“L’Umbria con i cristiani dimenticati della Terra Santa” era il titolo dell’incontro tenutosi a Perugia mercoledì, 2 aprile, con il direttore della Caritas di Gerusalemme, padre Raed Abusahlia. Scopo era presentare il progetto “Gemellaggi e pellegrinaggi” lanciato dalla Caritas di Gerusalemme per venire incontro ai cristiani di Terra Santa, ond’evitare che emigrino in massa in cerca di migliori fortune. Alla conferenza stampa erano presenti anche Marco Vinicio Guasticchi e Flavio Lotti, rispettivamente presidente e direttore del Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, che ha organizzato l’evento, e padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento di Assisi. L’incontro con padre Abusahlia, in qualche modo preparatorio alla visita di Papa Francesco in Terra Santa il 24-26 maggio prossimi, ha rafforzato i legami di collaborazione della nostra regione con gli strati più disagiati della popolazione di Terra Santa, sia per offrire sostegno di tipo economico sia per contribuire al processo di pace. In concreto, si tratta delle 15 parrocchie cristiano-palestinesi che sorgono nel territorio compreso tra Gaza e Gerusalemme. Il “Progetto di gemellaggio e pellegrinaggio” si rivolge però non alla sola Umbria ma all’intera Chiesa italiana, e consta dei seguenti punti. Si propone anzitutto un gemellaggio di ciascuna delle 15 parrocchie palestinesi con una diocesi del nostro Paese; a fare da tramite sarà l’ufficio Caritas o l’ufficio Pellegrinaggi della diocesi interessata, mentre farà da “facilitatore” la Caritas di Gerusalemme. Quest’ultima si impegna a fornire alla Caritas italiana un rapporto annuale sulle necessità più urgenti, in particolare relative a scuola, povertà, anziani, disoccupati, malati, disabili. Il suggerimento è di organizzare ogni anno in Italia una raccolta di offerte per le parrocchie di Terra Santa; il denaro confluirà in un Fondo speciale di ogni Caritas parrocchiale palestinese. Ogni parrocchia fornirà ogni anno una relazione dettagliata sull’utilizzo dei fondi. Inoltre, Caritas Gerusalemme invita le diocesi italiane a privilegiare la Terra Santa tra le mete dei propri pellegrinaggi, senza contare la possibilità di scambi di visite in cui coinvolgere soprattutto i giovani. Per seguire queste varie attività tra Italia e Gerusalemme verrà nominato un coordinatore ad hoc. Caritas Gerusalemme è stata fondata nel 1967 all’indomani della Guerra dei sei giorni; oggi si prende cura di circa 30.000 persone di ogni appartenenza religiosa, che risiedono a Gerusalemme, nella Striscia di Gaza e nei Territori occupati. Gestisce 6 dipartimenti: servizi sociali, centri medici, micro-credito, giovani, sviluppo, comunicazione.
Cattolici di Terra Santa
Le parrocchie cattoliche di Terra Santa fanno parte di un’unica diocesi che si estende su tre aree geopolitiche: Israele (17 parrocchie), Territori palestinesi (15), Giordania (35). Caritas Gerusalemme è responsabile principalmente delle parrocchie di Palestina. Sono comunità grandi o piccole, che abbracciano le diverse tradizioni della Chiesa cattolica, non solo quindi quella di rito latino ma anche le varie espressioni della Chiesa cattolica di rito orientale: maronita, greco-melchita, armena, siriana, caldea. “Caritas Gerusalemme – scrivono – sta passando giorni dolorosi. Facciamo del nostro meglio per raggiungere il maggior numero di persone possibile, ma non abbiamo alcun reddito stabile”.