appena trascorso (durante i quali non si verificano incursioni di aria artica a causa della grande potenza e velocità del vortice polare), è facile attendersi che l’aria fredda, che è stazionata all’interno delle zone artiche, possa scendere di latitudine anche a primavera inoltrata.

Le nevicate di quest'anno

È esattamente quello che è successo per due volte fra la fine di marzo e l’inizio di aprile di quest’anno: fra il 24 e 26 marzo non è stata imbiancata solamente la fascia appenninica – che è quella più sensibile ad eventi di tal genere – ma anche l’Alta Valle tiberina, Perugia, il Trasimeno, la Valle umbra, la zona di Foligno e la Valnerina. Quantità intorno ai 15-20 centimetri, specie in Appennino, ha reso invernale quest’inizio di primavera, come primaverile era stato, praticamente, tutto l’inverno precedente. Ma non è la prima volta che questo accade. Già il proverbio “neve marzolina, dura da sera a mattina” ci suggerisce che nevicate di marzo non sono poi così rare. E neppure aprile ne è immune. Anche in tempi recenti, l’Umbria ne ha subite diverse. Quella più consistente, entrata a tutti gli effetti negli annali, è quella che colpì specie l’Umbria orientale fra il 6 e il 9 aprile 2003.

L'estate più calda ... dopo la neve a primavera

L’anno che ospitò l’estate più calda della storia fu però teatro dell’incursione fredda più tardiva di sempre. Fu un episodio invernale a tutti gli effetti, con neve sulle coste fra Venezia e Santa Maria di Leuca. L’Umbria ne rimase ai margini ma, nella notte fra il 7 e l’8 aprile, caddero oltre 20 cm di neve lungo la zona appenninica, con successive schiarite che portarono la temperatura a livelli da paura per la stagione: -7,6 °C a Gualdo Tadino, -9 °C a Colfiorito, -12 °C a Castelluccio di Norcia, ma anche -5 °C a Perugia Sant’Egidio e in tutta la Valle umbra e -8 °C a Città di Castello. Fu un’autentica strage per le piante da frutto e per l’olivicoltura, che ebbe un annus horribilis non solo in Umbria ma anche in Puglia.

10 marzo 2010

La situazione si ripeté qualche tempo dopo, stavolta nella prima decade di marzo, fra il 9 e il 10 marzo 2010. Uun’ondata di gelo tardivo colpì soprattutto l’Emilia-Romagna (Bologna fu letteralmente sepolta di neve), la Toscana (un metro di neve a Siena), le Marche e l’Umbria appenninica. Fu qui che si ebbero le conseguenze peggiori: la mattina del 10 marzo, cominciò a nevicare fra Città di Castello e Norcia, con una nevicata che assunse presto i connotati di bufera specie fra Gualdo Tadino e Fossato di Vico. Qui, in poco più di tre ore, nel tardo pomeriggio del 10, caddero oltre 60 cm di neve, che bloccarono completamente la statale Flaminia. Gli automobilisti, colti impreparati, rimasero bloccati: decine di autovetture si impantanarono nella neve e furono costretti ad intervenire gli automezzi della Protezione civile, che ospitarono ben 120 persone per la notte dentro il Palasport di Fossato di Vico. Un’odissea. Probabilmente, la bufera più intensa della storia appenninica. Anche le gelate tardive sono state spesso molto penalizzanti per l’Umbria, come quella che, per tre giorni di seguito, portò le temperature nei fondovalle umbri fra -3 e -5 °C, fra il 20 e il 22 aprile 2017: un’autentica catastrofe ambientale, non solo per l’agricoltura, ma anche per i boschi appena tornati a vegetare, che si seccarono e rimisero le foglie solo a luglio inoltrato. La primavera, dunque – che meteorologicamente parlando comincia il 1° marzo – è una stagione infida, che spesso ci ha riservato brutti scherzi. Mai fidarsi! Pierluigi Gioia]]>
Nuovo allarme trasporti tagliati. Con un buco di 15 milioni, la Giunta riduce le spese https://www.lavoce.it/trasporti-giunta-riduce-spese/ Fri, 31 Jan 2020 11:48:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56165 trasporti

Agli umbri piace spostarsi in automobile. Lo dimostrano i dati Istat e dell’Osservatorio Unipol-Sai: meno del 6 per cento usano i mezzi pubblici per recarsi al lavoro, e 6 studenti su dieci arrivano a scuola in auto. Con il non piacevole primato che la nostra è la Regione italiana con la maggiore densità di auto in rapporto alla popolazione, ognuna delle quali mediamente percorre più di 14.000 chilometri all’anno, altro record nazionale.

