Dopo la momentanea interruzione di mercoledì scorso, Papa Francesco ha ripreso le catechesi sulla Chiesa in occasione delle udienze generali del mercoledì (testo integrale su www.vatican.va). Questa volta ha approfondito il concetto di popolo di Dio, “un altro dei termini con cui il Concilio Vaticano II ha definito la Chiesa (LG, 9). E lo faccio con alcune domande, sulle quali ognuno potrà riflettere”.
La prima: “Che cosa vuol dire essere popolo di Dio?”. E ha risposto: “Anzitutto vuol dire che Dio non appartiene in modo proprio ad alcun popolo; perché è Lui che ci chiama, ci convoca, ci invita a fare parte del Suo popolo, e questo invito è rivolto a tutti, senza distinzione, perché la misericordia di Dio vuole la salvezza per tutti (1Tm 2,4)… Vorrei dire anche a chi si sente lontano da Dio e dalla Chiesa, a chi è timoroso o indifferente, a chi pensa di non poter più cambiare: il Signore chiama anche te a far parte del Suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore!”.
Quindi: “Come si diventa membri di questo popolo? Non attraverso la nascita fisica, ma attraverso una nuova nascita. Nel Vangelo, Gesù dice a Nicodemo che bisogna nascere dall’alto, dall’acqua e dallo Spirito per entrare nel regno di Dio (Gv 3,3-5). È attraverso il battesimo che noi siamo introdotti in questo popolo, attraverso la fede in Cristo, dono di Dio che deve essere alimentato e fatto crescere in tutta la nostra vita. Chiediamoci: come faccio crescere la fede che ho ricevuto nel mio battesimo?”.
Terza domanda: “Qual è la legge del popolo di Dio? È la legge dell’amore, amore a Dio e amore al prossimo secondo il comandamento nuovo che ci ha lasciato il Signore (Gv 13,34)”. Ha poi esclamato: “Quanto cammino dobbiamo ancora fare per vivere in concreto questa nuova legge! Quando vediamo sui giornali o alla televisione tante guerre fra cristiani… ma come può capitare questo? Dentro il popolo di Dio, quante guerre! Nei quartieri, nei posti di lavoro, quante guerre per invidia, gelosie! Dobbiamo chiedere al Signore che ci faccia capire bene questa legge dell’amore”.
Quarto: “Che missione ha questo popolo? Quella di portare nel mondo la speranza e la salvezza di Dio: essere segno dell’amore di Dio che chiama tutti all’amicizia con Lui; essere lievito che fa fermentare tutta la pasta, sale che dà il sapore e che preserva dalla corruzione, essere una luce che illumina”.
Infine, “qual è il fine di questo popolo?… La comunione piena con il Signore, la familiarità con il Signore, entrare nella Sua stessa vita divina, dove vivremo la gioia del Suo amore senza misura, una gioia piena”.