Suor Elisa Carta è stata nominata, il 1° settembre, presidente della Caritas diocesana dal vescovo Sorrentino con il consenso di suor Elisabeth Robèrt, madre superiora della congregazione delle suore di San Francesco d’Assisi, la cui casa generalizia risiede in Francia a Montpellier. Dal marzo 1996 la congregazione dispone anche di un insediamento presso S. Maria degli Angeli, aperto all’accoglienza di giovani per ritiri spirituali e di coppie che intendono maturare un più stabile rapporto. Suor Elisa succede a padre Vittorio Viola, attuale custode della basilica di S. Maria degli Angeli. Una consacrata di origine sarda che ha trascorso gran parte della sua vita in varie nazioni dell’Africa occidentale e centrale a contatto con poveri e diseredati.
Suor Elisa, l’impegno della Caritas diocesana le impedirà di portare avanti le altre attività?
“Assolutamente no! Resto fermamente legata alla mia attività missionaria in Africa. Tenterò di conciliare le varie incombenze. L’associazione Segretariato amici per la missione, da me fondata in Togo fin dal 1977, si propone quale sussidio medico e scolastico a favore di quel popolo, comprese adozioni a distanza. A causa dell’epidemia di Ebola non mi sarà però possibile recarmi a Lomè, capitale del Togo a fine ottobre, come preventivato”.
Con quale spirito ha accettato il compito nella Caritas diocesana?
“Con prudenza e preoccupazione. Mi trovo in una fase di ‘rodaggio’ data la recente nomina, ma in gran parte ho preso consapevolezza della situazione. Fondamentale è il Centro di prima accoglienza per persone senza fissa dimora o in estrema difficoltà (esclusi i minori). In merito agli ospiti, esistono molteplici casistiche. Meritevole di citazione altro servizio: ‘La Madonnina’, che si pone come approdo per donne sole con particolari problemi, e per donne con bambini”.
Di quali collaborazioni si avvale la Caritas?
“Del sostegno dato dalla Fondazione ‘Santi Rufino e Rinaldo’, che si occupa soprattutto del settore amministrativo-gestionale, e dell’aiuto prestato dal Centro di ascolto diocesano, dalle Caritas parrocchiali e interparrocchiali, dai centri di volontariato sociale. Sto prendendo coscienza di quanto risulti arduo rispondere a necessità e richieste sempre crescenti”.
Una sua definizione di carità.
“Consiste in un complesso di azioni intese come atti di ‘restituzione’ concreta, spirituale e morale, destinata ad assicurare a ogni persona un’esistenza dignitosa”.