Il beato Simone Fidati è uno dei più illustri personaggi di Cascia. Ammesso nell’ordine agostiniano, divenne sacerdote, pur senza conseguire titoli accademici per sua deliberata scelta. Esercitò le sue doti di brillante e appassionato predicatore percorrendo le città dell’Italia centrale. La sua fama è legata ai suoi scritti, di grande importanza nella storia della letteratura italiana, al miracolo eucaristico di cui fu protagonista, e alla santità di vita.Morì nel 1348, ma le sue spoglie dal 1361 sono state sempre a Cascia, in diversi posti. La sede che più a lungo le ha ospitate è stata la chiesa di S. Agostino, nella quale, dentro un armadio di legno, giacevano custodite in una cassetta. Nel mese di ottobre del 1679 i padri del convento di S. Agostino pensarono di destinargli una collocazione più dignitosa; perciò ne chiesero licenza alla Sacra congregazione dei Riti, la quale inviò un memoriale al vescovo di Spoleto, card. Cesare Facchinetti; egli dette l’incarico della traslazione al padre maestro Nicola Simonetti, agostiniano, che avrebbe dovuto eseguire l’operazione con l’assistenza del rev. Raffaele Cittadoni, arciprete della Collegiata di S. Maria, e del rev. Dionisio Panfili, vicario foraneo di Cascia, in segreto e a porte chiuse, secondo le disposizioni canoniche, con il rogito di due notai.Radunati, di sera, capitolarmente i frati del convento, il padre Simonetti, presa con la dovuta riverenza la cassetta dove era il corpo del beato Simone, chiusa a chiave, la aprì e vi trovò la testa e tutte le ossa integre.Le ossa e la polvere furono estratte e riposte in un’altra cassetta di legno appositamente predisposta e costruita a forma di cappelletta, ricoperta all’interno di velluto verde, indorata, con l’immagine del Beato sostenuta da due angioletti; deposto il corpo dentro la nuova cassetta e sigillata con il sigillo del convento di S. Agostino di Cascia, questa fu richiusa a chiave. Il corpo del beato Simone venne traslato e sistemato sotto l’altare maggiore della chiesa, dedicato a S. Giovanni Battista; lì accanto fu collocata un’altra piccola custodia di legno con alcuni frammenti della veste del Beato, trovati nella vecchia cassetta, insieme ad un calice d’argento indorato, con la sua patena, e ad un ‘occhiale’ adatto per la lettura delle lettere piccole, perché era tradizione che fossero appartenuti al Beato. La mattina seguente la popolazione fu ammessa a esprimere la propria venerazione per il beato Simone. Poi nel 1703 ci fu il disastroso terremoto; in seguito a questo, probabilmente, ai frati fu possibile rinvenire ed estrarre dalle macerie solo una parte dei resti mortali del Beato, quelli che attualmente sono esposti nella Basilica inferiore di S. Rita, nella Cappella del miracolo eucaristico.
Brillante e appassionato predicatore viaggiò in tutto il centro Italia
Beato Simone Fidati: a Cascia le sue spoglie mortali
AUTORE:
Maria Laura Di Lodovico