Il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, è tornato lunedì 16 dall’Ucraina, dove ha accolto l’invito di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa greco-cattolica ucraina. Nel saluto rivolto, sabato 14 luglio, ai pellegrini del Santuario mariano di Zarvanytsia in Ucraina il cardinale ha parlato di speranza: “La vecchia Europa ha bisogno di riscoprire la gioia del Vangelo e la bellezza della vita cristiana. C’è bisogno di una rinnovata evangelizzazione, di una fede giovane per risvegliare quanti sono spenti nello spirito e ridare speranza agli sfiduciati nella vita a motivo della sofferenza, della povertà e della solitudine”.
“Le tante fiaccole che stasera ardono dinanzi al santuario rappresentano tante piccole fiammelle di fede, che però, unite insieme, mostrano al mondo quella luce immensa che è il messaggio di amore di Gesù, salvatore di tutti gli uomini”, ha proseguito: “Rivolgendomi in particolar modo ai tanti giovani presenti, desidero esortarli a ‘non lasciarsi rubare la speranza’, come ha raccomandato Papa Francesco, ed anche a non lasciarsi ingannare dalle lusinghe del mondo, ma a cercare sempre il senso della vita nell’ascolto della Parola di Dio e nella cura della famiglia e della Chiesa. La società contemporanea disprezza i valori della vita, l’importanza della famiglia e della comunità di fede, esaltando l’individualismo e il benessere egoistico. È invece proprio nella famiglia che si trasmette la fede autentica e che si esercita la prima carità. Le vostre dure esperienze durante gli anni bui della persecuzione testimoniano come siano state le famiglie, nel segreto delle proprie case, a salvare la Chiesa dal disfacimento. Oggi è la Chiesa a doversi far carico – più ancora di quanto abbia sempre fatto – della famiglia, minacciata da più parti da modelli di vita disgregatori ed effimeri”.
Bassetti ha poi proseguito con un appello ai giovani: “Non so quali indicazioni verranno dal prossimo Sinodo dedicato ai giovani. Una cosa però mi sento di poter dire: che arriverà dalla Chiesa un forte incoraggiamento ai giovani di tutti i continenti perché tornino in prima fila nella edificazione della società e della Chiesa, perché non si mettano da parte, ma siano invece parte attiva nelle loro comunità. Non importa se ci metterete in difficoltà: ogni cambiamento, se è vero, non può essere ‘comodo’. Quello che importa è che non abbiate paura di fare la vostra parte”. “Il vostro Paese, l’Europa, il mondo hanno bisogno di un pensiero giovane, capace di intuire soluzioni nuove per i grandi problemi che gli adulti vi hanno lasciato; c’è bisogno di energie giovani, per vincere la stanchezza di una società invecchiata e rinunciataria; c’è bisogno di cuori giovani, capaci di passione e di sacrificio, per pagare il prezzo alto della verità e del bene”, ha concluso il cardinale.
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