Abitudini e comportamenti che però probabilmente dipendono anche da un sistema di trasporti pubblici che non soddisfa le esigenze di chi deve spostarsi, non solo nei paesini e borghi, ma anche nelle città più grandi. In tempi in cui si dovrebbe ridurre l’uso dell’auto per la tutela di un ambiente già troppo malato. E invece in Umbria si prospetta la riduzione del servizio trasporti pubblici, con il taglio di corse degli autobus per ripianare i debiti accumulati in anni di una gestione che è anche oggetto di indagini della magistratura perugina per i reati di associazione per delinquere, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Con un buco di bilancio di 15 milioni che la nuova Giunta regionale si trova a dover ripianare. “Di certo – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche si impongono una serie di decisioni coraggiose e responsabili, che coinvolgono tutti gli attori di questo settore, dalla stessa Regione agli enti locali, dalle aziende interessate al servizio, ai sindacati, ai singoli lavoratori, a tutti gli umbri, nessuno escluso”.

Per Melasecche, “è ingeneroso addebitare a questa Giunta, insediata da poche settimane, la mancata presentazione di ricette miracolose, considerato che sono in corso incontri serrati a tutti i livelli, regionali e nazionali, per cercare di affrontare una migliore rimodulazione dei servizi, l’eliminazione di sprechi e di eventuali corse inutili nei casi in cui non c’è un’utenza minimamente adeguata ai costi che l’intera collettività regionale è costretta a sopportare”.

L’ipotesi di “eliminazione delle corse inutili” annunciata e ribadita in più occasioni dall’assessore preoccupa non solo gli utenti ma anche i sindacati, che hanno subito proclamato lo stato di agitazione, nel timore che siano a rischio i posti di lavoro. Sono infatti 2.500 gli addetti del settore, tra pubblico e privato.

Un nuovo incontro tra sindacati e assessore è in programma per il 10 febbraio, in attesa - ha spiegato Melasecche che “le società fornitrici dei servizi consegnino i dati analitici relativi al tasso di utilizzo delle corse e le proposte dettagliate in merito”. In un’intervista al Corriere dell’Umbria l’assessore ha parlato di “corse vuote che non possiamo più permetterci di mantenere”, e della necessità “di compiere scelte nell’integrazione fra rotaie e gomma”.

Anche su rotaia, però, in Umbria i problemi non mancano. L’esempio più eclatante è quello della Ferrovia centrale umbra, che poteva essere la nostra “metropolitana”. Un servizio interrotto da circa tre anni e solo parzialmente riattivato tra le stazioni di Città di Castello e Perugia Ponte San Giovanni, con treni che però, per ragioni di sicurezza, vanno talmente piano che i pochi pendolari che li usano impiegano un’ora e mezzo per il viaggio tra le due stazioni.

“Carrozze fatiscenti e treni diesel - ricorda Carla Spagnoli, presidente del Movimento per Perugia - nonostante la ferrovia sia elettrificata da San Sepolcro a Ponte San Giovanni e abbia a disposizione quattro treni elettrici Minuetto costati circa 16 milioni, e oggi abbandonati perché mancano i pezzi di ricambio”.

Nel tratto tra Ponte San Giovanni e Perugia Sant’Anna (quest’ultima è diventata una sorta di giardino abbandonato, con arbusti e erba cresciuti tra i binari) i lavori di ammodernamnto della ferrovia dovrebbero concludersi entro il prossimo anno, mentre non ci sono né soldi né progetti concreti per i lavori e la riattivazione dei collegamenti con Terni e Sansepolcro.

Anche l’offerta e la qualità dei servizi delle Ferrovie dello Stato (Terontola - Perugia - Foligno - Terni) non è il massimo. Per il raddoppio della Foligno-Terontola sono già stati stanziati 32 milioni di euro, sperando che non si ripeta quanto avvenuto per il raddoppio della ferrovia tra Campello e Spoleto, con lavori cominciati da vent’anni e non ancora finiti. Tante e forse anche troppe le proposte per i collegamenti interregionali.

Il Frecciarossa per Milano (alla Regione costa alcuni milioni di euro all’anno) ha avuto più viaggiatori del previsto, solo che dal dicembre scorso non arriva più alla Stazione centrale di Milano ma in quella periferica di Rogoredo. Tante richieste per fermate di questi treni anche a Orte, Chiusi, Terontola, ma per ora senza risposta poiché i convogli “superveloci” devono fare poche soste per rimanere tali.

La Presidente della Regione, Donatella Tesei, propone collegamenti veloci Frecciabianca da Perugia e Terni con le stazioni di Roma e Firenze, dove poi usufruire anche dei treni Frecciarossa. Proposte la cui fattibilità e i cui costi sono ancora da verificare.

Enzo Ferrini

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trasporti

Agli umbri piace spostarsi in automobile. Lo dimostrano i dati Istat e dell’Osservatorio Unipol-Sai: meno del 6 per cento usano i mezzi pubblici per recarsi al lavoro, e 6 studenti su dieci arrivano a scuola in auto. Con il non piacevole primato che la nostra è la Regione italiana con la maggiore densità di auto in rapporto alla popolazione, ognuna delle quali mediamente percorre più di 14.000 chilometri all’anno, altro record nazionale.

