Benedetto XVI incontra i giovani. Ma chi sono?

Attesi il 17 giugno a Santa Maria degli Angeli 8.000 giovani

Benedetto XVI incontra i giovani umbri e ripropone loro il messaggio di Francesco d’Assisi per una vita autenticamente originale e fuori dagli schemi, al fine di trovare senso e felicità.

Ma parlare ai giovani umbri significa parlare ad un mondo niente affatto omogeneo, e che non si può conoscere solo prendendo come riferimento il numero dei partecipanti alle Gmg o pensando che coincidano con quelli dell’università o delle iniziative francescane di Assisi.

Abbiamo cercato di capire chi sono i giovani che Benedetto XVI incontrerà, ascoltando coloro che più da vicino hanno a che fare con loro: i responsabili di Pastorale giovanile delle diocesi umbre.

Puntare sugli oratori

Partendo dalla diocesi del capoluogo, quella di Perugia – Città della Pieve, don Simone Sorbaioli tratteggia questo quadro: ‘Attualmente siamo in un periodo di passaggio. Stiamo valutando su quali strumenti puntare e a quelli rinunciare, visto che stiamo vivendo il Sinodo diocesano, al termine del quale emergeranno delle nuove linee pastorali. Sicuramente il mondo degli oratori è una risorsa che in questi anni è stata rivalutata.

In quest’ultimo anno sono poi risultati molto positivi il ciclo di incontro di riflessione biblica condotto da mons. Marconi ‘Il lunedì dell’anima’ per gli universitari, il corso sull’affettività di suor Roberta Vinerba ‘Se questo è amore’, a cui partecipano annualmente circa 400 ragazzi, gli incontri di formazione per gli animatori di oratorio, la raccolta viveri fatta in collaborazione con Caritas ed Omg ed il ciclo di incontri di riflessione teologica ‘Le domande sulla fede’.

Inoltre a catturare l’attenzione di tutti in questa seconda parte dell’anno c’è stata la Star Cup, un torneo di calcetto tra gruppi parrocchiali al cui interno viene condotto parallelamente un percorso di catechesi. Esperienza davvero molto positiva.’

‘Dipende’

Per la diocesi di Assisi – Gualdo – Nocera, don Michele Zullato indica come la realtà giovanile sia molto variegata: ‘Abbiamo zone in cui sono presenti miriadi di iniziative, e questo è ovviamente il caso di Assisi con la realtà attivissima dei francescani. Poi vi sono zone con centri di pastorale giovanile importante, come Bastia e Santa Maria degli Angeli, ma anche posti molto più isolati come Gualdo e Nocera e molte difficoltà nelle parrocchie piccole. Cerchiamo di seguire il percorso indicato dalla Cei ed il grosso del lavoro lo facciamo con l’Azione cattolica, collaborando con le tante risorse già presenti nel campo, senza creare eventi che poi si andrebbero a sovrapporre. Una proposta che abbiamo fatto da due anni e che sta andando bene è quella dei 5 incontri di formazione per giovani nell’arco di tempo che va da Pasqua a Pentecoste’.

Incontro ai ‘lontani’

Don Samuele Biondini di Città di Castello, descrivendo le scelte fatte nell’Alta Valle del Tevere, sottolinea l’importanza di due progetti: ‘Abbiamo puntato molto sulla fascia di età 17-30 anni. Il progetto ‘Sentinelle del mattino’ ci sta facendo sperimentare un percorso di evangelizzazione che permette ai giovani di testimoniare con consapevolezza il loro essere cristiani, e ai ragazzi ‘lontani’, che vengono coinvolti, di risperimentare la bellezza della preghiera individuale, dell’adorazione eucaristica e della confessione. In secondo luogo, con il progetto del gruppo musicale One Way abbiamo avuto modo di coinvolgere tanti ragazzi di parrocchie diverse in maniera diretta. Nella nostra diocesi, per fortuna poi, abbiamo tanti preti giovani che si dedicano con passione ai ragazzi, ma allo stesso tempo la Pastorale giovanile meriterebbe un sacerdote a tempo pieno; purtroppo per adesso non è possibile, perché siamo tutti molto impegnati nelle parrocchie, come è giusto che sia.

Esperienze viaggianti

Don Marco Rufini della diocesi di Spoleto – Norcia illustra una realtà in cui la Pastorale giovanile mette in atto molte proposte: ‘Abbiamo ormai istituzionalizzato eventi di incontro e formazione come le Giornate dei giovani di inizio Avvento e della domenica delle Palme. Abbiamo inoltre dedicato ai giovani la veglia di san Ponziano e la festa per la conversione di san Francesco a San Sabino. Ci sono proposte di missione e di esercizi spirituali, che quest’estate saranno fatti in Polonia. Molte parrocchie fanno dei campi scuola ed in generale c’è stato un buon recupero degli oratori. Facciamo poi un gemellaggio come diocesi con la Val di Non per tornei di calcetto e di pallavolo. In generale, riceviamo indicazioni positive dai ragazzi, che rispondono con entusiasmo: dobbiamo quindi essere noi sempre in grado di fare proposte che puntino in alto’.

