Nell’ambito delle iniziative collegate alla mostra “LabOra: persona, lavoro, bene comune. Immagini e testimonianze sul significato, la dignità e le sfide del lavoro”, promossa dalla Consulta delle aggregazioni laicali dell’arcidiocesi, il 23 novembre si è svolta a Castigione del Lago la tavola rotonda dal titolo “Sfide del lavoro oggi”.
Hanno partecipato la prof.ssa Cristina Montesi dell’Università di Perugia e alcuni imprenditori del luogo, coordinati dalla dott.ssa Elena Teatini: sono emersi i tratti dell’“economia civile” e della responsabilità sociale d’impresa, alla luce della dottrina sociale della Chiesa e, nel racconto degli imprenditori, un bagaglio di esperienze ricche di intelligenza e passione.
Cosa significa “lavoro” oggi
Secondo l’economia civile, ha indicato la prof.ssa Montesi, il mercato del lavoro non è un asettico luogo di incontro tra domanda e offerta, ma un ambito di crescita, di autorealizzazione delle persone e di inclusione sociale. Si tratta di una “terza via” rispetto alle visioni dell’economia classica salariale e di quella marxiana: nel lavoro, infatti, entrano in gioco più motivazioni, monetarie, intrinseche e trascendenti, come insegna la secolare esperienza del monachesimo benedettino.
Visto con tali occhi, il lavoro contempera più obiettivi: acquisire attraverso un giusto salario una disponibilità di beni sufficiente a soddisfare almeno i bisogni fondamentali; far valere i diritti delle persone; ridurre le disuguaglianze; dotare di senso le attività; non distruggere i beni relazionali, sia all’interno dell’impresa (superando l’esasperata competizione tra individui e la conflittualità capitale-lavoro) sia al di fuori di essa; conciliare l’attività produttiva e il consumo con i limiti biofisici della Terra.
Tra i numerosi aspetti che caratterizzano il lavoro negli scenari della contemporaneità, Montesi ha ricordato uno dei più evidenti: oggi si parla non tanto di lavoro, quanto di attività. Il lavoro si è infatti trasformato, è ormai un insieme di attività: non è costituito solo da competenze di base e tecniche, ma si è arricchito anche di competenze relazionali, creative, comunicative ed espressive.
Le esperienze delle aziende del luogo
Le aziende del luogo, di varia natura e dimensione, hanno mostrato in cosa può consistere, sul campo, l’interrogarsi costantemente sul bene dell’azienda e sul bene comune. Paola Butali, titolare della fattoria e azienda agricola “La Cerreta”, ha raccontato la sua storia di donna e imprenditrice, appassionata della terra e fiduciosa nel valore della bellezza, tanto da creare, all’interno della tenuta, un percorso di sculture e istallazioni amalgamato alla campagna e alle sue attività.
Alle problematiche dell’internazionalizzazione dell’impresa ha fatto riferimento Stefano Milic, direttore generale della Elettromil srl, richiamando la costante attenzione a coniugare il rispetto per i lavoratori e la presenza dell’azienda in Paesi esteri, anche molto diversi per tradizioni e cultura (Slovacchia, Cina, India).
Cristian Giardini, amministratore delegato della Giardini mangimi spa, ha sottolineato l’importanza del gioco di squadra e della scelta, rivelatasi vincente, di assumere in prevalenza lavoratori del luogo e di utilizzare materie prime provenienti dal territorio. La cura per l’identità del territorio si rivela anche nell’adesione dell’azienda al Bollino di provenienza del Trasimeno.
Infine è intervenuto Giovanni Segantin, responsabile della comunità di accoglienza “Il Casolare”, che gestisce l’azienda agraria della Fondazione Gostino onlus: qui il lavoro, assieme alla preghiera, è parte fondante dell’esperienza quotidiana che viene proposta a quanti, provenienti da storie difficili, vivono nella comunità (ad esempio giovani con problemi di droga, di alcol o con esperienze familiari dolorose), secondo i princìpi della gratuità e del dono, propri dell’economia cristiana.
Nei complessi scenari delineati dalla prof.ssa Montesi, queste storie aziendali hanno testimoniato una grande ricchezza. Nel nostro territorio sono in atto interessanti tentativi di rispondere alle odierne sfide del lavoro. Traspare la profonda corrispondenza tra le aspirazioni di chi lavora e crea lavoro, e le parole di Papa Francesco: “Nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale l’essere umano esprime ed accresce la dignità della propria vita” (Evangelii gaudium, 192).
Alessandra Di Pilla