Abitudini e comportamenti che però probabilmente dipendono anche da un sistema di trasporti pubblici che non soddisfa le esigenze di chi deve spostarsi, non solo nei paesini e borghi, ma anche nelle città più grandi. In tempi in cui si dovrebbe ridurre l’uso dell’auto per la tutela di un ambiente già troppo malato. E invece in Umbria si prospetta la riduzione del servizio trasporti pubblici, con il taglio di corse degli autobus per ripianare i debiti accumulati in anni di una gestione che è anche oggetto di indagini della magistratura perugina per i reati di associazione per delinquere, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Con un buco di bilancio di 15 milioni che la nuova Giunta regionale si trova a dover ripianare. “Di certo – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche si impongono una serie di decisioni coraggiose e responsabili, che coinvolgono tutti gli attori di questo settore, dalla stessa Regione agli enti locali, dalle aziende interessate al servizio, ai sindacati, ai singoli lavoratori, a tutti gli umbri, nessuno escluso”.

Per Melasecche, “è ingeneroso addebitare a questa Giunta, insediata da poche settimane, la mancata presentazione di ricette miracolose, considerato che sono in corso incontri serrati a tutti i livelli, regionali e nazionali, per cercare di affrontare una migliore rimodulazione dei servizi, l’eliminazione di sprechi e di eventuali corse inutili nei casi in cui non c’è un’utenza minimamente adeguata ai costi che l’intera collettività regionale è costretta a sopportare”.

L’ipotesi di “eliminazione delle corse inutili” annunciata e ribadita in più occasioni dall’assessore preoccupa non solo gli utenti ma anche i sindacati, che hanno subito proclamato lo stato di agitazione, nel timore che siano a rischio i posti di lavoro. Sono infatti 2.500 gli addetti del settore, tra pubblico e privato.

Un nuovo incontro tra sindacati e assessore è in programma per il 10 febbraio, in attesa - ha spiegato Melasecche che “le società fornitrici dei servizi consegnino i dati analitici relativi al tasso di utilizzo delle corse e le proposte dettagliate in merito”. In un’intervista al Corriere dell’Umbria l’assessore ha parlato di “corse vuote che non possiamo più permetterci di mantenere”, e della necessità “di compiere scelte nell’integrazione fra rotaie e gomma”.

Anche su rotaia, però, in Umbria i problemi non mancano. L’esempio più eclatante è quello della Ferrovia centrale umbra, che poteva essere la nostra “metropolitana”. Un servizio interrotto da circa tre anni e solo parzialmente riattivato tra le stazioni di Città di Castello e Perugia Ponte San Giovanni, con treni che però, per ragioni di sicurezza, vanno talmente piano che i pochi pendolari che li usano impiegano un’ora e mezzo per il viaggio tra le due stazioni.

“Carrozze fatiscenti e treni diesel - ricorda Carla Spagnoli, presidente del Movimento per Perugia - nonostante la ferrovia sia elettrificata da San Sepolcro a Ponte San Giovanni e abbia a disposizione quattro treni elettrici Minuetto costati circa 16 milioni, e oggi abbandonati perché mancano i pezzi di ricambio”.

Nel tratto tra Ponte San Giovanni e Perugia Sant’Anna (quest’ultima è diventata una sorta di giardino abbandonato, con arbusti e erba cresciuti tra i binari) i lavori di ammodernamnto della ferrovia dovrebbero concludersi entro il prossimo anno, mentre non ci sono né soldi né progetti concreti per i lavori e la riattivazione dei collegamenti con Terni e Sansepolcro.

Anche l’offerta e la qualità dei servizi delle Ferrovie dello Stato (Terontola - Perugia - Foligno - Terni) non è il massimo. Per il raddoppio della Foligno-Terontola sono già stati stanziati 32 milioni di euro, sperando che non si ripeta quanto avvenuto per il raddoppio della ferrovia tra Campello e Spoleto, con lavori cominciati da vent’anni e non ancora finiti. Tante e forse anche troppe le proposte per i collegamenti interregionali.

Il Frecciarossa per Milano (alla Regione costa alcuni milioni di euro all’anno) ha avuto più viaggiatori del previsto, solo che dal dicembre scorso non arriva più alla Stazione centrale di Milano ma in quella periferica di Rogoredo. Tante richieste per fermate di questi treni anche a Orte, Chiusi, Terontola, ma per ora senza risposta poiché i convogli “superveloci” devono fare poche soste per rimanere tali.

La Presidente della Regione, Donatella Tesei, propone collegamenti veloci Frecciabianca da Perugia e Terni con le stazioni di Roma e Firenze, dove poi usufruire anche dei treni Frecciarossa. Proposte la cui fattibilità e i cui costi sono ancora da verificare.

