Il valore storico e monumentale del Palazzo arcivescovile, la notevole raccolta di opere d’arte sacra, l’unicità della basilica di Santa Eufemia, nonché la Biblioteca specializzata con un ricco fondo antico di cinquecentine e il prezioso Archivio storico diocesano, fanno del complesso museale dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia uno dei più interessanti poli culturali dell’Umbria. In questi luoghi conservare per valorizzare è l’obiettivo principale di tutti i collaboratori dell’area culturale che coadiuvano l’arcivescovo mons. Riccardo Fontana. Ne parliamo con Stefania Nardicchi, direttrice del Museo diocesano di Spoleto-Norcia dal 1997. Direttrice, come realizzate a Spoleto questo connubio fra Museo, Archivio e Biblioteca? ‘Il progetto ha come fulcro il Museo diocesano che, dal momento della sua riapertura dopo il terremoto del 1997, l’8 luglio del 2000, vuole essere uno strumento culturale a disposizione di tutti. Il Museo diocesano si propone di promuovere e realizzare la conoscenza storica, artistica, religiosa o, se vogliamo con un’unica parola, culturale, delle popolazioni umbre che vissero, fin dalle antiche origini della diocesi, all’interno del suo vasto territorio. Far comprendere accadimenti storici oppure concetti teologici attraverso le opere d’arte, supportando tesi e congetture con documenti d’archivio oppure con visite pastorali e inventari storici, è diventato il nostro metodo di lavoro quotidiano. La ricerca scientifica ci permette quindi un’efficace valorizzazione del patrimonio culturale del nostro circuito, unitamente ad una maggiore credibilità e competenza presso tutti coloro che ci scelgono come loro interlocutori’. Come nasce il Museo diocesano di Spoleto-Norcia? ‘Nasce nel 1968, quando il cardinale Ugo Poletti, allora arcivescovo di Spoleto, vi dedicò alcune sale del Palazzo arcivescovile, appartenenti al cosiddetto Appartamento del cardinale. La sede storica è stata ampliata, allestita e progettata secondo moderni criteri di conservazione in occasione dei restauri strutturali dell’edificio resi necessari dopo il terremoto del 1997. I nuovi saloni espositivi sono di grande valore artistico, come la Cappella del cardinale (con affreschi del XVII secolo), la sala detta delle Architetture, dal suo splendido soffitto in trompe d’oeil, e particolarmente suggestivo è il Passetto, ovvero l’antico passaggio che collegava il palazzo alla basilica, recuperato con i recenti lavori di restauro’. Quindi visitare il Museo diocesano significa anche comprendere la funzionalità dell’antico Palazzo Arcivescovile? ‘Certamente, anzi si riscoprono spazi e accessi negati o addirittura abbattuti nel corso dell’ultimo restauro architettonico della basilica di Santa Eufemia, conclusosi intorno al 1950. L’antico palazzo ha origine in epoca altomedievale quando a Spoleto i Franchi succedettero ai Longobardi e, laddove era già stato eretto il Palazzo ducale, la badessa Franca Gunderada (appartenente alla famiglia ducale) stabilì il suo monastero secondo la regola benedettina e commissionò la realizzazione della Basilica annessa al monastero. All’interno della chiesa, la presenza delle gallerie superiori, chiamate comunemente matronei, ha dato avvio a diverse ipotesi: per alcuni studiosi sono il ricordo di una precedente cappella del Palazzo ducale longobardo, esemplata su quella carolingia di Aquisgrana, mentre altri sostengono che i matronei ospitassero le monache durante le funzioni liturgiche aperte al pubblico. Le varie ipotesi andrebbero approfondite e avvalorate, magari con argomentazioni archivistiche oltreché storico-artistiche, soprattutto in seguito al ripristino, voluto dall’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, dell’antico collegamento fra palazzo e basilica, impropriamente abbattuto nel corso del restauro di cui parlavamo. Fortunatamente l’esistenza di un affresco del XIV secolo raffigurante l’interno del cortile del Palazzo arcivescovile e la basilica di Santa Eufemia, ne ha reso possibile il recupero’. Quali iniziative pensa di attuare nel prossimo futuro per Museo diocesano? ‘Alcuni progetti sono già in cantiere, ma non voglio anticiparne il contenuto per rendere la sorpresa ancora più piacevole. Interesseranno il prossimo Natale e l’estate del 2007. Saranno eventi organizzati in collaborazione con il Comune di Spoleto ed altri enti privati, che permetteranno l’organizzazione di un percorso espositivo che interessa non soltanto il Museo diocesano e la basilica di Santa Eufemia, ma tutti i musei e gli edifici di culto della città. Inoltre ritengo che la nostra Rete museale ecclesiastica umbra sia un’associazione giovane, vitale, in grado di apportare alla nostra Umbria un’identità ecclesiastica fortemente rappresentativa e ricca di iniziative’.
Bellezza valorizzata con metodo
Spoleto - Norcia. Il Museo diocesano, in connubio con Archivio e Biblioteca
AUTORE:
Francesco Carlini