A Papa Francesco non sono bastate le rassicurazioni giunte indirettamente (anche attraverso i media) negli ultimi giorni, da Perugia, sullo stato di salute del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi. Questi, da ieri, è ufficialmente negativo al Covid-19 dopo essere risultato positivo asintomatico il 29 ottobre scorso. Poco dopo le ore 11.30 di questa mattina, mons. Salvi riceve, sempre da un “numero privato”, la telefonata del Santo Padre, la seconda in meno di dieci giorni (la prima risale al 10 novembre).
Le richieste del Papa a mons. Salvi
«Papa Francesco mi ha chiesto come mi sentivo dopo che l’indesiderato “ospite” (il coronavirus) ha lasciato il mio corpo. Mi ha poi chiesto aggiornamenti dello stato di salute del nostro pastore Gualtiero e l’ho rassicurato sul fatto che tutto “procede per il meglio con l’aiuto di Dio e dei sanitari che lo hanno in cura”. Ho poi annunciato al Papa – prosegue nel racconto il vescovo ausiliare – che presto il cardinale verrà dimesso dall’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia per poi raggiungere il policlinico “Gemelli” di Roma, per un periodo di convalescenza e di riabilitazione. Al “Gemelli” – ho detto al Santo Padre – il nostro cardinale si sentirà come a casa sua e rincuorato dalla vicinanza di Sua Santità… Il Papa mi ha chiesto di far pervenire a Sua Eminenza un suo messaggio personale», che mons. Salvi ha prontamente comunicato al cardinale, il quale lo ha accolto, racconta il vescovo ausiliare, «commuovendosi molto per la costante attenzione e premura del Santo Padre nei suoi confronti».
Il card. Bassetti e il desiderio di tornare a casa
Il cardinale Bassetti sperava, in un primo momento, di far ritorno a casa, in arcivescovado, come aveva confidato ad alcuni collaboratori di Curia, contattati dal presule 24 ore dopo aver lasciato la Terapia intensiva – Covid 2 del “Santa Maria della Misericordia”. I collaboratori sono rimasti sorpresi dal suo gesto e sentire la sua voce, seppur affaticata, li ha tranquillizzati sul suo stato di salute. Ciò è stato per loro anche di conforto e di stimolo.
In ospedale, la condivisione di una prova difficile
A un collaboratore Bassetti ha detto: «Ho voluto condividere con gli altri malati umbri quindici giorni di questa dura prova, confortandoci a vicenda, senza mai perdere la speranza della guarigione con l’aiuto del Signore e della Beata Vergine Maria. Ho condiviso nella sofferenza il clima di una famiglia, quella dell’ospedale della nostra città, quella famiglia che Dio mi ha dato nell’aiutarmi a vivere con serenità questa grave malattia. In questa famiglia ho ricevuto cure appropriate e ringrazio quanti mi hanno assistito. Non ho fatto altre scelte e prima di ritornare a casa trascorrerò un periodo di convalescenza distante dalla mia comunità diocesana, ma nella certezza di averla sempre nel mio cuore come lei mi ha sempre nel suo».
E questo è dimostrato anche dalle tante preghiere che si sono elevate al Signore dalla Chiesa di Perugia-Città della Pieve, ma non solo, per il cardinale Bassetti, per tutti i malati e per coloro che li curano. Hanno pregato incessantemente singoli fedeli, comunità parrocchiali, religiose, di vita consacrata, associazioni, gruppi e movimenti laicali. Insieme alla scienza queste preghiere hanno fatto la loro parte.
Riccardo Liguori