Biancospino

Anche quest’anno si è verificata la fioritura in pieno inverno del biancospino nel cespuglio posto ai bordi della strada del Beato Angelo di Gualdo Tadino. Un miracolo piccolo e gentile, quasi impercettibile al viandante distratto che coglie con maggiore evidenza le spine e i candelotti di ghiaccio appesi nella siepe e negli alberi circostanti. Non è il solo miracolo che compie la natura e che sfuggono all’attenzione degli uomini e donne del nostro tempo, secolarizzati e interessati a guardare con maggiore attenzione le vetrine dei negozi e i prezzi delle merci esposte. E tuttavia fa bene la comunità dei gualdesi a dare importanza a questo segno delicato di umile bellezza, che richiama a valori elementari ed essenziali, quelli che non fanno clamore né stordimento. Non sembri fuori luogo considerare questo avvenimento in similitudine con altri che si compiono sul piano delle azioni umane. C’è anche oggi qualche silenziosa fioritura di gemme primaverili in pieno inverno, al di là dei clamori di guerre minacciate e di altre guerreggiate e oltre le risse televisive, non solo quelle tra l’estremista islamico Adel Smith e gli estremisti neofascisti, ma tante altre provocate a freddo dai conduttori e dai calcolatori dell’auditel. Mi riferisco, ad esempio, all’eroismo di quel giovane pompiere di 35 anni, Simone Renoglio che muore per salvare un sub in difficoltà (un miracolo più grande del biancospino). Penso anche ai tanti atti individuali e collettivi di solidarietà, di cui il nostro giornale si fa settimanalmente testimone, alle iniziative ecclesiali che rimangono piuttosto sepolte tra le notizie marginali dei giornali o ne rimangono del tutto fuori. Nella scorsa settimana una delegazione di Terni si è recata a Mosca a portare una reliquia di San Valentino, un santo venerato dalla Chiesa cattolica e quella ortodossa e può costituire quindi un legame di unione, in un momento di grave crisi tra le due Chiese. Un’altra diocesi, quella di Spoleto Norcia, ha portato a termine un sinodo che è durato alcuni anni, con preghiere, riflessioni, dialoghi, propositi, lezioni magisteriali ad alto livello. A Perugia si apre un anno dedicato al grande pontefice Leone XIII con la prestigiosa presenza di un grande teologo e cardinale, Kasper. E si potrebbe continuare indicando tutte le iniziative che raccontiamo nelle pagine locali. Insomma, tentiamo di dire che c’è una grande fioritura di biancospini ad ogni livello della vita, da quello della natura a quello dell’animo umano, a quello ecclesiale. Ciò consente a chi legge di tirare un respiro di sollievo e di prendere coraggio risollevandosi dal cupo pessimismo che spesso tutti ci assale. Nel fiore che sboccia da una pianta spinosa è quasi banale osservare che ridice il vecchio proverbio secondo cui non c’è rosa senza spine e che ogni risultato costa qualche fatica se non vero e proprio sacrificio. Ma ne vale la pena. E per concludere, spinto da alcuni fatti recenti, mi permetto di suggerire a qualche predicatore di dare ogni tanto uno sguardo al biancospino fiorito, in modo da attenuare i toni spesso troppo drammatici dei loro sermoni, sull’esempio di quanto ha detto nell’omelia dell’ultimo dell’anno mons. Chiaretti, quando ha affermato che andando per le visite pastorali ha potuto costatare che sotto la cenere della secolarizzazione in molte persone e famiglie arde ancora il fuoco della fede cristiana. Le parole dei predicatori dovrebbero essere alito che suscita la fiamma e non vento burrascoso che la spegne definitivamente.

AUTORE: Elio Bromuri