Enzo Ferrini

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Da Assisi l’impegno per una economia giusta e sostenibile https://www.lavoce.it/da-assisi-limpegno-per-una-economia-giusta-e-sostenibile/ Fri, 24 Jan 2020 14:05:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56063

“Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila”. È un passaggio del “Manifesto di Assisi” “contro la crisi climatica” presentato ad Assisi questa mattina con un evento nazionale al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’impegno dei sottoscrittori del Manifesto è costruire un’economia e una società più a misura d’uomo in grado di affrontare con coraggio la crisi climatica, grazie ad una nuova alleanza tra istituzioni, mondo economico, politica, società e cultura. “Siamo in tanti ad aver sottoscritto il Manifesto che Ermete ha ideato insieme ad alcuni esperti di economia. Oltre 2000 firme, di grande rappresentatività. E oltre 2000 saranno anche i giovani “quattro amici” che, con Papa Francesco, verranno a fine marzo con la voglia di cambiare l’economia. Li attendiamo con speranza: non possiamo e non vogliamo più tornare indietro. E sono convinto che insieme – noi tutti, i giovani e Francesco – cambieremo il mondo” ha detto il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, in apertura dell'incontro. Il Manifesto ha raccolto le firme di tanti cittadini ma anche e soprattutto imprenditori, a cominciare dai promotori: Confindustria, Coldiretti, Gruppo Enel, Novamont (la multinazionale umbra leader nel settore delle bioplastiche impegnata per lo sviluppo sostenibile) che con la Fondazione “Symbola” e il Sacro Convento di Assisi, hanno promosso il Manifesto. [gallery ids="56067,56066,56065,56064"]

Questo il testo del Manifesto

IL MANIFESTO DI ASSISI

Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica

Qui sotto, il testo completo del Manifesto. Si trova pubblicato sul sito www.symbola.net, dove è anche possibile firmarlo. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini. Importante è stato ed è in questa direzione il ruolo dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila. Già oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’ economia circolare e sostenibile. Siamo, ad esempio, primi in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti prodotti. La nostra green economy rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro affondando le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla bellezza, all’efficienza, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori. Fa della coesione sociale un fattore produttivo e coniuga empatia e tecnologia. Larga parte della nostra economia dipende da questo. I nostri problemi sono grandi e antichi: non solo il debito pubblico ma le diseguaglianze sociali e territoriali, l’illegalità e l’economia in nero, una burocrazia spesso inefficiente e soffocante, l’incertezza per il presente e il futuro che alimenta paure. Ma l’ Italia è anche in grado di mettere in campo risorse ed esperienze che spesso non siamo in grado di valorizzare. Noi siamo convinti che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia. La sfida della crisi climatica può essere l’occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore. Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un mondo più sicuro, civile, gentile.]]>

“Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila”. È un passaggio del “Manifesto di Assisi” “contro la crisi climatica” presentato ad Assisi questa mattina con un evento nazionale al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’impegno dei sottoscrittori del Manifesto è costruire un’economia e una società più a misura d’uomo in grado di affrontare con coraggio la crisi climatica, grazie ad una nuova alleanza tra istituzioni, mondo economico, politica, società e cultura. “Siamo in tanti ad aver sottoscritto il Manifesto che Ermete ha ideato insieme ad alcuni esperti di economia. Oltre 2000 firme, di grande rappresentatività. E oltre 2000 saranno anche i giovani “quattro amici” che, con Papa Francesco, verranno a fine marzo con la voglia di cambiare l’economia. Li attendiamo con speranza: non possiamo e non vogliamo più tornare indietro. E sono convinto che insieme – noi tutti, i giovani e Francesco – cambieremo il mondo” ha detto il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, in apertura dell'incontro. Il Manifesto ha raccolto le firme di tanti cittadini ma anche e soprattutto imprenditori, a cominciare dai promotori: Confindustria, Coldiretti, Gruppo Enel, Novamont (la multinazionale umbra leader nel settore delle bioplastiche impegnata per lo sviluppo sostenibile) che con la Fondazione “Symbola” e il Sacro Convento di Assisi, hanno promosso il Manifesto. [gallery ids="56067,56066,56065,56064"]

