“Il bullismo è un insieme di comportamenti offensivi e prepotenti messi in atto da una o più persone che prendono di mira una vittima precisa, e che prevede uno sbilanciamento di potere”. La definizione è stata una delle tante, tra loro simili, elencate nel corso dell’incontro sul tema “Le molte facce del bullismo. Interventi di educazione e prevenzione” che si è svolto all’Iis “Cavour – Marconi – Pascal” di Piscille in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo del 7 febbraio.
Chi è il bullo
“Il fenomeno è in crescita – spiega a margine dell’incontro Antonella Piccotti, docente e referente per il bullismo presso lo stesso istituto – e nelle scuole superiori si manifesta soprattutto nei primi due anni, ma la fascia di età si sta abbassando. A identificare il possibile bullo è l’atteggiamento che assume in classe, e la necessità di essere sempre al centro dell’attenzione. Sta a noi insegnanti saper leggere i segnali in tempo, e gestire il fenomeno prima che possa degenerare.
Non sempre è facile, perché dietro a certi atteggiamenti negativi c’è spesso una situazione familiare difficile, un disagio, una fragilità”. “Il compito di noi educatori – sottolinea è quello di insegnare ai ragazzi il rispetto degli altri, delle diversità, ad avere consapevolezza di sé e delle azioni illecite che potrebbero compiere; e nello stesso tempo a non temere di confidarsi, parlare, denunciare. La scuola però, non può fare tutto da sola: insegnanti e famiglie devono fare rete, ma i genitori spesso sono assenti e i docenti sono impegnati a portare avanti il programma…”.
Cosa si può fare
Nel corso degli anni l’istituto ha svolto diverse attività insieme ai ragazzi, anche in collaborazione con la polizia e Libertas Margot, associazione perugina che si occupa di violenza di genere, “con la quale – prosegue Piccotti – abbiamo inserito all’interno della scuola la Bulli box, un’urna in cui gli studenti possono imbucare, anche in forma anonima, segnalazioni di episodi o azioni di bullismo e cyberbullismo.
Quest’anno come scuola abbiamo dedicato l’attenzione sul valore dello sport nella prevenzione del fenomeno, un’occasione per i giovani di prendere coscienza delle proprie pulsioni, sia negative che positive. e convogliarle verso azioni più costruttive”.
Con la prof.ssa Annalisa Federici i ragazzi hanno invece partecipato al progetto “Sbullonati per Telethon, prospettive alternative al bullismo”, “progetto – ha proseguito Piccotti – che ha dato la possibilità ai ragazzi di impegnarsi nel sociale, contribuendo alla raccolta fondi. Gli studenti hanno poi realizzato dei video in cui ognuno ha dato la propria interpretazione del bullismo”.
“Il bullo – ha sottolineato in apertura dell’incontro la dirigente scolastica Maria Rita Marconi – è un vile, perché ha bisogno di un gruppo per affermarsi, altrimenti non esiste”. Affermazione condivisa da Massimo Pici ,presidente di Libertas Margot, il quale ha ricordato che, “se non c’è il sostegno del gruppo, bastano cinque secondi per ‘smontare’ un bullo. Sono gli spettatori che fanno la differenza, perché possono scegliere se schierarsi dalla parte della vittima o dall’altra. Chiedere aiuto o segnalare delle situazioni scorrette è il più grande gesto di coraggio che possiamo fare” ha detto quindi, rivolto agli studenti.
“Nessuno nasce bullo, i bulli sono le vittime di qualcun altro” ha spiegato lo psicologo Daniele Gregorio, sottolineando che “tutti devono avere un supporto: le vittime, i bulli, ma anche chi sta in silenzio”.
L’incontro, coordinato dalla psichiatra Stefania Cerino, si è concluso con l’intervento della neurobiologa dell’Istituto di sanità di Roma, Francesca Cirulli.
Manuela Acito