di Tonio Dell’Olio*
Abbiamo sete di verità. Viviamo in un Paese dove non c’è una sola strage, che sia avvenuta dal dopoguerra ad oggi, di cui si siano appurati con chiarezza esecutori, mandanti e movente. Ustica, piazza della Loggia, stazione di Bologna, Capaci e via D’Amelio. (Che strano che le stragi portino il nome dei luoghi in cui sono avvenute e non quello delle vittime!). Le ragioni della verità mancata sono sempre le stesse: interessi economici, copertura di centri di potere, responsabilità intoccabili… E puntualmente si scoprono depistaggi, infiltrazioni nel cuore dello Stato, fabbricazione di prove false. Nei giorni scorsi la procura di Caltanisetta ha depositato le motivazioni del processo “Borsellino quater ” dove è stato richiesto il rinvio a giudizio per tre poliziotti autori del confezionamento di false prove e falsi pentiti. Sono passati 26 anni da quei fatti sanguinosi, e il costato ferito della nostra vita collettiva, della nostra democrazia, continua a sanguinare. La mafia non è un’organizzazione criminale ma un sistema distorto di potere che contempla affiliati insospettabili. Per questo abbiamo sete di verità.
*presidente della Pro Civitate Christiana – Assisi