Il contesto sociale locale evidenzia il perdurare di una crisi profonda con l’emergere di nuove povertà a seguito del disgregarsi di legami familiari, della crisi economica e occupazionale con la difficoltà crescente per giovani e adulti ad avere un’occupazione che garantisca una vita dignitosa che, di conseguenza, genera forme di isolamento, emarginazione, solitudine e abbandono.
In questo contesto, segnato da moltissime famiglie che si rivolgono alle strutture caritative della Chiesa per richiedere viveri e altre aiuti di prima necessità, operano la Caritas di Terni-Narni-Amelia e l’associazione di volontariato San Martino.
Molti i servizi per sostenere in maniera efficace persone e famiglie, in un percorso che mira ad evitare la cronicizzazione del disagio e conseguentemente una grave situazione di emarginazione sociale, a fronte anche di casi particolari dove chi tace il bisogno lo fa, magari, per dignità personale, povertà nascoste che vengono spesso taciute alla comunità, al vicino di casa, al famigliare.
La riflessione del vescovo Piemontese
“La carità non è un optional per la chiesa – ha detto il vescovo Piemontese – ma è parte della missione della chiesa, una missione che si esprime nella quotidianità, nel servizio. Siamo consapevoli che ciò che facciamo è parte integrante di noi stessi della chiesa. Questa opera è molto più gravosa, difficile, pesante perché oggi è un’opera di supplenza all’azione dello Stato che viene meno in tanti settori e in tanti ambiti.
La Caritas fa tutto ciò che può ma non abbiamo risorse e mezzi infiniti, le nostre risorse sono la carità della gente, sono l’attenzione di alcune istituzioni alla nostra azione e sono il contributo dell’ 8 per mille che ci viene dalla Caritas nazionale e che deriva dalla firma che i cittadini italiani mettono nella loro dichiarazione dei redditi a favore della chiesa cattolica”.
In riferimento alle problematiche legate all’immigrazione il Vescovo ha ribadito l’impegno della chiesa: “continueremo con la cura, l’attenzione agli immigrati che sono già tra noi, portando avanti la politica dell’accoglienza, del rispetto delle persone, ci sforzeremo di dare considerazione alle persone, all’umanità che vive in mezzo a noi. Terni è stata sempre una città accogliente, ha accolto persone di tutta Italia, sentiamoci anche oggi accoglienti e cerchiamo di salvare l’umanità di ogni persona”.
Centri di ascolto
Attraverso i centri di ascolto diocesani e parrocchiali la Caritas svolge un’intensa attività di ascolto delle persone, cercando di dare aiuto concreto ai bisogni primari di nuclei familiari, di anziani soli, ex detenuti, invalidi, divorziati, donne sole con bambini, immigrati attraverso le opere segno gestite dall’associazione di volontariato San Martino.
L’obiettivo principale è quello di dare ai poveri della città la possibilità di avere delle risposte ai loro bisogni primari quali l’ascolto, il mangiare e il dormire, un contributo per il pagamento dell’affitto o di una bolletta della luce, del gas dell’acqua; garantire 365 giorni l’anno un pasto caldo in luogo confortevole e accogliente come la mensa San Valentino, l’accoglienza di uomini singoli in Casa Parrabbi, l’accoglienza di donne singole e di donne con minori nella Casa per la Speranza Santa Maria della Pace.
Nel 2018 il dato generale evidenzia una leggera diminuzione delle persone che si rivolgono al Centro di ascolto (544 persone, contro le 619 dello scorso anno; 209 sono le persone che si sono presentate per la prima volta); un aumento delle presenze di cittadini italiani rispetto agli stranieri; un aumento degli uomini che fanno richieste rispetto alle donne; un aumento del valore dei beni economici richiesti.
I dati dell’attività svolta nel 2018
Le persone che si sono rivolte alle strutture della Caritas sono state 4946 (erano state 6.320 nel 2017).
I servizi offerti sono stati molteplici: 26.000 pasti distribuiti alla mensa San Valentino (10.000 pasti in meno rispetto al 2017), in diminuzione poichè si sono rivolte alla mensa 30 unità giornaliere in meno, che sono in gran parte immigrati. Il 95% delle persone che nel corso del 2018 hanno usufruito della mensa sono italiani.