Questo il testo del Manifesto

IL MANIFESTO DI ASSISI

Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica

Qui sotto, il testo completo del Manifesto. Si trova pubblicato sul sito www.symbola.net, dove è anche possibile firmarlo. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali. Il contributo di tutti i mondi economici e produttivi e soprattutto la partecipazione dei cittadini. Importante è stato ed è in questa direzione il ruolo dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Siamo convinti che, in presenza di politiche serie e lungimiranti, sia possibile azzerare il contributo netto di emissione dei gas serra entro il 2050. Questa sfida può rinnovare la missione dell’Europa dandole forza e centralità. E può vedere un’Italia in prima fila. Già oggi in molti settori, dall’industria all’agricoltura, dall’artigianato ai servizi, dal design alla ricerca, siamo protagonisti nel campo dell’ economia circolare e sostenibile. Siamo, ad esempio, primi in Europa come percentuale di riciclo dei rifiuti prodotti. La nostra green economy rende più competitive le nostre imprese e produce posti di lavoro affondando le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla bellezza, all’efficienza, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori. Fa della coesione sociale un fattore produttivo e coniuga empatia e tecnologia. Larga parte della nostra economia dipende da questo. I nostri problemi sono grandi e antichi: non solo il debito pubblico ma le diseguaglianze sociali e territoriali, l’illegalità e l’economia in nero, una burocrazia spesso inefficiente e soffocante, l’incertezza per il presente e il futuro che alimenta paure. Ma l’ Italia è anche in grado di mettere in campo risorse ed esperienze che spesso non siamo in grado di valorizzare. Noi siamo convinti che non c’è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c’è in Italia. La sfida della crisi climatica può essere l’occasione per mettere in movimento il nostro Paese in nome di un futuro comune e migliore. Noi, in ogni caso, nei limiti delle nostre possibilità, lavoreremo in questa direzione, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno. Un’Italia che fa l’Italia, a partire dalle nostre tradizioni migliori, è essenziale per questa sfida e può dare un importante contributo per provare a costruire un mondo più sicuro, civile, gentile.]]>
Ambiente. Fino al 4 ottobre per le Chiese cristiane è il Tempo del creato https://www.lavoce.it/ambiente-chiese-tempo-creato/ Fri, 06 Sep 2019 11:01:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55179 tempo creato

Si prega per oltre un mese per la biodiversità, e la preghiera stessa somiglia a un organismo vivente: la Giornata per il creato infatti continua a svilupparsi in dimensioni e complessità. Nata originariamente come singola giornata, il 1° settembre, all’interno del mondo ortodosso, si è man mano estesa ad altre Chiese, allargandosi all’intero mese di settembre, e dall’anno scorso protraendosi fino al 4 ottobre, non a caso festa di san Francesco d’Assisi. È stato denominato “Tempo del creato”.

Nella Chiesa cattolica universale l’edizione 2019 è la 5a Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Nel suo Messaggio per l’evento, Papa Francesco invita “fortemente i fedeli a dedicarsi alla preghiera in questo tempo... È l’occasione per sentirci ancora più uniti ai fratelli e alle sorelle delle varie Confessioni cristiane. Sentiamoci anche in profonda sintonia con gli uomini e le donne di buona volontà, insieme chiamati a promuovere, nel contesto della crisi ecologica che riguarda ognuno, la custodia della rete della vita di cui facciamo parte”.

Una preghiera dai risvolti molto concreti. “È questo il tempo - aggiunge Bergoglio - per intraprendere azioni profetiche. Molti giovani stanno alzando la voce in tutto il mondo, invocando scelte coraggiose. Sono delusi da troppe promesse disattese, da impegni presi e trascurati per interessi e convenienze di parte... A loro dobbiamo risposte vere, non parole vuote; fatti, non illusioni. Le nostre preghiere e i nostri appelli sono volti soprattutto a sensibilizzare i responsabili politici e civili. Penso in particolare ai Governi che nei prossimi mesi si riuniranno per rinnovare impegni decisivi a orientare il pianeta verso la vita anziché incontro alla morte”.

Sul tema è intervenuto anche il Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale, a cui si affiancano il Movimento cattolico mondiale per il clima e la Rete ecclesiale panamazzonica.

Il tema suggerito quest’anno dal Comitato direttivo ecumenico del Tempo del creato è “La rete della vita”, con la necessità di proteggere la biodiversità. La perdita delle specie animali e vegetali sta infatti accelerando: un recente rapporto dell’Onu stima che addirittura una specie su nove è a rischio estinzione. Ci si ricollega poi in particolare al prossimo Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia.

Mauricio Lopez, segretario della Rete panamazzonica, ha sottolineato che “il Tempo del creato è un’opportunità per riflettere sui modi in cui amiamo le culture in tutta la loro diversità, specialmente la diversità delle comunità nell’Amazzonia”.

Il prefetto del Dicastero per lo sviluppo, card. Peter Turkson, ha firmato una lettera di sostegno al Tempo del creato insieme all’arcivescovo di Canterbury, capo della Comunione anglicana, al rappresentante del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, leader spirituale degli ortodossi, e a molti altri leader cristiani. Nel testo si ribadisce che, “con l’aggravarsi della crisi ambientale, noi cristiani siamo urgentemente chiamati a essere testimoni della nostra fede agendo coraggiosamente per tutelare il dono che condividiamo”.

All’iniziativa ecologica aderisce il Consiglio ecumenico delle Chiese, organismo che rappresenta gran parte delle comunità protestanti e ortodosse a livello mondiale.

