Biotecnologie: andare avanti… ma con cautela

Se ne è parlato in un convegno a Perugia

Possono le biotecnologie fornire, in assoluto, garanzie alla catena alimentare ed evitare ogni rischio alla salute? Intorno a questa domanda si sono articolati i lavori di un Convegno tenutosi nei giorni scorsi nell’Aula Magna dell’Ateneo perugino ad iniziativa del Comitato di Bioetica della stessa Università. La risposta è stata sostanzialmente positiva ma costellata di distinguo e di inviti alla prudenza. Il prof. Francesco Di Pilla, presidente del Comitato organizzatore, ha evidenziato come “la sicurezza del cibo e la cosiddetta catena alimentare (cioè l’intero percorso dei cibi dalla produzione al consumo) contengono delicate implicazioni etiche. Parlare, quindi, di sicurezza è importante soprattutto quando gli argomenti in discussione sono la morbilità e le biotecnologie”. “Queste ultime – ha proseguito Di Pilla – hanno il grande vantaggio di consentire le migliori produzioni, in termini qualitativi, su superfici estremamente ridotte, con grande convenienza economica”. Il che apre le porte a nuove prospettive culturali e di mercato attraverso il realizzarsi di una vera e propria rivoluzione di settore basata sulla intensività anziché sulla estensività. Ma l’attenzione del relatore, e dei molti esperti intervenuti al convegno, si è appuntata anche sui possibili fattori di rischio insiti in una rivoluzione di questo genere. Sì, dunque, al progresso tecnologico ma anche grande prudenza ed attenzione agli aspetti bioetici e giuridici, ai fattori collegati direttamente con la produzione (antiparassitari e fitofarmaci), alla mangimistica, ai rapporti con l’industria (specialmente quella controllata dalle multinazionali), alle modificazioni genetiche non sufficientemente sperimentate e così via. Dai lavori del Convegno è venuto, quindi, un chiaro invito a proseguire – passo dopo passo ma con grande cautela, con una oculata “gestione” della pubblica opinione – stimolando nel contempo le istituzioni affinché s’incarichino di attivare controlli rigorosi ed intransigenti. In uno scenario di questo tipo l’Umbria – è stato detto – è una delle poche regioni che pone una grande attenzione all’esame delle tecniche transgeniche ed un Istituto della facoltà di Agraria si occupa del miglioramento genetico.

AUTORE: Giancarlo Scoccia