di Daris Giancarlini
“Non ti preoccupare, papà, a Rachele ci penso io!”. Federico, 15 anni, voleva salvare Rachele, la sorellina di un anno che fango e acqua portati dalla piena stavano minacciando nella villetta di Casteldaccia, in Sicilia, dove poi sono morte nove persone di due diverse famiglie. Tra le vittime anche Federico e Rachele, che sono volati in cielo abbracciati.
Come succedeva spesso prima della tragedia: perché Federico, faccia pulita da bravo ragazzo, quella sorella, da quando era arrivata, se la coccolava tutti i giorni, ci giocava, la proteggeva. Le voleva un bene dell’anima, e non l’ha voluta lasciare fino all’ultimo, perché lei era indifesa di fronte a quell’ondata di melma, rami spezzati e detriti che nel giro di pochi minuti ha sterminato due famiglie.
Per Federico più di qualcuno, raccontando il fatto, ha usato la parola ‘eroe’: chi lo ha conosciuto racconta di un ragazzino generoso e altruista, che spesso si prendeva responsabilità anche più grandi di lui per aiutare la famiglia. Un angelo, che semplicemente (!) amava le persone a lui più care. “La misura dell’amore è amare senza misura” ha scritto sant’Agostino. Ora Federico abbraccerà Rachele per l’eternità, con il suo amore senza misura.