Per valorizzare il Tempo del creato, dal 1° settembre - in cui ricorre la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato - fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi, alla vigilia della preghiera ecumenica per il creato di Assisi intitolata “Camminando insieme verso la Cop24”, il 31 agosto e il 1° settembre la Conferenza delle Chiese europee (Kek) e il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) hanno espressamente chiesto alle rispettive comunità di pregare e di prendersi cura dell’ambiente.

Scrive il pastore protestante Christian Kriegerpresidente della Kek: “Mentre le crisi ambientali si acuiscono e appaiono progressivamente le loro conseguenze per i più vulnerabili”, i cristiani sono chiamati a testimoniare “in parole, in azione e in preghiera” la loro fede.

Il Tempo del creato è per la famiglia cristiana, al di là di ogni denominazione, una “opportunità per celebrare insieme Dio come Creatore, per esprimere la nostra gratitudine comune per il dono di tutta la vita, per portare a Dio il nostro rammarico per l’abuso del nostro ambiente e delle risorse naturali, per diventare consapevoli della nostra responsabilità verso tutti gli esseri umani e verso il creato, e impegnarci ad agire”.

Leggi anche: L’11a edizione del “Sentiero di Francesco” da Assisi a Gubbio.

D. R.

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tempo creato

Si prega per oltre un mese per la biodiversità, e la preghiera stessa somiglia a un organismo vivente: la Giornata per il creato infatti continua a svilupparsi in dimensioni e complessità. Nata originariamente come singola giornata, il 1° settembre, all’interno del mondo ortodosso, si è man mano estesa ad altre Chiese, allargandosi all’intero mese di settembre, e dall’anno scorso protraendosi fino al 4 ottobre, non a caso festa di san Francesco d’Assisi. È stato denominato “Tempo del creato”.

Nella Chiesa cattolica universale l’edizione 2019 è la 5a Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Nel suo Messaggio per l’evento, Papa Francesco invita “fortemente i fedeli a dedicarsi alla preghiera in questo tempo... È l’occasione per sentirci ancora più uniti ai fratelli e alle sorelle delle varie Confessioni cristiane. Sentiamoci anche in profonda sintonia con gli uomini e le donne di buona volontà, insieme chiamati a promuovere, nel contesto della crisi ecologica che riguarda ognuno, la custodia della rete della vita di cui facciamo parte”.

Una preghiera dai risvolti molto concreti. “È questo il tempo - aggiunge Bergoglio - per intraprendere azioni profetiche. Molti giovani stanno alzando la voce in tutto il mondo, invocando scelte coraggiose. Sono delusi da troppe promesse disattese, da impegni presi e trascurati per interessi e convenienze di parte... A loro dobbiamo risposte vere, non parole vuote; fatti, non illusioni. Le nostre preghiere e i nostri appelli sono volti soprattutto a sensibilizzare i responsabili politici e civili. Penso in particolare ai Governi che nei prossimi mesi si riuniranno per rinnovare impegni decisivi a orientare il pianeta verso la vita anziché incontro alla morte”.

Sul tema è intervenuto anche il Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale, a cui si affiancano il Movimento cattolico mondiale per il clima e la Rete ecclesiale panamazzonica.

Il tema suggerito quest’anno dal Comitato direttivo ecumenico del Tempo del creato è “La rete della vita”, con la necessità di proteggere la biodiversità. La perdita delle specie animali e vegetali sta infatti accelerando: un recente rapporto dell’Onu stima che addirittura una specie su nove è a rischio estinzione. Ci si ricollega poi in particolare al prossimo Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia.

Mauricio Lopez, segretario della Rete panamazzonica, ha sottolineato che “il Tempo del creato è un’opportunità per riflettere sui modi in cui amiamo le culture in tutta la loro diversità, specialmente la diversità delle comunità nell’Amazzonia”.

Il prefetto del Dicastero per lo sviluppo, card. Peter Turkson, ha firmato una lettera di sostegno al Tempo del creato insieme all’arcivescovo di Canterbury, capo della Comunione anglicana, al rappresentante del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, leader spirituale degli ortodossi, e a molti altri leader cristiani. Nel testo si ribadisce che, “con l’aggravarsi della crisi ambientale, noi cristiani siamo urgentemente chiamati a essere testimoni della nostra fede agendo coraggiosamente per tutelare il dono che condividiamo”.

All’iniziativa ecologica aderisce il Consiglio ecumenico delle Chiese, organismo che rappresenta gran parte delle comunità protestanti e ortodosse a livello mondiale.

Per valorizzare il Tempo del creato, dal 1° settembre - in cui ricorre la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato - fino al 4 ottobre, festa di san Francesco d’Assisi, alla vigilia della preghiera ecumenica per il creato di Assisi intitolata “Camminando insieme verso la Cop24”, il 31 agosto e il 1° settembre la Conferenza delle Chiese europee (Kek) e il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) hanno espressamente chiesto alle rispettive comunità di pregare e di prendersi cura dell’ambiente.