In diminuzione anche l’attività degli Empori solidali con 58.158 pezzi di prodotti alimentari distribuiti (124.916 nel 2017) dall’Emporio della solidarietà di Terni (in via Vollusiano) e di Amelia-Narni a 990 utenti che compongono 254 nuclei familiari. Delle 990 persone che hanno usufruito dell’emporio, 364 sono minori di cui 20 disabili. Dei 632 adulti, 85 sono disabili.
Nel 2018 sono state effettuate 2 raccolte di prodotti alimentari e per l’igiene personale nei Supermercati presenti nel comune di Terni, Narni e Amelia; una raccolta è stata fatta anche presso il Liceo Artistico di Terni e presso l’Università Economia Terni e sono state raccolte oltre 14 tonnellate di prodotti. Sono stati distribuiti 13386 capi di vestiario a 992 persone di cui 556 donne e 436 uomini.
Al Centro di Ascolto sono stati effettuati 544 colloqui a persone disoccupate in cerca di lavoro, ma anche casalingo/a, pensionati, inabili al lavoro e persone che pur risultando occupate hanno problemi consistenti per vivere e che presentano problemi economici (30,8%), problemi abitativi (12,6%), occupazione e lavoro (26,8%), salute (6,4%), problemi famigliari (13,1%).
Gli interventi sono stati 2150, mediamente più di 3 per ciascuna persona ascoltata, hanno interessato il pagamento di utenze, affitti, spese sanitarie e sostegno al reddito, effettuati per il 52% nei confronti di italiani e il 48% verso cittadini stranieri. Sono stati eseguiti interventi per l’alloggio (38 interventi su 98 richieste), beni e servizi materiali (1381 su 1588 richieste), consulenza professionale, lavoro, orientamento, sanità, scuola e istruzione, sostegno socio assistenziale, sussidi economici (188 interventi su 383 richieste.
Alle richieste si è potuto far fronte anche grazie al Fondo Solidale per le famiglie disagiate, con le raccolte in Avvento e Quaresima nelle Parrocchie della Diocesi; grazie a questo ulteriore fondo sono state aiutate nello specifico 51 persone in 80 interventi, per un totale speso a consuntivo di oltre 24.000€.
Per il settore carcere sono stati effettuati 185 colloqui nella Casa Circondariale di Terni dove sono stati consegnati 4116 beni di prima necessità a 589 detenuti, di questi sono cittadini italiana il 79% (146 ascolti), contro il 21% degli stranieri (39 ascolti); i nuovi ingressi (110) sono in netta diminuzione rispetto al 2017 e 2016, ma si rileva una netta prevalenza di stranieri (75%) anche se tra questi come distribuzione dei beni il 68% dei richiedenti è stato di cittadinanza italiana.
Per l’emergenza freddo tutti i giorni quattro volontari sono sempre reperibili. Da qualche anno la mensa rimane aperta nel periodo più freddo dell’anno per garantire ai senza fissa dimora i tre pasti principali: colazione, pranzo (o cestino da asporto) e cena. Le presenze a colazione e pranzo variano di giorno in giorno.
Alcuni dei senzatetto vengono accolti nella casa di prima accoglienza O.Parrabbi e ad un coppia, che viveva sotto un ponte al centro della città, è stato offerto un appartamento in via Trevi, fino al 31 marzo 2019. Il Centro di ascolto di via Vollusiano è rimasto sempre a disposizione dei senza tetto o di altri poveri, nel offrire il servizio docce ed indumenti. Solo nel periodo natalizio sono stati effettuati oltre 20 interventi.
Il 2018 è stato un anno caratterizzato dal tema dell’accoglienza dei migranti, che il settore caritativo diocesano ha mantenuto privilegiando quel senso di umanità e di solidarietà, che ha sempre contraddistinto ternani, narnesi e amerini, e sviluppando attività tese all’integrazione con corsi di lingua, attività professionalizzante a cui hanno partecipato 70 dei 157 migranti accolti, con corsi per adetti alla cura e rigenerazione delle aree Urbane dei comuni di Terni, Narni, Lugnano in Teverina, Amelia.
