Perugino, Raffaello e Sassoferrato: tre grandi maestri che si ritroveranno a confronto in una mostra che si preannuncia un vero gioiello. Ad ospitarla il Nobile collegio del Cambio di Perugia, dove dal 22 giugno al 21 ottobre si terrà la mostra “Raffaello e Perugino. Modelli nobili per Sassoferrato a Perugia”. Tra le opere esposte, gli autoritratti di Raffaello e di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, e il ritratto del Perugino provenienti dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, insieme ad altre sette opere del Sassoferrato dell’abbazia di San Pietro di Perugia, di proprietà della Fondazione per l’istruzione agraria di Perugia.
L’esposizione rappresenta la prima importante estensione fuori Toscana del progetto “La città degli Uffizi”. “Si tratta di una collana iniziata 7 anni fa” ha spiegato in conferenza stampa lunedì 22 aprile scorso al Collegio del Cambio Antonio Natali, direttore degli Uffizi, nonché curatore della mostra insieme a Francesco Federico Mancini, docente dell’Università di Perugia, già curatore di mostre quali quelle del Pinturicchio, Perugino e Signorelli a Perugia. “Ma – prosegue – è stata avviata concretamente solo nel 2008, con altre mostre nel territorio toscano e in Abruzzo, con le quali sono state esposte opere conservate nella riserva (deposito), opere meno celebrate e però meritevoli d’essere egualmente rese note”.
Un’alleanza tra le due città per rilanciare l’immagine positiva di Perugia e per sostenerne la candidatura a capitale della cultura – ha detto il rettore del Nobile Collegio del Cambio Vincenzo Ansidei.
Così per iniziativa del Collegio, esso stesso una grande opera d’arte per i meravigliosi affreschi che decorano le pareti degli ambienti interni, e grazie al sostanzioso contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, il capoluogo umbro ospiterà alcune opere della Galleria degli Uffizi. I tre autoritratti dei protagonisti della mostra potranno allora colloquiare tra loro con un quarto autoritratto, anch’esso del Perugino, ma stavolta dipinto a fresco sulle pareti del Cambio, quasi a firmare con nome e volto un’opera che il Maestro riteneva tra le sue migliori.
Il prof. Mancini ha infatti sottolineato la posizione del ritratto tra gli affreschi del Collegio del Cambio, eseguiti dall’artista tra il 1498 e il 1500. Nella sala dell’Udienza, Perugino si è ritratto tra le figure più illustri dell’antichità, tra gli exempla virtutis, in particolare tra la Giustizia e la Fortezza. Accompagnato da una epigrafe celebrativa, il ritratto fa capire quale ruolo sia stato raggiunto dagli artisti in quel periodo, e soprattutto da Perugino, rispetto ai colleghi di altre arti manuali.
L’allestimento del ritratto del giovane Raffaello nella sala dell’Udienza, accanto a quello del maturo maestro umbro, consentirà di allargare la riflessione sul tema della bottega del Perugino nella quale transitò, appena 16enne, lo stesso Raffaello. “Sembra molto probabile infatti, secondo recenti studi – ha detto Mancini – che Raffaello collaborò alla realizzazione degli affreschi della sala, in particolare nella lunetta con profeti e sibille”. È certo che Perugino non poteva aver realizzato tutto da solo un’opera così strabiliante in soli due anni, facendo quindi ricorso a collaboratori.
Completa il gruppo degli autoritratti quello del Sassoferrato, artista posteriore ma che ai due maestri si ispirò per il suo lavoro. Ottimo copista, famose sono le sue Madonne. “A Perugia – ha proseguito Mancini – arrivò nel 1630, quando come abate di San Pietro c’era Leone Pavoni, il quale lo chiamò proprio per la sua capacità di saper ben interpretare il linguaggio devozionale dei predecessori, utile al rafforzamento della fede religiosa”. Un’occasione, dunque, per affrontare l’importante tema della rivisitazione secentesca dei modi espressivi di Perugino e Raffaello. “Proprio per indagare ciò – ha concluso – nella contigua cappella di San Giovanni al Cambio verranno esposte le sette opere del pittore marchigiano, tra cui una Deposizione, copia della famosa Deposizione Baglioni di Raffaello”.