Scrive il pastore protestante Christian Kriegerpresidente della Kek: “Mentre le crisi ambientali si acuiscono e appaiono progressivamente le loro conseguenze per i più vulnerabili”, i cristiani sono chiamati a testimoniare “in parole, in azione e in preghiera” la loro fede.

Il Tempo del creato è per la famiglia cristiana, al di là di ogni denominazione, una “opportunità per celebrare insieme Dio come Creatore, per esprimere la nostra gratitudine comune per il dono di tutta la vita, per portare a Dio il nostro rammarico per l’abuso del nostro ambiente e delle risorse naturali, per diventare consapevoli della nostra responsabilità verso tutti gli esseri umani e verso il creato, e impegnarci ad agire”.

Leggi anche: L’11a edizione del “Sentiero di Francesco” da Assisi a Gubbio.

D. R.

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“Saturday for future” sabato 3 agosto al lyrick tutti i giovani ad Assisi per un mondo ecosostenibile https://www.lavoce.it/saturday-for-future-assisi-sostenibile/ Thu, 01 Aug 2019 10:58:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55043 Saturday for future

“Saturday for future” è l’iniziativa dedicata ai giovani di Assisi, e non solo, che si svolgerà sabato pomeriggio al Teatro Lyrick a partire dalle 17.30 per dare voce a sogni, idee e azioni concrete su ambiente ed ecosostenibilità. Nella Sala degli Emblemi del Palazzo Comunale è stato presentato il programma che nel primo sabato pomeriggio di agosto prevede una serie di interventi da parte di attori della sostenibilità ambientale, da GreenPeace ad Arpa ai ragazzi di Friday for Future al Sacro Convento di Assisi con il progetto Fra Sole, saranno presenti anche startup di giovani che lavorano con e per l’ambiente. L’iniziativa vedrà presente anche il prof. Leonardo Becchetti, cofondatore della scuola di economia civile, che insieme ad Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), ha lanciato l’iniziativa nazionale SATURDAYS FOR FUTURE per invitare i ragazzi a coinvolgere le loro famiglie in ‘sabati sostenibili’ dedicati a cambiare le abitudini di spesa. L’idea è far sì che il sabato, il giorno successivo alla mobilitazione di Friday for future, quando oltre la metà delle persone fa abitualmente la spesa settimanale, si trasformi per tutti nel giorno del 'voto con il portafoglio' a favore della sostenibilità ambientale e sociale. Il sindaco Stefania Proietti ha spiegato che si tratta di un’iniziativa proposta dall’assessorato alle politiche giovanili alla quale collabora l’associazione culturale giovanile Riverock, attiva da 10 anni ad Assisi, e si inquadra in un movimento che a livello nazionale inizia a battersi contro la politica economica che non pensa all’ambiente. “Si tratta di un evento antesignano allo scopo di sensibilizzare i giovani – ha detto il sindaco – a fare scelte sostenibili nella vita quotidiana, a compiere gesti anche piccoli, purchè vadano nella direzione di non mortificare l’ambiente. Soltanto sommando i gesti di ognuno di noi possiamo cambiare il mondo, e i gesti riguardano anche le scelte in campo economico che se sono fatte con attenzione alla sostenibilità e allo spreco possono giovare all’ambiente e soprattutto diventare gesto concreto di giustizia sociale. Il primo sabato sostenibile di Assisi verso SATURDAY FOR FUTURE, che mira a rendere protagonisti i giovani verso un futuro più giusto e sostenibile, si inquadra anche nelle iniziative di avvicinamento al grande evento The Economy of Francesco quando, il prossimo marzo 2020 su invito di Papa Francesco, giungeranno ad Assisi giovani da tutto il mondo per concretizzare una nuova economia più giusta, solidale e sostenibile”. L’assessore alle politiche giovanili Veronica Cavallucci ha raccontato come è nata l’idea del Saturday for future: “All’inizio pensavamo a un momento di festa dedicata ai giovani, a creare uno spazio dove farli incontrare, poi è maturata la convinzione di un talk per approfondire le tematiche legate all’ecologia. Un’occasione per riflettere su quelli che possono essere gli stili di vita, le scelte, in coerenza con la sostenibilità ambientale perché in questo ambito tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa”. Cristiano Croci di Riverock ha illustrato nel dettaglio il programma, presentando gli ospiti, a cominciare dal professor Leonardo Becchetti, direttore scientifico di Next (Nuova economia x tutti) a Gabriele Salari di Greenpeace Italia, da Fra Simone Tenuti del Sacro Convento di Assisi al gruppo che sostiene Friday for future di Greta Thumberg, da Mauro Nardocci di Seads a Mick Odeli di Drawlight, da Francesco Aiello di Arpa Umbria a Stefano Vitali dell’Associaione Canapamo. Insomma tanti ospiti per un talk d’eccezione per il tema scelto e dedicato ai giovani, pensando per primi ai 4.200 ragazzi tra i 15 e i 30 anni di Assisi, ma non solo perché l’evento è aperto a tutti coloro che sono alla ricerca di informazioni e vogliono arricchirsi su questioni di notevole importanza per il presente e il futuro di ognuno di noi. E’ previsto dopo il talk e dopo un aperitivo anche un concerto con una superband che eseguirà nell’anno del 50esimo anniversario della sua uscita “Abbey Road”, l’ultimo vero disco in studio del Beatles.]]>
Saturday for future

