Dopo settimane di piogge Cia e Coldiretti hanno dato l’allarme sui danni all’agricoltura e chiesto alla Regione di di fare richiesta al Governo per vedere riconosciuto lo Stato di calamità naturale. La richiesta è stata fatta propria dall’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini che ai rappresentanti delle organizzazioni agricole presenti il 4 giugno alla riunione straordinaria del “Tavolo verde”, ha comunicato che avrebbe scritto una lettera urgente al presidente della Commissione politiche agricole Fabrizio Nardone “per l’attivazione dello stato di calamità per l’agricoltura umbra e la richiesta che l’argomento sia posto all’ordine del giorno della prossima riunione della conferenza degli assessori regionali all’agricoltura in programma il 13 giugno”. La riunione, a cui hanno partecipato tutti i rappresentanti delle organizzazioni agricole, è servita per fare il punto sui possibili interventi e sulle strategie necessarie ad affrontare le criticità dovute al maltempo, che su tutto il territorio umbro ha letteralmente messo in ginocchio coltivazioni e produzioni agricole, suscitando la forte preoccupazione degli agricoltori. Anche in sede europea la Regione Umbria si farà promotrice, nel prossimo incontro che si terrà a Bruxelles il 19 e 20 giugno, dello stato di assoluta difficoltà in cui versa il settore, soprattutto per quanto riguarda le misure agroambientali, al fine di evitare la perdita delle risorse stanziate per il comparto. “Nei prossimi giorni – ha detto Cecchini – vanno quantificati il più dettagliatamente possibile i danni subiti, avendo ben presente che non c’è un solo settore agricolo, dai seminativi, ai trapianti, all’ortofrutta, al foraggio che si sia salvato dalla furia degli eventi atmosferici. In questo quadro le semine dei cereali, già tardive a causa del maltempo, hanno subito i colpi devastanti di pioggia e grandine e così la coltura della vita, dell’olio e del tabacco. Dei quasi sei mila ettari vocati a tabacco solo il 20% è stato finora trapiantato ed è quindi facile prevedere le ripercussioni che l’attuale situazione avrà sui raccolti e di conseguenza sui redditi degli agricoltori e sui costi per i consumatori. Sono molti inoltre i terreni dell’Umbria coperti d’acqua, sui quali sarà difficile poter operare in tempi brevi per proseguire con le consuete attività agricole”.
Secondo Coldiretti, dalle prime informazioni raccolte “si profila una situazione di disagi e danni che varia a secondo delle zone. Al momento le prime stime fanno propendere per un calo medio di produzione nelle diverse zone di un 30-40 % per grano, orzo e avena, ma anche per le foraggere, con punte ben superiori specie nelle zone colpite da neve e grandine”.