Casa Caritas in Kosovo: laboratorio di fraternità

Kosovo. A Klina la delegazione della Caritas regionale guidata dal card. Bassetti. I volontari si sono perfettamente integrati con la comunità locale e sono molto benvoluti nel territorio

cardinale-bassetti-ragazzi-kosovoEra per la prima volta presente da cardinale, Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza episcopale umbra, alla casa di accoglienza della Caritas umbra a Klina, in Kosovo, ed è stata una festa grande. Insieme alla delegazione formata dal direttore della Caritas di Spoleto-Norcia e delegato regionale, dal direttore della Caritas di Assisi padre Vittorio Viola, da Enrico Mori e da Giuseppe Lepri, il card. Bassetti ha salutato tutti i bambini e ragazzi che si stretti intorno a lui festosi insieme agli operatori e volontari che prestano servizio nella casa.

“Una festa che fa bene al cuore, e che mostra il grande amore che diventa dono reciproco nella quotidianità” è stato il primo commento del Vescovo.

“Il Kosovo – ricorda Giorgio Pallucco, delegato regionale Caritas -, a poco più di un’ora di aereo dall’Italia, è una terra dove si stanno ancora toccando con mano gli esiti disastrosi di una sanguinosa guerra civile motivata dall’odio etnico. In questa terra, 15 anni fa, abbiamo deciso di piantare una tenda e abbiamo fatto germogliare e fiorire il seme della carità. I nostri volontari, che stanno dedicando la propria vita per questa opera in Kosovo, si sono perfettamente integrati con la comunità locale e sono molto benvoluti nel territorio. La casa della Caritas Umbria non si propone solamente come luogo di accoglienza, ma anche come struttura operativa in cui i volontari con la loro attività si aprono al territorio e portano solidarietà, aiuto e sollievo alle famiglie dei territori circostanti, spesso in collaborazione con i servizi della comunità locale che da poco tempo stanno iniziando a funzionare”.

Nei giorni della visita, molti sono stati gli incontri con i rappresentanti della Chiesa locale e delle istituzioni civili, delle forze armate italiane impegnate in missioni umanitarie, per definire i rapporti e rinsaldare una collaborazione che sia da supporto in vari ambiti per la popolazione.

“A loro – prosegue Pallucco – va il nostro ringraziamento per il sostegno e la collaborazione da sempre prestata per le nostre opere in Kosovo. Con l’amministratore apostolico della chiesa cattolica in Kosovo, mons. Dode Gjiergji, sono state discusse e concordate le modalità attraverso cui garantire la prosecuzione delle attività dell’opera-segno regionale in Kosovo, in collaborazione e comunione con la Caritas locale”.

Una realtà piena di giovani in un Paese che sta rinascendo dopo la distruzione provocata dalla guerra. “Il desiderio – conclude il card. Bassetti – è quello di continuare la nostra opera, fin quando sarà possibile e secondo le indicazioni che le istituzioni potranno dare. Ormai c’è questo rapporto consolidato, i nostri volontari si sono ben inseriti e inculturati a Kline, e la casa della Caritas rappresenta un piccolo laboratorio di integrazione e fraternità verso la costruzione di una pace duratura”.

 

Le attività a favore dei minorenni

La casa della Caritas, affidata da 15 anni a Massimo e Cristiana Mazzali, ospita 20 bambini e giovani dai 5 ai 18 anni, 11 maschi e 9 femmine, tra cui alcuni fratelli. Sono bambini che non hanno famiglia o hanno genitori che non sono in grado di provvedere loro; arrivano tramite i servizi sociali o il Ministero. Da un anno, inoltre, nel fine settimana vengono accolti alcuni bambini disabili ai quali viene proposta un’attività creativa e di socializzazione. Oggi l’opera della Caritas nella cittadina di Klina non si limita ad accogliere i bambini nella casa, ma si svolge anche con la visita e aiuto a circa 200 famiglie molto povere.

AUTORE: Elisabetta Lomoro