Il convegno regionale dei catechisti che si è svolto il 29 e 30 settembre ad Assisi, è stato anche occasione di confronto tra diverse esperienze. Ne abbiamo raccolte alcune: da quelle ispirate al metodo catecumenale e tradotto in scelta comune per tutta la diocesi a Gubbio e a Terni, alle proposte nelle parrocchie con la “Catecasa” ideata a San Giustino e la formazione ‘senza catechismo’ a Foligno fino alla proposta educativa dell’Azione cattolica ragazzi. Le sperimentazioni nelle parrocchie o diocesi fanno sorgere tra la gente il confronto su metodi e tempi, che se non compresi, si riducono ad un “lì la dottrina dura meno!” o a “là vogliono che facciamo noi i catechisti!”. Anche da qui nasce l’esigenza di percorsi comuni.
La “Catecasa”
Portare il catechismo nelle case, coinvolgendo direttamente i genitori è la sfida lanciata da don Livio Tacchini, parroco di San Giustino, diocesi di Città di Castello, nella sua comunità. Ai genitori che chiedono il battesimo per il proprio figlio da inizio 2012 i catechisti propongono tre incontri di un’ora, direttamente a casa. I genitori hanno così maggior conoscenza del rito, ma anche della comunità parrocchiale in cui vivono e che spesso ignorano. “Catecasa”, invece, si rivolge ai bambini di quinta elementare e prima media e, da quest’anno, anche di terza e quarta elementare. I genitori hanno un incontro al mese di catechesi fatto da don Livio e di consegna del materiale che poi useranno per fare direttamente la “dottrina” ai propri figli.
Gubbio: catechisti “a scuola”
L’anno pastorale che sta per iniziare sarà dedicato alla formazione dei catechisti perché la diocesi ha scelto di adottare il “metodo catecumenale” per la preparazione dei ragazzi ai Sacramenti dell’iniziazione cristiana: battesimo, prima comunione e cresima. Aurora Fisicaro, responsabile dell’Ufficio catechistico diocesano, spiega le novità: non ci sarà più ‘il’ catechista ma si dovrà lavorare in équipe; i catechisti saranno ‘accompagnatori’ dei bambini e delle loro famiglie; i ragazzi saranno divisi in gruppi e non in ‘classi’; i genitori sono coinvolti in incontri e sono chiamati a dare una testimonianza di fede.
Foligno: catechesi senza catechismo
Nella Unità pastorale di don Giovanni Zampa il cammino formativo di tutta parrocchia è imperniato sul Vangelo della domenica. Gli incontri dei vari gruppi, secondo la specificità delle diverse età, seguono un cammino comune. La preparazione ai sacramenti avviene da maggio a settembre (non solo catechesi ma anche partecipazione alle attività dell’oratorio) con i bambini per i quali la famiglia chiede il sacramento.
Terni: itinerario catecumenale
È la diocesi che in Umbria prima delle altre ha fatto la scelta dell’itinerario catecumenale (la formazione per i catechisti è iniziata otto anni fa) e l’anno scorso ha adottato il Direttorio che è frutto della ‘mediazione’ con le esigenze della diocesi. La catechesi inizia dalla nascita con le famiglie che chiedono il battesimo, accompagnate da coppie della parrocchia. A 7 anni inizia il percorso di catechesi segnato da diverse tappe: le più importanti sono la prima comunione e la cresima. Previsto un quarto anno “mistagogico” e poi l’inserimento in gruppi e associazioni che accompagnino il ragazzo nella formazione. Quest’anno inizia il terzo dei quattro anni.
Spoleto: sperimentazione in corso
Tre parrocchie stanno utilizzando l’itinerario catecumenale: Bevagna, Norcia, Castel Ritaldi. In quest’ultima genitori molto coinvolti nella catechesi dei più piccoli che hanno un incontro ogni 15 giorni. Dovrebbero partecipare alla messa domenicale con i genitori ma non mancano le difficoltà.
Acr: formazione quotidiana
I gruppi Acr accompagnano la formazione dei ragazzi dai 6 ai 14 anni. Articolati in classi di età (6-8, 9-11, 12-14) per ragioni pedagogiche, non riproducono le classi del catechismo né “fanno” catechismo. Tutto il percorso educativo dell’Acr, infatti, è riconosciuto dalla Cei valido anche per la formazione ai sacramenti. L’itinerario Acr integra catechesi, liturgia, e carità inserendo i ragazzi nella vita della Chiesa a partire dall’esperienza del gruppo inserito nella parrocchia.