Settore Immigrazione. È stata fornita ospitalità presso le case di accoglienza (O.Parrabbi, San Zenone, Casa Armeni, Casa Valenza, Casa Cardeto). Nella casa di O. Parrabbi sono state ospitate 52 persone, di cui 19 italiani e 33 stranieri. Le nazionalità sono Rumeni, Guinea, Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Etiopia, Libia, Macedonia, Marocco, Pakistan, Senegal. In altri appartamenti sono stati ospitati madre e minore gravemente disabile; padre con un minore e un padre e due figli maggiorenni.
Alla mensa San Valentino, aperta tutti i giorni dalle 17.45 alle 19 (nel periodo invernale anche dalle 8 alle 9 e dalle 12 alle 13) i pasti distribuiti nell’anno sono stati 25.000. Le persone che usufruiscono del servizio quotidiano sono circa 50, in aumento la presenza di italiani rispetto a quella degli stranieri che usufruiscono del pasto o del sacchetto, nelle emergenze. Tutti i giorni è garantito un pasto a chiunque abbia necessità di mangiare dai circa 40 volontari, che si alternano alla mensa.
Le persone che frequentano la mensa sono in prevalenza uomini dai 35 ai 64 anni, con presenza di frequentazione al di sopra dei 75 anni di età sia per il genere femminile che maschile. E’ diminuita la presenza di stranieri e aumentata quella degli italiani persone che hanno visto la loro situazione economica peggiorare, che vivono situazioni di povertà per problemi di occupazione, disagio abitativo, insufficienza o assenza totale di reddito rispetto alle esigenze ordinarie, grave emarginazione (in particolare per i senza fissa dimora), infermità psichiche, indebitamento, situazioni di accattonaggio e sfruttamento, persone separate (soprattutto uomini) o vittime di usura e fallimento.
Soggetti, in genere, senza appoggio di amici o parenti. Molti sono anziani soli e persone con problemi con la giustizia.
I volontari, dai 18 ai 70 anni, sono studenti di scuola superiore, medici, insegnanti, imprenditori, amministratori, pensionati, mamme, nonne e nipoti, e perfino bisognosi che ripagano il pasto aiutando nella gestione. Durante la distribuzione dei pasti, alcuni dei volontari sono impiegati nell’ascolto delle persone.
Il volontario ha il compito di accogliere e garantire la serenità osservando le persone, consapevole che un piccolo gesto può rappresentare una vera e propria coccola per la persona indigente. Oltre alla gestione della sala c’è il servizio di cucina e il funzionamento del magazzino con l’approvvigionamento delle materie prime alimentari, un lavoro molto prezioso e fondamentale ma poco visibile.
Nell’ambito del progetto Corridoi umanitari sono state accolte 15 persone, 7 appartenenti ad un nucleo familiare, 4 in nucleo monoparentale e 4 in nucleo monoparentale, tutti di nazionalità Eritrea. Sono state accolte 4 persone della Nave Diciotti di nazionalità Eritrea.
Per i Rifugiati Politici e richiedenti asilo. Nel corso del 2018 sono stati accolti nel progetto Sprar Narni un totale di 136 beneficiari di cui 118 uomini, 15 donne e 3 minori. I Paesi di origine: Somalia, Nigeria, Senegal, Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Libia, Bangladesh, Gambia, Togo, Etiopia, Camerun, Ciad, Congo, Pakistan, Burkina Faso, Ghana. Sprar Narni categorie Minori Stranieri Non Accompagnati sono stati accolti 16 uomini minorenni.
I Paesi di origine sono: Turchia, Nigeria, Senegal, Costa d’avorio, Guinea, Gambia, Ghana, Egitto, Turchia, Niger Sprar Terni categorie ordinarie sono stati accolti 109 persone di cui 85 uomini, 11 donne , 13 minori. I Paesi di origine sono: Afghanistan, Bangladesh, Burkina faso, Camerun, Congo (rep.), Costa d’avorio, Gambia, Ghana, Giunea bissau, Guinea, Libia, Mali, Niger, Nigeria, Pakistan, Rep. dem., Congo, Senegal, Sierra leone, Somalia.
Emergenza Sbarchi. Nel 2018 l’Emergenza Sbarchi è continuata e le persone accolte sono state 157, di cui 5 donne, 4 minori e 148 maschi (contro le 254 persone del 2017). I Paesi di origine sono Bangladesh, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Camerun, Etiopia, Gambia, Ghana, Guinea, Iraq, Mali, Nigeria, Pakistan, Russia, Senegal, Sierra Leone, Somalia, Togo.