Dopo il Sinodo

Don Gianni Nizzi è alla guida della pastorale giovanile di Foligno da 8 anni; parla di un momento particolare della sua diocesi, che sta riprogettando le direzioni pastorali da seguire grazie al Sinodo dei giovani. ‘Siamo impegnati da 3 anni in questa attività – dice. – Ora ci avviamo alla conclusione, dopo aver suscitato un buon interesse da parte della città ed una discreta partecipazione dei giovani, anche se sono mancati i rappresentanti di tutte le associazioni e movimenti. In questo periodo in cui ci siamo fermati a riflettere per reimpostare la rotta da seguire, abbiamo portato avanti momenti di incontro diocesani come la preghiera mensile con il Vescovo. Ora che siamo alla fine del Sinodo, sicuramente le rotte da cui ripartiremo saranno quelle della formazione e degli incontri diocesani che riescano a coinvolgere tutti i giovani’.

L’adozione dell’Agorà

Don Marco Crocioni è alla guida della pastorale giovanile di Terni – Narni – Amelia da pochi mesi, ma con i parroci con cui ha costituito un gruppo di lavoro ha già stilato un progetto pastorale sul quale lavorare: ‘È nata da parte del Vescovo e dei sacerdoti l’esigenza di riorganizzarci un po’. Il progetto che abbiamo deciso di seguire è quello dell’Agorà, proposto dall’Ufficio di pastorale giovanile nazionale, per comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Abbiamo fatto un incontro con l’incaricato nazionale don Paolo Giulietti, che ci ha illustrato lo sviluppo del percorso nei tre anni previsti. Per dare il via a questo cammino, la domenica delle Palme abbiamo ideato una Giornata diocesana della gioventù, che si è articolata in un pellegrinaggio da Sant’Antonio di Narni al santuario della Madonna della Pace. Le pietre portanti della nuova consulta che stiamo creando sono i movimenti e le associazioni, in particolare Azione cattolica ed Agesci. Per il momento ci stiamo occupando dell’accoglienza dei giovani italiani in occasione dell’incontro con Benedetto XVI a Loreto l’1 e 2 settembre. Un progetto diocesano vero e proprio ancora è in embrione; di sicuro, c’è la volontà di coinvolgere i giovani delle scuole e di collaborare con pastorale universitaria e vocazionale’.

Mettendosi in ascolto

Nella patria dei Ceri, l’incaricato laico, Lorenzo Panfili, descrive così la realtà giovanile di Gubbio: ‘In questo ultimo anno, seguendo le indicazioni della Cei, ci siamo concentrati sul tema dell’ascolto dei giovani. Così siamo andati nelle scuole ed in altri luoghi di aggregazione per capire le esigenze dei ragazzi e per conoscere quale fosse la loro immagine della Chiesa. Ci siamo poi preoccupati della formazione degli animatori, obiettivo questo che abbiamo deciso di perseguire con fermezza, affinché venissero guidati in un percorso che li portasse comprendere la vocazione che sta dietro questo ruolo. In tale direzione sono stati fatti degli incontri mensili con padre Alessandro Barban, con un ritiro iniziale e degli esercizi spirituali durante la Quaresima. Abbiamo anche organizzato una raccolta alimenti, con la quale siamo riusciti, in una sola giornata, a riempire due container di viveri: niente male per una realtà piccola come la nostra. Infine vorrei ricordare l’impegno profuso dai giovani di Gubbio nel coordinare la rievocazione storica del pomeriggio del 17, giorno dell’incontro con il Papa, coinvolgendo direttamente i ragazzi per la recitazione e gli Sbandieratori nell’ambientazione medievale’.

Buon raccordo

L’incaricato regionale della Pastorale giovanile di Orvieto – Todi, don Marcello Cruciani, racconta i così i ‘suoi’ giovani: ‘Abbiamo una serie molto intensa e partecipata di attività. Eventi di formazione di alto livello come la Scuola della Parola, che si tiene una volta al mese con autorevoli oratori e approfondisce la tematica della testimonianza cristiana. Organizziamo esercizi spirituali per tutte le età, i campi scuola, abbiamo poi la missione in Albania che è portata avanti con impegno anche dai giovani che si recano lì sia in estate che in inverno. L’Azione cattolica svolge un ruolo fondamentale, coadiuvando in tutto la pastorale giovanile, ma allo stesso tempo c’è un buon raccordo con tutte le altre associazioni ed i movimenti. Aggiungo infine che i giovani hanno saputo dare un senso di unione alle due realtà che sono state messe insieme di Todi ed Orvieto’.

AUTORE: Martino Bozza