“I ministeri laicali vanno sviluppati non perché mancano i preti, ma perché così deve essere la Chiesa: una comunità viva e articolata, cui lo Spirito santo dona carismi in abbondanza. La Chiesa stessa, con il discernimento ultimativo di chi la guida, trasforma questi carismi in ministeri, cioè in servizi continuativi e ben organizzati per la sua corretta edificazione”. È un passo dell’omelia pronunciata dal vescovo Mario Ceccobelli il 30 aprile durante la solenne celebrazione eucaristica officiata in duomo in occasione della festa dei santi Mariano e Giacomo, titolari della Cattedrale, alla presenza dei numerosi ministri istituiti in tutta la diocesi.
Il presule ha ricordato che tali ministeri non sono un “benevola concessione” dei Vescovi in questi tempi, ma un’esigenza propria della nostra identità di battezzati: la Chiesa di Cristo è un organismo sociale pienamente carismatico, che deve diventare tutto ministeriale. Nella comunità cristiana non ci sono attori e spettatori, tutti sono attori. In una Chiesa locale, quindi, deve esserci il riconoscimento di questi doni e la loro destinazione al servizio della comunità.
Durante la celebrazione sono stati istituiti lettori e ministri straordinari della comunione eucaristica che, mediante un percorso articolato durante tutto l’anno, pastorale si sono preparati ad approfondire la loro vocazione al ministero.
Molteplici gli spunti che il Vescovo ha offerto durante l’omelia, sia sull’identità ministeriale della Chiesa sia sulla spiritualità che dovrebbe esercitare l’esercizio di ogni ministero.
Per quanto riguarda la spiritualità dei ministeri, mons. Ceccobelli ha anzitutto sottolineato l’importanza di curare la propria vita interiore, indispensabile per portare buoni frutti.
Allo scopo di fornire indicazioni specifiche, ha focalizzato due aspetti: da una parte, il rapporto con il Risorto; dall’altra, l’atteggiamento fondamentale da mantenere nell’esercizio del proprio ministero. Per quanto riguarda il primo punto mons. Ceccobelli, partendo dal discorso di Gesù sulla vite e i tralci riportato dall’evangelista Giovanni, ha infatti ricordato come sia indispensabile rimanere nell’amore del Cristo per poter essere testimoni del suo amore e della sua misericordia.
Il Vescovo ha poi richiamato tutti i ministri presenti a esercitare il proprio ministero con umiltà, cioè con un atteggiamento di vero servizio per l’edificazione della comunità cristiana.