Casa Mosca si rinnova

GUBBIO. Progetto a conclusione del quinquennio presieduto dal Vescovo

La conclusione del quinquennio presieduto dal vescovo Mario Ceccobelli, pur nel contesto di una gestione caratterizzata da piena collaborazione e gestione unitaria, è coincisa con la presentazione di un progetto esecutivo grazie al quale migliorano capienza ricettiva e qualità dei servizi nella casa di riposo “Mosca”. Una struttura che è il fiore all’occhiello della solidarietà eugubina, dove operano fianco a fianco Chiesa e Comune, Vescovo e Sindaco che ogni cinque anni si alternano alla guida del Consiglio di amministrazione (composto da otto membri), secondo la volontà di Vittoria Toschi Mosca che ha donato a tale scopo il nobile palazzo di piazza Bosone. Nella struttura trovano risposte adeguate e qualificate, sul piano dell’assistenza umana e sanitaria, situazioni di difficoltà legate al progredire dell’età accompagnato da un graduale decadimento fisico. Nel corso della cerimonia svoltasi nella “sala teatro”, che ha segnato il passaggio delle consegne, presenti Diego Guerrini, il  vescovo Mario Ceccobelli, il direttore amministrativo Laura Marinelli, il direttore del distretto Alto Chiascio Paola Biraschi, è stato illustrato il “Restauro, risanamento conservativo, ridistribuzione delle funzioni e dei servizi” da realizzare in cinque stralci, con una spesa di circa 900 mila euro, garantita da contributi della Fondazione Cassa risparmio di Perugia (256 mila euro), dalla Camera dei deputati (100.000), dai fondi Arcus. I lavori prevedono l’adeguamento del terzo e in parte del quarto piano anche sotto il profilo igienico – sanitario, una nuova cucina centralizzata capace di 500 pasti, il risanamento dei locali di quella vecchia che completano la parte monumentale del piano nobile e dell’ex teatro, una nuova camera mortuaria, l’adeguamento dei locali adibiti a spogliatoi del personale, il restauro dei soffitti lignei e voltati e dei decori dei portali in stucco. I lavori consentiranno di portare da 77 ad 83 i posti della residenza protetta (anziani non più auto-sufficienti), di migliorare i 12 della residenza servita (persone autosufficienti), di ricavare sette posti per una “comunità alloggio” per disabili. Le camere sono da uno o due letti. I lavori dovrebbero terminare entro la primavera del prossimo anno. Per quanto riguarda il personale, nella “casa” lavorano 25 dipendenti (infermieri compresi), e si alternano una cinquantina di operatori esterni che garantiscono servizi specifici, oltre ad un robusto volontariato.

AUTORE: Giampiero Bedini