‘Eucarestia e parola di Dio’ questo il tema dell’assemblea ecclesiale diocesana che si è aperta al teatro Verdi con la proiezione di un video, splendidamente realizzato da Elisabetta Lomoro, con il quale sono stati illustrati gli avvenimenti salienti dell’anno pastorale trascorso. Davanti ad una numerosa platea mons. Vincenzo Paglia, introducendo i lavori, ha innanzitutto tracciato un bilancio del piano pastorale, incentrato sulla celebrazione domenicale dell’Eucarestia a partire dalla lettera pastorale. Bilancio positivo, certo, ma ancora insufficiente perché occorre ancora insistere e perseverare per migliorare sempre più e per aumentare la partecipazione qualitativa e quantitativa dei fedeli. L’assemblea diocesana è stata anche il centro per una riflessione sull’ultima lettera enciclica di Giovanni Paolo II ‘ Ecclesia de Eucharistia’. Relatore d’eccezione è stato il card. Camillo Ruini presidente della Conferenza episcopale italiana. Una relazione chiara ed approfondita, lineare lungo il ‘filo’ dell’eucaristia che edifica la chiesa, in essa si effettua l’opera della redenzione, in essa abbiamo la forza che fa crescere la chiesa. Secondo Ruini la grande sfida di oggi è generare cristiani autentici, ma senza la partecipazione della comunità all’eucarestia ciò non è possibile. All’assemblea ha portato il suo saluto anche Daniel Chiobotea, metropolita della chiesa ortodossa della Romania, che ha ricordato che nel Vangelo di Giovanni i seguaci di Gesù sono esortati ad amarsi tra di loro come lui, che è Dio, li ama. Senza l’Eucarestia questo non sarebbe possibile. I due giorni di lavori assembleari sono proseguiti nella Cattedrale di Terni. Due gli argomenti in evidenza: l’omelia domenicale, attraverso una ricerca eseguita dal sociologo Luca Diotallevi, svolta nei mesi scorsi in diocesi, sulla natura e efficacia delle omelie. Sono state intervistate 776 persone al termine della celebrazione e sono state esaminate 84 omelie in diverse parrocchie. Ne è risultato un quadro non troppo entusiasmante Infatti i fedeli, pur considerandola parte essenziale della liturgia, la trovano sempre piuttosto distante dalla vita quotidiana degli ascoltatori. L’altro aspetto è stato l’annuncio del vescovo del tema del prossimo anno pastorale: la parola di Dio nella liturgia domenicale, ossia il terzo capitolo della sua lettera pastorale, sviluppo logico di quanto seguito nell’anno trascorso. Ha molto insistito, con passione e richiami frequenti, sulla necessità per il cristiano di conoscere la Bibbia, di leggerla, meditarla, viverla, di farne costante nutrimento della propria vita, tutti i giorni. Sono stati preparati anche alcuni sussidi: per tutti il Vangelo di Matteo dallo stesso vescovo commentato, e per i sacerdoti dei commenti ai Vangeli delle celebrazioni domenicali. Ampia e densa è stata la relazione di mons. Paglia, ricca di citazioni e chiara riguardo alla centralità della parola nel prossimo piano pastorale. Infine è stato dato il mandato ai catechisti per l’inizio del nuovo anno catechistico. Due giorni intensi e ricchi d’indicazioni per un anno pastorale che dovrà essere per la chiesa diocesana veramente missionario. L’indagine sulle omelie nelle chiese della diocesiPrima indagine mai realizzata in Italia sulle omelie. Ne sono state registrate e trascritte 84 (circa un terzo delle omelie domenicali della diocesi) in parrocchie scelte a caso senza che il celebrante fosse preavvisato. Sono inoltre state intervistate al termine della celebrazione 776 persone, delle circa 7000 che a quelle messe complessivamente hanno preso parte, riguardo all’omelia appena ascoltata. Questi i dati provvisori relazionati nel corso dell’assemblea ecclesiale: il 91% le ritiene idonee, 84% ne condivide i contenuti, il 77% le ritiene ben udibili e il 41% ritiene la lettura e l’omelia il momento più importante della celebrazione. Per quanto riguarda le omelie stesse: il 28% dura meno di 10 minuti, il 47% dura tra i 10-15 minuti, il 25% dura più di 15 minuti. Altro aspetto analizzato è stato quello della spiegazione: il 25% fa riferimento alle letture in genere, ma nel 17% dei casi non c’è riferimento al vangelo, nel 56% nessun riferimento alla prima lettura, nel 78% nessun riferimento alla seconda lettura, nel 99% nessun riferimento al salmo. Preso in esame anche il modello di spiegazione che nel 25% fa riferimento ad un contesto biblico, nel 25% al lezionario, nel 14% al mistero eucaristico. Nella gran parte dei casi è rarissimo l’invito ad assumere condotte di vita in ambito pubblico o privato, ed eventualmente se fosse presente sempre indirizzato verso la vita familiare, sessuale, condotta individuale, ma mai con riferimenti alla vita politica e sociale. La percezione comunque è quella che l’omelia per i ternani rappresenti un momento importante dell’esperienza religiosa della chiesa. In conclusione l’omelia dovrebbe essere un dialogo tra assemblea e celebrante, un processo collettivo, prodotto del cammino comunitario della chiesa.
Card. Ruini: la sfida di oggi è generare cristiani autentici
L'intervento del Presidente della Cei all'Assemblea diocesana
AUTORE:
Elisabetta Lomoro - Nicola Molè