“Saturday for future” è l’iniziativa dedicata ai giovani di Assisi, e non solo, che si svolgerà sabato pomeriggio al Teatro Lyrick a partire dalle 17.30 per dare voce a sogni, idee e azioni concrete su ambiente ed ecosostenibilità. Nella Sala degli Emblemi del Palazzo Comunale è stato presentato il programma che nel primo sabato pomeriggio di agosto prevede una serie di interventi da parte di attori della sostenibilità ambientale, da GreenPeace ad Arpa ai ragazzi di Friday for Future al Sacro Convento di Assisi con il progetto Fra Sole, saranno presenti anche startup di giovani che lavorano con e per l’ambiente. L’iniziativa vedrà presente anche il prof. Leonardo Becchetti, cofondatore della scuola di economia civile, che insieme ad Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), ha lanciato l’iniziativa nazionale SATURDAYS FOR FUTURE per invitare i ragazzi a coinvolgere le loro famiglie in ‘sabati sostenibili’ dedicati a cambiare le abitudini di spesa. L’idea è far sì che il sabato, il giorno successivo alla mobilitazione di Friday for future, quando oltre la metà delle persone fa abitualmente la spesa settimanale, si trasformi per tutti nel giorno del 'voto con il portafoglio' a favore della sostenibilità ambientale e sociale. Il sindaco Stefania Proietti ha spiegato che si tratta di un’iniziativa proposta dall’assessorato alle politiche giovanili alla quale collabora l’associazione culturale giovanile Riverock, attiva da 10 anni ad Assisi, e si inquadra in un movimento che a livello nazionale inizia a battersi contro la politica economica che non pensa all’ambiente. “Si tratta di un evento antesignano allo scopo di sensibilizzare i giovani – ha detto il sindaco – a fare scelte sostenibili nella vita quotidiana, a compiere gesti anche piccoli, purchè vadano nella direzione di non mortificare l’ambiente. Soltanto sommando i gesti di ognuno di noi possiamo cambiare il mondo, e i gesti riguardano anche le scelte in campo economico che se sono fatte con attenzione alla sostenibilità e allo spreco possono giovare all’ambiente e soprattutto diventare gesto concreto di giustizia sociale. Il primo sabato sostenibile di Assisi verso SATURDAY FOR FUTURE, che mira a rendere protagonisti i giovani verso un futuro più giusto e sostenibile, si inquadra anche nelle iniziative di avvicinamento al grande evento The Economy of Francesco quando, il prossimo marzo 2020 su invito di Papa Francesco, giungeranno ad Assisi giovani da tutto il mondo per concretizzare una nuova economia più giusta, solidale e sostenibile”. L’assessore alle politiche giovanili Veronica Cavallucci ha raccontato come è nata l’idea del Saturday for future: “All’inizio pensavamo a un momento di festa dedicata ai giovani, a creare uno spazio dove farli incontrare, poi è maturata la convinzione di un talk per approfondire le tematiche legate all’ecologia. Un’occasione per riflettere su quelli che possono essere gli stili di vita, le scelte, in coerenza con la sostenibilità ambientale perché in questo ambito tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa”. Cristiano Croci di Riverock ha illustrato nel dettaglio il programma, presentando gli ospiti, a cominciare dal professor Leonardo Becchetti, direttore scientifico di Next (Nuova economia x tutti) a Gabriele Salari di Greenpeace Italia, da Fra Simone Tenuti del Sacro Convento di Assisi al gruppo che sostiene Friday for future di Greta Thumberg, da Mauro Nardocci di Seads a Mick Odeli di Drawlight, da Francesco Aiello di Arpa Umbria a Stefano Vitali dell’Associaione Canapamo. Insomma tanti ospiti per un talk d’eccezione per il tema scelto e dedicato ai giovani, pensando per primi ai 4.200 ragazzi tra i 15 e i 30 anni di Assisi, ma non solo perché l’evento è aperto a tutti coloro che sono alla ricerca di informazioni e vogliono arricchirsi su questioni di notevole importanza per il presente e il futuro di ognuno di noi. E’ previsto dopo il talk e dopo un aperitivo anche un concerto con una superband che eseguirà nell’anno del 50esimo anniversario della sua uscita “Abbey Road”, l’ultimo vero disco in studio del Beatles.]]>