Una visita di cortesia certo, ma anche un sincero interesse per le proposte, i dibattiti e i temi portati in primo piano dalla nuova Voce. E poi uno scambio di battute in via informale, lontano da telecamere e microfoni, che la dice lunga sui rapporti di collaborazione e stima reciproca che ci sono tra la Regione e la Diocesi.
Questo, ma anche molto altro, è stata la giornata di mercoledì 26 agosto, con la visita della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo della Diocesi di Perugia-Città della Pieve.
Insieme hanno visitato i nuovi locali redazionali che ospitano i giornalisti di Umbria Radio e La Voce, dopo aver salutato la redazione al gran completo.
Ma, come detto, non è stata solo una visita di cortesia. C’è stata anche carne al fuoco, parecchia. D’altronde, la ‘mission’ de La Voce è chiara: “Fornire uno sguardo cristianamente ispirato su avvenimenti locali e non solo, stimolare il confronto, suscitando un dialogo sia interno alla Chiesa umbra, sia tra la Chiesa e il mondo”.
Lo spunto è stato dato dalle novità giunte recentemente sul fronte dell’interruzione volontaria di gravidanza, un tema cui anche recentemente abbiamo dedicato molto spazio cercando di farlo in maniera costruttiva.
Dopo la scelta della Giunta regionale di ricoverare per 3 giorni le donne che avessero fatto richiesta di RU486, e le polemiche che ne sono seguite a livello nazionale, il ministro della salute Roberto Speranza ha chiesto un nuovo parere al Consiglio superiore di sanità per aggiornare le linee guida che regolano l’aborto farmacologico.
Il Css ha così ‘smontato’ la delibera della giunta Tesei, confermando sostanzialmente la possibilità di assumere la pillola anche in regime di day hospital, e estendendone il limite di utilizzo fino alle nove settimane di gravidanza, contro le sette precedenti.
“Sono stata attaccata in maniera del tutto ideologica, per una delibera che non ha fatto altro che applicare una legge dello Stato”, ha ribadito la Tesei. Sulle nuove linee guida, la governatrice ha fornito un’importante anticipazione: “Le esaminerò per adottare i provvedimenti di adeguamento richiesti, ma valuteremo la possibilità di mantenere il ricovero ospedaliero: sarà una libera scelta, a facoltà delle donne, che potranno optare per l’una o per l’altra soluzione. Non voglio togliere a chi deve affrontare una situazione di questo genere, la possibilità di farlo in sicurezza, in ospedale e con l’assistenza necessaria”.
Abbiamo scritto più volte di quanto l’aborto sia una scelta drammatica, difficile, pesante dal punto di vista umano e psicologico, e che quindi per quanto possibile non va affrontata in solitudine. Quella della giunta Tesei insomma, sembra un’apertura importante, e probabilmente anche una scelta meno divisiva.
Adeguare la norma alle nuove linee guida, ma lasciare comunque la possibilità di scegliere il ricovero ospedaliero piuttosto che il day hospital. Certamente però, alla base c’è un tema che è per sua natura terreno di scontro.
“Il problema è che siamo portati a reificare tutto, a ridurre tutto a delle semplici cose e non partire più dalla centralità della persona: prima il feto e l’embrione, ora anche la donna”, aggiunge il cardinale Bassetti, che mostra di apprezzare la scelta della governatrice: “Voglio dirle grazie e voglio darle anche tutto il mio sostegno morale e della Chiesa”.
Ed effettivamente il presidente della Cei ha più volte difeso questa posizione, soprattutto pubblicamente, come nella recente intervista al Meeting di Rimini.
Quello che resta alla fine è un paradosso, e l’arcivescovo lo coglie in pieno: “Per me è un po’ triste dirlo come vescovo, ma siccome noi dobbiamo sempre scegliere il minor male, almeno l’applicazione della Legge 194 garantisce la sicurezza della donna. D’altronde, di fronte a certe esagerazioni e a certe idee che sono contrarie anche alla vita e alla dignità della persona, noi siamo chiamati a scegliere in ogni caso la vita”.
E su questo si basa anche la proposta, più volte rilanciata su queste pagine, nata dal Movimento per la Vita: non una battaglia ideologica, ma un impegno concreto a favore delle donne e della natalità.
L’idea è che questo si trasformi in un fondo a sostegno delle gravidanze difficili. Una sfida anche per la classe politica locale, che per una volta dovrebbe mostrarsi concretamente attenta al bene comune.
Quello che è certo è che in questo senso l’unità di intenti tra i vertici religiosi e politici dell’Umbria pare esserci: “Ho sempre tenuto ad avere un rapporto cordiale e di collaborazione con le nostre istituzioni”, dice Bassetti. Alla fine, auguri di buon lavoro reciproco e visita ai nuovi locali della redazione. Noi, con il nostro punto di vista, continueremo su questa strada.
Francesco Mariucci